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Corso di Laurea in Educatore Sociale e Culturale

Dipartimento di Scienze dell’Educazione «Giovanni Maria Bertin»


A.A. 2021-2022

Docente: Mariagrazia Zuccarini


Mail: mariagrazia.zuccarini@unibo.it

CORSO DI PSICOLOGIA DELLO


SVILUPPO
I PARI Docente: Mariagrazia Zuccarini
CAP. 13
CONTENUTI DEL CAPITOLO 13
❑ Le relazioni tra pari
❑ Il gioco ed il suo sviluppo
❑ L’amicizia
❑ Relazioni tra pari in adolescenza
LE RELAZIONI TRA PARI
Pari: bambini che hanno circa la stessa età e lo stesso livello di maturità.

Quali sono le funzioni del gruppo dei pari?

 Fornire informazioni e confronto rispetto al mondo al di fuori della famiglia.


 Ricevere feedback sulle proprie capacità
 Favorire lo sviluppo socio-emotivo
 Rapportarsi in modo simmetrico e reciproco
 Sviluppare le competenze sociali e morali
LE RELAZIONI TRA PARI
IL CORSO EVOLUTIVO DELLE RELAZIONI TRA PARI

▪ Dai 3 anni: si preferisce passare il tempo con compagni di gioco dello stesso sesso
▪ In età prescolare: interazioni con i pari consistono molto sul negoziare ruoli e regole del gioco
▪ Nella prima infanzia: distinzione tra amici e non amici
▪ Nella scuola primaria: reciprocità è importante e i bambini coltivano amicizie per lo più dello stesso
sesso
▪ Nella preadolescenza: tempo trascorso con i pari aumenta notevolemente ed è meno controllato
dagli adulti
LE RELAZIONI TRA PARI
COGNIZIONE SOCIALE ED EMOZIONE

“Mariana si aspetta che ogni volta che lei lo chiede, i suoi amici la lascino
giocare con i loro giochi”

Le relazioni tra pari si basano anche sulle cognizioni sociali quali:


▪ abilità di avere una prospettiva diversa dalla propria (perspective taking)
▪ capacità di elaborare informazioni sociali (social information processing)
▪ la conoscenza sociale
▪ la regolazione emotiva
LE RELAZIONI TRA PARI
L’ABILITA’ DI PERSPECTIVE TAKING

Capacità di vedere le cose secondo il punto di vista degli altri

Le abilità di perspective-taking skills sono legate con la qualità delle relazioni dei
pari, specialmente negli anni della scuola elementare.
LE RELAZIONI TRA PARI
L’ABILITA’ DI SOCIAL INFORMATION PROCESSING

Modo in cui i bambini elaborano le informazioni relative alle relazioni con i pari

I bambini passano attraverso cinque fasi nell’elaborare l’informazione che


riguarda il loro mondo sociale (Kenneth Dodge, 1993):
▪ decodifica degli stimoli sociali
▪ interpretazione
▪ ricerca di una risposta
▪ selezione della risposta ottimale
▪ messa in atto della risposta
LE RELAZIONI TRA PARI
LA CONOSCENZA SOCIALE

Ciò che un bambino o adolescente sa per avere amici

I bambini disadattati possono pertanto avere scarse abilità socio-cognitive per


interagire efficacemente con gli altri.
LE RELAZIONI TRA PARI
LA REGOLAZIONE EMOTIVA

La capacità di regolare le proprie emozioni

▪ Questa abilità è collegata al successo nel relazionarsi ai


coetanei.
UNO STRUMENTO PER ESAMINARE LE
RELAZIONI TRA PARI
La nomina dei pari: si basa sulle valutazioni, da parte dei membri del gruppo, delle caratteristiche
personali e/o delle condotte degli altri membri al fine di delineare lo status sociometrico

Si chiede a ciascun individuo di indicare il nome di uno o più compagni con cui preferirebbe
condividere specifiche attività (es. fare i compiti, andare in gita, fare un lavoro in coppia).

I dati raccolti consentono di valutare la posizione di ciascun soggetto nel gruppo, delineando quelli
che sono gli alunni:

Popolari: che ricevono molte scelte e pochi o nessun rifiuto


Rifiutati: che ricevono molti rifiuti e poche o nessuna scelta
Isolati: che vengono nominati, in bene o male, solo raramente
Controversi: che sono scelti da molti, ma da molti rifiutati

Così come le scelte reciproche ed esistenza di sottogruppi.


IL SOCIOGRAMMA
Popolari: Marika e Aldo

Isolati: Luisa e Ivan

Scelte reciproche: Susy e Marika;

Sottogruppo con scelte reciproche:


Aldo, Franco, Gianni

Legame reciproco rappresenta quadro


consensuale di della relazione di
amicizia, in cui dimensione del
sostegno è rilevante e favorisce
maggiore benessere psicosociale
(Albiero).

Berti, Bombi (2013). Corso di Psicologia dello sviluppo. Bologna: Il Mulino (pag. 385)
UNO STRUMENTO PER ESAMINARE LE
RELAZIONI TRA PARI
▪ Condizione del rifiutato spesso è stabile nel tempo (importanza di individuare i
correlati del rifiuto quali abilità genitoriali scarse assieme al temperamento
difficile del bambino)
▪ Rifiuto associato a insuccesso scolastico, difetti fisici, aggressività, ritiro dal
gruppo.
▪ Isolati («invisibili»): meno occasioni di sviluppare abilità cognitive e socio-emotive,
minore prosocialità, bassa autostima.
▪ Popolari: più competenti socialmente, più successo scolastico e sportivo.
▪ Differenze di genere: aggressività determina posizione nel gruppo tra i maschi;
l’atteggiamento cooperativo tra le femmine.
▪ Differenze sulla base del contesto di riferimento: se in un gruppo la violenza è
accettata, individui aggressivi non saranno rifiutati
IL BULLISMO
Messa in atto deliberata e continuata, tra coetanei, di atti di aggressione e
prevaricazione da parte di uno o più bulli verso soggetti particolarmente deboli e
incapaci di difendersi (le vittime) (Fonzi, 1997; Olweus, 1993), «abuso sistematico di
potere» (Smith, Sharp, 1994).

Particolare comportamento a rischio all’interno dei comportamenti aggressivi e


segnale di disadattamento sociale.

È l’espressione di un disagio sia nell’aggressore che nella vittima.

Studiato a partire dagli anni ’70-’80 anche se in Italia ha


incominciato a destare più interesse pubblico nell’ultimo
decennio, con l’istituzione di gruppi di lavoro MIUR ed
emanazione di linee guida e leggi.
CARATTERISTICHE DEL BULLISMO
Il bullismo può essere considerato una sottocategoria del comportamento aggressivo con
alcune caratteristiche distintive
(Olweus, 1993; Smith et al., 1999)

▪ intenzionalità

▪ sistematicità

▪ asimmetria del potere (età, forza fisica, numerosità)

▪ forme diverse con cui si manifesta


FORME IN CUI SI PUO’ MANIFESTARE IL
BULLISMO
▪ Aggressione diretta (faccia a faccia):

fisica (botte, spinte, prepotenze fisiche)


“Mi hanno colpito fisicamente”
“Hanno rubato le mie cose”
verbale (ingiurie, ricatti, insulti, prese in giro etc.)
“Mi hanno offeso con brutti nomi sulla mia razza o per altre ragioni”
“Sono stato minacciato”
▪ Aggressione indiretta o relazionale (manipolazione sociale, usare gli altri come
mezzi)
“Nessuno mi rivolge la parola”
“Si sono diffuse dicerie sul mio conto”
DIFFERENZE DI GENERE
▪ I maschi tendono a compiere azioni di prevaricazione più delle femmine, ma va
ricordato che il bullismo perpetrato dalle femmine è più difficile da individuare.

▪ Le ragazze prevaricatrici, in genere, usano metodi di molestia meno visibili e più


"furtivi" come la calunnia, la maldicenza e la manipolazione dei rapporti di
amicizia nella classe (per esempio, privare una ragazza della sua migliore
amica).

▪ Il numero dei maschi\vittime che non si confidano è quasi il doppio di quello


delle femmine\vittime (Smith e Monks, 2002).
Timore del rifiuto da parte degli altri compagni, dell’aggressore e convinzione
di potersela cavare da solo (Cowie, 2002).
BULLISMO COME FENOMENO DI GRUPPO:
I RUOLI (SALMIVALLI ET AL., 1996)
CARATTERISTICHE GENERALI DEL POSSIBILE BULLO
SUL PIANO FISICO:
▪ Possono essere fisicamente più forti dei loro compagni di classe e, in particolare, delle loro vittime
▪ Possono essere della stessa età o più anziani delle loro vittime
▪ Si dimostrano fisicamente capaci nelle attività di gioco, nello sport e nelle lotte (in particolare i maschi)

SUL PIANO DELLA PERSONALITA’:


▪ Presentano profili di personalità caratterizzati da irritabilità e ipersensibilità (Caprara et al., 1997)
▪ Tendono a non provare sentimenti di colpa per le proprie azioni (Olweus, 1984)
▪ Hanno un’alta stima di sé malgrado la loro obiettiva impopolarità (Smith & Bulton, 1991)
▪ Sovrastimano l’efficacia del comportamento aggressivo nella soluzione di conflitti (Menesini, 1993)
▪ In età piuttosto precoce (rispetto ai loro coetanei) prendono parte ad altri comportamenti antisociali tra
cui il furto, il vandalismo e l'uso di alcool
▪ Frequentano "cattive compagnie“
▪ Spesso sono sostenuti da almeno un piccolo numero di coetanei
▪ Hanno un forte bisogno di dominare e di sottomettere altri studenti, di affermare se stessi con il potere e
la minaccia
▪ Sono impulsivi e hanno una bassa tolleranza alla frustrazione, hanno difficoltà nel rispettare le regole e
nel tollerare le contrarietà
CARATTERISTICHE GENERALI DEL
POSSIBILE BULLO
▪ Sono oppositori, insolenti ed aggressivi anche verso gli adulti (compresi insegnanti
e genitori)
▪ Tentano di acquisire vantaggi anche con l'inganno
▪ Il loro rendimento scolastico è vario nella scuola elementare ma, in ogni caso,
generalmente si abbassa nella scuola media. Spesso si accompagna il progressivo
delinearsi di un atteggiamento negativo verso la scuola.
▪ Frequente è l’abbandono scolastico.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA
POSSIBILE VITTIMA
SUL PIANO FISICO:
▪ sono fisicamente più deboli dei loro coetanei (ciò si riferisce in particolare ai
maschi)
▪ hanno paura di essere feriti o di farsi male
▪ sono fisicamente incapaci nelle attività di gioco, sportive e di lotta

SUL PIANO DELLA PERSONALITA’:


▪ sono cauti, sensibili, tranquilli, riservati, passivi, sottomessi e timidi
▪ piangono facilmente
▪ Il disagio si inserisce in un quadro sintomatologico più generale di tipo
ansioso e depressivo
▪ Sentimenti di ansia e di paura nelle situazioni sociali
▪ Vissuti di infelicità e tristezza
▪ Tendenza ad isolarsi dagli altri
▪ Scarsa autostima
È difficile dire se tale risultato è la causa o il risultato dell’essere
vittima (Tani, 1997)
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA
POSSIBILE VITTIMA
▪ Ci possono essere alcune caratteristiche di un bambino o ragazzo che possono
aumentare il rischio di diventare vittima di prepotenze:

- caratteristiche fisiche particolari

- presenza di disturbi dell’apprendimento

- provenienza da un’etnia diversa

- difficoltà di comportamento particolari ( es. balbuzie, goffaggini motorie …)


(Smith e Monks, 2002)
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA POSSIBILE
VITTIMA
▪ Spesso si rapportano meglio con gli adulti (genitori, insegnanti) rispetto
ai coetanei

▪ Il loro rendimento scolastico è vario nella scuola elementare, ma,


generalmente peggiora nella scuola media. Spesso può associarsi un
abbandono scolastico e comunque una difficoltà nell’andare a scuola.

▪ Una ragazza vittima ad esempio dice: “Ho perso un mucchio di giorni


di scuola”
COME RICONOSCERE LA POSSIBILE VITTIMA …
A scuola
 Intimidito e sottomesso ai compagni
 Oggetto di derisione
 Lividi o ferite di cui non si può dare spiegazione naturale
 Aggredito fisicamente senza che possa difendersi
 Solo e escluso dai pari, tende a stare con gli adulti
 Ansioso e insicuro in aula, difficoltà a parlare
 Rendimento scolastico in peggioramento graduale
A casa
 Isolato, non invita i compagni a casa sua, non ha amici
 Riluttante e timoroso di andare a scuola la mattina
 Chiede di fare strade diverse o in modo diverso dagli altri
 Scatti d’umore e instabilità emotiva, mal di testa, disturbi del sonno
 Progressiva perdita di interesse per la scuola
 Richieste di denaro ingiustificate
IL BULLISMO IN ITALIA…
Bullismo: il contesto italiano (fonte Istat, 2015)
• Il fenomeno del bullismo è molto diffuso in Italia tra gli under 18: circa il
50% di essi ha subito una violenza.
• In aumento il cyberbullismo soprattutto tra le ragazze.
• Nel 2014 oltre il 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni ha subìto
episodi offensivi, violenti o comunque non rispettosi da parte di
coetanei.
• La maggiore frequenza, a livello territoriale, è relativa al Nord
dell’Italia, ma il fenomeno è diffusamente presente su tutto il territorio
nazionale.
• Tra i ragazzi che navigano in rete tramite cellulari o computer, il 5,9%
denuncia di avere subìto ripetutamente azioni cattive tramite sms, e-
mail, chat oppure attraverso social network. Il 7,1% delle ragazze è
stata vittima di cyber bullismo contro il 4,6% dei ragazzi.
IL CYBERBULLISMO O BULLISMO ELETTRONICO
▪ Atto aggressivo, intenzionale condotto da un individuo o un gruppo di individui
usando varie forme di contatto elettronico (cellulari o internet), ripetuto nel
tempo contro una vittima (Smith, 2008).
▪ Si distinguono:

Flaming Invio di messaggi insultanti ripetuti nel tempo per suscitare


offese isolate e dispute online online harassment (Wolak et al., 2006)
non ripetute nel tempo

Cyberstalking Persecuzione attraverso l’invio ripetuto di minacce

Denigrazione Pubblicazione di pettegolezzi o dicerie sulla vittima con lo


scopo di danneggiarne la reputazione e i rapporti sociali

Sostituzione della Il bullo viola una password e, fingendosi un’altra persona,


persona crea danni rovinando la reputazione e le amicizie della
vittima
IL CYBERBULLISMO O BULLISMO ELETTRONICO

Outing Rivelare informazioni personali e riservate riguardanti una persona

Trickery
Spingere una persona con l’inganno a rivelare informazioni
imbarazzanti e riservate per renderle pubbliche in rete

Esclusione Escludere intenzionalmente una vittima da un gruppo online

Cyber bashing La vittima viene aggredita o molestata mentre altri riprendono la


scena con il cellulare per poi diffonderla online

Sexting Diffondere immagini o video a sfondo sessuale per scopi estorsivi


BULLISMO TRADIZIONALE VS ELETTRONICO
▪ Considerare il bullismo elettronico come l’evoluzione del bullismo che si manifesta in ambiente
“reale” è giustificato solo in parte.

▪ L’aggressione attraverso le tecnologie elettroniche si può configurare come una categoria ulteriore
del bullismo indiretto, sia sociale che fisico, in virtù della manipolazione e del coinvolgimento di
terze persone per recare danno alla reputazione e alle relazioni sociali della vittima (Raskauskas,
Stolz, 2007).

▪ Lo squilibrio di potere tra bullo e vittima come si può declinare in un contesto elettronico?
BULLISMO TRADIZIONALE VS ELETTRONICO
L’analisi dei ruoli di bullo e di vittima trasposta nel contesto del bullismo elettronico rivela che:
▪ Il mezzo elettronico non necessita di un potere mediato (es. forza fisica) né di una intimidazione
psicologica che deriva da una supremazia numerica o psicologica verso la vittima.
▪ La reale disparità di potere tra la vittima e il cyberbullo deriva dall’anonimato dietro cui si
cela l’aggressore e quindi dall’impotenza di fermare le aggressioni (Raskauskas, Stolz, 2007).
▪ Il contesto è differente: in internet le relazioni sono sia con estranei che con persone conosciute
▪ Il tempo in cui avviene: ore scolastiche vs dilatata all’infinito
BULLISMO E SCUOLA
▪ Il contesto della scuola secondaria è particolarmente critico sia per i passaggi da un istituto
all’altro sia per l’importanza che lo status sociale nel gruppo ricopre in adolescenza.

▪ Essenziale che gli istituti scolastici operino per:


- prevenire tale fenomeno
- attuare strategie operative e di gestione dei casi di bullismo

▪ Emanate le:
Linee di indirizzo generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la
lotta al bullismo (MIUR n. 16 del 5 febbraio 2007)
Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del
cyberbullismo (Legge n.71 del 29 Maggio del 2017)
Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di
Bullismo e Cyberbullismo (MIUR 2015, 2021)
BULLISMO E SCUOLA: PREVENZIONE
Gli insegnanti sono chiamati a migliorare clima della classe e della scuola, rendendola un
luogo in cui sperimentare la tolleranza per la diversità e relazioni collaborative e prosociali.

Come?
▪ Sensibilizzando al problema
▪ Favorendo il senso di responsabilità tra i ragazzi
▪ Dando spazio alla voce degli studenti
▪ Sollecitando i ragazzi a mettersi nei panni altrui
▪ Aiutando allievi a capire che si può sbagliare ma ci si può anche correggere
▪ Partecipando a programmi di educazione alla legalità
▪ Discutendo assieme ai ragazzi e alle famiglie dell’uso corretto degli strumenti di accesso a
Internet
BULLISMO E SCUOLA: INTERVENTO
La scuola deve intervenire per alleviare sofferenze vittime, punire i bulli e mostrare
ad allievi e famiglie di non tollerare tali fenomeni di prevaricazione.

Interventi possono essere:


▪ Individualizzati (bullo e/o vittima)
▪ Focalizzati sul gruppo (classe, famiglia, territorio)

Interventi possono essere:


▪ Disciplinari
▪ Di potenziamento delle abilità sociali della vittima e del bullo
▪ Di mediazione tra le parti in causa
▪ Di riparazione empatica
▪ Di recupero della relazione e presa di consapevolezza nel bullo della sofferenza
arrecata
BULLISMO E SCUOLA: INTERVENTO
La scuola deve intervenire per alleviare sofferenze vittime, punire i bulli e mostrare
ad allievi e famiglie di non tollerare tali fenomeni di prevaricazione.

Interventi possono essere:


▪ Individualizzati (bullo e/o vittima)
▪ Focalizzati sul gruppo (classe, famiglia, territorio)

Interventi possono essere:


▪ Disciplinari
▪ Di potenziamento delle abilità sociali della vittima e del bullo
▪ Di mediazione tra le parti in causa
▪ Di riparazione empatica
▪ Di recupero della relazione e presa di consapevolezza nel bullo della sofferenza
arrecata
IL GIOCO E LE SUE FUNZIONI
SVILUPPO EMOTIVO:
ESPRIMERE E REGOLARE LE
EMOZIONI
SVILUPPO SOCIALE:
RISPETTARE LE REGOLE, SVILUPPO COGNITIVO:
NEGOZIARE, ASSUMERE ESERCITARE COMPETENZE E
RUOLI DIVERSI ABILITA’

SVILUPPO COMUNICATIVO-
SVILUPPO MOTORIO: LINGUISTICO:
ESERCITARE SCHEMI MOTORI, PRESA DEL TURNO,
COORDINAZIONE, ALFABETIZZAZIONE
MOTRICITA’-FINE
I TIPI DI GIOCO

GIOCO DI FINZIONE O
GIOCO GIOCO D’ESERCIZIO
SIMBOLICO
SENSO-MOTORIO (ETA’ PRESCOLARE SCOLARE)
(DAI 18 MESI)
(FINO A 1 ANNO)

GIOCO SOCIALE
(DA ETA’ PRESCOLARE) GIOCO STRUTTURATO
GIOCO COSTRUTTIVO
(DA ETA’ SCOLARE)
(DA ETA’ PRESCOLARE)
L’AMICIZIA: COSA E’ PER TE E QUALI FUNZIONI HA?
COMPAGNIA

CONFRONTO SOCIALE
STIMOLAZIONE

SUPPORTO DELL’IO

SUPPORTO FISICO
INTIMITA’ E AFFETTO
FUNZIONI DELL’AMICIZIA
▪ Sostegno e supporto emotivo (fattore di protezione per stress, ansia, paura, solitudine)
▪ Apprendimento di norme e abilità (palestra in cui esercitare e acquisire nuove abilità e competenze)
▪ Sperimentazione di comportamenti relazionali (solida base su cui costruire la fiducia negli altri e si
sperimenta l’essere in relazione con)
▪ Costruzione della consapevolezza di sé e della identità personale (vedersi attraverso gli occhi di un
altro)

Tali funzioni sono possibili solo se la qualità della relazione è positiva


(alta condivisione, intimità, reciprocità e bassa conflittualità).

Benessere Psicosociale
(percezione positiva di sé, senso di efficacia personale, bassi livelli ansia e depressione, ridotta
implicazione in situazioni di rischio)
STRATEGIE PROPRIE E IMPROPRIE
PER FARSI DEGLI AMICI
Strategie proprie:
▪ Iniziare delle interazioni
▪ Essere gentile
▪ Attivare comportamenti prosociali
▪ Mostrare rispetto verso sé e verso gli altri
▪ Fornire supporto sociale

Strategie improprie:
▪ Essere psicologicamente aggressivi
▪ Presentarsi in maniera negativa
▪ Comportarsi in maniera antisociale
STARE IN GRUPPO
Principale ambito sociale di riferimento in adolescenza

GRUPPI GRUPPI
FORMALI INFORMALI Assenza di obiettivi
Obiettivo strumentali
strumentale Condivisione di
Impegno preciso valori ed
esperienze

Regole e valori Norme implicite


condivisi
Presenza Leadership
dell’adulto sommerse
LA MODIFICAZIONE DEI GRUPPI IN ADOLESCENZA (DUNPHY, 1963)

LA MODIFICAZIONE DEI GRUPPI


L’IMPORTANZA DEL GRUPPO IN ADOLESCENZA
▪ Punto di riferimento nella costruzione dell’identità personale
▪ Laboratorio sociale (luogo in cui acquisire conoscenze su sé e sulla realtà sociale)
▪ Contenitore psichico che accoglie i sentimenti ed emozioni di tutti
▪ Luogo di svago e divertimento
▪ Coinvolgimento sentimentale
▪ Confronto sociale intragruppo (soprattutto nei gruppi informali)
▪ Leadership/influenza sociale (soprattutto in gruppi formali es. politici)
▪ Cooperazione e sostegno
LA SCELTA DEL GRUPPO
La scelta del gruppo a cui appartenere cambia con l’età e la fase in cui ci si trova rispetto ai compiti
evolutivi
Associata allo stile individuale di appartenenza al gruppo legato sia a caratteristiche personali che
familiari.
es. ragazzi più competitivi, orientati alla salute, e fiduciosi verso adulti,
privilegiano i gruppi sportivi;
Ragazzi più trasgressivi, meno interessati ad aspetti culturali, più conflittuali con i
genitori, privilegiano i gruppi informali;
Socialità si intreccia con l’identità soprattutto nell’era digitale (presentazione di sé nei social).
CONSEGUENZE DEL GRUPPO
▪ Conformismo (identità collettiva)

▪ Favoritismo (proprio gruppo considerato il migliore)

▪ Associato a condizioni di marginalità e devianza (soprattutto se si sta insieme senza un obiettivo particolare)

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