Sei sulla pagina 1di 2

Il socio-costruttivismo e la psicologia culturale

Come abbiamo visto, i temi fondamentali della teoria dello sviluppo cognitivo di Vygotskij sono l’influenza
della cultura e della dimensione sociale nello sviluppo dei processi cognitivi o delle funzioni psichiche
superiori.

Tale prospettiva viene sviluppata in Occidente a partire dagli Settanta, grazie all’acquisizione e
all’approfondimento dell’opera di Vygoskij da parte di studiosi di grande influenza quali Jerome Bruner e
prende il nome di SOCIO-COSTRUTTIVISMO.

Il socio-costruttivismo coniuga due fondamentali punti di vista sviluppati dalla psicologia dello sviluppo
contemporanea:

1. Il costruttivismo (di origine piagetiana), per cui la mente è capace di costruire più che solamente
elaborare i significati della realtà e le strutture mentali che la caratterizzano e le permettono di
funzionare.
2. L’interazionismo sociale (di origine vygotskijiana), per cui tale costruzione avviene per mezzo dei
rapporti sociali.

La mente dunque, in questa prospettiva, ha un ruolo attivo e strutturante il significato dell’esperienza ed è


il risultato di un processo sociale. Ne deriva che:

1. I concetti sono teorie elaborate collettivamente. I modelli e le strutture mentali sono il frutto dello
scambio e della negoziazione sociale. Il pensiero non è altro che il risultato dell’interiorizzazione dei
processi simbolici di scambio sociale, come già aveva teorizzato Vygotskij; ovvero i concetti e le
strutture mentali prima si costruiscono e si sperimentano nell’interazione con gli altri e solo
successivamente si interiorizzano e diventano un patrimonio cognitivo individuale.
2. Pensare è un fenomeno intrinsecamente sociale, finalizzato, strumentale e subordinato alle
esigenze di regolazione della relazione sociale.

Bruner contribuisce notevolmente all’elaborazione di questa prospettiva socio-costruttivista della mente,


perché evidenzia e approfondisce il modo in cui i simboli e gli strumenti culturali che organizzano il
funzionamento della mente sono senza dubbio il prodotto della cultura e sono costruiti negli scambi
quotidiani tra le persone.

In particolare Bruner focalizza la sua attenzione sull’apprendimento e sull’uso del linguaggio (come
Vygotskij e proprio riprendendo Vygotskj) e sull’incidenza che il linguaggio ha sullo sviluppo della mente
stessa. Il linguaggio, infatti, introduce il bambino nei modi di ragionare caratteristici della cultura di
appartenza e l’attività mentale è prevalentemente vissuta con gli altri e costruita per essere comunicata.

Secondo Bruner la conoscenza viene rappresentata dalla mente attraverso tre forme principali:

- ATTIVA
- ICONICA
- SIMBOLICA
(Vedi anche spiegazione sul libro, p. 95)

Tali modalità di rappresentazione per Bruner, diversamente da Piaget, non corrispondono a stadi, anche se
nel bambino si sviluppano in successione, perché possono essere compresenti, una volta che si siano
sviluppate, sono interdipendenti l’una dall’altra e dipendono dalla cultura.

Il linguaggio per Bruner è lo strumento attraverso il quale attribuiamo significato agli eventi e negoziamo
tale significato con gli altri. La conoscenza non è il riflesso oggettivo della realtà, ma una costruzione di
significati che elaboriamo in base alle nostre esperienze e allo scambio con le altre persone. La cultura
“plasma la mente e ci fornisce l’insieme degli attrezzi mediante i quali costruiamo non solo il nostro mondo,
ma la concezione di noi stessi” (J. Bruner)

In questo senso la proposta di Bruner si inserisce pienamente all’interno della PSICOLOGIA CULTURALE, che
si sviluppa negli Stati Uniti, a partire dalla fine degli anni Settanta-primi anni Ottanta del secolo scorso,
grazie ai lavori di psicologi e antropologi come Douglas Prince-Williams e Michael Cole.

Il tema di fondo della psicologia culturale, che, come il socio-costruttivismo, si ispira ai lavori di VygotskiJ è
il rapporto tra la mente e la cultura, tra lo sviluppo dei processi mentali e della conoscenza e la cultura di
appartenenza dell’individuo.

Se la mente umana è senz’altro il frutto dell’evoluzione biologica della specie-umana, essa tuttavia si
caratterizza per la sua capacità di svilupparsi all’interno del contesto culturale, grazie all’insieme degli
strumenti tecnologici e simbolici sviluppati nel corso delle generazioni.

Anche i lavori dell’ultimo Bruner si inseriscono a pieno in questa prospettiva. Se, come abbiamo visto, per
Bruner l’uomo costruisce la conoscenza del mondo e di se stesso interiorizzando i simboli della cultura
attraverso l’interazione sociale, un ruolo fondamentale in questo percorso viene rivestito dalla funzione
narrativa. Le narrative, ovvero i racconti quotidiani che il senso comune costruisce riguardo alla realtà
hanno lo scopo di fornire significati semplici, soddisfacenti e condivisi, riguardo a se stessi e agli altri e
contribuiscono in modo fondamentale alla coesione sociale.

Il pensiero narrativo si affianca al pensiero scientifico in modo complementare e costituisce una risorsa
fondamentale per la costruzione di senso e significato da parte dell’essere umano. (vedi p. 101-102 del
libro)

Potrebbero piacerti anche