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Mappe esame diritto

CAP. I (L’ordinamento giuridico)


Non tutte le organizzazioni umane danno luogo a una societas, ci devono essere 3 condizioni:
 L’agire dei consociati deve essere disciplinato da regole di condotta
 Che le regole siano stabilite e attuate da appositi organi
 Che le regole vengano effettivamente osservate, ci vuole quindi un’autorità capace di
attuarlo.
L’ordinamento giuridico è quindi il diritto oggettivo di una comunità, diverso dal diritto soggettivo
che come vedremo è riferito a un determinato individuo.
In epoca moderna i compiti pubblici si sono ampliati, oggi è fondamentale la nozione di stato, che
si identifica con una certa comunità di individui, un certo territorio e un certo sistema di regole.
Un ordinamento giuridico si dice ordinario quando la sua organizzazione non è soggetta a un
controllo di validità da parte di un’ altra entità(per esempio da un altro stato)
Ordinamenti sovranazionali: l’unione europea: come enuncia l’art. 10 cost. l’ordinamento
giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale.
Il diritto internazionale ha fonte consuetudinaria, ovvero trae origine dalla prassi delle relazioni tra
gli stati. L’art. 11 cost. , invece stabilisce che l’Italia, consente alle limitazioni di sovranità
necessarie ad raggiungere pace e giustizia fra le nazioni.
L’ordinamento è costituito da un insieme di regole, ciascuna di esse si chiama Norma e ciascuna di
tali norme si dice Giuridica. La giuridicità di una norma dipende dal fatto che è dotata di Autorità,
vincolante per tutti. La norma giuridica è diversa dalla norma morale, che è a coscienza dei singoli,
il diritto ovviamente rispecchia i principi morali in cui crede una determinata società.
I fatti che producono norme giuridiche si chiamano fonti, inoltre non bisogna confondere la
formulazione dell’atto(TESTO) con il significato di esso(PRECETTO) che è frutto di un processo
interpretativo. Non bisogna confondere nemmeno la legge con la norma, infatti la legge può
contenere più norme(basta pensare al codice civile).
Struttura della norma: vi è un’ipotesi alla quale è correlata una conseguenza giuridica, che può
consistere nell’insorgere di un diritto, di un’obbligazione, ecc…
La parte della norma che descrive l’evento che vuole regolare si chiama FATTISPECIE, che può
essere ASTRATTA(il fatto ipoteticamente descritto in generale dalla norma) o CONCRETA(un
determinato fatto realmente verificatosi), inoltre se consiste in un unico fatto si chiama fattispecie
semplice, oppure fattispecie complessa se consiste in più fatti..
La sanzione: accanto a norme di condotta, spesso il legislatore prevede una “reazione”
dell’ordinamento, la sanzione può essere diretta(realizzando il risultato materiale che la legge
prescrive) o indiretta(quando l’ordinamento si avvale di altri mezzi per ottenere l’osservanza della
norma):
Caratteri della norma giuridica:
 Generalità: la legge non deve essere dettata per i singoli individui, ma per tutti i consociati
o per classi di soggetti
 Astrattezza: la legge non è dettata per specifiche situazioni concrete ma per fattispecie
astratte
La legge sostiene i principi di eguaglianza e imparzialità, il controllo del rispetto di questi principi è
affidato alla corte costituzionale.
L’equità viene definita come la giustizia del caso singolo, il ricorso all’equità come criterio
decisionale è tuttavia consentito solo in casi eccezionali, la leggi infatti stabilisce che “il giudice
deve seguire le norme del diritto”, e può discostarsene solo nel caso in cui la stessa legge gli
attribuisca il “potere di decidere secondo equità”.
CAP. II(Diritto privato e le sue fonti)
Il diritto pubblico disciplina l’organizzazione dello stato e degli altri enti pubblici, il diritto privato
invece disciplina le relazioni interindividuali, sia dei singoli che degli enti privati, nel diritto privato
il singolo(individuo o ente) non si trova in una situazione di soggezione di fronte a un pubblico
potere, bensì opera su un piano di uguaglianza con gli altri individui.
Tuttavia il confine tra diritto pubblico e privato è incerto, oggi ad esempio lo stato può chiamare a
se funzioni che una volta venivano esercitate dai privati(scuola) e viceversa.
Norme derogabili e non derogabili: Si dicono derogabili le norme la cui applicazione può essere
evitata mediante un accordo degli interessati, inderogabili invece sono le norme la cui
applicazione è imposta dall’ordinamento, a prescindere dalla volontà dei singoli.
Inoltre vi sono le norme suppletive, utilizzate quando i privati non abbiano provveduto a
disciplinare un aspetto dei rapporti tra loro.
Fonti: per fonti si intendono gli atti o i fatti idonei a produrre diritto, dalle fonti di produzione si
distinguono le fonti di cognizione, ossia i documenti ufficiali da cui si può prendere conoscenza
delle norme.
Preleggi: norme che precedono il codice civile, dette anche disposizioni sulla legge in generale,
sono 16 articoli, l’art. 1 delle preleggi pecca per eccesso perché contempla ancora le norme
corporative, relative al periodo fascista e per difetto perché al numero 1 troviamo direttamente le
leggi, e non la costituzione.
Gerarchia delle fonti:
 Costituzione
 Fonti comunitarie: sono di 2 tipi: regolamenti comunitari e direttive self-executive,
entrambi vincolanti per lo stato italiano e per i suoi cittadini, un esempio di regolamento
comunitario è quello emanato a protezione dei dati personali,(GDPR) .
 Leggi e atti aventi forza di legge: oltre alle leggi ordinarie(emanate dal parlamento), vi sono
i decreti legislativi e i decreti legge, che giuridicamente producono gli stessi effetti delle
leggi del parlamento ma vengono emanati dal governo invece che dal parlamento. Nel
decreto legislativo il parlamento delega al governo la facoltà di legiferare per un lasso di
tempo limitato, nel decreto legge invece il governo legifera senza l’autorizzazione del
parlamento, il presupposto è che ci sia un emergenza (come il covid-19), l’efficacia dei
decreti legge dura 60 giorni, dopo i quali la legge perde efficacia retroattivamente(come se
non ci fosse mai stata) se il parlamento non la converte in legge ordinaria, per i rapporti
sorti nel periodo in cui operava il decreto legge, essendo che esso perde efficacia
retroattivamente il parlamento li regolerà nel modo che ritiene più opportuno.
 Regolamenti: sono regolamenti di tipo amministrativo, governativo, regionali o comunali,
questi regolamenti svolgono le seguenti funzioni:
1. Esecutiva: danno l’applicazione pratica di una legge
2. Integrativi: svolgono una funzione di integrazione di una legge
3. Indipendenti: legiferano in materie non di disciplinate dalla legge
Un esempio di regolamenti non comunitari sono le leggi regionali, le regioni una volta
legiferavano in materie specificatamente indicate e lo stato in tutte le altre rimanenti
materie, oggi questo rapporto si è capovolto.
 Usi, consuetudine: Questa fonte non è scritta, infatti qui le norme nascono dalla prassi. La
consuetudine è la risultante di un elemento oggettivo(il ripetersi di un determinato
comportamento presso la generalità dei consociati) e uno soggettivo(la convinzione che
quel determinato comportamento sia in realtà dettato da una norma giuridica) La
consuetudine può operare o se richiamato dalla legge o in materie non disciplinate da altre
fonti.
Speciale rilievo tra le leggi ordinarie hanno quel tipo di leggi che vengono definiti codici, ad
esempio il codice civile riveste un ruolo centrale nel diritto privato, regolando i soggetti, i beni
e i diritti sulle cose. Naturalmente anche i codici sono soggetti al controllo di legittimità da
parte della corte costituzionale.
CAP. III (L’efficacia temporale delle leggi)
Entrata in vigore della legge: per l’entrata in vigore della legge si richiede, oltre all’approvazione
delle due camere:
 La promulgazione della legge da parte del presidente della repubblica
 La pubblicazione nella gazzetta ufficiale della repubblica
 Il decorso di un periodo di tempo che di regola è di 15 giorni dall’approvazione all’entrata
in vigore della legge
Con la pubblicazione la legge diventa obbligatoria per tutti, vale infatti il principio ignorantia iuris
non excusat, ovvero la legge non ammette ignoranza, anche se tizio non conosceva la legge, verrà
punito ugualmente.
Abrogazione della legge: una legge viene abrogata quando un nuovo atto dispone che ne cessi
l’efficacia, per abrogare una legge occorre sempre l’intervento di una disposizione di pari valore
gerarchico(in questo modo una legge può essere abrogata solo da una legge e non da un
regolamento).
L’abrogazione può essere espressa(quando la nuova legge dichiara esplicitamente che quella
vecchia viene abrogata) e tacita (quando la nuova legge è incompatibile con quella vecchia o
introduce un nuovo regolamento per l’intera materia).
Un
altro modo per abrogare una legge è quello di far ricorso al referendum popolare, cosa che si può
fare quando ne facciano richiesta almeno 500.000 elettori o 5 consigli regionali. Inoltre la legge
può essere abrogata anche se la corte costituzionale la dichiara incostituzionale.
Diversa dall’abrogazione è la deroga, che si verifica quando la nuova legge pone una disciplina
diversa da quella precedente ma solo per casi specifici, e quindi la legge vecchia continua a
operare per tutti gli altri casi.
Irretroattività della legge: la legge dispone solo per l’avvenire, essa non ha effetto retroattivo.
Tuttavia in ambito privatistico, la retroattività non è del tutto preclusa, ma essa è giustificata solo
se motivata dall’interesse di tutelare diritti di rilievo costituzionale. Se la leggi quindi, ha effetto
retroattivo, si applica anche alle controversie sorte precedentemente ma ancora pendenti, mentre
vengono rispettati gli effetti delle sentenze già passate in giudicato.
Successione di leggi: in alcuni casi il legislatore ha cura di regolare il passaggio tra le vecchie e le
nuove disposizioni tramite le cosiddette leggi transitorie, ma può anche avvenire che manchi una
specifica legge di disciplina intertemporale, allora sono state sostenute 2 teorie in proposito:
1. La legge nuova non può colpire i diritti “quesiti” (ovvero i diritti già entrati nel patrimonio
del soggetto), criticata perché non è sempre facile distinguere i diritti quesiti da quelli non
quesiti.
2. La legge non estende la sua efficacia ai fatti definitivamente perfezionati sotto il vigore
della legge precedente.
In definitiva occorre sempre cercare di capire quale sia la volontà del legislatore, e domandarsi se
con la nuova legge egli voglia attribuire efficacia immediata alla nuova legge estendendola anche
ai fatti compiuti sotto il vigore di quella precedente o limitarne l’effetto ai fatti compiuti sollo il
vigore della nuova legge.

CAP. IV (Applicazione e interpretazione della legge)


Applicazione: Per applicazione della legge si intende la concreta realizzazione di ciò che è ordinato
dalle regole(ad esempio se si tratta di norme di organizzazione-struttura, la loro applicazione
consiste nell’effettiva creazione degli organi previsti.
Interpretazione: l’interpretazione è attività tipica del giurista, che analizza il testo per capire quale
sia il precetto della stessa. Interpretare un testo dunque, non significa accertare un significato
univoco che il testo in sé già esprime, ma significa attribuire un senso, decidere cosa il testo
realmente significhi e quale sia il suo scopo. Infatti il legislatore prescrive che dopo aver letto il
testo tenendo conto delle parole attribuendo ad esse il loro significato proprio, bisogna tenere
anche conto dell’intenzione del legislatore cosiddetta ratio legis , in secondo luogo gli enunciati
delle norme si riferiscono a situazioni ipotetiche, spetta poi all’interprete decidere se considerarli
inclusi nella disciplina dettata dalla singola norma o no. Inoltre capita spesso che le leggi appaiono
in conflitto tra loro, questi conflitti si superano ricorrendo a criteri di gerarchia tra le fonti. Tra i vari
significati possibili, ribadisce la corte costituzionale, bisogna scegliere quello più conforme alla
costituzione (si parla a tal proposito di interpretazione costituzionalmente orientata).
L’attribuzione a una legge del senso più immediato e intuitivo viene detta interpretazione
dichiarativa. Quando invece il processo interpretativo attribuisce a una norma un significato
diverso da quello che apparirebbe a prima vista si parla di interpretazione correttiva.
Una sentenza è idonea a assumere valore di precedente nei confronti di altri casi simili, di regola
tuttavia non è attribuita ai precedenti forza vincolante.
Criteri per l’interpretazione della legge:
 Criterio letterale: attribuire ad ogni parola il suo significato proprio
 Sistematico: le singole parole all’interno della norma vanno lette insieme in modo da non
avere un significato avulso dal contesto
 Teologico: Cercare all’interno della norma la ratio legis
 Analogico: quando vi è una lacuna legislativa, si utilizza il criterio analogico che prevede 2
ipotesi di analogia:
1. Analogia legis(relativa a una norma)
2. Analogia iuris(basata sui principi)
Esempio: Se non vi sono norme in materia di parcheggio il giudice ricercherà
nell’ordinamento una norma che disciplina un caso simile sotto il profilo teologico, cioè della ratio
legis, me se il giudice non trova norme che disciplinano casi simili, allora ricorrerà alla analogia
iusis, basandosi cioè, sui principi generali dell’ordinamento(uguaglianza, libertà, solidarietà…)
Non tutte la norme però sono suscettibili di estensione analogica, essa incontra 2 limiti.
1. Le leggi penali: perchè ovviamente un reato non può essere uguale a un altro, e
soprattutto in ambito penale vige il principio della certezza del diritto
2. Le norme eccezionali: esse sono norme che fanno eccezione a un principio o regola
generale, quindi in quanto norme che già di proprio costituiscono un eccezione, è
impossibile pensare di applicare estensione analogica ad esse.
CAP. VI (le situazioni giuridiche soggettive)
Non tutte le relazioni umane sono giuridicamente rilevanti.
I soggetti protagonisti del rapporto giuridico sono il SOGGETTO ATTIVO( al quale l’ordinamento
attribuisce un potere, per esempio di pretendere un pagamento) e il SOGGETTO PASSIVO( al quale
l’ordinamento attribuisce un dovere, per esempio, di pagare).
Le persone tra le quali intercorre un rapporto giuridico si chiamano “parti”, (ad esempio se io e
mio fratello vendiamo casa nostra, io sono un soggetto come lui, ma la parte è unica, noi siamo la
arte venditrice), diversi sono i “terzi”, che sono coloro i quali sono estranei all’apporto, il quale non
produce né effetti a favore dei terzi né effettua danno dei terzi.
Il rapporto giuridico è solo una figura di una categoria più ampia, la situazione giuridica.
Diritto soggettivo
E’ il potere di agire per il soddisfacimento di un proprio interesse individuale. Vi sono figure a cui
sono attributi sia poteri che doveri, come le potestà e gli uffici, nei quali l’ispirazione è quella di
curare un interesse altrui. Vi sono inoltre le facoltà, ovvero manifestazioni del diritto soggettivo
che non hanno carattere autonomo ma sono in esso comprese. Infine può accadere che l’acquisto
di un diritto derivi dal concorso di più elementi successivi, si ha quindi la figura dell’aspettativa.
Status: qualità giuridica che si ricollega alla posizione di un soggetto nella collettività, può essere
pubblico o privato.
Esercizio del diritto soggettivo
L’esercizio va distinto dalla realizzazione dell’interesse, ad esempio il creditore chiedendo al
debitore di adempiere al debito esercita il suo diritto, ma soddisfa il suo interesse solo quando il
debitore realmente adempie.
La realizzazione dell’interesse può essere spontanea o coattiva(quando occorre far ricorso ai mezzi
messi a disposizione dall’ordinamento).
Importante è la definizione di abuso del diritto, ciò accade quando il proprietario del diritto si
avvale dei poteri conferitogli dal diritto stesso per per realizzare finalità ulteriori a quelle che la
legge intende tutelare. L’abuso viene contrastato mediante l’exepitio doli generalis, che è un
istituto volto a precludere l’esercizio sleale del diritto, che può essere paralizzato.
C. Categorie di diritti soggettivi
 Diritti assoluti: garantiscono al titolare un potere che può far valere verso tutti(erga
omnes), a essi corrisponde un dovere generico di astenersi( SITUAZ.PASSIVA)
 Diritti reali(sono i diritti su una cosa) se attribuiscono una piena signoria su un bene
si parla di proprietà o se limitata si parla di iura in re aliena (diritti reali su cosa
altrui)
 Diritti della personalità
 Diritti relativi: assicurano un potere che può essere fatto valere nei confronti una o più
persone determinate, in questo caso, a differenza dei diritti assoluti è necessaria la
collaborazione di altri soggetti (passivi), obbligo di prestazione= SITUAZ.PASSIVA
 Diritti di credito
 Diritti potestativi: potere di modificare la sfera della situazione giuridica di un altro
soggetto, soggezione=SITUAZ PASSIVA.

Interessi legittimi
L’interesse è un qualsiasi vantaggio che costituisce l’obiettivo del soggetto.
 Interesse semplice: quando non vi è protezione giuridica (vorrei che ci fossero più ospedali,
ma non ho alcun diritto di pretenderlo)
 Interesse ricevente tutela giuridica: ( se il debitore non mi paga posso agire in giudizio per
costringerlo a pagare , quindi sono titolare di un diritto soggettivo)
 Interesse legittimo: quando i sono rapporti fra privato e pubblici poteri, strumento di
tutela dell interesse legittimo è l’impugnazione, grazie alla quale si può ottenere
l’annullamento
Vicende del rapporto giuridico
L’acquisto del diritto soggettivo può essere:
 A titolo originario: quando il diritto sorge a favore di una persona senza essere trasmesso
da nessuno
 A titolo derivativo: quando il direttosi trasmette da una persona all’altra, l’atto o fatto
giuridico che giustifica l’acquisto è il titolo d’acquisto o causa acquirenti. Il passaggio del
diritto da un soggetto all’altro si chiama successione ,colui che perde il diritto si chiama
autore o dante causa, colui che lo acquista successore o avente causa.
 Acquisto derivativo-traslativo: quando il diritto trasmesso rimane lo stesso
 Acquisto derivativo-costitutivo: quando il diritto trasmessi cambia ma rispettando
2 regole: il nuovo titolare non può vantare un diritto di portata più ampia di quello
precedente, e l’acquisto dipende dalla effettiva esistenza del diritto del precedente
titolare
Concetto di alienazione: tizio vende una cosa a caio, tizio fa un’alienazione, caio fa un acquisto.
La successione è a titolo universale se una persona subentra in tutti i rapporti di un’altra persona,
e cioè sia nelle posizioni attive che in quelle passive(come nel caso di morte di una persona) o a
titolo particolare. La vicenda finale del rapporto è la sua estinzione.
Diritti disponibili: diritti dei quali il titolare può disporre, alienandoli o rinunziandovi, a differenza
di quelli indisponibili(potestà).

CAP. VIII (IL BENE-L’OGGETTO DEL RAPPORTO GIURIDICO)


NON sono beni:
 Le cose di cui non si è in nessun modo grado di trarre alcun vantaggio( stelle, vento…)
 Le res communisse omnium, ossia le cose di cui tutti possono fruire(la luce del sole…)
Sono beni le cose che possono formare oggetto di diritti, quelle cioè, che hanno un valore.
Categorie di beni:
 Beni materiali: beni idonei a essere percepiti con i sensi, beni che hanno un corpo, una
materialità
 Beni immateriali: Tali vengono considerati gli stessi diritti, gli strumenti finanziari, i dati
personali, le opere dell’ingegno
 Beni immobili: per tali intendersi il suolo e tutto ciò che naturalmente o artificialmente è
incorporato al suolo stesso
 Beni mobili: tutti gli altri beni, i beni mobili e quelli immobili sono sottoposti a regimi
giuridici diversi, ad esempio in tema di acquisto in virtù del possesso.
 Beni registrati: beni oggetto di iscrizione in registri pubblici come il registro immobiliare,
quello automobilistico, aeronautico e nautico.
 Beni fungibili: beni generici, individuati con esclusivo riferimento al loro genere(denaro…)
 Beni infungibili:individuati nella loro specifica identità(opera d’arte)
 Beni consumabili: quelli che non possono arrecare utilità all’uomo senza perdere la loro
individualità, chiamati anche a fecondità semplice (cibo, benzina)
 Beni inconsumabili: possono essere usati più i una volta, chiamati anche a fecondità
ripetuta
 Beni divisibili: suscettibili di essere ridotti in parti omogenee senza alterarne la
destinazione economica(terreno, quota sociale…)
 Beni indivisibili: quelli che non possono essere divisi(un animale vivo, un quadro, una
macchina…) La nozione di bene divisibile o no assume rilievo quando si parla di
contitolarità di diritti sul bene.(ad esempio se il bene è indivisibile lo scioglimento della
comunione avviene mediante l’attribuzione del bene a uno solo dei condividenti che darà
la quota in denaro agli altri)
 Beni presenti: già esistenti in natura, solo questi possono essere oggetto di diritti reali
 Beni futuri: non ancora presenti in natura(casa progettata dall’ architetto, ma non ancora
costruita, i frutti che verranno dall’albero,) essi possono formare oggetto solo di rapporti
obbligatori. Se una persona acquista un bene futuro mediante contratto, ma questo non
viene ad esistenza, il contratto non produce effetto.
 I frutti naturali: sono prodotti direttamente da altro bene, che vi concorra o meno l’opera
dell’uomo(la legna, i prodotti di miniere…), finchè non avviene la separazione dal bene
principale, i frutti naturali si dicono “pendenti” , ovvero non hanno ancora esistenza
autonoma.
 I frutti civili: si prendono dalla cosa come corrispettivo del godimento che altri ne
traggono(se concedo il mio appartamento in locazione a tizio, il canone di locazione che
tizio mi paga costituisce un frutto civile.)
 Bene semplice: quelli i cui elementi non possono staccarsi o considerati singolarmente
 Bene composto: risulta dalla connessione di più cose( autovettura..)
Le pertinenze: Nel bene composto gli elementi che lo formano diventano parte di un tutto che
ha bisogno dei singoli elementi. Se invece una cosa è posta al servizio di un'altra senza
costituirne parte integrante, si ha la figura della pertinenza. Per la nascita del rapporto
pertinenziale ci vuole sia un elemento oggettivo(il fatto che la cosa secondaria deve arrecare
utilità a quella primaria) sia un elemento soggettivo( la volontà che ciò detto nell’ elemento
oggettivo accada). Questi vincoli fanno si che una cosa sia accessoria rispetto a un'altra, se
manca il vincolo dell’accessorietà non può esservi pertinenza, il vincolo tra le due cose deve
anche essere durevole.
Le universalità patrimoniali: Insieme di cose mobili appartenenti a un unico proprietario e che
hanno una destinazione unitarie, ad esempio i libri di una biblioteca, una collezione di
francobolli ecc…
L’universalità si distingue dalla cosa composta perché nel primo caso non vi è coesione fisica
fra i beni, essi inoltre possono essere considerati sia singolarmente che tutti insieme. Il
principio possesso vale titolo non si applica all’universalità di beni mobili, inoltre l’universalità
può essere tutelata con l’azione di rivendicazione che invece non è contemplata per i singoli
beni mobili.
L’azienda: art. 2555 definisce l’azienda come il complesso di beni organizzati dall’imprenditore
per l’esercizio dell’impresa. La giurisprudenza considera un universalità di fatto(più bene
considerati unitariamente) e non universalità di diritto( in cui la riduzione a unità è operata
dalla legge) tuttavia il concetto di universalità esige che essa sia formata da soli beni
mobili( mentre le aziende posso essere formate anche da immobili) e che appartenga a un solo
proprietario(mentre i proprietari dell’impresa possono essere molteplici).
Quindi un'altra dottrina considera l’impresa come un bene composto. Altri ancora la
considerano come un bene immateriale Tra gli elementi che formano l’impresa è importante
l’avviamento, ovvero la capacità di profitto dell’azienda. Infine possiamo dire che l’azienda è il
complesso di beni di cui l’imprenditore si avvale, mentre l’impresa è la stessa attività svolta
dall’imprenditore.
Il patrimonio: è il complesso dei rapporti attivi e passivi suscettibili di valutazione economica
facenti capo a un soggetto. La regola dice che ogni soggetto ha un SOLO patrimonio.
Beni pubblici: 2 sensi:
 Beni appartenenti a enti pubblici (beni pubblici in senso oggettivo).
 Beni con un regime speciale, diverso dalla tradizionale proprietà privata
Beni pubblici in senso oggettivo sono i beni demaniali e i beni del patrimonio indispensabile.
I beni demaniali non possono formare oggetto di negozio in diritto privato, ne di possesso, non
possono essere espropriati per pubblica utilità. I beni non demaniali appartenenti a un ente
pubblico si definiscono beni patrimoniali e si distinguono in:
 Beni del patrimonio indisponibile (foreste, miniere..) essi non possono essere sottratti alle
rispettive destinazioni, pur potendo formare oggetto di negozio sono di norma gravati da
un vincolo di destinazione all’uso pubblico.
 Beni del patrimonio disponibile: non sono destinati direttamente all’uso pubblico e quindi
sono soggetti alle norme del codice civile
Beni degli enti ecclesiastici: a essi trovano applicazione le norme del codice civile.
CAP. IX (Il fatto, l’atto e il negozio giuridico)
Per fatto giuridico si intende qualsiasi avvenimento a cui l’ordinamento riconosce conseguenze
giuridiche.
FATTO GIURIDICO
FATTI GIURIDICI IN SENSO STRETTO ATTI GIURIDICI
Se l’evento consiste in un’azione umana,
Quando conseguenze giuridiche succedono volontari.
a eventi, a prescindere se a causarli sia stato ATTI GIURIDICI IN ATTI NEGOZIALI
o meno l’uomo( morte, nascita, catastrofi SENSO STRETTO In questo caso la
naturali ecc…). La volontà si ferma al volontà è necessaria
compimento non solo nel
dell’atto, le compimento ma
conseguenze che anche negli effetti
derivano si dell’atto.
manifestano a
prescindere.
Atti leciti e illeciti: se sono conformi alle prescrizioni dell’ordinamento sono atti leciti, se
violano i doveri giuridici o ledono i diritti altrui sono atti illeciti.
Negozio giuridico: Si è rilevato che istituti come il contratto, il matrimonio, il testamento
presentano il tratto comune della presenza di privati che enunciano in una loro
dichiarazione, gli effetti che intendono conseguire, quindi il negozio giuridico è una
dichiarazione di volontà con la quale si attestano degli effetti.
Atto collegiale: quando le dichiarazioni di volontà sono dirette a formare la volontà di un
organo pluripersonale, , si applica il principio di maggioranza
Atto complesso: Anche l’atto complesso è caratterizzato dalla volontà di più persone con
fine comune, ma queste volontà si fondono in modo da crearne una sola. Quando anche
una solo di queste volontà è viziata, avviene il sabotaggio della complessiva dichiarazione.
Negozi Mortis causa: i cui effetti presuppongono la morte di una persona(testamento).
Negozi patrimoniali: in questo ambito si collocano i negozi di attribuzione patrimoniale
che tendono a uno spostamento dei diritti patrimoniali da un soggetto a un altro.
Negozi a titolo gratuito e oneroso: di alcuni negozi la legge presume la gratuità(deposito) e
di altri l’onerosità(mutuo). In genere l’acquirente a titolo gratuito è protetto meno
intensamente di quello a titolo oneroso.
Elementi del negozio giuridico: gli elementi del negozio giuridico si distinguono in
essenziali(senza i quali il negozio è nullo) e accidentali(che le parti sono libere di apporre o
meno). Gli elementi essenziali si dicono generali se si riferiscono a ogni tipo di contratto,
particolari se si riferiscono a quel particolare tipo considerato( ad esempio elemento
essenziale particolare della vendita è il prezzo).
La dichiarazione: la volontà del soggetto che vuole produrre effetti giuridici deve essere
dichiarata, la dichiarazione può essere espressa(se fatta con qualsiasi mezzo idoneo a
rendere palese il nostro pensiero ad altri) o tacita(consistente in un comportamento che
risulti incompatibile con la volontà contraria). CI si chiede se il silenzio valga come
dichiarazione tacita di volontà, la giurisprudenza dice che non vale il detto “chi tace
acconsente”.
La forma: nel contratto non esiste un regime generale e uniforme, in quanto specifici
vincoli di forma risultano imposti in relazione all’oggetto del contratto. Le 2 forme tipiche
sono quella ad substantiam, definita forma vincolata in quanto se l’atto viene compiuto
diversamente è nullo, e la forma ad probationem. Importante è anche il bollo, in quanto
per molti negozi lo stato prevede la bollatura, tuttavia se essa non viene apposta il
contratto è comunque valido ma le parti incomberanno in una sanzione pecuniaria.
La pubblicità: le vicende giuridiche non interessano solo le parti coinvolte, ma anche i terzi,
quindi la legge impone, in molti casi, l’iscrizione dell’atto in registri tenuti dalla pubblica
amministrazione che chiunque può consultare. Esistono 3 tipi di pubblicità:
1. La pubblicità-Notizia: assolve semplicemente alla funzione di rendere conoscibile un
atto. L’omissione di questa formalità da luogo a una sanzione pecuniaria, ma è
irrilevante per la validità del contratto.
2. La pubblicità dichiarativa: serve a rendere opponibile il negozio ai terzi,. L’omissione
della pubblicità dichiarativa non determina la nullità del contratto ma
l’inopponibiltà ai terzi.
3. La pubblicità costitutiva: senza questo tipo di pubblicità il negozio non solo non è
opponibile ai terzi, ma non produce effetti nemmeno tra le parti.
CAP. X(TEMPO-PRESCRIZIONE-DECADENZA)
Molto spesso le attività giuridiche si devono compiere entro certi periodi di tempo. Quindi c’è la
necessità che delle regole stabiliscano come calcolare i termini:
 Non si conta il giorno iniziale del periodo
 Si computa quello finale
 Il termine che scade in un giorno festivo viene prolungato fino a un giorno non festivo
 Se il termine è a mese o a anno esso scade nel giorno corrispondente a quello del mese
iniziale(se un termine di un mese inizia il 2 ottobre, scadrà il 2 novembre e non l’uno
novembre.)
Il decorso di un periodo di tempo può dar luogo all’acquisto o alla perdita di un diritto
soggettivo (esempio l’istituto dell’usucapione per l’acquisto e gli istituti della prescrizione e
della decadenza per la perdita).
Prescrizione estintiva: Produce l’effetto dell’estinzione di un diritto soggettivo per effetto
dell’inerzia del titolare. Infatti il mancato esercizio del diritto induce le persone a pensare che
esso non esista. La prescrizione è caratterizzata dalla generalità. Le norme in materia di
prescrizione sono inderogabili, e le parti non possono rinunciare preventivamente alla
prescrizione. Diversa è invece la rinuncia successiva al decorso del termine di prescrizione, in
quanto è ormai interesse esclusivo del soggetto che ne risulta avvantaggiato. La rinuncia può
essere espressa o tacita( quando risulta da un fatto incompatibile con la volontà di valersi della
prescrizione, e non se si dice apertamente di volervi rinunciare). La regola è che tutti i diritti
sono soggetti a prescrizione, ad eccezione dei diritti indisponibili(derivanti da status personali)
della proprietà del disconoscimento della paternità. La prescrizione comincia a decorrere dal
giorno in cui il diritto avrebbe dovuto essere esercitato, l’impossibilità di esercitarlo è solo
quella derivante da cause giuridiche e non da problemi personali.
Sospensione della prescrizione determinata o da particolari rapporti tra le parti(ad esempio la
prescrizione rimane sospesa durante il matrimo nio) o dalla condizione del titolare(ad esempio
la prescrizione rimane sospesa per i minori di età).
Interruzione della prescrizione determinata quando il titolare avvia un procedimento volto
all’esercizio del proprio diritto o perché -quando si parla di diritti di credito- il titolare pone in
essere un qualsiasi procedimento stragiudiziale per costituire in mora il debitore, o perchè il
soggetto passivo effettua il riconoscimento dell’altrui diritto. Il principio della sospensione è
che l’inerzia del titolare continua a durare ma è giustificata, mentre nell’interruzione l’inerzia
viene meno.
La prescrizione ordinaria matura in 10 anni, la prescrizione breve in 5 anni. Le prescrizioni
presuntive (diverse dalle estintive) si fondano sulla presunzione che un determinato credito sia
stato pagato, in questo caso la legge semplicemente presume. Contro la prescrizione
presuntiva non è ammesso qualsiasi mezzo di prova ma il creditore dovrà o far ammettere al
debitore che l’obbligazione esiste ancora oppure invitando il debitore a confermare sotto
giuramento ciò che dice.
La decadenza: se alla base della prescrizione sta l’inerzia del titolare, alla base della decadenza
sta il mancato acquisto di un diritto, in quanto se non compio un determinato atto non
acquisto il diritto. Alla decadenza non si applicano né la sospensione né l’interruzione, la
decadenza può quindi essere impedita solo dall’esercizio del diritto mediante il compimento
dell’atto previsto. Essa è caratterizzata dalla specificità, soltanto in alcuni casi è quindi soggetto
a decadenza l’acquisto di un diritto, inoltre la decadenza può essere convenzionale(i soggetti
posso derogare a condizione che l’esercizio del diritto non deve essere particolarmente difficile
e deve trattarsi di diritti disponibili).
CAP. XII (LA PROVA DEI FATTI GIURIDICI)
Tutte le volte in cui di una circostanza le parti forniscono ricostruzioni contrastanti, il giudice è
tenuto a scegliere tra le versioni prospettate.
Le parti quindi sono tenute a fornire i mezzi di prova, che il giudice deve valutare al fine di
dichiararle:
 Ammissibili: ossia conformi alla legge
 Rilevanti: ossia abbiano ad oggetto fatti che possano influenzare la controversia
Dopo aver dichiarato le prove ammissibili e rilevanti il giudice valuterà, in sede di sentenza la loro
concludenza: ossia la loro idoneità o meno a dimostrare i fatti sui quali vertevano. In ogni il caso il
giudice deve motivare le proprie decisioni motivando le ragioni del suo convincimento.
Ma se il giudice ritiene di non avere abbastanza elementi per decidere cosa fa? Applicherà l’onere
della prova, quindi il rischio della mancata prova è addossato alla parte cui grava l’onere della
prova, in linea generale la buona fede è “presunta”, quindi l’onere della prova graverà su chi vuole
contestare la buona fede altrui, questa regola dell’ onere della prova non deve essere applicata a
tutti i giudizi ma solo ai casi in cui mancano elementi sufficienti.
I mezzi di prova: per “mezzo di prova” si intende qualsiasi elemento idoneo a stabilire quale tra
due versioni differenti sia la più convincente. Il giudice può porre a fondamento della propria
decisione anche prove atipiche(cioè non espressamente stabilite dal codice), principio
fondamentale delle prove raccolte in giudizio è quello della loro libera valutazione da parte del
giudice, tuttavia dovrà sempre motivare perché certi mezzi di prova siano stati ritenuti convincenti
e altri no. I mezzi di prova sono di 2 tipi:
 Prove precostituite: esistevano già prima del processo
 Prove costituende: si sono formate nel corso del giudizio
La prova documentale: importanza preminente nell’ambito dei documenti hanno “l’atto
pubblico” e la “scrittura privata”.
Atto pubblico: documento redatto con particolari formalità alla presenza di un notaio o di un
pubblico ufficiale. L’atto pubblico fa piena prova della provenienza del documento e delle
dichiarazioni in esso contenute, tuttavia non fa prova della veridicità del contenuto delle
dichiarazioni, se una parte intende contrastare la piena prova fornita dall’atto pubblico dovrà fare
ricorso a un procedimento che si avvia tramite la querela di falso.
La scrittura privata: qualsiasi documento che risulti sottoscritto da un privato. E’ essenziale la
sottoscrizione autografata di colui che con la firma di assume la paternità del testo. La scrittura
privata non fa piena prova ma può essere utilizzata soltanto contro chi ha sottoscritto il
documento e non anche a suo favore, è essenziale l’autenticazione della firma della scrittura
privata, cosi che essa possa fare piena prova, ma solo della provenienza delle dichiarazioni.
Può rilevare la data della scrittura privata, per evitare truffe quindi la legge stabilisce che la data è:
 Se si tratta di scrittura privata autenticata, la data dell’ autenticazione
 Se si tratta di scrittura privata non autenticata, la data della sua registrazione.
Al pari della scrittura privata sono i telegrammi, le carte e i registri domestici, i libri e le altre
scritture contabili.
La prova testimoniale: la testimonianza è la narrazione fatta al giudice da una persona estranea
alla causa. La prova testimoniale può avere ad oggetto solo fatti obiettivi e non apprezzamento o
valutazioni personali del teste. La prova testimoniale incontra, per evitare gli interessi di teste di
parte, dei limiti legali di ammissibilità, ovvero non è ammissibile quando sia invocata per provare il
perfezionamento di un contratto avente un valore superiore a euro 2,58(anche se non è un divieto
rigido in quanto derogabile dal giudice.
Invece il giudice DEVE ammettere la prova testimoniale quando:
 Quando vi sia un principio di prova scritta(ad es. una ricevuta)
 Quando la parte si sia trovata nell’impossibilità morale o materiale di fornirsi una prova
scritta
 Quando la parte abbia perduto senza sua colpa il documento che le forniva la prova
Forma ad substantiam: Quando la forma scritta è richiesta ad substantiam essa è un elemento
essenziale del contratto, pena la nullità. Così ad esempio se una vendita viene stipulata oralmente
il contratto è invalido. Da ciò deriva che il documento attraverso cui è stata manifestata la volontà
contrattuale è essenziale non solo per la validità dell’atto ma anche per la prova dello stesso.
Unica eccezione è il caso in cui la parte abbia perduto senza sua colpa il documento nel quale l’atto
era stipulato, in tal caso potrà essere ammesso ogni tipo di prova.
Forma ad probationem: in questo caso, l’atto compiuto senza l’osservanza della forma prevista
dalla legge non è nullo, l’unica conseguenza sarà il divieto della prova testimoniale e di quella
presuntiva, divieti che vigono solo per la parte del negozio e non per i terzi.
Le presunzioni: Per presunzione si intende qualsiasi congettura, argomento, deduzione attraverso
cui si giunge a considerare provata un’altra circostanza(sfornita di prova diretta).
Le presunzioni si dicono legali quando è la stessa legge che attribuisce ad un fatto valore di prova
in ordine a un altro fatto, che quindi viene presunto(ad es. la legge presume che chi ha il possesso
di una cosa altrui sia in buona fede). Le presunzioni legali possono a loro volta essere:
 Assolute, non ammettono prova contraria
 Relative, ammettono prova contraria che può essere fornita con qualsiasi mezzo di prova
Le presunzioni si dicono invece semplici quando non sono stabilite dalla legge ma sono lasciate al
prudente apprezzamento del giudice. Alle presunzioni semplici non si può far ricorso quando la
legge esclude la prova per testimoni.
CAP. XIII (diritti reali e proprietà)
Diritti reali: diritti su cosa materiale determinata
Caratterizzati da:
 Immediatezza: si ha direttamente il potere sulla cosa
 Assolutezza:Dovere dei terzi di astenersi
 Inerenza: opponibilità erga omnes
 Tipicità: i privati non possono modificare il contenuto essenziale dei singoli diritti reali
Si distinguono in:
 Proprietà
 Iura in re aliena(diritti reali su cosa altrui)
A loro volta, gli iura in re aliena si distinguono in:
 Diritti reali di godimento: diritto di trarre dal ne le utilità che fornisce (usufrutto, uso,
enfiteusi)
 Diritti reali di garanzia: Attribuiscono il diritto di soddisfarsi con prelazione rispetto agli altri
del ricavato dalla vendita del bene(pegno, ipoteca)

La proprietà
Considerata sacra nello statuto albertino.
La proprietà attribuisce al titolare:
 Potere di godimento: trarre utilità dal bene decidendo se, quando e come farlo
 Potere di disposizione: poter cedere ad altri i diritti sulla cosa
 Pienezza: far tutto ciò che vuole, perfino distruggerla
 Esclusività: vietare le ingerenze dei terzi
Il legislatore non può abolire l’istituto della proprietà ma può delineare dei limiti ai poteri del
proprietario per perseguire la “funzione sociale” costituita dall’esigenza di realizzare uno
sfruttamento economicamente efficiente dei beni e di instaurare rapporti sociali più equi.
Inoltre la proprietà vanta i caratteri di elasticità(capacità di comprimere i poteri del prop. In virtù di
altri diritti reali come l’usufrutto), imprescrittibilità e perpetuità.

Espropriazione e indennizzo
La proprietà privata può essere espropriata per motivi di interesse generale, ciò può essere fatto
solo in presenza di 3 fattori:
 Ci deve essere un interesse generale
 Ci deve essere una previsione legislativa che lo consenta
 Ci deve essere la presenza di un indennizzo che compensi la perdita del proprietario
Inoltre al fine di incentivare la cessione volontaria la legge prevede che il corrispettivo sia maggiore
dell’indennizzo dell’ espropriazione.
Rapporti di vicinato

Le proprietà spesso convivono fianco a fianco e al fine di contemperare i contrapposti interessi dei
proprietari vi sono delle leggi in materia di:
 Atti emulativi: atti che hanno il solo scopro di nuocere ad altri, perché essi possano essere
puniti ci vuole un elemento oggettivo(assenza di utilità per chi la compie) e uno
soggettivo(intenzione di nuocere agli altri)
 Immissioni: Attività che si svolgono sul fondo del vicino possono produrre immissioni( fumi,
rumori, etc…). Occorre distinguere 3 casi:
1. Immissioni al di sotto della soglia di normale tollerabilità: chi
le subisce deve sopportarle
2. Immissioni che superano la normale tollerabilità ma sono
giustificate da esigenze della produzione, chi le subisce non ha
il diritto di farle cessare ma può ottenere un indennizzo per il
danno sofferto
3. Immissioni che superano la normale tollerabilità e
ingiustificate: si può chiedere sia la cessazione di esse, sia un
risarcimento del danno, l’azione volta alle cessazione delle
immissioni va fatta contro chi è il proprietario dell’altro fondo
mentre l’azione risarcitoria contro chi ha materialmente
provocato il danno
 Le distanze legali: le costruzioni devono stare a distanza di 3 metri, tuttavia questa norma è
derogabile e i proprietari possono trovare un accordo fra di loro

Modi di acquisto della proprietà


 A titolo derivativo: importano la successione nello stesso diritto già appartenente a un altro
soggetto(contratto, successione a causa di morte ecc..)
 A titolo originario: determinano la nascita di un diritto nuovo.
Modi i acquisto a titolo originario:
 Occupazione:presa in possesso di cose mobili abbandonate, non sono suscettibili di
occupazione i beni immobili.
 Invenzione:riguarda le cose mobili smarrite, queste devono essere restituite al
proprietario o al sindaco se non si conosce l’identità del proprietario, e diventeranno di
proprietà di chi le ha trovate se il proprietario non reclama la cosa entro un anno
 Accessione: regola che il proprietario del suolo diventa proprietario di tutto ciò che si
trova sopra o sotto il suolo stesso. Se costruisco qualcosa ne mio terreno con materiale
altri divento proprietario della cosa ma dovrò pagar i materiali, se qualcun altro
costruisce sul mio terreno posso decidere se tenere l cosa pagandone il valore a chi l ha
costruita o distruggere la cosa, se qualcun altro costruisce sul mio terreno con materiali
di terzi, saremo obbligati in solido io e il costruttore a pagare il proprietario dei
materiali
 Accessione invertita: chi costruisce, se sconfina, può inventare proprietario della
porzione di suolo occupata se: c’è uno sconfinamento, lo sconfinamento avviene in
buona fede, il proprietario del suolo sconfinato non si oppone entro tre mesi dall’inizio
elle costruzione, se concorrono questi tre fattori, lo sconfinatore potrà tenere la parte
sconfinata pagando però il doppio del valore del terreno sconfinato più un risarcimento
Azioni a difesa della proprietà
Cosiddette azioni petitorie, sono:
 Azione di rivendicazione:serve per accertare la proprietà e contattare il possessore o
detentore illegittimo. Il proprietario dovrà provare di esserlo attraverso un acquisto a titolo
originario, dando prova non solo del suo acquisto m anche di quello dei precedenti titolari
fino ad arrivare a un acquisto a titolo originario. Viene in soccorso l’istituto dell’ accessione
nel possesso in base al quale non bisogna arretrare fino a trovare un acquisto a titolo
originario ma provare che in ogni caso, per il proprietario, sommando eventualmente
anche gli anni di qualche precedente proprietario, si sarebbe perfezionato comunque
l’usucapione.
 Azione di restituzione: il proprietario agisce per vantare un diritto di restituzione nascente
da un rapporto contrattuale, come al termine di una locazione.
 Azione di mero accertamento della proprietà: non serve per recuperare la cosa, ma solo
per accertare di chi sia la proprietà, l’attore deve provare di essere proprietario nello stesso
modo che per l’azione di rivendicazione, a meno che si trovi già in possesso della stessa e
quindi basta anche il solo titolo di acquisto
 Azione negatoria: il fine è quello di ottenere l’ accertamento sull’ inesistenza di diritti
Antartide terzi sulla cosa, se il terzo soccombe dovrà far cessare le molestie e
corrispondere un risarcimento.
 Azione di regolamento di confini: quando vi è l’ incertezza dei confini fra i due fondi, i
proprietari possono portare tutte le prove che vogliono a servizio della loro tesi, tuttavia in
caso di mancanza di elementi sufficienti il giudice deciderà in base alle mappe catastali.
Azione per opposizione di termini: vi è la certezza dei confini, ma serve a far apporre i simboli
di essi.

CAP. XIV (I diritti reali di godimento)


Si è detto che i diritti reali su cosa altrui si distinguono in diritti reali di godimento e diritti reali
di garanzia.
I diritti reali di godimento sono: la garanzia, l’enfiteusi, l’usufrutto, l’uso, l’abitazione e la
servitù prediale.
I diritti di superficie, enfiteusi, abitazione e servitù possono avere ad oggetto solo beni
immobili, mentre gli altri anche beni mobili.
Dubbio: è concesso alle parti di derogare alle norme in materia di diritti reali di godimento?
La giurisprudenza è giunta ad ammettere che il divieto di derogare limita la libertà contrattuale
e quindi si aprono spazi all’autonomia privata.
CAP. XV (La comunione e il condominio)
Lo stesso diritto soggettivo può appartenere a più persone, le quali sono tutte contitolari del
medesimo diritto. Il fenomeno della contitolarità, prende il nome di “Comunione pro indiviso”,
in cui a ciascuno dei contitolari spetta una quota ideale sull’intero bene, e in particolare
quando non è espressamente previsto il contrario, si presume che le quote siano uguali.
Comunione e società: la comunione si distingue dalla società per il fatto che, mentre i
partecipanti alla comunione si limitano ad esercitare in comune il godimento di un bene, i
compartecipi alla società esercitano in comune un’attività economica volta alla produzione e
scambio di beni e servizi.
Una figura che sta in mezzo tra la comunione e la società è la “comunione di bene produttivo”
(un fondo rustico, un’azienda), in questo caso sarà considerata comunione se i compartecipi
non utilizzano il bene, ma lo concedono in godimento a terzi o comunque se non vi faranno
attività d’impresa, diventa società se con detto bene produttivo i comproprietari esercitano
un’attività d’impresa.
Costituzione: Può essere di 3 tipi:
1. Volontaria: Quando scaturisce dall’accordo dei contitolari(ad es. tizio e caio si
accordano per comprare insieme un immobile)
2. Incidentale: quando scaturisce senza un atto dei futuri contitolari(ad es. Tizio e caio
acquistano un immobile in forza di un legato testamento di Sempronio)
3. Forzosa: quando scaturisce da un diritto potestativo di uno dei futuri contitolari( ad
es. comunione forzosa del muro).
Di solito si distingue tra:
 Comunione ordinaria
 Comunione speciale
Poteri: a ciascuno dei contitolari sono assegnati i poteri di:
 Potere di godimento: ciascuno dei contitolari può servirsi della cosa comune a
condizione che non ne alteri la destinazione(ad es. trasformando la villetta in comune
in un albergo) e che non impedisca agli altri contitolari di utilizzarla, rispettati questi
limiti, il potere di godimento fa si che il singolo contitolare può utilizzare la cosa anche
sproporzionatamente rispetto alla sua quota(anche chi possiede una quota piccolissima
può fruire del bene in tutta la sua estensione), questa regola è tuttavia derogabile e le
parti potrebbero scegliere di dividere il godimento nello spazio e nel tempo( i 2
proprietari di una villetta possono accordarsi per vivere uno al piano terra e uno al
primo piano, o uno la utilizza nei giorni pari e uno nei giorni dispari).
 Potere di disposizione: ciascuno dei contitolari ha il diritto di percepire i frutti della cosa
in proporzione alla propria quota, pur dovendo partecipare in analoga proporzione alle
sue spese.
Amministrazione della cosa comune: ciascuno dei comproprietari ha diritto di concorrere
all’amministrazione della cosa, tuttavia in certi casi non è richiesto il consenso di tutti perché nelle
comunioni molto numerose sarebbe difficile mettere tutti d’accordo, quindi si segue il seguente
schema:
 Per gli atti di ORDINARIA AMMINISTRAZIONE: è sufficiente il consenso dei proprietari le cui
quote rappresentino almeno più della metà del valore complessivo
 Per gli atti di STRAORDINARIA AMMINISTRAZIONE: serve il consenso dei comproprietari le
cui quote siano parli almeno ai due terzi del valore complessivo
 Per le INNOVAZIONI: serve il consenso dei proprietari le cui quote siano almeno i due terzi
del valore complessivo.
Se queste condizioni non vengono rispettate ciascuno dei proprietari può ricorrere all’autorità
perché emetta provvedimenti opportuni. Le spese deliberate con le maggioranze indicate
gravano su ciascuno dei comproprietari. Inoltre se si vuole evitare di fare ogni volta questo
procedimento, con il consenso della maggioranza si può formare un regolamento per
l’ordinaria amministrazione o delegare un amministratore della cosa.
Scioglimento della comunione: l’ordinamento tende a incentivare lo scioglimento, tant’è che:
 Da un lato attribuisce a ciascuno dei comproprietari il potere di scioglimento della
comunione anche contro la volontà della maggioranza
 DA altro lato, vieta che le parti possano vincolarsi a rimanere in comunione per un
periodo superiore a 10 anni
Lo scioglimento non è consentito solo se la comunione ha oggetto beni che se divisi
cesserebbero di servire all’uso cui sono destinati.
IL condominio: si ha quando nello stesso edificio ci sono più unità immobiliari di proprietà
esclusiva dei singoli e parti comuni connesse al complesso delle prime(parti destinate all’uso
comune come le scale, aree destinate al parcheggio, le opere destinate alluso comune come gli
ascensori). Salvo che sia diversamente disposto le parti comuni appartengono in comunione a tutti
i proprietari delle singole case in proporzione al valore di ciascune delle dette unità immobiliari.
Il singolo condomino:
 Può far uso delle parti comuni purchè non compia attività che incidano negativamente sulla
loro destinazione
 Può, nei limiti del potere di disposizione, apportare alla parti comuni modifiche
 Deve contribuire, in proporzione alla propria quota alle spese necessarie per il
mantenimento delle parti comuni
In ipotesi di ritardo del pagamento protratto per almeno sei mesi, al condomino può essere
sospesa la fruizione dei servizi comuni, ed egli:
 Non può rinunciare alla fruizione dei servizi comuni
 Non può disporre(ad esempio alienandole) delle parti comuni nella loro totalità e neppure
 Non può, nella sua casa, eseguire opere che arrechino danni alle cose comuni
Assemblea e amministrazione del condominio: organi del condominio sono l’assemblea e
obbligatoriamente quando i condomini sono più di otto, l’amministratore. All’assemblea hanno
diritto di intervenire tutti i condomini, di competenza dell’assemblea sono l’adozione del
regolamento comdominiale, la nomina dell’amministratore, l’approvazione del preventivo
delle spese, l’approvazione del rendiconto annuale, la decisione sulle opere di manutenzione.
L’assemblea viene convocata dall’amministratore con avviso contenente ora e luogo ì oltre
all’ordine del giorno, se l’assemblea non può deliberare per mancato raggiungimento del
quorum essa può essere nuovamente convocata entro 10 giorni, le deliberazioni assembleari
sono assunte con la maggioranza ed almeno la metà del valore dell’edificio. Nelle materie di
gestione dei servizi (condizionamento, riscaldamento) il diritto al voto all’assemblea compete,
non al proprietario dell’appartamento, ma al conduttore(chi vi abita realmente). Delle
deliberazioni dell’assemblea si deve redigere un registro e le deliberazioni saranno vincolanti
per tutti i partecipanti, tuttavia i condomini assenti all’assemblea possono impugnarla davanti
all’autorità giudiziaria.(ricorso che, a pena di decadenza, deve essere proposto entro 30 giorni).
All’amministratore compete di eseguire le deliberazioni dell’assemblea, convocarla
annualmente, curare l’ osservanza del regolamento, disciplinare l’uso delle cose comuni,
riscuotere i contributi ed erogare le spese occorrenti per la manutenzione, tenere i registri
delle anagrafie condominiali, dei verbali delle assemblee della nomina e revoca
dell’amministratore, e della contabilità. L’incarico di amministratore può essere conferito non
solo a una persona fisica, ma anche a una società di persone o capitali, i provvedimenti presi
dall’amministratore nell’ambito dei suo poteri sono obbligatori per i condomini, inoltre
l’amministratore ha la rappresentanza del condominio e può agire o resistere in giudizio sia
contro i condomini che contro i terzi.
Il regolamento condominiale: per le infrazioni al regolamento( deliberato dall’assemblea)
sono previste sanzioni fino a 200 euro e fino a 800 euro in caso di recidiva. Al regolamento
deve essere allegata la tabella millesimale, la quale indica il rapporto fra la singola proprietà e
l’intero edificio. Per la modifica delle tabelle millesimali è sufficiente la maggioranza quando
risulta che i valori sono conseguenza di un errore e quando muta un edificio, negli altri casi è
invece richiesto il consenso unanime di tutti i condomini.
Il super condominio: Si ha quando più edifici, costituiti indistinti condomini, siano legati tra
loro dall’esistenza di alcune cose comuni. Al super condominio sono applicabili:
 Le norme dettate in materia di condominio per quanto riguarda le parti e i servizi
necessari,
 Le norme dettate in materia di comunione per quanto riguarda le altre strutture che
siano invece dotate di una propria autonoma utilità.
La multiproprietà: indica un operazione economica volta ad assicurare al multiproprietario un
potere di godimento su un’unità immobiliare ma solo per un determinato periodo ogni anno.
A ciascun proprietario viene venduta in comproprietà e gli viene fatto accertare un regolamento
della comunione.
CAP. XVI (Il possesso)
Un conto è avere il diritto di godere e disporre di un bene, un altro conto è il fatto di
materialmente godere e disporre della cosa. Il codice quindi attribuisce rilevanza giuridica a
situazioni di fatto che si estrinsecano attraverso un’attività corrispondente all’esercizio di diritti
reali, a prescindere che a essa corrisponda o meno la relativa situazione di diritto. Quindi il factum
possessionis assicura al possessore determinati vantaggi. L’ordinamento tutela il possessore sia
perché molto spesso il possessore è proprio il proprietario che quindi può agire in modo rapido ed
efficace per conservare i suoi interessi e sia perché in questo modo si conserva la pace tra i
consociati. A questo punto si può comprendere la differenza tra ius possessioni e ius possidendi:
1. Il primo costituisce l’insieme dei vantaggi che il possesso genera a favore del possessore
2. Il secondo designa la situazione di chi ha effettivamente diritto a possedere il bene( così ad
esempio il ladro ha lo ius possessioni ma non lo ius possidendi che spetta al proprietario).
Distinte situazioni possessorie:
 Possesso pieno: consistente nel concorso di un elemento oggettivo(il soggetto ha la
disponibilità di fatto della cosa) e un altro soggettivo(consistente nella volontà del
soggetto di comportarsi come proprietario)
 Detenzione: anche questa caratterizzata da 2 elementi, uno oggettivo(consistente
nell’avere da parte del soggetto la disponibilità di fatto della cosa) e uno soggettivo(che
consiste nella volontà del soggetto di godere e disporre del bene ma nel rispetto dei
diritti che riconosce spettare ad altri)
 Possesso mediato: che è caratterizzato dal solo elemento soggettivo mentre la
disponibilità materiale del bene compete al detentore.
 Compossesso: il possesso può essere esercitato congiuntamente da più soggetti, si
parla allora di compossesso che si materializza in un’attività corrispondente all’esercizio
di diritti reali in comunione.
Possesso e detenzione: Abbiamo detto che possesso e detenzione sono caratterizzati dallo stesso
elemento oggettivo, cioè la materiale disponibilità del bene. Variano però in base all’elemento
soggettivo. (quindi il ladro della mia auto sarà possessore mentre l’amico a cui l’ho prestata sarà
detentore). Infine ciò che rileva ai fini della distinzione fra possesso e detenzione non lo stato
psicologico che il soggetto nutre nel proprio interno, ma è lo stato psicologico che egli manifesta
all’esterno. Nel dubbio l’esercizio di un potere di fatto si presume sia possesso, spetterà a chi
sostiene il contrario l’onere di provare appunto il contrario. Il mutamento della detenzione in
possesso rileva solo se il soggetto che modifica il suo stato psicologico lo manifesta all’esterno:
1. In forza di opposizione del detentore verso il possessore, in forza cioè di un atto con cui il
detentore manifesti di voler continuare a tenere la cosa non più come detentore ma come
possessore.
2. In forza di causa proveniente da un terzo, in forza cioè di un atto con il quale l’attuale
possessore attribuisca al detentore il diritto corrispondente la propria posizione
possessoria.
IL possesso si distingue a sua volta in:
 Legittimo: quando il potere di godere e disporre del bene è esercitato dall’effettivo titolare
del diritto di proprietà
 Illegittimo: quando il potere di godere e disporre del bene appartiene a una persona
diversa dal legittimo proprietario, il possesso illegittimo può essere in buona fede( quando
il possessore ignora di ledere altrui diritto) e in malafede.
La buona fede, in materia di possesso si presume, perciò spetta a chi vuole contrastarla l’onere
di provare il contrario.
La detenzione si distingue a sua volta in:
 Detenzione qualificata: quando il detentore ha ottenuto la materiale disponibilità del
bene nell’interesso proprio o del possessore
 Detenzione non qualificata: quando il detentore acquista la materiale disponibilità del
bene per motivi di ospitalità(l’amico che accoglie l’altro amico a casa propria) di lavoro
o di servizio.
L’acquisto e la perdita del possesso: L’acquisto del possesso può avvenire:
 In modo originario: con l’apprensione della cosa senza o contro la volontà di un precedente
possessore(ad esempio occupo una casa abbandonata).
 In modo derivativo: con la consegna del bene da parte del precedente possessore.
Poiché il possesso è una situazione di fatto la giurisprudenza ritiene inammissibile un contratto
avente ad oggetto solo il trasferimento del possesso(ad esempio non posso vendere il possesso di
casa mia a Alfio riservandomi la proprietà della stessa).
La perdita del possesso invece si verifica quando viene meno uno o entrambi gli elementi del
possesso, cioè del corpus e/o dell’animus possidendi. Per la perdita del corpus non è sufficiente
una semplice dimenticanza(ad es. dimentico l’ombrello a casa di Alfio) occorre invece la sua
definitiva irreperibilità.
Successione del possesso: il possesso alla morte del possessore continua in capo al suo
successore, con le stesse caratteristiche che aveva rispetto al defunto.
Accessione possesso: applicabile solo a chi acquista un possesso in forza di un titolo.
L’acquirente acquista un possesso nuovo.
Effetti del possesso: Il possesso è principalmente un titolo per l’acquisto dei frutti del bene
posseduto, un possibile presupposto per l’acquisto della proprietà del bene posseduto, un
oggetto di tutela contro le altrui aggressioni.
L’acquisto dei frutti: il possessore illegittimo è tenuto a restituire al proprietario non solo il
bene ma anche i suoi frutti, ad eccezione del caso di possesso di buona fede infatti in questo
caso il possessore illegittimo ha diritto di tenere per se i frutti, restituendo però la cosa.
Spese: occorre distinguere tra:
1. Spese ordinarie: di cui il possessore ha diritto al rimborso limitatamente al tempo per il
quale è tenuto alla restituzione dei frutti
2. Spese straordinarie: di cui il possessore ha sempre diritto al rimborso
3. Spese per miglioramenti: di cui il possessore ha sempre il diritto al rimborso a
condizione che questi miglioramenti sussistano al tempo della restituzione.
La regola “possesso vale titolo” : se acquisto un bene da chi non ne è proprietario non ne divento
proprietario, per il semplice motivo che chi mi ha venduto il bene non era legittimato a farlo.
Questa regola se fosse applicata in tutto il suo rigore sarebbe un grave ostacolo alla circolazione
della ricchezza, questo problema viene quindi risolto per i beni immobili mediante l’iscrizione nei
pubblici registri e per i beni mobili mediante la regola possesso vale titolo, che consiste nel fatto
che chi acquista un bene a non domino(cioè da chi non ne è il proprietario) diventa comunque
proprietario se ci sono i seguenti presupposti:
 Che l’acquirente ne abbia acquistato il possesso
 Che l’acquirente possa vantare un titolo idoneo al trasferimento della proprietà( cioè un
contratto che non presenti altri vizi oltre a quello di essere venduto a non domino)
 Che l’acquisto riguardi beni mobili
 Che l’acquirente sia in buona fede
Tramite la regola possesso vale titolo, si acquista il bene a titolo ORIGINARIO.
Cosa succede se qualcuno vende lo stesso bene mobile a più acquirenti?
La legge stabilisce che se qualcuno con successivi contratti aliena a più persone un bene mobile,
tra esse quella che per prima ne acquista in buona fede il possesso è preferita alle altre anche se il
suo titolo è di data posteriore.
L’usucapione: il possesso protratto per un certo lasso di tempo fa acquistare al possessore la
titolarità del diritto reale(proprietà). La ratio dell’usucapione sta nel fatto che la legge vuole
favorire chi, nel tempo, utilizza rende produttivo il bene a scapito del proprietario che lo trascura.
Le differenze fra l’usucapione e l’estinzione sono:
1. In entrambi gli istituti hanno importanza il tempo e l’inerzia del titolare, tuttavia se
nell’estinzione si estingue un diritto nell’usucapione ne nasce uno nuovo
2. L’estinzione si riferisce a tutti i diritti mentre l’usucapione solo alla proprietà.
L’usucapione può avere ad oggetto tutti i beni(immobili, mobili registrati e non, università di beni
mobili) tranne i beni demaniali.
Perché si verifichi l’usucapione ci devono essere 3 presupposti:
1. Il possesso: sia di buona fede che di mala fede ci deve essere il possesso del bene(non
rilevano né la detenzione né il possesso legittimo)
2. La continuità del possesso per un certo lasso di tempo(il possessore ha l’onere di
dimostrare di averlo fatto) L
3. La non interruzione del possesso che si ha quando non intervengono né cause di
interruzione naturali che si verificano quando il soggetto perde il possesso del bene, né
cause di interruzione civili( che si verificano quando viene posta una domanda giudiziale
contro il possessore per privarlo del bene o quando il possessore riconosce il diritto del
titolare).
4. Il decorso di un certo lasso di tempo, solitamente 20 anni.
Vi sono dei casi in cui la legge prevede termini di usucapione più brevi:
 Di 10 anni per i beni immobili e di 3 anni per i beni mobili registrati quando il possessore
può vantare un titolo idoneo a trasferire la proprietà, l’acquirente abbia acquisito il
possesso del bene in buona fede e che sia stata effettuata la trascrizione del titolo
 Di 10 anni per le universalità di beni mobili quando il possessore abbia un titolo idoneo
all’acquisto del diritto e sia in buona fede
 Di 10 anni per i beni mobili non registrati quando vi sia la buona fede del possessore
 Di 15 anni per i fondi rustici se vi sono i presupposti del titolo idoneo, della buona fede e
della trascrizione del titolo.

Azioni possessorie: Le azioni a tutela del possesso sono concesse a prescindere che il possessore
sia legittimo o illegittimo. La azioni possessorie sono diverse dalle azioni petitorie, le prime sono a
tutela del possesso mentre le seconde a tutela della proprietà e possono essere eseguite solo dal
titolare del diritto di proprietà a prescindere che ne abbia o no anche il possesso.
L’azione di reintegrazione( o spoglio): risponde all’esigenza di garantire a chi possiede un bene
una tutela giudiziaria, e serve a reintegrare il possesso perduto.
Per spoglio si intende qualsiasi azione che finisca con la duratura privazione del possesso, esso può
essere violento o clandestino quando è fatto contro la volontà del possessore. La legittimazione a
effettuare questa azione spetta a qualsiasi possessore, legittimo, illegittimo, di buona fede o di
mala fede, anche il detentore, ad esclusione di quello non qualificato può fare l’azione di
reintegrazione. La proposizione dell’azione è soggetta a un termine di decadenza di un anno.
L’azione di manutenzione: Essa è volta:
 Reintegrare nel possesso del bene chi è stato vittima di uno spoglio non violento né
clandestino
 Far cessare le molestie, intese come qualunque attività che arrechi disturbo al possessore.
La giurisprudenza ritiene che l’azione di manutenzione si possa fare solo quando il soggetto che
produce le molestie sia consapevole di arrecare danno al possesso altrui. A procedere con l'azione
di manutenzione è legittimato solo il possessore di un immobile, di un universalità di beni mobili o
di un diritto reale su un immobile(e non anche il detentore o gli altri tipi di possessori come accade
nell’azione di rivendicazione). Anche l’azione di manutenzione è soggetta a decadenza con termine
di un anno.
Le azioni di nuova opera e di danno temuto: possono essere esercitate sia a tutela del possesso
che a tutela della proprietà. La loro finalità è solo cautelare in quanto mirano a prevenire un danno
o pregiudizio.

CAP. XXII(La responsabilità patrimoniale del debitore)


Se il debitore non adempie sappiamo che il creditore può far espropriare i suoi beni, in alcuni
casi anche tramite l’esecuzione forzata. Tutti i beni del debitore posso essere espropriati
secondo il principio per cui il debitore risponde con tutti i beni presenti e futuri. Si dice quindi
che tutto il patrimonio del debitore è una garanzia. Se vi sono più creditori hanno ugual diritto
di soddisfarsi su ricavato della vendita dei beni espropriati al debitore, tutta vita ad alcuni
creditori è assicurato un vantaggio(diritto di prelazione), e questi sono i creditori privilegiati,
ipotecari e costituenti pegno, tuttavia se il bene oggetto di privilegio pegno o ipoteca perisce, i
creditori perdono il diritto di prelazione.
Crisi da sovraindebitamento: la legge conferisce a una particolare categoria(imprenditori) le
procedure concorsuali, il presupposto è quello del grave indebitamento. In questo caso il
debitore può proporre 2 alternative:
 Accordo di composizione della crisi: deve fare istanza presso il tribunale una proposta
di ristrutturazione dei suoi debiti, cioè chiede che vengano ridotti o dilazionati, il
debitore può prevedere nel patto di affidare il suo patrimonio a un amministratore o di
garantire anche con i beni futuri.
 Liquidazione del patrimonio: se la domanda soddisfa i requisiti di legge, il giudice nomina un
liquidatore che si occupa di porre in liquidazione tutti i beni del debitore, e infine distribuisce il
ricavato ai creditori, e il giudice dichiara definitivamente inesigibili le parti di debito rimaste
scoperte.
CAP. XXIII (Le cause legittime di prelazione)
Privilegio: è la preferenza che la legge riconosce a determinati soggetti in considerazione della
causa per cui sono sorti, esso nasce non da un accordo tra le parti né da particolari forme di
pubblicità, semplicemente il credito nasce privilegiato, perché è così che vuole il legislatore. Le
norme che prevedono privilegi possono essere oggetto di interpretazione estensiva ma non di
estensione analogica. Inoltre se vi sono più crediti privilegiati, l’ordine di preferenza non è
quello temporale ma è stabilito dalla legge. Il privilegio può essere:
 Generale: su tutti i beni mobili del debitore, non attribuisce il diritto di sequela (ovvero
il diritto per cui il creditore privilegiato, rimane tale a prescindere dalla vendita del bene
a terzi o qualsiasi altro spostamento del bene)
 Speciale: su determinati beni mobili o immobili, questo è un diritto reale di garanzia
Pegno e ipoteca: oltre che i privilegi anche il pegno e l’ipoteca sono cause legittime di
prelazione, questi due istituti sono entrambi diritti reali e entrambi attribuiscono al titolare il
diritto di sequela, appartenenti ai diritti reali su cosa altrui, pegno e ipoteca fanno parte anche
dell’ulteriore sottocategoria dei diritti reali di garanzia. A differenza del privilegio, pegno e ipoteca
non hanno mai carattere generale, ma gravano sempre su beni determinati, un'altra differenza sta
nella nascita, il privilegio come abbiamo detto nasce insieme al credito e lo stabilisce la legge,
pegno e ipoteca invece richiedono un proprio titolo costitutivo, solitamente rappresentato dalla
volontà privata. Pegno e ipoteca sono funzionali ad assicurare al creditore il soddisfacimento del
credito stesso, essi quindi attribuiscono al creditore:
 Lo ius distrahendi: ossia la facoltà di far espropriare la cosa, se il debitore non adempie
 Il diritto di prelazione: ossia il diritto di soddisfarsi del ricavato della vendita forzata del
bene prima rispetto agli altri creditori
 Il diritto di sequela: principio per cui il pegno e l’ipoteca seguono il bene.
Differenze: la differenza tra pregno e ipoteca sta nell’oggetto, il pegno ha ad oggetto beni mobili
non registrati, universalità di mobili o crediti, mentre l’ipoteca ha ad oggetto la proprietà di beni
immobili, beni mobili registrati e rendite dello stato.
Il patto commissorio: l’art. 2744 codice civile sancisce la nullità del patto commissorio con cui le
parti convengano in favore del creditore il trasferimento automatico della proprietà del bene
ipotecato o dato in pegno, il patto commissorio è quindi vietato perché si vuole tutelare la libertà
contrattuale del debitore che a causa della situazione sfavorevole in cui si trova potrebbe
accettare una convenzione scorretta, ad esempio consentendo a far oggetto del patto
commissorio un bene il cui valore è superiore a quello del credito garantito.
Il patto marciano: al contrario del patto commissorio il patto marciano è valido, esso consiste si
nel trasferimento del bene al creditore insoddisfatto, ma ad un valore stimato da un terzo in modo
che il creditore debba versare al debitore l’eventuale differenza.
Il pegno: è un diritto reale che il creditore acquista mediante un accordo col proprietario, a
garanzia del proprio credito. Oggetto di pegno possono essere solo cose determinate, quindi non
cose di genere né cose future. La giurisprudenza riconosce anche il pegno rotativo, che si ha
quando il bene oggetto di pegno può cambiare. Il pegno può essere costituito a garanzia di
qualsiasi credito, anche condizionale o futuro. Il pegno si costituisce mediante un accordo
contrattuale tra creditore e debitore, il negozio di pegno potrebbe anche essere solo verbale, ma
in ogni caso il pegno si perfezione con la materiale consegna del bene al creditore. Inoltre come
abbiamo detto il pegno garantisce al titolare il diritto di prelazione, quindi è indispensabile che
esso sia reso opponibile ai terzi, per farlo è necessario che:
 La volontà di costituire il pegno risulti da atto scritto
 La relativa scrittura abbia data certa
 Nella scrittura risultino sia il credito garantito, sia il suo ammontare e sia l’oggetto
costituito in pegno.
Quindi per la costituzione del pegno è necessario lo spossessamento del debitore, e la consegna al
creditore(anche se la custodia del bene può essere mantenuta da entrambe le parti). Solo se ci
sono queste condizioni quindi il creditore acquista il diritto di prelazione.
Effetti:
1. Il creditore ha il diritto di trattenere la cosa e il dovere di custodirla
2. Il creditore non può usare o disporre della cosa, inoltre il creditore può fare suoi i frutti
della cosa, ma deve restituirla appena il debito è stato interamente pagato
3. Il creditore può che il bene sia venduto, previa intimazione al debitore
Inoltre il creditore pignoratizio può far valere il suo diritto anche se il bene è stato venduto a terzi.
E infine egli può soddisfarsi con il ricavato della vendita della cosa con prelazione rispetto agli altri
creditori.
Pegno mobiliare non possessorio: Può essere costituito da imprenditori iscritti al registro delle
imprese, nasce appunto per fornire alle imprese un meccanismo di garanzia più duttile. Esso è
accessibile solo a imprenditori e riferito a crediti riguardanti solo l’esercizio dell’impresa, oggetto
del pegno mobiliare non possessorio possono essere solo:
1. Beni mobili non registrati(ad esempio un macchinario)
2. Crediti derivanti dall’esercizio dell’impresa
Il contratto scritto, deve, pena la nullità, risultare da atto scritto, per renderlo opponibile ai terzi
occorre l’iscrizione dell’atto nel registro dei pegni non possessori e i conflitti fra creditori
pignoratizi sono regolati in base al criterio dell’anteriorità dell’iscrizione. L’iscrizione ha una durata
di 10 anni. Il debitore può disporre del bene gravato di pegno.
Pegno irregolare: a volte a garanzia di un credito si danno beni fungibili(denaro, titoli..).
Il creditore in questo caso può disporne, ad esempio spendendo i soldi, se il debitore adempie,
dovrà tornargli i soldi, se il debitore non adempie dovrà tornargli la differenza tra quello che ha
speso e il credito originario. Questo è il pegno irregolare che in realtà di pegno in senso tecnico
non ha nulla.
L’ipoteca: è un diritto reale di garanzia che attribuisce al creditore il diritto di espropriare il bene
sul quale grava l’ipoteca e di essere soddisfatto con preferenza con il ricavato dell’espropriazione e
anche il diritto di sequela, inoltre l’ipoteca ha in comune con il pegno i caratteri:
 Dell’accessorietà: in quanto esiste in funzione del credito da garantire
 Della specialità: in quando grava su beni determinati
 Dell’indivisibilità: in quanto grava su ogni parte del bene ipotecato.
Proprio per la gravità del vincolo che ne discende, fattore indispensabile per la costituzione
dell’ipoteca e la sua pubblicità, non esistono ipoteche occulte, chiunque deve sapere se un bene è
ipotecato, per capire se gli conviene o meno acquistarlo. La pubblicità dell’ipoteca ha carattere
costitutivo, il diritto d’ipoteca si costituisce dunque mediante iscrizione negli appositi registri
immobiliari.
Oggetto dell’ipoteca: beni immobili, mobili registrati e rendite dello stato. L’ipoteca immobiliare
può avere ad oggetto solo beni in commercio, quindi ad esempio non si può fare sui beni
demaniali.
L’ipoteca può essere:
 Legale: la legge stessa attribuisce a determinati creditori, l’iscrizione ipotecaria a cura
dell’Agenzia delle entrate. L ‘ipoteca legale spetta all’alienante ,ai coeredi, ai soci, inoltre
l’ipoteca legale è iscritta d’ufficio, e inoltre essa prevale sulle trascrizioni o iscrizioni già
eseguite contro l’acquirente.
 Giudiziale: solitamente il creditore non può decidere unilateralmente di costituire
un’ipoteca, tuttavia il legislatore glielo concede quando abbia ottenuto una sentenza che
condanni il debitore a pagargli una somma di denaro, in questo caso basta che il creditore
si rechi all’ufficio dell’agenzia delle entrate e presenti una copia autentica della sentenza
per poter costituire ipoteca in un qualsiasi bene del debitore, anche senza la sua
approvazione. Se il valore dei beni ipotecati supera almeno di un terzo il valore del debito
originario è concessa al debitore la cosiddetta riduzione dell’ipoteca, che porta al
restringimento dell’ipoteca a una parte soltanto di quei beni.
 Volontaria: si iscrive in forza di un contratto, la forma deve essere quella ad substantiam e
la sottoscrizione deve essere autenticata. Nell’atto ci devono essere indicazioni idonee a
individuare il bene su cui costituire l’ipoteca, l’ipoteca volontaria può nascere anche da un
contratto unilaterale che fa il debitore, in questo caso egli attribuisce al creditore il diritto
di iscrivere l’ipoteca, che sorgerà solo se lui la iscrive. Inoltre vi è l’ipoteca su cosa altrui in
cui chi l’ha concessa è tenuto a procurare al creditore l’acquisto del diritto di ipoteca.
La pubblicità ipotecaria: l’ordine di preferenza tra le varie ipoteche è determinato dalla data
dell’iscrizione delle stesse e non dalla priorità del titolo. Ogni iscrizione riceve quindi un numero
che determina il grado dell’ipoteca, non è vietato lo scambio del grado ipotecario.
L’iscrizione: Atto con il quale l’ipoteca prende vita, si esegue presso l’ufficio dell’agenzia delle
entrate
L’annotazione: Serve a rendere pubblico il trasferimento dell’ipoteca in favore di un'altra persona
La rinnovazione: L’iscrizione dell’ipoteca conserva il suo effetto per 20 anni, la rinnovazione serve
a evitare che si verifiche l’estinzione dell’iscrizione, tuttavia anche se il creditore non rinnova può
comunque far espropriare il bene ipotecato ma perde il diritto di prelazione.
La cancellazione: essa estingue l’ipoteca, di solito visi ricorre quando il credito è estinto. Si può
procedere alla cancellazione quando è consentita del creditore o quando è ordinata dal giudice.
Esecuzione: fra privilegio e ipoteca prevale il privilegio, inoltre se lo stesso creditore ha ipoteca su
più beni, sarà egli stesso a decidere quali espropriare.
Il terzo acquirente del bene ipotecato: come visto, l’ipoteca segue il bene, il terzo acquirente
quindi è esposto all’espropriazione del bene, tuttavia può evitarlo se paga i crediti a garanzia dei
quali è iscritta l’ipoteca o se libera l’immobile dall’ipoteca offrendo ai creditori il prezzo stipulato
per l’acquisto. In ogni caso il terzo acquirente ha il diritto di regresso, ovvero il diritto ad essere
rimborsato dal debitore originario.
Estinzione dell’ipoteca: a differenza dell’estinzione degli effetti dell’iscrizione ipotecaria,
nell’estinzione ipotecaria non solo vengono mano gli effetti dell’iscrizione ma anche dell’ipoteca
stessa, la cause dell’estinzione possono essere il venir meno dell’obbligazione, la rinunzia
all’ipoteca da parte del creditore, il perimento(distruzione) del bene.

CAP. LXXXI(La trascrizione)


La trascrizione è uno strumento per la risoluzione di conflitti fra più soggetti, che acquistano un
bene. Il diritto reale acquistato su un bene immobile diventa opponibile ai terzi solo per effetto
della trascrizione.
Siccome la circolazione dei beni deve essere favorita, l’ordinamento soccorre con apposite regole
che si ispirano a 2 criteri: in alcuni è decisiva l’apprensione materiale della res oggetto di vendita in
altri l’attuazione di un sistema di pubblicità dell’atto.
Per i beni mobili si segue il primo principio ossia a favore di quello tra gli acquirenti che abbia
acquistato la cosa in buon fede.
Per i beni immobili e mobili registrati il conflitto tra più acquirenti dello stesso bene viene risolto in base
all’anteriorità della formalità pubblicitaria, colui che per primo ha fatto trascrivere negli appositi registri
l’acquisto è preferito rispetto agli altri, occorre sottolineare che non è la data dell’acquisto quella che conta,
ma la data della trascrizione, tuttavia l’acquirente danneggiato può agire contro il venditore che in mala
fede ha venduto a più persone per chiedere un risarcimento dei danni. La trascrizione svolge la funzione di
pubblicità dichiarativa, dalla quale dipende l’opponibilità ai terzi dell’acquisto compiuto.
L’art. 2652 cc, disciplina la pubblicità sanante, principio che consente di salvare l’acquisto in buona
fede del terzo trascritto, nonostante la nullità del titolo del suo venditore, i casi principali sono i
seguenti:
 Nullità o annullamento per incapacità legale
 Annullabilità per cause diverse dall’incapacità legale
 Acquisti dall’erede o legatario apparente
 Riduzione delle donazioni e delle disposizioni testamentarie lesive della legittima.
La trascrizione, come strumento di pubblicità ha una duplice efficacia:
1. Efficacia negativa: Gli atti non trascritti si presumono ignoti ai terzi e quindi l’atto non
trascritto non spiega la sua efficacia verso i terzi
2. Efficacia positiva: gli atti trascritti si presumono conosciuti e quindi sono opponibili ai terzi.
La nozione di “terzo” nella trascrizione: In linea generale i terzi sono coloro estranei al contratto,
coloro che non sono le parti del contratto. Nella trascrizione il concetto di terzi è però più ristretto:
sono terzi coloro che hanno a loro volta acquistato diritti sull’immobile oggetto di quegli atti,
determinando una situazione di conflitto fra diritti incompatibili.
Consultando i registri immobiliari noi possiamo conoscere quali trascrizioni risultino effettuate a
carico o a favore di chi, se voglio sapere quali vicende abbiano interessato un fondo devo
ricostruire gli atti che lo hanno riguardato.
Continuità delle trascrizioni: Oggetto della trascrizione sono gli atti che comportino costituzione
modificazione o estinzione di diritti reali su beni immobili.
Un principio rilevante è quello della continuità della trascrizione, secondo cui l’opponibilità erga
omnes di un determinato atto è subordinata alla continuità delle trascrizioni degli atti a monte. Le
successive trascrizioni non producono effetti se non sono stati trascritti gli atti anteriori.

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