Il neoclassicismo in arte si sviluppa intorno alla metà del XVIII secolo e si conclude con la fine dell’impero
napoleonico nel 1815. Questo movimento artistico riflette la mentalità illuminista e rifiuta gli eccessi del Barocco,
visto come un movimento eccessivamente fantasioso e complicato. Il neoclassicismo in arte nacque come desiderio
di un'arte più semplice e pura ma comunque grandiosa, come quella che si esercitava in età classica. In particolare la
nascita del neoclassicismo artistico è ricollegabile alla scoperta delle città di Pompei ed Ercolano, entrambe distrutte
e rese in ceneri a causa dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Nel 1738 riemersero i primi resti e notarono che
entrambe le città avevano mantenuto intatte almeno in parte il loro ricco repertorio di marmi, bronzi e pitture, che
furono immediatamente riprodotte e copiate dagli artisti dell’epoca. La più grande città però che attraeva
l’attenzione degli artisti per la grande presenza di richiami all’antichità era Roma, grazie ai maestosi complessi
monumentali insieme alla presenza di committenti aperti alle novità. In questo periodo di rinascita verso l’antichità
l’artista più importante fu Winckelmann con il suo concetto secondo il quale l’arte era l’espressione del bello ideale,
raggiungibile non imitando la natura, ma prendendo i suoi elementi più belli e fondendoli insieme. A questo
proposito riteneva infatti che solo i greci fossero stati in grado di rappresentare al meglio l’arte sotto questo punto di
vista e perciò invitava gli altri a seguire il loro stile e a rifiutare quello contemporaneo.
La morte di Marat
Il quadro di David rappresenta il momento subito successivo l’omicidio di uno dei capi della rivoluzione Marat, per
mano dell’aristocratica Charlotte Corday. L’artista decise di non rappresentare un fatto del passato, bensì uno
scottante avvenimento contemporaneo. Il corpo è ormai abbandonato nella tinozza nella quale era solito
immergersi, avvolto in un lenzuolo, per cercare sollievo da una malattia cutanea che lo opprimeva. Nella mano
destra ormai esanime, regge una penna, mentre su una cassa di fianco si scorge un calamaio e un assegno
probabilmente destinato ad una vedova con cinque figli a causa della morte del marito per la patria, mentre nella
mano sinistra tiene un bigliettino con la richiesta da parte dell’assassina di essere ricevuta, presentatasi
probabilmente già con un coltello, che vediamo in fondo al dipinto (richiamo a Caravaggio per lo sfondo scuro).
Napoleone valica il gran San Bernardo
Il dipinto è una sorta di monumento pittorico dedicato al generale corso, mentre sprona i suoi soldati, con il braccio
teso, a continuare la cavalcata per invadere l’Italia. La figura idealizzata del giovane militare irrompe al centro della
tela come un’apparizione situata in uno sfondo di una natura aspra montana. Nulla turba il volto del condottiero, che
con assoluta calma e controllo governa il cavallo impennato e guida le truppe sulla via della gloria. Sulle pietre in
basso vediamo incisi i nomi dei grandi della storia che prima di Napoleone avevano cavalcato le Alpi: Annibale e
Carlo Magno.
Lo stile impero
In arte, tendenza al ritorno all’antico che si manifestò con il gusto neoclassico nel periodo dell’impero napoleonico.
Si estese dalla decorazione architettonica al mobile, alla suppellettile, ai parati, alle stoffe, agli abiti e alla stampa e
rappresentò, in contrasto con l’abbondante e pittoresca ornamentazione rococò, un’esigenza di semplicità e
austerità formale e di aderenza funzionale. Le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei, riportando in luce
suppellettili e arredi romani, fornirono modelli per i nuovi tipi decorativi, che constano di motivi geometrici, di tralci
stilizzati di acanto e di vite, di ghirlande di alloro, di quercia, di fiori, di figure mitologiche, grifi, sfingi ecc. I colori che
prevalgono nella decorazione sono il bianco del marmo o dello stucco, il rosso e il nero pompeiani. Le linee sono
estremamente semplici, diritte o lievemente incurvate e tendono a dare un senso di snellezza e di forza. Alla
semplicità delle forme e alla sobrietà della decorazione si cerca compenso nella preziosità del materiale (legni rari,
marmi, bronzi, argenti ecc.) e nella perfezione delle proporzioni.
Amor e Psiche
L’opera ritrae due bellissimi innamorati quali la mortale Psiche e il dio Amor, nel momento subito prima di un loro
appassionato bacio che risveglierà l’amata dal suo torpore. (descrizione del mito). Il gruppo presenta un impeccabile
schema compositivo, studiato in modo da attrarre l’attenzione dello spettatore da ogni prospettiva in cui viene visto.
Le due figure, nonostante la resa assolutamente naturale, sono in realtà disposte secondo una costruzione a X,
delineata dalle ali di Amore in alto e dagli assi dei due corpi in basso, che convengono idealmente al centro del
gruppo, a focalizzare l’attenzione dello spettatore sul momento appena precedente lo scoppio della passione. I due
corpi si accostano l’uno all’altra con passione, ma anche con molta grazia, che Canova pur usando un materiale
freddo come il marmo, riesce a trasmettere in modo impeccabile.