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La

donna
Ogni volta che una donna lotta per se
stessa, lotta per tutte le donne.
-Maya Angelou
La donna nel passato
• Uno dei fenomeni più significativi del XX secolo è stato l’emancipazione
femminile. Le donne furono considerate sottomesse al maschio
(sfruttamento delle donne). La maggior parte delle società umane aveva
modellato le proprie istituzioni, sulle esigenze degli uomini.
• “Errore della natura”(Aristotele),”uomo mancato”(Tommaso d’ Aquino),
“genere debole”:queste definizioni dimostrano come quasi sempre la
donna sia stata considerata inferiore all’uomo. Per secoli è stata
sottomessa all’autorità maschile,lasciata nell’ambito domestico ed
esclusa dai campi più rilevanti del sapere e del fare. Questa esclusione si
riflette anche nella lingua : la parola “uomo” significa sia totalità degli
esseri umani sia genere maschile,come se questo rappresentasse tutta
l’umanità o ne fosse la parte più significativa.
• Con la fine dell’Ottocento la situazione cominciò a cambiare. La parità
politica con l’uomo non significò per la donna la conquista di una parità
sociale, perché nei primi decenni del Novecento non avevano ancora la
possibilità di accedere alle carriere più qualificanti, di studiare
all’università o dirigere imprese e affari. Nonostante la crescita della loro
partecipazione politica, la maggior parte delle donne rimaneva ancora
legata al ruolo di madre e moglie.
La donna nella
politica
• Alla fine del XIII secolo le donne europee
non godevano dei diritti civili né politici ,
concessi solo a fasce ristrette della
popolazione. Il messaggio di libertà e di
uguaglianza della Rivoluzione Francese
introdusse la questione dell’estensione
del diritto di voto alle donne
(suffragette). Il termine SUFFRAGIO
FEMMINILE indica un movimento di
riforma economico e politico avente
come obbiettivo quello di estendere il
diritto di voto alle donne. La Nuova
Zelanda fu il primo stato a riconoscere il
diritto di voto. La prima donna ad
entrare in politica fu MargaretThatcher.
Solo verso la fine della Prima Guerra
Mondiale la lotta per il diritto di voto
divenne l’obiettivo principale dei
movimenti suffragisti e femministi.
Le suffragette
• Con il termine SUFFRAGETTE si indicavano le appartenenti a un movimento di
emancipazione femminile nato per ottenere il diritto di voto per le donne. In seguito la
parola “Suffragetta” ha finito per indicare, la donna che lotta per ottenere il
riconoscimento della piena dignità delle donne, coincidendo in parte con il termine
FEMMINISTA. Il vero e proprio movimento delle suffragette, nasce come movimento
nazionale volto a chiedere il suffragio femminile che nacque nel Regno Unito nel 1872. E’
da questa data che si può parlare di suffragette perché solo allora ebbe vita un movimento
nazionale per rivendicare il diritto di voto, ancora non riconosciuto, che portò nel 1897 alla
formazione della Società Nazionale per il suffragio femminile
(National Union of Women’s suffrage) . La fondatrice Millicent Fawcett, cercò di
convincere anche gli uomini ad aderire al movimento, perché erano i soli in quel momento
storico, che legalmente potessero concedere il diritto di voto, ma ebbe scarso successo. I
progressi sul piano del riconoscimento sociale, in quel periodo, furono quindi molto limitati,
e tale situazione si protrasse fino al 1903. Nel 1919 il movimento si estese anche in
Germania, in Francia nel 1945, solo dopo la seconda guerra mondiale. Inoltre le suffragette
attuarono azioni dimostrative, incatenandosi alle ringhiere, incendiando cassette postali,
rompendo finestre e cosi via. Infatti una suffragetta, Emily Davison, morì in uno di questi
scontri.
La donna nel lavoro
• Per molti secoli la funzione femminile era
sempre stata ben delineata:la donna si
occupava della famiglia, il suo ruolo era
quello di far crescere i figli, far
funzionare la casa e occuparsi soltanto di
ciò che aveva a che vedere con queste due
realtà. Lo svolgimento di un lavoro era
compito essenziale degli uomini. Con
l'affermarsi della Rivoluzione Industriale,
le donne iniziarono a entrare nelle
fabbriche e ricoprire anche mansioni
faticose. Ma i lavori offerti alle donne
erano sempre di scarso pregio, pesanti e
per di più retribuiti meno di quelli maschili.
Durante la 1°
Guerra Mondiale e
il periodo fascista
• Nel 1914, con la Prima Guerra Mondiale, le femministe sospendono le loro
rivendicazioni per compiere il loro dovere di donne, svolgendo lavori sia al fronte e
sia nel Paese, nelle fabbriche e nei campi. La Prima Guerra Mondiale è un potente
mezzo per l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, perché le donne
sostituiscono per quattro anni gli uomini partiti per il fronte, in tutte le
professioni, comprese quelle più faticose. Tutto cambia quando gli uomini tornano
dal fronte: la stampa le dipinge come coloro che sottraggono il lavoro agli uomini e
sono incoraggiate a tornare all’interno delle mura domestiche, per liberare i posti
di lavoro agli uomini.

• In Italia nel1938 una legge stabilisce che la percentuale delle donne negli uffici
pubblici non deve superare il 10%. Fin da piccole alle ragazze, viene trasmesso
l’ideale di divenire brave spose e brave madri prolifiche per l’incremento
demografico della patria. In marzo le donne cominciano a essere assunte come
tranviere, postine o impiegate. Nel 1941, quando la seconda guerra mondiale è nel
pieno svolgimento, a tutte viene fatto un “contratto a termine” che sarebbe
scaduto automaticamente appena la guerra fosse finita e gli uomini fossero ritornati
dal fronte. Il lavoro è molto faticoso e le operaie impiegate nelle fabbriche sono
sottoposte a una disciplina militare. I prezzi si raddoppiano e i salari e gli stipendi
sono bloccati dal primo anno di guerra. Anche le signore borghesi cominciano a
non avere denaro a sufficienza: alcune danno ripetizioni agli alunni, altre diventano
imprenditrici.
Conquiste femministe
• 1946: le donne italiane votano per la prima volta;

• 1848: entra in vigore la Costituzione. Gli articoli 3-29-31-37-48-51 sanciscono la parità tra uomini e donne;

• 1958: legge contro lo sfruttamento della prostituzione;

• 1970: approvata la legge sul divorzio;

• 1971: approvata la legge sulle lavoratrici madri;

• 1975: riforma del diritto di famiglia: sancisce la parità giuridica tra i coniugi;

• 1977: riconosciuta la parità di trattamento tra donne e uomini in materia di lavoro;

• 1978: approvata la legge sull’aborto; tutela della maternità;

• 1981: abolizione delitto d’onore;

• 1996: la violenza sessuale viene riconosciuta come crimine contro la persona;

• 2009: lo stalking diventa un reato.


• In tutto il mondo, le donne vengono strutturalmente svantaggiate in
molti settori. Le rende infervorì a livello economico, culturale e persino
Discriminazioni sociale: per lo stesso lavoro vengono pagate meno degli uomini e sono
meno presenti in posizioni di leadership;
E forme di violenza • Forme di violenza: fisica (schiaffi), psicologica (attacchi verbali),
sessuale, economica (limita l’accesso alle finanze familiari), stalking e
femminicidio.
Femminicidio
La parola FEMMINICIDIO è un neologismo con il quale si nomina ogni forma di discriminazione e violenza contro la donna “in quanto donna”. E’ la violenza di genere in ogni sua
forma. E’ l’esercizio di potere che l’uomo e la società esercitano sulla donna affinché il suo comportamento risponda alle aspettative dell’uomo e della società patriarcale.
Nella maggioranza dei casi l'uccisione non è frutto dell'improvvisa perdita di controllo o della presenza di patologie psichiatriche da parte dell'assassino ma rappresenta l'ultimo di
una serie di atti violenti a cui la donna è stata sottoposta, dal punto di vista sessuale, fisico, psicologico o economico dal suo assassino.
• Non una di meno è un movimento
femminista italiano ispirato allo
storico NiUnaMenos messicano ed
argentino. Il suo grido di battaglia è
la lotta contro la violenza sulle
donne e la discriminazione di
genere in tutte le sue forme, a
casa, sul lavoro, in politica ed in
ogni altro contesto.
COMUNITÀ LGBT+
• Oggi con LGBT si indicano solitamente le
persone che non sono eterosessuali, cioè che
non sono attratte unicamente dalle persone
dell’altro sesso, e le persone non cisgender,
cioè che non si identificano con il proprio sesso
biologico. Questo include persone lesbiche (L),
gay (G) e bisessuali (B), cioè con orientamenti
sessuali diversi da quello eterosessuale, e
persone transgender (T), che cioè si
identificano con un genere diverso da quello
del sesso di nascita.
• Inoltre includono Queer (Q), termine che
raccoglie tutti coloro che non si riconoscono
nella visione del mondo eterosessuale e binario
uomo/donna, maschio/femmina; intersex (I),
cioè persona che presenta entrambi i caratteri
maschii e femminili; asessuale (A), cioè
persona che non sente attrazione sessuale per
nessuno
Omofobia e
discriminazione
L’omofobia è l’insieme di atteggiamenti
pregiudizievoli e discriminatori nei confronti
della comunità LGBT. Essa ha come
conseguenza la discriminazione giuridica e
sociale:
• la prima si manifesta come una negazione
di diritti sancita da accordi internazionali,
leggi nazionali o e giornali;
• la seconda di manifesta come esclusione
sociale, bullismo e mobbing, linguaggio
minaccioso, offensivo e vessatorio infine
con la violenza fisica.
Diritti e non diritti
La parità di trattamento non è una questione di cortesia, è un diritto umano. Giugno 2011=
CONSIGLIO DIRITTI UMANI ONU APPROVA RISOLUZIONE CHE STABILISCE LA
PARITA' DEI DIRITTI PER TUTTI GLI ESSERI UMANI, INDIPENDENTEMENTE
DALL'ORIENTAMENTO SESSUALE àPROGRESSO NELLA LOTTA PER I DIRITTI
OMOSESSUALI. La discriminazione è vietata da molti documenti e norme internazionali e
nazionali:

• Art. 1 tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di
ragione e di conoscenza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza
(DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI 1948);

• Art. 3 tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali (LA COSTITUZIONE ITALIANA);

Ma l’atteggiamento verso l’omosessualità e la transessualità varia notevolmente da paese a


paese:

• In molti stati europei alle persone LGBT viene negato il diritto alla libertà di
espressione, di riunione e di manifestazione in pubblico;

• In italia manca qualunque riconoscimento all rilevanza sociale delle famiglie


omosessuali e dei loro figli, è vietato inoltre i matrimonio civile tra persone dello stesso
sesso;

• In Francia il sento ha dett si al progetto di legge che apre alle nozze e all’adozione da
parte di coppie omosessuali.
Una sconfitta!
Ricordiamoci: La
diversità non è un male

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