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N° 357 | MENSILE - OTTOBRE 2021 | PRIMA IMMISSIONE 28/09/2021 | EURO 7,00

BADBADNOTGOOD LEE SCRATCH PERRY ANGELO DE AUGUSTINE NAS


IVAN GRAZIANI JOLLY MARE CHARLIE WATTS MADTEO MELVINS CHVRCHES

VALENTINA MAGALETTI RETROPOLIS OLTRE 280 RECENSIONI


IL RITMO DEL SILENZIO 50 ANNI DI FAUST TRA DISCHI, LIBRI, FILM
SERIE E FUMETTI

SUFJAN
STEVENS
IL CINEMA INTERIORE

TUTTA LA MUSICA DI CUI HAI BISOGNO

POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1, COMMA 1, NO / TORINO - ISSN 1591-4062 - N. 9 ANNO 2021
2021 - Bronson Recordings nella Zona d’Ombra:
Out Now! Out Now!
R.Y.F. Cemento
Everything burns Atlantico
(Vinyl, Cd & Digital) Rotte interrotte
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Internazionale: "Everything Burns" di Francesca Morello, in arte Rumore - Album del Mese (Treecolore):
RYF sarà uno dei dischi più vivi e sensati del prossimo autunno." “Cemento Atlantico e Rotte Interrotte in cima alla lista degli
(Claudia Durastanti) outsider più clamorosi dell’anno 2021”
Rumore: "Everything Burns è un auto da fé sovversivo che mette (Francesco Farabegoli)
sotto accusa l'inquisizione e le grettezze del perbenismo e della Internazionale: “Una sintesi che pulsa un po’ di storia e un po’
società binaria a colpi di elettronica queer" di quella magia che la storia la assorbe e la rifiuta"
(Andrea Prevignano) (Claudia Durastanti)

Solaris San Leo


Io non trovo in lui nessuna colpa (EP) SOL. live at Transmissions Waves
with Nicola Manzan & Ottone Pesante Ltd. edition of 99 cassettes
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IL DESERTO LA NOTTE IL MARE CUORE NERO
CD | LP LMT.ED. NUMERATA - SIGNED CD | LP LMT.ED. NUMERATA - SIGNED
VINILICAMENTE è il
Decimo album in studio per l'ex voce dei Moda ANDREA CHIMENTI. Tantissimi gli ospiti e Nuovo album per DAVIDE OLDEN SELLARI intitolato CUORE NERO, sempre prodotto Canale YouTube in cui
musicisti inclusi nelle 11 canzoni inedite: DAVID JACKSON dei VAN DER GRAAF da FLAVIO FERRI (DELTA V, GIANNI MAROCCOLO) con la partecipazione straordinaria Johnny parla di musica
GENERATOR partecipa in tre tracce del disco tra cui il singolo “Milioni”, GINEVRA DI di PIERPAOLO CAPOVILLA (TEATRO DEGLI ORRORI). Dieci tracce in CD e VINILE in a 360°: dischi in uscita,
MARCO duetta nel brano “Allodola Nera” ed ancora ANTONIO AIAZZI (LITFIBA) FABIO edizione limitata AUTOGRAFATO che trasudano l'immediatezza del rock più tagliente e classici imperdibili,
GAVALOTTI (MODA), FRANCESCO MAGNELLI (CSI e CCCP) partecipano ad un album introspettivo in un piccolo capolavoro delo rock underground. Disco non disponibile hi-fi e tanto altro...
intenso di raffinata poesia. Produce, insieme a Chimenti, CRISTIANO ROVERSI. nelle piattaforme digitali. ABRASIVO E FICCANTE
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GLI ANNI CANCELLATI


DI ROSSANO LO MELE

Mentre sul mondo si abbatte il ritorno dei Col- Per articolare un ragionamento su questo tema,
dplay, tra servizi al TgCom e metanarrativa pubbli- già un paio di anni fa sulla versione americana di
citaria per un ceto ecosostenibile a rate, mi ritorna “Esquire”, il giornalista Dave Holmes (solo quasi
in mentre quel vecchio singolo dei Blue Merle. Si omonimo del magnifico produttore nordirlandese)
chiamava Burning In The Sun e usciva a metà degli creò una definizione. Parlò infatti degli “anni can-
anni Zero. Nel video compaiono quattro americani cellati”. Secondo Holmes i cosiddetti deleted years
mediamente casual, un’automobile, un bel paesag- sono quelli racchiusi fra il 2003 e il 2012. Stretti
gio rurale simil langarolo, contrabbasso, chitarra, tra l’apertura dell’Apple Music Store e l’inizio di
batteria e voce. La voce appartiene a Luke Rey- Spotify. Molti fra i seguaci del brand con la mela
nolds: suona e canta come fosse quello bravo nel mozzicata, fra cui si infila pure Holmes, sono quelli
quartiere. Infatti, a dispetto di una carriera con- che negli anni Zero hanno conservato la musica
sistente, Reynolds e i Blue Merle star non lo sono dentro MacBook ormai remoti e iPod (verdi sopra)
mai diventati. Anche se canta nello stesso identico resi inutili dalla perdita di un caricatore, non più in
modo di Chris Martin, con una band che lo segue commercio. Quello che “The Atlantic” ed “Esquire”
come se fosse inciampata nei primi due album dei sembrano dirci è che: non solo la tecnologia impatta
Coldplay. Subdoli alter ego? Cosplay dei Coldplay? sulla musica, ma anche i traslochi e le relazioni. Il
Meme ante litteram loro malgrado? che sarà anche ovvio, ma è pure profondamente,
tragicamente umano. Holmes ha enucleato una lista
Certo, i meccanismi del successo nella musica sono di artisti appartenenti ai cosiddetti anni cancellati.
complessi, ardui da comprendere e ancora più da E per farla breve basterà citare nomi come Kaiser
definire, non basta una formula. A qualcuno può Chiefs, The Pipettes, Corinne Bailey Rae, Starsailor.
andare bene, ad altri male, conta la geografia, il
Holmes spiega che gli anni cancellati hanno comun-
timing, la faccia, il suono, il pezzo, il caso, anche
que prodotto delle star, che però per diventare tali
se qui siamo di fronte a due progetti coevi domici-
hanno generalmente beneficiato di un prolungato
liati presso le potenze mondiali della discografia.
supporto della radiofonia, di marchi commerciali
Allora cosa? Alla domanda ha provato di recente
o del circuito televisivo. Chi era fuori da quel giro
a rispondere Joe Pinkser sul mensile statunitense
ha goduto sì di popolarità, ma per un numero con-
“The Atlantic”.
finato di anni. E per una serie di ragioni, a detta di
Holmes: la fine di MTV e dei video in rotazione, la
L’autore dell’inchiesta parte dalla sua esperienza
chiusura di Top Of The Pops, il cambio nella meto-
personale, dapprima da acquirente di dischi una
ventina di anni fa, poi da ascoltatore di mp3 trami- dologia di accertamento delle classifiche di vendita
te download a pagamento o meno, infine come con- realizzato da “Billboard” e infine il passaggio dalla
sumatore seriale dei servizi di streaming. Nell’os- memoria degli iPod a quella meno capiente dei
servare che oggi la musica non si compra più, bensì primi iPhone, in grado di contenere meno musica,
si affitta, Pinsker parte dalla morte del suo iPod. effettuando così selezione alla porta uditiva.
Di fatto inutilizzabile. “Perdere una parte di quella
musica è stato come tagliare linee di comunicazio- Tutto ciò viene definito dai giornalisti in questione
ne con altre versioni di me stesso più giovane, con obsolescenza sonora. Così come sappiamo che a
le memorie che una vecchia canzone può riportare un certo punto frigoriferi, automobili e televisori
alla mente, il primo bacio o momenti interiori, più smetteranno di funzionare, la stessa cosa vale per i
difficili da articolare”. Pinsker continua poi parlan- supporti che governano la musica. Sarà per questo
do delle decine di playlist da lui create per Spotify che quelli dell’Elire Management Group stanno ap-
negli anni, domandandosi che ne sarà in futuro. La prontando un caveau alle isole Svalbard, tra Norve-
risposta è che non lo sa. Anzi, il fondatore di Inter- gia e Polo Nord, dove “storare” su supporti digitali
net Archive, Brewster Kahle, gli ha proprio detto: di certa e futura durata musica che resista almeno
“Sei fregato”. Nel senso che gli ascolti archiviati dai un millennio. Il progetto si chiama Global Music
fornitori del servizio, in futuro, dipenderanno dal Vault e dovrebbe partire nella primavera del 2022.
software usando dall’azienda in questione, dai rap- Ci accodiamo quindi al suggerimento di Pinsker:
porti che manterrà con i titolari dei diritti e dalla c’è ancora tempo per comprare un po’ di copie degli
resistenza economica del modello economico di album che amiamo e trascrivere a penna su un qua-
fronte a eventuali fallimenti. derno una selezione dei brani preferiti.

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357
CO N T E N U T I

26

COV E R S TO R Y

S UFJ AN ST E VE N S

26 Sufjan Stevens & Angelo De Augustine: DI M AURO FENOGLIO

lo sguardo innocente

34 Badbadnotgood: gioco di squadra DI M AURO FENOGLIO

42 Valentina Magaletti: in viaggio, D I M AU R O F E N O G L I O

oltre i confini del ritmo

88 Retropolis: Faust D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA


AV E R A M E
NUMER O 357
ANNO 30
OT TOBR E 2 02 1

DI R ET TOR E R ESPONS ABI LE


Marco De Crescenzo

DI R ET TOR E EDI TOR I ALE


Rossano Lo Mele

COOR DI NAMENTO R EDAZI ONAL E


Alessandro Besselva Averame

R E DA Z I O N E E WE B
Nicholas David Altea, Letizia Bognanni

VAL EN T IN A M AGAL E T T I CONSULENTI ALL A R EDAZI ONE


Maurizio Blatto, Giona A. Nazzaro,
Claudio Sorge, Giorgio Valletta
42
R UBR I CH E
Alessandro Baronciani, Carlo Bordone,
Luca Doldi, Francesco Farabegoli, Luca Frazzi,
Sergio Messina, Marco Pecorari, Andrea
Pomini, Barbara Santi

COLL ABOR ATOR I


Davide Agazzi, Diego Ballani, Antonio
Belmonte, Paolo Bogo, Claudia Bonadonna,
Antonio Briozzo, Arturo Compagnoni, Matteo
Da Fermo, Stefano D’Elia, Margherita Di
Fiore, Stefano Fanti, Mauro Fenoglio, Paolo
Ferrari, Daniele Ferriero, Manuel Graziani,
Luca Gricinella, Daniela Liucci, Stefano
Morelli, Andrea Prevignano, Gianluca
Runza, Fabio Striani, Doriana Tozzi, Andrea
Valentini, Simona Ventrella, Francesco
Vignani

DI R ET TOR E AR TI STI CO
Stefano Manzi

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8 News 82 Flashback
direttamente presso l’editore

14 Privé 83 Retropolis
Autorizzazione del tribunale di Torino n. 21
102 Che Fine Hai Fatto? del 25/07/2013
18 My Tunes ISCRIZIONE AL ROC N° 23733
103 Gente Sola
20 Futura Questo periodico è associato
CONTEN ITOR I (Ma Non Troppo) all’Unione Stampa Periodica Italiana
49 Recensioni
104 Visioni Finito di stampare nel mese di settembre 2021
50 Disco Del Mese
108 Letture
72 Treecolore 112 Fumetti
74 Radici 113 Poster-i
76 In Italia 114 Banda Larga
PAVEMENT FKA TWIGS CHROMATICS ROBERT SMITH MICHAEL CHAPMAN ABBA

A CU RA DELL A RE DA Z I ONE OT TOBRE 2021 @ ru m o re m a ga z i n e

DA M O N A L B A R N F L E A C H A R L I E WAT T S A R LO PA R K S M A S S I V E AT TAC K

INDICE: NEWS p. 08 — FACCIAMO I CONTI p.09 — SOCIAL p.10 — IN ARRIVO p.10

LA CAMPAGNA
AMBIENTALE DEI
MASSIVE ATTACK

I Massive Attack hanno reso


noti i risultati di uno studio
condotto dal Tyndall Centre,
organismo che si occupa di
ricerche climatiche con il
quale il gruppo ha inaugurato
da tempo una partnership,
illustrando una serie di propo-
ste elaborate per combattere
la crisi climatica nell’ambito
dell’industria musicale, tra
cui l’eliminazione dell’uso di
jet privati, il ricorso a mezzi
di trasporto elettrici, l’abo-
lizione dei generatori diesel
(per i festival), nuovi modelli
di venues “plug and play”e via
dicendo. Secondo la ricerca
del Tyndall Centre, per poter
rientrare entro i parametri
fissati dall’Accordo di Parigi IL MIXTAPE DI FKA TWIGS
sul clima, il settore musicale
dovrebbe puntare all’azzera-
mento delle emissioni nocive
K A Twigs è al lavoro sul L’ipotesi è che possa vedere la luce tra la
(inerenti i luoghi in cui si
seguito dell’apprezzato fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. A
svolgono eventi, ma anche i
mezzi di trasporto impiegati
F Magdalene, pubblicato proposito della nuova uscita, la musicista ha
ormai quasi due anni fa dichiarato sul proprio account di Discord: “È
dal settore) entro il 2035. I (in quella occasione “Ru- molto profondo, emotivo, e onesto, ma au-
Massive Attack si sono messi more” le aveva dato la spicabilmente ci saranno più lacrime dorate
in gioco in prima persona, copertina), ma non si tratterà di un album che tristezza. Questa volta ho veicolato la mia
progettando sei moduli per vero e proprio. Le musiche a cui l’artista malinconia in modo differente”. Tra i nomi
la riduzione delle emissioni britannica aveva lavorato lo scorso anno in coinvolti nel nuovo progetto sono al momen-
che verranno testati durante pieno lockdown, ricorrendo a collaborazioni to confermati quelli di Koreless, Arca e Mike
il tour del prossimo anno, a distanza di vario tipo, andranno infatti a Dean, producer già al lavoro tra gli altri con
fissando inoltre una serie di costituire un mixtape, di cui non è ancora Kanye West.
ulteriori partnership con vari stata annunciata una data di uscita precisa.

8 | RUMOREMAG.COM
esponenti dell’industria eco-
sostenibile. In un comunicato
FACCIAMO I CONTI Robert “3D” Del Naja ha sot-
tolineato il fatto che “ciò che
importa in questo momento
è l’implementazione. I grandi
LA POSIZIONE DI CLASSIFICA

144
RAGGIUNTA DA NEVERMIND NELL A promotori devono sempli-
PRIMA SET TIMANA DI USCITA. 46.251 cemente fare di più, questi
LE COPIE STAMPATE PER IL MERCATO appelli pubblici non possono
AMERICANO essere sempre affidati agli
artisti”, aggiungendo che le
politiche governative, quando

10
si parla di sovvenzioni, conti-
ANNI DI VITA CONDENSATI IN DUE ORE DI nuano a discriminare l’energia
MUSICA: QUESTO SARÀ IL NUOVO DISCO
pulita privilegiando l’industria
DEI CURE A DET TA DI ROBERT SMITH
dei combustibili fossili. Al mo-
mento di annunciare la part-
nership con il Tyndall Centre
il gruppo aveva addirittura
IL DEBITO IN STERLINE ACCUMUL ATO

3000
preso in considerazione l’idea
DA UN ADOLESCENTE NICKY WIRE
(MANIC STREET PREACHERS) di non esibirsi più dal vivo
GIOCANDO ALLE SLOT MACHINE
REUNION DEI PAVEMENT
NEL 2022

16
ORE AL GIORNO IN VETRINA PER UN
MESE: LE HA TRASCORSE GROUPER L’attesa, da parte dei fan dei
PER COMPORRE IL SUO NUOVO ALBUM, Pavement, sembrerebbe esse-
SOT TO FORMA DI INSTALL AZIONE re finita. La band di Portland
aveva annunciato nel 2019 una
reunion – non la prima nel

13
corso del tempo, ma senz’altro
ANNI: FINO A QUELL’ETÀ MIKI BERENYI
(EX LUSH, ORA NEI PIROSHKA) HA la più attesa - sul palco del
ASCOLTATO MUSICA SOLO CON IL Primavera Sound di Barcello-
WALKMAN na per l’anno successivo, ma
l’irrompere della pandemia
aveva ovviamente modificato i

3
piani di Steve Malkmus e soci.
MUSICISTI MIGLIORI DEGLI In un primissimo momento
AT TRACTIONS NON ESISTONO ANCORA l’appuntamento era slittato
IN CIRCOLAZIONE, OGGI, SECONDO
all’edizione di quest’anno, a
E LV I S C O S T E L L O
sua volta cancellata nei mesi
scorsi; i Pavement sono stati
infine confermati come hea-

1
LEZIONE DI CHITARRA ALL A dliner del Primavera Sound
SET TIMANA: L’OFFERTA DEI GENITORI
2022.
A FAYE WEBSTER DOPO AVERL A
VISTA COMINCIARE DA BAMBINA
AUTODIDAT TA ARLO PARKS SI AGGIUDICA
IL MERCURY PRIZE

STERLINE: IL SONTUOSO ANTICIPO

5000
Arlo Parks si è aggiudicata
RICEVUTO DA DAVID BOWIE PER
il prestigioso Mercury Prize
REGISTRARE HUNKY DORY, CHE STA
PER COMPIERE 50 ANNI britannico con il suo album
di debutto Collapsed In Sun-
beams, pubblicato lo scorso
gennaio, sbaragliando la con-
RUMORE È DISPONIBLE OGNI MESE ANCHE IN VERSIONE DIGITALE correnza, tra gli altri, di Sault,
SCARICA SUBITO LA NOSTRA APP! Nubya Garcia, Wolf Alice,
DISPONIBILE PER SMARTPHONE E TABLET APPLE E ANDROID
Floating Points e Pharoah
Sanders, Mogwai, Black Coun-

RUMOREMAG.COM | 9
N E W S! OT TO B R E 202 1

RUMORE PER IL SOCIAL


try, New Road e Hannah Peel.
La ventunenne, una delle più
giovani vincitrici di sempre (il
record spetta a Dizzee Rascal, SF O G H I, CO N FE S S IO N I E CA Z Z EGGI CAT TUR ATI IN RE TE
che se lo aggiudicò nel 2003
ad appena 19 anni), durante
il discorso di ringraziamento
ha ricordato quando, da bam-
bina, andava a scuola in bici
passando di fronte all’Ham-
mersmith Apollo, luogo in
cui si è svolta la cerimonia di
premiazione. PEPPA PIG
OFFICIAL PEPPA CHANT
@ p e p p a p i g
FOUR TET VS DOMINO
Peppa didn’t need to host listening parties in
Mercedez-Benz Stadium to get that .5

Kieran Hebden aka Four Tet (Peppa non ha avuto bisogno di organizzare dei
sta intentando causa alla Do- listening parties al Mercedes-Benz Stadium per ottenere
quel .5)
mino, sua vecchia etichetta,
per ottenere percentuali più
alte sui diritti degli album
incisi per la label britannica
negli anni Zero. L’elemen-
to principale della contesa
è legato al cambiamento
delle modalità di diffusione
e fruizione della musica in-
stauratosi nel frattempo, in
particolare con l’introduzione
dello streaming: Hebden ha
firmato il suo contratto nel
2001 e Spotify ha esordito nel IN ARRIVO
2008. Il musicista e producer
londinese, secondo l’attuale
contratto, riceve di base una
percentuale di circa il 18%,
mentre i suoi avvocati vor-
rebbero portarla fino al 50%. DAMON ALBARN
Questi ultimi hanno inoltre
richiesto 70mila sterline di
danni e interessi. Il braccio THE NEARER THE FOUNTAIN, MORE
di ferro – la Domino difende PURE THE STREAM FLOWS
TRANSGRESSIVE
la sua decisione di mantenere
la stessa percentuale applica-
ta a vendite e download nel
contratto originale - non ha Secondo album a proprio nome per Damon Albarn dopo Everyday Robots, che usciva ormai
un esito scontato, quel che sette anni fa, The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows era nato inizialmente
è certo è che il verdetto avrà come composizione orchestrale ispirata dai paesaggi islandesi, poi sviluppatasi e ampliatasi
delle ripercussioni sull’intero durante il lockdown dello scorso anno fino ad assumere le sembianze di un full length. A
ambito discografico, e porterà proposito dei contenuti e degli stati d’animo che attraversano il lavoro, Albarn ha dichiarato:
con buona probabilità alla “Sono stato impegnato in un mio personale viaggio nell’oscurità durante la realizzazione di
questo disco, e questo mi ha spinto a credere che possa ancora esistere una fonte di purezza”.
ridiscussione di molti contrat-
Evidente il richiamo del concetto nel titolo, ispirato da una poesia di John Clare, Love And
ti siglati prima dell’avvento
Memory. Al momento di andare in stampa sono stati diffusi tre brani, la title track, Polaris e
dello streaming.
Particles.

ALTRI LUTTI D A M O N A L B A R N M U S I C .C O M T R A N G R E S S I V E R E C O R D S .C O M

Ci anno lasciati in queste I N U S C I T A I L 12 N O V E M B R E 202 1


settimane: Gary “Chicken”

10 | RUMOREMAG.COM
Hirsh (1940-2021), storico
ESSI VIVONO batterista di Country Joe And
The Fish; Powell St. John
ABBA has released 2 brand new singles and (1940-2021), protagonista
announced a new album. They sound incredible. della scena psichedelica texa-
J O H N The new songs are pure Abba. I feel like I’m 28 na di metà anni 60 e autore di
again!
CARPENTER You Don’t Know e Slide Ma-
@T h e H o r r o r M a s t e r
(Gli ABBA hanno pubblicato due singoli nuovi di zecca e chine dei 13th Floor Elevators;
hanno annunciato un nuovo album. Sono incredibili. Le Brian Travers (1959-2021),
nuove canzoni sono ABBA allo stato puro. Mi sembra di sassofonista e fondatore degli
avere di nuovo 28 anni!)
UB40; Eric Wagner (1959-
2021), ex cantante della band
doom metal Trouble; Olli
Wisdom (1959-2020), negli
GARLICFORNICATION anni 80 cantante dei glam
dark Specimen, poi organiz-
Padma Lakshmi zatore della storica serata
@PadmaLakshmi
What’s the best way you’ve found to peel garlic?
RE: I attack it wildly with my teeth
F L E A
@ f l e a 3 3 3 (Padma Lakshmi
@PadmaLakshmi
Qual è il modo più efficace che hai scoperto per pelare
l’aglio?
RE: Lo addento selvaggiamente)

r u mo remag r u more m a ga z i n e

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L’ESPERIENZA
DI RUMORE
SI AMPLIFICA
OGNI MESE UNA NUOVA
PLAYLIST DEDICATA
AL NUMERO IN USCITA

PER VIVERE IL MAGAZINE


IN MANIERA TUTTA NUOVA

SI SCIOLGONO I CHROMATICS
APRI L’APP SPOTIFY,
i sciolgono, dopo 20 anni, della band e fondatore dell’etichetta che ne ACCEDI ALLA
i Chromatics. Tre compo- ha pubblicato i dischi a partire dal 2006, SEZIONE RICERCA E
S nenti del gruppo di Port-
land, Oregon, Ruth Ra-
Italians Do It Better. O, meglio, attraverso
un portavoce: “Johnny è estremamente or-
CLICCA SUL SIMBOLO
DELLA MACCHINA
delet, il fondatore Adam goglioso del lavoro con il progetto nel corso FOTOGRAFICA,
Miller e Nat Walker, lo degli anni e continuerà a fare musica, e a SCANSIONA IL CODICE
avevano annunciato su In- supportare la grande arte e i grandi artisti QUI SOTTO E SARAI
stagram ai primi di agosto: “Dopo un lungo attraverso la sua etichetta Italians Do It SUBITO SUL NOSTRO
periodo di riflessione, noi tre abbiamo Better”. Gli altri tre, intanto, hanno lasciato PROFILO
preso la difficile decisione di porre fine al intendere che qualcosa bolle in pentola:
gruppo”. Dopo qualche giorno è arrivata la “Siamo molto eccitati per il futuro, e non
conferma anche da parte di Johnny Jewel, vendiamo l’ora di condividere con voi i no-
quarto componente nonché produttore stri nuovi progetti, molto presto”.

RUMOREMAG.COM | 11
R.I.P. OT TO B R E 202 1

gothic londinese The Batcave


e einfine pioniere della trance
psichedelica; Fritz McIntyre CHARLIE
(1958-2021), tastierista dei
Simply Red; Dave Harper, WATTS
batterista di Frankie & The
Spesso descritto come un batterista dal solido back-
Heartstrings, band indie rock ground jazz che un “incidente di percorso” aveva
inglese; Kenny Malone piazzato dietro ai tamburi in uno dei gruppi cardine
(1938-2021), batterista di Na- della storia del rock, Charlie Watts in realtà ha re-
shville attivissimo come ses- galato ai Rolling Stones, oltre che la sua figura di
sionman (tra i tanti a fianco improbabile e defilata rockstar, perfetto contraltare
agli eccessi e agli istrionismi di Mick Jagger e Keith
di Johnny Cash, Ray Charles,
Richards, uno stile batteristico controintuitivo e
Dolly Parton); Ron Bushy minimale, in grado di tenere insieme con sublime
(1945-2021), batterista e com- efficacia la caracollante esuberanza della band. Di-
ponente originale degli Iron plomatosi come grafico nel 1960, Watts aveva suo-
Butterfly; Susan Anway, nato in innumerevoli formazioni jazz e poi nei Blues
prima cantante dei Magnetic Incorporated di Alexis Korner, sorta di nave scuola
Fields, presente sui primi
dell’intera scena blues bianca britannica. Gli appena
nati Rolling Stones avevano a lungo corteggiato il
due album dei newyorchesi,
richiestissimo batterista, riuscendo a ingaggiarlo nel
Distant Plastic Trees e The 1963, con un salario di cinque pounds a settimana.
Wayward Bus; Don Everly Nel libro According To The Rolling Stones, pubbli-
(1937-2001), metà degli Everly cato nel 2003, Watts aveva dichiarato: “Mi piaceva
Brothers. suonare con Keith e la band – è ancora così – ma
non mi interessava essere un idolo pop circondato
da ragazze che urlano. Non è quello il mondo da cui
ERRATA CORRIGE N. 356 (1 9 41 -2021) provengo. Non è quello che volevo essere, continuo
a pensare sia sciocco”.
Nella rubrica Letture il libro
di Massimo Zamboni, La
Trionferà, recensito da Stefa- MICHAEL
no D’Elia, è stato pubblicato
da Einaudi e non, come erro-
CHAPMAN
neamente indicato, da Il Sag- Michael Chapman ha attraversato il folk rock britan-
giatore. nico a cavallo tra ‘60 e ‘70 in una posizione defilata e
autarchica, testardamente aggrappato a un fingerpi-
cking impeccabile e a una voce aspra e stropicciata,
IN USCITA incrociando sulla propria strada nomi come Paul
Buckmaster e Mick Ronson (la cui chitarra contribu-
isce, pre Bowie, alle trame dell’eccellente Fully Qua-
ABBA Voyage (5 novembre)
lified Survivor del 1970). Affascinando in seguito
Curtis Harding If Words gente come Thurston Moore e Steve Gunn, quest’ul-
Were Flowers (5 novembre) timo direttamente coinvolto - come musicista e pro-
Joan As A Police Woman, (1 9 41 -2021) duttore - nei suoi due incompromissori capolavori
Tony Allen & Dave Okumu della maturità, 50 (2017) e True North (2019).
The Solution Is Restless (5
novembre) Aimee Mann
Queens Of The Summer Hotel FABIO
(5 novembre) Mira Calix
Absent Origin (5 novembre) PARRINELLO
(BLACK EYED DOG)
Courtney Barnett Things
Take Time, Take Time (12 no- Nato a Varese ma trasferitosi in seguito in Sicilia,
vembre) Gov’t Mule Heavy Fabio Parrinello aveva imbracciato la chitarra dopo
Load Blues (12 novembre) l’incontro con Nevermind dei Nirvana, e nel 2006
Jon Hopkins Music For aveva esordito con lo pseudonimo Black Eyed Dog,
Psychedelic Therapy (12 moniker ispirato dall’omonima canzone di Nick Drake
(altra epifania decisiva nella sua formazione artistica).
novembre) Lee Ranaldo In
Il gruppo, inizialmente un progetto solista, aveva
Virus Times (12 novembre) esordito discograficamente nel 2007 con l’album Love
Elbow Flying Dream 1 (19 Is A Dog From Hell (Ghost Records). Con l’arrivo del
novembre) Robert Plant & (1 9 7 9 -2021) nuovo decennio Black Eyed Dog era diventato un trio e
Alison Krauss Raise The l’ultimo album, Killing Me Twice, era uscito nel 2015.
Roof (19 novembre).

12 | RUMOREMAG.COM
LEE SCRATCH PERRY
(1 9 3 6 -2 02 1 ) DI PAO LO F ERRARI

Verso i dieci anni ti accorgi che la bacchetta magica, A pensarci, che bell’incontro sarebbe stato. Per le hit,
rassicurante presenza di tante favole, è una bufala che bussare a Chase The Devil di Max Romeo o al Junior
ti hanno raccontato per tenerti tranquillo. Poi arrivi Murvin di Police And Thieves, da cui nacque il flirt
a 18 anni e scopri che sì, era tutto vero: la bacchetta umano e artistico con la banda Strummer. Sul versan-
magica esiste, ma ha un ruolo molto diverso. Tutto te sperimentale, largo a Super Ape. Dritti e rovesci
quel che tocca diventa sporco e geniale, anziché di- giocati tutti e tre nel 1976. Fino al cortocircuito, non
spensare sicurezza semina dubbio, spiazza, rimette in elettrico, sosteneva lui, ma nervoso: Perry si è sempre
discussione cose che sembravano assodate. Suoni, nel attribuito la responsabilità del rogo che annientò il
caso di Lee Scratch Perry, maturamente scomparso Black Ark, sostenendo di averlo scatenato durante un
lo scorso 29 agosto. Al servizio di mostri sacri della attacco d’ira. Quando si dice un musicista incendia-
musica ribelle come Bob Marley o The Clash. In studi rio. Braccato dai suoi fantasmi, paranoico, instabile,
dove cursori, distorsori, eco e altri effetti compone- Mr. Upsetter cadde e risorse dalle proprie ceneri fuori
vano un quadro da grotta del Mago Merlino. Verso dall’isola, trovando linfa vitale in una scena britanni-
orizzonti visionari, scommesse ardite quanto può ca che stravedeva per lui. La guidava Adrian Sherwood,
esserlo stata l’opera di Sun Ra, l’unico dei profeti neri e dal sodalizio nacque nel 1987 il capolavoro Time
che ci si sente di scomodare per render conto dell’im-
Boom X The Devil Dead. Il demonio era morto, la
menso genio di Mr. Upsetter. Un uomo nelle cui vene
nuova vita era intrapresa. In Svizzera, dove si trasferì
scorreva l’intera storia di un reggae concepito non
con la nuova compagna Mireille Campbell e famiglia
come genere a sé stante, ma come reagente per il pop
e nel 1990 realizzò in un nuovo studio l’album From
universale. Una storia anche buia, per esempio sotto il
The Secret Laboratory, superbo nella copertina che
profilo dello sfruttamento selvaggio di cantanti e mu-
lo ritrae monarca tra i ghiacci. Un profilo da impera-
sicisti da parte di produttori pionieri come il pur indi-
tore intorno a cui sarebbero fioccati omaggi da tutto il
spensabile Sir Coxsone Dodd, uno che pagava Perry,
ex contadino, poco più di quanto guadagnasse nei mondo: epica la partecipazione alla Dr. Lee PhD scrit-
campi. Ma spaventosamente luminosa: basti pensare ta su misura nel 1996 dai Beastie Boys, accorato l’in-
alla connessione punk reggae, all’influenza del dub di vito degli Orb a partecipare all’album The Observer
etichette come la On-U Sound sul trip hop e sull’elet- In The Star House. Il 3 dicembre 2015 andò a fuoco
tronica successiva, alla diffusione mondiale della cul- anche il Laboratorio Segreto svizzero, ma questa volta
tura del sound system, oggi linguaggio universale. Tre per una candela dimenticata, a proposito di Grotta
terreni di applicazione sui quali Mr. Pipecock Jackson di Merlino. Bruciate le attrezzature, perse irrime-
ha esercitato qualcosa di più simile a un potere che a diabilmente tracce inedite, arrosto, e forse fu ciò che
un’influenza, partendo proprio dall’atto di ribellione gli fece più male, anche la formidabile collezione di
che lo indusse a creare nel 1973 il leggendario Black abiti, costumi e aggeggi da sciamano che, insieme alla
Ark Studio. La sua sterminata discografia, tra produ- mania delle lavagne, dei fogli e dei muri su cui scara-
zioni, dischi personali e collaborazioni d’ogni sorta, bocchiare, lo passano alla storia come eterno bambi-
spazia con naturalezza tra hit mostruose e deliri che no. Ah, già, la bacchetta magica dei 18 anni: tanti ne
veniva una mezza idea di ricorrere a Ciccio Ingrassia, avevo quando mi piombò addosso Complete Control,
pregandolo di tornare a vestire i panni dell’Esorciccio. la prima produzione di Lee Perry per i Clash.

RUMOREMAG.COM | 13
TESTO DI
PRIVÈ / PANZANE L A FINE DELL’ALBUM? CERTO. F RANCES CO FARAB EG O LI

La fine dell’album?
Certo
PANZANE

sono: un singolo è più o meno “plus”, “extended”, “2.1” e idiozie


un disco costruito su una singola simili) per far sì che un unico
canzone, a cui in genere è affian- inedito possa essere percepito
cata un’altra canzone (“b-side”) dal pubblico all’interno di una
di secondaria importanza - una cornice “album”. Ma voglio dire,
canzone scartata dall’album del perché al fan medio di Annalisa,
gruppo, o simili. Un extended che ascolta in streaming e compra
play è tradizionalmente un disco sei dischi a decennio, dovrebbe
più corto di un normale LP, di- importare che Movimento Lento
ciamo sotto i 25 minuti. Erano sia presente su Nuda10 Deluxe
distinzioni importanti ai tempi (la versione estiva di Nuda10,
del vinile: un singolo stava su un che era la versione post Sanremo
disco a 7”, un EP andava sui 10”, di Nuda) piuttosto che mollato
con costi di produzione diversi a caso dentro alla sua pagina ar-
Mi sono innamorato di Orange, e prezzi di acquisto diversi. Sin- tista? Risposta onesta: perché sì.
il nuovo singolo dei Pinegrove, goli ed EP hanno continuato a Poi sì, continueranno a spiegarci
ma proprio di brutto - non so se esistere nell’era del CD, ma i costi che pensare in termini di “album”
avete presente, ascolti una can- di produzione erano molto più è antiquato e tutto il resto, ma chi
zoncina, carina, la riascolti, molto allineati (il CD era lo stesso per registra e ascolta la musica conti-
carina, e 24 ore dopo l’hai sentita tutti e tre i formati); ed esistono, nua a concepire l’esistenza di una
un centinaio di volte. Stavo anche o meglio resistono, anche nell’era cosa che si chiama “EP”, a più di
pensando di proporre la recen- dello streaming. Nella quale 30 anni dall’ultimo giorno in cui
sione del singolo alla direzione continuano, a intervalli rego- parlare di “EP” poteva avere un
di “Rumore” poi ho pensato che lari, a raccontarci che il formato qualunque senso economico. Non
magari anche no, nel senso, Or- “album” è destinato a finire, che è meraviglioso?
ange non è veramente un “singo- nessuno pensa più in termini di
lo”. È una canzone pubblicata in “disco”, che conviene frazionare
streaming, c’è uno scopo benefico il materiale e moltiplicare le us-
dietro, vabbe’, non è importante, cite per rimanere sui radar. Sarà
prima o poi suppongo finirà in un vero. A volte in effetti gli artisti
disco lungo. Singoli, dischi lung- pubblicano anche 4-5 tracce a
hi, eccetera. Vestigia di un tempo intervalli di tempo regolari prima
passato che continuano a tornare. di pubblicare il disco intero,
Vi è mai capitato di pensare a magari un album di 10 tracce che
quanto siamo ancora aggrappati a sembra la versione extended di
questi concetti? un EP inesistente uscito 4 mesi
Esempio scemo: in questa rivista prima. Ma d’altra parte ci sono
c’è una sottosezione delle recen- popstar in grado di pubblicare
sioni, “Singolare”, dedicata a sin- lo stesso album in tre o quattro
goli ed EP. Tutti sappiamo cosa versioni differenti (“deluxe”,

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TESTO DI
PRIVÈ / BLOG’N’ROLL MY BL ANK PAGES CARLO B O RD ON E

My blank pages
BLOG’N’ROLL

regola del “vale tutto” - di ganci, Ore’”), e quindi mi limito a un


addì 11 settembre 2021 (ecco, “corporate music still sucks” che
già ne spunta uno) ce ne sareb- in tempi di trentennale di Nev-
bero diversi. Potrei parlare per ermind fa sempre la sua figura.
esempio della querelle tra Kanye Già che ci sono potrei parlare
West e Drake, ma poi penso che del trentennale di Nevermind,
di pochissime cose nella vita me ma mi rendo conto che sarebbe
ne frega di meno che degli scazzi un’idea troppo snob e di nicchia.
tra Kanye West e Drake. Oppure E quindi? E quindi niente, fisso lo
del ritorno degli ABBA in formato schermo così malinconicamente
ologramma, ma sinceramente bianco, mi metto le cuffie e ascol-
non ho ancora avuto il coraggio to alle sette di un sabato mattina
di ascoltare il pezzo che hanno Fully Qualified Survivor dato
diffuso (loro, o gli ologrammi), che ieri è morto Michael Chap-
La pacchia, insieme all’estate quella foto che gira mi fa tanta, man. Un grandissimo scrittore di
e alle vacanze, è finita. E rieccoci tanta paura e tutti i giochi di pa- canzoni, una roccia d’uomo e di
alla solita gag tra il sottoscritto role possibili con “abba” dentro artista che a 80 anni spargeva an-
e lo stoico Besselva Averame che sono già stati fatti. C’è la questio- cora con la sua musica un po’ di
come tutti i mesi mi manda l’SMS ne dolorosa dei concerti e di tutta bellezza e di poesia nel mondo. Di
“riesci a mandare la rubrica l’infrastruttura della musica dal pagina dei necrologi ne abbiamo
entro, tipo, adesso?”. Ovviamente vivo in epoca post (?) pandemica, già una e quindi mi fermo qua,
Alessandro non scrive in questo ma è un argomento troppo serio anche perché ormai la rubrica è
modo barbaro, ma è per dare e che coinvolge il lavoro e le vite fatta. Era solo per dire che l’os-
l’idea. Il meta-articolo sull’ansia di troppe persone per liquidarlo sessione di parlare (e scrivere)
da pagina bianca è una carta che in modo sbrigativo. L’augurio è di musica toglie troppo tempo
ci si può giocare una sola volta che finalmente se ne occupi qual- e concentrazione all’unica cosa
al massimo, e temo che nel mio cuno, come dire, un pochino più che conta, con la musica, e che
caso sia questa. In realtà non è importante. Tipo un ministro, per facciamo sempre meno e sempre
che manchino mai gli argomenti esempio. Piluccando tra le notizie peggio: ascoltarla.
papabili, quelli che un corsivista del music business, interessante
novecentesco avrebbe chiamato quella della BMG che nella prima
“spunti di riflessione” e qualcu- metà del 2021 batte il suo record
no più cinico “pretesti per tirare di utili (quasi 300 milioni di
giù 3000 battute”. Posto che euro) trainata dallo streaming,
neanche io ormai so quale sia alla faccia delle major che dieci
il focus di questa rubrica - che anni fa davamo per morte, ma gli
come da titolo era partita con articoli con numeri e percentuali
l’intenzione di parlare di blog in genere annoiano il lettore tipo
musicali interessanti e ha fini- della rivista (“se volevo sucarmi
to per piegarsi felicemente alla sta roba mi compravo ‘Il Sole 24

RUMOREMAG.COM | 15
TESTO DI
PRIVÈ / ZIGZAG CALBONISMO LU CA F RAZ Z I

Calbonismo
ZIGZAG

che però, guarda caso, alla fine a ricordare questo o quell’evento.


votano a destra senza porsi tanti E state sicuri che i membri della
problemi). L’hanno fatto su Face- community c’erano, sempre,
book, ma questo è un dettaglio. ovunque e comunque. Il linguag-
Di recente però il dibattito ha gio? Citazioni e cuoricini, tanti,
assunto risvolti inquietanti. Quel- col tocco di classe del romanesco
la che emerge è un’idea distorta di da cartolina, quell’imbarazzante
comunità, anzi, di community (il sequenza di “daje”, “nnamo” e
termine più inflazionato sui social “famo” che se pronunciati dalla
dopo “figa”, “transizione ecolog- Toscana in su mettono solo tris-
ica” e “ristampa deluxe”) intesa tezza.
come appartenenza a schieramen-
ti riconducibili all’orientamento Ora, do per scontato che sappiate
politico, al tifo, ai gusti musicali chi è Calboni. Ecco, avete pre-
Io riconosco te, tu riconosci me. e alla cultura personale. In sin- sente la polentata esclusiva offer-
Mi chiami per nome. Meglio, col tesi: le differenze tra chi guarda ta dalla contessa Serbelloni Maz-
diminutivo. Mi tagghi. Alludiamo la partita al bar bestemmiando zanti Vien Dal Mare nella quale
a cose che sappiamo solo io e te e votando Meloni pur andando il nostro eroe, clamorosamente
ma vogliamo che gli altri intuis- in chiesa (dicono sia normale) e imbucato, si spreca in saluti e ba-
cano. chi si pronuncia su tutto ciò che è ciamano servili ai nobili presenti?
“Sai che Aspettando Godot di “alto” (dalle foto di Ghirri alla dis- Ecco, quella è una community,
Claudio Lolli è un gran disco?” cografia dei Fugs) dalla camera di non tanto dissimile da quella
“Lo so bene. Sempre ascoltato, io, una pensioncina a Cannes, dove punk o quella dei cultori delle
Claudio Lolli, anche quando com- si trova (discretamente annoiato) prime edizioni Einaudi. Circoli
pravo i dischi dei Bauhaus” per il Festival del Cinema. Tutto chiusi nei quali il riconoscimento
“Altro genere, ma di recente ho ri- così, molto stucchevole. reciproco è una questione di so-
scoperto anche Enzo Carella…” pravvivenza. Tra il triste e il pa-
“A me, lo dici? È da settimane che “C’eri, al concerto dei Royal Trux tetico, con l’aggravante del “daje”.
in macchina ascolto Barbara in al Tunnel nel ’98?”
loop” “Ovvio che c’ero. Io, Gigi e il Gi- A questo punto, se non c’è alter-
Seguono like, strizzatine d’occhio, ampi, tre ore per trovare il locale. nativa alla community dei cuori-
reciproci pompini. Non esistevano i navigatori, nel cini, preferisco guardare la partita
’98, mica come oggi…” al bar bestemmiando. Da vaccina-
Che Facebook abbia affossato il “E al Festival XXX? Mitiche to e senza votare Meloni.
livello della conversazione l’han- le prime edizioni…Si, c’eri, da
no già detto tutti (scavando un qualche parte devo avere ancora
solco ancora più profondo tra quella foto che abbiamo fatto col
rozzi qualunquisti e comunisti di bassista degli YYY, ti ricordi?
Capalbio, con l’aggiunta recente La community. Tutti buoni, tutti
dei paladini del libero pensiero amici (a gratis), tutti prontissimi

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TESTO DI
PRIVÈ / GLOBO IL DOT TOR PERRY, SUPPONGO AN D REA PO M I N I

Il dottor Perry, suppongo


GLOBO

bar, Robbie Shakespeare, Tony abbiamo provato tutti almeno


Chin, Bobby Chalfat (sic), Skully una volta a spiegare che sbaglia e
e Dwight Pickney, sul lato B da la colpa non è sua ma di Babilo-
Mikey Boo, Flabba Holt, Rascher, nia) per eccellenza. E ben presto
Ansel Collins, Bonger Herman è stato evidente anche a occhio
(sic), Dougie e Huntley. Prodotto nudo che quei pezzi non potevano
da E. Brooks e Jah Lion, arrangia- essere stati mixati da Scratch al
to da E. Brooks e Patrick France, Black Ark. Il suono è un altro, il
registrato agli studi Channel One. feeling è un altro. Channel One?
Mixato da Lee Perry ai Black Ark Molto probabile. King Tubby?
Studios. Oh, finalmente! Ora, le Pure.
informazioni nel 1990 circolavano
grazie a radio, riviste e passapa- La terza volta l’ho scoperto oggi,
rola. Il fatto che Perry fosse uno quando ho deciso di dedicare la
Il primo disco di Lee Perry che dei grandi non era in discussione, pagina di questo mese a Perry e ho
ho comprato? Non era un disco di se ne parlava solo in quei termini, ripreso Blood Vapour dallo scaf-
Lee Perry, e l’ho scoperto tre volte. aveva lavorato con Bob e i Clash. fale. Per curiosità, sono andato su
Quel disco aveva una sua foto in Discogs a vedere quanto valesse,
La prima quando ancora era di copertina, e, anche se nei fatti il e ho scoperto che qualcunə aveva
proprietà del piccolo negozio con suo contributo pareva marginale approfondito la faccenda più di
roba d’importazione che, a un per le conoscenze in materia di un me, che mi ero fermato all’ABC
certo punto, aveva aperto pure teenager, quando il tizio del nego- istintivo del genere. Sono mix
nella cittadina dove sono nato zio lo metteva sul piatto suonava alternativi di un album registrato
e cresciuto. Una volta era così, benissimo. intorno al 1979 e uscito nel 1996
anche posti da qualche decina di per Top Beat, intitolato Channel
migliaia di abitanti avevano un La seconda volta che ho scoper- One Revisited Dub e accreditato ai
negozio di dischi alternativi, e il to che Blood Vapour (uscito nel Revolutionaries, fra le principali
fatto che fossimo nella culla del 1990, ma con registrazioni del band di studio dell’epoca. A sua
reggae italiano è in realtà poco più 1976) non era un disco di Lee volta, è la versione dub di Channel
di una coincidenza. Ad ogni modo, Perry non è legata a un momento One-Revisited, raccolta di materi-
ho scoperto che non era un disco preciso. È più frutto di un pro- ale d’annata di Peter “Elrico” Mar-
di Perry - nonostante la copertina cesso, se vogliamo. Il reggae è shall pubblicata dalla stessa Top
così dichiarasse - sezionando i diventato il mio genere musicale Beat nel 1995. Produce Edmond
credits sul retro quella decina di preferito, le sue declinazioni roots “Mike” Brooks, ed è l’unico legame
volte che l’ho preso dallo scaffale e dub dei ‘70 in particolare, ne ho con quel primo disco di Lee Perry
per esaminarlo, per capire se fosse comprato e ascoltato a quintali, che ho comprato. Poteva andare
da comprare o meno. I soldi erano l’orecchio si è affinato, ho impara- peggio.
pochi, il rischio faceva parte del to a orientarmi fra i dettagli della
gioco, meglio limitarlo però. musica tutta uguale (conosciamo
Suonato sul lato A da Sly Dun- tutti almeno unə che la pensa così,

RUMOREMAG.COM | 17
MY TUNES
MONNA LISA
I VA N G R A ZI A NI

OTTOBRE 2021 DI MAURIZIO BL AT TO

o frequentato per se aveste pronunciato una cosa tipo detto. Alcuni italiani al fondo della
diverso tempo ventriculation o chissà che altro. coda rumoreggiarono esplicitamente.
H Mentone, primo
comune francese
I francesi poi. Una mattina, in una
boulangerie di Mentone, in coda
Aldo insistette. Conobbi il suo nome
quando la moglie, una bella donna
dopo la frontiera davanti a me, correttamente in fila e vestita come le italiane in vacanza lì
con la Liguria. ornato dei segnali estetici da italiano (permanente fresca, camicia di lino,
Attaccato. A lungo italiano, conserva in vacanza lì (camicia di lino, ma- gonna sul ginocchio e consapevolezza
toponomastica e cognomi (pur de- glia in cotone sulle spalle, scarpa da che “voi donne francesi sarete anche
clinati in transalpino) del Bel Paese, yacht, accento da arco Mediaset fine più indipendenti, ma noi siamo più
ma è in tutto e per tutto Francia. Con 80s) un signore di nome Aldo atten- bone”) gli mise una mano sul braccio
il completo dei luoghi comuni, come deva pazientemente di poter avere la tentando di sedarlo con “Calmati,
sempre non troppo distanti dalla sua meritata dose di baguette (e met- Aldo”. Ma l’invito fu reso vano da
realtà, attribuibili ai nostri cugini. tetele in un sacchetto, cristo), pain Madame Je Ne Comprend Pas che
Sensazione di Stato vero, maggior au chocolat o macarons. Quando fu disse sbuffando “les Italiens…”. Alla
cura del bene pubblico, una scuola il suo turno, enumerò in un francese consueta etichetta che ha per sottote-
solida, parlata erotica e donne molto più che comprensibile i suoi desideri. sto “cafoni, ignoranti, casinisti con le
indipendenti. Ma anche una inne- Su deux baguettes la signora addetta camicie di lino”, Aldo non ci vide più
gabile e onnipresente alterigia. Con al banco delizie (che probabilmente e iniziò a urlare in italiano: “Ma vaf-
tutto il male che si può dire degli faceva Colombinì di cognome, ma fanculo, francesi di merda, presun-
italiani, non ne ho mai visto uno puntava tutto sull’accento finale per tuosi del cazzo. Tenetevela la vostra
sottrarsi dall’aiutare un turista che definirsi) si immobilizzò dicendo baguette e infilatevela su per il culo.
domandava informazioni, pur nella che non capiva. Je ne comprend pas. Bastardi puzzoni senza il bidet. Vaf-
sua lingua, o che cercava di comu- Aldo ripeté scandendo la frase e ita- fanculo!”. Mentre gli italiani al fondo
nicare maccheronicamente nella lianizzandola con ampi gesti numeri- applaudivano e preparavano striscio-
nostra. Provate a dire Victoria Sta- ci e di localizzazione pastereccia sul ni, tamburi e mortaretti di gaudio, la
tion a un inglese, anche sforzandovi bancone, ma nulla, je ne comprend moglie lo trascinò fuori. Ma, proprio
albertosordistyle di ammantarla di pas. Da lì tutto precipitò. Persino una sulla soglia del negozio, rubizzo in
un qualche accento anglosassone. coppia francese azzardò che si pote- volto e con la maglia di cotone ormai
Irrimediabilmente vi guarderà come va capire benissimo quanto avesse svenuta dalle spalle, Aldo aggiunse:

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TESTO DI
MY TUNES MONNA LISA IVAN GRAZIANI MAU RIZIO B L AT TO

“DOVETE ASSOLUTAMENTE VISITARE IL LOUVRE, CELEBERRIMO MUSEO D’ARTE DOVE POTRETE VEDERE,
A DISTANZA RAV VICINATA , IL DORSO DI ALTRE MIGLIAIA DI TURISTI CHE CERCANO DI VEDERE L A GIOCONDA”
(DAVE BARRY)

“E ridateci la Gioconda, brutti ladri fu acquistata nientemeno che dal re ra. Lo inquadrai nel ristorante cen-
del cazzo. Ridatecela!”. Io attesi di Francesco I. Quando si accorsero trale, di fronte a un piatto di arrosto
capire se mi attendesse uno scontro del furto le autorità sospettarono di e patate. So che appare incredibile,
fisico all’arma bianca fuori dalla bou- Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso ma ho una classifica di musicisti che
langerie, mi stupii del fatto che nes- e persino dell’Impero Tedesco tutto, mangiano arrosto e patate prima del
suno avesse ancora tirato in ballo la ma nessuno pensò al vero inside concerto, credo sia il piatto più servi-
testata a Zidane e, immancabilmente, man. A Peruggia, che si era chiuso a to nell’ambiente. Sul podio J Mascis,
sentii in testa partire il riff di Monna fine giornata in uno sgabuzzino del che vidi srotolarlo con la forchetta
Lisa di Ivan Graziani. Louvre, aveva tolto agevolmente di come fosse una faina addormenta-
Secco, potente, con un grande groove notte la Monna Lisa dalla teca, forte ta, con un appetito consono al suo
e una riduzione all’osso rock molto della sua passata professionalità e, abituale entusiasmo verso la vita.
poco presente in quegli anni. È il dopo averla arrotolata sotto il cap- Ma anche Mark Arm, immobile e in
1978 e uno con quella capacità chi- potto, se ne era andato allegramente fase di studio per qualche secondo e
tarristica e una frase del tipo “A me al mattino, scambiando due parole poi vorace e assassino come uno che
della politica non me ne può fregare con l’idraulico del Louvre e raggiun- sa di poter contare su una mascella
di meno. Mi interessa, invece, rac- gendo la pensione dove alloggiava superfuzz bigmuff. Ivan Graziani
contare storie che toccano il sociale. prima in tram e poi in taxi. Un lavo- lo consumò educatamente, ma non
C’è una bella differenza”, non può ro pulito. La buttò sotto il letto per capii se pensasse “questo è davvero
che essere alieno rispetto all’aria due anni e poi, tornato in Italia, la il massimo che posso avere ora?”
dei tempi. Spesso indecifrabile Ivan appese sopra il suo tavolo di cucina, o “è comunque sempre una buona
Graziani, con quella faccia agreste e a differenza di Napoleone che la te- cosa avere un pasto simile”. In ogni
aspra, gli occhiali camp e una voce neva in camera da letto (e su questo caso dimmi come mangi arrosto e
da bimba perversa, come lui stesso parallelismo d’utilizzo potremmo patate e (forse) ti dirò chi sei. Ivan
la definì. Ma Pigro, il disco che con- scriverci agevolmente un trattato Graziani non sorrise al tavolo e lo
tiene anche Monna Lisa, andrebbe filosofico/estetico franco/italiano). fece poco anche sul palco, piazzato
rivendicato più spesso come “no- Al patriottismo subentrò la necessità in un polveroso campo di pallone
stro”, musicalmente e per quello che di incassare, divenendo peruggismo, dove chiunque era sfuggito alla mia
racconta, con il suo carico di rabbia e Vincenzo tentò di vendere l’opera a maldestra marcatura. Ma suonò alla
compressa, implosione sentimentale Firenze. Lo scoprirono e la Giocon- grande. Il suo fan più convito risultò
e barbarismi domestici. Monna Lisa da, dopo un mini tour italiano, se ne essere Alex l’indiano (tratti estetici
poi, ha una linea di basso impareg- tornò in Francia. Peruggia ebbe tutto vagamente comanche), soprattutto
giabile. Merito di Hugh Bullen, che sommato una pena mite e, immanca- perché vantava un padre abruzzese
arrivò in Italia da Trinidad E Tobago bilmente, da allora tutti gli italiani in della provincia di Teramo, città na-
all’inizio degli anni 60. Suo fratello gita, me compreso, provarono sempre tale di Ivan Graziani. Alex l’Indiano
Kevin, bassista pure lui, militò nei anche soltanto un grammo del suo seguì l’intero concerto pestando i
Napoli Centrale, mentre Hugh entrò impeto di fronte al dipinto nella sala piedi nell’area di centrocampo, dove
nel giro degli Area e di Finardi e Bat- affollata del Louvre. Ma è piccolo ‘sto l’erba risultava drammaticamente
tisti. In Monna Lisa Il basso pulsa quadro. Guarda te o me? Dovrebbe assente, condannandosi a quasi due
costantemente ed elettrica e acustica stare a casa nostra, cazzo. Non asso- ore d’immersione ininterrotta nella
reggono un brano che non ha mai miglia alla bidella del terzo piano? E polvere. Creò il suo effetto speciale
fronzoli eccessivi o virtuosismi su- io dietro, con il basso di Hugh Bullen lo-fi e compromise irrimediabilmen-
perf lui. bello dritto, “Sì, vorrei rubarla. Vor- te la funzionalità dei polmoni, ma
La linea ritmica prevale su una sto- rei rubare quello che mi appartene- se la godette in pieno. Come noi, che
ria nota, quella che racconta il furto va. Sì, vorrei rubarla. E nasconderla trovammo Ivan Graziani quasi punk
della Gioconda/Monna Lisa avve- in una cassa di patate. Di patate”. (tutto ciò che non ricordava Baglioni
nuto nel 1911 per opera di Vincenzo Uno sguardo al controllore di sala, potenzialmente poteva ambire all’eti-
Peruggia, ex impiegato del Louvre impeccabile e tassidermizzato, in un chetta) e su Monna Lisa garantimmo
nato a Dumenza, vicino a Luino, angolo e via in testa “Il custode si la- il massimo, con girotondi semi pogo,
convinto che il dipinto fosse stato menta. Probabilmente vuole un’altra fischi e col cazzo sul verso “la scuola
rubato all’Italia da Napoleone e che botta in testa, ora”. è una gran cosa”, spintoni sull’asso-
meritasse di tornare nei suoi confini Gran pezzo, Monna Lisa. Ho visto lo asciutto che arriva intorno ai tre
d’origine. Un falso storico condiviso Ivan Graziani una sola volta, dal minuti, ma soprattutto con una man-
(pure da Aldo), perché in realtà fu lo vivo. Si esibì nel paese di montagna ciata di Napoleone merda a briglia
stesso Leonardo Da Vinci a portare dove passavo le vacanze quando era sciolta. Eravamo giovani. E italiani.
la Gioconda in Francia nel 1516, dove già nella fase calante della sua carrie- E si sa, les Italiens…

Ivan Graziani, ovvero del patrimonio della musica italiana non del tutto rivalutato. Rino Gaetano indie, ma Ivan
Graziani no. Perché? Partito beat, poi session man di grande lusso, quindi cantautore “rock”, Ivan Graziani ha
avuto successo, ma forse meno di quanto avrebbe meritato. Monna Lisa apre Pigro, del 1978, album senza un
solo momento debole, tagliente e letterario. Lui se n’è andato a soli 51 anni ed è stato seppellito con una delle sue
chitarre, una Gibson. “Signore è stata una svista, abbi un occhio di riguardo per il tuo chitarrista”.

RUMOREMAG.COM | 19
RUMOREMAGAZINE OT TOB RE 202 1

20 | RUMOREMAG.COM
Trova questo quotidiano o rivista molto prima sul sito eurekaddl.one , su https://t.me/eurekaddlquotidiani e su https://t.me/eurekaddlriviste
DOVE: QUANDO:

L’RAIN
New York, dal 2017
USA

COSA:

La sintesi fra sperimentazione e nuova canzone soul

IL DISCO: ONLINE:
FATIGUE lrain.info
MEXICAN SUMMER, 2021

aja Cheek è nata stanchi o scoraggiati. Sono emo-


a Brooklyn ed è zioni vere, non significa che deb- Da quasi sei anni Taja è anche
T in qualche modo
figlia d’arte: suo
bano perdurare”. associate curator al MoMA PS1,
il celebre museo d’arte contempo-
padre lavorava Il cambiamento, nel personale e ranea newyorkese dove fra l’altro
nella promo- nel sociale, richiede sforzi impor- ha organizzato la prima perfor-
zione dell’etichetta rap Select tanti: “Cerco sempre di far musica mance americana della pioniera
Records, mentre è alla madre che sia soprattutto collegata alle new age Beverly Glenn-Copeland:
insegnante - Lorraine C. Porter, mie esperienze, e credo che molte “È un’esperienza completamente
scomparsa prematuramente – che altre persone ci si possano rispec- nuova per me, non ci sono regole
deve il suo nome d’arte. Dopo chiare. Per me è necessario anda- prestabilite e con i miei amici e
varie esperienze, prima come re in profondità verso l’interno per colleghi ci occupiamo di mettere
bassista autodidatta alle supe- potermi aprire verso l’esterno”. in cartellone gli spettacoli che
riori, poi nell’estemporanea band Una considerazione che va in vogliamo vedere”. Con altrettanta
Throw Vision, oltre al lavoro nella parallelo con le dichiarate scelte schiettezza, Taja descrive così la
college radio WYBC (“Curavo la artistiche di Taja, la quale nel co- necessità di raggiungere un pub-
direzione musicale, in quel perio- municato che accompagna l’uscita blico ampio, nonostante la sua
do ho ascoltato tantissima musi- del disco rileva come il suo lavoro, musica elaborata e lontana dagli
ca. Ero già una nerd, ma lì lo sono sebbene sempre avventuroso nella schemi: “Le culture musicali di
nicchia sono importanti e ho fatto
diventata ancor di più!“), il suo forma e nella miscela di generi,
parte di molte di esse a New York.
primo omonimo album, nel 2017, dalla sperimentazione sonora
Penso anche che sia fantastico
raccoglie incoraggianti consensi al neo soul, dal gospel al jazz, si
quando queste piccole comunità
presso la stampa specializzata. stia avvicinando alla “songness”,
riescono a raggiungere un gran-
alla forma canzone. “Utilizzo
de pubblico, a diffondere le loro
Quattro anni dopo, lo scorso timidamente la parola canzone,
idee. Il potenziale di idee strane
giugno, L’Rain firma un secondo forse sto cercando di aprire quella
e scomode che raggiungono un
lavoro estremamente suggesti- definizione per quanto riguarda
pubblico mainstream può davvero
vo, dal punto di vista musicale e me stessa. Ammiro tantissimo i essere sorprendente. È qualcosa
tematico. Un album che esplora grandi autori, ma non so se io stia in cui voglio credere, anche per
“la simultaneità delle emozioni davvero scrivendo canzoni, que- quanto riguarda me stessa”.
umane, l’audacia della gioia sulla sto è quello che più ci si avvicina.
scia del dolore, la delusione di Anche gli intermezzi sono parte
fronte alla realizzazione”. Dice essenziale del disco, dei collage
Taja: “Ho deciso di intitolare sonori più che canzoni. Più di
questo disco Fatigue perché sono tutto mi piace scrivere musica
molto stanca: ho cercato di dare per sorprendermi, per vedere che
un senso al mondo e alla mia vita, cosa riesco a inventare, e parte di
c’è molto da fare ed è un lavoro tutto ciò arriva anche attraverso
duro. È un titolo onesto e volevo la struttura della canzone: il modo
anche comunicare a chi mi ascol- più immediato, secondo me, per
ta che a volte è normale sentirsi provare qualcosa di nuovo”.

TESTO DI Giorgio Valletta

RUMOREMAG.COM | 21
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DOVE: QUANDO:
Londra,
UK GREEN LUNG dal 2017

COSA:

Psych, metal, protopunk, doom

IL DISCO: ONLINE:

BLACK HARVEST www.greenlung.co.uk


SVART, 2021

Non ho mai avuto il piacere e visionarie dei brani. Infatti la naziste che tendono a infiltrarsi
di calarmi un trip a Soho o a loro musica è un occult rock con nella scena legandosi alle tema-
Camden, ma penso che facendolo forti tensioni heavy metal, aff lati tiche esoteriche (nel merchandi-
avrei avuto ottime probabilità proto punk, sfuriate psych intrise sing i Green Lung proponevano
di imbattermi in uno dei mem- di fuzz e un’anima innegabilmen- una toppa “Nazi occultists fuck
bri dei Green Lung, o in tutti te doom. Ma senza perdere mai off”) - si dichiara apolitica e vici-
e cinque. Ceffi senza divise da il gusto per il fattore melodia: na allo spirito degli antichi culti
sottocultura giovanile, eppure infatti, nella migliore tradizione magici e stregoneschi: “Amiamo
capaci di metterti a disagio in sabbathiana, il riffing chitarristi- gruppi come i Witchfinder Gene-
tempo zero con un’aura da av- co è serrato e zeppo di hook che ral, ma stiamo dalla parte delle
venturieri irranciditi da strada e si piantano in testa, e poi ci sono streghe”.
stravizi. Gente che non scherza, i ritornelli, quasi tutti a presa Al loro attivo hanno anche un EP
che non disdegna i guai, magari rapida, declamati dalla voce di di esordio (2018) e l’album Woo-
dopo un bel carico di additi- Tom Templar (dalle tonalità molto dland Rites (2019).
vi. Per il “Guardian” suonano vicine al giovane Ozzy Osbourne,
“heavy metal così come va fatto”: con tocchi di Ian Anderson).
una definizione molto positiva,
ma piuttosto riduttiva perché E i testi? La band - pur essendosi
bypassa le atmosfere esoteriche schierata contro le frange neo-

TESTO DI Andrea Valentini

22 | RUMOREMAG.COM
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PROMISE AND
DOVE: QUANDO:
Stoccolma, dal 2007
Svezia

THE MONSTER
COSA:

Piccole storie infernali dream pop

IL DISCO: ONLINE:

CHEWING GUM facebook.com/


ICONS CREATING EVIL ART, 2021 promiseandthemonster

L’ultimo EP di Billie Lindahl, Fire - e che qui si esprime al suo il brano One Summer dalla visio-
la cantautrice e multistrumenti- meglio, forse per una presenza ne del film di Ingmar Bergman
sta - suona chitarra, violoncello, più massiccia dell’elettronica. Una Vampata D’Amore, anche
flauto, organo e glockenspiel Più massiccia ma senza snaturare questo ambientato in un circo.
- svedese dietro il progetto Pro- il sound di Billie, che accom- Un mondo sfaccettato e misterio-
mise And The Monster, si chiama pagnata dall’”invisibile metà” so che in effetti non è estraneo a
Chewing Gum, un titolo che fa - parole sue - Love Martinsen quello - anzi a quelli: “Ogni can-
presagire musica usa e getta, un continua a esplorare paesaggi zone e ogni album è un mondo a
disco di pop colorato alla Katy crepuscolari con il suo dream/ sé, e devo stare attenta a ciò che
Perry, godibile ma duraturo dark folk dai caratteri nordici. è e che può diventare. Mi piace
come una gomma da masticare e stare in quel mondo, e lasciarlo
sputare quando perde il sapore. Affascinata fra le altre cose mi rattrista” - creato attraverso
Fortunatamente non è così, o lo dall’immaginario circense, Billie brani “sognanti, dark e romanti-
è solo in parte: la parte del pop, ha preso il nome da Promise And ci”, che “raccontano piccole sto-
per il quale Lindahl sfoggia un The Monster, libro per ragazzi rie infernali”.
talento naturale che era già evi- di Babette Cole che racconta di
dente nei lavori precedenti - l’EP un mostro rapito da un circo iti-
Antarktis e gli album Transpa- nerante e del pony che parte alla
rent Knives, Red Tide e Feed The sua ricerca, ed è stata ispirata per

TESTO DI Letizia Bognanni

RUMOREMAG.COM | 23
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MANUEL
LITTLE HAG PISTACCHIO
DOVE: QUANDO: DOVE: QUANDO:
Asbury Park, New Jersey, USA dal 2016 Rimini/Ravenna/Bologna, Italia dal 2018

ONLINE: littlehag.com ONLINE: facebook.com/manuel.pistacchio

COSA:
COSA:
Il cuore, lo “scordato strumento”
Corrosivo cantautorato folk rock
del quartetto romagnolo

IL DISCO: IL DISCO:
BREAKFAST EP SCORDATO CUORE
BAR/NONE, 2021 BRUTTURE MODERNE, 20211

“Cosa è successo a Avery Jane?” si domandava nel suo A Diego Pasini e Lorenzo Camera si sono uniti Arianna
primo album per Bar/None. Più che un vero e proprio Pasini e Francesco Giampaoli, già Sacri Cuori e produt-
esordio, una raccolta di singoli pubblicati in larga parte tore dell’esordio. “La rivoluzione sono Arianna e Fran-
su Bandcamp quando ancora si faceva chiamare con il cesco. Hanno portato idee cruciali negli arrangiamenti.
suo nome: Avery Mandeville. Abituata sin da giovanissi- Con la regia di Lorenzo e Francesco ognuno è riuscito a
ma a confinare la vita in piccoli e pugnaci brani folk rock emergere secondo le proprie qualità. I brani sono liberi
per presentarli nelle locali open mic nights, la giovane da concetti di forma e stile, seguono l’evocazione del
stella della florida scena di Asbury Park firmava il suo testo, l’immaginario del passato”, dicono.
primo contratto quando il mondo intorno chiudeva i
battenti. Questo secondo album è ispirato a Montale. “Scorda-
to Cuore si rifà a Corno Inglese, sua poesia che recita:
I mesi del lockdown sono stati creativamente febbrili, al ‘Suonasse te pure stasera scordato strumento, cuore’.
punto da ridefinirne il profilo artistico. Attorno a lei si è La cornice giusta per il disco. Il cuore è il punto più
coagulata una vera e propria band, destinata a trasfor- interno e puro della spiritualità. L’essenza generatrice
marne le solitarie elucubrazioni in spigolosi brani rock. della vita in equilibrio con l’energia del mondo e oltre le
Nel 2020 arrivava così primo album, fortemente influen- emozioni individuali. ‘Scordato’ significa sia dimenticato
zato dalla vita durante la pandemia e in cui per la prima sia disarmonico, a sottolineare il pessimo rapporto che
volta svelava al mondo la disarmante sincerità e toccante abbiamo oggi con la spiritualità. Viviamo un momento
ironia dei suoi testi. Uno stile destinato a farsi sempre catastrofico legato al Covid e ai cambiamenti climatici. I
più viscerale. Tanto che il nuovo EP Breakfast (che con nostri problemi nascono dalla materialità, dal consumo.
brani dal titolo Piss, Blood e Cum si presenta come una Volevamo un disco che contrastasse la disillusione del
specie di trilogia dei fluidi corporei) potrebbe lanciarla futuro, parlando di amicizia, contaminazione e diversità,
come sorta di erede diretta di Angel Olsen, fra le cantau- potenza, bellezza interiore e rinascita. In un paesaggio
trici più brillanti della sua generazione. sonoro disarmonico e instabile”.

TESTO DI Diego Ballani TESTO DI Barbara Santi

24 | RUMOREMAG.COM
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NEWDAD SARRAM
DOVE: QUANDO: DOVE: QUANDO:
Galway, Irlanda dal 2018 Nuoro, Italia dal 2017

ONLINE: ffm.bio/newdad ONLINE: sarram.bandcamp.com

COSA:
COSA:
Enciclopedico indie rock
Oltre il muro del suono
in chiave dreamy

IL DISCO: IL DISCO:
WAVES ALBERO
FAIR YOUTH, 2021 SUBSOUND, 2021

L’aurea vena d’Irlanda non accenna ad esaurirsi. Gli “La musica c’è sempre stata, grazie a una famiglia che
ultimi in ordine di tempo sono questi NewDad, esponen- ha sempre creduto fermamente nell’equazione musica
ti (insieme a band come i Just Mustard) dell’avamposto uguale cultura. In realtà il mio primo strumento è stato
più dreamy della nuova scena. Nel loro caso, a plasmar- il violino, poi abbandonato molti anni dopo per dedicar-
ne il sound ha contribuito lo spirito bohémien e tradizio- mi totalmente alla chitarra”. L’esplorazione, la percezio-
nalista di Galway, la loro città natale. “Dobbiamo aver ne e, infine, l’alterazione del suono sono i cardini della
suonato con ogni musicista passato da qui”, affermano, composizione non convenzionale di Valerio Marras. Dal
“quindi tutta la musica più strana è filtrata inconscia- 2017 tutti i quattro dischi pubblicati sono significativa-
mente nelle nostre canzoni”. mente influenzati dalla sua terra di origine.

Più che “strana”, la loro musica è in realtà un blend ben La lontananza dai grandi centri urbani e l’isolazionismo
calibrato di indie rock degli ultimi 40 anni. Una fusione isolano sembrano paradossalmente aver influenzato
fra le profonde linee di basso dei Cure e le distorsioni positivamente il musicista sardo: “Ho sempre visto e
dei Pixies officiata fra fumi shoegaze. A tenere sotto vissuto mare e montagna in maniera molto romantica
controllo il tasso di nostalgia ci pensa innanzitutto il e, seppur in modi diversi, entrambi hanno influenzato e
languore intimista della cantante Julia Dawson, il cui arricchito i miei orizzonti sonori”. Poi l’ultimo lavoro lo
sussurro appena percettibile rimanda al pop introverso ha catapultato oltre il muro del suono. “Al contrario di
degli xx. C’è poi la produzione fiammante di Chris Ryan, quanto fatto in precedenza, Albero rappresenta il tenta-
che ha donato al loro primo EP la delicata lucentezza di tivo di declinare il suono in frequenza e non in lunghez-
nuovi artisti come Wolf Alice e Beabadoobee. Ora, dopo za. Ho inciso lunghe sessioni con l’idea di mantenere
la lunga pausa del lockdown, sono pronti per ritornare in tutto sempre in sospensione, non ricreando un monolite
pista, in attesa di un album d’esordio che ne testi il valo- come Four Movements Of A Shade ma rendendo il suono
re sulla lunga distanza. più orchestrale e meno spinto”. Obiettivo ampiamente
raggiunto.

TESTO DI Diego Ballani TESTO DI Antonio Briozzo

RUMOREMAG.COM | 25
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SUFJAN
STEVENS
ANGELO DE
&
AUGUSTINE

LO SGUARDO
INNOCEN T E
T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O
F O T O D I J E S S C O L L I N S , E VA N S R I C H A R D S O N

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diventano archetipi per provare, ancora una volta,


a parlare di vita, morte e memoria. I film diventano
sorgenti d’idee, i personaggi simboli di qualcosa che quei
film non dicevano, o che forse a noi all’epoca era sfuggito.
Si scrivono versi e cori, Sufjan interviene con il suo soffio
orchestrale, o ambientale, dove necessario. Angelo regala
la sua fragilità alla causa. In una casa perduta nei boschi
dello stato di New York, mentre l’America si rompe, un
pezzettino in più ogni giorno. Forse, inconsapevolmente,
stanno consegnando un nuovo pugno di riflessioni
sussurrate a un paese che affonda in un presente sempre
più disilluso, cercando di preservarne il passato e i suoi
riti. Per una volta, ancora. Se glielo chiedi, ti diranno che
è un gesto casuale ma, di certo, è di conforto pensarlo.
Proviamo a stanarli. Angelo collegato da Los Angeles, con
un torcicollo che lo rende ancora più elusivo, Sufjan da
New York. E, aprendo la porta, cerchiamo in seguito di
parlare di vita, fede e ricordo con Sufjan, sperando che,
come sempre, mentre il mondo là fuori non concede un
attimo di respiro, possa farci intravedere un raggio di
luce.

tati Uniti, 2021. L’illusione della fine della pandemia è


stata spazzata via dalla variante Delta e dall’incapacità
dell’uomo di accettare la sfida per provare a vincerla
attraverso rinunce immediate alla propria libertà. Intanto
un presidente si trova in difficoltà nel mettere fine a una Quali ragioni intime si celano dietro A Beginner’s
lunga e inutile guerra in un paese lontano (l’Afghanistan), Mind?
e il pianeta Terra, con i suoi uragani sempre più violenti, Angelo De Augustine: “Ci siamo semplicemente messi
continua a ricordare a una parte del paese che l’ultimo a guardare film insieme la notte. Ci eravamo trovati per
minuto per occuparsi del futuro ambientale sta scadendo, scrivere qualche canzone, senza altro scopo. Non pensava-
o forse è già scaduto. Le persone finiscono per chiudersi mo che avremmo scritto dei pezzi ispirati dai film. Poi, ap-
sempre di più in casa. L’accoppiata “film e cena”, da punto, abbiamo iniziato a parlare di ciò che guardavamo
piacevole routine, diventa chimera. La seconda più grande insieme, rendendoci conto che alcune di quelle idee entra-
catena di cinema del paese, la Regal, chiude i battenti. La vano dentro la musica che scrivevamo durante il giorno.
prima, la AMC, è comunque a rischio. Niente è più come Così abbiamo deciso di continuare su quella strada”.
un tempo e quello che sarà non è mai stato così incerto. Sufjan Stevens: “Non credere che sia stato qualcosa di così
Stati Uniti, 2021 (o 2020): due cantautori e compagni profondo. L’abbiamo fatto perché ci siamo resi conto che
d’etichetta (l’Asthmatic Kitty) decidono di trovarsi per era quello che stava accadendo. Abbiamo seguito quella
scrivere un pugno di nuove canzoni. Uno è Angelo De pista, in modo del tutto fortuito”.
Augustine, autore di due EP e tre album dal 2014 a oggi,
custode di un passato privato sempre troppo doloroso,
da accarezzare con melodie fragili, intime, mai oltre la Che metodo avete seguito per tradurre le immagi-
soglia di arrangiamenti reclusivi al limite dell’imbarazzo. ni in musica e testi?
L’altro è Sufjan Stevens. Uno che sull’epica del ricordo, S.S.: “È stato diverso per ogni canzone. In qualche caso
della propria vita, di una certa geografia sentimentale abbiamo visto i film insieme e poi scritto i pezzi insieme,
e dei propri miti, del Natale come gioia e solitudine in altri ognuno di noi ha visto un film e iniziato il pezzo
e della famiglia come dolore, ha costruito un canone (per lo più Angelo), poi l’altro ci si agganciava. E poi ci
ineludibile per il nuovo folk americano degli ultimi 20 sono casi in cui abbiamo scritto la canzone senza neanche
anni. Si prendono un mese sabbatico, si chiudono nella aver visto il film. Giusto, Angelo? Ad esempio Angelo ha
proverbiale casa in mezzo alla foresta, nel nord dello scritto gran parte di Fictional California, il pezzo ispirato
stato di New York, e la notte iniziano a guardare dei film a Bring It On Again, un film leggero sulle cheerleaders
insieme. Di giorno parlano di quegli stessi film. Uno ne che però non aveva mai visto. Mentre io lo avevo visto una
consiglia altri all’amico, e pian piano quei personaggi di quarantina di volte, è uno di quei DVD sempre presenti sul
celluloide, eroici, bizzarri, adorabili, orribili, paurosi, nostro tour bus. Insomma, lo guardavamo sempre mentre

TAG: #romcom #strategieoblique #fakeittillyoumakeit #revisionismo #fede ONLINE: music.sufjan.com angelodeaugustine.com

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un ricordo. Chissà se le persone torneranno a sentirsi così


sicure da ritornare in una sala cinematografica”.
« I L C I E LO S O P R A B E R L I N O È A N C H ’ E S S O A.D.A.: “Io mi ricordo quando andavo da Blockbuster con
mio padre. Giravo con lui per gli scaffali e prendevamo
I N T R AT T E N I M E N T O . P R O P R I O C O M E
due film che avremmo poi guardato insieme. Eravamo
IN UN FIL M M ARVEL , I PERSONAGGI ossessionati da Scontro Fra Titani e Gli Argonauti. È uno
dei ricordi più belli che ho di quando ero bambino, c’era
V E N G O N O D A U N A LT R O M O N D O , C O N
ancora mio padre ed era divertente stare insieme, sceglie-
I LO RO P OT ERI E I LO RO PRO B L E MI . re i film e poi guardarli”.
SOLO CHE IN V ECE DI ES SERE
Come avete lavorato insieme ai pezzi? Dove inizia
SUPEREROI SONO ANGELI» il contributo di uno e finisce quello dell’altro?
-S U FJA N S T E V E N S - S.S.: “Abbiamo arrangiato i pezzi da soli. Ho usato piano e
chitarra come basi, perché avevamo deciso unanimemen-
te (e forse inconsciamente) che questo sarebbe stato un
album folk. Non so perché, è andata così. Non scrivevo da
tempo con la chitarra ed è stato un bene per me riabituar-
mici. Molta della musica è intrinsecamente collaborativa.
andavamo in giro a suonare. Mi ha sempre affascinato
Angelo scriveva un verso e io lavoravo sui cori. Altre sono
perché è la tipica commedia romantica americana (rom
solo sue”.
com, nda) che non corre mai il rischio di avventurarsi al di
là dei propri obbiettivi, resta superficiale nel miglior modo
Come mai avete citato le Oblique Strategies,
possibile. L’idea di base del pezzo però è di Angelo”.
il mazzo di carte di Brian Eno, tra le influenze
A.D.A.: “Avevo semplicemente letto qualcosa su quel film”. dell’album?
A.D.A.: “È venuto fuori come una burla. Non mi pare che
Qual è il vostro primo ricordo d’infanzia riguar-
abbiamo davvero usato le carte per aiutarci nelle scelte.
dante il cinema, o i film?
Forse funziona di più con la pittura”.
S.S.: “Il mio è particolarmente sorprendente. Certo, mi
S.S.: “Credo che durante il processo creativo avvengano
ricordo la prima volta che ho visto i cartoni animati di
molti incidenti. È un approccio che condividiamo sia io
Disney o Star Wars, ma il mio ricordo speciale riguarda il
che Angelo. Non abbiamo mai il completo controllo di ciò
mio settimo compleanno. I miei genitori mi permisero di
che succede. Ci sono momenti in cui vai semplicemente
andare a vedere La Cosa di John Carpenter e Kaan Prin-
alla deriva e questo fa parte del processo creativo. È un
cipe Guerriero, in doppia programmazione, due film al
po’ fake it till you make it (‘fingi fino a quando non ottieni
prezzo di uno. È stato uno di quei rari compleanni in cui
il risultato’). È una sorta di pietra angolare del mio ap-
mi hanno permesso di fare tutto ciò che volevo. Vengo da
proccio. Credo valga anche per te Angelo”.
una famiglia molto numerosa e con così tanti bambini i
compleanni non erano una roba particolarmente specia- A.D.A.: “Sì, credo di sì. Sono tantissime le parti in movi-
le. Inoltre sono nato d’estate, in genere non ci sono molte mento quando scrivi, le cose che non controlli. E spesso
persone intorno per poter festeggiare. Ma quell’anno i miei sono quelle che ti portano in una certa direzione se dai
genitori mi regalarono il doppio biglietto e poi andammo loro ascolto. Molte volte gli errori ricoprono il ruolo di
insieme da Chuck E Cheese (catena di sale giochi e fast santi che ti guidano verso qualcosa che per te si rivela del
food americana, nda). Ero da solo, per qualche ragione i tutto nuovo”.
miei fratelli erano fuori città. Me la ricordo ancora bene S.S.: “Uno sforzo concertato e pianificato in genere è un
quella giornata. Tutto ciò sta scomparendo, non solo per la ostacolo insormontabile quando cerchi di produrre qual-
pandemia ma anche perché la gente preferisce guardarsi cosa di fresco e puro. Il nostro riferimento alla strategie
i film a casa. Questa specie di comunione sta diventando oblique e all’I Ching è traducibile come la capacità che ab-

DAL MICHIGAN AL CUORE DEL MONDO: 20 ANNI DI DISARMANTE INNOCENZA IN DIECI CANZONI

WE ARE WHAT FOR THE ALL THE TREES CHICAGO CASIMIR


YOU SAY WIDOWS IN OF THE FIELD… ILLINOISE PULASKI DAY
A SUN CAME! PARADISE… SEVEN SWANS (ASTHMATIC KITT Y, 2005) ILLINOISE
(ASTHMATIC KITT Y, 2000) GREETINGS FROM MICHIGAN (ASTHMATIC KITT Y, 2004) (ASTHMATIC KITT Y, 2005)
THE GREAT LAKE STATE
(ASTHMATIC KITT Y, 2003)

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biamo di accettare gli incidenti in quanto parte fondante stuzzicato il nostro interesse. Non credo che abbiamo mi-
della scoperta di qualcosa di nuovo”. schiato intenzionalmente cinema alto e basso. Mescolare
le fonti è come ammettere che quel genere di distinzione è
La scelta dei film mischia cinema d’essai (Il Cielo del tutto arbitraria. Guarda i film della Marvel e il film di
Sopra Berlino o Lacrimae Rerum) con pellicole Wim Wenders che abbiamo scelto. Il Cielo Sopra Berlino è
più popolari. È un approccio deliberato? anch’esso intrattenimento. Proprio come in un film Mar-
A.D.A.: “Ce li consigliavamo a vicenda. E poi c’erano alcu- vel, i personaggi vengono da un altro mondo, con i loro
ni film che ci avevano colpiti da piccoli e volevamo analiz- poteri e i loro problemi. Solo che invece di essere supere-
zarli da adulti”. roi sono angeli”.
S.S.: “Credo che il cinema sia una forma d’arte relativa-
mente nuova. Soprattutto se confrontata con l’intero arco C’è sempre una sorta di ambivalenza nei per-
artistico e culturale umano. Ed è anche nato come forma sonaggi dei film che avete tradotto in canzoni.
d’arte popolare, all’inizio le immagini in movimento ave- Anche quelli apparentemente più malvagi (il ce-
vano lo scopo d’intrattenere il pubblico. Quindi l’intrat- nobita di Hellraiser o il mostro mutaforma de La
tenimento è comunque una componente fondamentale Cosa) vengono analizzati secondo una prospettiva
ancora oggi, anche se ci sono dei film elevati, che hanno inedita, rivelando una sorprendente fragilità.

ONLY AT FUTILE DEATH WITH THE ONLY MYSTERY


CHRISTMAS DEVICES DIGNITY THING OF LOVE
TIME THE AGE OF ADZ CARRIE & LOWELL CARRIE & LOWELL MYSTERY OF LOVE EP
SONGS FOR CHRISTMAS (ASTHMATIC KITT Y, 2010) (ASTHMATIC KITT Y, 2015) (ASTHMATIC KITT Y, 2015) (ASTHMATIC KITTY, 2018)
(ASTHMATIC KITT Y, 2006)

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A.D.A.: “Abbiamo tentato di osservare i personaggi sca- Sufjan, andando indietro fino al 2000, quando
vando oltre le logiche che li hanno plasmati. Come quando pubblicasti il tuo esordio, A Sun Came!, come
giri la rotella dello zoom di un microscopio e scopri parti giudichi quel disco? Che cosa cambieresti even-
dell’immagine che fino ad allora erano nascoste alla vista. tualmente?
Abbiamo cercato di dare nuovi significati ai personaggi, S.S.: “Oddio, che domanda orribile. È una domanda me-
sfumature che magari sfuggono guardando il film una sola schina (ride, nda). Ma certo! La vita è tutta un rimpianto.
volta”. Sai, ogni volta che finisco un nuovo progetto l’opinione
S.S.: “C’è tanto revisionismo in queste canzoni, nel modo che ne ho si sgonfia rapidamente. Ne sono talmente stufo
in cui abbiamo preso in prestito i personaggi per riappro- che sono pronto a focalizzarmi sui miei prossimi passi.
priarci dei loro tratti distintivi. Abbiamo applicato quei Non so se questa possa essere definita una stoica resi-
frammenti a idee e prospettive squisitamente nostre. I stenza al rimpianto, oppure semplice realismo. In realtà,
pezzi riflettono di più noi come persone e autori che i film. non mi piace passare troppo tempo a pensare al passato.
Siamo due cantautori intuitivi e riflessivi, nel nostro ap- Non prescrivo a nessuno il rimpianto, perché è semplice-
proccio l’empatia gioca un ruolo fondamentale. E anche il mente una perdita di tempo. Ovviamente avrei fatto al-
perdono, se pensi che tutti quei film hanno qualche proble- cune cose diversamente, ma alla fine non puoi farci nulla.
ma. Non solo per i personaggi, ma per come e quando sono Perché non sei più quello che eri allora. Credo sia molto
stati girati, il loro contesto politico. Noi li abbiamo guar- importante restare sul presente e focalizzarti su ciò che
dati, estraendone i temi per riappropriarcene, cercando sei chiamato a fare oggi. Dimentica il passato, tanto non
di essere più comprensivi ed empatici. E alla fine abbiamo lo puoi cambiare”.
capito quei personaggi in modo più profondo, arrivando a
crearne di nuovi”. In qualche modo (anche al di là della tua volontà)
sei diventato una sorta di nuovo canone per la
Se vi dessi da scegliere un film che non è finito tra musica folk americana. Come percepisci questo
le fonti d’ispirazione del disco ma sul quale potre- status? È più un peso o un onore?
ste scrivere una canzone, quale sarebbe la scelta S.S.: “Questo tipo di analisi è lavoro per critici musicali
di ciascuno di voi? come te. Non posseggo neppure lontanamente il genere
S.S.: “Sono talmente tanti quelli che non ce l’hanno fatta!” di consapevolezza e percezione che occorre per dichiara-
re qualcosa del genere. Non è il modo in cui vivo o lavoro,
A.D.A.: “I vari episodi de La Casa di Sam Raimi. Dovrem-
o percepisco me stesso. La descrizione di me in quanto
mo farli”.
artista americano finisce con la geografia. Vivo negli
S.S.: “Uno dei miei preferiti resta Showgirls. Potremmo Stati Uniti e sono cresciuto qui. Mi rendo conto che una
fare quello (L’ufficio stampa mi ha poi confessato di aver buona parte del mio lavoro si immerge nella storia ameri-
ringraziato il cielo che non ci fosse quel film. Sarebbe stato cana, ma mi piace pensare di essere un artista globale, in
un incubo giustificarne la presenza nel contesto attuale, grado di descrivere attraverso la musica una esperienza
nda). È stato nella mia top ten per tanto tempo. Sono un umana universale. Il resto è contesto, coincidenza. Lo si
grande fan di Paul Verhoeven. I suoi film sono insensati, può dire di altri che fanno musica qui negli Stati Uniti.
così problematici e strani. Come Robocop, un vero classi- Di Beyoncé, Kanye West o Will Oldham. Non credo ci sia
co!” qualcosa di unico che mi contraddistingua o mi renda
A.D.A.: “Qual è quel film in cui la protagonista prende un più americano di altri. Anche perché è sempre molto
pezzo di ghiaccio e lo conficca nell’occhio di un uomo?” complicato distillare il reale significato di cantautorato
S.S.: “Basic Instinct. Magnifico”. americano. È un casino, ed è ovunque. Cambia continua-
mente e in fretta. Scrivere dell’America significa scrivere
di un eterno conflitto. Se vuoi, un tratto che mi identifica,
Immagino una canzone intimamente folk su Basic
fin dal primo giorno, è il mio catatonico e costante senso
Instinct…
di rivelazione quotidiana. Mi permette di espormi e di
(Ridono entrambi, nda)
esprimermi ed è probabilmente una caratteristica molto
A.D.A.: “insieme abbiamo anche visto 1997 Fuga Da New americana”.
York”.
S.S.: “Angelo, non lo abbiamo neanche finito… quel film Abbiamo già fatto i conti col passato, ma è inne-
non ha superato la prova del tempo. Passa il confine un po’ gabile che la memoria sia una chiave di accesso
troppe volte. No, decisamente”. fondamentale alla tua musica. Ricordi d’infan-

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zia, di una nazione, di personaggi famosi. Custo- occhio più ottimista. Questo approccio è importante, oggi
dire il ricordo continua a essere un motore per più che mai”.
te?
S.S.: “Credo sia vitale per quello che faccio. Nonostante la Guardando un film con gli occhi di un bambino,
mia naturale riluttanza a vivere nel passato e il mio desi- riusciamo a distinguere il Bene dal Male senza ne-
derio di proiettarmi nel presente sento ancora di essere cessità di ulteriori guide, senza impantanarci in
definito dalla memoria. Credo che questo valga un po’ zone grigie. Quanto è importante per te avere uno
per tutti noi, che conteniamo moltitudini e assimiliamo sguardo innocente sulle cose, soprattutto adesso
continuamente, costruiamo e ascendiamo sulla base di che il mondo sembra frantumarsi ogni giorno di
chi è venuto prima di noi. Significa essere umani. È una più?
lotta continua, perché non mi piace essere gravato dal mio S.S.: “È dura. Credo sia molto importante avere la mente
io precedente. Voglio rinascere ogni giorno e strutturo la di un bambino. È così che interpreto il peso dell’esistenza.
mia vita sull’essere presente qui e adesso. Ma è innegabile Vorrei rinascere bambino ogni giorno, per percepire le
che la mia musica sia ispirata dal passato. Forse perché cose con quella apertura e quel senso di novità. La storia
sento di poter parlare di quanto è accaduto prima, con il ci stanca e ne sentiamo il peso, il peso dell’esperienza
beneficio della saggezza che offre il senno di poi. Riesco umana offusca il nostro senso di realtà e di speranza.
a comprendere me stesso in un modo più oggettivo. È Credo sia quasi un dovere esprimere il senso di meraviglia
difficile fidarsi della verità del presente, perché è neces- con la pratica quotidiana. Il titolo del disco parla proprio
sario passarci attraverso, processarla. Ma allo stesso di quello, a beginner’s mind, la mente del principiante.
tempo cerco strenuamente di affidarmi sempre meno al Una apertura pura, che diventa imperativa oggi. Tendia-
passato. Più divento vecchio, meno ho voglia di accendere mo a dimenticare troppo in fretta l’evidenza della verità e
quell’interruttore. E spero che il mio lavoro recente riflet- della bellezza che sono intorno a noi. Le cose che in realtà
ta questa intenzione. Non lo so, forse è solo una speranza funzionano, nonostante tutto. Certo, ci sono una marea
che non riesco ancora a manifestare con la mia musica. di aspetti della società da sistemare, e saremo chiamati a
Sicuramente sono intenzionato a muovermi lungo questa una prova durissima. È sempre accaduto, e accadrà anco-
direzione”. ra. Ieri, oggi, nel prossimo secolo. Ci vorranno nuovi modi
di pensare, di percepire, di credere, perché il modo in cui
La componente spirituale dei tuoi testi è un’altra abbiamo sviluppato la società fin qui non è più sosteni-
caratteristica ben riconoscibile. Il simbolismo bile. L’evidenza è inequivocabile. Siamo chiamati a fare
presente nei tuoi testi, se non può dirsi stretta- un sacco di cambiamenti dell’ultimo minuto. Possiamo
mente religioso, ha una forte carica evocativa in compierli, non è la fine del mondo. Ci facciamo ingannare
riferimento al sacro. Come è cambiata la tua fede troppo spesso da tutte quelle visioni apocalittiche, molte
nel tempo? sono puro melodramma. Sarà complicato ma ce la faremo.
S.S.: “La mia fede è in continuo movimento. La sua base, Un po’ come la mia musica negli ultimi 20 anni: un adora-
fondamentale, è il fatto che non posso arrivare a fine bile disastro”.
giornata senza cercare di capire il mondo a un livello spi-
rituale. Mi da un senso di speranza e di scopo percepire Un altro aspetto importante del tuo approccio alla
che ogni cosa intorno a me ha una sua risonanza. La parte scrittura è la necessità di legare i pezzi di ogni tuo
fisica del mondo può essere spesso disturbante e delu- nuovo album a un concetto specifico. La religione
dente. Mi piace questa pratica giornaliera con cui provo per Seven Swans, una geografia sentimentale per
a sopportare il mondo fisico investendo parte del mio Michigan e Illinois, il Natale come metafora di
tempo nel guardarlo con un senso estatico e trascenden- famiglia e solitudine nei due box natalizi, il dolore
te. Non è tanto ciò che vedo, tocco o sento, perché credo e ancora la famiglia in Carrie & Lowell. Come mai
che ci sia molto di più nella vita e nell’universo, cose che ci deve sempre essere un filo conduttore in ogni
semplicemente non vogliamo o non possiamo capire. Non tuo nuovo progetto?
voglio mai perdere quel senso di mistero, voglio aggrap- S.S.: “Il filo conduttore è uno strumento pratico per me.
parmici, per quanto possibile. La mia relazione con Dio, Innesca la mia produttività. È la descrizione più sempli-
la mia pratica spirituale, le mie preghiere giornaliere, la ce possibile, non è molto profonda, me ne rendo conto.
meditazione, sono fondamentali per me. Forse sono una Abbiamo creato un disco sui film, e la cosa è avvenuta
stampella per arrivare alla fine del giorno illeso e men- accidentalmente. Quando è successo abbiamo semplice-
talmente stabile, ma mi aiutano a vedere il mondo con un mente abbracciato l’idea. Se vuoi è una prova della nostra

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capacità creativa, quella di seguire un tema che leghi un
intero album, ma poco ha a che vedere con la natura del
concetto stesso. Potevamo non dire a nessuno che quelle
«CREDO CHE SI DIVENTI canzoni parlavano di film e sarebbero comunque arrivate
CONDISCENDENTI QUANDO SI a chi le ascolta. Credo sia importante non mettere troppa
enfasi sul concetto che lega il tutto, anche se non posso
R I M P I A N G E U N A C E R TA D E C I S I O N E negare che identifichi il mio metodo di lavoro. Per me è
D E L P A S S AT O P E R C H É L A S I I S O L A come dire: ‘Devo scrivere questi nuovi pezzi e ho bisogno
di concentrarmi. Ok, componiamo un balletto utilizzan-
DA L CO N T ES TO. Q U EL L A D ECISI O NE, do due pianoforti, facciamolo lungo 30 minuti e diviso
P U R E S S E N D O M A L I N F O R M ATA in sette movimenti. E poi iniziamo a pensare alla forma
con cui vestirlo’. Una cosa stupida, ma molto utile. Vorrei
O DISA STROSA , NE GENER A UNA
poter affermare che si nasconde una grande autorevolezza
S U C C E S S I VA , R I V E L A N D O U N dietro a questo tipo di decisioni, ma in realtà molte sono
PERCORSO CHE NON PUÒ PIÙ ESSERE davvero casuali. Però la vita a essere casuale! Prendiamo
continuamente delle decisioni reagendo, esagerando,
M O D I F I C AT O . I O G U A R D O A L P A S S AT O minimizzando, e troviamo una strada che, guardandola
CERC ANDO QUELL A SEQUENZ A , retrospettivamente, rivela una sequenza determinata
da certi comportamenti e decisioni. Questo si lega alla
CONTESTUALIZ Z ANDOL A , CERC ANDO tua domanda sul rimpianto. Credo che si diventi condi-
D I V E D E R E C H E C O S A H A F U N Z I O N AT O scendenti quando si rimpiange una certa decisione del
passato perché la si isola dal contesto. Quella decisione,
E COS A N O. Q U ES TO PRO CES SO
pur essendo malinformata o disastrosa, ne genera una
M I P ER M E T T E D I S V I LU P PA R E D EI successiva, rivelando un percorso che non può più essere
C O N C E T T I C H E D I V E N TA N O P O I modificato. Io guardo al passato cercando quella sequen-
za, contestualizzandola, cercando di vedere che cosa ha
C ATA L I Z Z AT O R I C R E AT I V I » funzionato e cosa no. Questo processo mi permette di svi-
luppare dei concetti che diventano poi catalizzatori crea-
-S U FJA N S T E V E N S -
tivi. Se è il cinema a costringermi a sedermi al tavolo e a
lavorare, ben venga. Lo farò volentieri e con obbedienza,
come un cane che viene addestrato”.

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S U FJ AN S TE VE N S & A NGE LO DE AU GU STINE T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

C’è questa immagine della tua opera musicale: definitivamente tramontato? Per molti rappresen-
una creatura a due teste. Da una parte il lato in- ta tuttora una sfida mitologica.
timista e folk, dall’altra la tua avida curiosità nei S.S.: “Mi spiace molto per questa cosa. Dopo Illinois non
confronti della musica ambient e dell’elettronica ci ho più davvero pensato. Quando qualcuno me lo chiede
in genere. Qual è il catalizzatore che ti porta da mi sento davvero stupido. Purtroppo le mie nuove idee si
un ambito all’altro?
muovono molto velocemente”.
S.S.: “Molto dipende dalla mia curiosità. Investigare il
suono è la mia attività preferita. Scrivere canzoni può es- Peccato, mi avrebbe incuriosito ascoltare almeno
sere un lavoro molto cerebrale e carico di peso narrativo, un EP sullo stato del Texas.
richiede molta attenzione e la capacità di costruire con la (Ride di gusto, nda).
creatività. L’approccio al suono è molto più impulsivo, è
un ambito più astratto e spirituale. Non necessita di spie- Chicago è una delle canzoni cardine della musica
gazioni né di venire ricondotto al significato letterale. Le pop degli ultimi 20 anni. Probabilmente ha rag-
mie escursioni nel collage di suoni o nella ambient music giunto il cuore di molte persone ben al di là delle
sono come una avventura misteriosa oltre i bastioni del
tue iniziali aspettative. Qual è il tuo rapporto con
mondo conosciuto. Una esperienza sacra. Probabilmente
quel pezzo oggi?
il valore che do alla mia ricerca sul suono è maggiore di
quello che le danno i miei ascoltatori, perché il suo signi- S.S.: “Credi che sia davvero così? Dammi i dati che lo
ficato è molto meno riconoscibile. Alla fine però è la musi- dimostrano (ride, nda). Quel pezzo è così speciale perché
ca che ascolto di più. Musica strumentale che gran parte cattura un momento della mia vita in cui le cose cam-
della gente considererebbe un sottofondo, una roba da biavano molto velocemente, transitavo da una stagione
installazione artistica. Per me invece è importante, anche all’altra. Oggi non comprendo affatto la persona di cui
come fonte da cui attingere i miei arrangiamenti quando parla quella canzone. Forse perché ho 46 anni e, sfortu-
scrivo canzoni. Con l’età il mio interesse per le atmosfere natamente, il senso di scoperta e di immaginazione nella
cosmiche è cresciuto in modo viscerale”. mia vita è diminuito parecchio. Resta comunque una can-
zone speciale, anche se non ne colgo più il significato come
So che hai già risposto molte volte a questa do- allora. Non posso più dire molto sulla mia musica di quel
manda, ma il tuo progetto sui 50 stati dell’Unione periodo. È come spiegare, oggi, una mia dichiarazione
che prevedeva un album (o un EP) per ciascuno è d’intenti di quando avevo 20 anni. È molto difficile”.

TO M M A S O C A P P E L L ATO
(FOTO DI Y VO N N E S C H M E D E M A N N)

SUFJAN STEVENS & A BEGINNER’S


ANGELO DE AUGUSTINE MIND
ASTHMATIC KITTY

La copertina disegnata da Daniel Anum Jasper riprende i suoi mi- e, soprattutto, Lacrimae Rerum, corto di Nikolaidis). I due amici/
tici poster che promuovevano le proiezioni di fortuna di blockbu- colleghi ricamano su un tessuto melodico di acustica fragilità
ster USA in Ghana, alla fine degli anni 80. Immagini popolate caro a entrambi, attraversato da testi simbolici. Per disegnare il
da creature fantastiche, semidei, demoni, distillate dalle poche senso dell’esistenza e della morte su personaggi eroici o aberranti,
informazioni che i coraggiosi cinefili ghanesi avevano su quei film. non importa quale dei due si celi dietro all’innocente falsetto, o
Un universo di suggestioni create da un occhio innocente e puro. dove finisca la ritrosia acustica dell’uno e inizi l’estro orchestrale
Come queste canzoni, venute fuori quasi per caso, da notti insonni
dell’altro. Le tracce di quanto già sapevamo sulla reinvenzione folk
davanti a un video casalingo, da discussioni su ricordi d’infanzia,
di Sufjan Stevens sono, comunque, tutte presenti. Nel crescen-
quando il cinema apriva le porte a un mondo sorprendente. E qui
raccolte, con una dedica a Jonathan Demme, compianto regista do gentile di Reach Out, nel mistero acustico di Pillar Of Souls,
del Silenzio Degli Innocenti, uno dei film scelti come riferimento nel groove casalingo di Back To Oz, nello strumming pregiato
(il pezzo è Cimmerian Shade). Per il resto, un pugno di ricordi di Olympus, nell’intimità pianistica di (This Is) A Thing. Perché
da educazione adolescenziale americana anni 80 (dagli horror, quando tutte le cose smettono di crescere bisogna tornare ad acca-
Hellraiser e La Cosa, alla sci fi di Mad Max, alla rom com di rezzarle, per ricordarsi che c’è vita oltre la morte.
Bring It On Again), e qualche vezzo d’essai (Il Cielo Sopra Berlino 81/100
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BADBAD
NOTGOOD
-GIOCO DI SQUADRA
-

S
embra quasi paradossale come, in un avidamente con i video della crew Odd Future di Tyler,
anno e mezzo in cui l’isolamento forzato The Creator e i collage di rap evoluto di MF Doom.
delle persone si è impadronito della L’ibridazione è solo l’inevitabile passo successivo. Par-
scena sociale, l’emersione e lo svilup- tendo da cover esplosive di artisti noti, fino alle mille
po di collettivi musicali sia diventato collaborazioni con produttori hip hop e musicisti di
quasi una costante. E che, con loro, il varia estrazione, costruiscono un loro suono peculiare
jazz sia diventato spesso strumento d’espressione che e transgenico, che si alimenta di contemporaneità aber-
si reinventa, in nuove mani curiose. Da una parte i rata in chiave neopsichedelica e di radici che pescano
progetti nu soul (ma non solo) di Sault e Mourning [A] nella storia della musica nera. Cinque album (fra cui
BLKStar, vere comunità di scrittura ed esecuzione, per Sour Soul del 2015, con Ghostface Killah del Wu-Tang
vocazione e per principio. Dall’altra il fiorire di etichette Clan) che decostruiscono le esigenze del ritmo in 4/4,
di jazz alternativo come la International Anthem o tutto rimescolano stilemi pop, elaborano crescendo coinvol-
il movimento britannico dietro a Shabaka Hutchings, genti e sospensioni celestiali, si abbeverano al passato
che strutturano le loro proposte su esperienze di con- da una prospettiva libera e non accademica. Esibizioni
tinua collaborazione e apertura a nuovi mondi. Collet- dal vivo che diventano gioiose terapie di gruppo per
tivi aperti e jazz inteso come linfa sonora, per nuovi un pubblico onnivoro e alieno a barriere di genere.
strumentisti poco interessati a glorificarne la purezza, Un mondo nuovo e pulsante che costruisce un seguito
curiosi piuttosto di affrontare nuovi processi d’ibrida- di culto, devoto ed euforico. Fino a quando Tavares,
zione. I BadBadNotGood nascono a Toronto. come trio, leader non dichiarato del gruppo (per doti produttive e
nel 2010. Alexander Sowinski (batteria), Chester Han- visione), decide di abbandonare, nel 2019. Il fuoco sacro
sen (basso) e Matthew Tavares (tastiere e tanto altro). che alimentava la sua partecipazione al trio da quando
A loro, dopo qualche anno, si unirà Leland Whitty, alla aveva 20 anni si era piano piano esaurito, man mano
chitarra e ai fiati. Studiano jazz all’Humber College, per che il plauso del pubblico aumentava. Come accade
appropriarsi del lignaggio storico, mentre si alimentano anche nello sport, la dipartita del campione spoinge chi

TAG: #jazz #analogico #memoriaeradici #collettivo #arthurverocai ONLINE: tv.badbadnotgood.com

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T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O
FOTO DI JA M AL BURGER

resta a rinserrare le fila e a trovare nuove motivazioni più di me ed è un ottimo musicista. È stata una esten-
in un gioco di squadra che si rinnova in assenza del sione dei miei primi ascolti blues e sperimentali”.
fuoriclasse. Il risultato è Talk Memory, un dichiarato
viaggio per ritrovare le radici, attraverso un dialogo Quale processo avete seguito per introdurre l’e-
aperto con nuovi amici, produttori e musicisti storici. redità del jazz all’interno della vostra composita
Da Floating Points a Laraaji, fino alla mitica figura del proposta musicale?
cantautore e produttore brasiliano Arthur Verocai, che A.S.: “Sei anni fa Leland si è unito ufficialmente al trio
arrangia gli archi in cinque brani. L’annuncio dell’al- originario. Avevamo già suonato con lui a Toronto e
bum nuovo, a giugno, diventa virale su TikTok (quattro spesso ci raggiungeva in studio. Prima di lui passavamo
milioni di visualizzazioni in un mese), confermando la da cover a composizioni nostre, imparando a esplorare
resilienza di chi segue il trio. Di tutto questo parliamo varie inf luenze, dal rock al soul, dal kraut all’elettroni-
con Alexander (fresco papà) e Leland, in collegamento ca. Con l’andare del tempo abbiamo trovato una nuova
da Toronto. ispirazione, imparando a creare sezioni e interventi
solisti, supportandoci l’un l’altro nell’improvvisazione.
Quando avete incontrato il jazz per la prima L’arrivo di Leland, con le sue capacità di improvvisare
volta nella vostra vita? e la sua versatilità nel suonare diversi strumenti, ci ha
Alexander Sowinski: “Fa ridere, perché ne abbiamo fatto fare il salto. Con lui siamo riusciti a espandere la
parlato ieri. Credo che la mia prima volta sia stata nostra concezione di assolo a sassofono e chitarra, in
quando imparavo a suonare la batteria e guardavo le particolare in questo ultimo disco”.
performance di percussionisti, jazz o rock, inf luen- L.W.: “L’introduzione del jazz nel nostro modo di com-
zati dal jazz. Credo che le prime inf luenze siano state porre ha a che fare con la musica con cui siamo cresciu-
Buddy Rich e Gene Krupa, i video delle big band in cui ti. Questo vale anche per tutto il rock, il rap e il soul che
suonavano. Li guardavo senza sapere nulla della storia abbiamo ascoltato nel corso degli anni. Siamo cresciuti
del jazz”. con l’idea di mescolare i generi. È stato naturale veico-
Leland Whitty: “Mio padre ascoltava un sacco di blues lare tutte quelle inf luenze in una forma musicale unica.
e soul a casa. La prima volta è stata di sicuro con un Nessuno di noi, credo, volesse finire per diventare un
disco di Miles Davis, John Coltrane o Wayne Shorter. purista jazz, anche se tutti quanti amiamo quel modo di
Arriva da mio padre o da mio fratello, che ha due anni suonare”.

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nostro percorso. Credo che questo ci consenta di poter


contare su una maggiore maturità registrando, pur
« A V O LT E A L L O N TA N A R S I D A L lasciandoci spazio per improvvisare liberamente”.

C O M P U T E R E P O T E R C O N TA R E S O L O Come mai avete deciso di registrare tutto l’album


SU L PRO PR I O U D I TO, SU B I TO D O P O in analogico?
A.S.: “Direi l’amore per i metodi di registrazione sem-
AV E R S U O N AT O , P U Ò E S S E R E U N A
plici. Per anni come band ci siamo concentrati su come
E S P E R I E N Z A L I B E R AT O R I A . D E V I S O L O trattare il suono degli strumenti in modo appropriato,
A S C O LTA R E , N O N D E V I P E N S A R E su come registrarli con microfoni ad alta definizione e
via dicendo. A volte allontanarsi dal computer e poter
A I P I C C O L I D E T TA G L I C H E D O V R A I contare solo sul proprio udito, subito dopo aver suo-
MO D IFI C A R E IN SEG U I TO, D E V I nato, può essere una esperienza liberatoria. Devi solo
ascoltare, non devi pensare ai piccoli dettagli che dovrai
A B B A ND O N A RT I A L LO SPIR I TO CO N modificare in seguito, devi abbandonarti allo spirito con
C U I H A I A P P E N A S U O N AT O . C E R T O , T I cui hai appena suonato. Certo, ti capita comunque di in-
terrogarti sugli errori commessi, o di chiedere l’opinione
C A P I TA C O M U N Q U E D I I N T E R R O G A R T I
degli altri, ma il fatto di non dover subito correggere gli
SUGLI ERRORI COMMESSI, O DI errori rende più freschi i primi stadi della registrazio-
C H I E D E R E L’ O P I N I O N E D E G L I A LT R I , ne. Viviamo in un’era assai tecnologica, sia in ambito
musicale che in quello della comunicazione in generale,
M A I L FAT T O D I N O N D O V E R S U B I T O invecchiando e diventando sempre più insofferente mi
CORREGGERE GLI ERRORI RENDE rendo conto di apprezzare maggiormente gli aspetti
più tangibili della vita. D’altra parte la maggior parte
P I Ù F R E S C H I I P R I M I S TA D I D E L L A degli strumenti che oggi si cerca di tradurre in digitale
REG IS T R A ZIONE» o emulare sinteticamente li ha inventati gente che ne ha
creato i circuiti di base o le meccaniche, che si tratti di
-A LE X A ND E R SOWIN S KI- chitarre, sax o f lauti. Mi affascina il mestiere dietro alle
cose. Mi piace accendere uno strumento elettrico e sen-
tirlo crepitare, il modo in cui chi lo suona ne trasmette
l’energia liberamente anziché caricare tutto quanto su
un computer. Può essere affascinante manipolare i suo-
Talk Memory sembra catturare al meglio la vo- ni, ma devi dedicarci del tempo e devi sapere dove vuoi
stra spontaneità, in un modo diverso rispetto al arrivare. Abbiamo lavorato con ottimo ingegnere del
passato. Ci spiegate cosa è cambiato?
suono, Nic Jodoin, ha fatto tutto lui permettendoci di
L.W.: “Credo che in passato, con loro che lavoravano concentrarci sull’esecuzione. Senza dover pensare ogni
come trio e io che collaboravo da esterno, molte del- volta se la singola performance, quando ci pareva riusci-
le scelte produttive nascessero in studio, al momento ta a un primo ascolto, potesse generare anche i metadati
dell’esecuzione. Questa volta abbiamo scritto parecchio adatti alla registrazione. Ci ascoltavamo meravigliati,
prima, abbiamo provato per ore, ancor prima di pensare subito dopo aver suonato, senza il retropensiero dei
di mettere i piedi in uno studio. L’obbiettivo era arrivare dettagli da modificare. Questo ci ha dato la spinta per
al momento di registrare già con la necessaria confi- esplorare e sperimentare senza preoccuparci di dover
denza, lasciando che magia e spontaneità dell’improv- migliorare quanto avevamo prodotto. Talk Memory è il
visazione si manifestassero al momento giusto, in una risultato di preferenze personali, di stile e approccio,
struttura già solida, risultante dai nostri obbiettivi e dal che non potevano che condurre alla registrazione analo-

L A FORZA DEL COLLETTIVO: 10 ESEMPI DI COME UNA BAND DIVENTA COMUNITÀ

ART ENSEMBLE X-102 WU-TANG CLAN GODSPEED, THE AVALANCHES


OF CHICAGO DISCOVERS THE RINGS ENTER THE WU-TANG CLAN YOU BLACK SINCE I LEFT YOU
FANFARE FOR THE WARRIORS OF SATURN
(TRESOR, 1992)
(36 CHAMBERS)
(RCA/LOUD, 1993)
EMPEROR! (MODUL AR, 2000)
(ATL ANTIC, 1974) F#A#
(CONSTELL ATION, 1997)

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BADBADNOTGOOD GIOCO DI SQUADR A T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

gica, cosa rara nel mondo musicale contemporaneo”. leader, aveva un gran talento per la registrazione e una
forte direzione visuale. Con gli anni la cosa è diventata
Il riferimento alla memoria, al ritorno alle radici, un po’ stressante, c’era una persona che faceva tutto (o
è un tema portante del nuovo disco. quasi) e poteva capitare di avere dei dubbi su determi-
L.W.: “Il modo in cui abbiamo registrato ti richiede di nate scelte, su quanto ti rappresentassero davvero come
essere fin da subito molto presente, mentre suoni e poi persona. Non era sempre facile. Quando se n’è andato
ti ascolti. La memoria diventa quasi un meccanismo per noi è arrivato il momento di interrogarci su che cosa
immediato. Un altro significato della ricerca delle radici volessimo fare con il nostro suono. Come registrarlo,
sta nell’aver potuto suonare con artisti che non pubbli- quali direzioni prendere. È stata una cesura che ha ge-
cavano musica dagli anni 70. Tutte le fonti d’ispirazione nerato nuove esperienze, e anche divertimento”.
arrivano da qualche punto nel passato. Questo disco è
stato come rivalutare quelle fondamenta, riappropriar- In qualche modo, anche in passato, avete dato
sene”. grande importanza alle collaborazioni. Come mai
il contributo di esterni è così importante?
A.S.: “Matthew Tavares ha lasciato nel 2019. Voleva con-
centrarsi sui suoi progetti solisti e sulle sue idee. Era un A.S.: “Non sai mai cosa possa succedere quando qualcu-
elemento fondante del trio originale. Il suo abbandono no che non conosci entra nella tua stanza. Anche solo se
ci ha portati a ripensare a molte delle esperienze fatte penso al tempo trascorso in giro a suonare, ho incon-
con lui, e a cercare di creare qualcosa che andasse oltre trato tantissime persone interessanti, che mi hanno
quelle dinamiche. Che fosse in qualche modo più forte dato qualcosa dal punto di vista musicale: suggerimenti
e sano. Il gruppo ha avuto i suoi alti e bassi in passa- su artisti o album che non conoscevo ancora o, più
to, all’inizio non pensavamo di diventare una band, di banalmente, locali dove andare quando ci trovavamo in
girare il mondo. Quella esperienza è stata appagante, un determinato posto. Ti arricchisci moltissimo quando
ma ha anche creato delle difficoltà. Il nuovo album ci ha stabilisci dei collegamenti con gli altri. Me ne sono
permesso di mettere tutto in prospettiva. Dai privilegi e accorto soprattutto diventando padre, la trovo una cosa
le opportunità che abbiamo avuto alle ragioni che, come bellissima. È il modo in cui il mondo dovrebbe funzio-
gruppo, volevamo ancora difendere. Personalmente è nare. Ascoltare le persone, le loro storie, le loro idee,
stato un momento di profonda rif lessione. Volevo perce- aiutarle se hanno bisogno”.
pire la musica solo come pura emozione. È uno dei temi L.W.: “L’ultimo anno e mezzo ha confermato che lavorare
portanti di Talk Memory”. per conto proprio può aiutare a sviluppare le proprie
idee, ma può intrappolarti all’interno della tua mente.
Come è cambiato l’approccio senza Matthew? Sie- Portare anche il più piccolo germoglio di idea a qualcun
te ancora in buoni rapporti con lui? altro si apre a direzioni completamente diverse. Oggi è
L. W.: “Sono in buoni rapporti con lui, ma la sua di- molto facile dare vita a un progetto folk in completa so-
partita ha ispirato vari cambiamenti. Lui è un talento litudine, ma credo che l’essenza dell’esperienza musicale
multidimensionale, nel gruppo passava dal sound engi- sia creare dei suoni in una stanza insieme ad altri. È una
neering all’artwork. Il non averlo più con noi all’inizio esperienza collettiva che nessuna energia individuale
ha creato una sorta di horror vacui, ma poi ha anche potrà mai eguagliare”.
aperto nuove porte. Ci ha spinto a collaborare con nuovi A.S.: “Viviamo in una immensa stanza da letto in cui
ingegneri del suono in studio, con altri musicisti. Siamo molte persone producono musica in solitudine. E molti
riusciti a capire come il seme del nostro suono potesse così facendo producono musica bellissima. Ma noi
ispirare la visione di nuovi collaboratori. È questo gene- siamo sempre stati ispirati da esperienze in cui ritmi e
re di senso di comunità che ispira Talk Memory”. orchestrazioni erano il motore dell’energia. Pensiamo
A.S.: “In passato abbiamo preservato una certa ingenui- ai Beatles, ai Beach Boys, ma anche alle band jazz o alla
tà e ci siamo dati molto da fare per conservare il nostro musica classica, o persino a certo rap. Ci troviamo su un
approccio do it yourself. Matthew era una sorta di treno che spinge le persone a mettersi insieme a suona-

A CURA DI M AURO FENOGLIO

BROKEN SOCIAL BROCKHAMPTON MOURNING [A] SAULT ORCHESTRE


SCENE SATURATION II BKLSTAR UNTITLED (BLACK IS) TOUT
YOU FORGOT IT IN PEOPLE (QUESTION EVERY THING/
INC/EMPIRE, 2017)
THE CYCLE (FOREVER LIVING ORI-
GINALS, 2020)
PUISSANT…
(PAPER BAG, 2002/ARTS & (DON GIOVANNI, 2020) WE’RE OK. BUT WE’RE
CRAFTS 2003) LOST ANYWAY
(BONGO JOE, 2021)

RUMOREMAG.COM | 37
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re, anche come esperienza di vita”.

Allacciandomi all’ultimo periodo sembra para-


dossale che in anni di isolamento forzato vengano
fuori sempre più esperienze collettive. I Sault o
i Mourning [A] BLKStar sono solo due esempi.
Come mai, secondo voi?
A.S.: “Se io penso alle nostre prime inf luenze, mi ven-
gono in mente i video di Odd Future, il collettivo rap di
Los Angeles. Vedere quei ragazzi giovani in quei video
strani ma unici, ascoltare i loro mixtape con quei testi
diretti e aggressivi è stata una rivelazione. Studiavamo
musica in quegli anni, e scoprire che ci poteva essere
un approccio alternativo, ineducato ma vitale, è stato
importante. Poi gli amici intorno a te che vengono ad
ascoltarti e ti supportano fanno il resto. Le forme di
creazione musicale collettiva oggi nascono in continua-
zione, ma accadeva anche in passato”.

Che cosa pensate di tutto questo movimento new

BADBADNOTGOOD jazz? Mi riferisco a gente come Shabaka Hutchin-


gs o alle esperienze di etichette come Internatio-
nal Anthem e Brownswood.
A.S.: “Onestamente non so se ci siano ragioni preci-
se. Posso pensare che abbia a che fare con la voglia di
suonare insieme, ancora una volta. Mi vengono in mente

TALK MEMORY due cose: da una parte gruppi ed etichette che suona-
no e pubblicano grande musica. Dall’altra una cura
INNOVATIVE LEISURE/XL
meticolosa nel confezionare questi dischi. Alcuni grandi
dischi jazz del passato non avevano copertine partico-
Nella quiete apparente dei larmente accattivanti. Oggi il packaging è costruito per
cinque anni trascorsi dal aiutare l’ascoltatore a digerire la musica all’interno, a
magnifico IV sono succes- trarne ispirazione. Personalmente noto una cura sempre
se un po’ di cose alla band
maggiore nella confezione dei dischi. Per cui penso che
di Toronto. Alla reputazio-
ne in continua crescita e il fenomeno sia una combinazione di musica fatta bene,
alle numerose collabora- ottimo marketing e mondo che vuole ascoltare quei
zioni di prestigio (da Ken- suoni”.
drick Lamar a Kali Uchis
fino al compianto MF L.W.: “Se pensi ai generi musicali classici, rock, pop o
Doom) si è contrapposto R&B, con il progredire delle tecniche di registrazione si
l’abbandono di Matthew può fare qualsiasi cosa stando chiusi nella propria stan-
Tavares. Una crisi che si è za. Molti dischi contemporanei hanno un suono pulitis-
trasformata in opportuni- simo, senza imperfezioni ritmiche o tonali. Ma a volte
tà. Con Talk Memory troviamo una band trasformata nelle
intenzioni, decisa a lasciar maggior spazio all’improvvisazio-
la pulizia formale rimuove inevitabilmente l’elemento
ne e all’energia che ne contraddistingue le performance dal umano, l’emozione. Questo non si può fare col jazz.
vivo, pur nel continuo omaggio alle musiche che la ispira da Nessuno ascolterebbe un disco jazz con una produzione
sempre: jazz, funk, hip hop, soul. La psichedelica e visiona- che nasconde le imperfezioni. C’è una specie di intrin-
ria Signal From The Noise, co-prodotta da Sam Shepherd seca energia punk in quell’approccio musicale. Devi
(Floating Points) è un incipit perfetto nel suo saper diventare
permettere alla tua performance di svelarsi con onestà,
materia incandescente prima di tornare al magnetico tema
iniziale. I volteggi minimalisti di Unfolding (Momentum 73) errori inclusi. Questa è la ragione per cui certi dischi del
si avvalgono del contributo di Laraaji, pioniere della visione passato, dischi senza tempo, resteranno in eterno: pur
new age in musica, ma è il fuoriclasse di culto della musica suonando bene mantengono tutte le gradazioni emotive
brasiliana Arthur Verocai – recente collaboratore pure degli e sonore”.
Hiatus Kaiyote, da sempre loro inf luenza dichiarata – a far la
parte del leone fra gli ospiti, coinvolto in qualità di arran-
giatore con tanto di sezione d’archi in metà degli episodi in
Ci spiegate come mai Arthur Verocai, che ha
scaletta. A partire dalla cinematografica ed emozionante arrangiato gli archi in cinque tracce di Talking
City Of Mirrors, proseguendo con la pulsante Beside April, Memory, è così importante per voi?
che coinvolge il batterista e produttore Karriem Riggins, e A.S.: “Quando abbiamo ascoltato il suo disco omonimo
le morbide armonie di Love Proceeding, sulle quali prende il
del 1972 per la prima volta siamo rimasti letteralmente
volo il sassofono di Leland Whitty. Infine, dopo una Timid,
Intimidating che si propone come futuro standard della stupefatti. Sai, esiste una sorta di check list inconscia
band, tale è la capacità di riassumerne le qualità, arrivano connessa al proprio udito. Se quando ascolti qualcosa
il sax di Terrace Martin e l’arpa della sempre più ubiqua questo qualcosa risponde a tutti i requisiti, la tua testa
Brandee Younger ad aggiungersi alla jam conclusiva Talk esplode. Le improvvisazioni di quel disco, gli assoli, le
Meaning. emozioni, gli arrangiamenti d’archi, le vocalizzazioni
GIORGIO VALLETTA
85/100
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BADBADNOTGOOD GIOCO DI SQUADR A T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

e la produzione tipica degli anni 70 catturano comple- non riuscire ad entrare in quelle dinamiche. È un mondo
tamente il mio gusto. Quando abbiamo saputo che quel nuovo attraverso cui le persone si esprimono. Di certo
disco lo aveva inciso un songwriter facendo tutto da sono sorpreso dai milioni di visualizzazioni”.
solo abbiamo immaginato la difficoltà dell’impresa. In
un solo disco riesce a coprire un territorio vastissimo: Talk Memory è il vostro primo disco con XL.
dal jazz brasiliano, al soul, al funk, fino all’avanguardia Come vi trovate con loro?
per certi versi”. L.W.: “Sono un’etichetta leggendaria. Non hanno forzato
nessuna nostra scelta creativa, né musicale né estetica.
Continuo a essere sorpreso dal seguito di culto Allo stesso tempo ci hanno messo a disposizione il loro
che avete accumulato negli anni, dalla devozione gigantesco network e ci hanno prospettato approcci al-
del vostro pubblico, soprattutto in occasione dei ternativi. Mi pare un collettivo con una attitudine molto
vostri concerti. Che cosa ne pensate? Come avete positiva”.
reagito alla vostra recente esplosione social su
Tik Tok? Se doveste pensare a una collaborazione da so-
A.S.: “Siamo stati molto fortunati. Probabilmente ha a gno, il primo nome che vi viene in mente sarebbe?
che fare con le connessioni che si creano quando suo- L.W.: “Senza pensarci troppo: Herbie Hancock”.
niamo insieme. Mi piace suonare con Chester e Leland,
A.S.: “Non so come potremmo fare però... voglio dire…..
spero di continuare a farlo per il resto della mia vita
è sempre in giro per concerti. Io se potessi vorrei fare
se continueremo come gruppo. Chester è un bassista
anche solo una jam insieme a Stevie Wonder. Non so se
magnifico e Leland fa delle cose incredibili con dieci
accadrà mai, ma dio solo sa quanto amo la sua musica.
diversi strumenti. Forse il pubblico percepisce questa Se parliamo di artisti più contemporanei, in un certo
nostra mutua ammirazione, e l’eccitazione che proviamo senso è un cerchio che si chiude con le nostre origini, ho
suonando. Non ho mai capito che cosa sia successo con ascoltato tantissimo il nuovo Call Me If You Get Lost di
TikTok, perché siamo diventati un trend topic. Non ho Tyler, The Creator. Leggendo le sue ultime interviste e
particolare familiarità con quel tipo di social. Il modo ascoltando il mixtape mi sono reso conto di quanto sia
in cui la gente manifesta le proprie preferenze cambia cresciuto artisticamente. Credo rappresenti uno dei più
nel corso del tempo. Dalle fanzine dell’era pre Internet a alti esiti musicali creativi recenti. Poterci riallacciare a
TikTok. All’inizio non avevo una gran opinione di tutta lui sarebbe incredibile dopo tutto quello che ci ha dato,
la faccenda, ma alla fine mi rendo conto di essere io a in termini di ispirazione, negli ultimi dieci anni”.

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BADBADNOTGOOD M A X TURNBULL T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

UN SOTTERRANEO
FIUME IN PIENA
-
BREVE STORIA DI MAX TURNBULL, STRAMPALATO
FRATELLO MAGGIORE DEI BADBADNOTGOOD
T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O
F O T O D I M E G H A N R E MY, M A L I N A C O R PA D E A N

I
l rockabilly chic di Jon Spencer miscelato nei confronti del rockabilly rimasticato). Decostruzionista
all’ossessione industrial di Genesis P-Orrid- per vocazione, alla maniera di un Frank Zappa primigenio.
ge. Oppure Nick Cave con una buona dose di Con l’ambizione di rompere il giocattolo pop per riassem-
mescalina, chiuso in una dark room per un blarlo secondo canoni assolutamente personali (e non
mese. O ancora, una pila di vinili di Elvis fatti sempre comprensibili).
a brandelli, riassemblati, e poi messi a girare sul piatto.
Sono solo alcune delle definizioni tentate dalla stampa Dopo qualche apparizione cinematografica (è lui il Billy
di settore negli anni per provare a catturare il bizzarro Zero della pellicola pre Juno con Ellen Paige, The Tracey
e precario mondo dell’aspirante rockstar postmoderna Fragments, 2007), Turnbull esordisce con un paio di EP
Max Turnbull, in arte Slim Twig (e altro ancora). Nato per l’etichetta locale Paper Bag. Derelict Dialect e Verna-
a Toronto, da genitori entrambi registi cinematografici, cular Violence del 2008 fotografano un adorabile reietto
Turnbull si presenta subito al mondo a metà anni Zero alle prese con ectoplasmi di canzoni cavernose, che guar-
come un talento bohémien e fuori fuoco, in cerca di una dano a un Elvis Presley terminale così come alla sporca
(improbabile) posizione di pregio sotto i riflettori del pop, essenzialità dei Suicide. Numeri composti senza direzione
raggiunta dalla porta di servizio della sua prospettiva precisa, che non sfigurerebbero nella colonna sonora di un
poco allineata. Figlio degenere di tutti gli eroi del cantau- qualsiasi film di David Lynch (idolo dichiarato del Nostro)
torato d’ombra del ‘900. Da Nick Cave (per timbro vocale) e vivono proprio in virtù della loro totale irresolutezza.
ad Alan Vega a Lux Interior (soprattutto per via dell’amore L’esordio lungo l’anno successivo, Contempt!, certifica le

TAG: #slimtwig #rockabilly #frankzappa #badgeepoque #polaris ONLINE: badgeepoque.bandcamp.com

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movenze, estremizzando ancora di più le composizioni,
che diventano scheletri d’intenzione pop (?) assemblati
con suoni trovati al sintetizzatore e voce. Difficile prova-
re a canticchiarle o aver voglia di farle girare in repeat.
Ma Turnbull ha un piano, come dichiarerà alla webzine
“Audiofemme” qualche anno dopo: “Spesso si pensa che
tutta la musica migliore sia già stata fatta. Anch’io ne
sono colpevole, con la mia personale fissazione rock.
Credo anche che sia questo approccio a far sì che i suoni
nuovi risultino meno vitali di quelli di una volta. La mia
musica vive di questa continua battaglia fra la necessità
di mimare il passato, come unico riferimento tangibile,
e la voglia di trascenderlo attraverso la sua distruzione.
La cultura rock deve sempre provare ad uccidere i propri
idoli”. E la prima cosa da distruggere è il proprio perso-
naggio. Nel 2011 Slim Twig annuncia di essersi trasfor-
mato in un compositore pop anni 60. Il primo parto è uno
split con la sua compagna Meghan Remy (U.S. Girls, di
cui poi produrrà in prima persona gli album U.S. Girls On
KRAAK e Gem), in cui affila le armi di devianza pop in un
ambito più camp, vestendo i panni di un Ariel Pink ancora
più indolente. L’idea è quella di dare alle stampe il suo

BADGE EPOCH
personale mini Pet Sounds. Un album concettuale ispirato
a Lolita di Nabokov e a Histoire De Melody Nelson di
Serge Gainsbourg (di cui, successivamente, rifarà anche
il pezzo Cannabis). La Paper Bag non si fida e gli rifiuta
l’album, che viene poi pubblicato dalla sua etichetta perso-
nale Calico Corp nel 2012. Sarà la DFA di James Murphy a
ricuperarlo due anni dopo, dandogli nuova esposizione.
SCROLL
TELEPHONE EXPLOSION
A Hound At The Hem è effettivamente un salto in avanti.
Una piccola opera post glam di neo barocchismi arabe-
scati che riescono a darsi senso compiuto. Ma l’incapacità Con gli altri sei musicisti del
di raccogliere i frutti della semina è una delle principali Badge Epoque Ensemble il
caratteristiche del Nostro, che solo tre anni dopo, nel poliedrico Max Turnbull ave-
2015, pubblica il suo ultimo lavoro come Slim Twig, l’in- va firmato sul finire del 2020
concludente e arruffato Thank You For Stickin’ With Twig. il buon Self Help, di cui ave-
Poi più nulla, fino a oggi. Certo, la sua dichiarata ammi- vo avuto il piacere di parlare
razione per loschi figuri come Phil Spector, Woody Allen brevemente su queste pagi-
ne: per descriverlo lui stesso
o Roman Polanski, anteponendo strenuamente il valore
aveva usato la definizione
dell’opera ai peccati dell’autore, non lo pone nelle prime
“jazz funk x mysticism”. In
posizioni di gradimento di un’opinione pubblica sempre questi 20 brani, per un totale
più guardinga. Più probabilmente l’estro esondante di di un’ora e mezza, si va an-
Turnbull si trova a proprio agio in una zona più defilata che oltre. Risultato della se-
rispetto agli anelati riflettori del pop. Il collettivo Badge lezione e dell’assemblaggio di tracce, jam e bozzetti accumulati nel
Époque Ensemble da lui capitanato (con la partecipa- corso negli ultimi otto anni, a mo’ di diario personale, Scroll pare
zione di Meghan Remy, vari amici e collaboratori e più esprimere al meglio la singolare visione caleidoscopica dell’artista
voci) diventa il vero terreno di gioco per le sue tensioni di Toronto. Curiosamente la sequenza è introdotta dal brano più
irrefrenabili. Tre album dal 2019 (di cui il primo omonimo lungo: i quasi 12 minuti di Galactic Whip sono quanto di più vici-
nominato al Polaris Music Prize) di caleidoscopico collagi- no ci sia all’interpretazione progressive (non fraintendete, per ca-
rità!) del jazz funk ad opera dei concittadini BadBadNotGood. Ma
smo strumentale, tra free jazz, progressive e ignara neop-
subito dopo iniziano a svelarsi altri mondi: nel febbrile incedere
sichedelia, che miscelano tracce di Sun Ra con The Lamb proto electro di Personality, nella musica concreta di Perception
Lies Down On Broadway dei Genesis, scoprendo lungo la Supremacy, nella psichedelia latineggiante che infonde Consensus
strada ritmiche hip hop degne del Wu-Tang Clan. Prova Reality. Più avanti, persino nei surreali momenti horror di Deers
ne sia Scroll, pubblicato ad agosto a nome Badge Epoch, In The Cemetery e nella techno dilatata di Ask For A Void. Risulta
che riprende otto anni di session e ritagli risuonati con il persino scontato utilizzare il termine eclettismo per quanto è
suo ensemble, un mare magnum di un’ora e mezza. Jam spettacolare la fluidità con cui scorre l’album nonostante i radicali
psycho funk che uniscono lounge, library e intermezzi di salti stilistici, in un processo che lo stesso autore paragona, senza
musica concreta, quasi fosse una versione vernacolare di falsa modestia, a certi lavori di J Dilla, Mothers Of Invention e
Uncle Meat dei Mothers Of Invention. Zappa e i BadBad- Actress. Ad assisterlo nell’editing, nella realizzazione di soluzio-
ni cut-up e in ulteriori sperimentazioni, il sound artist Andrew
NotGood non sono mai stati così vicini. Vogliamo sputare
Zukerman, ovvero Fleshtone Aura. Il tutto riesce a non risultare
fuori una nuova definizione? Pierre Boulez a braccetto con mai pretenzioso, in virtù di freschezza e originalità delle idee qui
i Funkadelic. Andiamo ad aggiungerla a tutte le preceden- applicate, e della massima libertà artistica nei confronti di schemi
ti, nel tentativo di ricomporre l’estro sfuggente ed irrisolto o aspettative discografiche.
di Max Turnbull. Un fiume in piena pronto ad esondare, GIORGIO VALLETTA
lontano dalle luci della ribalta. 81/100

RUMOREMAG.COM | 41
VALENTINA
MAGALETTI
IN VIAGGIO, OLTRE I CONFINI DEL RITMO

L’
TESTO DI MAURO FENOGLIO - FOTO DI ADELE DI NUNZIO, ARTHUR SA JAS

di gruppo (almeno fino ad ora), nei quali i suoi ricami


percussivi sono l’orlo prezioso delle invenzioni della
cantante e leader Cathy Lucas. E poi la collaborazione
con i Raime per la reinvenzione contemporanea della
narrativa post rock, fra gli spigoli minimali dei Moin,
la linfa vitale percussiva del loro recente Moot! che
diventa collante universale fra il mondo delle chitarre
ansiogene e le direttive del dancef loor più oscuro. Senza
mai fermarsi: è già al lavoro per promuovere il secondo
album di Holy Tongue, coppia dub post psichedelica
formata con Allen Wootton (Deadboy), e ha lasciato per
strada almeno altre due o tre collaborazioni, come sas-
solini su un percorso in continua evoluzione, preparan-
dosi a nuove imminenti avventure sonore. Un universo
in espansione, dicevamo, oltre i confini del ritmo. La
universo di Valentina Magaletti è in continua espansio- raggiungiamo a casa sua, a Londra, mentre cerca di
ne. Un universo di suoni. Immaginati per anni, trovati ricominciare a suonare dal vivo, in una Inghilterra che
per caso, sperimentati per portarli alla vita. Senza cerca di dimenticare le privazioni della pandemia.
preclusioni di sorta, senza necessità di giustificazione
alcuna che non sia quella della propria libertà. Nell’in-
terpretazione nuova di uno strumento, la batteria, per
poterlo negare alle logiche che ne hanno determinato
Come e quando è avvenuto il primo incontro con
l’esercizio sul palco o in studio fino a oggi. Nelle scelte
il tuo strumento?
dei musicisti con cui collaborare. E così l’abusato con-
“Avevo 11 o 12 anni. A due isolati da dove abitavano i
cetto di ritmo trova di nuovo qualcuno capace d’interro-
miei, a Bari, avevano aperto una scuola di musica. Mi
garsi sui suoi significati, mettendone in discussione le
sono iscritta a batteria, quasi per sfida, e ho incomincia-
dinamiche e le logiche conosciute. Fra passato e futuro,
to a studiare”.
tradizione gloriosa e sperimentazione continua, gioco e
intrattenimento. Lungo traiettorie che la portano dalla Da lì in poi come hai sviluppato la tua educazio-
nativa Bari fino a Londra (dove abita e lavora da 20 ne musicale? Quali sono stati i tuoi riferimenti?
anni). Attraverso collaborazioni con musicisti e produt- “Sono sempre stata una avida ascoltatrice. Chiaramente
tori, in quell’area grigia e sempre fertile tra avanguardia quando ero più piccola ho cominciato dal rock e dal pop,
e comunicazione. Da Nicolas Jaar, passando per Jandek, ma non ho mai trascurato la musica orchestrale e il jazz.
Thurston Moore o Charles Hayward. I dieci anni passati Ho avuto sempre un approccio poliedrico. Non posso
nei Tomaga, l’antiduo formato col compianto bassista citare una fonte specifica. Sono sempre stata onnivora”.
Tom Relleen, piattaforma di sperimentazione in cui la
jam improvvisativa diventava nuova sorgente di scrit- Ritieni che il ritmo sia qualcosa che “uno ha nel
tura. I Vanishing Twin, giunti ora al terzo album, sangue”, oppure possa essere metodicamente
Ookii Gekkou, estrema concessione di Valentina all’idea assorbito attraverso l’apprendimento?

TAG: #viaggio #ritmo #gioco #dimensionisonore #pelli ONLINE: valentinamagaletti.com

42 | RUMOREMAG.COM
“È interessante, perché qui, a Londra, per un po’, ho
insegnato a ragazzini dai dieci ai 14 anni. C’è della verità
quando si dice che il ritmo è innato, perché ho visto
ragazzini avere difficoltà anche nel battere le mani a
tempo o ballare su una battuta fissa. Chiaramente que-
sto non ha nulla a che vedere con quanto sia importante
il non conformarsi alla necessità assoluta di andare a
tempo, c’è anche una valenza artistica nel rifuggirla.
Comunque secondo me si, il senso del ritmo è innato,
purtroppo”.

Ho letto da qualche parte che per te il suono


“perfetto” di batteria è quello di Dimensioni
Sonore, il box di sonorizzazioni di Ennio Morri-
cone e Bruno Nicolai. Ci spieghi perché?
“Mi sono presa la nuova edizione in vinile. Dovevo por-
tarmi i CD a Londra, perché quelle session hanno dav-
vero un valore artistico allucinante. Con le note interne
di Pasolini e di Sergio Leone. In un certo senso è un box
che identifica l’Italia più bella, secondo me. Ho sempre
seguito il Gruppo D’Improvvisazione Nuova Consonan-
za, un collettivo per me seminale. Il primo loro disco che
ho ascoltato, sul versante meno legato all’avanguardia,
è stato The Feed-Back, credo del 1970. A parte il groove
in senso stretto, la produzione è pazzesca. Il lavoro sui
suoni, sulle frequenze, è vicino alla perfezione. Un uni-
verso fra library italiana e jazz. Molto originale. Suona
contemporaneo pur non essendolo”.

Il tuo modo di interpretare l’elemento percus-


sivo ti porta da ambiti di quasi metronomica
precisione (per esempio con i Moin) a sperimen-
tazioni estreme (come il tuo recente lavoro sulla
batteria di porcellana creata da Yves Chaudouët,
per Valentina Plays The Batterie Fragile del
2017). Quali difficoltà comporta la tua versatili-
tà?
“La difficoltà fa parte della sfida. E la sfida è la com-
ponente più stimolante del mio lavoro. Se non avessi
dovuto uscire dalla mia zona di comfort sarei rimasta
tranquillamente a fare un lavoro d’ufficio, intraprenden-
do la professione legale come la maggior parte della mia
famiglia in Italia. Moin e la batteria di porcellana sono
agli antipodi. I primi si nutrono di dance ed elettronica,
tutto ciò che mi hanno dato erano dei BPM a cui appli-
care ritmiche molto rigide. Batterie Fragile è uno studio
sull’attrito, sulla reazione dei materiali, sull’attenzione
al suono in sé, quindi più libero come narrativa, scevro
da qualsiasi macchinazione metronomica. Entrambi i
mondi hanno il loro fascino. Basta avere un approccio li-
bero per non essere convenzionali. Senza essere preten-
ziosi, provando a dire qualcosa che non è stato ancora
detto, utilizzando la propria frequenza”.

Che cosa ti è rimasto della tua esperienza con


Tom Reellen nei Tomaga?
“È mio DNA, la mia crescita. Non solo da un punto di
vista musicale e di insaziabilità che entrambi condi-
videvamo. Tomaga mi ha insegnato molto a livello di
tecniche di produzione. Se ho imparato qualcosa lo devo
agli ultimi dieci anni con Tom, in cui passavamo quattro
giorni alla settimana insieme a lavorare. Tutte quelle re-
gistrazioni fatte praticamente in casa mi hanno lasciato
tantissimo”.

RUMOREMAG.COM | 43
VA L E N T I N A M AG A L E T T I I N V I A G G I O , O LT R E I C O N F I N I D E L R I TM O T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

Se prendo Jaki Liebezeit dei Can e Georgia Hu- scritti sui suoi famosi 4 minuti e 33 secondi, e rivela che
bley degli Yo La Tengo, due dei riferimenti da te quello era uno studio ambiguo sul silenzio, perché alla
citati in passato come interpreti dello strumento, fine non si capisce se Cage sia serio o meno quando pre-
mi viene da chiederti paradossalmente quanto
senta il pezzo. Come si sa, la pausa ha la stessa valenza
contino le pause e i silenzi nel tuo approccio alle
percussioni. del pieno. Allo spazio e alla battuta dò la stessa impor-
“A livello accademico è inutile soffermarsi sull’impor- tanza. Alla fine è importante rimanere in silenzio per
tanza del silenzio. Compositori come John Cage ci hanno ascoltare ciò che ci circonda. La musica in fondo è un
speculato a lungo sopra. È uscito di recente un libro dialogo, e un dialogo senza pause sarebbe impossibile.
intitolato Sounds Like Silence, che raccoglie una serie di Sarebbe come parlarsi l’uno sull’altro. In questo senso

FRA PELLI, CAMPANE E GIOCATTOLI: UNA DISCOGRAFIA ESSENZIALE DI VALENTINA MAGALET TI

TOMAGA UUUU VALENTINA VANISHING VALENTINA


THE SHAPE OF THE DANCE UUUU MAGALETTI & TWIN MAGALETTI
(HAND IN THE DARK/
NEGATIVE DAYS, 2016)
(EDITIONS MEGO, 2017)
YVES CHAUDOUËT THE AGE OF IMMUNOLOGY & JULIAN
VALENTINA PLAYS THE
BATTERIE FRAGILE
(FIRE, 2019)
SARTORIUS
SULLA PELLE
(UN JE-NE-SAIS-QUOI, 2017)
(MARIONETTE, 2019)

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VA L E N T I N A M AG A L E T T I I N V I A G G I O , O LT R E I C O N F I N I D E L R I TM O T E S T O D I M AU R O F E N O G L I O

Georgia Hubley è fantastica”.

Com’è stato lavorare di nuovo con i Moin per «T O M M A S O C A M P A N E L L A È S TAT O U N O


Moot!? Il tuo apporto sembra quasi quello di
una drum machine umana tanto è magistral- DEI PIÙ G R A NDI FILOSOFI DI SEMPRE.
mente preciso e essenziale (pur riempiendo mol- L U I D I C E VA C H E S ’ I M P A R A G I O C A N D O .
to i suoni). Come ti sei trovata nell’ambito della
reinterpretazione di un certo stile post rock o P E R M E L’A P P R O C C I O L U D I C O È T U T T O .
post hardcore? L A M I A I M M A G I N E A L L A B AT T E R I A
“Un’evoluzione e un connubio assolutamente naturali e
graduali per me. Dalle ritmiche di Slint e Fugazi e del
VIENE FUORI UN PO’ ACC ADEMIC A
post rock in generale, che ho sempre suonato quando E UN PO’ PUNK . IO SPERO CHE CHI
ero adolescente, alle mie esperienze di lavoro con le MI VEDE SUONARE C APISC A CHE MI
etichette dance qui a Londra, di cui si nutrivano anche
i Raime. Loro sono due produttori molto di tendenza S T O D AV V E R O D I V E R T E N D O . D I V E N TA
(anche se magari odiano quest’etichetta), due icone di Q U A L C O S A C H E I S P I R A , C H E P O R TA I L
quello che è stata la Blackest Ever Black, la quale già
tentava di creare un ponte fra quei due mondi. Questo
M E S S A G G I O A C H I A S C O LTA »
disco è molto particolare perché ritrova quella congiun-
zione. Due mondi (la dance oscura e le chitarre sorve-
gliate) che, se vogliamo, partono da concetti simili, ma
per i quali Moot! rappresenta comunque un crossover. co approccio maschile alla batteria. La porcellana apriva
All’inizio non credevo che, a livello di pubblico, cia- per me un mondo molto stimolante e inesplorato. Ho
scun mondo potesse apprezzare compiutamente l’altro. portato diversi tipi di bacchette, tra le quali un paio fatte
Invece mi sono trovata a partecipare a serate della Often da me, in gomma, per provare a sfruttarne l’attrito sulla
o della Trilogy Tapes con il DJ che inseriva un pezzo superficie, ottenendo un suono simile al violoncello. In
dei Moin in scaletta. Un pezzo post rock con le chitarre. generale sono suoni molto originali e spontanei. Non
Mi ricorda quando i Prodigy uscirono con Firestarter, trovi di sicuro il plug in della Batterie Fragile. Sarebbe
ponte fra punk e dance. Alla fine è una gran bella cosa bello eventualmente brevettarlo e venderlo alla Logic
quando buttiamo giù i muri. Ci si ritrova tutti uniti di (ride di gusto, nda)”.
fronte a sonorità non nuove ma immerse in un approccio
dance minimale, e tuttavia molto efficace”. Se dovessi analizzare il possibile ulteriore svi-
luppo della batteria come strumento nel futu-
Torniamo a The Batterie Fragile. Mi piace molto ro, vedi più un continuo aggiornamento delle
l’idea di interpretare lo strumento seguendo attrezzature disponibili o piuttosto una continua
percorsi che apparentemente potrebbero negar- ricerca di nuovi approcci alternativi al ritmo?
ne l’esistenza (la necessaria delicatezza su pelli “Sicuramente la seconda. Non vorrei mai essere quel
e piatti, l’utilizzo dell’attrito anziché la battu- batterista che ha sempre lo stesso kit o viaggia sempre
ta). Che cosa ti ha portata ad affrontare quella con gli stessi suoni. Per me è anche importante poter
sfida? suonare con quello che trovo. Penso sia sintomo di pigri-
“Abbiamo finito da poco il volume due, con un altro zia associare il nome del musicista allo strumento spe-
kit portatile appositamente cotto in uno di questi forni cifico. Diventi solo un’estensione dell’equipaggiamento
enormi. All’inizio ero ovviamente terrorizzata. Come che usi. Io ogni mese ho un’epifania nuova. Per esempio,
poter suonare sulla porcellana? C’era tutto un discorso dopo aver usato per tanti anni metallo e microfoni a con-
concettuale, pseudofemminista, nel voler evitare il tipi- tatto, sono in una fase in cui detesto i piatti. Ho tolto il

HOLY TONGUE VALENTINA AVVITAGALLI CZN MOIN


HOLY TONGUE MAGALETTI AV VITAGALLI COMMUTATOR MOOT!
(AMIDAH, 2020)
& MARLENE (MUSIC À L A COQUE, 2021) (OFFEN MUSIC/LOVERS
& LOLLYPOPS, 2021)
(AD 93, 2021)

RIBEIRO
DUE MATTE
(COMMANDO VANESSA ,
2020)
RUMOREMAG.COM | 45
crash e l’hi hat. Cerco di usare solo le campane. Insom-
ma, sono sempre alla ricerca di nuovi approcci, non solo
ritmici ma anche orchestrali. Mi porto dietro, se posso,
il vibrafono o il thumb piano, o provo ad accordare le
pelli in modo diverso”.

Hai definito la band di cui fai parte, i Vanishing


Twin, la tua “estrema concessione all’idea di
gruppo musicale”. Quali limitazioni ti dà il fatto
di essere componente di una band (nonché coau-
trice delle musiche)?
“Avevo fatto quell’affermazione prima del mio nuovo
progetto. Ho firmato un accordo con ‘The Quietus’,
che pubblicherà i lavori del mio nuovo trio. Insieme a
Matthew Simms dei Wire e Sarah Register, la chitarrista
di Kim Gordon e dei newyorkesi Talk Normal. A questo
trio tengo molto, perché mi ha fatto andare oltre quanto
avevo già accettato facendo parte di un quartetto come
i Vanishing Twin. Con l’avvento della pandemia è stato
molto stimolante per me lavorare in remoto, avendo Sa-
rah a New York e Matthew in Inghilterra ma a Ramsgate,
lontano da Londra. Abbiamo lavorato scambiandoci files
con sopra inciso un pianoforte preparato. Ne è venuto

VANISHING TWIN fuori un disco molto noise, molto d’impatto. Si chiama


Better Corners ed è uscito il 22 settembre in digitale. È
la mia nuova sorpresa”.

Il nuovo album dei Vanishing Twin, il terzo, sem-


bra essere un allontanamento dalle logiche del
songwriting tradizionale. Ce ne parli?
OOKII GEKKOU “Per come è stato concepito, Ookii Gekkou e stato detta-
FIRE
to dalle costrizioni del Covid. Avevamo tante session re-
gistrate in precedenza come band, poi la cantante, Cathy
Un disco di transizione per Lucas, ci ha ricamato sopra un lavoro di scrittura”.
certi versi, frutto, come
parecchi lavori usciti nel Si citano Piero Umiliani e l’Art Ensemble Of
corso dell’ultimo anno, Chicago, ma anche l’Electric Light Orchestra. Un
della piega degli eventi
bel cocktail di suggestioni. Che vengono fuori
dettata dalla pandemia.
La quale ha scompaginato forse più con le parti strumentali che con quelle
i piani di molti, inclusi vocali.
quelli del quartetto di “Concordo, anche perché si tratta di suggestioni comun-
base a Londra, intenzio- que strumentali”.
nato, a quanto si legge nel
comunicato che accom-
pagna l’uscita del disco, a
Ho sempre avuto l’impressione che l’aspetto
lavorare in maniera ancora improvvisativo nella band fosse un elemento co-
più mirata su un discorso pop, e ritrovatosi invece a imba- munque portante. È ancora così? Come è evoluto
stire canzoni su suggestioni strumentali e jam, su tessiture il vostro approccio esecutivo nel tempo?
library e oniriche rifrazioni. E forse è andata meglio così, “Con musicisti come me, o come Zongamin al basso,
non tanto perché Cathy Lucas e soci non siano in grado di l’improvvisazione è una componente fondamentale.
scrivere canzoni, roba immersa nello stesso bagno di coltura
retrofuturista di Stereolab e Broadcast, con qualche spezia Nel bene e nel male non siamo esecutori convenzionali,
surrealista, ma perché Ookii Gekkou fa emergere soprattut- quindi lo spazio per la sperimentazione c’è sempre. Il
to l’enorme potenziale del quartetto, la sua duttile anima peso non è equo, perché la band è capitanata da Cathy.
sperimentale. Prendiamo ad esempio In Cucina, una specie È lei che mette i puntini sulle i. Sono molto meno libera
di terra di mezzo tra la giungla percussiva di Les Baxter (con
quel f lauto exotico irresistibile, da Debussy trapiantato in nei Vanishing Twin, anche se alla fine riesco ad espri-
un tiki bar) e i Can gassosi e oceanici di Future Days, e sullo mermi pienamente all’interno di ciò che intendiamo
sfondo, a ondate, una specie di gioca jouer in italiano, men- creare. Con loro però il contesto è predefinito, mentre
tre il vortice sonoro ingloba spunti di ogni genere. Altrove, nei miei altri progetti no. Anche per Better Corners io e
come nella iniziale Big Mooonlight, la forma canzone prende
Sarah abbiamo portato delle idee molto free, che poi si
il comando, lambendo i languori autunnali di Song For The
Dead Che degli United States Of America, mentre Phase One sono incontrate e sono state registrate”.
Million costruisce su un rilassato, eterno e implacabile gro-
ove afrofunk, attraversato da synth proteiformi e sfrontate, È da poco uscito il secondo album della tua col-
minimali arie pop. A fare da collante al tutto, riconoscibilis- laborazione con Al Wootton, Holy Tongue, che
sima e insieme inafferrabile, Valentina Magaletti, alle prese esplora le possibilità del dub in ambito astratto
con batteria, percussioni, metallofoni e quant’altro: una
e neopsichedelico. È chiaramente una concezio-
danza di equilibri mobili che alterna senza sprechi mazzate
metronomiche, microvariazioni e ricami. ne di ritmo molto più fisica di quella che hai nei
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
78/100

46 | RUMOREMAG.COM
Vanishing Twin. Come cambia l’approccio alla
composizione e all’esecuzione, passando da que-
sti ultimi a Holy Tongue?
“Non te lo so dire. Nel momento in cui ti siedi dietro al
kit, l’approccio cambia naturalmente insieme al messag-
gio che veicoli, anche se il mio modo di suonare è sempre
lo stesso”.

Che cosa rappresenta per te il dub, e che cosa ti


intriga di quelle strutture ritmiche?
“Abbiamo debuttato proprio ieri con Holy Tongue dal
vivo. Quasi un presagio. Per me Lee ‘Scratch’ Perry
è stato una figura importantissima. Soprattutto in
Tomaga. Le tecniche utilizzate allora erano ispirate a
lui. Ad esempio il reamping (tecnica per cui un suono
viene registrato in presa diretta, poi passato attraverso
un amplificatore e registrato una seconda volta, nda).
Dal 2014 abbiamo sempre utilizzato le idee di produ-
zione del dub. Poi qualcuno di recente mi ha detto, ‘a
chi non piace il dub?’ Concordo. È una faccenda fisica.
Ti prende allo stomaco con i bassi, e al cervello con la
sua idea di ripetizione. Qualcosa di fondamentalmente
salubre, ancestrale. Penso ad esempio a The Bug (al suo
ultimo lavoro partecipa la mia amica Moor Mother). Lui
ha sempre delle richieste allucinanti per i bassi nei suoi HOLY TONGUE
live. Finiscono per colpirti direttamente allo stomaco
tanto sono profondi”.

Attraverso le tue varie collaborazioni ti sei sem-


pre mossa in ambiti più vicini all’avanguardia II
che a una comunicatività pop. Quanto è impor- AMIDAH
tante l’elemento ludico o istintivo, il divertimen-
to, in ambiti che un orecchio distratto giudiche-
rebbe molto seriosi e formali? Quello che stupisce della
“Tommaso Campanella è stato uno dei più grandi filosofi compositrice e performer
di sempre. Lui diceva che s’impara giocando. Per me Valentina Magaletti - oltre al
l’approccio ludico è tutto. La mia immagine alla batteria controllo del suo strumento
d’elezione, la batteria, oltre
viene fuori un po’ accademica e un po’ punk. Io spero
al suo drive sui generis - è
che chi mi vede suonare capisca che mi sto davvero un estro compositivo che la
divertendo. Diventa qualcosa che ispira, che porta il porta in territori decisamen-
messaggio a chi ascolta. Ad esempio quando sono rima- te diversi tra loro: la free
sta bloccata in Italia per il lockdown ho avuto modo di impro e le esplosioni rabbio-
suonare con Pino Montecalvo dei Bz BZ Ueu, che ha pure se del progetto Avvitagalli
fondato l’etichetta underground barese Music ‘A La Co- con Efisio Biancofiore e Pino
que. Ho avuto l’onore di registrare due cassette nel 2021 Montecalvo, l’uso di droni e
percussioni tribali à la Cut Hands di CZN, la ricerca sui materiali
con lui, a nome Avvitagalli (una omonima e l’altra inti-
della Batterie Fragile gli imprevedibili esperimenti concreti del
tolata Onde Curiosa). Sono uscite e andate esaurite. Si
duo Due Matte con Marlene Ribeiro. Holy Tongue è invece il
tratta di rumori giocattolo, di suoni trovati, di improvvi- luogo in cui Valentina Magaletti, in compagnia di Al Wootton (aka
sazione e divertimento. Raccoglie molto di ciò che avevo Deadboy, produttore e musicista di estrazione dubstep/techno),
voglia di fare da tanto tempo. Pino Saulo di Battiti , la naviga in acque dub. Nel secondo capitolo (il primo risalente a
trasmissione di Radio Tre, mi ha chiesto i . Sono realtà poco più di un anno fa ne costituisce un prodromo in forma di
microscopiche, che dovrebbero avere più visibilità”. EP) Magaletti e Wootton oscillano tra echi e riverberi in un album
breve, ipnotico, che salda a freddo un approccio free, le frequenze
Jandek, Nicolas Jaar, Tomaga, Holy Tongue, Va- pulsanti del dub e il post punk. This Heat e African Head Charge
nishing Twin... Qual è il tuo sogno di una colla- potrebbero essere buoni punti di riferimento, affinità elettive che
borazione impossibile? balzano all’orecchio. Ma se è indubitabile il richiamo, sul piano
della pura suggestione, a Charles Hayward (con il quale Magaletti
“Elvin Jones o Art Blakey. Comunque un batterista jazz
ha condiviso uno split coi Tomaga) e il dub bianco della stagione
storico. Sarebbe una nuova sfida. In realtà grazie al
migliore di Adrian Sherwood, II potrebbe inserirsi nel fenomeno
Cafe Oto di Londra ho avuto modo di conoscere molti del digital dub di Multi Culti e Om Unit. Qui ci sono però il suono
musicisti che per me sono dei riferimenti. In genere sono vivo del drumming di Magaletti e un ricamo elettronico sapiente
abbastanza selettiva, ma quando scelgo con chi collabo- di Wootton a rendere l’esperienza reale, pulsante. Breicha, il bra-
rare. Se confronto Londra con Los Angeles è come para- no più lungo del lotto, contiene gli elementi ricorrenti: un basso
gonare il paradiso al nulla, almeno per quanto concerne ostinato e incantatore, camere di eco sotto stress, un lavoro per-
la scena in cui opero”. cussivo pervasivo e il sax spettrale sound on sound di Ben Vince.
La bass culture si rinnova. Ed è anche per merito di Holy Tongue.
ANDREA PREVIGNANO
80/100

RUMOREMAG.COM | 47
MANSUR BROWN NAS HANDSOME JACK GEESE LORDE KING KRULE

CLE O SOL
50

K A N Y E W E S T C H V R C H E S F U T U R E P R A W N D R A K E

R E C E N S I O N I
243 DISCH I TRAT TATI OT TOBRE 2021 ru m o re m a ga z i n e

B I L LY B R A G G PA R Q U E T C O U R T S

59 60

B I T T E R B R A N C H E S M E LV I N S M A N I C S T R E E T P R E A C H E R S P O R C H E S G E E S E
DISCO DEL MESE OTTOBRE 2021

CLEO SOL

NEL NOME DELLA MADRE

possa vivere - la maternità -, si racconta dei brani più soulful, quasi uno spiritual)
con una sincerità che mette quasi a disagio e consapevole che i più grandi doni che
per come ascoltando queste 12 canzoni si possa fare al suo “angelo” siano la fiducia
ha l’impressione di trovarsi se non a una e la libertà - “I know you fell from your
seduta di analisi quantomeno a una serata mother’s tree, but you just started to live
fra amici intimi. your life, you can’t live someone else’s
dream”.
La copertina è già una porta che ci intro-
duce al concept del disco: Cleo ci guarda Con l’aiuto alla produzione del solito
negli occhi distesa su un divano in abiti Inflo - il quale racconta che “il 60% delle
casalinghi con il figlio neonato in braccio, voci è stato registrato con il bambino in
e sulla parete alle sue spalle c’è una foto braccio” -, Cleo Sol compone un’opera
della madre, l’altra mother dell’album. È soul/jazz/R&B calda, classica e contem-
a lei e alla sua ascendenza spagnola che poranea che attraverso l’esperienza della
deve il Sol del nome d’arte, è a lei, musi- genitorialità affronta temi come i traumi
cista a sua volta (così come il padre), che familiari, la fatica e la paura di diventa-
deve molte delle influenze che ne hanno re adulti - “Mama, please, stop acting
plasmato la carriera, sono suoi i sugge- twenty three, you’ve got responsibilities,
rimenti che abbiamo ascoltato nel brano are you still stuck in your teens?” - il
CLEO SOL del 2019 Sweet Blue - “don’t give it to the senso dell’amore, della spiritualità e
MOTHER masses”, “better to smile than let it get della femminilità. Sediamoci sul divano e
FOREVER LIVING ORIGINALS you down”. Ed è inevitabilmente ancora ascoltiamo(ci): fa bene all’anima, dopo-
a questa figura tanto importante che si tutto si chiama soul.
Quando presta la sua voce ai Sault, Cle- rivolge nel momento dell’evoluzione da 80/100
opatra Zvezdana Nikolic aka Cleo Sol si figlia a madre, usando parole non sempre
mimetizza all’interno del gruppo spo- concilianti - “you was the one who said
sandone ideale collettivista, tematiche, ‘believe in love’, we get closer, but not
poetica, sperimentalismo e “anonimato”. close enough” -, per poi, come in una ceri-
In questo nuovo lavoro solista, invece, monia di iniziazione, accettarne l’umanità
Cleo Sol è Cleo Sol e basta, lo è in modo e l’imperfezione e usarle come ulteriore
nudo ed estremo: spostando la narra- insegnamento per provare ad essere una
zione dal mondo esterno e dall’impegno madre migliore. Non perfetta, come non
civile cantati coi Sault alla “casa” e all’e- può esserlo nessuna, ma con “il cuore
sperienza più totalizzante che una donna pieno d’amore” (Heart Full Of Love, uno

DI LETIZIA BOGNANNI

50 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

10 000 RUSSOS AA. VV. AA. VV. AMENT


SUPERINERTIA FLAG DAY (ORIGINA JOIN THE RITUAL I SHOULD BE OUTSIDE
FUZZ CLUB SOUNDTRACK) JAGJAGUWAR
MONKEYWRENCH
REPUBLIC
Presenza costante e affidabile Terzo (e non ultimo, parrebbe) Jeff Ament è tante cose, il cuore
all’interno dal panorama psych “I am my father’s daughter / giro di festeggiamenti per i 25 dei Pearl Jam, artista e illustra-
europeo, i portoghesi 10 000 Come hell or high water”. Chia- anni della benamata Jagja- tore, filantropo e avido skater.
Russos si confermano duri e miamolo pure affare di famiglia guwar, dopo il tributo a Richard Non è un cantante, nel senso più
puri del motorik beat. I loro (allargata). Per la colonna sonora Youngs e un album spoken classico del termine, ma finora
brani sono lunghi excursus nel di Flag Day, adattamento per il word. Con una festa classica la cosa non aveva in alcun modo
versante più ipnotico del gene- grande schermo del memoir di su carta ma non scontata nello ridotto il fascino di side project
re: fra distese sonore fatte di Jennifer Vogel, Flim-Flam Man: sviluppo, seppur si riduca a un ed esperienze soliste. Non acca-
pattern metronomici, loop elet- The True Story Of My Father’s tributo alle etichette e ai suoni de lo stesso con il terzo progetto
tronici e interpolazioni chitar- Counterfeit Life, Sean Penn cerca da cui i fondatori sono stati ispi- a nome Ament, album “pande-
ristiche. Un paesaggio meccani- ancora la vena acoustic folk di rati negli anni. Affidato ad artisti mico” tra musica e arte - a ogni
co/spaziale appena umanizzato Eddie Vedder che, insieme a Glen di casa, ovviamente: via con brano e ispirazione corrisponde
dalla presenza di João Pimenta Hansard e Cat Power, senza toc- Angel Olsen che ripassa gli Smog un dipinto dello stesso Jeff, po-
e delle sue elucubrazioni voca- care le rivoluzioni emotive di Into di Cold Blooded Old Times, ad stato sul suo profilo Instagram
li. Il nuovo Superinertia non The Wild, imbastisce sottili rifles- esempio, o Spencer Krug che si - che è un patchwork poco riu-
altera la formula, ma li vede sioni sul perché diventiamo ciò dedica a Jad Fair e la sempre ec- scito di idee, emozioni, passioni,
superare il sound industriale che diventiamo e sulla complessità cellente Jamila Woods alle prese nostalgico su più fronti, nel suo
del precedente Kompromat per del legame padre/figlia. E su come con Tracy Chapman. In mezzo oscillare tra trippy folk, post
avvicinarsi ad un approccio più le nuove generazioni siano la mi- ad abbinamenti a dir poco sur- punk e rock, che un po’ si lega-
filologico e disteso, che affida i gliore versione di noi stessi. In una reali, a sentire The Concept dei no, un po’ si disperdono. La foto
passaggi lisergici ai languidi as- sorta di metanarrazione e di meta- Teenage Fanclub stiracchiata dai perfetta di un periodo di isola-
solo di chitarra o di organo. Più forico passaggio di testimone. Se Pink Mountaintops o i Besnard mento e confusione, di assenza
Neu! e meno Suicide, insomma, il film, infatti, ha per protagonista Lakes rileggere gli Slint. Non di contatto umano, di necessità
con momenti di grande sugge- Dylan Penn, la tracklist ospita la tutto indimenticabile, al di là del di aria, di surplus creativo. Che,
stione, specie quando le trame voce della 16enne Olivia Vedder, gioco delle coppie. Gli auguri, talvolta, sarebbe meglio lasciare
si fanno liquide e riflessive. a dimostrazione che buon sangue quelli sì, sono d’obbligo. chiuso in un cassetto.
DIEGO BALLANI non mente. FRANCESCO VIGNANI
DANIELA LIUCCI
75/100 DANIELA LIUCCI 71/100 57/100
70/100

AMUSEMENT PARKS AR-KAICS AUDIOBOOKS AYA


IM HOLE
ON FIRE LIVE IN THE SHIT ASTRO TOUGH
HYPERDUB
AN ARCHEA DIG! HEAVENLY RECORDINGS
EGB GLOBAL
Il 16 febbraio di un anno fa a Scolpito nell’elettronica squadrata Già attiva con lo pseudonimo
Erano spariti dai radar gli Amuse- Richmond, Virginia, appena di brani come The Doll, il nuovo Loft, con alcuni EP pubblicati
ment Parks On Fire di Michael Fe- prima che si entrasse in zona album del duo composto dal per etichette come Tri Angle e
erick, band shoegaze inglese ori- lockdown, gli Ar-Kaics incide- produttore David Wrench e dalla Wisdom Teeth, la mancuniana
ginaria di Nottingham. L’esordio vano questo tributo live al più giovanissima cantante Evangeline Aya Sinclair si è fatta conoscere
omonimo del 2004, praticamente scassato, rauco e primitivo beat/ Ling è un’affascinante raccolta nel circuito dei festival ed eventi
tutto suonato e registrato dallo garage dei 60’s. Loro sono di dominata dal caos creativo. Se il elettronici dediti a proposte
stesso Michael, era stato pubbli- quei gruppi ai quali non frega un cuore del lavoro batte infatti al sperimentali. La DJ/produttri-
cato dalla Invada Records di Geoff cazzo di quello che è più di moda ritmo di un electroclash sensuale ce britannica approfondisce il
Barrow dei Portishead, seguito o meno, o di quello che è lo spi- e verboso, in cui la Ling sfodera percorso di decostruzione delle
dall’ottimo Out Of The Angeles rito dei tempi moderni. Per loro ironia e trivialità, è con ballate forme recenti della musica da
(2006) e dal più accessibile Road esiste solo la musica/suono/ cinematiche stilizzate (Farmer) e club in questo primo album, ag-
Eyes (2010). Qualche EP recente attitudine degli Swamp Rats e performance drammatiche come giungendo testi che fanno a pezzi
ma per An Archea ci sono voluti dei (primi) Velvet. 1966, o giù di quelle Blue Tits che il progetto gli stereotipi delle identità queer
11 anni. L’inclinazione sonora ora lì. Gli Ar-Kaics sono un control- restituisce tutta la sua peculiarità. e transgender, vignette auto-
è più che mai vicina al nu gaze lato deragliamento che parte da Tutto è giocato sulla magnetica biografiche recitate con urgente
americano dei Silversun Pickups un garage scrauso e scontroso presenza della ragazza e sul suo teatralità e non senza un vitrio-
(Breakers) e la voce è controllata alla Teenage Shutdown e arriva talking dinoccolato. Rispetto lico sense of humour. Ma anche
e melodica (Aught Can Wait). a una deriva Velvet dal rozzo al primo album, dicono, questo nelle tracce strumentali (vedi
L’album segue un andamento con- Moe Tucker drumming style Astro Tough ha pezzi più studiati, The Only Solution I Have Found
tenuto dove convivono le distor- (vedi Long Way Down). Eccoli ma c’è da immaginare che nel Is To Simply Jump Higher) Aya
sioni alt rock dei Dinosaur Jr. (No con questo Live In The Shit che modo in cui la Ling si lascia anda- conferma una notevole lucidità,
Fission) e lo shoegaze più classico vuole mantenere viva un’idea re come un Mark E. Smith sotto mentre il rap di Iceboy Violet
(Boom Vang) ma si finisce con e uno spirito rock’n’roll al più codeina, ci sia una grande abilità realizza un perfetto contrappun-
l’art pop sognante di Blue Room. puro grado possibile. nell’improvvisare. to all’inquietante narrazione di
Bentornati. CLAUDIO SORGE DIEGO BALLANI Emley Lights Us Moor.
NICHOLAS DAVID ALTEA 80/100 76/100 GIORGIO VALLETTA

74/100 81/100
RUMOREMAG.COM | 51
BEACHY HEAD BITTER BRANCHES
BEACHY HEAD THIS MAY HURT A BIT
GRAVEFACE SHOVE/UGLY AND PROUD

Il promontorio calcareo bianco Joint venture italo/bulgara di


e luccicante nel sud dell’Inghil- etichette per la stampa europea
terra che dà il nome alla super- dell’esordio su 12” della band di
band inglese è uno spettacolo veterani dell’hardcore made in
per gli occhi. Per lo spettacolo Philadelphia - la line-up, infatti,
sonoro, invece, ci affidiamo a vede Tim Singer (Deadguy, Kiss
Christian Savill, chitarrista de- It Goodbye, No Escape), Jeff
gli Slowdive che, non con poche Tirabassi (Walleye), Matt Ryan
fatiche date dalla pandemia, ha (Calvary), Kevin Sommerville
messo assieme Ryan Graveface (Lighten Up!) e Brian Kantorek
(Dreamend, The Casket Girls), (Go! For The Throat, The
Matt Duckworth. batterista dei Curse). Il disco colpisce duro
Flaming Lips, Rachel Goswell. con 20 minuti di sonorità noise
voce degli Slowdive, e il marito punk che frullano Black Flag,
Steve Clarke - che insieme a Jesus Lizard, Shellac e certo

DOS SANTOS
Rachel condivide il progetto grunge intransigente: il risultato
The Soft Cavalry. Ovviamente il è una sorta di colonna sonora
dream pop è al centro del suo- delle vicende umane in corso -
no, a tratti sintetico (Warning fra crescendo ansiogeni, furia
Bell) e a tratti immerso nei impetuosa, imboscate soniche,
riverberi (Michael). La chitarra mid tempo pachidermici, attimi
dialoga con innesti elettronici di sospensione mortiferi e con-
CITY OF MIRRORS (Distraction), le voci sognanti
disegnano le atmosfere (De-
traeree di chitarre dissonanti. Il
mestiere c’è (e a pacchi), l’im-
INTERNATIONAL ANTHEM
stroy Us) tra fragilità emotiva e patto idem: li aspettiamo con un
obliquità 80’s. Evocativi. album completo, ora.
Circondati nel catalogo IA da NICHOLAS DAVID ALTEA ANDREA VALENTINI
mutazioni jazz fra le più poli- 76/100 77/100
ticamente e musicalmente ri-
levanti del momento - Jaimie
Branch, Makaya McCraven,
Angel Bat Dawid e Irrever-
sible Entanglements, per
dirne quattro - i Dos Santos
rischiano di venire sistemati
troppo in fretta nella casella
delle curiosità. Errore dop-
pio. Sia perché il sodalizio BLACK MARBLE MANSUR BROWN
fra etichetta e quintetto FAST IDOL HEIWA
testimonia al meglio la voca- SACRED BONES AMAI
zione comunitaria e attitudinale, ben prima che sonora e di
genere, del marchio di Chicago. Sia perchè Alex Chavez e soci Uno dei tanti segnali che certifi- Compositore, polistrumentista e
sono una band eccezionale a prescindere. Al primo ascolto, ca ineluttabilmente l’invecchia- produttore, il 24enne di Brixton
forse, City Of Mirrors non rapisce come il precedente Logos mento, carta d’identità a parte, è alza l’asticella in occasione del
(per chi scrive, miglior album del 2018), ma è un’impressio- il fatto che tra le tante nostalgie suo secondo album, che giunge a
ne. Forse dovuta al fatto che nel frattempo abbiamo acquisito adolescenziali verso epoche mai tre anni dal promettente Shiroi,
familiarità con il gruppo, le sue tecniche e i suoi segreti, e la vissute (se già non lo avessero che fu pubblicato dalla Black
certezza di non aver mai ascoltato nulla di simile per forza inventato e abusato il termine Focus di Kamaal Williams. In
di cose manca. Sotto tutti gli altri aspetti il disco è un passo retromania fungerebbe mirabil- Heiwa (cioè “pace” in giappo-
avanti di grande maturità e spessore, al quale contribuisce mente al caso) sono sempre più nese), Mansur Brown esplora
anche il ricorso, per la prima volta, a un produttore esterno: quelle che vanno a pescare in prospettive inedite e suggestive
Elliot Bergman (NOMO, Wild Belle) lavora come un membro epoche da noi vissute in prima attraverso la combinazione fra
aggiunto, asciugando e ripulendo suono e scrittura. Elementi persona e in piena diretta. In le melodie disegnate dalla sua
che insieme danno forma a un continuum americano in sen- presenza, si suol dire. Come chitarra e i ritmi elettronici di
so letterale, ampio e pieno, storicamente corretto, nel quale la wave dei newyorchesi Black derivazione hip hop. Come in
lingua spagnola e forme musicali latine sono preponderanti Marble, talmente morbida che Serious, dove è spettacolare la
come nel continente reale, ma il rock psichedelico della terra ai tempi l’avremmo archiviata sovrapposizione fra riff africa-
promessa statunitense fa da base imprescindibile. Affron- in fretta tra un disco minore di neggianti e beat sincopati, nel
tando la sfida in modo classico e innovativo al tempo stesso, Thomas Dolby e un retro sin- funk sintetico di Flight oppure
con la forza delle radici e una visione del presente nitida, golo degli Human League. Oggi in una Fade a tempo di dubstep.
conscia. “Le aspettative su come la musica latina dovrebbe invece, in vena di ricordi post Soprattutto, colpisce la capacità
suonare non potrebbero interessarci di meno”, diceva Chavez estivi, oltreché pre pensionisti- introspettiva e “cosmica” del
a “Rumore” qualche tempo fa. Gioielli come Alma Cósmica, ci, la infiliamo volentieri nello suo suono, che in questa scaletta
Cages And Palaces, A Tu Lado, White. Lies. o la title track stereo, subito dietro l’EP con cui trova un apice nella delicata e
sono solo la logica conseguenza. l’amata Angel Olsen ha appena poetica title track e nella succes-
ANDREA POMINI celebrato quella stessa epoca: gli siva Kerene. Un disco davvero
86/100 immortali eighties. sorprendente.
ARTURO COMPAGNONI GIORGIO VALLETTA
65/100 87/100
52 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

BEATS
BEATS

HAYDEN CALNIN BEN CHASNY


WHAT IT MEANS TO BE HUMAN THE INTIMATE LANDSCAPE
NETTWERK/BERTUS DRAG CIT Y
JANA RUSH
Soffice e denso come una Ben Chasny ha lasciato orfani PAINFUL ENLIGHTENMENT
PLANET MU
nuvola che viaggia sopra la i fan nel noise psych rock da
costa australiana, dove in un tempo: i suoi Comets On Fire, Nata e cresciuta a Chicago, produttrice dalla tene-
piccolo villaggio - influenzato inattivi dal 2006, hanno conces- ra età di 13 anni (come dichiara orgogliosamente
dalla lettura delle opere del so spazio a un’indole più delicata sulla sua pagina Bandcamp) nonostante sia solo al
filosofo Alan Watts - Hayden e speculativa. La sua sigla Six Or- suo secondo album dal ‘95 a oggi, Jana Rush rap-
Calnin ha realizzato questo gans Of Admittance (The Veiled presenta efficacemente l’ala più sperimentale della
disco: un percorso introspet- Sea da qualche mese su Three scena footwork, suono che peraltro si presta ad
tivo sull’essenza umana fatto Lobed), entità folk psichedelica esplorazioni inconsuete. Ispirato dalla sua lotta contro la depres-
di elegante folktronica e tocchi dalla discografia sterminata, vie- sione, Painful Enlightenment è tutt’altro che un ascolto conforte-
di pop geometrico, come una ne affiancata da qualche tempo vole, come dimostrano presto i nove minuti di Suicidal Ideation.
morbida linea curva che danza dal progetto solista che lo vede, Ma attraverso i suoi beat irregolari - vedi Mynd Fuc e Disorien-
tra parentesi orchestrali e tuffi armato di sola chitarra, utiliz- tation - e una visione che si estende fino al free jazz o alla speri-
nel profondo di un songwriter. zare il suo nome. The Intimate mentazione vocale (con Nancy Fortune nel delirio di Drivin’ Me
Scritto, registrato e prodotto Landscape, una raccolta di 13 Insane), Jana scrive un potente manifesto di libertà artistica.
dal musicista di Melbourne, canzoni per sola chitarra acustica 85/100
What It Means To Be Human è commissionato dalla rinomata
una prova brillante e convin- library inglese KPM, pesca dal
cente che conferma la capacità consueto immaginario New A CURA DI GIORGIO VALLETTA
di Calnin - arrivato al terzo Weird America: struggimento
album - di proiettare immagini appalachiano, ambientazioni
attraverso la sua musica. Un into the wild, un suono puro e
cofanetto di parole e suoni che
CIRCLE SKY MARK HAWKINS
incontaminato. Questa è ormai DREAM COLOUR THE NEW NORMAL
lascia spalancare gli occhi verso la cifra di Chasny, fingerpicker RESEARCH & DEVELOPMENT HOUNDSTOOTH
infiniti mondi possibili. solitario alla ricerca del proprio
Già metà di The In attività da oltre
MARGHERITA DI FIORE “paesaggio intimo”.
78/100 Grid (con Dave due decenni (e
ANDREA PREVIGNANO
Ball dei Soft recente autore di
60/100
Cell) e partner due album con
di Erol Alkan l’alias Marquis
nei visionari Hawkes), il
Beyond The Wizard Sleeve, produttore britannico è fra i
ora Richard Norris è affian- più affidabili in fatto di house
cato dal più giovane Martin music ispirata e di qualità, e
Dubka in un progetto nato a porta a casa il risultato anche con
metà dello scorso decennio. questi 12 nuovi brani, fra tributi
Il titolo sintetizza l’umore ai maestri di Chicago e accenti
dell’album, il cui suono elet- deep o techno. E nel finale, la
DAVID ORNETTE CHERRY CHVRCHES tronico è quasi sempre lieve, collaborazione con il redivivo
ORGANIC NATION LISTENING SCREEN VIOLENCE
UNIVERSAL
melodico e rotondo, in un ide- Jamie Lidell nell’atipico P-Funk
CLUB (THE CONTINUUM) ale punto di incontro fra house di Let It Slide.
SPIRITMUSE
Screen Violence era il nome e nostalgie cosmiche e wave. 80/100
Primogenito del mito Don, nato scelto inizialmente per la band, 68/100
nell’anno in cui babbo registrava che ha deciso di riesumarlo come
Something Else!!!! con Ornette titolo per questo quarto album,
Coleman e cresciuto fra i grandi vista l’attualità che evoca: “Per
me l’aspetto legato allo scher- ANTHONY NAPLES AA. VV.
del jazz, collaboratore dello stes- BEAUTIFUL VOL. 1
mo è davvero da prendere alla CHAMELEON
so padre dall’adolescenza e oggi BEAUTIFUL
ANS RECORDINGS
multistrumentista e insegnante, lettera. Mentre facevamo questo
autore di musiche per teatro e disco”, racconta Martin Doherty, Stavolta com- Fra le artiste
danza: David Ornette Cherry “ci sembrava di vivere le nostre posto utilizzan- elettroniche
porta avanti il discorso con vite solo attraverso gli schermi. do strumenti più interessanti
l’attitudine aperta di famiglia. Quello che era inizialmente solo tradizionali della nuova
Non solo jazz spirituale dunque, un concetto è ora un’ancora di (come chitarra, generazione
ma musiche del mondo e avan- salvezza”. Registrato a distan- basso e synth), britannica, Sherelle presenta
guardia, e un uso dell’elettronica za, pratica ormai usuale, tra il quarto album del produttore con questa compilation la
che comprende sia la stesura di Los Angeles e Glasow, Screen newyorkese è evidentemen- sua etichetta personale, con
beat (notevole l’ipnotica Parallel Violence ripropone la collaudata te nato mentre i club erano l’obiettivo di promuovere
Experience, ad esempio), sia formula Chvrches dove synth chiusi a causa della pandemia talenti provenienti dalle
interventi più sperimentali sul pop gommoso e melodie dreamy e si presenta come un’affasci- comunità Black e LGBTQI+.
tessuto sonoro, in un dialogo fanno da tappeto a testi carichi nante e liquida sequenza di C’è qualche nome con un certo
continuo fra natura e comples- di traumi e angosce - e infatti spunti rilassati e meditativi. In seguito (Loraine James e
sità umana, frenesia e calma. l’ospitata in How Not To Drown particolare evidenza la magia Tim Reaper), ma qui trovano
Musica come missione, con la di Robert Smith, quello che il rarefatta di Bug e il crescendo spazio anche la neojunglista
partecipazione dei nipoti Naima dark travestito da pop l’ha inven- della notturna melodia trat- Nia Archives e i “futuristi”
Karlsson (Cosmic Nomad) e tato, ci sta come il rossetto rosso teggiata in Hydra. :3LON e Kessler.
Tyson McVey (So & So & So And sangue su una dark lady. A suo 82/100 79/100
So), figli di Neneh. modo, un disco terapeutico.
ANDREA POMINI LETIZIA BOGNANNI
75/100 73/100
RUMOREMAG.COM | 53
GOTICA

GOTICA
CLINIC SHIRLEY COLLINS
FANTASY ISLAND CROWLINK
DOMINO DOMINO
KÆLAN MIKLA
UNDIR KÖLDUM NORÐURLJÓSUM Dicono di aspirare a un futuro A voler semplificare, questi
ARTOFFACT più radioso, ma il tutto suona cinque nuovi brani di Shirley
A quattro anni dalla boreale nomenclatura di Nótt ironico se si è familiari con Collins non sono altro che il ger-
Eftir Nótt, che innescò rivelazioni in un certo Ro- l’opera dei Clinic. Da oltre 20 mogliare di semi piantati nella
bert Smith (le volle accanto nel tour di Curætion), anni la loro colonna sonora per traccia finale di Heart’s Ease
si ascende in un universo oltremodo onirico, arcaico moderne paranoie costituisce (Crowlink, appunto), album che
e misterico; non esente dalle sue propaggini post un genere a sé. Da qualche lo scorso anno consolidava un
punk (le “urla alla banshee” della Matthildur, sorta tempo, poi, il quartetto cerca di ritorno avvenuto nel 2016 con
di tocco female in omaggio a Munch, si ridestano in Sólstöður) ma ricalibrare il suo garage acido Lodestar, dopo quasi 40 anni
affine al periodo dark cureiano più elegante, quello tra Faith/Char- in qualcosa di differente. Con di silenzio. Dedicato all’omo-
lotte Sometimes e Disintegration, e aggraziato nelle altezze oni- Fantasy Island la transizione nima scogliera del Sussex, quel
riche post Cocteau Twins (la splendida Halastjarnan). Il fiabesco non si è ancora compiuta, ma brano rappresentava una sorta
del resto è l’altra carta, deducibile dall’artwork anderseniano e da nel frattempo il gruppo realizza di ricongiungimento con gli ele-
un paganesimo che accoglie flauti (la cinematica Óskasteinar, che la raccolta più stravagante degli menti in cui la voce atemporale
ricorda moduli alla Snakepit) e gestualità gaeliche (Stormurinn e ultimi anni. Le strade battute della Nostra incarnava l’eterna
Ósýnileg, alla maniera “pop”ular di Enya o dei Cranes). L’Islanda, sono molteplici: si va dal man- ciclicità del folk. Meno eerie di
la magia e la poetica dell’alto nord, pulsano ardite in queste aurore. tra kraut con groove metrono- quell’episodio (ma c’è pure qui la
87/100 mico, agli esotismi robotici da ghironda di Ossian Brown), con
spiaggia postatomica. Soprat- i field recordings e i synth aeri-
A CURA DI STEFANO MORELLI tutto c’è quel tocco proto synth formi di Matthew Shaw a fare da
pop che cala la loro psichedelia collante gentile a spoken word
in un’ottica retrofuturista e che, e ballate, questo frammento di
ANGEL’S ARCANA BURIED IN ROSES insieme ad alcune delle loro pace tiene a bada tentazioni new
THE REVERIES OF SOLITUDE BURIED IN ROSES
SWISS DARK NIGHTS SWISS DARK NIGHTS
più eccentriche ballate, mostra age rimandando piuttosto ai
come la capacità di dar vita ad giardini in cui ci sentiamo sicuri
Concepiti da Ba- Una forma atmosfere malsane resti intatta. di Virginia Astley.
bis Nikou, l’act ibrida, ma ac- DIEGO BALLANI ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
greco raggiunge cattivante, tra il 78/100 75/100
in questi solchi gothic shoegaze
un livello d’e- già abozzato
splorazione del altrove dai
gothic rock davvero avvincente, Pencey Sloe (di cui sono ideali
come non se ne sentiva dai tem- concorrenti) e il dark metal
pi di Fields Of The Nephilim, di scuola scandinava. Non
primi Rosetta Stone e Moon- solo, quando la dissonanza
spell. L’accento neopsichede- noise grungesca si fa estrema
lico è essenziale nella visione assistiamo a una sorta di ibrido
e collima idealmente anche tra Slowdive, Amber Asylum,
col colore neo folk, si veda il Katatonia, Sonic Youth e Di- CRANEIUM DESIRE MAREA
UNKNOWN HEIGHTS DESIRE
prologo When Silence Dies, in nosaur Jr., dove intervengono MUTE
THE SIGN
bilico tra Fire+Ice e Death In pure fiati blues. Un equilibrio
June. Attitudine e spiritualità complesso da mantenere, ma Per il molto tempo avuto a Quando il Sudafrica sembra an-
convergono, cercateli. come esordio tanto di cappello. disposizione per scriverlo e per dare veloce il doppio. Uscito nel
83/100 85/100 perfezionare i suoni, questo 2020 in digitale per la sua Izi-
terzo è sicuramente il miglior makade, e oggi rilanciato dalla
album dei Craneium. Loro sono Mute, in patria il debutto di De-
JARGUNA & RYUZEN TRAITRS sire Marea ha persino mandato
KITSUNE HORSES IN THE ABBATOIR una bella realtà finnica innamo-
PROJEKT FREAKWAVE rata del progressive più oscuro, dei singoli su in classifica. E ci
ma cresciuti con il metal moder- mancherebbe: nativə di Durban
Non solo una Per compren- e già notə come metà del duo ar-
no e con il grunge. Il che unito
valevole esplo- dere al meglio tistico/performativo FAKA (con
a una predisposizione a scrivere
razione nella l’act americano, Fela Gucci, se trovate un nome
belle e articolate canzoni ne
costruzione qui giunto al d’arte migliore citofonate),
fanno uno dei gruppi - diciamo
sonora medita- suo terzo atto Desire è un disco abbagliante.
pure stoner - più interessanti del
tiva nipponica gothic wave, bi- In cui le radici gqom e kwaito
momento. Fulminante la prima
(con al suo centro il culto di sogna posizionarsi nel mezzo vengono fagocitate in un misto
canzone, A Secret Garden, soft
Inari) ma anche, su un piano di un preciso confine estetico. ribollente di avanguardia e tiro
occult alla Blue Oyster Cult, ma
immaginifico, un singolare Considerate, da un lato, la da club, soul elettronico e beat
con un appeal sleazy che mi ha
ritratto del “mantra di natura” prospettiva più fatalista e astratti, divino e carnale. Con
addirittura ricordato i… Mother
e dei suoi codici legati al vento melodica dell’ambito, non momenti tutt’altro che facili,
Love Bone. Dal dark prog dalle
e ai colori stagionali, nonché dissimile dalla “duraniana” dei bilanciati da esplosioni hi NRG
fiammate lisergiche di Somber
agli enti che ne custodiscono il White Lies, dall’altra quella (Tavern Kween, il singolo di cui
Aeons alle albe boreali e voragi-
potere innato. L’esplorazione più profonda e divisioniana/ sopra) ed eteree invocazioni in
ni di ghiacci di Shine Again, una
ambient del nostro Jarguna cureiana che ha, specie negli falsetto, o tutto quanto insieme.
sorta di incrocio northern tra
incontra la voce tradizionale Ascetic, i rappresentanti più Anohni è nerə e canta in isiZulu,
Skrackloedlan e Motorpsycho, i
dei fiati di Ryuzen, in un mira- singolari. I Traitrs marcano e il meglio potrebbe essere anco-
Craneium mantengono uno stile
bile e ieratico squarcio di luce. esattamente quel confine. ra da sentire.
compatto e variegato.
85/100 80/100 CLAUDIO SORGE ANDREA POMINI
79/100 84/100
54 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

DIAGONAL DOT ALLISON DRAKE SAM FENDER


4 HEART-SHAPED SCARS CERTIFIED LOVER BOY SEVENTEEN GOING UNDER
COBBLERS SA RECORDINGS OVO/THE REPUBLIC POLYDOR

I Diagonal sono l’elaborazione Qualcuno ricorda ancora Dot Al- Il nuovo disco di Drake è, molto Sam Fender è giovane e bello, ma
di un’idea particolare di lison, la divetta elettronica degli semplicemente, il vecchio disco tutto vuole essere tranne che un
progressive anni 70. In realtà, di One Dove e di album come We di Drake. Somiglia a quello effimero teen idol. Nonostante
progressive se ne concepiscono Are Science (2002)? Risposta prima, e a quello prima ancora. proprio di adolescenza parli nel
parecchie versioni. Quella dei positiva o negativa che sia, poco Se già risulta difficile riconosce- nuovo album: ma con lo sguar-
Diagonal (tre dischi alle spalle cambia. Difficile chi ha memoria re gli album (questo trionfa per do disincantato di chi i 17 anni,
per Rise Above), che hanno dei tempi ne trovi traccia qua, lunghezza, in senso negativo, con tutto il loro carico di paure
uno stile raffinato e accurato, ad esempio. Perché dopo 12 coi suoi 86 minuti), distinguere e ribellismo, li ha superati e può
è molto affine a una sorta di anni di silenzio, passati a fare la le tracce l’una dall’altra si rivela raccontarli dall’esterno. Seven-
“jazz canterburiano”, con spazi mamma deviando appena per impresa ancor più ardua, con al- teen Going Under si snoda come
di improvvisazioni space, e un’ospitata nello studio di Scott cune di queste che spiccano solo un racconto di formazione che è
cervellotiche circonvoluzioni Walker, è inutile cercare qua in termini di campionamenti ambientato nella provincia inglese
post Soft Machine. Ma queste beat elettronici. HSS semmai pacchiani (come i Beatles di Mi- ma vorrebbe essere un romanzo
radici nel prog inglese non completa e sublima una trasfor- chelle nell’opener Champagne americano con la colonna sonora
sono da ostacolo a interessanti mazione in autrice folk talmente Poetry o la terribile Way 2 Sexy di uno di Springsteen 2.0, meno
approfondimenti in territori naturale da parere una seconda che riprende a piene mani dal maschio alfa ma altrettanto in
che potremmo definire post pelle, nei suoi arrangiamenti catalogo dei Right Said Fred). grado di spaziare dalle storie pri-
rock. Se Amon, come sembra da Inghilterra anni 70 e ballate Chiariamoci, non tutto è da vate alla Storia, dall’introspezione
suggerire il titolo, gira attorno ritmate dagli echi della casa buttare, alcune produzioni sono alla critica sociale - anche questa
al mondo degli Amon Düül più nelle Ebridi in cui è stato scritto. ottime, ma in cabina di regia si piena di disillusione: “I’m not a
accessibili, brani come Totem, Come passare dal Fabric a Sandy sarebbe dovuto lavorare molto fucking patriot anymore! I’m not
con i suoi suoni concentrici a Denny, volendo. “Mi sa che mi più sul minutaggio - andando a fucking singer anymore! I’m not
ondate, richiamano gli ipnotismi sono ritirata dalle scene senza a sforbiciare qua e là - e meno a fucking liberal anymore! I’m not
rarefatti di certo post rock. accorgermene”, spiegava lei di sul marketing, incessante come a fucking anything or anyone!”,
CLAUDIO SORGE recente. A vedere il risultato, sempre. Tutto già visto, tutto già urla nel singolo Aye, manifesto
74/100 tutto meno che un male. sentito. millennial rock.
FRANCESCO VIGNANI DAVIDE AGAZZI LETIZIA BOGNANNI
76/100 50/100 74/100

FRANK CARTER & FULL OF HELL FUTURE PRAWN GEESE


THE RATTLESNAKES GARDEN OF BURNING A DAY AT PROMENADE PROJECTOR
STICKY APPARITIONS LA POCHETTA SURPRISE PARTISAN
AWAL RELAPSE
Progetto solista del polistru- Doveva succedere, prima o poi:
È una bella scossa di energia Avrebbe potuto esserci scritto mentista Martin Mann, Future se per noi è ancora freschissima
punk rock classica, con tutti i Earache, qui sopra, invece di Prawn è sinonimo di un guitar la nuova scena inglese post tutto
ritornelli al posto giusto, la quar- Relapse. Ricordate il primo pop totale in cui melodie stralu- nata dall’esplosione degli Idles,
ta fatica in studio dei britannici grindcore? Lancinante brevità e nate e oblique si fanno strada da qualche parte ci sono già ra-
capitanati dal frontman Frank blast furiosi. Earache e Napalm fra spigoli grunge, tentazioni gazzini per cui i Black Midi sono
Carter (con il chitarrista - ex Death su tutto. Il nuovo e quar- spacey e delicatezze acustiche, dinosauri al secondo disco. Caso
Heights - Dean Richardson). At- to album dei Pieni Di Inferno è ma anche fra cambi ti tempo di specie? I cinque diciottenni
tenzione: non è semplice musica per un verso un ritorno a quelle repentini e l’assoluto rigetto di New York e un’idea semplice
nostalgia, perché c’è anche una origini. Dall’altro, la rielabo- del verse chorus verse. Come quanto efficace. Ovvero scippare
buona spolverata di sound indie razione di un nuovo stile che, fa tutto questo a essere così le strutture liquefatte di band
moderno e accattivante, di quello per ammissione del cantante, o appetibile? Forse perché il tutto come gli Squid (rubandogli pure
che solo all’ombra della Union meglio vocalista, Dylan Walker, è assemblato con uno stile cao- il produttore, un Dan Carey ormai
Jack germina bene e che vira è influenzato dal noise di gente tico e disarmonico che rimanda ubiquo) e impiantarle dalla parte
verso il britpop senza restarci come Zeni Geva. Brani contrat- al cut&paste del primo Beck. opposta dell’oceano. Facendole
invischiato; al mix aggiungiamo ti, veloci, convulsi; trattati e Brani come Firefly rispondo così passare attraverso gli ultimi
anche un po’ di sana ignoranza lacerati alle soglie del rumore implicitamente alla domanda: 20 anni di musica locale, visto
pub rock e una rabbia che sfiora puro. A livello di testi, Dylan “che succederebbe se i Mo- ritmiche che palleggiano con gli
certo punk più estremista, alle esplora le paure dell’inevitabi- torpsycho coverizzassero Abbey LCD Soundsystem e chitarre che
soglie dell’hardcore. Insomma, lità della morte; estremizzate Road?” Altrove le ispirazioni parlano di Strokes. E pazienza se
questo è un disco divertente, ma dalle atrocità che commettiamo si fanno ancora più complesse: i ragazzi neppure erano nati ai
anche assai incazzato; ascoltabi- ogni giorno. Dai temi totalmen- bozzetti psichedelici, lo-fi, hard tempi di Is This It: non sempre
le, ma anche ben ruvido; zozzo, te antireligiosi del passato, ora rock sinfonico e sano cazzeggio. la sensazione di eterno presente
ma anche patinato nei punti giu- pare intravedersi nei FOH una Il tutto per un album che con garantita dalle piattaforme di
sti. Segnalo un featuring finale di qualche forma di spiritualità, un po’ di disciplina in più figu- streaming genera mostri.
Bobby Gillespie: può bastare? pur sommersa da questo tritu- rerebbe fra gli esordi dell’anno. FRANCESCO VIGNANI
ANDREA VALENTINI rante infernale caos. DIEGO BALLANI 80/100
79/100 CLAUDIO SORGE 79/100
78/100
RUMOREMAG.COM | 55
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

GREEN LUNG HAND HABITS HANDSOME JACK HAWKINS


BLACK HARVEST FUN HOUSE GET HUMBLE AFTERMATH
SVART SADDLE CREEK ALIVE NATURALSOUND THE SIGN

Nel bel mezzo del Galles, tra Dopo cinque anni di frenetica Asserragliati in un’America Questi svedesoni paiono in un
vecchie chiese celtiche e natura attività on the road, anche Meg che parla ancora con genuina momento di prolifica grazia:
selvaggia, i Green Lung hanno Duffy è stata costretta allo stop naturalezza i linguaggi del Aftermath è, infatti, il loro
trovato l’ispirazione per il loro per fare i conti con traumi del blues e del rock di un’epoca terzo disco in un anno tondo
secondo album. Che, nonostante passato mai sopiti. Per fortuna passata, ma che sembra non tondo. Si tratta di un 12” incen-
le numerose offerte ricevute ha avuto vicino amici come Sa- tramontare, anzi, pare assurta trato sul concept delle macerie
dopo il loro primo, Woodland sami Ashwort (in arte SASAMI) alla dimensione della classicità, - reali e psicologiche - che la-
Rites, hanno deciso di incidere e Kyle Thomas (aka King Tuff), gli Handsome Jack sono oggi sciano le relazioni sentimentali
per la finnica no compromise che nella veste di produttrice e tra i più credibili interpreti di alla loro fine (da qui il titolo,
Svart. E i risultati si rivelano ingegnere del suono hanno tra- questa tradizione rock. Il suono che ovviamente richiama anche
incontaminati. Dall’intro, The sferito parte del loro colorato e l’approccio si sono affinati l’omonimo lavoro degli Stones
Harrowing, in cui suona un background musicale fra queste dal loro primo disco. E il focus del 1966). In sei brani di garage
organo di una di queste chiese tracce. Così l’alt country dai è chiaro: Creedence Clearwa- rock moderno, muscolare e a
gallesi, ai brani che si srotolano toni pallidi e sfumati ha lasciato ter Revival. Il che significa, tratti molto hard - con tocchi
come una lunga cavalcata, sì, he- spazio a un folk pop sfaccettato, mutatis mutandis, riff swamp alla Jack White/White Stripes
avy metal, ma moderna, i Green che parte dalle nuance elettrico blues a profusione - potremmo - si analizzano i cinque step
Lung esprimono una loro genui- sintetiche di The War On Drugs citare anche Slim Harpo, tra del dolore: negazione, rabbia,
na epicità, un’arcaica e avvolgen- ma si spinge oltre. Si perdono le ascendenze - a divampa- ricerca di aiuto, depressione e
te potenza folk nelle atmosfere, forse quei connotati sognanti re in un rock torrido, che ha accettazione… e facendolo si
un canto esaltante ma equili- del precedente Placeholder, ma qualche influenza anche gospel. suda, si fa air guitar, si muove
brato. Brani come Graveyard si acquista in varietà e defini- Brani come High Classmen, il culo. C’è anche spazio per
Sun - apice dell’album - sono un zione. Fra trucchi electropop che avrebbero potuto scrivere un episodio in chiave ballad
incrocio tra Led Zeppelin folk e… e cangianti rock ballads, è la anche i Black Crowes; soul della drammatica, per arrivare alla
Greta Van Fleet, ma discosti da visione accorata e drammatica palude come Shoulder To Lean; liberazione finale della title
una scontata canonica rendition, della Duffy a tenere insieme un southern densi e pigri come track - un crescendo quasi
e mai sopra le righe. album ricco di spunti. New Home In The Sky (puro orchestrale in cui si respira la
CLAUDIO SORGE DIEGO BALLANI Lynyrd Skynyrd). rinascita.
80/100 80/100 CLAUDIO SORGE ANDREA VALENTINI
75/100 78/100

COLOURGRADE
DOMINO
TIRZAH
Chissà quanto è un caso che Devotion, miracoloso debutto a rila- svezzata in tour e una seconda concepita subito dopo. Culminando
scio lentissimo della londinese del 2018, sia poi finito in molte liste in un album di un’intimità claustrofobica, altro che quella tanto
di migliori album dell’ultimo decennio. Un mezzo riconoscimento discussa dei recenti LP di Billie Eilish e Lorde: voci ora robotiche
tardivo, e l’averle compilate nell’ultimo, difficile anno avrà fatto sì (il brano omonimo) e qua stiracchiate digitalmente (Crepuscular
che molti tornassero su un disco aperto dalla frase “I’ll make you Rays), registrazioni tanto spartane da risparmiare persino il colpo
fine again”. Ma, e più ancora, segnale di come l’immaginario della di tosse in Beating e una Send Me spesa fra un appello alla guari-
33enne, nel suo essere smaccatamente personale e domestico, gione, un semplicissimo arpeggio e una base ritmica. E le briciole
fosse un rebus troppo complesso per essere risolto a un ascolto a rimandare a Devotion, giusto il duetto con il Coby Sey di ritorno
distratto. Così che è già il titolo del successore a illuminare i nodi per Hive Mind e una pastosa Hips messa in chiusura. Non certo un
di quello che sarebbe sempre stato un difficile secondo album, album da singoli, e al solito prodigiosa è Mica Levi nel mettere a
di quelli a rischio di scontentare tutti, se colourgrade è infatti il sistema materiale spesso litigioso e tamponare un tono notturno
processo con cui si editano le foto per riportare i colori da quelli privo di ogni glamour: lavoro ambiziosissimo nelle intenzioni e nel
rimasti impressi su pellicola a quelli che erano nella realtà. Fuor di risultato.
metafora, un voler togliere ogni abbellimento pop al racconto degli FRANCESCO VIGNANI
ultimi anni: l’esordio che pian piano si fa strada, una prima figlia 82/100

56 | RUMOREMAG.COM
AVA N T
AVA N T
HERBERT HOLY DEATH TRIO
MUSCA INTRODUCING…
ACCIDENTAL RIPPLE
BENDIK GISKE
Matthew Herbert torna a con- Si attribuisce a Blasko, ex CRACKS
frontarsi con la musica house, bassista di Ozzy, mentore e sco- SMALLTOWN SUPERSOUND
a 20 anni dal suo più recente pritore degli Holy Death Trio, Cracks, esperienza sensoriale violenta, è il secon-
disco (Bodily Functions) che ne la definizione che li presenta: do album in proprio per il sassofonista norvegese
interpretava le modalità. “Come se Jimi Hendrix suonas- trapiantato a Berlino. Il lavoro, composto da
Nato durante il lockdown e rea- se con i Black Sabbath, mentre cinque brani per sax solo, è uno tsunami sonico
lizzato con l’ausilio di numerosi John Dwyer gli sistema i pedali travolgente, un bombardamento retto unicamen-
contributi a distanza, nonostante della chitarra”. Ma mi pare un te, e miracolosamente, dal sax alto di Giske, dalla
la frequente vivacità ritmica po’ troppo immaginifica. Gli sua potente fisicità queer, dagli ambienti risonanti che sono par-
Musca è un lavoro fortemente HDT arrivano da Austin, Texas, te del tutto (grazie alla notevole arte di microfonazione corporea
intimo e riflessivo. Ne sono pla- e il loro sound è realmente e degli ambienti di André Bratten) e da una davvero incredibile
stica dimostrazione le melodie heavy voodoo blues. In White tecnica di respirazione circolare appresa durante la lunga perma-
malinconiche di Hypnotised e Betty è come se a scuotere un nenza a Bali. Fischi d’ancia, fiati, l’effetto percussivo delle chiavi,
The Impossible, oppure il mood classico, selvaggio ritmo alla tutto entra a fare parte dei loop ipnogeni di Cracks, senz’altro
jazz notturno di Let Me Sleep, Bo Diddley fossero dei nervosi una delle migliori uscite di area avantgarde di quest’anno.
uno dei tre episodi cantati da Motörhead influenzati dall’har- 85/100
Bianca Rose. Dopo una lunga dcore californiano. Mentre Bad
sequenza di lavori sperimentali Vibration è southern thrash
e concettuali, è bello ritrovare hardcore e The Killer uno A CURA DI ANDREA PREVIGNANO
il tocco gentile e competente swamp blues nevrastenico.
dell’artista inglese su un gruppo Nebbie e vapori swamp blues
di canzoni discretamente balla- resi impenetrabili da una calda
bili ma ricche di spunti, come atmosfera sabbathiana, nella
VARIÁT NICHELODEON/
nei sapori africani di Fantasy o quale imperversano debordanti
I CAN SEE EVERYTHING INSONAR & RELATIVES
FROM HERE INCIDENTI - LO SCHIANTO
nell’incantevole rarefazione che e scatenati assoli wah wah. PROSTIR SNOWDONIA
contraddistingue The Way. CLAUDIO SORGE
GIORGIO VALLETTA 76/100 Protagonista 15 brani, 77
78/100 della nuova minuti, 44
elettronica musicisti
russo/ucrai- (tra cui Erica
na, Dmytro Scherl, Paolo
Fedorenko Tofani, Evaristo
(anche titolare dell’interes- Casonato), una quantità
sante label Kvitnu) sotto il sconsiderata di suggestioni
moniker Variát dà sfogo alla musicali (prog, folk,
sua ossessione per l’uso (in) composizione colta) per il
controllato della distorsione quarto album di Claudio Milano
su chitarra, basso, synth e qui accompagnato da ensemble
ICE NINE KILLS IRON LIZARDS percussioni. Gli scenari che
THE SILVER SCREAM 2: WELCOME HUNGRY FOR ACTION variabili. Voix extraordinaire
TO HORRORWOOD THE SIGN ne risultano, a cavallo tra del panorama avant italiano,
FEARLESS/SPINEFARM harsh electronics, indu- Milano costruisce una sorta di
Fatte le debite proporzioni, striale e atmosfere doom, concept sulla rabbia, sul suo
Album numero sei - e sequel provo a immaginare se i Radio non lasciano scampo. Tutti i superamento, sul suo potere
del precedente, ossia The Silver Birdman, be’ no, gli Stooges, si sistemi sono in overload. fagocitante.
Scream, pubblicato nel 2018 fossero, come dire, snaturati, 70/100 70/100
- per la horror metal band di e avessero suonato iperve-
Boston con ormai oltre 20 anni loce hardcore ante litteram,
di carriera alle spalle (prima pur con i loro stessi accordi PARADISO INFERNAL KATHARINA ERNST
erano noti come Ice Nine e ba- razor rock’n’roll. Credo non PARADISO INFERNAL LE TEMPS
sta). È innegabile la padronan- sarebbero stati molto diversi TROST TROST
za di tutti gli stilemi del genere, da quello che sto ascoltando Drone dark Già colwlabo-
compresa l’interpretazione at- ora da questi indemoniati Iron duo per ratrice di Ken
toriale (con tanto di personaggi Lizards. Qualcuno dirà che c’è electronics, Vandermark
diversificati) delle linee vocali, già stato qualcuno che ha fatto field recordin- e Christina
un sound metallico pesante in una cosa del genere e sono gli gs (Christina Kubisch, la
bilico fra power, speed, thrash, Zeke. E avrebbe anche ragione. Nemec) e musicista au-
groove e alternative metal e In più, aggiungo, con la super- chitarra (Christian Scha- striaca Katharina Ernst prati-
tutte le melodie più spooky al visione dei padrini dello speedy chinger), i Paradiso Infernal ca un approccio idiosincratico
posto giusto. Siamo di fronte rock’n’roll: i Motörhead. La hanno collaborato con il alle percussioni già adottato
a un disco di genere (con forti cultura di strada per fare una compianto Peter Rehberg da Susie Ibarra e Valentina
ammiccamenti concettuali/ cosa del genere, credibile, nel trio Shampoo Boy. Quel Magaletti, lavorando sul con-
estetici all’horror di serie B) gli Iron Lizards eccome se ce background riaffiora anche cetto di kit esteso, integrato
che probabilmente non piacerà l’hanno. Sarà perché sono fran- in questo album omonimo, da strumenti tradizionali, ma
ai metal kids più estremi, ma cesi, popolo cultore di Stooges, raccolta di lampi rumorosi anche oggetti d’uso comune
neppure si può parlare di un Birdman e MC5 fin dai primi in una notte minacciosa. come campanelli per biciclette
lavoro per palati delicati. Forse, anni 70. Fluch è il respiro del moloch o tappi per vasche da bagno
però, una maggiore sporcizia e CLAUDIO SORGE a guardia dell’oscurità. Nel per un collage sonoro impre-
spontaneità gioverebbero… 77/100 nome degli Hymnos di Gia- vedibile.
ANDREA VALENTINI cinto Scelsi. 65/100
70/100 65/100
RUMOREMAG.COM | 57
CONFINI

CONFINI

JAKE BUGG JERUSALEM IN


SATURDAY NIGHT, MY HEART
SUNDAY MORNING QALAQ
DANIELE SANTAGIULIANA SONY CONSTELLATION
LA CUPA
LOONEY-TICK PRODUCTIONS Veniamo da un momento storico La splendida copertina promette
La Cupa è il nuovo doppio lavoro (CD e appendice in cui il concetto di sabato sera una doccia fredda per i fan della
digitale) di Daniele Santagiuliana, concepito in po- aveva assunto forme insolite, sontuosa orchestralità di Daqa’iq
che ma massacranti sessioni di registrazione e libe- fra lockdown e coprifuochi vari, Tudaiq. La musica mantiene la
ramente ispirato a Thomas Ligotti, The Lighthouse perciò imbattersi in un album promessa. Oscuro, frammenta-
di Robert Eggers e le composizioni di John Cale. intitolato Saturday Night, Sun- to, tutto costruito su canovacci
Emerge un mondo silenzioso in cui si è posseduti day Morning fa sorgere qualche affidati a una lista lunghissima
da una totale antropizzazione. C’è tutto intorno lo stesso, inquie- domanda: come sarà questo di ospiti di pregio, che hanno la-
to, e inquietante mare nel quale ogni nave viene inghiottita nelle sabato sera di cui vuole parlarci vorato con licenza di contribuire
profondità abitate da creature trasfigurate e sirene ammalianti. Jake Bugg? Un seratone d’altri radicalmente e all’occorrenza
Elettronica, basse frequenze, suoni disturbanti e archi ipnotici tempi, con relativo hangover stravolgere. Qalaq è un’opera
donano all’album un suono asfittico, strettamente legato ad al- della domenica mattina, oppure ostentatamente radicale, politica
lucinazioni e visioni dalle quali sembra impossibile uscire. È un un “nuovo” sabato sera casalingo fin dal titolo (che in arabo indica
concept sulla depressione, sui fantasmi personali e sulla inevita- e morigerato? La risposta, uno stato di forte preoccupazio-
bile solitudine di ogni essere umano. Bellissimo. probabilmente, sta nel mezzo: ne), in cui Radwan Ghazi Mou-
80/100 il cantautore britannico alterna mneh cerca di dar conto di una
in questi 11 brani, tutti ultrapop, crisi culturale/economica/civile
momenti frizzantini e danzerecci (del natio Libano e non solo). Un
A CURA DI ANTONIO BRIOZZO (All I Need, Lonely Hours), at- album che insegue la modernità
mosfere da serata semitranquilla con la coscienza di cercare un
all’english pub (Kiss Like The linguaggio espressivo, disposto
MICK HARRIS & AUSTRALIAN ART Sun, Scene) e ballads stropiccia-
ORCHESTRA/TARIRO a sacrificare il valore assoluto
MARTYN BATES te da walk of shame. Dovunque di alcuni episodi che sembrano
MURDER BALLADS [DRIFT] MAVONDO/REUBEN passiamo il weekend, insomma, opachi in funzione di un’idea di
SUB ROSA
LEWIS/PETER KNIGHT può fungere da gradevole sotto- “disco” che invece esplode.
Esce, per la CLOSED BEGINNINGS fondo, ma niente di più. FRANCESCO FARABEGOLI
prima volta AAO
LETIZIA BOGNANNI 74/100
in vinile, il Tariro Mavon- 65/100
primo dei tre do, Reuben
capolavori post Lewis e Peter
isolazionisti di Knight sono
M. Harris (Scorn) e M.Bates tra gli artisti
(Eyeless In Gaza). A distanza più eretici della
di quasi 20 anni riemergono, scena sperimentale australiana.
attuali e futuristi, i macabri Closed Beginnings si articola
racconti di storie sanguinarie, in quattro complessi movimenti
disperazione, incesti, morte, in cui l’abrasivo spoken word
odio e crudeltà. I droni dark/ di Tariro, incentrato sui temi
KALABRESE KEDR LIVANSKIY
LET LOVE RUMPEL (PART 1) LIMINAL SOUL
folk di Harris si indovano nei della rivoluzione e dell’isola- RUMPELMUSIG 2MR
sordidi canti di Bates, do- mento, esalta le profonde sono-
nando ai pezzi atmosfere dal rità create dalle stratificazione Partito ormai molti anni fa Al terzo album per la 2MR di
fascino oscuro e decadente. di archi, tromba ed elettronica. dalla house minimale, Sacha Simonetti (Italians Do It Better)
80/100 Straordinaria empatia compo- Winkler ha via via perfeziona- e Sniper (Captured Tracks), la
sitiva. to un suono funk organico e moscovita Yana Kedrina in arte
72/100 svagato che è diventato il suo Kedr Livanskiy accantona in par-
marchio di fabbrica, a partire te l’impostazione marcatamente
CE QUIS NOUS POREST da un 12” di vera svolta come espansiva e dance del precedente
TRAVERSE CANCER IN THE SOFT BREEZE Auf Dem Hof del 2005. Lì ri- Your Need, per spostarsi verso
LE SACRE DE SAINTE-BARBE DISCREPANT porta questa prima parte di Let contrasti più marcati. Quello fra
CUCHABATA Il nuovo Porest, Love Rumpel, terzo album del i beat dritti e la polpa techno di
Ecco un vero e Cancer In The produttore svizzero, progetto cui sopra - con collaborazioni
proprio viaggio- Soft Breeze, è torrenziale da completarsi in con i connazionali Synecdoche
ne, ipnotico e un percorso in primavera e qui inaugurato con Montauk e Flaty - e un pop
notturno, al cui 16 miniature 11 tracce e 82 minuti di musica. elettronico spesso etereo, quello
ascolto si rimane in continuo A quei groove dilatati, a quella fra tensioni urbane e natura,
prigionieri di sali e scendi tra elettronica, scioltezza ipnotica, ma con la macchine e strumenti acustici,
ambientazioni post rock, squarci cupo post industrial, drones, forza e la sicurezza accumulate canto convenzionale (peraltro in
di psichedelia, deragli jazz e accennate influenze etniche nel frattempo, e un approccio russo, ma c’è anche il suo primo
sognanti ritmi kraut, improvvi- e addirittura inserti pop. umano che scalda sia le cose pezzo in inglese, il bel singolo
samente lacerati da accelerazioni Concepito in un dilatatissimo più ballabili, sia momenti Boy) e arie da opera, falsetti, uso
post punk. Sorprendono le tex- spazio temporale, tra il 1995 e pop perfetti come Last Drive. della voce come strumento. Tutte
ture di chitarra riconducibili alla il 2020, è un lavoro dal quale Mentre il disco ci si srotola di cose note, ma affrontate con scel-
scarna avanguardia americana emergono disomogeneità nelle fronte tra fiati e bassi acustici, te originali e una libertà creativa
(Loren Connors e Alan Licht) e, composizioni e orizzonti ec- chitarre e voci che accompa- non comune. Non sempre con
a tratti, a un David Gilmour in cessivamente ampi. Spiazzante gnano il classico recitato alla la stessa efficacia, certo, ma il
pieno trip lisergico. e deludente. Kala, e chiede di abbandonarsi bilancio è comunque positivo.
75/100 50/100 al flusso e restarci. ANDREA POMINI
ANDREA POMINI 70/100
80/100
58 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

KING KRULE LALA LALA


YOU HEAT ME UP, YOU COOL I WANT THE DOOR TO OPEN
ME DOWN HARDLY ART
XL RECORDINGS
Ci sono voluti tre anni per dare
Non ho mai visto King Krule dal un seguito all’ottimo The Lamb.
vivo, ma è nella mia wishlist. Un periodo che è servito a Lilie
Perché è un artista che mi piace, West per intrecciare rapporti
naturalmente, ma anche perché con musicisti e producer, svi-
è un artista multiforme e inaf- luppare i nuovi brani e studiare
ferrabile, e di solito sono quelli per ognuno di essi un differente
che dal vivo danno più soddisfa- corredo sonoro. Il risultato è
zione, quelli da cui non sai bene un album ricco di ospiti, con
cosa aspettarti. E devo dire che un parterre di influenze che si
l’idea è confermata all’ascolto allarga a dismisura e finisce
di questo You Heat Me Up, You per incorporare R&B obliquo,
Cool Me Down, live che racco- chiptune e suggestioni jazz.
glie 17 brani registrati durante
Nonostante questo, l’ecosistema
il tour (prepandemia) seguito
sonoro della West ha sempre
alla pubblicazione dell’ultimo

BILLY BRAGG
album Man Alive!, e che ancor un sapore di pop da cameret-
più dei lavori in studio ti lascia ta. Merito di un’artista che sta
lì a chiederti “ma King Krule imparando sul campo a inserire
che musica fa? È rock? È pop? È nel proprio repertorio elementi
jazz? È un cantautore? Un neo- contrastanti (come i fiati impaz-
crooner?”. La risposta è un sano ziti e i delicati passaggi ambient)
“francamente, chi se ne frega”.
Oppure un più professionale “è
e che anche a livello lirico
combina il proprio vissuto con THE MILLION THINGS THAT
un poliedrico moderno artista
post tutto”. In entrambi i casi, la
i riferimenti letterari, per fare
del proprio universo estetico
NEVER HAPPENED
COOKING VINYL
voglia di concerto sale. qualcosa di unico.
LETIZIA BOGNANNI DIEGO BALLANI
78/100 76/100 A fine ascolto il primo ag-
gettivo che si è illuminato
tra i miei giudizi è anche
l’ultimo che mai avrei
pensato di abbinare a Billy
Bragg: borghese. Ovvia-
mente non come testi o
condotta, ma per composi-
zione musicale e “tempera-
tura percepita”. Annunciato
LA LUZ CALEB LANDRY JONES come un disco di blues pan-
LA LUZ NEVER WET demico, il decimo album
HARDLY ART SACRED BONES sulle cose mai accadute è
sorretto da brani piuttosto
Se le La Luz le avete conosciute Nome più di casa nella rubrica americani, amaro, a tratti simile al diario di un uomo depresso
con il gioiellino garage psych “Visioni” che qua, stante una che ha visto timidi raggi di sole (Reflections On The Mirth…).
surf It’s Alive (2013) e poi le carriera che, dopo cosucce Classico e ben fatto. Ma meno avventuroso che in passato. Non
avete perse di vista per un po’ come Get Out, Breaking Bad “sbilanciato”. Il tempo scorre per tutti e Billy, che in Inghilter-
di tempo, è meglio recupe- e Tre Manifesti A Ebbing, ra gode di una percezione non dissimile da quella che nutriamo
rare gli album intermedi per Missouri, lo ha visto pochi mesi noi per Paolo Conte, ha ben diritto a essere borghese, nel senso
arrivare gradualmente a questo fa vincere come migliore attore di privato, sorretto da un pianoforte e un violino, malinconi-
omonimo disco. A tessere le a Cannes. Solo che, scontato un co. Il suo profilo americano è noto, ma chi scrive ritiene che
fila della produzione c’è Adrian esordio appena un anno fa un il vero oro stia nel retaggio britannico, quello che ha legato A
Younge - riascoltatevi il suo po’ troppo prolisso, il texano New England a Full English Brexit. Qui abbiamo soprattutto
recente album The American pare ora trovare una voce e un l’organo alla Dylan 61 di Mid-Century Modern, il country puro
Negro (2021). Da un lato c’è la passo che non sia quello del di Freedom Doesn’t Come… e la quasi Harlem finale di The
totale tranquillità e quiete nella semplice passatempo. Sempre Buck Doesn’t Stop Here… (ennesimo capitolo di Billy VS USA).
chimica del gruppo con equilibri poco salubre il clima, con un A spiccare sono però la beatlesiana I Believe In You e i graffi
vocali paradisiaci e sonori; suono oppiaceo che prende i finali del testo di Ten Mysterious Photos…, scritta con il figlio
dall’altra quell’imprevedibilità Beatles più sperimentali e li Jack Valero, ironica chitarra d’allarme su modernità e social
e quelle accelerazioni garage innesta su qualcosa di molto media. Produce Romeo Stodart dei Magic Numbers, che suona
surf si perdono definitivamente vicino ai migliori Foxygen. nel disco insieme alla sorella Michele. E tutto fila e ci sono bel-
lasciando un certo vuoto. La Come sempre ben piantati nel le ballate, ma in una di queste, la programmatica Good Days &
traccia Goodbye Ghost rianima passato sono i piedi, e più che Bad Days, Billy dice “Noioso vecchio normale, quanto sembra
la psichedelia più fluida mentre programmatico pare un titolo attraente da quando la vita è arrivata e ha fatto un grande
Yuba Rot sale verso picchi vaga- come Yesterday Will Come. buco nei miei sogni”. Impossibile, come sempre, non essere
mente morriconiani. È in Metal Tanto che, se il suo autore d’accordo con lui, anche se etichettare questa piccola resa è un
Man che si risente qualcosa pare a volte tornare attore nel esercizio doloroso.
di più vigoroso. C’è così tanto calcare la mano su certi toni MAURIZIO BLATTO
amore in questo lavoro che tutto scuri, l’insieme ha un’ingenuità 73/100
si assopisce. di fondo godibilissima.
NICHOLAS DAVID ALTEA FRANCESCO VIGNANI
68/100 74/100
RUMOREMAG.COM | 59
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

SHANNON LAY LEOPARDO LET YOUR HAIR DOWN LIL LOTUS


GEIST MALCANTONE WAITING ROOM ERRØR BØY
SUB POP SDZ/LE POP CLUB/FEEL IT COLLEGE OF KNOWLEDGE EPITAPH

Quando sentirete Awaken And La ragione sociale deriva dalla Nati come diversivo strumentale La Epitaph si getta nell’agone
Allow, un inno lieve, quieto e passione per il leopardato e l’e- di parte dei pionieri soul funk del nuovo pop punk made in
solenne, basterà chiudere gli stetica crampsiana del cantante australiani Saskwatch, integra- USA con forti legami/radici nella
occhi un secondo per perdere e chitarrista Romain Savary che, ta la formazione con membri scena rap: Lil Lotus, infatti, ha
la concezione spaziotemporale. in solitaria, ha pubblicato l’esor- di Karate Boogaloo e Surprise un passato da pioniere del feno-
Intensità evocativa portata all’e- dio lungo Di Caprio nel 2018. Chef - ovvero lo stato dell’arte meno emo rap emerso princi-
stremo da Shannon Lay, chitar- Nel frattempo Leopardo è diven- di quella scena, nel frattempo palmente tramite la piattaforma
rista folk pop californiana, già tato un gruppo e, al terzo giro di diventata una delle più vive e in- SoundCloud. Questo album (il
nei Feels. Con questa sua pre- giostra, se ne esce con Malcan- teressanti del genere - i Let Your suo primo lavoro sulla lunga
ghiera prova a esortare le perso- tone: dal nome della zona del Hair Down scelgono un nome distanza) è davvero un perfetto
ne dall’immobilismo. I tour con Ticino immersa nel verde dove è che omaggia i Temptations, e esempio di commistione di rap/
Kevin Morby e con la Freedom stato mixato l’album. Velvettiani firmano un album di debutto di trap con autotune, pop patinato
Band di Ty Segall (coproduttore e beatlesiani in egual misura, livello altrettanto alto. Prodotto e un certo punk melodicissi-
del precedente August del 2019 gli svizzeri di Friburgo stendo- da Henry Jenkins degli stessi Ka- mo da classifica fra Green Day
e qui presente nel brano Shores) no leggeri tappeti psichedelici rate Boogaloo (come quasi ogni e Blink-182. Insomma, una
ne hanno accresciuto l’esperien- nel cottage neozelandese che uscita College Of Knowledge) e mossa commerciale da maestri
za. La delicatezza senza tempo Jonathan Richman divide coi ispirato tanto alla scuola newyor- per Brett & soci in affari, che si
la avvicina a Julia Jacklin, Chills. La voce(tta) di Romain kese di casa Daptone quanto alle traduce in un disco che si rivolge
Jessica Pratt e Adrianne Lenker infonde fiducia nel prossimo contaminazioni latine degli anni principalmente ai teenager e ai
solista. L’essenzialità sonora è (Selfish Spoiled Child), al netto 70 e alle immancabili colonne giovanissimi, con sonorità ruffia-
funzionale alla scrittura matura dei problemi che si risolvono in sonore blaxploitation. Con nissime - a tratti d’una banalità
e visionaria in questo lavoro un sorriso (Country Side Love), suono psichedelico caldo e com- sconcertante - ma supportate da
prodotto da Jarvis Taveniere dei tra marcette carcerarie (Put Me petente, amplificatori valvolari una produzione contemporanea
Woods. Un album che amplifica In Jail) e richieste dirette (Tell e organi d’annata, e un’evidente sopraffina. Qualcuno guadagnerà
la pace interiore e, se manca Me) che sboccano in slanci punk padronanza del lessico hip hop, bene, ma se non avete 16 anni o
pure quella, la crea. (I Belong To You). che quelle cose ha campionato da giù di lì potete skippare.
NICHOLAS DAVID ALTEA MANUEL GRAZIANI sempre. ANDREA VALENTINI
76/100 74/100 ANDREA POMINI 69/100
78/100

SYMPATHY
FOR LIFE PARQUET COURTS
ROUGH TRADE

Coi Parquet Courts non sono obiettivo, lo ammetto in premessa, farà sballare il personale VU meter di Bobby Gillespie, si prose-
sì da tagliare la proverbiale testa al toro e andare oltre, ammes- gue con un acido rock’n’roll coverizzato da un qualunque album
so che l’espressione appena utilizzata non offenda qualcuno, in degli Spacemen 3, deviando ancora su una funkadelia spaziale
un’epoca dove il giocare con le parole viene preso dannatamen- che funge da colonna vertebrale all’intero album, proseguendo
te sul serio. In ogni caso loro, i Parquet Courts, sono a parere sulla strada tracciata dalla title track del precedente Wide Awa-
di chi scrive la più rilevante novità emersa in perimetro indie ke. Echi di Sly And The Family Stone, memorie Talking Heads,
rock nell’ultimo decennio, anche se l’aggettivo indie suona oggi una sistemata al cespuglio di fantasmi enobyrniano (Marathon
terribilmente démodé. A voler essere trancianti e spietati con noi Of Anger) e gommosità baggy in area Madchester, niente meno
stessi, prima ancora che col genere di appartenenza, potremmo (Zoom Out in coppia con la canzone che titola il disco). Di contor-
anche convertire l’aggettivo rilevante in unico, ma evitiamo di no e rimando i nostri non si fanno mancare escursioni tra synth
aprire diatribe riguardo quanto certi suoni paghino pegno più analogici rubati alla prima wave (Application Apparatus), ballate
di altri allo scorrere degli anni e ancor più al rincorrersi delle post pavementiane (Pulcinella) e chitarre che arrotano ritmiche
mode. E sempre a giudizio del vostro recensore di turno, il nuovo stoogesiane ai confini del No Fun (Homo Sapien).
disco dei Parquet Courts è il migliore tra quelli sinora pubblicati. ARTURO COMPAGNONI
Punto e a capo. Si parte con un funky blues strappa mutande che 84/100

60 | RUMOREMAG.COM
INDIE

INDIE
LORDE MANIC STREET
SOLAR POWER PREACHERS
UNIVERSAL THE ULTRA VIVID LAMENT
SONY CINDY
Finalmente libera dalle ec- 1:2
cessive aspettative che ave- TOUGH LOVE
Altro che generation terrorists: a
vano seguito il suo folgorante 29 anni e 14 album dalla nascita, Karina Gill è una giovane ragazza di San Francisco
debutto Pure Heroine, dopo va a finire che sono proprio i e Cindy è il nome della band costruita attorno
il più che convincente Melo- Manics i più affidabili fra quanti alla sua voce e alla sua carismatica presenza. Dei
drama l’artista neozelandese nati a cavallo del Britpop. Dice primi due album della band, l’omonimo debutto
ha inspiegabilmente deciso di molto questo UVL, venduto e Free Advice, pubblicati rispettivamente nel ‘18
rifugiarsi in una sorta di revival come lavoro di “riflessione e e nel ‘20, personalmente ricordo poco, anche se il
West Coast per il suo terzo reazione”. Conta il periodo, loro nome si era infilato da qualche parte tra gli appunti di una
album. Anticipato dall’omonimo ovviamente, come la morte per memoria sovraccarica di dati. In ogni caso il nuovo disco è un
singolo dalle curiose tinte hippy, cancro in pochi mesi di entrambi piccolo gioiello e un monumento in miniatura all’immobilità,
Solar Power si rivela come una i genitori di Nicky Wire. Solo che uno slowcore minimale costruito su tante piccole variazione di
soporifera collezione di canzoni la citata reazione ha persino del Pale Blue Eyes e Sunday Morning, imprigionato tra le soffici
fra il folk acustico e certo soft sorprendente: Still Snowing In melodie dei Galaxie 500 e i picchi emotivi di Bedhead e Codei-
rock recentemente tornato in Sapporo racconta gli esordi della ne, raggiunti dal sussurro di una voce di cui è impossibile non
auge (citofonare Fleetwood Mac, band con aria da sorella minore innamorarsi.
ma qui non si intravede il genio di If You Tolerate This, mentre 85/100
dei loro momenti migliori), e la scrittura di Bradfield recupera
a peggiorare le cose giungono quella matura serenità che faceva A CURA DI ARTURO COMPAGNONI
confusi riferimenti fra astrologia brillare il suo recente LP solista e
e un misticismo da cartolina. l’elenco di influenze (dagli Abba
Forse in futuro verrà conside- ai primi R.E.M., in mezzo a mol-
rato come l’album della “crisi UPPER WILDS QUIVERS
to Neil Diamond) per una volta VENUS GOLDEN DOUBT
personale” di Lorde, ma per ora non è stilato tanto per stupire. THRILL JOCKEY BA DA BING
non può che lasciare perplessi E, sì, è davvero Mark Lanegan
circa il suo futuro artistico. quello in Blank Diary Entry. Terzo disco L’equazione
GIORGIO VALLETTA FRANCESCO VIGNANI
per gli Upper Australia/
49/100 78/100 Wilds, trio jangle pop si
newyorkese traduce imme-
capeggiato da diatamente in
Don Friel, già una sola parola,
mente e motore di Parts & anzi due: Go Beetweens. A
Labor. Love Songs, di nome meno che non si decida di
ma non di fatto, nume- scendere un paio di migliaia di
rate dall’uno al dieci, che chilometri a sud est e incon-
inchiodano a terra a colpi trare la terra del kiwi, e allora
di martello un furioso punk il ventaglio si apre. Il quartet-
costruito su progressioni to di Melbourne in realtà è
MAC MCCAUGHAN MEN I TRUST geometriche ascrivibili, con anche altro: fiati e violini che
THE SOUND OF YOURSELF UNTOURABLE ALBUM un po’ di fantasia e audacia, giocano col Northern Soul,
MERGE AUTOPRODUZIONE al caro vecchio post rock. cori collettivi che rimpallano
Genere di cui questo Venus la California dei ‘60 e chitarre
Secondo disco solista del- Le conseguenze dei lockdown potrebbe considerarsi versio- che giocano a nascondino coi
lo slack motherfucker per pandemici si sentono anche in ne Wild and Crazy. Teenage Fanclub.
eccellenza, impilato sopra tutti un’enclave di serenità dream pop
76/100 71/100
i Superchunk e Portastatic di come il Québec. Il nuovo album
questo mondo e i tanti assi (autoprodotto) del trio di Mon-
messi inopinatamente in fila tréal è il risultato di lunghe ses-
MT. MISERY THE SURFING
dalla sua Merge. E il vecchio sioni casalinghe. Canzoni, come
ONCE HOME, NO LONGER MAGAZINES
PERFECT BADGERS OF WYMESWOLD
Mac rischia di vincerla a mani asserisce il titolo, non program-
basse tanto pare fuori dal tem- mate per essere suonate dal vivo. Probabilmente MOSHI MOSHI

po e da qualsivoglia contesto, Conferma della cifra elegante e influenzati Due terzi dei
infilando in mezzo a una serie nostalgica di Emmanuele Proulx dal clima del non dimen-
di strumentali che vagano e compagni, pur galleggiando in Mare del Nord, ticati Wave
tra lo stordimento e il sogno un’inevitabile stasi di transi- nell’est del Re- Pictures e un
una breve sequenza di ballate zione. Se Tree Among Shrubs e gno Unito, un ex Slow Club, a
college rock da crepuscolo degli Shoulders riaffermano la nota luogo, Hartlepool, di cantieri modo loro un
dei. In particolare quella Dawn seta nostalgica da Rive gauche, dove nacque il mitico Andy super gruppo quello messo
Bends in coda al disco, dove gli Serenade Of Water ammicca alla Capp, per dire. Un suono pia- assieme dai londinesi Surfing
Yo La Tengo fanno da backing patina downtempo da anni Zero cevole e un poco evanescente, Magazines. Il cui secondo
band di lusso e la title track, e 5am Waltz è un’ipotesi chill come quello piazzato sul retro album gioca più con l’Ameri-
modulata come una confessio- out dei Boards Of Canada (con di un qualche singolo minore ca che col classico indie pop
ne a se stesso più che al suo Jessy Caron e Drago Chiriac che dei Belle And Sebastian o dei albionico, da sempre zona di
pubblico: “Will you ever get tornano al loro primo amore per Teenage Fanclub. Volendo conforto per i ragazzi. Ne esce
used to the sound of yourself i sintetizzatori, che dominava traslare le coordinate geogra- un country rock da spiaggia,
/ When it’enough to make you il loro esordio). Alla fine, è la fiche all’America di oggi si di per sé una contraddizione
fall in love / With the sound of grazia contemporanea di Sugar a potrebbero citare Real Estate in termini, macchiato garage
anything else”. risaltare sul resto. e Wild Nothing. con qualche gancio da ricor-
ARTURO COMPAGNONI MAURO FENOGLIO 64/100 dare.
67/100 68/10 66/100
RUMOREMAG.COM | 61
BRAZIL

BRAZIL

MESS ESQUE MONO


MESS ESQUE PILGRIMAGE OF THE SOUL
DRAG CIT Y PELAGIC
MBÉ
ROCINHA “Musica a cavallo tra il risveglio Quello che creano i Mono, stori-
QTV e i bordi sfocati del giorno...”: ca post rock band sperimentale
Amefricanidade. L’essere africani d’America. così parlano le note della Drag giapponese, ha sempre quell’alo-
Recuperare la memoria della deportazione e della City, a sottolineare il processo ne di sacrale ritualità. In questo
schiavitù. Superare una storia di umiliazione ed di elaborazione di Mess Esque, caso il disco è stato registrato
emarginazione che ha strascichi drammatici ancor album nato tra il 2019 e il e mixato durante l’apice della
oggi in Brasile, dove essere pretos o índios non è 2020 nelle ore delle streghe pandemia con Steve Albini, ma
affatto come essere brancos. Questo il nucleo del tra Melbourne e Brisbane. Un non per questo è influenzato ne-
debutto del producer Luan Correia in arte Mbé (in lingua yoruba album folk dai ritmi circadiani gativamente dalla situazione che
significa sia semplicemente esistere ma anche volutamente sfasati basata sui loop melodici stavano vivendo. Nowhere Now
essere). Proveniente dalla più grande favela di Rio (Rocinha, e ritmici di Mick Turner (Dirty Here (2019) andava già oltre la
appunto), l’artista intreccia ritmi, rumori di strada, parole, versi Three) e la voce di Helen Franz- classica quiete prima della tem-
animali e voci in un magma sonoro avvolgente e politico allo mann (Redbreast, McKisko). pesta (sonora) e ora acquisisce
stesso tempo. Come una miscela tra My Life In The Bush Of Turner, qui polistrumentista più dinamica. Imperfect Things
Ghosts e un album di Forest Swords. Tra gli ospiti: Juçara Marçal (chitarra, basso, organo, batte- trova nuove ritmiche, To See A
e José Mekler. ria), imbastisce percorsi giocati World squarcia e metà col frago-
90/100 su minime variazioni, lasciando re delle chitarre che conoscia-
alla voce fragile e garbata della mo: esaltazione e costruzione di
Franzmann la narrazione. Il un mondo sonico ultraterreno
A CURA DI PAOLO BOGO folk blues dei Dirty Three e le fino agli otto minuti altrettanto
prime magiche produzioni di tonanti di Innocence. Hold Infi-
Will Oldham sembrano riaffio- nity On The Palm Of Your Hand
ANTÔNIO NEVES PÍNCARO rare. E anche là dove sembra abbassa il dinamismo, fino a
A PEGADA AGORA É ESSA UM DELÍRIO MADREPÉROLA
(THE SWAY NOW) INDIPENDENTE
prendere il sopravvento una quel momento decisamente
FAR OUT maggiore struttura le prime luci sostenuto, ma amplifica il livello
L’abbiamo dell’alba dissolvono la forma. di spiritualità.
Figlio del ascoltato tantis- ANDREA PREVIGNANO NICHOLAS DAVID ALTEA
musicista Edu simo quest’esta- 65/100 78/100
Neves (Milton te e ogni volta
Nascimento, ci piaceva un
Gilberto Gil, po’ di più. È il
Elza Soares), primo lavoro solista di Roger
Antônio è di Rio e suona il Valença, cantautore prove-
trombone. Il suo secondo niente da un luogo sperduto
album coniuga urban jazz dello Stato di São Paulo (São
con rock, samba e baile funk João do Pau d’Alho). Voce,
con risultati mozzafiato. chitarra acustica, un pizzico di
Visionari ed energici, otto elettronica e poco più per dieci
pezzi (c’è anche una cover di brani nostalgici: una ricerca
ROY MONTGOMERY MOOR MOTHER
THAT BEST FORGOTTEN WORK BLACK ENCYCLOPEDIA OF THE AIR
Summertime) con ospiti come del tempo perduto dell’infan- GRAPEFRUIT ANTI-
Alice Caymmi, Ana Frango zia, che mescola indie folk à la
Elétrico e lo stesso padre. Da Bon Iver e nova MPB. Che il 40esimo anniversario Sulle produzioni musicali oscu-
non perdere su YouTube il 88/100 della casa neozelandese delle re e intime dello svedese Olof
concerto Ao Vivo No Galpão.  idee oblique Flying Nun, coin- Melander, che fanno incontrare
90/100 cida con i 40 anni di carriera jazz, elettronica, hip hop e dub,
del vulcanico chitarrista di il rap della statunitense Moor
Christchurch, celebrati lungo Mother è sempre ben scandito,
ÍNDIO DA CUÍCA JADSA quattro album, non è una coin- a volte quasi sussurrato ma con
MALANDRO 5 ESTRELAS OLHO DE VIDRO cidenza. Sua era la chitarra dei chiarezza, perché la parola non
QTV BALACLAVA
Pin Group, primo gruppo pub- può che essere fondamentale
Dopo una lunga Registrati nel blicato dalla storica etichetta nel nella musica di un’artista che è
carriera iniziata 2019 ai Red 1981. Il secondo episodio della anche poetessa e attivista. Nei
in una scuola di Bull Studios saga, ancora una volta registrato testi, Camae Ayewa - vero nome
samba, virtuoso di São Paulo, a casa, conferma quanto la - evoca sia esperienze personali
della cuíca, sono 14 i brani poesia riverberata del maestro sia il passato - che si ripete -
il musicista del debutto della sei corde si esalti in epiche della comunità afroamericana:
carioca pubblica a 70 anni il di Jadsa Castro. Ispirandosi monumentali. Questa volta, le il suo sguardo sulla città in cui
suo primo album solista. Dieci alle sperimentazioni dell’a- oscure melodie algide s’accom- vive, Filadelfia, è vigile anche
canzoni dove canta e suona mato Itamar Assumpção pagnano alla sua voce solenne perché, come ha dichiarato,
un po’ di tutto (dalla chitar- (1949/2003), preferisce e cavernosa. Introducendo echi c’è molta povertà e sofferenza.
ra acustica al berimbau, dal muoversi tra rock, jazz, soul nostalgici, che rimandano alla Anche per questo nella traccia
pandeiro al cavaquinho). Se e Nova MPB, rinunciando new wave ’80 più contemplativa di apertura cita la figura della
cercate il suono tradizionale ai suoni tipici dello Stato di e seducente. Le cover trasfigura- madre che, quando nera, è “la
brasiliano, qua troverete pane Bahia dov’è nata e vive. Con te di Superstar dei Carpenters più vulnerabile” nella società
per i vostri denti tra samba, risultati notevoli. Ospiti tre e di Song To The Siren di Tim statunitense… una questione
funk, musica per capoeira e colleghe che conosciamo già: Buckley sono sigilli di garanzia che la tocca così tanto da aver
ritmi del candomblé. Josyara, Luiza Lian e Ana per un talento indomito. ispirato il suo nome d’arte.
85/100 Frango Elétrico. MAURO FENOGLIO LUCA GRICINELLA
88/100 79/100 80/100
62 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

JOHN MURRY KACEY MUSGRAVES MY MORNING JACKET NAS


THE STARS ARE GOD’S STAR-CROSSED MY MORNING JACKET KING’S DISEASE 2
BULLET HOLES MCA/INTERSCOPE ATO MASS APPEAL/THE ORCHARD
SUBMARINE CAT
Si è spesso detto che il dolore Il nono LP di Jim James e soci Solo per aver messo nuovamen-
The Graceless Age (2012) rimane sia un motore creativo notevole. sembra voler inaugurare un nuo- te Ms Lauryn Hill di fronte ad
uno dei dischi più intensi (e Tanti sono i capolavori dolenti vo percorso non solo per la loro un microfono a rappare come
misconosciuti) degli ultimi 20 disseminati lungo la storia della altalenante parabola artistica ai bei tempi andati, ci sarebbe
anni. Difficile dare un seguito a musica pop, monumenti al tor- ma per l’umanità intera logorata da fargli un monumento. Ma
Little Colored Balloons, dove si mento, documenti di termina- dalla pandemia e apparente- c’è altro: la verità è che, al
racconta di una vita presa per i lità emotiva. Per la cantautrice mente intrappolata nel proprio netto delle aspettative, questo
capelli, un secondo prima della country pop di Sulphur Springs, egoismo senza fine. Partendo da secondo episodio della malattia
morte. Eppure, il cantautore di Texas, sembra invece che il questi presupposti, la band del del re è un ottimo disco, pro-
Tupelo (da sei anni “esiliato” peso dei propri crucci senti- Kentucky cerca di ritrovare la babilmente il migliore da anni
a Kilkenny, in Irlanda) ha mentali abbia in qualche modo luce attraverso canzoni dall’ap- a questa parte per il rapper del
continuato a scrivere. Dopo gravato sul tocco lieve e maturo proccio positivo declinate tra Queens, e sicuramente superio-
il sofferto A Short History Of del sorprendente Golden Hour momenti riflessivi (il singolo re all’episodio precedente che
Decay del 2017, estremo saluto del 2018. Testimonianza di un Regularly Scheduled Program- pure, incredibilmente, gli valse
all’amico Tim Mooney e a un momento di grazia nella vita e ming e gli oltre otto minuti di I il primo Grammy della carriera.
matrimonio, arriva una nuova nell’ispirazione, di qui questa Never Could Get Enough su tut- Oltre all’episodio con la ex
pagina di disagio privato. Con tragedia postmoderna dedicata ti), divagazioni di pinkfloydiana Fugees (Nobody), si segnalano
un velo d’ironia a dare un soffio al divorzio da Ruston Kelly è un memoria (In Color), perseve- anche l’introspettiva Momen-
di leggerezza (?). Registrato in pallido contraltare. Fra melodie ranti crescendo emotivi (Never ts, la morbida No Phony Love
Galles con l’esperto John Parish piatte, contrappunti di chitarra
e le chitarre conterranee di RL In The Real World, che ha ma, guardando oltre ai singoli
latina che ricamano su patina l’incedere dei fuochi d’artificio episodi, è tutto il disco ad esse-
Burnside e Greg Cartwright autotune. Una ricetta pop gon-
(Oblivians). Maggior fisicità con un finale esplosivo) e vere e re buono, dall’inizio alla fine,
fia d’intenzione, in cui il cuore proprie aperture gioiose (Lucky veramente un degno ritorno per
blues, oscurità lirica inalterata.
trafitto del country s’affloscia To Be Alice). Un disco destinato uno dei tanti sovrani del gioco
Ordinary World dei Duran
su una narrazione sciapa. L’ora a trovare completa espressione alla continua ricerca di una co-
Duran, in taglio gotico americano,
dorata è passata. in sede live. rona. Che la malattia sia finita?
fa la sua porca figura.
MAURO FENOGLIO DORIANA TOZZI DAVIDE AGAZZI
MAURO FENOGLIO
75/100 59/10 61/100 78/100

FIVE LEGGED
MELVINS DOG
IPECAC

Confesso che avevo perso un po’ i contatti con i Melvins. Ma ora mi Melvins. Chi ha in mente la disarticolazione rotolante dei riff, il
lustro gli occhi davanti a questo quadruplo album: la retrospettiva gioco con i silenzi, l’allucinazione e la fissità di album come Ozma,
definitiva, il meglio di tutto quello che hanno messo negli anni su qui potrà ritrovare quelle antiche sensazioni. Vado a sprazzi. Un
disco. Sorprendentemente, in versione acustica. È la summa dei pizzico di Kiss (Hooch) che si perde nel contesto disarticolato.
Melvins, una band, come dire, “anti genere” per definizione. Se il Shevil, ritratto demoniaco, tra i fumi dell’oppio. Charlie, in cui si
cosiddetto “grunge” è stato qualcosa di spiazzante, è perché con coglie quel che un tempo i Melvins insegnarono a Kurt Cobain (in
esso erano cadute le barriere dei “generi” anni 80, che separavano realtà la canzone arriva da ancora più lontano, perché l’ha scritta
metal, punk, new wave e psichedelia. Rompendo queste barrie- Steve McDonald dei Red Kross!). Halo Of Flies, cover di Alice Coo-
re, ribaltando/mixando gli stili, i Melvins hanno aperto nuove per (da Killer), inebriante cavalcata spagnoleggiante che torreggia
frontiere nel rock. 30 anni fa. E Five Legged Dog? Accanto ai due nella sua bizzarra brillantezza prog. “Un disco acustico sembra uno
fondatori, Dale Crover e Buzz Osbourne, in questo disco c’è anche scherzo e due è abbastanza normale, ma farne quattro?? È come
Steve McDonald. Complessivamente, sembra una session di west andare alla guerra contro un esercito di gorilla che ha preso l’LSD”
coast psych tribale suonata da un’accolita di buddhisti oppiati (c’è (Buzz Osborne dixit).
un gong, ogni tanto), che sussultano come pupazzi ai quali si sia CLAUDIO SORGE
praticata una scossa elettrica. Il famoso senso del grottesco dei 84/100
RUMOREMAG.COM | 63
METAL

METAL

NATIVE SOUL DAVE OKUMU


TEENAGE DREAMS KNOPPERZ
AWESOME TAPES FROM AFRICA TRANSGRESSIVE
TREMONTI
MARCHING IN TIME Ormai vero e proprio fenomeno Okumu è da tempo figura deter-
NAPALM
internazionale, il suono amapia- minante nel “dietro le quinte”
È scontato, ma un assist così è irresistibile anche no sta velocemente divenendo la della scena britannica: fra le sue
al quinto album: chiamare Tremonti il proprio principale voce d’esportazione collaborazioni più recenti, quelle
progetto solista probabilmente è parsa una mossa della musica africana. Nato con Arlo Parks, Jessie Ware e
normale al talentuoso Mark Tremonti… ma per noi nella provincia sudafricana di Nilüfer Yanya. Il chitarrista e
italiani il pensiero vola immediatamente al pluri Gauteng, caratterizzato dall’uso produttore, già a capo per alcuni
indagato ministro dell’economia berlusconiano di bassi in funzione percussiva anni di una band ironicamente
(seppur con forti aderenze leghiste). Finita la parentesi della e da ritmi afro house rallentati, chiamata The Invisible, qui dà
stupidera, è d’obbligo dire che questo è un ottimo album davvero, oggi trova una delle sue prime libero sfogo alla sua creatività in
che mescola tecnica indiscutibile, sonorità metalliche, hard rock e espressioni discografiche sulla un album interamente strumen-
groove metal con i consueti tocchi alt rock con ritornelli quasi da lunga distanza grazie al duo tale, in parte ispirato da Sen Am,
arena rock. Il risultato è assai godibile e mette d’accordo un po’ formato dai non ancora ventenni uno dei primi lavori dell’amico
tutti - dagli amanti della potenza pura a chi predilige atmosfere Kgothatso Tshabalala e Zakhele e collega Duval Timothy. Da
sempre robuste, ma più rockeggianti e radio friendly. Un ulteriore Mhlanga (ovvero DJ Zakes). La quest’ultimo pesca e rielabora al-
passo in avanti dopo l’ottimo A Dying Machine (del 2018). loro interpretazione del suono è cuni elementi, come il campione
80/100 meno edonistica rispetto ad altri di pianoforte su cui si sviluppa la
popolari esponenti della scena, e trama spiazzante ma avvolgente
A CURA DI ANDREA VALENTINI le atmosfere nella maggior parte di RTN, mentre la peculiare
dei brani in scaletta sono dark, sintesi fra hip hop, jazz ed
come nella formidabile Way To elettronica che Knopperz riesce
Cairo, mentre United As One a realizzare, conosce altri mo-
APOSTOLICA TRIVIUM arriva a citare i Moloko di Sing It menti intriganti, dalla spigolosa
HAERETICA ECCLESIA IN THE COURT OF THE DRAGON
SCARLET WARNER Back. Resta una certa monotonia Trouble a una Son Of Emmerson
ritmica, ma la strada è promet- dall’andamento particolarmente
Arriva al La compagine tente. sincopato.
debutto il di Orlando GIORGIO VALLETTA GIORGIO VALLETTA
progetto power (Florida) taglia 73/100 72/100
metal “eretico” il traguardo del
e misterioso decimo album
(alla Ghost, in studio e lo fa
le identità dei membri sono a testa altissima, con sicurezza
celate, protette da mascheroni e soprattutto nove pezzi nuovi
e face painting). Ed è un bel (più intro) solidi. Il risultato
debutto, intriso di epicità, è un album di metal variega-
di melodie imperiose e ben to alla Trivium, stavolta con
pompate, di energia metallica inclinazione verso il power,
e di atmosfere gotiche/epiche pur non trascurando thrash,
- nella miglior tradizione metalcore e progressive. Fra
ON OUR OWN CLOCK ORQUESTRA
del power europeo. Contro melodie epiche e sfuriate
ON OUR OWN CLOCK AFRO-BRASILEIRA
MUSHROOM HOUR HALF HOUR / 80 ANOS
il logorio della schiavitù vetrioliche, l’ascolto fila che è TOTAL REFRESHMENT CENTRE DAY DREAMER
spirituale… ci sono gli un piacere.
Apostolica. 78/100 Incontro al vertice di due fra le Quando si dice un avvenimen-
77/100 scene jazz più fresche e inno- to. Per farsi un’idea su Abigail
vative degli ultimi anni, quella Moura e soci, fino a ieri, biso-
sudafricana e quella londinese. gnava tornare al 1957 e investire
Asher Gamedze, Siya Makuze- qualche migliaio di euro per il
WHITE STONES ALIEN WEAPONRY ni, Nosisi Ngakane, il rapper debutto Obaluayê (ristampato
DANCING INTO OBLIVION TANGAROA Grandmaster Cap e vari già visti oggi dalla stessa Day Dreamer),
NUCLEAR BLAST NAPALM sulla raccolta Indaba Is da un oppure al 1968 e ringraziare chi
Secondo lavoro Maori metal? lato; Theon Cross, Alabaster qualche anno fa ha ristampato il
per il proget- Sissignore: DePlume e Danalogue dall’altro. seguito omonimo. Stop. Il resto
to Español questi tre Con i senegalesi Tarang Cissoko è attività dal vivo fino al 1970, e
di Martin giovanissimi (kora) e Yahael Camara Onono status leggendario da ispiratori
Mendez (basso neozelandesi (percussioni), e l’altro rapper per chi in seguito ha voluto
degli Opeth) attingono alla nigeriano Damola Owolade, lavorare su radici, peso e ruolo
ed ennesimo disco - come propria origine maori per ad aggiungere pepe. Un disco dei neri nella società brasiliana.
molti altri - figlio del lock- condire il loro thrash/groove creato a distanza, registrando a Oggi, un maestro di ogni cosa
down del 2020. Otto pezzi metal con spezie intriganti gruppi e interagendo in seguito percussiva come Mario Caldato
tecnicissimi fra death, prog e inedite. Duri come una con il lavoro degli altri: How To Jr. rintraccia il cantante Carlos
e tocchi jazz per un viaggio mischia feroce nel campo da Make Art In A Pandemic, come Negreiro, unico sopravvissuto e
nell’inquietudine, nella paura rugby, mixano immediatez- l’interludio in tre parti sparso in gran forma, e rimette insieme
e nell’isolamento in cui chia- za e complessità, ma senza nella scaletta. Ma la necessità la banda, producendo 80 Anos
roscuri e contrasti accentuano esagerare col virtuosismo diventa virtù, in otto tracce che con taglio attualizzato ma visio-
l’effetto ansiogeno. Un ascolto fine a se stesso, che è poi la combinano molto liberamente ne intatta: fiati potenti fra afro-
certamente non da party o tomba dell’impatto. Da tenere jazz, folk e ritmi elettronici ur- beat e big band jazz, misticismo
rilassante, da centellinare: d’occhio con attenzione, fra le bani della diaspora. Cose come candomblé e consapevolezza
siete avvisati. next big things. Ngikhetile le si sentono di rado, culturale transatlantica.
73/100 78/100 ad esempio. ANDREA POMINI
ANDREA POMINI 82/100
64 | RUMOREMAG.COM 80/100
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

KAREN PERIS PINK SIIFU PINK TURNS BLUE PIP BLOM


A SONG IS WAY ABOVE THE LAWN GUMBO’! TAINTED WELCOME BREAK
BELLA UNION/PIAS DYNAMITE HILL ORDEN HEAVENLY

Un disco in punta di piedi, Sin dai suoi esordi, Pink Siifu si è Li avevamo lasciati cinque anni Come gran parte dell’odierno
sottile sottile e dolcissimo, fatto notare per una fitta serie di orsono, con The Aerdt..., e in indie rock, il secondo lavoro
sospeso tra un ridere leggero e pubblicazioni (specialmente EP, questo rientro, in buona parte della band olandese difetta di
il pianto: Karen Peris - già voce a volte con altri nomi d’arte). An- motivato liricamente dalla personalità. Pip e il resto del
degli Innocence Mission - ha che nell’ultimo biennio si è dato fase pandemica, Mic Jogwer gruppo attingono con since-
il tocco delicato e profondo parecchio da fare e una delle sue e soci ricamano armonie che ro trasporto dal manuale del
di un’anima gentile, capace specialità è il rap dalla atmosfere fanno ricordare in molti aspetti perfetto guitar pop degli ultimi
di stringerti forte tra impasti liquide e notturne. Con Gumbo’! la poetica dei compianti The 30 anni. Le chitarrine soniche
sonori fatti di piano e chitarre ripropone questo stile con una Sound. L’eleganza è affine a si alternato ad altre più regolari
sussurranti, di paesaggi d’archi tensione particolare verso il quel solco e si arricchisce di come in una sorta di crosso-
e passeggiate autunnali. La soul ma, in ogni caso, si tratta suture elettroniche, di vesti ver fra i ‘90 targati Pixies e i
tenerezza di un abbraccio e il semplicemente di una delle sue wave contemporanee alla Duemila degli Strokes, mentre
commovente stupore, il suono facce perché il rapper e producer maniera dei primi Interpol, le spleen (quello sì) figlio dei
dell’esistenza e del giorno dell’Alabama ci sta abituando a nonché di un gothic rock nostri giorni tradisce l’influenza
per giorno, tutto racconta molte “variazioni” (vedi il rumo- “missioniano” memore della di Coutney Barnett, perlome-
la poesia del quotidiano e rosissimo Negro) e questi stessi sua stagione wave. Tainted no nei momenti più raccolti.
Karen ci disegna su col suo 18 brani, per esempio, includono non cerca di essere innovativo, Il resto è affidato alla carica
timbro di nuvole e fiori. qualche excursus in direzione esprime la sua necessità col emotiva della Blom, che sconta
Scoprire una pace malinconica, trap in cui il flow accelera. In codice che gli è più congeniale qualche ripetitività di troppo
abbandonarsi alla magia, e generale i suoi dischi, come muovendosi tra la ballad nelle dinamiche quiet/loud, ma
sullo sfondo una songwriter dichiarato, vogliono riflettere fatalista e il colore psichedelico riesce a far emergere la malin-
straordinariamente semplice e il “caos”, e questa complessità mutuato da Cure e Sad Lovers conia jangly di Different Tune
luminosa che proprio coi suoi musicale è una delle caratteristi- And The Giants. Peccato che e l’entusiasmo contagioso di
giochi di luce riesce a creare un che che lo ha portato alla ribalta tenda a ripetersi negli accenti Keep It Together. Per qualcosa
album che si posa sulla pelle, anche in Europa. compositivi. di appena più memorabile at-
sugli occhi e sul cuore. LUCA GRICINELLA STEFANO MORELLI tendiamo i prossimi sviluppi.
MARGHERITA DI FIORE 78/100 63/100 DIEGO BALLANI
80/100 65/100

PLASTER OF PARIS POND PORCHES PUBLIC SERVICE


LOST FAMILIAR 9 ALL DAY GENTLE HOLD ! BROADCASTING
PSYCHIC HYSTERIA SPINNING TOP DOMINO BRIGHT MAGIC
PIAS
Oggi più che mai c’è bisogno di Ci era mancata la giostra psiche- “My vibe has been pretty
denunciare che la società è tos- delica di Nick Allbrock e soci. fucking crazy, crazy, crazy, La safe european home, e Berlino
sica. Ad aprire l’album del trio Soprattutto dopo che l’ultimo crazy, lately, lately, lately, al suo centro, sono i soggetti
femminile di Melbourne Dan- Tasmania ce li aveva proposti lately”: il nuovo album di Aaron del quarto album del quartetto
ceflaw, inno post punk sulla come autori di un pop maturo, Maine alias Porches si apre così, electro pop londinese Public
carneficina al night club di Or- divertito e decisamente più foca- con una Lately che suona come Service Broadcasting guidato da
lando del 2016 che provocò 49 lizzato rispetto agli album della un mantra noise per esorcizzare J. Willgoose, Esq., qui in veste di
vittime tra la comunità LGBTQ. loro fase spacey. 9 non è che lo stato d’animo che nell’ultimo archeologo e filologo musicale.
La voce potente e originale di una conferma: agli anni 80, già anno abbiamo provato un po’ Sulle orme del cinema e degli
Zec Zechner si innesta sui ritmi abbondantemente saccheggiati, tutti. “Il mondo è andato sotto- esperimenti concreti di Walter
sincopati della batterista Nicola i Pond preferiscono i ‘90 della sopra e io volevo fare qualcosa Ruttman in Berlino, Sinfonia
Bell e della maestosa chitarri- fusione fra dance e industrial. iniettato con tutto l’amore, l’ur- Di Una Grande Città (1924),
sta/bassista Sarah Blaby, come Per questo, i groove di Songs genza e la brama di umanità che Willgoose ha tracciato una mappa
in Mary dedicata alla baroc- For Agnes e Human Touch sono potevo”, dice, e c’è davvero qual- emotiva della città europea più
ca Mary Timony (Autoclave, sempre pieni di spigoli, mentre cosa di urgente, quasi frenetico ineludibile e affascinante, campio-
Helium, Ex Hex, ecc.). The Slits la pantomima disco glam di in questa manciata di brani in nando in People Are People il riff
ed elegia nella ballata tribale America’s Cup evita di scadere cui scorrono sottotraccia le radi- di People Are People dei Depeche
Mode, facendosi assistere in Der
Oh Wow contro l’industria nell’emulazione degli Scissors ci punk del musicista newyor-
Rhythmus Der Maschinen da
della salute. Oscurità dolente in Sisters. Il ventaglio di influenze kese: nei versi ripetuti quasi
Blixa Bargeld. Registrato nei fami-
S.O.E. che affronta il dramma è sempre più nutrito rispetto a come se fossero scritti mentre gerati Hansa Tonstudio, gli studi
dell’emergenza climatica au- quello dei gemelli Tame Impala. vengono cantati, nei ritmi tirati, a ridosso di quello che fu il Muro,
straliana come lo farebbe Lydia Manca solo un Kevin Parker in nelle melodie a perdifiato. Se in Bright Magic scava nella visione
Lunch. Graffio punk in Allison regia, che metta ordine all’ispi- questi mesi abbiamo avuto tanti retrofuturistica dei Kraftwerk e in
(omaggio ad Allison Wolf delle razione e che trasformi brani album del lockdown, questo è il quella della house culture di Orb e
Bratmobile). Per finire con le come Pink Lunettes nelle hit che disco della smania di tornare a Future Sound Of London.
fangose atmosfere western di meriterebbero di essere. uscire e vivere al 100%. ANDREA PREVIGNANO
Newcomer. DIEGO BALLANI LETIZIA BOGNANNI 65/100
MANUEL GRAZIANI 75/100 77/100
77/100
RUMOREMAG.COM | 65
WEIRD RNR

WEIRD RNR

REUBEN VAUN SMITH XENIA RUBINOS


SOUNDS FROM THE WORKSHOP UNA ROSA
SOUNDWAY ANTI-
MÄSH
MÄSH Prima ancora di far partire il Un teatro di elettronica, baci
WANDA disco, googlate e rispondete: può rubati, impeto e resa, ritmi
Cinque anime latine a Berlino non possono che un ragazzo così, capelli lunghi ipnotici e cadenzati: come
produrre musica rompighiaccio. In senso letterale: biondi e berretto da pescatore, un’eclettica rappresentazione in
con una potenza di propulsione tale da vincere la sorriso da velista che sta senza scena che si muove tra dramma
resistenza del ghiaccio in fase di avanzamento. pnzier e passato da promessa e sinuosi beat, Una Rosa
E avanzano eccome i tre italiani e i due spagnoli, calcistica (a 16 anni lo aveva attraversa i generi offrendo il
rollando pub rock, glam, r’n’r e punk. A poppa comprato il Siviglia!) interrotto rosso purpureo di un bole-
dello scafo si balla con Useless, ci si ricompone sul ritmo dritto causa infortunio grave, fare mu- ro, la pelle lucida e attraente
di Back In Town, si sniffa il vento freddo di Glue, finendo per sica diversa da questa? Il punto, dell’R&B e un gusto raffinato
sconfinare nell’avant cabaret sulle note di piano di Draggin’ It piuttosto, è che in questo suo se- per le contaminazioni. Ci sono
Out. A prua si spillano birre in levare seguendo Contagious e la condo album la fa benissimo. Au- la Spagna, Brooklyn, la strada
sua harmonica blues, le pennate secche di Whisper In Your Ear, todidatta, cresciuto assorbendo e il dancefloor, c’è Xenia Rubi-
l’hand clapping e il basso rotondo di Turn The Page, fino al calar influenze dai DJ di passaggio nel nos che con la sua voce segna
della notte col botto finale Night Line, degno del miglior Junk pub dei genitori, circondato da itinerari tra mondi lontanissi-
Shop Glam. sintetizzatori nel suo studio ca- mi da percorrere traccia dopo
77/100 salingo dello Yorkshire, Reuben traccia. L’ascolto di questo
crea viaggi balearici della miglior disco è un’onda emozionale tra
specie. Densi, avvolgenti, solari. spirito battagliero e diavolerie
A CURA DI MANUEL GRAZIANI
Nati da lunghe jam improvvisa- romantiche, guizzi sensuali e
te - per sua stessa ammissione attese taglienti, mood trasver-
influenzate forse inconsciamente sali che si mescolano amabil-
FASHION PIMPS & GHOULIES dal tempo passato a giocare in mente l’uno con l’altro a creare
THE GLAMAZONS REPROGRAM
Spagna - e tarati su sognanti un immaginario variegato e
JAZZ 4 JOHNNY GOODBYE BOOZY
cadenze disco funk, più o meno seducente.
FEEL IT Aborted sostenute. Ce lo teniamo così. MARGHERITA DI FIORE
Il chitarrista Tortoise e ANDREA POMINI 74/100
non fa un Kitchen People 81/100
accordo (o un sono tra le
bicordo) nean- migliori band
che a pagarlo. È del nuovo synth
tutto uno sfrigo- punk di Perth. Alcuni dei loro
lio metallico torcibudella che membri hanno unito le forze,
riempie la scena - inquinando- asciugato a dismisura e tirato
la - e incombe su una voce da fuori sette pezzi bomba che
crooner che non sa ancora di non arrivano a dieci minuti.
esserlo, preso com’è dalla feb- Tra le melodie multiformi a
bre post punk. Dietro un basso presa rapidissima di Petey
Jones’ Locker, E.T Gnome e
SMOKE BELLOW SPACE AFRIKA
statico, con synth in scia, e OPEN FOR BUSINESS HONEST LABOUR
una batteria noise rock spuria. NPC i muscoli si tendono e il TROUBLE IN MIND DAIS
Onestamente ho capito poco di sorriso si spalanca. È questa
questo album. Gente così può l’essenza del punk d’oggi. Dopo due album fra krautrock Il nuovo lavoro del duo di
arrivare solo da Cleveland. Prendete nota. e dilatazioni psichedeliche, gli Manchester arriva sulla scia
71/100 78/100 australiani a Baltimora Mere- del mixtape hybtwibt?, che lo
dith McHugh e Christian Best scorso anno rifletteva l’impatto
arruolano il batterista Emma- delle manifestazioni antirazziste
KNOWSO WE HATE YOU nuel Nicolaidis, e si spostano globali. Musicalmente astratto
verso un modello sonoro a suo e rarefatto, Honest Labour è un
PSYCHOLOGICAL GARDEN/ PLEASE DIE modo ormai classico. Ovvero, viaggio dal gusto cinematografi-
RARE AULD TRIP CAN’T WAIT TO BE FINE
DRUNKEN SAILOR HOWLIN’ BANANA/IDEAL CRASH/
il trio post punk minimale e co nella quotidianità della classe
LE CÈPE/BUTTERCUP minimalista, con pulsazione lavoratrice e delle comunità oggi
Nervatura post
essenziale più o meno impa- oppresse nella società britan-
punk e sfa- Torna in pista
rentata con il funk, e il resto nica. Dove i frammenti parlati
sciume budget la doppia cop-
(chitarra, sintetizzatori, voci o si sovrappongono alle tessiture
rock conditi da pia di Rouen,
sassofono a seconda dei casi) a sonore di Joshua Inyang e Jo-
ironia nera sono la Ville Musée
sfruttarne in libertà lo sfondo shua Reid, come nella toccante
gli ingredienti della Norman-
ritmico e gli appigli. ESG e Preparing The Perfect Response
del duo di Cleveland guidato dia, con un
Raincoats dunque, Yo La Tengo oppure nella spettacolare B£E,
da Nathan Ward, col batterista carico leggero di garage pop
e Young Marble Giants, ma in cui il rap di Blackhaine si
dei Cloud Nothings Jayson gravato da post punk primiti-
anche Velvet Underground e muove su una base che viene poi
Gerycz. La sensazione di caos vo. Poco catalogabili e spesso
Stereolab, e mille eroi delle sommersa dai drammatici archi.
assopito da additivi chimici va- spiazzanti nell’intreccio di
nozze coi fichi secchi persi nei Dean Blunt e Actress sono fra
cilla quando la chitarra inizia a voci ciondolanti di Epiphany,
decenni. Senza scordare il sacro i punti di riferimento, ma qui
sputacchiare in Scanning You nell’acustica lunare di Termi-
potere della ripetizione, certo, la sintesi fra elettronica, dub e
e le ritmiche da modernaria- nal o nell’intermezzo lounge di
ma incanalandolo in strutture ambient è molto personale, in
to NoMeansNo prendono il DSM-VI che sfocia in un finale
più orecchiabili e concise, quasi uno dei dischi più interessanti
sopravvento in The Plants e furioso e punk. Disco adatto a
sempre vicine alla forma canzo- del 2021 d’Oltremanica.
nell’inno Fucker Such As You. chi predilige le montagne russe
ne. Ben fatto. GIORGIO VALLETTA
72/100 alla monotonia Fallace.
ANDREA POMINI 83/100
74/100 77/100
66 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

PSYCH
PSYCH
THE SPECIALS SPENCER.
PROTEST SONGS 1924-2012 ARE U DOWN?
ISLAND 4AD
CRYPT MONARCH
Il classico esempio del far di In qualche modo predestina- THE NECRONAUT
ELECTRIC VALLEY
necessità virtù. La band britan- to (il suo nome completo è
nica stava mettendo mano a un Spencer Miles Abraham Allen, Da San Josè, Costa Rica: Jose Pablo Rodriguez,
nuovo disco di inediti quando un omaggio dei genitori a Miles chitarra; JC Zuniga, batteria e canto; Chris De
la pandemia ha bloccato tutto. Davis), dopo aver studiato jazz Haan, basso. Un trio doomfreak estremo che suo-
Come ingannare il tempo? Me- alla Eastman School Of Music, il na “dentro” un denso e fumoso groove space/hea-
glio di così sarebbe stato difficile. musicista e produttore newyor- vy/fuzz. Ipnotici fino allo stordimento. Un suono
Compilata una mega lista di kese ha deciso di dedicarsi a una allucinato alla Dopesmoker; ma che rompe a tratti
canzoni di protesta, ne hanno forma ibrida e marcatamente questa monoliticità con mastodontiche escursioni psichedeliche
selezionate 12 per questo proget- contemporanea, che vede ar- gravate da un esagerato carico di acido. I Crypt Monarch sono
to. In ordine cronologico: brilla monie R&B, strutture indie pop pesi massimi stoner; necronauti che incedono sicuri e cavernosi
la motorizzazione dello spiritual elettroniche, spigolosità funk nello spazio profondo, e amano definire quello che fanno nekro-
Ain’t Gonna Let Nobody Turn fra i suoi principali ingredien- mantic stoner doom. Pre sabbathisti da cripta e, pur in questo
dei Dixie Jubilee Singers, esploso ti. Captato dalla sempre più spaventoso sound, lievemente alterati/ammorbiditi da occulte
con i moti antirazzisti degli eclettica 4AD dopo il successo vibrazioni dall’aspro sapore blues.
Anni 60; proprio nel 1966 Frank sotterraneo delle prime uscite, 82/100
Zappa dedicava al movimento negli 11 brani del suo primo al-
Trouble Every Day, qui ripresa bum Spencer. dissemina spunti
con energia e acume; sette anni suggestivi e dimostra analoga A CURA DI CLAUDIO SORGE
dopo usciva l’inno Get Up Stand versatilità. E se il duo Becky And
Up di Marley, riletto a chiusura The Birds, compagni d’etichetta,
del menù in commosso formato aggiunge surreale leggerezza
acustico; arriva dall’album I’m alla minimale After The Show,
RAKTA DESERT DRUID &
Your Man di Leonard Cohen la la dinamica Lonely As I Ever
LIVE AT NOVAS FREQUENCIAS ACID CARAVAN
SUBSOUND THE VVITCH
ballata scura Everybody Knows, Was è un dichiarato tributo alla
il passaggio più blues. Erykah Badu di Next Lifetime. Nel suo ip- AUTOPRODUZIONE

PAOLO FERRARI GIORGIO VALLETTA notico fluire, Dal Brasile più


72/100 70/100 supportata da profondo arriva
oscure ritmi- questa congrega
che tropical e di occult freaks
da cupi effetti che sembra
di straniamento industrial, uscita da un
la musica di Carla Boregas, anfratto dark psichedelico
basso e synth, e Paula Re- del 1972. O meglio: il feeling
bellato, vocals e synth, può e l’atmosfera riconducono a
a suo modo essere definita quegli anni underground -
psichedelica. O post punk sabbathismo da garage - ma il
psichedelica, ancor meglio. suono è cavernoso e stilizzato e
ANGUS & JULIA STONE STRAND OF OAKS Perché quel che si sente in immensamente fuzz, inebetito e
LIFE IS STRANGE IN HEAVEN sinistro, tipo dei Saint Vitus che
questo live, più che a ogni
ANGUS & JULIA PT Y THIRY TIGERS
altra cosa, sembra assomi- hanno appena imparato a suo-
gliare a una sorta di versione nare. Per questa loro inconta-
Non che i due gemelli austra- Lontano dai riflettori, Timothy minata grezzezza e spontaneità
liani dal cuore analogico siano Showalter si propone da anni tribal brasiliana dei (primi)
si fanno amare.
esattamente i primi che si asso- come erede della grande tradi- Cabaret Voltaire.
75/100 79/100
cerebbero alla colonna sonora zione americana dell’In Hea-
di un videogioco, per quanto ven. Vale a dire, quel cantau-
peculiare come la serie Life torato dalle radici folk e dalle SIGN OF THE BORRACHO
Is Strange. È quanto ne esce generose melodie, che fra gli SORCERER POUND OF FLESH
a spiegare una faccenda ben anni 70 e 80 ha espresso artisti OBSESSIONS OF THE VILE KOZMIK ARTIFACTZ
più complessa (e redditizia, si come Springsteen, Tom Petty e AUTOPRODUZIONE Dopo cinque
spera), se il risultato finisce per John Mellencamp. Tutti inter- Intitolano anni di silenzio,
cadere a metà fra la definizione preti del sogno a stelle e strisce opportuna- rieccoli con
data dai due del disco (“inatte- da una prospettiva proletaria. mente il primo il loro ter-
so, indifeso e indimenticabile”) Sono temi che Showalter fa suoi brano Necrop- zo album. I
e il lavoro concepito e regi- con passione e trasporto. Ancor sychodelia, Borracho sono
strato nelle pause dei rispettivi più oggi che pare abbandonare inquadrando una buona band stoner metal
lavori solisti, con brani anche gli echi post punk per concen- perfettamente quello che americana. La loro forza è
risalenti nel tempo ma mai fin trarsi su armonie evocative e stanno facendo. I SOTS quella di un solido hard rock,
qui incisi. Così che inevitabile è testi confessionali. In questo sono un trio di Knoxville fortificato con il meglio del
a volte la sensazione di album senso In Heaven non si allon- imparentato alla lontana metal anni 80 e con sparse
col pilota automatico, in primo tana dagli album che lo hanno con gli Electric Wizard più digressioni wah wah psiche-
luogo negli episodi acustici, con preceduto: il suo sound rimane sulfurei, con spunti deliranti deliche. Al di là del fatto che il
la precisione di intenti degli scolpito nel rock FM degli ‘80, di corrosivo acid blues. Wah loro miglior brano, Hol, ha un
esordi a portare invece in alto ma colpisce dritto al cuore, wah luridi che esondano, bassi groove heavy/funk metal sra-
brani come il folk di Love Song con uno sguardo verso gli spazi fuzz che sostengono morbose dicante che fa venire in mente
o la mollezza da fine estate di sconfinati e i piedi sempre ben melodie occult, lamentazioni persino hard rockers 70’s di
Take Me Home. piantati a terra. da telefilm horror e un canto
culto come i Granicus.
FRANCESCO VIGNANI DIEGO BALLANI febbrile, sfigurato, nascosto
tra le pieghe di un sound che 72/100
69/100 76/100
ti sommerge.
79/100 RUMOREMAG.COM | 67
SUNGAZE SUZANNE KRAFT
THIS DREAM ABOUT YOU
AUTOPRODUZIONE MELODY AS TRUTH

Nome del gruppo e titolo Nascosto dietro un nome d’arte


dell’album che funzionano volutamente spiazzante, il per-
come una didascalia. Due parti corso di Diego Herrera sembra
di pop/shoegaze chitarristico a un’indagine filologica su tutte
distorsione variabile, e una di le possibilità del rilassamento
cantautorato folk malinconico in musica. Partito da una came-
anni 60. Il secondo album di Ian retta di Venice Beach, affacciata
Hilvert e Ivory Snow, anche ma- sui tramonti della California,
rito e moglie nella vita, manda a appena immalinconiti dagli
memoria una formula di discreto anni 90 britannici. Per poi
successo e la ripete per otto brani esplorare le possibilità più inti-
e 40 minuti in tutto: duetti vocali me del dancefloor, approdando
con lei eterea e lui no, alternanza infine ad Amsterdam, nelle
di arpeggi sospesi e progressioni stanze minimali e post baleari-
rumorose, melodie lente e so- che di Jonny Nash. E oggi, una

CIRCUIT DES YEUX


gnanti, titoli autodescrittivi come sorta di ritorno alle origini, con
Strength In Softness e Slow una collezione che riprende la
The Burn. Qualcosa di molto fascinazione albionica di certi
buono c’è, i toni psichedelici da dischi della Captured Tracks,
California hippie in smobilitazio- nella New York degli anni Zero.
ne della title track ad esempio, Fra seduzioni da adult pop alla
ma i due paiono concentrati più Westerman (Going Down),
sulla costruzione di un mood ben ipotesi di shoegaze balneare
definito più che sulla scrittura (Waiting), jangle guitars ug-
-IO di canzoni, e alla lunga la cosa giose ma indomite (Red Flag).
MATADOR stanca. Per fortuna, ci sono ancora le
ANDREA POMINI mezze stagioni.
69/100 MAURO FENOGLIO
Un disco ambizioso che 75/100
anziché collassare sotto il
proprio peso - un rischio
concreto, sulla carta:
partiture scritte per un
ensemble orchestrale di
23 elementi, tralasciando
la chitarra per concen-
trarsi su organo e piano, il
tutto raccolto intorno alla HAYDEN THORPE AMON TOBIN
peculiare voce dell’autrice, MOONDUST FOR MY DIAMOND HOW DO YOU LIVE
operistica per estensione e DOMINO NOMARK
timbro - riesce a raccon-
tare il collasso gravitazio- Un po’ di elettronica, un limbo Non è facile seguire le evolu-
nale inteso come metafora del dolore e della morte, il tutto a di carezze, pop dilatato verso la zioni e le infinite variazioni sul
partire da un lutto che, dopo vari tentativi di elaborazione e psichedelia e voce cristallina: tema della musica elettronica
metabolizzazione falliti, viene abbracciato in tutta la sua in- Hayden Thorpe gioca le sue di Amon Tobin, di recente sul
digeribile immensità. Arrivando a un illuminante e salvifico carte di equilibrio ed eleganza mercato con nuovi e vecchi
paradosso: il dolore, si legge nel comunicato che accompagna per un album che sembra liqui- moniker come Two Fingers e
il nuovo disco di Haley Fohr, si espande, diventando materia do, scorre senza ostacoli e in Stone Giants. Tornato a utiliz-
misurabile, attraversabile e infine superabile, preludio a una modo così pulito e limpido da zare il proprio nome (dopo due
rinascita. Questo senso di liberazione che filtra tra le pieghe riempire facilmente lo spazio. lavoro a stretto giro, Fear In A
di una schiacciante solennità è reso con estrema efficacia da L’uomo e la natura, la scienza e Handful Of Dust e Long Sto-
canzoni come la cinematica Vanishing, scandita da incalzan- Dio, chitarre e variegati intarsi ries) Tobin si dedica alla sintesi
ti archi e robusta batteria con vertiginose aperture vocali sonori per un viaggio com- modulare, in un album pieno di
che esplodono lancinanti, oppure una Dogma che sembra plesso raccontato con raffinata improvvise giravolte stilistiche
trasportare il motorik reinventato dai Portishead in Silence semplicità dall’ex Wild Beasts che non poche affinità ha con le
dalle parti dell’ultimo Scott Walker (evidente nume tutelare giunto al suo terzo lavoro derive rock dell’alias Only Child
se ce n’è uno: altri possibili agganci l’eterna Nico ma pure solista. Un disco che guarda al Tyrant. In A Valley Stood The
Diamanda Galás, Anohni e, perché no, Anna Von Haus- cosmo ma che porta comunque Sun, si fa strada un curioso e
swolff). Ma il cuore del disco è costituito dal suo progressivo nel cuore i panorami dell’amata anomalo avant jazz e lo schema
sfumare in più tenui triangolazioni tra voce, piano e timbri Cumbria, quel senso di verde e libero della No wave, Rise To
orchestrali, eco di una tempesta che sta per passare, di una azzurro a perdita d’occhio che Ashes, è solcata da astrazioni
lacerazione ormai interiorizzata ed esorcizzata attraverso la Thorpe riesce a imprimere nei prog, ma il tutto è ottenuto
musica: la gassosa e insieme sinfonica Walking Toward Win- suoi brani e che porta diret- da un uso vertiginoso di filtri,
ter, Argument con i suoi archi eleganti ed essenziali, Neutron tamente altrove. Gran gusto e resonator, fingerboard, oscil-
Star, abissale e timbuckleyano valzer folk alla moviola. Un sofisticata linearità. latori, rumore, sampling. Tobin
disco coraggioso, insieme estremo e compassionevole. MARGHERITA DI FIORE tiene fede all’unico principio
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
78/100 autoimposto: inafferrabilità.
ANDREA PREVIGNANO
78/100
65/100

68 | RUMOREMAG.COM
RECENSIONI GLI ALBUM OTTOBRE 2021

TURNSTILE W.H. LUNG THE WAR ON DRUGS KANYE WEST


GLOW ON VANITIES I DON’T LIVE HERE ANYMORE DONDA
ROADRUNNER MELODIC WARNER GETTING OUT OUR DREAMS/DEF JAM

Si era già ampiamente visto con Nella lunga teoria della musica Non mi piace usare la prima per- Il contesto è tutto. Eccome. Sia
il precedente album - Time And pensata e scritta durante la sona nelle recensioni, ma in certi quando l’eroe è indubitabile in
Space, del 2018 - che la band pandemia nella primavera/estate casi non saprei come spiegare tutte le sue forme, sia quando
hardcore di Baltimora aveva 2020, esiste un sottogenere di altrimenti, tipo quando parlo dei l’uomo è fallace, in un mondo
imboccato la via del crossover, dischi costruiti come reazione War On Drugs: band che dovreb- che non ammette più il deraglia-
nell’accezione più pura e cristal- fisica al distanziamento globale be lasciare quantomeno fredda mento umano. Così, anche un
lina del termine, ossia commi- imposto a livello globale. Dischi una persona cresciuta sostanzial- percorso di umano rimpianto e
stione, meticciamento, fusione di che cercano di ricostruire l’ener- mente a pane, post punk e This disperata espiazione può diven-
generi. A questo punto completa gia fisica del concerto, della festa, Is England. Tutta quest’America, tare espediente autopromozio-
la rivoluzione copernicana di attraverso suoni che spingono questa costante ombra spring- nale invece che esistenza - arte,
un genere rigido, riuscendo quasi disperatamente su quelle steeniana, eppure... eppure come per una stampa sempre più cau-
ad assemblare un album che è dinamiche. È il caso del secondo si fa a non voler bene ad Adam ta nel non sporcarsi le mani. Ma
hardcore nel DNA, ma è anche album della giovane band di Granduciel, a quella voce che l’autosabotaggio testardo dell’ex
indie, pop, electro, grunge, Manchester. La dimensione ti accarezza come il vento sulla idolo riesce ancora a penetrare
worldbeat e rap (fra le varie cerebrale costruita sulle teorie Route 66, ai suoi compagni di il contemporaneo con la visione
cose). E le contaminazioni non kraute del motorik nell’esordio band - che pare abbiano avuto musicale, nonostante tutta la
sono solo suggestioni, ma interi evolve in un punk funk sintetico un ruolo più attivo del solito in sua follia. Dal gospel tecnoide
brani - qualche titolo? Alien Love e sudato, che immagina il calore questa occasione - che chi non di God Breathed alla dispera-
Call con Blood Orange, New del dancefloor dall’isolamento vorrebbe come amici di birra e zione post Yeezus di Off The
Heart Design e No Surprise. nella campagna inglese della Cal- karaoke in un bar del Wyoming?, Grid, passando per l’estasi 808
Come dissero i Refused più di 20 der Valley. Qualche volta il gioco a quelle chitarre che ti portano di Hurricane con The Weeknd,
anni fa, questa potrebbe essere riesce (Calm Down e Gd Tym). senza scampo a sognare un tour fino al testamento spirituale
the shape of punk to come, fra Ma il confronto didascalico con dei motel del Midwest... Io mi della meravigliosa Jesus Lord,
rabbia HCNY e caleidoscopiche le atmosfere di LCD Soundsy- arrendo, va bene Adam, ci vengo baciata dalla saggezza di Jay
suggestioni genre fluid (non stem sembra inevitabile e un po’ a Chicago (ascoltare Living Proof Electronica. La vita penetrata ai
gender, che è un’altra cosa). stanco. per capire, e unirsi al viaggio). raggi x, oltre il contesto.
ANDREA VALENTINI MAURO FENOGLIO LETIZIA BOGNANNI MAURO FENOGLIO
80/100 62/100 79/100 80/100

LUCINDA WILLIAMS WOODEN FIELDS EVAN WRIGHT YUNIS


SOUTHERN SOUL: FROM WOODEN FIELDS SOUND FROM OUT THE WINDOW AMBER
MEMPHIS TO MUSCLE SHOALS ARGONAUTA AUTOPRODUZIONE YUKU
AND MORE
HIGHWAY 20 Intanto stiamo parlando di un Facile scambiare questo disco, Secondo album dell’amburghe-
supergruppo, come si diceva guardando la copertina, per un se Jonas Grambach, dopo un
Per la serie di Lu’s Jukebox (cioè una volta. Sartez Faraj ex Three qualche private press folk psi- debutto digitale del 2014 e una
il jukebox di casa sua, dove tra Seasons (tre fiammeggianti chedelico stampato in 99 copie a lunga serie di singoli, Amber
l’altro ha registrato i pezzi per i album alle spalle), il bassista dei cavallo tra anni 60 e 70. Non fos- dimostra come con motiva-
suoi “live” da lockdown) l’intre- Siena Root, Sam Riffer (nomen se che poi titoli come IDM fanno zioni profonde, idee chiare e
pida Lucinda si cimenta con vari omen…) e il batterista Fredik venire qualche dubbio. E anche semplicità sia sempre possibile
classici di soul e country sudista Punkka (Witchcraft, Angel se di dance music, intelligente o dire qualcosa di interessante.
dei ‘60/’70. Lei viene da lì: geo- Witch). Un trio come ce ne sono meno, non c’è traccia, bastano Anche in campi già battuti,
graficamente, anagraficamente, pochi in giro. In tutti questi anni le prime note di People per seppur difficili da definire con
spiritualmente. In quel mondo con i Three Seasons (e i Mouth capire quanto questo newyorkese precisione, come questi: hip hop
di sentimenti forti, misteri, ma- Of Clay) Faraj ha contribuito a appartenga alla nutrita schiera di astratto e continuum hardcore,
gia, umidità, torpore e torbidità tenere viva la fiamma del rock musicisti pop retrofuturisti - fac- beat notturni e profondità di
si trova a meraviglia. Ode To blues (più o meno) psichedeli- ciamo un nome? Jacco Gardner - bassi, delicatezze cinematografi-
Billie Joe di Bobbie Gentry l’ave- co. Ora rilancia con i Wooden che popolano il sottobosco indie che e strutture irregolari. Tutto
va già affrontata per il remake di Fields: una macchina perfetta, degli ultimi anni. Ma brani come pervaso da una leggerezza rara,
Delta Sweete con i Mercury Rev, che srotola un hard rock blues Just A Sign e Change rendono da un tocco emozionale in grado
ma qua è più ritmica e nervosa che affonda le radici nell’heavy chiaro anche quanto Evan Wri- di alzare il livello, da un’ispira-
e meno elegiaca. La band che voodoo di Hendrix, richiama il ght sia cresciuto con i dischi di zione che pare naturale, spon-
accompagna la Williams fa la boogie nitido di Johnny Winter Elliott Smith e degli Sparklehor- tanea. 13 pezzi uno più bello e
differenza: l’approccio ruvido e ha un grande appeal soul. Ci se a portata di mano. Ballate ricco dell’altro, con contributi
funziona e classici come Can’t sono brani heavy blues cano- soffuse e sussurrate, melodie a altrettanto oscuri (Dayle, Shield,
Stand The Rain, Games People nici, accanto ad altri un po’ più lume di candela, qualche lieve Submarine, JuLo). È una piccola
Play, You Don’t Miss Your Wa- inventivi, come Wind Of Hope, interferenza psych. Il classico edizione in vinile per un’altret-
ter, Rainy Night In Georgia ecc. che fondono ipnotico boogie con album “minore” di cui finisci per tanto piccola etichetta di Praga,
sono resi in buona calligrafia ma un afflato soul visionario. innamorarti. e conviene andarsela a cercare.
anche con molta passione. CLAUDIO SORGE CARLO BORDONE ANDREA POMINI
CARLO BORDONE 78/100 79/100 81/100
73/100
RUMOREMAG.COM | 69
HIP HOP

ÁSGEIR BARON CRÂNE


HIP HOP THE SKY IS PAINTED GRAY TODAY
ONE LITTLE INDEPENDENT/BERTUS
LES BEAUX JOURS
MRS RED SOUND

L’Islanda Dai labirin-


nell’aria e ti prog pa-
l’azzurro rigini arriva
negli occhi, questo trio,
morbidezze che coniuga
infinite in con grande
BLOCKHEAD panorami natura-
SPACE WEREWOLVES WILL BE THE END OF US ALL dai contor- lezza un
FUTURE ARCHIVE RECORDINGS ni netti e luminosi. Folk dal gu- supersound che mischia jazz
Ennesimo ritorno ed ennesima grande prova per sto dreamy, chitarre aperte sui duro e tribalismo heavy stoner.
l’elegante produttore della Grande Mela: il nuovo tramonti e misurata eleganza, Non così lontani dai Magma e
album certifica ulteriormente Blockhead come uno una finestra dove affacciare il perfetti per chi apprezza i Goat,
dei migliori tessitori di suoni in circolazione. Il respiro e stendere i pensieri ad i Baron Crâne sono gli estremi
suo viaggio sonico prosegue con una continua fuga asciugare, cristalli di ghiaccio heavy prog che si toccano.
in avanti rispetto ai tanti cliché che da sempre a disegnare piccoli sogni, e una Strumentali per lo più (Larry’s
zavorrano buona parte del rap strumentale, posizionandone i voce che ti prende e solleva Journey), ma anche brutali
paesaggi sonori in territori molto più vicini a quelli di una forma trasportandoti altrove: un disco grunge come Quarantine.
canzone dalle sfumature prog (Nostalgia Is A Scam, Every Cult che spinge i nostri confini verso Ospiti alcuni protagonisti del
Documentary Is The Same) che non ad un mero beat privo delle nord, tra cielo, abbracci, sguar- jazz francese (il sassofonista
rime. Non mancano episodi più uptempo (For Fork’s Sake, Lord di e ancora cielo. Guillaume Perret).
MARGHERITA DI FIORE CLAUDIO SORGE
Of Them Thangs, Let’s Play The Feud!) che donano vitalità al
disco, allontanandolo per qualche minuto dalla prigione dorata 78/100 79/100
delle cuffie per il quale, inevitabilmente, è stato pensato. Ottimo.
82/100 THE CONTROL FREAKS JOEL CULPEPPER
GET SOME HELP SGT CULPEPPER
DIRT Y WATER PEPPER
A CURA DI DAVIDE AGAZZI

Quanto a A 12 anni
L’ORANGE DAMU THE punk rock, dal mixtape
THE WORLD IS STILL CHAOS BUT FUDGEMUNK i Control introdutti-
I FEEL BETTER CONVERSATION PEACE Freaks vo, l’artista
MELLO MUSIC GROUP DEF PRESSÈ di Greg londinese
Un apparente Lowery (ex riesce fi-
Infaticabile Rip Offs,
spiraglio di nalmente a
governatore di Superchar-
luce positiva pubblicare
mondi sotter- ger, Zodiac Killers) non hanno
che filtra fra la il suo primo album. Che rende
ranei, Damu cambiato nulla nel loro modo
polvere dei vec- giustizia a un vero talento, sia
torna con un di porgersi. Terzo LP e loro
chi vinili: è un nei momenti dal gusto soul/
nuovo album rimangono scolpiti nel granito
disco molto personale il nuovo funk più vintage - una W.A.R.
interamente costruito con di un punk che ha sempre
album del produttore L’Oran- degna di Sly Stone -, sia nello
campioni presi dalla mitica quei tre accordi e quella voglia
ge, che infila nel suo tritacar- spleen di una Poetic Justice
libreria di suoni KPM, dove di mandare tutti affanculo.
ne sonico voci provenienti da arricchita dalla chitarra di Tom
già si erano abbeverati colleghi Abrasivo, monotono, rissoso
altri mondi, riflessioni intime Misch. Ed è davvero difficile
come Jay-Z o Doom. Il risulta- miscuglio di Buzzcocks/Spiral
e battute lente, dando così vita non farsi conquistare da quel
to è sempre buono, il nostro è Scratch e Damned. Rendiamo-
al nuovo milionesimo univer- falsetto in Thought About You.
praticamente incapace di sba- gliene merito. GIORGIO VALLETTA
so parallelo generato dalla sua gliare un disco, ma manca quel
mente. Breve e inteso, è un CLAUDIO SORGE 76/100
piglio di originalità in grado di 77/100
diario segreto pensato per le farlo risaltare fra i prodotti del
cuffie. genere. Sufficiente.
70/100 60/100
E.VAX JOHN GLACIER
E.VAX SHILOH: LOST FOR WORDS
BECAUSE PLZ MAKE IT RUINS
JMSN B-REAL & SCOTT
HEALS ME STORCH Oltre a Un album
WHITE ROOM TELL YOU SOMETHIN’ essere metà breve (12
Vero e proprio RUFFNATION
dei Ratatat brani per
campione Fa piacere e ad aver meno di
nel produrre trovare nuova- collaborato mezz’ora
ballatone strap- mente in forma con artisti comples-
pamutande, il due veterani del come Kanye siva) ma
buon Jameson genere: B-Real, West e funzionale a
si conferma campione del qua in fuga dai Jay-Z, Evan Mast riprende le presentare la rapper londinese,
genere anche nel nuovo, sesto, Cypress Hill, apparecchia il fila del suo progetto solista già avvistata al fianco di Dean
album della sua carriera. suo inconfondibile flow nasale (un altro album uscì nel 2001) Blunt nel progetto Babyfather,
Tutto molto bello e ben fatto, sui classici pianoforti dilatati con questa collezione di groove qui prodotta dall’iperattivo
per quanto difficilmente ci sia di Storch, che pare essersi rilassati e quasi esclusivamente Vegyn. I toni deadpan nel suo
modo di sentire qualcosa che lasciato alle spalle i tanti strumentali. Ritmi hip hop mi- flusso sono sottolineati dalla
prenda le distanze dagli stan- problemi legati alle dipenden- nimali e lievi melodie di synth o confezione spesso volutamen-
dard più manichei dell’R&B. ze. Un ottimo disco, dove ogni chitarra, con l’atmosfera esotica te grezza o minimale, ma la
Godibile in maniera episodica, elemento recita al meglio la di Manila e il beat in area IDM sensazione generale è che il suo
risulta colesterolico se ascol- propria parte, portando con di Kolkata fra gli episodi di art rap da cameretta necessiti
tato dall’inizio alla fine. sé il piatto forte della casa. spicco. di maturazione.
50/100 Riuscito. GIORGIO VALLETTA GIORGIO VALLETTA
70/100 67/100 63/100

70 | RUMOREMAG.COM
SUONA ANCORA
RECENSIONI IN BREVE OTTOBRE 2021 IL MEGLIO
DEI MESI PASSATI

GRACEFUL GRIZFOLK ISHMAEL ENSEMBLE


DEMIURGIA GRIZFOLK VISIONS OF LIGHT
SHAKE NETTWERK/BERTUS SEVERN SONGS

La diffe- È l’alter- Il secondo


renza tra nanza album per
quello che (tanto emo- il collettivo
a metà tiva quanto di Bristol
dei ’90 si logistica) guidato dal
chiamava tra forzato sassofonista
crossover distanzia- Pete Cun-
e l’heavy mento e ningham
fusion di oggi è netta, ma fino riscoperta della libertà a perme- si avventura in territori ancor
a un certo punto. I Graceful are il ritorno dei Grizfolk. Un più distanti dal jazz. Come nella AA.VV.
rielaborano tutte le influenze: accidentato percorso creativo tesa trama elettronica di Wax I’LL BE YOUR MIRROR:
dall’hardcore al noise, al trip che la produzione scaltra di Werk o nello scuro incedere A TRIBUTE TO THE VELVET
hop, al funk più nevrastenico, Rich Costey riesce in parte a electro di Soma Centre. E se UNDERGROUND & NICO
VERVE
in un nuovo formato schizofre- risollevare nelle sue proiezioni Empty Hands è un loro ideale
nico, secondo una visione un folk/rock/elettroniche: impat- tributo ai Massive Attack più
Un tributo riuscito, in
po’ folle/grottesca, alla Mike tanti in alcuni episodi (Queen cupi, è proprio nella sezione
equilibrio tra chi cerca
Patton. E con qualche traslato Of The Desert) più smutandate conclusiva, aperta dalla title
vanitosamente similitudini
riferimento ai RHCP, in brani in altri (Howlin: un surrogato track, che si scorge finalmente
fra sé e i VU e chi sfoga la
come Water Bombs. Mooolto di One degli U2?). la luce.
propria incoscienza.
originali. ANTONIO BELMONTE GIORGIO VALLETTA
CLAUDIO SORGE 68/100 75/100
75/100

PHEW BRIGID MAE POWER ISAIAH RASHAD


NEW DECADE BURNING YOUR LIGHT THE HOUSE IS BURNING
MUTE FIRE TDE

Figura Un classico: Il terzo e


di culto un EP di sofferto
dell’ambito cinque album per il
avantgarde, brani per rapper del
già coinvol- chiudere i Tennessee è
ta in colla- conti con forse il suo
borazioni la propria più riuscito,
con Ryuichi educazione sia per va-
Sakamoto, Can, Bill Laswell, la sentimentale. Brigid Mae Power rietà stilistica che nel costante
giapponese Hiromi Moritani si cimenta nell’impresa con e sincero omaggio ai maestri
torna al marchio Mute per cui l’intensità che ci si aspetta, pas- del southern rap. Ma è negli
una trentina d’anni fa pubblicò sando da Dylan (una One More episodi più vicini all’R&B che il TROPICAL FUCK
Our Likeness. Nei sei brani del Cup Of Coffee le cui increspa- disco conosce i suoi episodi dal STORM
nuovo lavoro, la sua voce vol- ture melodiche sono perfette maggior potenziale. Ad esempio DEEP STATES
teggia disperata su dub e droni per la voce della cantante) al nella collaborazione con 6LACK JOYFUL NOISE
claustrofobici fino all’apparente traditional My Morning Dew e l’infallibile SZA intitolata
rassegnazione sulle esplosioni (filologicamente appoggiato Score, oppure nella riflessiva Un album di protesta che
chitarristiche di Doing Nothing. su un immutabile drone), ad Headshots (4r Da Locals). tutto sembra tranne un
GIORGIO VALLETTA Aretha Franklin, Townes Van GIORGIO VALLETTA album di protesta.
65/100 Zandt e Patsy Cline. 76/100
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
70/100

SUNCRAFT THE WANDERING BRANDEE YOUNGER


FLAT EARTH RIDER HEARTS SOMEWHERE DIFFERENT
ALL GOOD CLEAN THE WANDERING HEARTS IMPULSE!
COOKING VINYL/EGEA MUSIC
Norvegia La richie-
heavy rock. Il trio in- stissima
Se il brano glese vola a arpista
inaugurale, Woodstock (nel 2021
nonché e registra l’abbiamo
title track, 12 brani di già trovata
di questo country pop negli album
buon umorale che di Kanye
debutto flirta con certo metal celebrano West, BadBadNotGood e Du-
melodico anni 80, il resto è quell’America rurale e stradaiola rand Jones) approda al leggen-
più moderno, e sta tra un’epica cantata da Johnny Cash e Dolly dario marchio jazz con un disco
alla Scraeckoedlan (Lingo Hive Parton - ma anche da Mumford che ne sottolinea la bravura LITTLE SIMZ
Mind) e un doom distorto e e la capacità di spaziare fra SOMETIMES I MIGHT BE
& Sons e The Lumineers - e che INTROVERT
originale (Commie Cannibals). una produzione ariosa e nostal- diverse atmosfere e stili. Dalla AGE 101
In sottotraccia, si fanno sentire gica agghinda di una raffinata magnificenza di Beautiful Is
remote pulsazioni kyussiane orecchiabilità: una pregevole mi- Black passando per accenti hip Un’analisi profonda di sé.
(Adaptations è il brano, per scela di chitarre e armonie vocali hop e fino all’R&B di Pretend, E del precario equilibrio fra
così dire, più stoner/psichede- che, anche prese da sole, valgono ma sempre con naturalezza e successo pubblico e quiete
lico). almeno un tris di ascolti. sensibilità contemporanea. privata, dell’essere donna,
CLAUDIO SORGE GIORGIO VALLETTA
ANTONIO BELMONTE nera, inglese, oggi.
76/100 73/100 78/100

RUMOREMAG.COM | 71
TREECOLORE DISCO DEL MESE

JOLLY MARE

L’ESTATE STA INIZIANDO


Feel, fondata alla fine degli anni Zero ficace nella sostanza. Per addentrarsi poi
da Mark Barrott, capace di annoverare nelle melodie orientaleggianti di Ana-
in catalogo artisti imprevedibili come tema (che sembra proprio arrivare da
DJ Harvey e il compianto José Padilla, un DJ set del Daniele Baldelli di quattro
e oggi nelle mani di Gerd Janson e decenni fa) e della misteriosa ed elettrica
Matthew Styles. Un marchio che si è title track, mentre L’Età Dell’Oro sembra
sempre caratterizzato per un’estetica so- arrivare addirittura da un’inedita jam fra
nora balearica ed eclettica, e che risulta Tony Esposito e il Battiato del periodo
particolarmente appropriato per questo La Voce Del Padrone.
nuovo lavoro firmato Jolly Mare. Altrove l’andamento è più sostenuto:
come per Il Capriccio, ai confini fra
Ad anticiparlo, nell’estate appena tra- disco e house, oppure la travolgente Gaul
scorsa, è giunta la splendida Vivo, che in Tanz, che riesce a sintetizzare prodigio-
meno di cinque minuti trasporta verso samente mediterraneità, psichedelia e
una dimensione fuori dal tempo, con le accenti Krautrock.
sue suggestioni esotiche a poggiare su Accompagnato da alcuni altri musici-
un groove caldo e percussivo, e la voce sti, Jolly Mare produce e suona buona
di Angela Sanfrancesco che intona versi parte di quel che ascoltate qui: synth,
come “Mi son perso qui con te / Sto moog, drum machine, chitarre, basso e
JOLLY MARE danzando nello spazio / L’infinito vivere non solo. Certo, non ha perso il prezioso
EPSILON / Ogni giorno un nuovo inizio”. gusto della citazione, ma ora più che mai
INTERNATIONAL FEEL Un singolo che si è rivelato perfetto bi- la mette al servizio di una visione perso-
glietto da visita per un lavoro che è stato nalissima e nitida. E la naturalezza con
Cinque anni dopo il buon primo album ispirato, nella scrittura e nelle scelte cui si esprime e avvicina mondi distanti
Mechanics (pubblicato dalla newyorkese sonore, dai “resti delle fabbriche gloriose non può che giovare alla fruibilità di un
Bastard Jazz) e a interrompere un relati- di strumenti musicali delle Marche e i disco che ha le gambe per andare molto
vo silenzio che durava dal 2018 - quando club del Nordest in cui nasceva il suono lontano.
fece uscire l’interlocutoria collezione a Afrocosmico”, come ha dichiarato lo stes- 83/100
base di library music e sperimentazioni so DJ, produttore e polistrumentista.
intitolata Logica Natura -, il salentino
Fabrizio Martina torna finalmente sulla L’atmosfera che si respira negli altri sei
scena, stavolta per un’altra etichetta brani è di analoga libertà e divertimento,
internazionale di culto. a partire dall’introduttiva Sabbia Bianca,
Epsilon esce infatti per la International un inno alla fuga naïf all’apparenza ed ef-

DI GIORGIO VALLETTA

72 | RUMOREMAG.COM
TREECOLORE GLI ALBUM OTTOBRE 2021

AL DOUM AND BANADISA PIETRO BERSELLI LUCA CAROCCI


THE FARYDS SUERTE EVIDENTEMENTE NO SERENATA PER CHI È NERVOSO
FREAKY PEOPLE LA TEMPESTA DISCHI DISCHI SOTTERRANEI FIORIRARI
BLACK SWEAT
È nota, la passione di Davide La bufera di neve elettrica La scrittura è ulteriormente
Noi siamo quello che vuole Toffolo per la cumbia. Tanto che a suon di chitarre distorte cresciuta. Ispirata. Profonda.
l’universo… È tempo di capire che ha fondato l’Istituto Italiano tormentava i brani del primo LP Efficace. Contagiosa. Versi che si
che sei un tutt’uno con la na- di Cumbia, del quale fa parte del cantautore bresciano, dopo confondono con i ricordi di chi
tura… Potrebbe essere uno dei Diego Franchini, in arte Bana- cinque lunghi anni si è placata, i ascolta, che agganciano. Del re-
tanti incipit di Al Doum And The disa. Una cumbia più o meno ghiacciai taglienti si sono sciolti sto l’immedesimazione è la carat-
Faryds. Freak afroeuropei con sintetica intarsiata di elettronica tra le onde di un oceano più pop teristica delle canzoni destinate
il corpo di stanza a Milano e in dispettosa, ricercata, a tratti e meno post rock e i venti polari a restare. “Tu mi ricordi l’estate
giro per tutto il resto del mondo danzereccia, la sua, calata in un hanno ceduto il passo a brezze e il mare”, recita semplicemente
con la testa. Il nuovo album è un paesaggio notturno, fumoso. lievi che talvolta soffiano sulle con quel timbro rotondo e parti-
nuovo canto corale della freaky Songwriting da club, spesso dieci canzoni del suo secon- colare Luca Carocci. Melodie che
people. Un ipnotico viaggio tra soffuso, terreno di incontro do album, in cui le sfumature si spalancano come ali di gab-
suoni, colori, profumi space anche di dub, dance, raggamuf- dell’alba stanno rischiarando biani, planando sull’orizzonte.
jazz orientali, festosi riti afro, fin, folk, pop, hip hop, acustica. ormai la notte. I richiami agli Poi gli archi de La Parte Di Me
aperture afrokraut. Dai groove E poi Colapesce (Riva Del Rio), anni 90 e alla poesia del cantau- e quel clima acustico à la Kings
tribal psichedelici - penso ai Goat Sinigallia (Vita), Carboni, Mot- torato indipendente sono ancora Of Convenience. Poco importa
- ma depurati di ogni darkitu- ta, il conterraneo Brondi. Una presenti ma gli arrangiamenti che tra le pieghe si intravedano
dine di One With The Nature, patchanka di suoni attraverso innovativi e fiduciosi nei con- Silvestri o De Gregori, perché è
al pigolante e duro jazz da cara- cui il nostro declina la sua terra, fronti dell’elettronica creano un disco ben scritto, arran-
vanserraglio del deserto, chitarra il Polesine, in dialogo con le cieli tersi su cui la calda voce del giato, prodotto. Otto serenate
urlante e fiati dinamici, di Here melodie di Clara “Rosalita” nostro spalanca le sue ali di me- dalle quali lasciarsi abbracciare.
We Going. È quel che mi ver- Andrés. Un esordio prodotto lodie leggere per planare infine Ospiti le voci di Ilaria Graziano
rebbe da definire afroprog: che da Fed Nance, cui partecipano su panorami moderni. Non più e Alessandro Pieravanti e gli
si esplica bene nella fibrillazione Marcello Martucci, Stefano graffi ma carezze, non più ferite strumenti di Roberto Angelini,
jazz psych della conclusiva Wo- Iascone, Vyasa Basili, Maria aperte ma cicatrici. Un Berselli José Ramon Caraballo Armas e
odstock. Pura armonia e gioia. Mange Valencia e il Coro Delle diverso ma più completo. Andrea Ruggiero.
CLAUDIO SORGE Mondine di Porporana. DORIANA TOZZI BARBARA SANTI
79/100 BARBARA SANTI 75/100 78/100
74/100

CARMEN CONSOLI CRIPTA BLUE MATTIA CUPELLI GIÖBIA/COSMIC DEAD


VOLEVO FARE LA ROCKSTAR CRIPTA BLUE RUINS THE INTERGALACTIC
NARCISO/POLYDOR ARGONAUTA BELIEVE DIGITAL CONNECTION: EXPLORING THE
SIDERAL REMOTE HYPERSPACE
HEAV Y PSYCH SOUNDS
Le chitarre jangle dondolanti I Cripta Blue si muovono in un Di concept album dedicati al
che si rincorrono come onde in perfetto equilibrio tra stoner, tempo se ne contano a decine,
doom e acid psichedelia e, L’idea nasce un anno fa e ci pensa
un oceano increspato incontra- anche in quella scena minimal/
allo stesso tempo, recuperano poi la Heavy Psych Sounds a
no il Mediterraneo. Il timbro neoclassica cui è riconducibile
suoni e timbriche vintage heavy metterla in pratica: uno split tra i
inconfondibile, inquieto, mai Mattia Cupelli, a cominciare
‘60/’70. Mourning Pyre che campioni dell’iperspace psiche-
arreso, anzi risorto. Testi intimi da quel Tag & Nacht di Martin
apre il loro secondo album è delico Giöbia e gli sperimentalisti
ma universali, hanno occhi pie- Kohlstedt al quale il nuovo lavo-
uno stupendo brano modellato freak inglesi lo-fi Cosmic Dead.
ni di sogni, hanno cuore. E poi ro del compositore romano sem-
su occulte reliquie hard rock Inafferrabili Giöbia: quello che
gli uncini e le melodie. La “can- bra in un certo senso accodarsi,
’70, in cui filtrano sibilanti ascoltiamo qui è ancora diverso
tantessa” è rinata e cresciuta. Si quantomeno in termini di me-
baluginii desertici: immaginate rispetto alle loro ultime uscite
è presa una pausa di sei anni, todo e visionarietà compositiva
un impasto acido di Blue Cheer (anche come La Morte Viene Dal-
ha collezionato sensazioni, rial- (Eurydice, Iris, Time). C’è da
ed Electric Wizard colorato di lo Spazio). Direi anzi che è un mix
lacciato il rapporto con la terra rimarcare semmai che, a diffe-
riverberi psichedelici. Magickal tra le due cose. Canyon Moon è
e lo ha declinato. Ma anche renza dell’influente e composita
Ride assesta il colpo del K.O.: una corsa folle tra galassie e aste-
con il mare e si direbbe con il scena nordeuropea capitanata
Blue Cheer, Sabbath e riff Ju- roidi, con assonanze di Hawkwind
cosmo intero. “Davanti a noi da Nils Frahm, Ólafur Arnalds
das Priest in un superbo combi- e Mugstar. Meravigliosa Julia
l’oceano abbracciava le stelle”, e dallo stesso Kohlstedt, è
nato heavy psych! Occult rock Dream, delicatissima, sognante,
semplicemente. Universale, si invece un certo cupo misticismo
psichedelico che vibra e rinnova perduta nel buio del cosmo. Dal
diceva. Intensa. Ha ritrovato l’i- ancestrale (Monolith, Egeria,
antichi e sepolti splendori. Per canto loro, i Cosmic Dead danno
spirazione e usato l’esperienza. Chant) a caratterizzare le nar-
questa ieratica potenza heavy, fondo a una kosmische mara-
Narra del trascorrere delle sta- razioni ambientali di Cupelli,
per la sensibilità psichedelica thon di 19 minuti, dai toni e tinte
gioni, di amori, ritrae familiari tanto affezionate alle alchimie
e certi delicati tratti doom, i più scuri rispetto ai Giöbia, tra
e galassie, con la saggezza di chi elettroniche di un David August
Cripta Blue sono da annove- cupe tensioni interstellari e sparse
ha rivisto le priorità e deciso di (Twilight, Zodiac) quanto for-
rarsi tra i più bravi e ispirati in pulsazioni para pinkfloydiane
riappropriarsi della poesia. Del temente ancorate al passato per
giro. Ne riparleremo. (Ummagumma), che sfociano in
silenzio. mezzo di un comparto acustico
un vertiginoso crescendo.
BARBARA SANTI CLAUDIO SORGE pianocentrico.
CLAUDIO SORGE
82/100 82/100 ANTONIO BELMONTE
74/100 80/100
RUMOREMAG.COM | 73
R A D I C I OTTOBRE 2021 / J. WILLGOOSE, ESQ. (PUBLIC SERVICE BROADCASTING)

10 CANZONI PER
J. WILLGOOSE, ESQ.
(PUBLIC SERVICE BROADCASTING)
Parliamo del fondatore, chitarrista e polistrumentista dei londinesi Public Service
Broadcasting, che con i suoi sodali Wrigglesworth e J F Abraham ha appena pubblicato
il quarto album, Bright Magic. “Il disco parla di Berlino e della città, più in generale,
come fonte di creatività, come una tela o un prisma che riflette e rifrange idee, attirando
persone di ogni ceto e ambiente, che si nutrono della creatività degli altri e vivono le
collisioni e interazioni quotidiane che fanno parte dell’abitare una metropoli del genere.
Parla anche di quanto l’immagine che produciamo nelle nostre teste sia vera, e quanto di
essa sia costruita da noi, quanto sia mito, ecco perché ‘magica’”. Blixa Bargeld, Andreya
Casablanca, EERA e Nina Hoss sono ospiti dell’album, che è diviso in tre parti. “È la
struttura che mi è stata suggerita mentre iniziavo a scriverlo, è un modo astratto di
muoversi tra diverse fasi della storia della città e del suo fascino, sia per me sia per chi
ne è stato attratto nel corso degli anni”.

ONLINE: PUBLICSERVICEBROADCASTING.NET

NEU! PIETRO THE WALKMEN KATE BUSH SAM COOKE


ISI MASCAGNI THE RAT RUNNING UP THAT HILL (A A CHANGE IS GONNA
INTERMEZZO DEAL WITH GOD) COME

“Nell’attimo in cui ho “L’ho sentito alla radio


sentito l’introduzione al “Bella, bella musica. in America e non avevo “Una canzone così “Semplicemente
pianoforte sapevo che Romantica, travolgente, idea di che cosa fosse, strana, così d’atmosfe- il miglior attacco
mi sarebbe piaciuto. commovente, così ho trascritto i ra, e una performance vocale (e forse anche
Non mi viene in mente straziante. La mia testi e li ho tenuti nel vocale così fantastica. la performance) di
niente nella musica musica preferita di portafogli finché non Lei era (è) un’artista sempre in una canzone
moderna che mi piaccia sempre. L’intera opera ho avuto modo di fare unica e questo è un pop. Se queste prime
di più. È come un gran- è fantastica, ma questa una ricerca. Roba altro di quei brani che tre note non ti arrivano
de, comodo, nutriente è veramente musica grezza, potente, la ho capito avrei amato fossi in te controllerei
PLAYLIST

cuscino di gioia”. paradisiaca”. performance brillante già ascoltandone l’in- il polso”.


DA NEU! 75 di una band che mi troduzione”. DA AIN’T THAT
DA CAVALLERIA
RUSTICANA
mancava”. DA HOUNDS OF LOVE GOOD NEWS
DA BOWS + ARROWS

DOC WATSON SOLANGE RADIOHEAD DEUS DAVID BOWIE


RIDDLE SONG CRANES IN THE SKY NUDE LITTLE ARITHMETICS I CAN’T GIVE
EVERYTHING AWAY

“Doc Watson è stato il “Trovo questa canzone “È difficile scegliere “I dEUS sono una
pioniere della tecnica così emozionante. È in una canzone preferita delle migliori band “È altrettanto difficile
del flatpicking sulla parte la performance dei Radiohead perché dei ’90 e questo, dal scegliere una sola
chitarra e questa è una ma in parte anche sono così importanti loro secondo album, è canzone di Bowie, ma
bellissima performance l’atmosfera, le per me come band, ma quattro minuti e mezzo il richiamo a A New
di una canzone percussioni un po’ se dovessi portarne di perfezione indie. Career In A New Town
apparentemente instabili, gli archi una sull’isola deserta Ha il loro marchio di e il fatto che sia la
semplice ma a mo’ di drone, la sarebbe questa. Il fabbrica, ha quella loro canzone che chiude
affascinante. È uno dei strumentazione, la sua finale è come salire le tipica interpretazione il suo ultimo album
miei chitarristi preferiti voce nel coro. Un raro scale verso il paradiso. sfasata, contrapposta - e che capolavoro è
e la sua voce è così e unico spicchio di Perfetta”. a una canzone davvero Blackstar - la rende
sincera”. bellezza”. DA IN RAINBOWS affascinante”. la mia preferita.
DA SOUTHBOUND DA A SEAT AT THE TABLE DA IN A BAR, Perlomeno per oggi”.
UNDER THE SEA DA BLACKSTAR

A CURA DI BARBARA SANTI - FOTO DI ALEX LAKE

74 | RUMOREMAG.COM
TREECOLORE GLI ALBUM OTTOBRE 2021

HEAT FANDANGO ROBERTO LANERI LORA & THE STALKERS OLDEN


REBOOT SYSTEM SOUTH OF NO BORDER NO DESIRE CONTROL CUORE NERO
BLOODY SOUND FUCKTORY/ BLACK SWEAT BLINDFAITH VREC
ARAGHOST
Compositore e multistrumen- Nel mondo cinematografico di Si complica la vita, è troppo ce-
Gli Heat Fandango sono espres- tista formatosi tra free jazz Quentin Tarantino, Lora & The rebrale, ho pensato ascoltando
sione di quell’underground e accademia, protagonista Stalkers sarebbero la perfetta l’album precedente di Davide
italiano di provincia capace di dell’avanguardia italiana degli backing band di molti dei suoi Sellari, in arte Olden. In quanto
resistere ai cambi di pelle della anni 70 con i Prima Materia e i film. Il gruppo romano nasce ad argomenti lo è ancora, e
scena e a una certa indifferen- loro incredibili drones esclusi- dalla cantante e musicista Lora certo non si può dire che i testi
za di stampa, organizzatori ed vamente vocali (e con Ananda, Ferrarotto e dal polistrumentista siano un inno alla gioia, ma
etichette: niente e nessuno può etichetta fondata insieme a e compositore Alex Meozzi, già perlomeno si è distaccato dalla
fermarli, nemmeno l’evidenza Giacinto Scelsi e Alvin Curran): attivo anche nella resident band monocromaticità che permeava
di un mercato che li ignora. Poi Black Sweat firma con South dello storico programma TV gli scorsi lavori e le canzoni si
c’è l’aspetto puramente artistico, Of No Border un ritorno sulle Stracult. Le coordinate sonore sono fatte più fruibili, musical-
nota dolente: spesso si tratta di scene di spessore. Un’escursio- vanno verso quel beat pop revival mente, intenzionalmente più
gruppi derivativi figli di un’idea ne in territori latinoamericani, solido e ammaliante, capace di rock, seppur coerentemente
sorpassata di “rock alternativo”. strano ma vero, filtrata dalla sfociare su tinte più tenui e soul scure. Un disco fitto di cita-
Non è il caso degli Heat Fandan- sensibilità avant di Laneri. Che (Yesterday) o verso lo psych zioni, dannato, dove il nostro
go, marchigiani, titolari di un suona vari tipi di fiati, didjeri- rock allucinato dei Jefferson declina le sofferenze del cuore,
suono “adulto” (il comunicato doo, percussioni e shruti box, Airplane con la title track No ecco perché nero. Che siano
stampa mette in fila Fall, Suicide, con giusto qualche ospite qua e Desire Control. Back In Time quelle di un padre per il distac-
Lydia Lunch, Soft Boys e Oh là - le voci senza parole di Blue segue gli stilemi blues lavorando co da un figlio, o di una madre
Sees, esagerando, ma è indubbio Ishtar e Islands, il tamburo ottimamente con le due voci. uscita di senno, o di chi non si
che galleggiare tra garage, psi- zarb persiano di Mala. Cimen- Sviano dal classicismo 50’s/60’s ama più, o delle donne cigno
chedelia e post punk è nel DNA tandosi pure in due omaggi con il brano Blinding Love, che birmane, costrette a sorridere
della band). Reboot System è il d’annata quasi convenzionali: si sarebbe meritato una maggior nonostante la schiavitù. In ogni
disco di un gruppo convinto che al brasiliano Zequinha Abreu esplosione sonora. Uscire dalla caso parole di rara profondità,
le chitarre abbiano ancora molto (Tico Tico) e al cubano César comfort zone potrebbe dare da cui trapela una capacità ana-
da dire, perfettibile ma intenso. Portillo de la Luz (Con Tigo En ulteriori soddisfazioni. litica e critica fuori dal comune.
È già tanto. La Distancia). NICHOLAS DAVID ALTEA BARBARA SANTI
LUCA FRAZZI ANDREA POMINI 68/100 70/100
70/100 72/100

PLUHM GABRIELE POSO FEDERICO SIRIANNI SLOKS


AMBIENTI E ROVINE TAMBURO INFINITO MAQROLL A KNIFE IN YOUR HAND
AUTOPRODUZIONE WONDERWHEEL NOTAMUSIC/STELLARE VOODOO RHY THM

Friedrich Nietzsche diceva che Compatto ed essenziale, nove Un disco e un libro per omag- Primordiale e minaccioso sono
bisogna essere il mare per rice- tracce e meno di mezz’ora in giare la figura di Alvaro Mutis i due aggettivi che si mate-
vere un flusso inquinato senza tutto, il nuovo album di Gabriele attraverso canzoni, racconti rializzano immediatamente
diventare impuri. Ambienti E Poso non solo conferma quanto e immagini che rievocano le all’ascolto di questa seconda
Rovine descrive il problema- di buono si sapeva sul suo conto, avventure del gabbiere Maqroll, fatica dei sabaudi Sloks - tre
tico, illusorio ma simbiotico, ma rilancia. Se era nota la sua uno dei personaggi più cono- brutti ceffi (anzi due ceffi e una
rapporto tra individuo e natura. maestria in ogni cosa percus- sciuti e amati mai partoriti dalla ceffa) non più di primo pelo e
Il mare, elemento estrema- siva, è un piacere vederlo così penna dello scrittore colombia- incazzati come serpenti in un
mente amato dal compositore concentrato sulla pista da ballo no. Coadiuvato dal musicista frullatore. Il loro garage punk
siciliano, è ancora una volta in questo suo settimo album. Raffaele Rebaudengo (archi, lo-fi e catarroso è un coacervo
fonte di ispirazione e universo in Registrato quasi tutto da solo e violini e viole) e dal producer di ritmi ipnotici, voce alle soglie
cui essere rapiti e sprofondare pubblicato dalla Wonderwheel FiloQ, Sirianni imbastisce di un esaurimento nervoso
con lentezza, sebbene spesso di Nicodemus, Tamburo Infinito un’ambiziosa opera multimediale e ripetizioni vorticose di riff
deturpato dalla irreversibile è esattamente quello: no raffi- che vede coinvolti autori come crampsiani, riletti con una
grettezza umana. Tutto il disco è natezze jazzy, no divagazioni, Remo Rapino, Guido Catalano line-up atipica che schiera chi-
all’insegna di un intenso flusso solo pompa in quattro quarti su e Alberto Costantino Cinaski, tarra, batteria e voce/percus-
di coscienza, dai contorni sonori tempi spediti, dall’inizio alla fine in cui parola scritta e musica sioni. L’effetto è un mostruoso
spiccatamente cinematogra- o quasi. Una festa tropicale fra invitano l’ascoltatore a partire intrecciarsi di tribalismo e
fici e da rivelazioni luminose, afrodisco e Caraibi, che resta verso l’ignoto, guidato solamente velenoso rock’n’roll dispera-
contaminato da echi e richiami profonda e sudata senza cedere dall’eco di racconti marinareschi to, autodistruttivo, nichilista.
elettroacustici e immersiva am- al pop, e anzi si concede pure un fatti di tempeste, sirene e nau- Insomma, una favola di quelle
bient. Lucio Leonardi è un mu- paio di episodi molto ipnotici fragi interiori. Brani da ascoltare che iniziano male, si sviluppano
sicista coinvolto, dalla narrativa e tracky (perdonate il gergo), sotto il cielo stellato, attendendo in un casino e finiscono in di-
chimica e passionale, con una come Kamasutra On The Beach, di avvistare terra in lontananza sastro… le migliori, in pratica.
notevole capacità compositiva Voodoo Therapy o la title track, e, una volta approdati, decidere File under: raw garage, gunk
davvero lontana dall’usuale. pronti per i migliori DJ. di salpare di nuovo. punk, lo-fi, desperate r’n’r.
ANTONIO BRIOZZO ANDREA POMINI STEFANO D’ELIA ANDREA VALENTINI
78/100 80/100 72/100 80/100
RUMOREMAG.COM | 75
IN ITALIA

TWITTER TWITTER (I’M NOT) A STAR

t’s bandcamp friday, profezie che prima si autoavverano e


I’m in love: è venerdì poi si autobannano: coi migliori auspici
I 3 settembre, sto
ascoltando un sacco di
di ritorno a una nuova era dell’acquaio
o perlomeno del maialo molto setoloso
musica interessante e sto peloso selvaggio bianco gradita è
dando dei gran soldi agli l’annuciaziò di un Discepolato Della
artisti per la loro musica. Per il dibattito Nuova Era vaticinato da Luce Celestiale
sullo streaming 2021 circa fruizione, (artetetra.bandcamp.com), etereo duo
compensi e possibili scenari vi rimando elettroacustico mediterraneo. Oramai
invece al numero scorso dichiarando in pieno delirio cerco il testo di Fata
l’intento di questo mese, ossia quello di Morgana dei Litfiba guardando il film di
suddividere i 3200 caratteri che state Herzog e l’algoritmo muscialneuronale
mi suggerisce Mirages di Kaouenn
leggendo in segnalazioni twitterizzate
(kaouenn.bandcamp.com), progetto
(chiaro omaggio a un disco di DJ
di psychedelia altormondista del
Balli, che ultimamente ha fatto uscire
marchigiano Nicola Amici che non metto
su skankblocrecords.bandcamp.
come disco del mese solo perché è uscito
a inizio anno e mi è sfuggito mentre
com il mixtape Polka Bolognoise vol.2
annegavo nel Mare Magnum. Disperso
utilizzando gli stornelli di Occhio Fino
nel trip faccio come fanno i marinai
& Peder e riletture in 8 bit delle melodie
LITTLE che hanno un pusher in ogni porto,
di Tutto Pepe dell’Orchestra Castellina
fidandomi dei miei sugli sugli italebani
TONY Pasi) ottenendo così recensioni di (sì, è una citazione delle Figlie Del Vento)
NEGRI 280 caratteri. Questo intento iniziale facenti parte di tribù alleate e dei suoi
DIARIO voleva essere una reazione alla solita
NOTTURNO mullah, piazzandone uno in ogni dock
panzana sparata su queste pagine e USB of the ebay. Fermandomi a Genova
SPALATO WYALE
poi ribadita in altre sedi da Francesco come Enrico Beruschi mi affido quindi
David Farabegoli il quale in sostanza sosteneva ai buoni consigli dei tipi di Marsiglia
Nerattini che il 96% dei dischi è facilmente Records che mi hanno segnalato
è uno dei comprensibile quindi recensibile al le uscite di Torto (tortoeditions.
nostri cattivi maestri preferiti, ideale primo ascolto. Condivido questa tesi bandcamp.com) e quelle del negozio
come direttore della scuola Hyperion con lui rivendicando anche il diritto di milanese Volume, con la sua serie Bootleg
se la sua sede fosse nella Redbull recensione basata sul non ascolto, ma (volumevolumevolume.bandcamp.
Academy: parliamo di uno che fra le nel mentre realizzo che il mio intento com): dovendo come al solito samplificare
altre cose ha messo le mani nell’ultimo iniziale è già miseramente fallito
disco di Alessandroni e in quello dei
opto per lo sghembo cantautorato di Too
perché ho già impiegato 1241 battute. Shy For This Sh*T di XY.
Colle Der Fomento (la produzione di Strategic e allora meglio chiudere
Sergio Leone), oltre a essere l’anima
l’inner Circle Jerk mensile venendo
ritmica dei La Batteria. Fra Flaiano e
Giorgio Bracardi (il mixtape si chiude sulla mia faccia da poker e dando il
col suo Patrocloo), Diario Notturno via alle danze con Sentiero Futuro
è un insieme raffinato e scanzonato (sentierofuturoautoproduzioni.
di suggestioni a base di boom-bap, bandcamp.com), collettivo milanese
momenti dilatati, grooves di batteria sotto il nostro scanner dalla sua
e skit vocali. Garantisce la produzione fondazione l’anno scorso e che si occupa
Spalato Wyale (spalatowyale. di autoproduzioni musicali, editoriali e
bandcamp.com), progetto di artistiche. In previsione di un autunno
comunicazione dei romagnoli Papetti che che ci auguriamo essere caldo ecco
bros. che già ci avevano deliziato con quindi le nuove uscite di Tv Dust,
altre uscite di hip hop sfasato e per Anno Omega, Comunione e Oväsen
l’appunto spalato (Valerio Delphi,
Frontera Kollaps, due ritorni e due
Primo Zanasi).
77/100 novità all’insegna del post-post punk
new wave talmente e apparentemente
retro da risultare, più che futurista,
futuribile. Continuiamo a voler sostenere

DI MARCO PECORARI

76 | RUMOREMAG.COM
TREECOLORE GLI ALBUM OTTOBRE 202 1

SOLAR MANTRA GIACOMO TONI


AWAY BALLATE DI FERRO
ARGONAUTA L‘AMOR MIO NON MUORE

Un po’ di grezzo southern nel Ballate di ferro che ponno esse’


metal trascinante e corrosivo piuma. Tipo Gianni, che apre
dei Solar Mantra fa pensa- l’album alla Gianmaria Testa
re direttamente a influenze perso nel tramonto in riva al
come Corrosion Of Confor- mare fuori stagione o Se Proprio
mity e Black Label Society. Devo, ipotetico provino di
E a qualcosa di Danzig. Con Cesare Cremonini scartato dalla
qualche residuo di Kyuss. E con major e pure da Gianni Morandi.
inflessioni di space corazzato. Il romagnolo Giacomo Toni fa un
A proposito di Kyuss: “il blues lungo respiro e si addentra nell’i-
del sole rosso” potrebbe essere talico cantautorato classico che
una buona definizione per quel passa da Vecchioni e arriva fino
che suonano questi stoners a Madre Teresa (di Calcutta),
romani. Il cantante, Tommaso, passando dai Pop X attraverso
graffia e ruggisce heavy blues, Piero Ciampi e Nicola Arigliano,

MADTEO
Francesco, il chitarrista, scrive arriva da un prete in periferia
incandescenti riff e mostra una che va avanti nonostante Adria-
grande preparazione, elabo- no Celentano. Pop e crepusco-
rando schemi e idee variegate. lare nell’incisiva Sexy Smog.
Cioè: i Solar Mantra compon- Psichedelico come un cowboy col
gono belle e ben strutturate magone in Mah. Mogli Ingrate
canzoni stoner/metal - la mi-
gliore è “dedicata” a Pacciani, si
è Francesco Renga con un buon
testo featuring Baccini dei tempi STR8 CROOKED
intitola proprio così - in quello d’oro. Un album nostalgico HONEST JON’S
che in definitiva è un album di trafitto dall’ironia, prodotto con
debutto solido e stimolante. arretrata grazia da Don Antonio. Non è la prima volta che
CLAUDIO SORGE MANUEL GRAZIANI
Madteo ha a che fare con
78/100 74/100 un’etichetta più pesante
dei suoi artisti, nota per la
qualità delle uscite quanto
per la personalità dei suoi
fondatori. La Morphine di
Rabih Beaini per il primo
album Memoria (2008); la
Sähkö di Mika Vainio per
l’eccellente seguito Noi No
(2012); la DDS dei Demdike
MARIO VENUTI WENDY?! Stare per il capolavoro
TROPITALIA IN THE TEMPLE OF FEEDBACK Dropped Out Sunshine
MICROCLIMA/PUNTOEACAPO TIDE (2019). La Wania di DJ Sotofett, la Hinge Finger di Joy Orbi-
son. Ci perdoneranno tutte, però, se leggiamo questo debutto
Al suo undicesimo disco il can- Non capita spesso di ascolta- per Honest Jon’s - fondata da Damon Albarn, e marchio con
tautore siciliano, distintosi per re vecchi leoni ruggire come credito quasi illimitato presso chi se ne intende - come un pos-
una carriera solista votata al pop pischelli su di giri. Magari sibile e meritatissimo grande balzo in avanti. Nato a Padova
elegante e ricercato, spariglia prendendo fiato con una intro e giunto negli USA 15enne, nel 1993, Matteo Ruzzon ha ormai
carte e aspettative con un disco propedeutica alla corsa a rotta di passato più anni a New York che in Italia, ed è lì che ha forgiato
dall’animo allegro e dal sapore collo sull’asse Sydney Detroit dal il proprio suono. Assorbendo techno, house e deep house in
tutto tropicale. Un omaggio titolo T.N.M.A. (Technological forma underground, nelle strade e negli ambienti che le hanno
spensierato e leggero alla musi- New Middle Age) che profetizza create e nutrite. Saccheggiando mercatini in cerca di dischi e
ca italiana e ad alcuni dei suoi l’arrivo, o l’affermazione, di un campioni. Uscendone con cose che laggiù chiamano leftfield:
brani più iconici, reinterpretati nuovo medioevo tecnologico. imprevedibili, mai convenzionali, libere. Come la title track,
secondo i ritmi e gli stilemi della Il gruppo dell’ex Bloody Riot poliritmi affollati e sfondo di canti intrecciati dall’effetto soul,
musica latina e sudamericana. Lorenzo Canevacci scuote dall’in- linee acide e deragliamento strada facendo. O Build Back Bet-
Chitarre acustiche, percussio- terno le antiche rovine del r’n’r ter Sweatshops, quattro quarti galoppante e vocioni trattati,
ni calde e vivaci unite a ritmi (Rock These Ancient Ruins che con break micidiali a punteggiarne lo sviluppo. O Episcopi
morbidi e danzerecci rivestono ha dato il titolo a una recente Vagantes, 16 minuti di synth narcotici e ribollire dub, e riff
i brani di buonumore, mentre i compilation sulla scena romana) ansiogeno da metà in poi. Tecnicamente un EP, Str8 Crooked
fiati e gli archi impreziosiscono con una scrittura matura e (dritto e storto, appunto) è fatto di tre tracce e oltre mezz’ora di
le melodie con il compito di pre- bluesy (27th Dream), condita da musica bella, sporca e cattiva. Per descrivere la quale baste-
servare l’aura ricercata e signo- un’esecuzione tanto impeccabile rebbe usare il termine punk a ragion veduta, o leggere l’unico
rile. Tropitalia è un disco che quanto ruvida nel garage dalla commento alla sua discografia su Discogs, utente rmcc, luglio
combatte il malumore mostran- fragranza Cramps Spider Girl e 2019: “La techno è tutta linee dritte e tagli netti, puliti. Madteo
do il lato frivolo e divertito della nei watt fluorescenti di Welco- traccia il suo segno con un marker su un tovagliolino sporco.
musica, portandoci una ventata me To The Temple e What Did Absolute badman”.
di freschezza e piacevolezza, tra You Get. Chiude l’ode acustica ANDREA POMINI
nostalgia e incredulità. a Johnny Thunders (A Song
85/100
SIMONA VENTRELLA For Johnny) e giù lucciconi agli
68/100 occhi.
MANUEL GRAZIANI
76/100
RUMOREMAG.COM | 77
TREECOLORE IN BREVE OTTOBRE 202 1

ANDREA BANDEL DAVIDE BUZZI DAVIDE CEDOLIN COMRAD


COLLECTION RADIAZIONI SONORE EMBRACING THE UNKNOWN RESTIAMO VICINI
AUTOPRODUZIONE ARTIFICIALI NON COERENTI TORTO EDITIONS/MARSIGLIA KALLAX/UPWIND/RIPCORD
PYRAMIDE
Il curricu- Dopo gli Cinque
lum di An- Tra canzoni psicotici pezzi com-
drea Bandel autografe e Japanese pletamente
parla di brani altrui Gum e le in italiano
importanti (in scaletta improv- che sono
colonne una rivisi- visazioni figli ine-
sonore per tazione di collettive quivocabili
il cinema, Fuoco Sulla di Trónco, dell’hc me-
alternate alla composizione di Collina di Davide Cedolin esordisce da lodico U.S.A. anni Zero, per
spot per la TV: una lunga car- Ivan Graziani), Davide Buzzi solo con la chitarra acustica intenderci i Pulley del periodo
riera durante la quale il musici- si mette a nudo con pezzi che supportato da vari musicisti, tra Together Again For The First
sta veneto ha spesso incrociato parlano di amori finiti (Come cui il batterista Ryan Jewell, già Time (2001). Anche l’alt rock
la strada con personaggi del Stai?, Il Tempo Di Un Respiro) con Ryley Walker, Steve Gunn e il melodic punk rock si fanno
calibro di Morricone, Brass e e amicizie che resistono al pas- e Chris Forsyth. Folk campestre largo su strutture sonore note
Pino Donaggio. A sancire que- sare del tempo (Amico Ciao). che sa fluttuare nella psiche- ma solidissime, con la voce di
sto prestigioso percorso arriva Rock energico quanto scontato delia (Loosely) e impolverarsi Giò Sada - popolare per quel
questa illuminante raccolta, che negli esiti, RSANC è un lavoro (Vanishing Sky). Fiati, organo, talent con la X ma con una
raccoglie dieci composizioni sì genuino e sincero, ma in fin glockenspiel e field recordings storia punk hc tra Blame e Wai-
edite e inedite. dei conti povero di idee. stratificano il bouquet di profu- ting For Better Days. Funziona
STEFANO D’ELIA STEFANO D’ELIA mi. Respiratelo. tutto.
75/100 55/100 NICHOLAS DAVID ALTEA NICHOLAS DAVID ALTEA
82/100 71/100

GARRINCHA STAR I LIKE ALLIE LAPARA LUCIANO MACCHIA


ALL-STARS RARE INSTANCES OF TUTTI GLI ANIMALI DEL MONDO CROONER
LA VIBE DEL PADRONE INDEPENDENT THINKING COSTELLO’S/ARTIST FIRST L’ESTATE CHE VA
GARRINCHA NO REASON/GENERAL SORENESS AUTOPRODUZIONE
Tramutare
Il timbro si Una man- le tensioni Crooner di
fa “vibrazio- ciata di EP emotive di lungo cor-
ne”, grazie porta gli I una qua- so, Luciano
al collettivo Like Allie rantena in Macchia
che ha al primo un lo-fi pop raccoglie
deciso di ce- passo lungo scanzonato intorno a sé
lebrare i 40 su disco. e carico un manipo-
anni de La La band mi- di psichedelia giocherellona? lo di amici
Voce Del Padrone vestendolo lanese ha una solida base punk Fatto! La band felsinea, durante fidati e mette in musica questi
di reggae/dub, nell’anno della rock melodica contemporanea la prigionia pandemica, registra nove racconti che hanno il
scomparsa del Maestro Battiato. inscalfibile (You Super Powers tra le mura di casa cinque sapore e i colori malinconici di
A rivisitarlo ed eseguirlo ci ha Are Stupid) con una vena pop brani al sapore di zucchero un’estate ormai agli sgoccioli.
pensato un’armata di musicisti, punk razionalizzata e qualche filato elettrico (ed elettronico), Tra ska, funk e amabili languori
uniti sotto il marchio Garrin- ricordo emo revival non lonta- spensierati e un tantino folli, gaberiani (Io Non Mi Fido), il
cha, che militano con i Bluebea- no dai Get Up Kids. La chiusura sulle orme di Architecture In musicista lucano porta in scena
ters, Costa!, España Circo Este, con l’omonima Rare Instances Helsinki, Stereolab e dei nostri la sua scatenata vitalità (Il Cir-
Keaton, lili, Lo Stato Sociale, e Of Independent Thinking in- I Giocattoli (Traballa, Alla co Delle Verità), alternata ad
poi Cimini, Gregorio Sanchez e sieme alla cantante americana Menta). amare riflessioni (Ti Parlo).
Jacopo ET. Laura Stevenson è perfetta. ANTONIO BELMONTE STEFANO D’ELIA
BARBARA SANTI NICHOLAS DAVID ALTEA 65/100 60/100
72/100 76/100
SUONA ANCORA
IL MEGLIO
DEI MESI PASSATI

ONCEWERESIXTY ONE FLOWER LEFT PENSIERO NOMADE


THE FLOOD ONE FLOWER LEFT UN CERCHIO PERFETTO
BEAUTIFUL LOSERS/UGLYDOGS FILIBUSTA FILIBUSTA

The Flood Convergenza Progetto


dei vicen- di pop sofi- sviluppatosi
tini On- sticato e jazz intorno alla
ceweresixty con qualche chitarra
è un disco accento acustica di
ridotto ai obliquo e Salvatore
minimi ter- occasionali Lazzara,
mini: nes- sfumature musicista
sun inutile orpello, registrazio- elettroniche, l’esordio omonimo con pluridecennali trascorsi nel
ni lo-fi, zero postproduzioni e del quartetto piemontese si reg- prog e nel jazz, Pensiero No- JULIA BARDO
una struttura scheletrica ma ge principalmente sulla scrittura made assume in questo lavoro BAUHAUS, L’APPARTAMENTO
non per questo monotona. La e la voce di Alessandra Patrucco forme cangianti e mobili che WICHITA
leggerezza compositiva dei e sul pianoforte di Angelo ruotano intorno a direttrici folk
Mojave 3 (Take Me Home) Conto, attivi da anni nell’ambito cosmiche, elettronica pastorale, Giulia continua a lastricare
fino all’effimero psych country della musica sperimentale. Con spezie world, orchestrazioni di buona scrittura e
riverberato (Six Six Sixty) o il risultati notevoli, ad esempio, elettroacustiche. Più convin- personalità la sua via per
mantra scarnificato di Delivery in una Plain Air dai lontani echi centi gli strumentali dei pochi l’iscrizione nel novero delle
Boy. Antipopsong fugge via indietronici. brani cantati. cantautrici più interessanti
come brano manifesto di tutto. ALESSANDRO BESSELVA AVERAME ALESSANDRO BESSELVA AVERAME in circolazione.
Ineffabili. 70/100 65/100
NICHOLAS DAVID ALTEA
74/100

PERDURABO PRINCE OZAY ANTONIO RAIA &


THE TIME TRAVELLER OLTREMARE RENATO FIORITO
AUTOPRODUZIONE CASA VOYAGER THIN REACTIONS
NON SEMPRE NUOCE
Davide Accanto-
Arneodo, nate per Rispetti-
polistru- un attimo vamente
mentista le cadenze sassofoni-
dei Marlene boogie/ sta e sound
Kuntz, funk me- artist, i due
diviso tra diterranee compositori
Berlino delle ultime napoletani
e Torino, con lo pseudonimo prove come Quiroga, Walter pubbli-
Perdurabo porta avanti una Del Vecchio accelera e spezza i cano un lavoro fra ambient e
serie di produzioni come il ritmi nei panni di Prince Ozay, sperimentazione, discretamente CEMENTO ATLANTICO
progetto Komponent (insieme a raffinato principe drum’n’bass. estraneo ai sentieri più battuti ROTTE INTERROTTE
BRONSON RECORDINGS
Shramm, ovvero Jörg Wähner, In due delle cinque tracce (Volo dall’elettronica odierna. Tre
batterista di Apparat). Questo magico, Sarmoung) il mood tracce per 34 minuti comples-
disco solista, invece, scritto resta quello, nelle altre invece Un’opera grandiosa, che
sivi, fra le quali spicca Rifts per
con Davide Tomat, implode ed si inacidisce e diventa urbano, ripercorre tanto la storia dei
il suo evolversi verso pattern
esplode gradualmente con beat notturno, più nervoso e forse viaggi di Zoffoli quanto la
ritmici irregolari, mentre è sol-
ossessivi e ipnotiche pulsazioni un filo meno interessante. sua storia di appassionato di
tanto nella conclusiva Volatile
retrowave. Un viaggio nel tem- musica elettronica.
ANDREA POMINI che si fa spazio il dolente sax
po senza scali. 72/100 di Raia.
NICHOLAS DAVID ALTEA GIORGIO VALLETTA
71/100 65/100

TSVI SCHELETRI SPAGHETTI WRESTLERS


SOGNO OSSA ROTTE TURURARAP TURAP
NERVOUS HORIZON REBUILDING VINA

Noto Dopo Con questo


anche come un’uscita lavoro dal
Anunaku, in digitale, bizzarro
il londinese l’esordio di titolo, la
d’adozione questa gio- band biel-
Guglielmo vane band lese giunge
Barzacchini torinese al secondo
continua approda EP facendo
a produrre ottima musica al formato fisico (cassetta). dell’adrenalina il proprio
elettronica, qui in un lavoro il In cinque brani gli Scheletri vessillo e delle melodie catchy SPARKLE IN GREY
cui tema è l’esplorazione della mettono in chiaro la loro vena il proprio motto. Indiscutibile TWO SING TOO SWING
dimensione onirica e degli stati in bilico fra pop punk, hardcore l’attitudine live del trio, con- GREY SPARKLE/DISCHI DI
di coscienza alterati. Ai ritmi melodico, emo dischordiano e fermata da questi cinque nuovi PLASTICA/ STELLA NERA/MOVING
elaborati e ispirati da forme che indie rock: riff caldi, melodie brani (quattro cantati e un’outro
vanno dalla techno al dancehall ora solari ora malinconiche. strumentale) nati assemblando Il quartetto è sempre poco
si sovrappongono testi sublimi- Una prova “di genere” (dunque perfettamente solidi materiali definibile, sempre avviato
nali e melodie ridotte all’osso, filologica, nel bene e nel male) rock con rottami punk e amalga- lungo un percorso molto
come nell’esemplare Sospiro ben riuscita, se questo sound è mando il tutto con vernici sixties personale di rock obliquo e
Sospirando. il vostro pane. dalla tipica grana ruvida. non banale.
GIORGIO VALLETTA ANDREA VALENTINI DORIANA TOZZI
83/100 70/100 75/100
RUMOREMAG.COM | 79
BIRTH E.T. EXPLORE ME
BIRTH PRESIDENT/DRUG ME
BAD OMEN/TEE PEE VOODOO RHY THM

Da Bach ai Sonorità
Caravan, inusuali
passando per la “po-
per i Van etica” a cui
Der Graaf. la Voodoo
L’idea prog Rhythm ci
dei Birth ha abituati
- alcuni di da decenni:
loro militavano negli Astra: un questi olandesi invece di scatar-
paio di album per Rise Above rare lo-fi rock’n’roll sono dediti

ALICE
- non è dissimile dalla band da a un synth punk dalle aspira-
cui derivano. Astral travellers zioni danzerecce, con attitudine
influenzati da malinconie ko- schizoide. In questi due pezzi

TAMBOURINE
smische. Di questo EP preferi- si sentono fantasmi di Suicide,
sco però Long Way Down - mo- Roxy Music, Elton Motello e
struoso, onirico prog/blues, nel Devo, ma con un gusto mitte-

LOVER
quale si agitano i fantasmi ur- leuropeo, algido e intossicato.
lanti di un Eric Clapton dell’a- Per i party post concerto nelle
bisso; vertiginoso precipitare in ore piccole.
un gorgo senza fondo. ANDREA VALENTINI
CLAUDIO SORGE 72/100
78/100

FORSE NON SEI TU / FATTIES FIREWALL III


VORREI INCONTRARTI FATTIES
AUTOPRODUZIONE
FIREWALL III
LUCIA
GO DOWN

“Solo dei Prima


Le due canzoni del ritorno di Alice ragazzi uscita per
Tambourine Lover (alias di Alice grossi con la neonata
Albertazzi e Gianfranco Romanelli) Forse idee ancora etichetta
Non Sei Tu e Vorrei Incontrarti, sono facce più grosse, di Daniele
di una stessa medaglia folk psichedelica. che suo- Mana (già
Antica, persa nelle nebbie del tempo, nano brevi noto come
in un nebuloso sogno di mezza estate canzoni Vaghe
californiano. Canzoni meravigliose. Fatte punk a ritmo sostenuto”. E pen- Stelle). Il sito Bandcamp di
di un’atmosfera inafferrabile e dolcissima. Magica armonia sare che noi piccoli recensori ci Lucia assegna la paternità delle
13th Floor Elevators e Byrds psichedelici, in Forse Non Sei tu, affanniamo per trovare parole quattro tracce a un misterioso
che potrebbe essere stata scritta da Stacy Sutherland e Roky a effetto. Fatti Smith, Fatty produttore di Washington D.C.,
Erickson per Bull Of The Woods. Tim Buckley e Mazzy Star, in Hearst e Fatti Mayonnaise sono senza ulteriori indizi. La techno
Vorrei Incontrarti (di Alan Sorrenti). Un trepido vibrare jingle tre tizi magici di Orlando che e le teorie del basso dell’iniziale
jangle, in un’esplosione di amore cosmica. scendono nel playground pun- Egg Head introducono un uni-
CLAUDIO SORGE k’n’roll con la forza di Shaquille verso di scure coreografie pecio-
82/100 O’Neal, la visione di Penny Har- se, artigianato carpenteriano al
daway e l’infallibilità di Tracy sintetizzatore e derive ritmiche
McGrady. A bordo camp(ett)o cosmiche.
Tad Doyle. MAURO FENOGLIO
MANUEL GRAZIANI 68/100
77/100

GIULIA TESS HIS ELECTRO HOCICO HOMESICK SUNI


200417 BLUE VOICE BROKEN EMPIRES/LOST WORLD THE SHAPE OF GRAPES TO COME
SCARLET TIGER ENERGIE/CHROM XL/LOREAL 94 OUT OF LINE SLACK
BODY CRASH
Al secolo Occhio Tutto ob-
Giulia Cam- Dando ragazzi, soleto. Dal
panella, la seguito al Aicrag e vinile in
producer precedente Agroyam formato 10”
elettronica ottimo Body sono nuo- alla musica
italiana ma Crash, vamente che traspor-
residente a HEBV pub- sul piede ta il glam in
Londra pub- blica il se- di guerra. zona Stax
blica questo EP per la neonata condo di una Broken Empires ascende mar- come ovuli di cocaina nel ventre
etichetta di Ross From Friends. serie di singoli con cui decostrui- ziale, claustrofobica, quadrata, di Elton John. E c’è molto altro.
Alla techno melodica, funzionale sce il proprio immaginario attra- priva di ogni possibile sguardo I Beatles barrettiani di JASOI-
ma ispirata, della title track (qui verso un percorso ricalcato trami- solare, Lost World invece è PWMM*, la melodia ariosa che
presente anche in un remix di te variazioni sul tema. Anche qui battente, deflagrante, una frusta atterra in un prato di psiche-
quest’ultimo) si aggiungono i l’abbrivio è fornito dalla consueta sonica che riproietta diretta- delia da balera di All Awaits,
ritmi colorati dell’euforica Hey spinta adrenalinica post punk mente ai tempi endzeit di San- l’indie folk allegro andante di
e l’ipnotico incedere di Mesto esibita dalla title track, filtrata in gre Hirviente. Il maxi singolo, Phazes. Tutto meravigliosamen-
Ritma, in collaborazione con due diversi formati, che poi tra- disponibile anche in box di legno te obsoleto. Un’assurdità che in
Ioieo, artista di origine russa. sfigura in esperimenti adiacenti limitata, lancia interessanti pre- Italia nessuno s’inculi Matteo
GIORGIO VALLETTA
ai Tuxedomoon e in futuristica e sagi per il prossimo futuro. Pin e i suoi Homesick Suni.
dilatata lounge music.
78/100 STEFANO MORELLI MANUEL GRAZIANI
ARTURO COMPAGNONI
87/100 80/100
77/100
80 | RUMOREMAG.COM
SINGOLARE LA LUNGHEZZA NON È TUTTO OTTOBRE 202 1

THE JACK CADES JUNKO/CRIS EX LA GRAZIA OBLIQUA LINGUAGGI COMUNI


INFECTIOUS COVERS ISOLATION OLTRE LINGUAGGI COMUNI
ROGUE CX TOTEN SCHWAN TO LOSE LA TRACK

I Jack Junko Singola- Metti cin-


Cades sono Hiroshige, re; quella que giovani
uno dei voce dei “porta musicisti,
migliori mitologici socchiusa un produt-
gruppi japanoizu appena” tore (Popu-
sixties con- master in Oltre si lous, fresco
temporanei, Hijōkaidan, lascia ac- di nuovo
forse perché e Cris Ex compagna- album) e
di contemporaneo non hanno (Cristiano Luciani), il più affi- re da un incanto pianistico, per un tecnico del suono (Lorenzo
nulla. Lo conferma questo sin- lato e potente harsh noisester opera della Bersiani, che ricava Borgatti) in una residenza per
golo di sole cover, due per lato italiano, hanno unito le forze istintivamente i Paradise Lost artisti: il risultato è una serie
(superba la crepuscolare Once per queste tre tracce di infer- pur innervandosi in una matrice di brani che spaziano dall’indie
Before dei Remains, ma anche nale harsh analogico e digitale, wave deathrock. L’acustico am- pop dei Wild Nothing macchia-
Feel A Whole Lot Better dei incredibilmente articolato e malia invece Resta, con il cuore to di wave (Disclose) a intrecci
Byrds vola alta), che ci ricorda imprevedibile, reso ancora più lirico verso De André, seppur gli di chitarra e synth (Escher).
come certi suoni posseggano feroce dagli interventi di Junko. intarsi elettronici abbiano river- Tropicalismi chill wave (Troca-
ancora una forza evocativa Un’altra prestigiosa collabora- beri teutonici (mentre Piovono dero) fino alle digressioni math
senza eguali. L’ennesimo gio- zione per Luciani sull’asse Ita- Pietre educa Fiumani al folk rock che intersecano i Bloc
iellino che interesserà ai soliti lia/Giappone. progressivo e Waiting guarda Party. Esperimento riuscito.
quattro gatti. ANDREA PREVIGNANO ai Kirlian Camera). Un gioiello, NICHOLAS DAVID ALTEA
LUCA FRAZZI 75/100 sin dall’artwork williamsiano. 72/100
80/100 STEFANO MORELLI
90/100
IVCA OPIUM/ABSINTH PRISON AFFAIR ROSGOS
S.E.N.T.I. NULLIFIED THOUGHTS DEMO II BY THIS RIVER
GIADA MESI VOLLMER IND./BRIGANTE/ ERSTE THEKE TONTRÄGER BEAUTIFUL LOSERS
LONGRAIL/TADCA
S.E.N.T.I. Weird punk Realizzare
- che sta Il Piemonte annegato una cover
per “Senza è da sempre nel lo-fi con può rappre-
Elettricità terra fertile ritmiche sentare per
Non Trovo per fermen- serrate, un artista
l’Interrut- ti musicali. voce distor- una sfida
tore” - è il Come quelli ta e una o un gesto
nuovo EP del duo in vena melo- d’amore:
di lvca, giovane artista dell’e- oggetto, al dica appiccicosissima. I riff di Maurizio Vaiani con questa sua
tichetta di Dargen D’Amico. Il suo EP d’esordio, all’insegna di chitarra rimandano a qualcosa versione del pezzo più conosciu-
disco merita più di un ascolto, un pesantissimo noise rock con di già sentito, tipo gli Sheer Mag to di Brian Eno riesce addirittu-
le produzioni sono morbide e striature sludge costruito su (Entre Barrotes); l’andazzo è ra a metterne ulteriormente in
godibili, la scrittura dell’artista basso, batteria e voce. Stilemi e da nipotini hardcore dei Devo risalto la bellezza, immergen-
risulta evocativa su una rappata regole del genere sono rispetta- cresciuti nelle periferie austra- dolo in un liquido amniotico di
scorrevole e mai forzata. Artista ti/padroneggiati con gran peri- liane: penso ai Gee Tee di Kel synth e loop di batteria minima-
e album che testimoniano che zia e gusto spesso direttamente Mason. Ancor più bello è che i li, portando così l’ascoltatore a
c’è ancora un po’ di margine di teletrasportato dai ’90… forse a Prison Affair sono di Barcellona tuffarsi in un placido fiume di
sperimentazione tra il rap e il mancare è un guizzo che devii e il dischetto è stato pubblicato quiete e pace spirituale.
cantautorato classico. dai maestri del genere. da un’etichetta tedesca. STEFANO D’ELIA
MATTEO DA FERMO ANDREA VALENTINI MANUEL GRAZIANI 72/100
77/100 69/100 77/100

SATANIC TOGAS/ZOIDS SEX PIZZUL SMANIA UAGLIUNS TSHA


SPLIT SUPERSOCRATES TRAVEL EXPERIMENT ONLYL
GOODBYE BOOZY ANNIBALE (SEASON ONE) NINJA TUNE
ISOLATION IS BLISS
Solita Giocato- Nella fase
copertina ri come Come un paradossal-
Goodbye Sócrates diario di mente friz-
Boozy re- non ne esi- viaggio in zante che
alizzata da steranno forma di sta attra-
un cieco, più: classe, canzone versando la
su un lato verticalizza- (e video), club music
due schegge zioni e intel- questo britannica,
synth punk a bassa fedeltà per ligenza uniche. I Sex Pizzul non primo Tra- fra i nomi più interessanti c’è
i Satanic Togas (australiani di potevano scegliere personaggio vel Experiment documenta le quello di Teisha Matthews. Se
Sydney, dei Devo più dementi migliore per questo EP, destreg- missioni creative del trio luca- nella title track di questo breve
e meno geniali), sull’altro lato giandosi tra disco punk e synth no, con quattro tracce instant EP è in evidenza la sua capacità
due mine firmate Zoids (da wave, con regimi percussivi cre- scritte sul posto fra Kenya, di combinare ritmi energetici a
Teramo): puro caos hc, chitarre scenti (SuperSocrates), qualche Berlino, Marsiglia e Bucarest. una sensibilità pop, è con gli ac-
come frullatori e gargarismi passaggio di contenimento (Dr. Ognuna ispirata dal luogo e dai centi caraibici della percussiva
suoi suoni, e ricca di idee come
con soda caustica, 100% Meat Socrates) fino alla torcida bra- Power che Tsha mette a segno
da sempre la produzione dei
Puppets di In A Car. Da 23 anni siliana figlia del tribalismo dei uno dei classici da “dancefloor
Uagliuns. Rap quindi, ma pom-
sulla piazza, l’etichetta abruzze- Ninos Du Brasil (Socrates’ (s) pato da dosi massicce di electro, virtuale” di questo 2021.
se non ci delude mai. Kills). Gol! funk, soul, ironia e intelligenza. GIORGIO VALLETTA
LUCA FRAZZI NICHOLAS DAVID ALTEA
ANDREA POMINI 80/100
75/100 74/100 79/100
RUMOREMAG.COM | 81
FLASHBACK STEPPENWOLF

STEPPENWOLF

I SELVAGGI
a San Francisco si fosse celebrato il dal 1968 al 1971 per la ABC/Dunhill,
famoso “funerale degli hippies”). Gli comprese 24 bonus tracks, tra singoli e
Steppenwolf erano la faccia selvaggia e brani rari. In ordine: Steppenwolf, The
per certi aspetti ambigua dell’hippismo. Second, At Your Birthday Party, Early
Erano apprezzati dagli Hell’s Angels e Steppenwolf, Monster, Steppenwolf
certo le loro canzoni non parlavano di Live, Steppenwolf 7, For Ladies Only.
utopia e di pace ma erano crude e dense Tutti debitamente rimasterizzati dai
di violenza. Attraverso le droghe (Magic nastri originali. La band era formata da
Carpet Ride) descrivevano un mondo John Kay (voce, chitarra, armonica),
60’s escapista e sull’orlo del collasso, Goldy McJohn (organo, piano) e
che aveva anche risvolti sinistri. “The Jerry Edmonton (batteria), tutti ex
pusher don’t care if you live or if you componenti degli Sparrows ai quali si
die”: gli indimenticabili versi di The aggiunsero in seguito Michael Monarch
Pusher restituivano una spietata visione (chitarra) e Rushton Moreve (basso).
del disagio della nuova generazione, La “corsa selvaggia” negli anni ha reso
la lucida analisi che anticipava una loro bene: qualcosa come 25 milioni
sconfitta. Ancora oggi mi viene la pelle di dischi venduti in tutto il mondo.
d’oca ad ascoltare quella canzone, Di tutti i loro album, il più radicale
contenuta nel loro primo album del rimane Monster del 1969: brani come
STEPPENWOLF 1968 (comunque non il migliore della Monster-Suicide America, sorta di
MAGIC CARPET RIDE (THE DUNHILL/ABC loro copiosa produzione). Per non acida canzone di protesta folk blues,
YEARS 1967-1971) parlare del loro inno planetario Born esprimevano l’angoscia americana
ESOTERIC To Be Wild (scritto dal misterioso Mars nel pieno della guerra del Vietnam,
Bonfire, che altri non era se non il così come Draft Resister, mille miglia
I nati “per essere selvaggi” arrivavano chitarrista degli Sparrows, fratello di lontana dall’atmosfera da festa sfrenata
dal Canada. Non erano ancora Jerry Edmonton), brano cooptato negli di hit come Magic Carpet Ride.
diventati gli Steppenwolf di Born To anni da qualsivoglia spot pubblicitario, 80/100 DISCO
Be Wild, ma erano gli Sparrows (il vessillo di libertà e ingenuo anarchismo. 80/100 EXTRA
loro leader, John Kay, era originario Entrambe le canzoni furono il picco
della Germania e si era trasferito con della colonna sonora di Easy Rider.
la famiglia a Toronto nel 1958), che si Il monumentale box in uscita, a cura
tramutarono in Steppenwolf nel 1967, a della Esoteric, contiene praticamente
Los Angeles. L’anno del peace and love tutto di questa iconica band degli
per antonomasia (sebbene il 7 ottobre anni 60: gli album che hanno inciso

DI CLAUDIO SORGE

82 | RUMOREMAG.COM
RETROPOLIS OTTOBRE 202 1

AA. VV. AA. VV. AA. VV. AA. VV.


AN ECLECTIC SELECTION OF MUSIK MUSIC MUSIQUE 2.0. 1981 THE SUN SHINES HERE: THE THINK I’M GOING WEIRD: ORIGI-
MUSIC FROM THE ARAB WORLD, THE RISE OF SYNTHPOP ROOTS OF INDIE POP 1980-1984 NAL ARTEFACT FROM THE BRITISH
PART 2 CHERRY RED CHERRY RED PSYCHEDELIC SCENE 1966-1968
HABIBI FUNK GRAPEFRUIT
Se il 1980 era stato l’Anno Zero Nel 2013 il box dal titolo Scared
Ancora meno setacciato rispetto del pop sintetico, quello in cui To Get Happy documentava La centesima release targata Gra-
a quello africano subsahariano, reduci del post punk, ex prog la parabola della golden age pefruit (sottoetichetta della Cher-
il vintage arabo ha nella tedesca rocker e sperimentatori assortiti dell’indie pop britannico. Dagli ry Red che negli anni si è distinta
Habibi Funk un marchio esempla- convergevano verso la nuova esordi post punk alle fragili per il recupero di materiale 60’s
re per metodo e qualità. Cruciali, tecnologia digitale per dar vita strutture chitarristiche del C86, più o meno oscuro) non poteva
in questo senso, le compilation a musica dall’indubbio appeal veniva tracciato il fil rouge che essere che un’antologia totale,
che periodicamente mescolano commerciale, è nel 1981 che si collegava future stelle di prima la foto di gruppo di un triennio
nomi noti, novità e anticipazio- assistette alla vera nascita di un grandezza e nomi di culto per celebrato come pochi altri e su
ni. Con un secondo volume che nuovo genere: l’electropop. In appassionati del jangle pop cui il rock d’Albione ha costruito
addirittura batte il primo: dal quell’anno esordivano Soft Cell, opalescente. Un’opera certo- buona parte della sua mitologia.
pop/lounge marocchino di Douaa Heaven 17 e Depeche Mode; sina, che oggi trova il proprio Storicamente siamo fra il tardo
al tiro electro/funk del libanese/ future star come Duran Duran, compendio in questo nuovo box: beat (o freakbeat) e il primo prog,
milanese Tony Benn Feghaly, pas- Spandau Ballet e Tears For Fe- ma fra queste 122 tracce trovano
un triplo CD che scava a fondo
ars arrivavano al traguardo del
sando per un Munir Khauli molto nella produzione underground spazio acid folk, pop barocco,
primo album, mentre pionieri
clashiano (corsi e ricorsi...) e una scozzese o di scene come quella vaudeville e stramberie assortite;
come Human League e OMD
vera versione libica di Staying raggiungevano l’agognato suc- di Manchester e Liverpool, già mentre la tracklist alterna culti
Alive (Najib Alhoush), riempipista cesso. Fu anche l’anno di tante oggetto di precedenti antologie assoluti, autentiche oscurità e
algerini e disco marocchina, reg- one hit wonders (documentate targate Cherry Red. La vastità padri nobili come Who, Kinks
gae libico e chicche come Casbah in questo splendido box in tre del repertorio consente ai e Yardbirds nella loro versione
del maestro Ahmed Malek, o la CD) che pensavano di poter compilatori di non sovrapporre più folle, colorata e lisergica. Il
leggendaria Music De Carneval cambiare l’industria discografica i titoli in scaletta, ma non c’è curatissimo booklet completa una
di Magdy Al Husseini, finalmente dall’interno, portandovi un po’ dubbio che ci troviamo di fronte delle raccolte più appaganti di
disponibile su larga scala con il di folle spirito punk. a un prodotto per fan accaniti sempre in fatto di psichedelia UK.
suo organ funk irresistibile. DIEGO BALLANI del genere. DIEGO BALLANI
ANDREA POMINI 75/100 DISCO DIEGO BALLANI 88/100 DISCO
83/100 DISCO ZERO EXTRA 70/100 DISCO ZERO EXTRA
ZERO EXTRA ZERO EXTRA

AIN SOPH BLACK SABBATH BRAINIAC BUS


LIVE AT PIPER 1986 TECHNICAL ECSTASY (SUPER ATTIC TAPES / FROM DAYTON OHIO THE UNKNOWN SECRETARY
SPQR DELUXE EDITION) TOUCH AND GO HEAV Y PSYCH SOUNDS
BMG
Meritoriamente ristampato Per il Record Store Day Touch La melodia insistente racchiusa
dalla SPQR, torna a distanza di Continua la riproposizione del And Go ha dato fondo al ma- in un ipnotico riff doom classi-
35 anni dalla prima uscita su catalogo sabbathiano in versio- gazzino stampando materiale camente sabbathiano fa pensa-
Misty Circles (label facente capo ne expanded. Questa volta è il dei mai dimenticati Brainiac re al groove di Uncle Acid. Me-
alla band che allora pubblicò in turno dell’album del 1976, forse sparpagliato su otto facciate lodia che è affidata (anche) alla
50 copie) il primo storico live il meno amato della produzione di due doppi vinili. Le prime voce cristallina e potente di Bill
dei romani Ain Soph, architrave della line-up classica per via quattro, Attic Tapes, documen- Politis. Esordirono nel 2016, i
della scena esoterica italiana, della svolta radio friendly. In tano in formato demo quattro greci BUS, e pubblicarono nel
nonché uno dei gruppi maggior- effetti la band stava esplorando piste il plasma primitivo da cui la 2019 un secondo album per la
mente sintonizzati con la fami- nuovi territori, ma con la una band del compianto Tim Taylor valente Riding Easy che, rispet-
glia industriale europea. Live At visuale poco a fuoco. Per dirla prese forma agli albori dei ‘90: to al debutto, avrebbe mostrato
Piper 1986, il cui prodromo in con le parole di Iommi: “Se fos- lamenti blues post Jesus Lizard un’evoluzione e un’emancipa-
studio venne pubblicato sotto il simo restati uguali ci avrebbero inscatolati con l’urgenza mini- zione da Uncle Acid, in direzio-
titolo Rituals nel 2003 da OEC, detto che non cambiavamo mai. male della prima wave; materia ne di un hard rock morboso con
è la cruda e brutale resa sonora Così cercammo di diventare più grezza e raccomandabile in via venature detroitiane alla Alice
degli Ain Soph, in quel gennaio tecnici, ma semplicemente non preminente, se non esclusiva, ai Cooper dei tempi più grandgui-
un sestetto per voci, sintetizza- funzionò molto bene”. Qui per fan. Più interessante la finestra gnoleschi. Questo esordio, The
tori e percussioni. I 34 minuti buona pesa, oltre al consueto aperta sulla storia della band Unknown Secretary, ripubbli-
della registrazione si risolvono remaster, troviamo un nuovo dalla seconda compilation, From cato dalla sempre più valente
in una liturgia esoterica cupa mix dell’album a cura di Steven Dayton Ohio, con la sua sequen- Heavy Psych Sounds, mostra un
e ossessiva, senza scampo, Wilson (che ha lavorato coi za di singoli, inediti e tracce re- piglio e una freschezza (i tagli
che spezza il confronto artista nastri originali), dieci pezzi live gistrate dal vivo che fotografano rock alla Who di Rockerbus)
pubblico. Nulla di salvifico e tratti dal tour del ‘76/’77 e un un percorso travagliato, elettrico che nel secondo si sarebbero un
consolatorio, solo un rituale di disco di demo e mix differenti. ed elettrizzante interrotto sfortu- po’ persi.
arte regia impartito con traspor- Per fan hardcore dei Sabbath. natamente presto. CLAUDIO SORGE
to e fermezza. ANDREA VALENTINI ARTURO COMPAGNONI 70/100 DISCO
ANDREA PREVIGNANO 73/100 DISCO 68/100 DISCO ZERO EXTRA
80/100 DISCO 75/100 EXTRA 79/100 EXTRA
ZERO EXTRA
RUMOREMAG.COM | 83
CHRIS CARTER CAULDRON
ELECTRONIC AMBIENT REMIXES INTO THE CAULDRON
ONE CHERRY RED
ELECTRONIC AMBIENT REMIXES
THREE L’esordio della band canadese
MUTE nata dalle ceneri dei Goat Horn
- un EP - uscì nel 2007 e qui
Nell’ambito della campagna di ri- è ripresentato con due bonus
stampa dell’opera di Chris Carter, track (fra cui una cover dei
perno elettronico dei Throbbing tedeschi Tyrant) incise all’epoca,
Gristle, Mute ripubblica due ma non presenti nella tracklist
album usciti tra il 2000 e il 2001 originale. A quasi 15 anni di
a nome CTI, Carter e Cosey Fanni distanza il metal dei Cauldron
Tutti, ma in realtà solo a lui attri- regge benissimo, complice
buibili. Si tratta di due rework di un’ispirazione che affonda
composizioni dagli sterminati ar- negli anni 80 - dai conterranei
chivi di Carter: nel primo i remix canadesi Exciter, Anvil, Razor e
ambientali della materia prima Killer Dwarf fino alla NWOBHM
utilizzata nel suo album di debut- più oscura e schietta: in effetti il

DIAMANDA GALÁS
to, The Space Between (1980); disco potrebbe essere spacciato
nel secondo analoga operazione senza problemi per una perla
su tracce utilizzate per una serie risalente a 35/40 anni fa. Una
di album dei Throbbing Gristle. bella riscoperta, con liner notes
Si riassapora con molta emozione dettagliatissime del leggendario
quell’impasto unico di filtri, giornalista e saggista britan-
oscillatori e la fangosa elettronica nico Malcolm Dome. Se amate
modulare frutto delle invenzioni certo metal d’antan, fra speed
di Carter che ha segnato l’alba
DIAMANDA GALÁS della musica industriale.
e NWOBHM, non trascurate
questa uscita.
INTRAVENAL SOUND OPERATIONS ANDREA PREVIGNANO ANDREA VALENTINI
75/100 DISCO 78/100 DISCO
ZERO EXTRA 70/100 EXTRA
La sintesi poderosa e
seminale del secondo atto.
Qui, i due cardini principali
del radicalismo sinfonico
neoclassico adeguati alla
sperimentazione vocale e la
ferma denuncia delle tecni-
che di tortura e di annulla-
mento umano (Panoptikon
si erge sugli scritti di Jack JOHN COLTRANE DAVID CROSBY
Henry Abbott, mentre A LOVE SUPREME: IF I COULD ONLY REMEMBER MY
Song From The Blood Of LIVE IN SEATTLE NAME. 50TH ANNIVERSARY ED.
Those Murdered rimanda IMPULSE! RHINO
all’omicidio dei prigionieri
politici del regime militare greco alla fine dei ‘60), trovano un La sera del 2 ottobre 1965 John In tempi di riedizioni deluxe
letto espressivo impressionante. Il corpo vocale della Galás, Coltrane termina la sua resi- mastodontiche, quella di un ca-
memore della sua esperienza col teatro sociale, assume in sé, dence di sei giorni al Penthouse polavoro come l’esordio di David
nei suoi toni, nei suoi flussi, nei suoi riverberi, identità diffe- di Seattle suonando l’intera Crosby si presenta sorprendente-
renti ma capaci di incarnare le grida della testimonianza. Un composizione A Love Supreme. mente morigerata. Un doppio CD
dolore in carne, una ferita brutalmente indotta, fondata sull’in- Il quartetto che aveva registrato che all’album originale rimaste-
giustizia e sulla volgarità dell’ipocrisia sociale, e in quanto tale il capolavoro dieci mesi prima è rizzato abbina un dischetto di
necessaria denuncia. L’arte come disvelamento quindi, come schierato: McCoy Tyner (piano), outtakes, demo e qualche inedito.
atto politico pasoliniano, radicato nel concetto di shock quale Jimmy Garrison (contrabbasso) La natura in progress è eviden-
viatico simbolico/energetico di “risveglio a coscienza” (ancora e Elvin Jones (batteria). Con te fin dai titoli come Riff 1, ma
Beck e Malina, ancora il Living Theatre). In queste creazioni loro anche Pharoah Sanders queste tracce sono nondimeno
magistrali la Galás istituisce l’ossatura concettuale/formale (sax tenore) e Donald Raphael affascinanti. Niente che avrebbe
del suo “esserci come artista nel mondo”, insegnando una delle Garrett (contrabbasso). Nei pri- potuto sostituire i tasselli di quella
forme più ardite della “materia del soffio” già cara a Carmelo mi cinque minuti, una tessitura scaletta perfetta, intendiamoci. If
Bene, a Demetrio Stratos, alla divina Maria Callas, al blues e al leggera fa affiorare timidamente I Could Only... rimane una delle
gospel (ora volutamente scarni, talvolta impercettibili, ma in le note del tema di Acknowle- più belle istantanee del comedown
radice); sapranno addirittura culminare nel ritratto universale dgement, poi Coltrane entra, il post sixties, miracolosa ribellione
di capitoli quali Masque Of The Red Death e Schrei X, fonda- gruppo si irrobustisce e inizia la creativa di un’anima tormentata ai
mentali per la sensibilizzazione della collettività umana. Una magia. Pochissime volte è stato demoni che lo assillavano in quel
forza espressiva dove si fondono la tecnica lirica femminile del dato al pubblico di goderne dal momento (e per molti anni a ve-
“tono di fiamma”, insegnata da Ligeti (ascoltatene il Requiem vivo, questa è una di quelle. Il nire). Ma questa versione espansa
per comprendere, se ancora non l’avete fatto), il rigore elettroa- suono, perfettamente ripreso sottolinea ulteriormente la dimen-
custico di Xenakis e il dodecafonico schönberghiano. nonostante l’esiguità dei mezzi, sione comunitaria e amorevole in
STEFANO MORELLI ha qualità soundboard. Dalla cui si sviluppò. Music was love,
90/100 DISCO collezione privata dei nastri del davvero.
ZERO EXTRA sassofonista Joe Brazil. CARLO BORDONE
ANDREA PREVIGNANO 97/100 DISCO
85/100 DISCO 82/100 EXTRA
84 | RUMOREMAG.COM ZERO EXTRA
RETROPOLIS OTTOBRE 202 1

THE CULT CYPRESS HILL


BORN INTO THIS CYPRESS HILL (30TH ANNIVERSARY)
(SAVAGE EDITION) SONY
CHERRY RED
Riprendersi dopo la doppietta
Reissue per l’album del 2007 iniziale di Pigs e How I Could
della ritrovata coppia artistica Just Kill A Man non fu all’epoca
Astbury/Duffy, che tanto fece semplice per nessuno. Ma era
sognare i rocker a cavallo fra gli solo l’inizio, ci attendevano
anni 80 e 90. Non è ovviamente ancora shock come Real Estate
uno dei dischi imperdibili della o Born To Get Busy. Una volta
band, che già viaggiava in regi- usciti dalla benefica nuvola di
me di mantenimento su comodi fumo realizzammo che stava
binari di hard rock autocita- succedendo qualcosa di più
zionista, ma di sicuro è quanto dell’ascolto di un album d’esor-
di più vicino (fatte le debite dio formidabile: l’hip hop aveva
proporzioni) ai fasti di Electric fatto un ulteriore passo avanti e
e Sonic Temple i Cult abbiano Dj Muggs prendeva posto tra i
inciso dopo la reunion del 2001. migliori produttori nella storia

PEARL JAM
Compresa l’immancabile e onni- della musica popolare. Infinita la
presente ballad, che stavolta è mappa delle influenze generate,
un flop totale (Holy Mountain). limitandoci a guardare sotto casa
La Savage Edition in questione basti pensare ai Sangue Misto.
ha la particolarità di riproporre Ghiotto anche il menù delle tre
una versione speciale (all’epoca tracce extra di questa doverosa
uscita in pochi esemplari) con riedizione, con menzione d’onore
un disco aggiuntivo con due proprio per Pigs, riproposta
tracce extra, un paio di demo e
una Savages in veste estesa.
nella versione ispanica Puercos,
e per la versione espansa di The
TEN 30TH ANNIVERSARY
ANDREA VALENTINI
73/100 DISCO
Phuncky Feel One.
PAOLO FERRARI
NO CODE 25TH ANNIVERSARY
SONY/BMG
ZERO EXTRA 92/100 DISCO
68/100 EXTRA
Uscirono lo stesso giorno, il
27 agosto, a cinque anni di
distanza l’uno dall’altro, il
primo nel 1991 e il secondo
nel 1996 e, a loro modo,
aprirono e chiusero un cer-
chio nella storia dei Pearl
Jam. Ten e No Code, che
BOB DYLAN MARIANNE FAITHFULL compiono rispettivamente
SPRINGTIME IN NEW YORK: THE MONTREUX YEARS 30 e 25 anni, rappresentano
THE BOOTLEG SERIES VOL. 16 BMG in un certo senso l’alfa e
(1980-1985) l’omega della parabola del
COLUMBIA La voce profonda e brillante Seattle sound per la band:
di Marianne Faithfull dal vivo l’esplosione rivoluzionaria
Quando il mondo cambia e il diventa una freccia dritta al della rabbia pura, fatta di disagio, protesta, squarci di chitarra
“peso” della tua voce, per due de- cuore, ed è così in questa rac- e growl tormentati per esseri umani “con il frigo vuoto” (per
cenni, ha dato un fondamentale colta di esibizioni al Montreux dirla alla Eddie Vedder) e il dissenso più maturo, caustico e
contribuito a quel cambiamento, Jazz Festival al quale l’artista introspettivo, che sceglie vie più sperimentali, prende direzioni
trovare stimoli diventa proble- inglese ha partecipato cinque diverse, abbraccia il folk e la filosofia di Neil Young, s’illumina
matico. Prendiamo Bob Dylan volte. In occasione dei 55 di imprevedibilità destinata a scombussolare le certezze dei
all’inizio degli anni 80: il mondo anni dalla nascita dell’evento fan. Entrambi tornano “ripuliti” da Josh Evans - collaboratore
della musica veniva scosso da parte una serie di raccolte live,
MTV, il rock era sempre più di lunga data e produttore dell’ultimo album, Gigaton - per
questa la prima, un concen- un’esperienza sonora immersiva e avanguardista, che sfrutta
impresa e meno forza di rottura
trato di stile e carisma che le tecnologie Dolby Atmos e Sony 360 Reality Audio e richie-
e la maturità anagrafica sfociava
vive tra classici e cover - come de l’uso di cuffie adeguate per essere apprezzata al meglio.
in stanchezza creativa. Dalla sua
Working Class Hero di Lennon Un’esperienza, dicevamo, che nel caso di Ten apre il sound ma,
“crisi” nascevano poche opportu-
nità. Sullo spegnersi dell’infa- e Madame George di Van allo stesso tempo, lo rende troppo limpido, privandolo della
tuazione religiosa, Shot Of Love, Morrison - dove la presa ruvida necessaria patina di imperfezione che avvolgeva e aderiva
Infidels ed Empire Burlesque e sincera di Marianne respira perfettamente ai testi, e nel caso di No Code ne esalta le trame,
sono gli album dell’insicurezza, nei teatri e risplende d’intenso. le intenzionali sovrapposizioni di strati e influenze, la speri-
della disillusione che cerca la Rimasterizzato in alta qualità, mentazione dietro il classico marchio di fabbrica, regalando
sperimentazione, l’esplorazione questo album racconta uno nuove scoperte a ogni ascolto. Per la gioia dei maniaci dell’al-
una terra di nessuno dove le idee spicchio d’esistenza di un’icona tissima fedeltà e in barba a chi dice che un disco deve rimanere
sono come le maree, si alzano e della musica nella cornice di un’istantanea “acustica” del suo tempo e che la vera celebrazio-
si abbassano. E oggi tornano, con prestigio di un grande festival. ne dovrebbe essere saper suonare ancora, su un palco o altrove,
Springtime In New York, rac- Godibilissimo. decennio dopo decennio, quelle stesse canzoni con immutabile
colta n. 16 della Bootleg Series, MARGHERITA DI FIORE energia e inalterato entusiasmo.
che racconta il dietro le quinte e 77/100 DISCO DANIELA LIUCCI
stana il fascino di quel periodo. ZERO EXTRA 73-79/100 DISCO
DANIELA LIUCCI
ZERO EXTRA
66/100 DISCO
66/100 EXTRA RUMOREMAG.COM | 85
RETROPOLIS OTTOBRE 202 1

GARBAGE GYPSY MUDDY WATERS OUTKAST


BEAUTIFUL GARBAGE (20TH ANNI- COMES A TIME (THE UA REC.) THE MONTREUX YEARS ATLIENS (25TH ANNIVERSARY
VERSARY DELUXE EDITION) ESOTERIC BMG DELUXE EDITION)
PIAS LAFACE
Eleganti hippies inglesi di Lei- Festival di Montreux: dal 1967
Al tempo dell’uscita, il terzo cester con il cuore tra le dune l’appuntamento europeo più C’erano molte aspettative nel
album di Shirley Manson e soci della West Coast californiana. prestigioso per il jazz e il blues. 1996 per l’uscita del secondo
non ricevette reazioni partico- La vicenda dei Gypsy, una Negli anni vi hanno partecipato album degli Outkast. Né East né
larmente entusiaste però, dice la delle più sottovalutate band i migliori artisti. Ora, dalla im- West Coast: l’eccitazione attorno
frontwoman, “volevamo celebrare degli anni 70, ha il suo apice mane serie di registrazioni in ar- ad André 3000 e Big Boi deri-
l’uscita del nostro terzo album tra il 1970 e il 1972. Li vedete chivio vengono tratte alcune sto- vava, oltre che dalla speranza di
esattamente nello stesso modo in copertina di Comes A Time, riche performance. Dopo Nina veder crescere il talento espres-
in cui abbiamo celebrato I due il loro primo e unico album: Simone ed Etta James, ecco so nell’esordio, anche dalla
precedenti, visto che amiamo il giacche frangiate, chitarre, cani nuovi volumi con Marianne Fai- loro provenienza, Atlanta, città
nostro terzo figlio tanto quanto e fucile, in una brughiera, alla thfull e il grande Muddy Waters. di un sud per lo più snobbato
i primi due. Siamo sempre stati Dejà Vu di CSN&Y. Dai quali, McKinley Morganfield, alias all’epoca. Dopo 25 anni il disco
molto contenti di questo lavoro e musicalmente, non erano poi Muddy Waters, il re del delta, viene ristampato con l’aggiunta
abbiamo sempre pensato fosse in così lontani. Vedi canzoni come sciorina tutti i suoi classici, che di tutte le strumentali, in parte
anticipo sui tempi”. E non ha tutti Standing Alone Feel So Bad, chi ama il rock conosce a me- prodotte proprio dagli Outkast,
i torti: saranno anche stati una che ha qualche assonanza con moria: Hoochie Coochie Man, a differenza del debutto in cui si
band creata in laboratorio - fama Mr. Soul dei Buffalo Spring- Mojo Workin’, Mannish Boy, erano affidati completamente al
non piacevole che si portano die- field. O l’elettrica e straziante e via andare. Canzoni fallocen- team Organized Noize. La mano
tro fin dagli esordi - ma col senno Turning Wheel, una ballata triche e maschiliste verrebbero e il gusto musicale del duo si
di poi se ne deve ammettere che profuma di vapori lisergici descritte oggi, probabilmente. sentono sia sul primo estratto,
l’influenza su molti gruppi odierni West Coast e lirico e potente Roba in assoluto incandescente Elevators (Me & You), un rap
e lo sguardo in avanti - pensiamo R&B. In questo doppio CD tro- e trascinante. Semmai, nella notturno che scorre su una base
solo all’inno gender fluid Andro- verete tutto quello che hanno cornice di Montreux, risolte dub, sia sul vero singolo di lan-
gyny. Il ricco piatto di remix, inciso i Gypsy per UA, prima di formalmente davanti a quel cio, l’autocelebrativa title track,
live e versioni alternative poi farà sciogliersi, nel 1973. Stupendi. compito pubblico, con un appeal che ha più nerbo e rime più fitte.
sicuramente felici i fan. CLAUDIO SORGE un po’ scolastico. LUCA GRICINELLA
LETIZIA BOGNANNI 80/100 DISCO CLAUDIO SORGE 88/100 DISCO
72/100 DISCO 79/100 EXTRA 79/100 DISCO 75/100 EXTRA
75/100 EXTRA ZERO EXTRA

CONFUSIONAL
QUARTET
10”/LIVE
CONFUSIONAL QUARTET
ITALIAN RECORDS

La nuova onda nell’80 era espressione di un bisogno primario, non titoli più rappresentativi di quella stagione (molti ricordano la loro
materia da aperitivo per critici che la sanno lunga. Il ’77 lo spartiac- versione de-evoluta di Volare ma c’era ben altro). Oggi l’Italian
que: un prima, un dopo. Il Confusional Quartet appartiene al dopo, Records li ristampa (il 10” in formato LP con l’aggiunta di uno
nonostante la tecnica superba che cozzava contro i dogmi del punk e strepitoso live dell’80) e ci rinfresca la memoria su quello che era
i legami con la cultura jazz sperimentale. Senza il punk, il Confu- uno dei gruppi più talentuosi della scena italiana. Per descrivere il
sional Quartet non sarebbe esistito. E Bologna, come ormai sanno quartetto si facevano i nomi di Zappa, Devo e Residents. A posterio-
anche i sassi, era al centro di quel terremoto. Il Confusional Quartet ri possiamo dirlo: erano solo (solo?) quattro ragazzi di Bologna figli
nasceva e sguazzava in un contesto culturalmente incontrollabile, del loro tempo immersi in un underground che è fin troppo facile
quello del convegno contro la repressione, di Radio Alice, la Trau- rimpiangere. Quattro ragazzi che ai margini di tutto, sovvertendo
mfabrik e l’omicidio Lorusso. Più che storia ormai è mitologia un schemi e incrinando certezze, hanno lasciato un segno profondo.
po’ logora. Tutt’altro che logora invece è la colonna sonora di quei Queste due ristampe ne sono la dimostrazione, nonostante i 40 anni
giorni: Skiantos, Gaznevada, Windopen, Luti Chroma e, appunto, che portano sulle spalle. Perché il caos mantiene giovani.
i più sfuggenti, dadaisti, virtuosi e obliqui del lotto, il Confusional LUCA FRAZZI
Quartet, musicisti col sorriso sulle labbra e cervelli molotov. Tra 80/100 DISCO
l’80 e l’81 pubblicavano un album e un 10” che restano due tra i 80/100 EXTRA
86 | RUMOREMAG.COM
SUONA ANCORA
IL MEGLIO
DEI MESI PASSATI

OVERKILL PARTISANS PEPPERMINT TROLLEY CO.


THE ATLANTIC YEARS 1986-1994 ANARCHY IN ALKATRAZ / PEPPERMINT TROLLEY CO.
BMG NO FUTURE DEMOS 80-82 OUTSIDER/GUERSSEN
SEALED
Diciamo le cose come stanno: Fu pubblicato nel 1968, in
i newyorchesi Overkill hanno Punk di seconda genera- piena era di transizione tra
sempre fatto parte delle retro- zione, basico e squadrato, beat/R&B e psichedelia, questo AZTEC CAMERA
delizioso album dei californiani BACKWARDS & FORWARDS
guardie dello speed & thrash chi conosce i Partisans (ma
Peppermint Trolley Co. Il brano - THE WEA RECORDINGS
statunitense, offuscati (giusta- anche Anti-Pasti, Four Skins 1984-1995
mente) da gente come Anthrax, e Infa-Riot) sa di cosa parlo. che lo inaugura, I’ve Got to Be
CHERRY RED
Metallica, Slayer, Megadeth, Attorno all’81/’82, quando il Going, è una lazy track simile
Exodus e compagnia smetal- punk di Pistols e Clash era già alla Itchykoo Park degli Small
Faces: pomeriggi di ordinaria Un progetto che non ha mai
lante. Dalla loro, però, hanno morto e sepolto, una schiera di deluso le aspettative di chi
sempre avuto una resilienza band si affacciava sulla scena Inghilterra vittoriana ed effluvi
pop psichedelici da Swinging ha avuto pazienza e cuore da
(mi si perdoni per il termine forte di un rinnovato interesse dedicargli.
London modernista. Mentre
logoro) speciale, per cui sono per il suono di strada cattivo,
la seconda, Baby You Came
divenuti un culto per anzianità essenziale e scevro di ideologia. Rolling Across My Mind trasuda
di muro, pur non avendo lascia- Pezzi ringhiosi, espressioni America westcoastiana folkish
to un’impronta profonda nella di una sottocultura working delicatamente “progressivizza-
storia del genere. Questo box class pronta a sfociare nell’hc e ta”. E via via che si va avanti, ci
presenta i sei album usciti per nell’Oi. Dei Partisans (all’epoca si incammina su questa strada
Atlantic in versione LP e CD, giovanissimi e titolari di due american baroque pop. Dai Left
per un excursus sulla band e la singoli fantastici, Police Story Banke ai Beach Boys, se volete
sua golden age. Che, sempre e 17 Years Of Hell) oggi esce qualche riferimento. Ancora funk
per onestà, non è mai stata una raccolta di demo registrati e clavicembalo nella deliziosa
gloriosa, ma piuttosto un’one- tra l’80 e l’82 che ci mostra una Beautiful Sun e ballate kinksiane
sta epopea fatta di passione e formazione ancora più acerba arrangiate alla Beach Boys, come
piccoli aggiustamenti legati alle e pura. Per gli amanti della Trust, e la lisergica anti war
tendenze più in auge. band (compreso il sottoscritto) Fatal Fallacy. Gioiello.
Non indispensabile. manna piovuta dal cielo. CLAUDIO SORGE
ANDREA VALENTINI LUCA FRAZZI 80/100 DISCO
69/100 DISCO 75/100 DISCO ZERO EXTRA
ZERO EXTRA ZERO EXTRA
GEORGE HARRISON
ALL THINGS MUST PASS 50TH
ANNIVERSARY
IMPROVED SEQUENCE

Il “miglior disco solista


di un ex Beatle” è uno dei
migliori dischi mai fatti da
POLVERE DI PINGUINO GIUNI RUSSO NEIL YOUNG chiunque. Un ubercapola-
STAND BY THE DREAM JAZZ A CASA DI IDA RUBINSTEIN CARNEGIE HALL 1970 voro, e chiudiamola qui.
AREA PIRATA WARNER WARNER

Un’altra perla del garage revival A Casa Di Ida Rubinstein usci- Occhio all’emicrania: presente
italiano anni 80 torna a scal- va nel 1988 ed era un tentativo gli Archives del canadese?
darci orecchie e cuore grazie ad di riprendere la via che Giuni Ecco, ora arrivano le Bootleg
Area Pirata. I massesi Polvere Russo sentiva di aver smarrito Series, buone per recuperare sì
Di Pinguino sono qui presentati dopo il successo di Un’Estate sempre dei live, ma di cui esiste
nello splendore del loro selvag- Al Mare. Se l’idea di reinter- già una versione pirata. Solo
gio garage rock chitarroso (a pretare arie e romanze oggi ci che di questo show acustico
tratti quasi hard) e sanguigno, sembra stantia e banale, allora, presso la Carnegie Hall era in
riproponendo il 7” d’esordio, e in quel disco in particolare, si realtà circolata solo la seconda
due demo (incisi nel 1987 trattava di un esperimento co- serata, mentre inedita era
e 1989) e quattro pezzi live raggioso: le incredibili capacità questa del 4 dicembre. Fine dei
catturati nel 1988 - fra cui una vocali della cantante immerse misteri, comunque: è periodo di
cover degli Stooges. Se amate il in riscritture non prive di grazia per Young (siamo subito
lato più wild del genere, questo spinte sperimentali, ad esempio dopo il primo CSN&Y e After
CD deve essere vostro senza la reinvenzione jazz/wave di A The Gold Rush) e ne guadagna
dubbio: il godimento è assicu- Mezzanotte di Donizetti e una la scaletta. Dentro, repertorio
rato al 100%. Tutto ciò nella Fenesta Che Lucive di Bellini solista, Buffalo Springfield, THE BEACH BOYS
speranza che presto si possano quasi dream pop. La ristampa CSN&Y e brani come Old Man FEEL FLOWS
recuperare anche gli altri tre è accompagnata da una rilet- al tempo inediti, col nostro CAPITOL/UNIVERSAL
lavori del gruppo: un LP e un tura jazz del disco datata 2011, non solo in forma eccellente
12” per la benemerita Cobra e ospiti Uri Caine, Paolo Fresu, ma persino di buon umore nel L’inizio degli anni 70
un CD su Mellow. Resta un solo Brian Auger e Franco Battiato, voler convincere il pubblico a colse i Beach Boys
dubbio da sciogliere, che resiste e un DVD live, testimonianza cantare Sugar Mountain. Altri commercialmente in declino
nel tempo: perché un nome così di un concerto tenuto a Fano cinque volumi entro il 2021, ma ma artisticamente in ottima
fuorviante? nel 1998. se il livello è questo non ci si forma.
ANDREA VALENTINI ALESSANDRO BESSELVA AVERAME lamenta.
78/100 DISCO 75/100 DISCO FRANCESCO VIGNANI
76/100 EXTRA 70/200 EXTRA 82/100 DISCO
ZERO EXTRA
RUMOREMAG.COM | 87
TESTO DI ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
FOTO DI UNIVERSAL MUSIC, KURT GRAUPNER, JURGEN D. ENSTHALER
50ANNI
DI DADAISMO
APPLICATO
R E T R O PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

DA PARECCHI ANNI MA RIECHEGGIANO NEI


VIVIDI RICORDI DEI SUPERSTITI DI UN’AVVEN-
TURA CHE CONTINUA ANCORA OGGI.

Suonavate in vari gruppi ad Amburgo quando


Uwe Nettelbeck vi suggerì di unire le forze per
formare i Faust. Come lo avete incontrato? C’è chi
vi ritiene un suo “esperimento”, ma mi pare che
voi aveste le idee piuttosto chiare fin dall’inizio.
Fu comunque lui a procurarvi un contratto facen-
do ascoltare alla Polydor un vostro demo...
Jean-Hervé Peron: “Da giovane ho suonato la tromba in
una marching band, il suono di New Orleans è stato il
ON ESISTE GRUPPO PIÙ MITICO DEI FAUST”, mio primo tentativo di liberarmi della musica ‘normale’.
SENTENZIAVA A METÀ ANNI 90 IL PIÙ ENTU- Dopo ho scoperto Miles Davis, ho imparato a suonare la
chitarra, ho iniziato a scrivere canzoni ispirato da Dylan.
SIASTA TRA GLI ESEGETI DEL KRAUTROCK, Poi me ne sono andato di casa, ho vissuto on the road
JULIAN COPE, ALL’ALBA DI UNA RISCOPERTA come un beatnik. Ho trascorso un periodo fantastico in
Italia, c’era una bellissima ragazza tedesca che cantava
DELLA MUSICA SPERIMENTALE TEDESCA DEI con me, e infine sono arrivato ad Amburgo. Alla fine
‘70 DA ALLORA MAI ESAURITASI. ORA I FAUST, del 1970 vivevo lì, in un bar chiamato Tolouse Lautrec
Institut. Lo gestiva Andy Hertel, era il ritrovo di tutti gli
PROBABILMENTE IL GRUPPO PIÙ ISTINTIVO, artisti underground, in particolare filmmaker e musicisti.
INAFFERRABILE E DADAISTA DELL’INTERA Uwe Nettelbeck all’epoca era un critico cinematografi-
co molto radicale, ma voleva fare qualcosa di nuovo in
SCENA, OLTRE CHE UNA DELLE PIÙ LONGEVE ambito musicale. Aveva in mente una idea grandiosa e
ISTITUZIONI AVANT ROCK MONDIALI, COM- originale: offrire ai musicisti underground le condizioni
ottimali per poter creare, le stesse degli artisti della top
PIONO 50 ANNI, E L’OCCASIONE OFFERTA ten. Cercava una band da proporre alla Polydor e si im-
DALL’USCITA DEL BOX CHE CELEBRA L’AN- batté in noi. Fu Helmut Costard, un filmmaker suo amico
che veniva tutti i giorni al Lautrec, a metterci in contatto.
NIVERSARIO, RIPROPONENDO DISCHI IN Uwe era l’uomo giusto al posto giusto al momento giusto,
STUDIO E INEDITI DELLA PRIMA VITA DELLA convinse i discografici che eravamo il gruppo che stavano
cercando. Ci propose alla Polydor come i nuovi Beatles, o
BAND, DAL 1971 AL 1974, ERA TROPPO GHIOTTA meglio, i nuovi Beatles dell’underground. Tieni presente
che si parla di major, per loro erano comunque noccioline.
PER LASCIARSELA SFUGGIRE. ANCHE PERCHÉ
Ottenemmo un contratto molto vantaggioso, ci offrirono
ABBIAMO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI PARLA- una casa in piena campagna con uno studio di registra-
zione, e un ingegnere del suono avrebbe trascorso con noi
RE CON TUTTI: JEAN-HERVÉ PERON (BASSO,
intere settimane. Non dovevamo preoccuparci né del cibo
VOCE), HANS-JOACHIM IRMLER (TASTIE- né del resto”.
RE, ELETTRONICA), GUNTHER WÜHSTOFF Gunther Wühstoff: “Uwe Nettelbeck non ha avuto alcun
ruolo nella nascita dei Faust. Rudolf, Jean e io avevamo
(SAX), WERNER “ZAPPI” DIERMEIER (BATTE- deciso di ampliare il gruppo che avevamo fondato, in tre
RIA). PURE ARNULF MEIFERT, ALLONTANA- si faceva fatica. E a condurre l’esperimento direi che non
fu Uwe, ma la Polydor. Avevamo assemblato una specie di
TO DALLA BAND POCO DOPO L’ESORDIO, sala prove nel seminterrato del Tolouse Lautrec Institut,
E AMAURY CAMBUZAT DEGLI ULAN BATOR, in Brüderstraße, dove potevamo fare casino fino alle dieci
di sera. Nel quartiere vivevano molti filmmaker, inse-
FAUST ACQUISITO MA SOPRATTUTTO COLUI gnavano alla HFBK, la scuola di belle arti, tra loro c’era
Helmut Costard. Lui convocò Nettelbeck, a cui la Polydor
CHE HA RIMASTERIZZATO (E PARZIALMENTE
aveva appena affidato il compito di trovare una band il
MIXATO) 1971-1974. ASSENTI INGOMBRANTI, IL più possibile avant-garde, per condurre un ‘esperimento’.
Il mattino dopo, Jean e io eravamo sul bordo del letto
PRODUTTORE/MANAGER UWE NETTELBECK
di Andi Hertel a contemplare uno spartito di musica
E RUDOLF SOSNA (VOCE, CHITARRA, PIANO dodecafonica quando un uomo barbuto, catena sul petto,
occhiali dalla montatura in nickel, jeans strappati e
E QUANT’ALTRO), CHE CI HANNO LASCIATI

TAG: #tolouselautrec #nettelbeck #wümme #virgin #moroder ONLINE: bureau-b.com

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R E TRO PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

t-shirt da hippie, di quelle tinte a mano, bussò alla porta


di vetro. Lo facemmo entrare e otto giorni dopo eravamo
cresciuti di tre unità, avevamo inciso un demo e firmato « L A CO N D I Z I O N E E S S EN Z I A L E P ER M E
un contratto”.
ER A AV ER E U N O S T U D I O N O S T R O, C H E
Arnulf Meifert: “Ero l’unico ad aver avuto esperienze in
vari gruppi già nei ‘60 a Monaco, suonando di tutto, jazz, P ER M E T T E S S E A I N O S T R I E S P ER I M EN T I
pop, rock, soul, bossa nova, pure valzer e country & we- D I P R O C ED ER E , A LT R I M EN T I S A R E M M O
stern. Gli altri erano più o meno dei principianti, attirati
dall’idea di questa nuova band. Uwe aveva stuzzicato la D I V EN TAT I U N A B A N D P O P CO M E TA N T E
Polydor dicendo che rischiavano di farsi sfuggire i nuovi A LT R E , G I À CO S Ì ER AVA M O T R O P P O
Beatles o qualcosa del genere, e così saltarono fuori i
soldi, solo che noi non ne traemmo alcun beneficio, se P O P P ER I M I EI G U S T I . Q UA N D O C I
non la possibilità di usufruire di una scuola ristruttu- S TA B I L I M M O N EL L A V ECC H I A S C U O L A
rata e dello studio che Kurt Graupner aveva assemblato
lì, recuperando materiale in giro. Sfortunatamente nel D I W Ü M M E I FAU S T D I V EN N ER O
gruppo si diffuse l’idea che fossimo la ‘nuova sensazione’. F I N A L M EN T E R E A LTÀ , A N C H E S E N O N
Era ridicolo, negli anni di Monaco avevo riflettuto a lungo
sulle condizioni che imponeva il successo, e di certo non C I C H I A M AVA M O A N CO R A CO S Ì , C I
ci si poteva arricchire facendo esperimenti radicali. Uwe, VO L L E D EL T E M P O P ER ACCO R DA R S I
essendo giornalista, era abituato a discutere e a essere
persuasivo, e vedeva in noi la possibilità di tirar fuori S U L N O M E , C H E M E T T E VA I N S I E M E L A
qualcosa di grandioso. Quando i sogni che aveva alimen- F I G U R A D I FAU S T E L A PA R O L A ‘ P U G N O ’»
tato non sbocciarono, distrusse il gruppo come un bambi-
no che rompe il suo cavallo a dondolo perché non nitrisce - H A N S -J OAC H I M I R M L E R -
e non caga mele dorate. Convinse la Polydor/Deutsche
Grammophon a ingaggiarci e poi mollò la patata bollen-
te una volta resosi conto che molto probabilmente sulla
lunga distanza non avremmo fruttato granché”. timo osservatore, era generoso ma anche feroce. Però c’è
Werner “Zappi” Diermeier: “Suonavamo in due diversi un’altra persona che va menzionata, sua moglie Petra, una
gruppi, i Campylognatus Zitelli e i Nucleus. Io e Jean di quelle donne che stanno un passo indietro, intelligenti,
Hervé ci conoscemmo in un appartamento che condivide- coraggiose, generose, e che in pratica rendono il tutto
vo con altri. Mi seguì alle prove, gli piacque quello che fa- possibile”.
cevamo, e così decidemmo di formare un gruppo insieme.
Andi Hertel aveva parlato della nuova band a Uwe, che ci David Stubbs in Future Days scrive l’essenza
venne a sentire e apprezzò. Voleva diventare produttore della musica dei Faust è un mix di “modernismo
discografico e riuscì a negoziare un incredibile contratto brutalista” e “brama pastorale”, e il vostro quar-
con la Polydor”. tier generale a Wümme aveva un ruolo centrale:
Hans-Joachim Irmler: “Non fu Nettelbeck a volerci non così distante da Amburgo, e allo stesso tempo
incontrare ma piuttosto il contrario. Era un giornalista immerso nella natura. Questa duplicità è evidente
e noi cercavamo qualcuno che avesse i contatti giusti. in uno dei vostri brani più memorabili, No Harm,
C’erano due band, i Nucleus e i Campylognatus Zitelli, io che inizia come una melodia folk da camera e im-
suonavo in questi ultimi, facevamo musica strumentale provvisamente si trasforma in un tribale garage
e la cosa ci era venuta un po’ a noia, poi Zappi incontrò rock a base di chitarre fuzz.
questo tizio, Peron, che suonava nei Nucleus, una band Peron: “Non è che ci fosse esattamente questo forte desi-
dall’anima più pop. C’erano altre due persone, una in derio, ma ci piacque molto la nuova situazione, che ebbe
ciascun gruppo, ma non ci servivano due chitarristi e due ovviamente un enorme impatto sulla nostra musica. Que-
tizi che sperimentavano con l’elettronica, così li liqui- sto mix, da un lato la città, le luci, l’eccitazione, le droghe,
dammo, una cosa un po’ pesante. Ci rendemmo imme- dall’altro Wümme, dove non c’era assolutamente nulla,
diatamente conto di essere ben assortiti ma avevamo tranne un fiumiciattolo in fondo al giardino, diede vita a
bisogno di qualcuno che ci procurasse contatti e soldi. ciò di cui parli, e No Harm ne è un meraviglioso esempio,
Una nostra conoscenza nell’ambiente dei filmmaker
un pezzo in tre movimenti, prima degli accordi sognanti,
amburghesi, Costard, ci fece incontrare Nettelbeck, a
poi una parte orchestrale… scrivevamo insieme ma la pri-
cui esponemmo i nostri piani. A me personalmente non
ma parte è essenzialmente opera di Rudolf Sosna, era lui
interessava avere un contratto e pubblicare dischi, volevo
quello che tirava fuori le idee migliori, che ne sapeva più
avere a disposizione uno studio. Uwe accettò e si mise
di tutti... E poi tutto finisce con daddy, take your banana,
alla ricerca di una etichetta, riuscì a coinvolgere la Poly-
una cosa assolutamente folle, dadaista”.
dor, ma non c’era nessun demo (ride, nda). Probabilmente
uno o due mesi dopo ci chiamarono a registrare qualcosa Meifert: “Wümme non ha sviluppato in noi una speciale
in uno studio professionale di Amburgo, e lì incidemmo magia, quantomeno non lo ha fatto con me: era come
alcune parti. Poi registrammo i nostri primi field recor- essere in uno studio di registrazione nel bel mezzo della
dings, un garage affollato, una manifestazione in strada… Pampa”.
in seguito assemblammo il tutto in un demo”. Diermeier: “Il termine ‘brutalista’ mi sembra un po’ fuor-
Peron: “Uwe era una mente acuta e pragmatica, e un ot- viante, credo che sia più appropriato ‘senza compromessi’.

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R E TRO PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

musica, possibilmente registrarla, fare la manutenzione


dei propri strumenti, cucinare, cenare, creare musica,
« L A N O S T R A I S P I R A Z I O N E V E N I VA possibilmente registrarla, pulire lo studio, meditare e fare
tutte le cose che fanno i monaci”.
C O S TA N T E M E N T E I N T E R R O T TA D A Meifert: “Era una sorta di ‘monastero’ in cui alle donne
P R O B L E M I T E C N I C I : C I V O L E VA era consentito fare visita. Il fattore decisivo fu semplice-
mente ritrovarsi in una condizione di isolamento concen-
SEMPRE UN SACCO DI TEMPO PER
trato”.
AV E R E T U T T O P R O N T O , E P E R FA R Irmler: “La combinazione di un’anima pop e di un’anima
FUNZIONARE I CIRCUITI, SALDARLI sperimentale, da un lato Peron, Sosna e Wühstoff, dall’al-
tra Zappi, Arnulf e me, era fondamentale. Ed era davvero
E R I P A R A R L I . E A N C H E L A V I TA difficile mettere insieme sei persone con obbiettivi così
Q U O T I D I A N A R I C H I E D E VA T E M P O : diversi, però fu anche la nostra fortuna, c’era entusiasmo,
ci divertivamo. Era faticoso ma ne valeva la pena. A volte
C U C I N A R E , L AVA R E I P I AT T I , FA R E L A andavamo in direzioni opposte. Ascolta qui (si sente un
S P E S A , ACCU D I R E I C A N I ...» rumore, distorto ulteriormente dal telefono, nda), il field
recording di un martello pneumatico che sfonda l’asfal-
- ARNULF MEIFERT - to... con questo magari ci costruivamo un’intera canzone.
La musica con radici nel blues era tutta triste e lamento-
sa, ma la realtà è più simile a un martello che ti si abbatte
addosso. Questa idea per me era fondamentale”.

La tranquillità del luogo ha influenzato noi e la nostra Wümme era anche, in un certo senso, una specie
musica”. di strumento in sé, uno spazio cablato nel quale
Irmler: “La condizione essenziale per me era avere uno ognuno poteva “interferire” in tempo reale con la
studio nostro, che permettesse ai nostri esperimenti musica altrui. Una enorme libertà, come riuscire
a non perdersi?
di procedere, altrimenti saremmo diventati una band
pop come tante altre, già così eravamo troppo pop per Peron: “Eravamo tutti quanti collegati, potevamo pure
i miei gusti. Quando ci stabilimmo nella vecchia scuola registrare nelle nostre stanze se ci andava. Kurt Graupner
di Wümme i Faust divennero finalmente realtà, anche se era un tecnico geniale, una specie di Archimede Pita-
non ci chiamavamo ancora così, ci volle del tempo per ac- gorico che inventava cose in continuazione. Lavorava al
cordarsi sul nome, che metteva insieme la figura di Faust reparto ricerca della Polydor, all’etichetta dicemmo che ci
e la parola ‘pugno’”. serviva un ingegnere del suono, loro gli chiesero se fosse
interessato, se avesse qualche idea su come impostare il
Com’era la vita a Wümme? lavoro, lui rispose di no ma aggiunse che gli piaceva speri-
mentare, e così il posto fu suo. La Polydor era generosa,
Peron: “Lo si potrebbe definire un microcosmo. Curava-
Kurt chiedeva e otteneva. Sviluppò uno speciale mixer,
mo le nostre passioni, ad esempio alcuni di noi avevano
molto piccolo ma funzionale…”.
dei cani, ma al centro c’era la musica. Eravamo otto
all’inizio, noi sei, i musicisti, l’ingegnere del suono, Kurt Wühstoff: “Come riuscire a non perdersi? Mangiando,
Graupner, e Nettelbeck, ciascuno con la sua personali- bevendo, dormendo regolarmente e cose del genere”.
tà. Io venivo dalla Francia, gli altri da varie parti della Meifert: “Mi pare una visione troppo romantica, trop-
Germania. Graupner e Uwe erano più vecchi di noi, ma po purista. La nostra ispirazione veniva costantemente
il cocktail funzionava. Per me era come una famiglia, interrotta da problemi tecnici: ci voleva sempre un sacco
e ripensandoci eravamo assai disciplinati. A volte mi di tempo per avere tutto pronto, e per far funzionare i
viene da pensare che fossimo dei privilegiati che hanno circuiti, saldarli e ripararli. E anche la vita quotidiana
mandato tutto a rotoli, ma non era così: trascorreva- richiedeva tempo: cucinare, lavare i piatti, fare la spesa,
mo tre, quattro, cinque ore in studio quasi ogni giorno. accudire i cani...”
Però ci conoscevamo pochissimo. Gli altri non sapevano Diermeier: “Sì, ognuno poteva suonare intervenendo
quasi nulla di me, io per primo non sapevo nulla di loro: su ciò che suonavano gli altri, in qualsiasi momento. In
infanzia, genitori, fratelli, sorelle, desideri, speranze, realtà per me questa è quasi una condizione necessaria,
sogni… Quello che probabilmente conoscevo meglio era da sempre”.
Rudolf, perché lui parlava, parlava, parlava. Per qualcuno
probabilmente pure troppo, ma per me mai abbastanza. Conoscevate le avanguardie del primo Novecento,
Tutto ciò che diceva era una specie di poesia, era illumi- le loro tecniche, ma le avete assorbite in un modo
nante. Lui era anche un eccellente pittore, ed era bellissi- istintivo e giocoso, con l’entusiasmo di un bam-
mo osservarlo mentre si metteva a cercare una melodia. bino che smonta un giocattolo per capire come
Conducevamo tutti vite parallele, ma musicalmente c’era funziona.
una grande intesa, soprattutto con Zappi, io e lui costitu- Peron: “Eravamo bambini che giocano, sì. Utilizzavamo
ivamo la sezione ritmica, il terreno su cui camminavano espedienti dadaisti, facevamo ricorso al cadavre exquis,
gli altri. Ci capivamo al volo senza bisogno di parlare”. al surrealismo, io usavo anche poème chanson france-
Wühstoff: “Wümme significava toeletta mattutina, an- se, c’erano elementi di noise, di industrial music, field
dare a prendere uova e latte, fare colazione, camminare recordings… Eravamo consapevoli di tutto ciò e im-
per pascoli e brughiere, fare la spesa, pulire casa, creare provvisamente abbiamo avuto la possibilità, il tempo e i

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R E T R O PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

di cambiare le regole del gioco, l’approccio alla musica”.

A un certo punto a quanto pare Arnulf venne rite-


«ARNULF CERCÒ DI DISCIPLINARE
nuto troppo “serioso” e fu licenziato, dopo neppu-
I FA U S T, F I N D A L L’ I N I Z I O , E re un anno. Arnulf, rimpiangi quel momento? Hai
P R O B A B I L M E N T E P E N S AVA , E S S E N D O seguito la carriera dei tuoi ex colleghi?
Meifert: “No, non rimpiango nulla, al contrario, fu un
I L P I Ù V E C C H I O , D I AV E R N E I L periodo fruttuoso, ma da quella situazione avrebbe potuto
D I R I T T O . M A I FA U S T E R A N O N AT I venir fuori molto di più. La Polydor non onorò il contrat-
to. Invece di un anno di tempo ci diede appena qualche
DI COMUNE ACCORDO COME mese per sviluppare il progetto, e poi di punto in bianco
A S S O C I A Z I O N E V O L O N TA R I A D I bisognava fare un disco e dei concerti. Ciò che ho impara-
to dai Faust, dalla nostra improvvisazione collettiva, ho
A RT IS T I IND IPEND EN T I E AU TO N OMI .
potuto poi applicarlo ai miei progetti di poesia e musica,
N O N P O T E VA N O AV E R E U N C A P O E come Panisches Lederbuch del 1988, con testi di Günter
Brus, e i dischi che ho pubblicato per Alga Marghens, l’e-
A R N U L F A L L’ E P O C A N O N L O C A P I VA »
tichetta di Emanuele Carcano. Ho seguito le carriere dei
- GUNTHER WÜHSTOFF - miei ex colleghi solo occasionalmente, ma ho continuato
a fare musica e lavorato ad alcuni album con Joachim
Irmler, sfortunatamente al momento ancora inediti”.
Wühstoff: “Arnulf cercò di disciplinare i Faust, fin dall’i-
nizio, e probabilmente pensava, essendo il più vecchio, di
mezzi tecnici per cercare di metterlo in pratica. Una volta averne il diritto. Ma i Faust erano nati di comune accordo
provammo pure a suonare il Donauwalzer di Strauss, ma come associazione volontaria di artisti indipendenti e
non eravamo abbastanza bravi. Facevamo musica seria- autonomi. Non potevano avere un capo e Arnulf all’epoca
mente, ma con una attitudine naif”. non lo capiva. Ecco perché nel novembre del 1971 venne
Wühstoff: “Non abbiamo mai avuto paura di usare la congedato senza troppi complimenti”.
tecnologia”. Diermeier: “Uwe decise che Arnulf non avrebbe più fatto
Meifert: “No, conoscevamo quel genere di avanguardia parte della band”.
in maniera solo rudimentale, o quantomeno io la appro- Irmler: “La Polydor voleva che se ne andasse e io ero
fondii solo in seguito, stimolato dall’esperienza coi Faust. troppo giovane per prendere una decisione sensata, avevo
Era più una questione di intuizioni con un denominatore appena 21 anni e non capivo ancora bene certe dinami-
comune alla base. E andava benissimo, perché chiunque che. Alla fine gli abbiamo chiesto di lasciare la band,
è influenzato dai propri ascolti ma poi può portarli all’in- Uwe disse che se non lo avessimo fatto avrebbe fermato il
terno di una dinamica di gruppo, di un processo creati- progetto. Però fu uno sbaglio”.
vo. L’immagine del bambino ha senso come metafora di
una creatività condivisa in cui ciascuno non si limiti ad Le black boxes costruite da Kurt Graupner per
attingere agli ascolti che lo avevano accompagnato fino manipolare il vostro suono hanno allargato i
ad allora, nel caso di Rudolf Frank Zappa e le canzoni vostri orizzonti musicali. Il suo ruolo era decisivo
operaie, nel mio il jazz, incluso quello free, e qualsiasi tanto quanto quello dei musicisti.
genere di musica nera, nel caso di Joachim una certa Peron: “All’epoca la black box, parlo del 1971, era rivolu-
musica classica”. zionaria, anche se oggi puoi ottenere le stesse cose con
Irmler: “La mia idea era un po’ quella di tornare all’epoca un buon pedale. Si trattava di un ingombrante mostro di
che aveva preceduto il nazismo, quando in Germania si almeno 20 chili, un metro per 60 per 20, in metallo. Di
respirava un clima dadaista. In noi c’era la stessa voglia base era una struttura compatta che incorporava tutti gli

FAUSTOGRAPHY 1971-1974: I FAUST STORICI IN 10 CANZONI

WHY DON’T YOU IT’S A RAINY NO HARM FLASHBACK J’AI MAL AUX
EAT CARROTS? DAY, SUNSHINE SO FAR CARUSO DENTS
(POLYDOR, 1972)
FAUST GIRL THE FAUST TAPES THE FAUST TAPES
(POLYDOR, 1971) SO FAR (VIRGIN, 1973) (VIRGIN, 1973)
(POLYDOR, 1972)

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R E TRO PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

effetti, wah wah, ring modulators etc. Tutti i pedali erano Wühstoff: “La vera motivazione era che nei pedali wah
controllati dalla luce, per cui non c’erano disturbi né cre- wah che si trovavano sul mercato, dopo un paio di giorni
pitii. Potevamo aggiungere dei delay, delle echo machines che li usavi, o si rompeva il rack o si rompeva il poten-
come quelle della Binson, oppure potevamo far passare ziometro, o entrambi. E quella roba consumava ogni
il suono da un canale all’altro, c’erano dei tone genera- giorno un blocco di batterie da nove volt. Kurt Graupner
tors… La cosa fantastica era che potevamo manipolare in è stato fondamentale. Ci ha insegnato tutto sul sound
diretta quello che facevano gli altri. E chi suonava poteva engineering, a me soprattutto, ad esempio che ‘il sinistro
continuare ad ascoltare il proprio suono, oppure poteva va sempre tenuto alzato’. Senza le indicazioni di Kurt in
switchare. Questa possibilità di interazione, all’epo- seguito non avrei potuto lavorare allo Studio Hamburg né
ca, non ce l’aveva nessuno. Onestamente non ho mai far funzionare il mio sintetizzatore Arp2600. In ogni caso
capito del tutto come funzionassero, avevo un approccio quando venne registrato il primo album le black boxes
intuitivo, gli altri forse sapevano usarle meglio di me. Ne non erano neppure state pianificate. E quando uscì So Far
posseggo ancora una”. non erano ancora pronte. Solo all’inizio del tour del 1973

JENNIFER GIGGY SMILE SCHÖN RUND FLAFLAS LIEBER HERR


FAUST IV FAUST IV PUNKT MOMENTAUFNAHME I DEUTSCHLAND
(VIRGIN, 1973) (VIRGIN, 1973) (BUREAU B, 2021) (BUREAU B, 2021) 1971-1974
(BUREAU B, 2021)

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R E T RO PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

ne avemmo a disposizione quattro”. caso l’ingegnere del suono è sempre stato importante
Meifert: “Le black boxes erano semplicemente una tanto quanto i musicisti. Potevamo contare su un grosso
budget che ci consentiva di costruirci, e di far costruire,
implementazione tecnologica. Ironia della sorte, non
strumenti e tecnologia. E questo incoraggiava la nostra
funzionarono come avrebbero dovuto durante il nostro
creatività”.
leggendario primo concerto. Alle idee dei Faust la ‘grande
Irmler: “Io usavo continuamente gli effetti, e la black box
tecnica’ offriva nuove possibilità, ma quella musica si sa-
semplificava parecchio le cose. All’epoca erano usciti i
rebbe potuta eseguire anche unplugged, la sua funzione
primi sintetizzatori, ma dovevi passare il tempo a inserire
comunicativa sarebbe rimasta intatta”.
cavi, staccarli e spostarli, era una notevole rottura di
Diermeier: “Erano un amalgama di vari effetti, concepi- scatole. Kurt sviluppò per me una serie di effetti che mi
te innanzitutto per essere usate dal vivo. Sì, nel nostro permettevano agevolmente di passare da un suono all’al-

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R E TRO PO L I S FAU S T T E S T O D I A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

«TH E FA U ST TA P ES È CO S Ì E S T R E M O
C H E A L L’ E P O C A M O LT I A C Q U I R E N T I
S I D I C E L O A B B I A N O U S AT O P E R
G I O C A R E A FR ISB EE, V IS TO IL COS TO
I R R I S O R I O . È U N A I M M A G I N E M O LT O
EFFI C ACE PER SPIEG A R E Q UA N TO
FOSSE CONTROVERSO: C’ER A CHI
F I N I VA A L TA P P E T O C O N Q U E L N U O V O
APPROCCIO ALL A MUSIC A , E CHI
P E N S AVA ‘ C H E D I AV O L O È S TA R O B A ? ’ »
- JEAN-HERVÉ PERON -

essere umano. È finito male, come molti geni... impazzi-


scono, si danno all’alcol, si uccidono. Ma quando era in
vita… intanto era un uomo bellissimo, con i capelli biondi
di un angelo e gli occhi verde e miele. Una volta lo andai a
trovare a Monaco, all’epoca combatteva un suo personale
inferno, e intorno ai capelli aveva una specie di aura, che
poi svanì. Giuro, non ero fatto, non ero ubriaco… Aveva
conoscenze musicali molto solide, al pianoforte era davve-
ro magico, lo puoi sentire in alcuni pezzi inediti del box.
E lavorava sodo, trascorreva ore in studio, in particolare
nel periodo di The Faust Tapes. Sono quasi sicuro che il
primo lato del disco sia interamente opera sua”.
Wühstoff: “Tra il 1969 e il 1971 ho trascorso un sacco di
tempo con Rudolf. Tra Göhrde e la baia del Dollard, ai
confini con l’Olanda, ci mettemmo in auto alla ricerca di
una casa dove fosse possibile vivere e fare musica. Duran-
te il viaggio parlammo parecchio. L’argomento era l’arte
nel senso più ampio. Lui era fondamentalmente un dadai-
sta, mentre io ero più legato all’espressionismo, anche se
andavo in direzione del ready-made, che non è poi così
lontano dal dadaismo. Lui era un fan di Kurt Schwitters,
io di Marcel Duchamp. Ci si faceva delle domande: in che
modo ottenere dei mezzi per produrre? Ancor prima dei
Faust decidemmo di fondare un gruppo che fosse una
associazione volontaria di artisti indipendenti, uguali e
responsabili”.
Irmler: “Tutti quanti volevano diventare il capo della
band, Rudolf, Peron, ma un gruppo organizzato come i
Faust non poteva avere un capo. E alla fine è stata questa
idea, che dovesse essercene uno, a distruggere il gruppo.
tro. I normali pedali facevano troppo rumore, mentre le C’erano delle enormi differenze tra noi e a volte si faticava
black boxes incorporavano tutti gli effetti e il suono era a focalizzare un obiettivo comune, all’inizio in particolare
quasi perfetto. Credo che ne abbia costruite quattro, una c’erano lunghe discussioni prima di prendere qualsiasi
per ogni strumento, esclusa la batteria”. decisione, ma alla fine non è stato poi così male, fu una
esperienza formativa importantissima per me, anche l’ul-
timo periodo. Alla fine accettai pure di suonare dal vivo,
Jean Hervé una volta ha detto che The Faust
inizialmente avrei lasciato volentieri agli altri il compito
Tapes era “all’80, 85 % opera di Rudolf Sosna”.
di intrattenere la gente. A un certo punto la Polydor aveva
Avete ricordi da condividere su di lui? convinto Uwe a farci fare un concerto e lui a sua volta
Peron: “Secondo me era un genio. E, come per tutti i geni, aveva convinto noi, solo che era troppo presto, stavamo
il fuoco che ardeva dentro di lui era troppo per un solo sperimentando con un impianto surround che non era

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ancora a punto, e infatti ci diede un sacco di problemi.


Era il novembre del 1971, ad Amburgo, alla Musikhalle.
Nonostante tutto resta il nostro concerto migliore di sem- «ER A IL NOVEMBRE DEL 1971, AD
pre. Finì all’una di notte, quando il custode salì sul palco
dicendo, ‘fermi, fermi, mia moglie mi ha già telefonato tre A MBURGO, ALL A MUSIKHALLE.
volte, devo andare a casa’. Fu un happening fantastico. Se N O N O S TA N T E T U T T O R E S TA I L N O S T R O
cerchi le fotografie di quel concerto mi vedrai sorridere,
anzi addirittura ridere. Mi divertii tantissimo, perché fu CO N CERTO MI G L I O R E D I SE MPR E.
senza dubbio uno show, ma non un concerto”. F I N Ì A L L’ U N A D I N O T T E , Q U A N D O I L
Arriviamo alla firma con Virgin. Il rapporto con CU S TO D E S A L Ì S U L PA LCO D I CEN D O,
Richard Branson non fu idilliaco, ma anche voi ‘FERMI, FERMI, MIA MOGLIE MI HA
avete ammesso di non essere stati particolar-
mente riconoscenti. La campagna di lancio di The G I À T E L E F O N AT O T R E V O LT E , D E V O
Faust Tapes resta una grande trovata di marke- A N D A R E A C A S A’. F U U N H A P P E N I N G
ting: vendere l’LP al prezzo di un singolo.
FA N TA S T I C O »
Peron: “Branson era un tipo a posto. Noi ci occupavamo
dell’aspetto artistico, lui di fare soldi, e va bene così. Era - H A N S -J OAC H I M I R M L E R -
sicuramente in ottimi rapporti con Mike Oldfield, perché
in fondo la Virgin l’aveva ‘creata’ lui, dando la spinta
iniziale con Tubular Bells. A un certo punto Richard mi
diede 400 sterline per comprarmi una chitarra, era fatto
così. Simon Draper, il suo socio, era più simile a noi, il vostro approccio alla canzone è sempre stato
segnalava i musicisti a Richard, che si fidava e li metteva unico. Che ne pensate oggi?
sotto contratto. Siamo stati anche un po’ odiosi con Vir-
gin, loro avevano un piccolo ufficio dalle parti di Porto- Peron: “Personalmente sono molto soddisfatto del risulta-
bello Road, da lì facevamo costose telefonate in Francia e to, ci siamo divertiti, i brani sono ben suonati, registrati e
Germania, e poi facevamo i fessi con le segretarie molto prodotti. È forse il nostro disco più amato, e mi fa sempre
carine che ci lavoravano. Ma eravamo giovani e stupi- piacere suonare quei pezzi, lo stiamo facendo anche in
di. The Faust Tapes è così estremo che all’epoca molti questi mesi, ho un side project con Amaury Cambuzat
acquirenti si dice lo abbiano usato per giocare a frisbee, e un paio di amici belgi, con violoncello e contrabbasso.
visto il costo irrisorio. È una immagine molto efficace Ovviamente vivere al Manor era diverso, e questo ha in-
fluenzato la musica. A Wümme eravamo nel nostro mondo
per spiegare quanto fosse controverso: c’era chi finiva
e avevamo tutto il tempo che volevamo. Però c’è uno
al tappeto con quel nuovo approccio alla musica, e chi
schema ricorrente nella nostra discografia, l’alternanza di
pensava ‘che diavolo è sta roba?’. L’impatto di quel disco
dischi estremi come il nostro esordio e The Faust Tapes,
è risultato evidente solo dopo decenni. L’idea di venderlo
e dischi più avvicinabili come So Far e IV. Io ho sempre
al prezzo di un singolo, 49 pence, fu di Richard, o forse
amato sia la sperimentazione più estrema, sia le canzoni.
di Uwe, non ricordo bene. Credo la stessa Virgin abbia
C’è chi suona rock’n’roll per migliaia di anni, e chi, come
ricomprato un po’ di copie per farlo ‘salire’”.
i Faust e molti altri, cambia sempre. Rien è a sua volta un
Irmler: “A un certo punto decidemmo di mollare la disco totalmente diverso, come Just Us. Eravamo, e lo sia-
Polydor, e invitammo alcune persone dall’Inghilterra per mo ancora, poco propensi alle vie di mezzo. Nelle session
sentirci suonare, tra cui Simon Draper di Virgin. All’e- di Monaco del 1974 eravamo un’altra cosa ancora”.
poca la Virgin formalmente non esisteva ancora, ma lui
Diermeier: “Eravamo soddisfatti. Per qualcuno l’atmosfe-
ci assicurò che avremmo potuto registrare il nuovo disco
ra era meno piacevole del solito, altri invece si trovavano
nel loro studio, The Manor, e vivere lì, in una situazione
bene. Non saprei dirti se ci fu una spinta alla normalizza-
abbastanza simile a quella di Wümme. Così lasciammo
zione. La nostra idea di pop è assai peculiare”.
Wümme, una idea davvero stupida a ripensarci, e ce ne
andammo in Inghilterra. Alla fine la vita al Manor non Irmler: “Faust IV era il seguito ideale di So Far, un disco
era male, lo studio era bello, portammo Graupner con un po’ più pop”.
noi, e pure i nastri di The Faust Tapes, una specie di dono
per Branson. Noi in realtà avremmo voluto letteralmente Il titolo della traccia strumentale iniziale, Krau-
regalarlo, diffonderlo gratuitamente, ma ci convinse- trock, è una specie di reazione sarcastica al ter-
ro che era una follia. L’idea di venderlo al prezzo di un mine. È innegabile però che molte band tedesche
singolo fu però geniale. Credo che a un certo punto siamo della vostra generazione condividessero con voi
arrivati al nono posto. Vendemmo 100mila copie. E il la stessa attitudine, una voglia di distanziarsi sia
tizio dei Simple Minds disse, ‘che succede se proviamo a dall’ingombrante passato tedesco che dalla tradi-
lanciarlo per aria?’ (Leggenda vuole che Jim Kerr abbia zione angloamericana.
lanciato la sua copia dalla finestra, nda)”. Peron: “All’inizio non ci piaceva il termine, è vero, ma poi
ci abituammo e anche la gente iniziò ad associarlo all’i-
Faust IV è il vostro unico album su Virgin. Qual- dea di una musica interessante. Le radici del krautrock
cuno sicuramente lo considera un po’ un tenta- risiedono senz’altro nella Grande Guerra e nell’invasione
tivo di normalizzarvi, anche se, oggettivamente, culturale angloamericana, rifiutavamo entrambe e vole-

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vamo qualcosa di nostro. Io sono francese ma mi sento di ci giocava. In Francia avevamo una band di supporto, i
appartenere alla cultura tedesca. All’epoca capivo molto Gong, mentre nel nostro primo tour inglese c’erano gli
bene come si sentissero i giovani tedeschi, e da vecchio Henry Cow. Il che significava che a ogni concerto aveva-
riesco a capirlo ancora meglio”. mo a malapena un’ora a disposizione. Per circa la metà
del tempo suonavamo pezzi scritti, per il resto erano jam.
Nel 1973 faceste alcuni concerti con una line up Nel secondo tour inglese non avevamo gruppi spalla. De-
anomala, e dei flipper sul palco… cidevamo noi se suonare pezzi fatti e finiti oppure ‘senza
Peron: “Allora, giugno 1973: siamo al Manor tutti quanti, rete’. Interrompemmo il primo tour inglese a circa due
Rudolf, Irmler, Zappi, Wühstoff, io, Kurt Graupner è con terzi, perché dopo ogni concerto la montagna di debiti
noi e sta avendo qualche difficoltà con il sound engineer accumulati cresceva. Come atto dimostrativo, Rudolf
dello studio. Mike Oldfield registra di notte e noi di gior- e Hans-Joachim ritornarono in Europa e i componenti
no. A un certo punto due di noi, Sosna e Irmler, non ho rimasti accettarono di intraprendere un secondo tour, a
idea del motivo, se ne vanno. Ma c’era già un tour pianifi- patto di ottenere migliori condizioni. Che Virgin promi-
cato, e io sono uno di parola. Così chiamo due persone se, aggiungendo anche un paio di pence per ogni bigliet-
che ammiro molto, Peter Blegvad degli Slapp Happy e Uli to venduto. Ma l’intera gestione del tour fu disastrosa.
Trepte. Uli è morto poco tempo fa, mi è spiaciuto molto, L’organizzatore quindicenne di un concerto a Manchester
era nei Guru Guru e in quelle date coi Faust ‘suonava’ la svenne quando Ruud Bosma (roadie del gruppo, nda)
radio, tirava fuori dei suoni spaziali dalle alte frequenze. aprì il portellone del tir. Come opening band c’erano i
Alla fine di quel tour inglese Rudolf e Irmler ritornarono Nektar, che si muovevano su un semplice Transit, stipato
nel gruppo. Un volta si è unito a noi anche Fred Frith, ha di musicisti e materiale. La Virgin non era assolutamente
suonato il martello pneumatico sul palco!” preparata a gestire la cosa. I due fuggitivi, dopo aver va-
Wühstoff: “Sul palco non avevamo nessun light show, lutato la situazione, ritornarono, e i rinforzi che avevamo
né macchine del fumo. Utilizzavamo sempre le luci che chiamato a sostituirli non se la presero. Rifacemmo i
c’erano sul posto, ma le modificavamo secondo le nostre calcoli ma poi interrompemmo il tour ancora una volta,
esigenze. A seconda della grandezza del palco, avevamo per i soliti motivi. A quel punto Nettelbeck se ne volò in
dai due ai cinque televisori, alcuni a colori, rivolti verso Europa e non volle più avere nulla a che fare con noi”.
il pubblico. In Gran Bretagna con noi avevamo anche un Dopo IV siete scomparsi. Nel box c’è il vostro
flipper, io potevo catturare gli impulsi dei respingenti album perduto registrato a Monaco nel 1974, che
manipolandoli col sintetizzatore, Zappi di tanto in tanto adesso si chiama Punkt. Che accadde?

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sua madre, e io alla mia, i soldi per la cauzione… il resto


della band…. pfff ”.
« C I S O N O VA R I FAU S T M A U N U N I C O
Come mai avete deciso solo ora di pubblicare
S P I R I TO. N O N C I PA R L I A M O, N O N integralmente quei nastri?
VO G L I A M O P I Ù S A P E R N E N U L L A L’ U N O Peron: “Avevamo ancora dei nastri del Manor e di
D E L L’A LT R O, M A C I R I S P E T T I A M O A Wümme, e poi ovviamente c’era il materiale inciso a
Monaco. Lavorarci è stato, te lo può dire Amaury, come
V I C E N DA . A B B I A M O T R A S C O R S O mettere insieme un puzzle. A Monaco registrammo per
I N S I E M E D U E A N N I M O LTO I N T E N S I dieci giorni, dopodiché la polizia trattenne me, Sosna e
Irmler fino al saldo del conto dell’albergo, poi ognuno
A W Ü M M E . U S AVA M O G L I S T E S S I andò per la sua strada. Io tornai subito ad Amburgo
C E S S I , S C O PAVA M O L E S T E S S E a occuparmi della mia famiglia, Zappi idem, mi pare
che Rudolf se ne andò in Italia o in Svezia, non ricordo
R A G A Z Z E , M A N G I AVA M O LO S T E S S O bene. Parte del materiale venne mixato, non so da chi,
C I B O, È Q UA LC O S A C H E N O N P U O I forse Irmler o Wühstoff, e in seguito venne proposto
alla Recommended Records di Chris Cutler… sono
C A N C E L L A R E» molto grato a Cutler, se non fosse stato per lui i Faust
- JEAN-HERVÉ PERON -
sarebbero finiti nel dimenticatoio, anche perché ne
frattempo erano passati 20 anni. Fece il possibile per
mantenere accesa la fiamma, e oggi c’è Gunther Bu-
skies di Bureau B, che ha pubblicato alcuni nostri di-
schi recenti come C’est Com… Com… Compliqué, inciso
Peron: “Irmler organizzò delle session all’Arabella House da me con Zappi e Amaury, Just Us, che ho fatto solo
di Monaco di Baviera, dove aveva gli studi Giorgio Moro- con Zappi, e poi Fresh Air, con un sacco di ospiti tra
der, nei tempi morti. Di giorno registrava Donna Sum- cui mia figlia… Buskies ci ha detto, ok, ragazzi, sono
mer, noi subentravamo la sera. Con noi Kurt Graupner, passati 50 anni, ora facciamo qualcosa di intelligente,
che continuava a darci una mano. Abbiamo registrato qualcosa che vi renda orgogliosi di ciò che avete fatto,
musica per dieci giorni, e il conto dell’albergo è lievitato con tutto il materiale rimasto inedito in questi anni. Io
al punto che non avevamo abbastanza soldi per saldarlo. ho digitalizzato i nastri in mio possesso, che erano in
Chiamammo la Virgin dicendo che avevamo dei nastri, vari formati. Sono andato in uno studio, grazie all’an-
per capire se fossero interessati. Ci mandarono a quel ticipo di Bureau B, ascoltando in tempo reale tutto e
paese. Furono le nostre madri, la madre di Irmler, Fran- prendendo appunti, segnandomi i minutaggi delle par-
ziska, e quella di Sosna a pagare la cauzione”. ti utili, una vera e propria full immersion. Dopodiché è
intervenuto Amaury, nel suo studio di Napoli abbiamo
Wühstoff: “Non sentimmo la Virgin fino a quando non
lavorato come dei pazzi dalla sera alla mattina. La
registrammo il nostro quinto album a Monaco, nei
prima cosa è stata tirar fuori delle parti che potessimo
Musicland Studios, come da precedenti accordi con loro.
proporre agli altri, le decisioni dovevano essere unani-
O quantomeno questo è quello che pensavamo. Insieme
mi. Per i due ulteriori LP di materiale inedito abbiamo
a noi non c’era Uwe ma c’era Kurt. Venne fuori che non
scelto qua e là dai nastri del Manor e di Wümme”.
c’era stato alcun contatto diretto tra noi e la Virgin, ma
solo tra i Faust e Nettelbeck, o tra Nettelbeck e la Virgin. Amaury Cambuzat: “La difficoltà era data dal fatto
Rifiutarono il disco dicendo che riciclavamo la nostra che su un nastro c’era la roba di Monaco insieme ma-
stessa musica, un classico. Era una accusa non dimo- gari a quella del Manor, le bobine erano state parzial-
strabile. Lasciai Monaco dopo il missaggio del disco e mente riutilizzate, in vari studi. Bisognava prima di
l’avventurosa conclusione della vicenda me la racconta- tutto individuare l’esatta provenienza di ogni fram-
rono. La posizione pilatesca della Virgin era facilmente mento. C’erano dei mix molto interessanti dei nastri di
prevedibile”. Monaco, fatti si suppone da Irmler, i quali, devo dire la
Diermeier: “La Virgin smise di rispondere alle nostre verità, mi piacevano molto, erano molto istintivi... però
richieste e interruppe la collaborazione”. c’erano delle controfasi… così ho deciso di rimanere
federe il più possibile al suono della band in studio,
Irmler: “Avrebbe dovuto esserci un Faust V, anzi avreb- cercando anche di rispettare la tecnologia dell’epoca,
be dovuto chiamarsi Five And A Half, con dentro tutte senza usare effetti digitali. Per i dischi ‘storici’ mi
le sfumature dei Faust. Doveva essere l’ultimo. Nel box
sono occupato solamente del remastering, per i dischi
quelli di Bureau B hanno deciso di intitolarlo Punkt, non
inediti ho fatto anche il mix”.
è stata una mia idea. Rappresenta un nostro lato molto
particolare. Lo mixai per una settimana dopo che gli Irmler: “Devi chiedere a mister Peron dei nastri emersi
altri se ne furono andati da Monaco, e devo ringraziare in passato, credo li abbia dati lui a Chris Cutler, che
Giorgio Moroder per aver reso possibili quelle session. li ha pubblicati senza permesso. Ma non mi importa,
Scherzando mi disse, ‘fate in modo che venda poco’, se quel che è fatto è fatto, comunque è uno dei motivi
avesse avuto successo avremmo dovuto pagarlo. In quel per cui non ci sarà alcun nuovo concerto insieme agli
periodo nello studio registrava Donna Summer, accettò altri”.
di farcelo usare dopo le sei di pomeriggio. Più che un Diermeier: “All’inizio degli anni 80 ho copiato su cas-
momento difficile per i Faust fu un momento difficile per setta i momenti migliori dell’archivio sonoro dei Faust.
Rudolf e per me. Tutto si risolse con Rudolf che chiese a Ho suggerito di usare quel materiale per il box”.

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Dopo i fatti di Monaco, 20 anni di silenzio. Che Oggi ci sono due differenti incarnazioni del
cosa avete fatto tra metà anni 70 e metà anni progetto, Senza entrare nel merito delle ragioni
90? Vi accorgevate in quegli anni il piccolo culto di ciascuno, le ho sempre immaginate non come
raccoltosi intorno ai Faust, dell’inf luenza sulla due fazioni ma come due timelines differenti
accomunate da una stessa attitudine...
Neue Deutsche Welle e su gruppi come gli Stere-
olab? Che cosa vi ha spinti a ritornare? Il mondo Diermeier: “Abbiamo suonato come trio con vari ospiti
era finalmente pronto per i Faust? alla fine dei ‘90. Poi io ho continuato con Jachim Irmler
per sette anni, dopodiché ho lavorato con Jean Hervé.
Peron: “Siamo tornati perché ogni musicista è dipenden- Nel frattempo Irmler ha proseguito per due o tre anni
te dalla musica, non puoi smettere, magari ti fermi per con i suoi Faust”.
un po’ perché hai problemi sentimentali, o di ispira- Peron: “I conf litti tra i vari componenti penso siano
zione. A volte odio suonare ma dentro di me penso, che normali, sono passati 50 anni, non sono mai stato così
altro posso fare? Insomma, nei ‘90 abbiamo sentito a lungo con nessuna donna. In tutte le relazioni ci sono
l’urgenza di ricominciare”. alti e bassi, ma si possono anche aggiustare le cose, an-
Irmler: “Credo che, molto banalmente, ci annoiassimo, che se a volte non ce la si fa. Comunque sì, ci sono vari
Faust ma un unico spirito. Non ci parliamo, non voglia-
così Zappi e io ricontattammo Peron, che era ritornato
mo più saperne nulla l’uno dell’altro, ma ci rispettiamo
ad Amburgo dalla Francia, gli chiedemmo di fare un sal-
a vicenda. Abbiamo trascorso insieme due anni molto
to in studio. Un anno dopo suonammo al Marquee, e poi intensi a Wümme. Usavamo gli stessi cessi, scopavamo
ci fu il concerto al Garage di Londra, uno dei migliori, le stesse ragazze, mangiavamo lo stesso cibo, è qual-
dopodiché fondai la mia etichetta, Klangbad. In seguito cosa che non puoi cancellare. Irmler fa le sue cose, ed
era preventivato un tour in Francia, ma mister Peron si è bravissimo. Zappi è un batterista molto particolare.
rifiutò di raggiungerci, così dovemmo trovarci un nuovo Io ho bisogno di gioia, di felicità, di esuberanza, di un
bassista. Quella fu quasi la fine dei Faust, almeno per coinvolgimento di corpo e anima, e a volte tutto questo
me. Infine trovammo un accordo: qualsiasi componente è pesante per i miei colleghi, mi rendo conto di sfinirli.
originale avrebbe potuto usare il nome Faust (ride, nda). È sfiancante e pericoloso suonare nei Faust, ma a me
E va bene così”. piace così”.

FAUST 1971-1974
BUREAU B

Partiamo da quel che già si sa, quattro album epocali che fa degli apici della prima stagione Virgin, IV, perfezionamento di So
piacere riascoltare se non proprio con orecchie nuove quantome- Far e retrospettivamente malinconico addio. Ma il vero asso nel-
no potendo contare su una rimasterizzazione particolarmente la manica di questo box è Punkt, il disco perduto rocambolesca-
vivida, che investe in pieno l’ascoltatore fin dai primi istanti di mente registrato a Monaco nel 1974, rifiutato con un perentorio
Why Don’t You Eat Carrots?, uno degli incipit più memorabili ma chi vi conosce dall’etichetta di Branson e infine ricostruito
e genuinamente iconoclasti di sempre: una nebbia pulsante al dopo che frammenti incompleti erano stati diffusi negli anni: qui
rumor bianco da cui emergono, come in una trasmissione radio il non finito faustiano trova una nuova e paradossalmente f luida
proveniente da lontani universi, frammenti di Beatles pace e dimensione, una amniotica drone music che si accende di balca-
amore e Rolling Stones insoddisfatti. L’esordio senza titolo,
niche ossessioni in Knockentanz e che in Schön Rund costruisce
immortale la copertina con tanto di mano radiografata, mette sul
ambienti sonori intorno al pianoforte f luttuante e impressioni-
piatto dadaismo post zappiano e ready-made senza rete, mentre
sta di Rudolf Sosna. Ciliegine sulla torta, due ulteriori dischi di
il successivo So Far, aperto dalla immarcescibile It’s A Rainy
Day, che è rock’nroll primordial/minimalista con una chitarra materiale d’archivio partorito in quegli ispirati quattro anni, e
che inventa gli Sterolab, apre a una agreste orecchiabilità costan- un booklet pieno zeppo di foto e testimonianze.
temente sabotata dalla forza bruta della realtà. E poi il concet- 90/100 DISCO
tuale, disturbante e spiazzante The Faust Tapes, seguito da uno 80/100 EXTRA

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CHE FINE HAI FATTO? STEFANO CAIRE (KARAMAMMA)

STEFANO CAIRE
(KARAMAMMA)

IERI (DAL 1987 AL 2001) OGGI (DAL 2001)

“Suono da sempre. Coi miei fratelli abbiamo “Ho portato avanti in parallelo molti inte-
coltivato fin da piccoli l’idea di formare un ressi e uno dei miei preferiti, la pallavolo, si
gruppo. I Karamamma nascono a Torino nel è tramutato in professione. Dal 2001 è co-
1987, avevo 15 anni. All’epoca andava il ‘de- minciata una nuova fase della mia vita. Per 15
menziale’ e noi ci inserimmo in quel filone. Ci anni ho fatto l’allenatore di volley, cosa che
divertivamo e suonavamo ovunque. Il reper- mi ha dato enormi soddisfazioni, arrivando ad
torio di quel periodo è raccolto nel disco Pa- È STATO IL BASSISTA allenare in serie A e avendo delle esperienze
netti Di Burro. Dal ’91 nella band ci fu qual- internazionali. Lo stesso anno ho conosciu-
DEI KARAMAMMA,
che avvicendamento, la tecnica e la qualità to Anna Laura, che sarebbe poi diventata
CHE HA FONDATO
crebbero. Ci eravamo evoluti verso un genere mia moglie. Abbiamo tre magnifici bambini.
CON I SUOI Quando nel 2011 è nata la nostra prima figlia
personale, una miscela di rock, funk e ska.
Anche i testi erano diventati più profondi, pur
FRATELLI E ALCUNI Maria Elena mi sono trovato però di fronte a
mantenendo un taglio ironico. Il periodo mi- AMICI NELL’87, E un altro bivio: la carriera di allenatore non si
CON I QUALI HA conciliava con la vita familiare, teneva lonta-
gliore va dal ’91 al ’95. Più di 300 concerti. Nel
no da casa, e io ho messo la famiglia al primo
’94 registrammo Siamo Tanti, disco che fece PUBBLICATO TRE
posto. Poi, con la nascita di Giorgia e Vittorio,
proseliti. Intanto io mi ero iscritto a Lettere e ALBUM TRA IL ’91 E
ho ridotto ulteriormente l’attività di allena-
mi laureai con 110 nel ‘96. Facevo anche parte IL ’99. HA SUONATO tore, fino a cessarla nel 2016. Oggi faccio il
dei Loschi Dezi. La mia vita era votata alla ANCHE CON I LOSCHI docente di Italiano e Storia alle superiori. Nel
musica e mai avrei pensato che quella laurea
DEZI, POI HA DECISO 2016 sono entrato in ruolo. Fare il prof è un
anni dopo mi sarebbe servita per lavorare. Tra
DI DEDICARSI lavoro magnifico che svolgo con passione,
il ’96 e il ’98 eravamo pronti per il successo, mi sento portato. L’amore per la musica, mai
ma tutta una serie di sfortune e di occasioni PRIMA ALLA
sopito, è riemerso e negli ultimi due anni, ho
perse segnarono l’inizio della fine. Nel pieno PALLAVOLO COME
scritto nuovi pezzi e formato con mio fratello
delle registrazioni il nostro produttore e ALLENATORE E POI Nanni i Magazzino San Salvario, band in cui
amico ‘Feiez’ passò a miglior vita. Il colpo ALL’INSEGNAMENTO. credo molto. Questa volta oltre a suonare il
fu troppo duro. Eravamo svuotati, affranti e basso canto le mie canzoni. Sono soddisfatto
molti di noi si trovavano con altri progetti di della vita che ho vissuto, varia, intensa, emo-
vita pronti a partire. Però volevamo chiudere zionante. Ma non credo nelle sliding doors;
in bellezza, così abbiamo raccolto il materiale credo che ognuno faccia le proprie scelte e che
inedito e lo abbiamo condensato in Karakiri le cose vadano come devono andare. Se avessi
(2000), disco di addio che contiene le nostre continuato con la musica non avrei mai in-
canzoni più belle e attuali. Poi una serie di contrato mia moglie, non avrei avuto figli e mi
concerti, fino ai saluti finali nel 2001”. sarei perso la parte più bella dalla mia vita”.

DI BARBARA SANTI

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GENTE SOL A (MA NON TROPPO) STORIA MINIMA DEI DISCHI DEFILATI

ANNABEL LAMB
Once Bitten
(A&M, 1983)

Non è nemmeno il caso delle “one hit wonders”, di quelle boscaglia avvistati solo dalla bambina, Annabelle Lamb che
band o artisti che hanno azzeccato un singolo e basta. Ma viene raccattata come autostoppista insieme al suo accom-
lo hanno preso in pieno ed è rimasto, saltando fuori negli pagnatore il quale, da previsioni, impazzisce e regola l’in-
ultimate megamix delle “anime delle feste” o nei soprav- sieme con un coltello da macellaio (censurato nelle versio-
vivendi cestoni degli autogrill. Lì tutto sommato è andata ne diffusa). Tanto per non sbagliarsi, Riders On The Storm
bene, e parliamo di gente come 4 Non Blondes, Spin fu messa in apertura della versione americana dell’esordio
Doctors, Double, Freur o Fool’s Garden (a voi il gusto di Once Bitten, la cui successiva title track evidenziò subito il
ricordare le rispettive hit), che appaiono irrimediabilmente profumo inglese di certo pop inglese dell’epoca. Ritmiche
ancora in pubblicità o sottofondi televisivi. Tutto sommato reggae, funk synth e jazz, basso slappato e tromba. Take
le aspettative artistiche di partenza erano modeste, hanno Me In Your Arms, pigra e notturna, rappresenterebbe una
acchiappato il singolo giusto e arrivederci a tutti. Ci cam- sfida per moltissime dive sintetiche di oggi, raffinata torch
pano ancora egregiamente sopra, immagino, e beati loro. song per un trionfo digitale all’orizzonte. Ad alzare il ritmo,
Qui si parla di una categoria differente, gente che aveva subito, Heartland, cover (ci risiamo) dei Sound. Non dis-
qualità e ambizioni, ma è rimasta (a un livello decisamente
simile dalla versione su Jeopardy del compianto Adrian
molto più basso rispetto alle one hit wonders) legata a un
Borland, rimane un grandissimo “anthem”. Hold Fast, a
brano marginale della propria carriera, qualcosa che forse
metà tra Annie Lennox primo periodo e Siouxsie secondo,
aveva inciso come riempitivo, che magari non li rappre-
lascia i riflettori a Backwards Through The Looking Glass,
sentava nemmeno del tutto. Ma che rimane tutt’oggi il loro
che richiama la Marianne Faithfull anni 80, gli Everything
magnete di disappunto, la catena corta del “sì, però avrei
fatto anche altre cose decisamente migliori”, l’equazione But The Girl più sciccosi e si chiude con una bella coda jazz.
non evitabile. Insomma, dici Annabelle Lamb e pensi a Atmosfere affini per Dividing The Spoils Of Love, sorret-
Riders On The Storm. Una sola canzone, e per giunta una ta dalle tastiere di Steve Hogarth dei Marillion, Red For
cover. Uscì su singolo nel 1983, con l’immancabile dub Danger è invece Giamaica a Londra, mentre Snake Pliskin
version sul secondo lato, la impose nelle chart (insomma, un omaggio strumentale dai synth carpenteriani all’eroe
27° posto) inglesi, la spedì a Top Of The Pops e riscosse (Snake Plissken, Jena nella versione italiana) di 1997: Fuga
anche qui un discreto successo nelle discoteche new wave, da New York. Con Missing si torna ai tropici brixtoniani,
ottima per traghettare faticosamente in pista freschi reduci con le percussioni di Jeff Scantlebury (da Linton Kwesi
del classic rock. “Però la versione dei Doors era un’altra Johnson ai Primal Scream) e un piglio assolutamente Spe-
cosa”. Vero, ma non troppo. Le tastiere di Manzarek pren- cials. Chiude No Cure, dub pop vagamente morriconiano.
dono qui l’inevitabile caratura synth, si perde un po’ di Dopo Once Bitten la carriera di Annabel Lamb è proseguita
epica originale, ma purtroppo anche l’elegante jazzatura senza sussulti, con timidi segnali di rientro intorno al 2016.
notturna. Viene garantito un assolo di chitarra e tutto fila Quest’anno Music On CD ha ristampato il suo notevole
più breve e “facile”. Non stravolse l’originale e funzionò. Il esordio, con tracklist e copertina inglese e quindi senza Ri-
video di supporto è pura archeologia 80’s: famiglia inglese ders On The Storm. Semplice e coerente filologia o, chissà,
in partenza per una vacanza, cavalieri incappucciati nella volevano forse ristabilire un equilibrio storico?

DI MAURIZIO BLATTO

RUMOREMAG.COM | 103
VISIONI OTTOBRE 2021

La “cosa” nuova
del cinema italiano
FREAKS OUT nerissimo ma sgargiante e audace come una fantasmagoria.
REGIA DI GABRIELE MAINETTI Nonostante il budget imponente, Mainetti non limita in nessun
ITALIA, BELGIO 2021 modo l’immaginazione e le possibilità del suo sguardo. Con raf-
finatissima intelligenza di casting affida a Franz Rogowski, l’at-
Gabriele Mainetti è la cosa più bella capitata al cinema italiano tore più creativo del momento, il ruolo di un cattivo proverbiale
da molti anni a questa parte. Dopo il successo imprevedibile di che permette al film di ascendere ai cieli più alti della complessi-
Lo Chiamavano Jeeg Robot, successo che ha colto di sorpresa tà e dell’ambiguità. Evitando tutte le tentazioni della semplifica-
tutti, Mainetti, insieme al fido Nicola Guaglianone, si è preso zione, lavorando di grigio e chiaroscuri per illuminare i conflitti
tutto il tempo del mondo per mettere in piedi un film che non morali dei protagonisti, Il regista compone (perché Mainetti gira
fosse la replica dell’esordio. Lavorando sulla rielaborazione del come se dirigesse un’opera) un film come non se sono mai visti
lutto causato dalla scomparsa del padre, Guaglianone ha scrit- nel cinema italiano. Una vera e propria “cosa” nuova; una delle
to una sceneggiatura che nelle mani di Mainetti letteralmente pochissime opere sulle quali è lecito giocarsi il futuro della pro-
deflagra in tutta la sua complessità. Nella struttura consolidata duzione cinematografica nazionale.
di un racconto delle origini Marvel (i freaks sono chiaramente GIONA A. NAZZARO
una crasi fra gli X-Men e i Fantastici 4) Mainetti e Guaglianone 100/100
continuano il loro dialogo con la tradizione del cinema italiano.
Freaks Out rielabora la lezione del cinema resistenziale neorea-
lista (tenendo però gli occhi puntati su Visconti e la caduta - in
tutti i sensi - degli dei) creando così un film politico e visionario,

A CURA DI GIONA A. NAZZARO @GIONANAZZARO

QUI RIDO IO DUNE


REGIA DI MARIO MARTONE REGIA DI DENIS VILLENEUVE
ITALIA, 2021 USA, 2021

Eduardo Scarpetta. Chi era costui? Nel Ora, non è che all’epoca il pubblico
suo progressivo lavoro di avvicina- si fosse esattamente precipitato al
mento alla grande tradizione eduar- cinema per vedere il film di David
diana, Mario Martone si confronta Lynch tratto da Dune. Per cui stare
direttamente con il moloch del teatro pigramente a elogiare Lynch per dare
popolare partenopeo, riuscendo a addosso al volenteroso Villeneuve è
riposizionare la barra della riflessione davvero fatica inutile. Villeneuve a
non solo sui testi del commediografo, volte è più serioso del dovuto, ma non
attraverso uno straordinario lavoro di riconoscergli un lavoro di elaborazio-
contestualizzazione critica e storica, ne critica, oltre che visiva, sarebbe in-
ma sull’ambiente culturale e politico generoso nei confronti di un blockbu-
napoletano (e non solo) dell’epoca. Inevitabile pensare che ster adulto che riesce a rielaborare una serie di traumi
negli stessi anni sull’isola di Capri andavano in scena le storici in forme interessanti. La “medio-orientalizzazione”
prove generali dell’utopia rievocata in Capri Revolution. del futuro, la centralità della religione come strumento
Martone, nel rimettere in scena la “famiglia allargata” di di pace sociale, il commercio come chiave di regressione
Scarpetta, sembra giocare di controcampo con quanto culturale se svolto nel nome del solo profitto sono solo
avveniva a poca distanza. Il mondo della scena scarpet- alcuni elementi di una tela complessa che Villeneuve tesse
tiana, dove il palco è la vita sono tutt’uno, si offre, sotto il con diligenza e passione. La scala cromatica del film, tesa
segno della “fame”, come proscenio di una serie di conflitti, fra grigi e tonalità sabbia, e la notevole tensione sessuale
cultura “popolare” contro establishment culturale, “dia- sono elementi che permettono al regista di conservare
letto” contro lingua italiana nazionale, permettendo così desta l’attenzione dello spettatore. A Villeneuve va dato
al regista di continuare a ragionare al presente sul nostro atto di non avere ceduto alla spettacolarizzazione della
paese e le sue contraddizioni. Con la collaborazione di materia di Frank Herbert, elaborandone le linee di fuga. A
Renato Berta, Martone crea probabilmente il suo risultato fronte di un inevitabile sequel, ci auguriamo che non ceda
cinematografico più alto e nobile. alla pressione e realizzi un altro film degno di attenzione.
GIONA A. NAZZARO GIONA A. NAZZARO
100/100 76/100

104 | RUMOREMAG.COM
VISIONI OTTOBRE 2021

LAST NIGHT IN SOHO DRIVE MY CAR


REGIA DI EDGAR WRIGHT REGIA DI RYUSUKE HAMAGUCHI
UK, 2021 GIAPPONE, 2021

Un film che è un colpo al cuore per Morta la moglie, il regista teatrale


tutti gli anglofili degni di questo nome. Ryusuke accetta di dirigere uno spet-
Una celebrazione di una Londra che tacolo a Hiroshima. Lì conosce Misa-
non esiste più, tutta racchiusa nel ki, una giovane che gli fa da autista.
quartiere di Soho, nel segno di Petu- Hamaguchi sviluppa tutti i motivi
la Clark e Cilla Black, ma anche un accennati nell’omonimo racconto di
viaggio nei fantasmi di una psiche Murakami, esasperandone la tenden-
maschilista gonfia di orrori. Edgar za - che è anche sua - a incorniciare
Wright, dopo il mezzo passo falso di storie dentro storie, sottintendere
Baby Driver, dimostra che l’aria di motivi, stratificare livelli di senso (il
casa gli fa sempre bene. Il piacere Vanja cecoviano da portare in scena
della messinscena è a dir poco contagioso. La presenza di funge da sottotesto, alimentando la confusione tra verità
glorie britanniche come Diana Rigg (cui il film è dedicato) e recita). Due i fili narrativi principali: il rapporto tutto
e Terence Stamp sono solo aggiunte - geniali - di sapore implicito che va a maturare tra la sfuggente autista e il
a un film francamente irresistibile. Wright costruisce con protagonista accanto al confronto di quest’ultimo con l’ex
grande sapienza la progressione drammatica scoprendo amante della moglie (Yusuke lo sceglie, quasi fosse una
poco alla volta le sue carte e, soprattutto, sa benissimo sfida, come incongruo Vanja per il suo allestimento). Il
come avvelenare i piaceri della prima parte attraverso una rohmeriano meccanismo a specchio di confessioni e sensi
violenza sempre crescente. Retto da una colonna sonora di colpa è reso in una forma cinematografica di pulizia
assolutamente irresistibile, pieno di citazioni raffinatissime cristallina: immagini e parole - nella sottile teoria di ri-
e a volte quasi subliminali, il film si abbandona a un piacere flessi ed echi narrativi - si fanno cinema realistico e men-
del cinema assolutamente irresistibile. Last Night In Soho tale insieme. Forse fin troppo stilizzata e precisa (il film
- anche e soprattutto dopo la Brexit (pure se il film non precedente Il Gioco Del Destino E Della Fantasia mi era
c’entra con la secessione) - è un canto innalzato a un’idea di parso più problematico e ambiguo), Drive My Car resta
Londra (e di Inghilterra) cui è impossibile resistere. prova maiuscola, premiata per la sceneggiatura a Cannes.
GIONA A. NAZZARO LUCA PACILIO
93/100 76/100

Extravisioni GLI ALTRI FILM DA NON PERDERE

HALLOWEEN È STATA LA MANO THE CARD


KILLS DI DIO COUNTER
REHIA DI DAVID REGIA DI REGIA DI
GORDON GREEN PAOLO SORRENTINO PAUL SCHRADER
USA, 2021 ITALIA, 2021 USA, 2021

TITANE TRE PIANI


REGIA DI JULIA DUCOURNAU REGIA DI NANNI MORETTI
FRANCIA, BELGIO, 2021 ITALIA, FRANCIA, 2021

Sorprendente palma d’oro a Cannes, In un condominio tre famiglie vivono


Titane è l’opera seconda di Julia Du- crisi differenti. Nanni Moretti, fuori
cournau, dopo l’esordio Raw - Una dall’autofiction (vedi La Stanza Del
Cruda Verità che aveva raccolto al- Figlio) e per la prima volta alle prese
lori un po’ ovunque. Rimanendo sul con un adattamento (da Eshkol Nevo),
terreno gore, si narra di Alexia che, a affronta ancora il tema della presa in
seguito di un incidente avuto da bam- carico della responsabilità (Il Caimano)
bina, cresce con una placca di titanio e della necessaria assunzione dei ruoli
applicata alla testa. Tra accoppiamen- (Habemus Papam) attraverso la rappre-
ti anomali, omicidi seriali e metamor- sentazione di controverse figure genito-
fosi autoinflitte, il film è un ibrido che riali che stagnano nei loro dilemmi. La
maneggia e rivolta, senza complessi, i codici del fantastico traccia romanzesca – complessa, compenetrata nella realtà
e dello slasher, con un occhio a Carpenter e alla biomec- israeliana – viene prosciugata e adeguata forzatamente al
canica cronenberghiana e l’altro a certe espressioni della milieu borghese romano. La messa in scena minimalista
body art: il corpo della protagonista Agathe Rousselle - enfatizza i collegamenti tra le diverse storie e annulla la
sfigurato, snaturato, al confine dei generi -, nel confronto varietà stilistica della novella, sottintendendone la strut-
col fisico steroideo di un Vincent Lindon trasformato, si tura freudiana (Io, Es, Super Io: i tre piani non sono solo
afferma come centro nevralgico di una narrazione enig- architettonici), mentre le sequenze - composte di immagini
matica, tatticamente ellittica, mutante anch’essa. Alla re- piane e rigorose - amplificano la sostanza dolente in gioco,
gista, più che la quadratura degli eventi, sembra premere come le complicazioni etiche che le vicende innescano. Ma
l’esperienza della visione: insiste dunque su una messa in la riduzione sembra ambire a una profondità che la scrittura
scena frastornante e immersiva che gioca, per contrasto, non raggiunge mai e non aiuta la scelta del registro atto-
con fascinazione e ripulsa. Derivativo (ma con orgoglio), riale, a tratti straniato (bressoniano?) e fuori registro. Un
imperfetto quanto generoso, rivestito di una luccicante azzardo forse necessario al regista, ma che sfocia in un titolo
patina pop, Titane provoca, ammalia, divide. minore.
LUCA PACILIO LUCA PACILIO
75/100 56/100

RUMOREMAG.COM | 105
VISIONI SERIE TV

La casa del sonno


NINE PERFECT STRANGERS vissuto, mettendole a confronto con quelle degli altri. Anche
PRODUZIONE: HULU in questo caso la circostanza - come in The Wilds, tanto per
PIATTAFORMA: PRIME VIDEO rimanere nell’ambito di una serie Amazon, o in Old, l’ultimo
film di Shyamalan - sottintende fini sperimentali e retroscena
Dopo le due stagioni di Big Little Lies, Nicole Kidman ritrova un più o meno clamorosi. Ma per un discorso di pura escalation
romanzo di Liane Moriarty e lo sceneggiatore e produttore David drammaturgica, perché in primo piano resta la riflessione, ahimè
E. Kelley (al suo fianco anche per The Undoing): Tranquillum ovvia, sui malesseri di un contemporaneo modus vivendi di
House, un centro benessere che promette trasformazione comoda infelicità (“Nell’era preindustriale non c’era depressione
interiore, ospita per dieci giorni nove personaggi in cerca di perché la gente aveva troppo da fare”). Ristagnano dunque sul
serenità. Ad accoglierli Masha (Kidman, in versione mistica), piatto - servito da un campionario di caratteri che non si fa
che propone loro un percorso terapeutico non proprio ortodosso, alcuno sforzo per riscattare dallo stereotipo, e su cui nulla può il
la cui ratio manipolatoria emergerà violentemente soltanto nel cast all star (Melissa MCCarthy, Luke Evans, Michael Shannon,
finale. Nine Perfect Strangers - serie prestige che ammicca al tra gli altri) - dialoghi in forma di anodino psicodramma
mystery senza esserlo davvero - propone logiche à huis clos in cui si sciorinano filosofie spicciole, motti da manualetto
tipiche del reality show, quelle che governano la vita in comune automotivazionale e formule new age fuori tempo massimo.
di un gruppo di persone, agiate eppur miserabili, riunite, in LUCA PACILIO

modo più o meno coatto, in una location amena e selvaggia: in 42/100


essa ciascun ospite scopre gradualmente le carte del proprio

A CURA DI GIONA A. NAZZARO @GIONANAZZARO

MASTERS OF THE UNIVERSE: LUPIN - SECONDA STAGIONE


REVELATION PIATTAFORMA: NETFLIX
PIATTAFORMA: NETFLIX PRODUZIONE: GAUMONT
PRODUZIONE: POWERHOUSE
ANIMATION STUDIOS Tornano gli episodi della serie fran-
cese in onda su Netflix che vede come
Come dimenticare He-Man, i suoi mu- protagonista il ladro Assane Diop
scoli e il suo caschetto biondo? Così (Omar Sy), grande estimatore del
come risulta impossibile dimenticare personaggio letterario creato dalla
il cattivissimo e acerrimo nemico viola penna di Maurice Leblanc, Arsenio
Skeletor. I due hanno accompagnato Lupin, ladro e gentiluomo. La serie
l’infanzia di molti spettatori, ora l’uni- riprende esattamente da dove si era
verso di Eternia e della serie animata interrotta: il rapimento del giovane
originale degli anni 80 torna sui picco- figlio di Assane. Il ritmo narrativo
li schermi con nuovi episodi, grazie che aveva catturato l’attenzione degli
alla folle mente di Kevin Smith, regista di film come Dog- spettatori rimane lo stesso, brioso, piacevole e accatti-
ma e Clerks, che ha sviluppato per Netflix Masters Of The vante, arricchendosi di una vena thriller più marcata e
Universe: Revelation. Prodotta da Powerhouse Animation decisa. La leggerezza dei primi episodi viene sostituita
Studios, la serie si pone come diretto sequel degli episodi da una suspense più tagliente, il tema della vendetta
Filmation del 1983-1985, riprendendo le trame irrisolte nei nuovi episodi assume la cadenza dell’action, tra
esattamente dove si erano interrotte, non senza qualche inseguimenti in macchina e sparatorie. Assane ha fascino
piccolo stravolgimento e cambiamento di rotta. Smith e e carisma, il suo personaggio è sfaccettato, ricco di com-
soci presentano Eternia in una nuova era, lontana, almeno plessità: padre, compagno e ladro impegnato a compiere
nei primi episodi, dal suo protagonista principale ed eroe: la sua personale vendetta. Sullo sfondo una Parigi che
He-Man. La novità più importante per questa ultima si racconta in ogni inquadratura, viva, palpitante e sug-
stagione è data dalla centralità delle figure femminili: Teela gestiva grazie a una fotografia dal taglio estremamente
ed Evil-Lyn sono sempre più protagoniste della narrazio- reale. Lupin, anche nei nuovi episodi, continua ad essere
ne, e se da un lato c’è la volontà di rispettare l’anima della una serie godibile, con il giusto grado di leggerezza ma
serie originale, dall’altra ci si trova davanti a un’opera più sempre effervescente, l’ideale per un intrattenimento
matura, che cerca di sperimentare nuove direttrici. spensierato.
MARIANGELA SANSONE MARIANGELA SANSONE
70/100 68/100
106 | RUMOREMAG.COM
Musica
VISIONI ESPANSE

per gli occhi

Cineobituary RUMORS
LIZZO FEAT. CARDI B

Sonny Chiba
REGIA: TANU MUINO
LABEL: ATLANTIC

19 3 9 - 2021 Regista rivelazione del 2020 con due


clip (Juro Que per Rosalía e Cotton
Sonny Chiba, noto anche come come Shinichi Chiba, pseudonimo di Sadaho Maeda, è stato Candy per Yungblud) che mettono in
una delle massime leggende del cinema di arti marziali. Con più di cento film al suo attivo per evidenza la propensione a uno sceno-
la Toei, l’attore è stato celebrato da Quentin Tarantino nel primo capitolo della saga Kill Bill. grafismo sfrenato e originalissimo in
Nel ruolo di Hattori Hanzo, Chiba ha conosciuto una meritata fama autunnale che lo ha porta- cui narrazione e performance si muo-
to ad essere abbracciato da un pubblico completamente nuovo. Legato soprattutto al successo vono parallele al ritmo di una trovata
dell’amatissima trilogia incentrata sul personaggio di Takuma Tsurugi, con Street Fighter, al secondo, l’ucraina Tanu Muino (al
diretto da Shigehiro Ozawa, è al centro di un successo strepitoso che procurerà notti insonni secolo Tetyana Robertivna Muinyo)
ai censori sconvolti dalla violenza grafica del film. Per la regia di Kazuhiko Yamaguchi inter- è definitivamente esplosa quest’anno
preta Wolf Guy nel quale si cimenta con il ruolo di un licantropo karateka. Al servizio di Junya con Montero (Call Me By Your Name).
Sato interpreta The Bullet Train, film considerato unanimemente come fonte non ufficiale di
Il promo/caso di Lil Nas X, destinato
Speed. A Hong Kong interpreta il tardo blockbuster The Storm Riders - I Cavalieri Della Tem-
a sbancare nei videoconsuntivi 2021,
pesta, per la regia di Andrew Lau Wai-Keung (1998). Appare inoltre in Battle Royale II: Re-
rivela un’ulteriore predilezione della
quiem film di Kinji Fukasaku terminato dal figlio Kenta (2003) e in The Fast And The Furious:
videomaker, quella per un uso tanto
Tokyo Drift di Justin Lin (2006). Sonny Chiba ha fatto ovviamente moltissime altre cose nella
massiccio quanto disinvolto di green
sua magnifica vita, qui basti citare solo qualche titolo che gli garantirà per sempre un posto
screen e ambientazioni virtuali,
d’onore nel pantheon degli eroi del cinema popolare di tutti i tempi e tutte le latitudini.
GIONA A. NAZZARO
contesti concepiti con fantasia esube-
rante e smodata ricchezza di dettagli.
In Montero il percorso di Lil Nas X
(che è anche simbolico di una presa
di coscienza sessuale) viene punteg-
THE NUN AND THE DEVIL giato da continui cambi di scena e di
88FILMS temperatura drammatica, in vista del
D E L ME S E gran finale inscenato in un inferno in
cui anche l’autobiografismo militante
Davvero non c’è più religione se per avere
della star trova la sua apoteosi. Sono
un’edizione degna di questo nome del classico
caratteristiche che ritroviamo anche
nunsploitation di Domenico Paolella bisogna
in questo Rumors per Lizzo (feat.
aspettare quei perfidi figli di Albione della
Cardi B), in cui Muino sceglie come ri-
88Films! Le Monache Di Sant’Arcangelo
ferimento iconografico quello dell’arte
del 1973 è un titolo leggendario che, con
figurativa dell’antica Grecia. In questa
tutte le sue “buone” intenzioni, fra verismo
cornice classica inscena una coreogra-
verghiano e decadentismo d’annunziano
fia che, ancora una volta, non si limita
(e a quanto pare ispirato a Stendhal…), a giocare con i motivi legati al registro
darà vita al glorioso filone delle monache optato (le irriverenti animazioni), ma
gaudenti (lo stesso Paolella si cimenterà li piega a uno spettacolo moderno e
l’anno successivo con Storia Di Una sottilmente metaforico, in cui è un
Monaca Di Clausura, interpretato da una nuovo e radicale discorso di riven-
giovanissima Eleonora Giorgi). Marchiato dicazione a essere sottinteso: così le
a fuoco dalla bellezza ultraterrena di una due artiste americane incarnano dee
Ornella Muti appena diciottenne, il film olimpiche dai fisici non stereotipati
di Paolella ascende al regno dei cieli delle (Cardi B è incinta e si esibisce su un
edizioni digitali imperdibili. Tiratura limitata trono di inequivocabile forma fallica),
a 2000 copie, zeppa di extra, con tanto di circondate da un corpo di ballo di
volumetto allegato, The Nun And The Devil, pingui fanciulle, a sovvertire logiche
questo il titolo britannico, si presenta come rappresentative sottilmente sessiste e
una tentazione irresistibile per chiunque a smascherare le tendenze “grassofo-
nutra anche solo un interesse superficiale nel biche” della Rete.
cinema di genere (e non solo) italiano. LUCA PACILIO
GIONA A. NAZZARO
89/100 FILM
93/100 EXTRA

RUMOREMAG.COM | 107
LETTURE OTTOBRE 2021

JILL FURMANOVSKY, DANIEL RACHEL


OASIS. KNEBWORTH: TWO NIGHTS THAT WILL LIVE FOREVER
OCTOPUS BOOKS

“Indossare un maglione da donna bianco, lavorato ai


ferri, davanti a una folla di 125mila persone richiede una
bella dose di coraggio, ma Liam lo ha fatto con spavalde-
ria. E gli stava pure bene”. Le parole di Noel lo conferma-
no: c’è stato un tempo (breve) in cui i due fratelli Gallagher
riuscivano a coesistere pacificamente nello stesso spazio,
senza venire alle mani o lanciarsi in duelli all’ultimo
insulto. Uno di quei “tempi”, forse l’ultimo, è stato l’agosto
del 1996, con due significativi concerti allo Knebworth Park, nell’Hertfor-
dhire settentrionale, davanti a un pubblico in visibilio. Non c’erano social
media, non c’erano smartphone, solo puro Britpop, musicisti all’apice della
carriera, telecamere (uscirà presto un documentario diretto da Jake Scott).
E c’era, soprattutto, la macchina fotografica della “decana” Jill Furmano-
vsky, a immortalare ogni singola emozione, ogni momento intimo e ufficiale
tra palco e backstage. I suoi scatti ritornano in un libro - con testimonianze
dei protagonisti e testi di Daniel Rachel - memoria e manifesto di un evento
eccezionale, che parla di comunione, partecipazione, divertimento e amore.
DANIELA LIUCCI
80/100

FABIO FANTAZZINI
DREAD INNA INGLAN. IDENTITÀ, MUSICA E MASSIMO GIACON
LOTTE POLITICHE DELLA CONTROCULTURA MASTICANDO KM DI RUMORE
BLACK BRITISH (1948-1981) FELTRINELLI COMICS
HELLNATION LIBRI
Chilometri di “Rumore”, sì, perché piace ricordare che
Martin Luther King aveva un sogno per gli il nostro ha lasciato la sua impronta anche su queste
afroamericani. Gli afrocaraibici avevano pagine. In ogni caso niente dice di più di una persona di
solide realtà, sin dall’estate del 1948, quando una playlist commentata, manco un’intervista. E questa
la nave Empire Windrush sbarcò i primi 500 in fondo è una playlist di concerti, una sorta di diario
immigrati caraibici in Inghilterra. Ma ben degli spettacoli visti in 46 anni da Giacon, anche quelli
prima che nei pub apparissero gli infami car- più improbabili, dal ‘75 sino a oggi. 100 racconti brevi per
telli “No Blacks, No Irish, No Dogs”, apparve altrettanti live ai quali ha assistito il fumettista, designer,
chiaro che l’immigrazione dalle ex colonie musicista e performer padovano. 100 pagine affiancate da altrettante sue
nascondeva il bisogno di forza lavoro a basso suggestive illustrazioni, tra disegni caricaturali dei protagonisti e vignet-
costo. Da qui parte la rigorosa ricostruzione te: con quel tratto unico, il suo. 100 ritratti attraverso i quali si racconta,
storico sociale di Fantazzini sulle pratiche declina la sua vita e l’Italia per episodi musicali. Che siano spettacoli in club
(sotto)culturali che hanno plasmato l’identità o negli stadi, che la location sia la biennale di Venezia, la festa dell’Unità
Black British, a partire dalla musica calypso o un Palasport, che si parli dei Cramps, di Prince, Bowie, Matia Bazar o di
soppiantata dallo ska in concomitanza con Aphex Twin, Giacon tra le righe di quei concerti descrive il nostro paese e le
l’indipendenza della Giamaica nell’agosto sue evoluzioni musicali e sociali, oltre a se stesso. Un viaggio nel tempo nel
1962. Una manciata di anni dopo, la violenza quale è bello sprofondare.
delle dancehall costringe a rallentare i ritmi BARBARA SANTI
trasformandosi in rocksteady sotto l’influen- 82/100
za del soul d’oltreoceano. Non è un caso che
l’ascesa di Island e Trojan coincidano con
il crescente razzismo che porta il National
Front al 10% nel 1974 e con le note rivolte al
Carnevale di Notting Hill due anni dopo. I ’70 MASSIMO LONGONI
si chiudono tra il delirio razziale di Eric Clap- HELLOWEEN. PUMPKINS FLY FREE
ton, i Clash di White Riot, il Rock Against TSUNAMI
Racism, l’affermazione della dub poetry di
Linton Kwesi Johnson e lo sviluppo del briti- Quando uscirono, per molti giovani metallari teenager
sh reggae di Steel Pulse, Aswad, ecc. I sound come il sottoscritto, gli Helloween furono una botta di
system e lo storytelling dei toaster toccano energia: melodici, veloci, accessibili e cattivi… erano gli
sempre più la sfera spirituale, mentre la re- anni di gloria della Noise Records e del metallo teuto-
ligione Rastafari innesca il processo di black nico. Questo volume griffato Tsunami è una narrazione
consciousness e l’apparente leggerezza del approfondita e ben strutturata della storia delle Zucche di
lovers rock impone il ruolo delle donne sulla Amburgo dal 1984 ai giorni nostri, condotta con un sano
scena musicale. Dread Inna Inglan è una occhio clinico (ma mai freddo o troppo distaccato) ed evi-
miniera di informazioni: pensiamo solo al tando gli eccessi da fan(zine). Fra aneddoti biografici, situazioni, svolgimen-
Black Feminism e al lavoro della giornalista ti, rivolgimenti, Longoni si addentra in ogni piega dell’universo Helloween.
attivista Una Marson. Un volume che fa venir La sua prosa ha un buon ritmo ed è supportata dalla solidità di quello che
voglia di ascoltare i molti pezzi citati, leggere si intuisce essere un pignolo lavoro di ricerca sulle fonti: il risultato finale
i libri consigliati, guardare documentari e è godibile e porta a planare, con visuale a 360°, su tutti i periodi della band
film come quelli dell’angloitaliano Franco segnati da virate di genere, avvicendamenti di componenti, album belli,
Rosso (assistente del primo Ken Loach). E ciò album meno belli e grane legali. A riprova del valore del volume, da fan
significa che questo prezioso saggio assolve intransigente dei primi tre lavori, confesso di avere divorato con gusto tutto
completamente al suo compito. il libro - a dispetto del pregiudizio.
MANUEL GRAZIANI ANDREA VALENTINI
82/100 78/100

108 | RUMOREMAG.COM
LETTURE OTTOBRE 2021

MASSIMO PERICOLO
IL SIGNORE DEL BOSCO
RIZZOLI

Nonostante la giovane età, Massimo Pericolo ha già di-


mostrato di avere più di qualcosa da dire. Nel suo primo
libro conferma le aspettative e lascia emergere tutto il
suo trascorso con violenza: il delicato equilibrio con la
salute mentale, i burrascosi rapporti familiari, la passione
per le arti marziali, il carcere e, chiaramente, il successo,
arrivato quasi per caso. Scavando ancora un po’ dentro di
sé, le pagine del libro sarebbero potute raddoppiare, ma
forse è meglio così, con uno scritto forte ma comunque scorrevole. Contri-
buti ed elementi fotografici arricchiscono il racconto di vita ma non sono il
fulcro del tomo, a differenza di altre biografie musicali lontane dall’essere ri-
cordate. D’altronde quando si ha qualcosa da raccontare basta quello, come
la storia della sua migliore amica, giunta alla morte dopo una vita di droga
e rassegnazione. Il rap non deve essere l’educatore delle nuove generazioni,
ma se spesso riesce a esserlo è anche grazie a narrazioni come questa. Il
Signore Del Bosco è prezioso per i giovani perché permette loro di scoprire
cosa c’è dietro successo, ma anche per i più grandi, che porta a riflettere su
temi di cui non si parlerà mai troppo.
MATTEO DA FERMO
70/100

PIETRO SCARAMUZZO AURELIANO PETRUCCI


TROPICALIA
MINIMUM FAX
BLOWS AGAINST THE EMPIRE. VIAGGIO A BORDO DELL’A-
STRONAVE JEFFERSON
ARCANA
Discutere del senso e dell’impatto prodotti
dal tropicalismo e dal movimento tropicalista Dei Jefferson Airplane, icona della summer of love cali-
sulla società brasiliana ha effetti imprevisti. forniana, non si sa poi molto. A differenza dei Grateful
Porta, prima di tutto, a domandarsi in che Dead, la cui aura mitologica ha attraversato i decenni ar-
modo un movimento artistico e musicale pos- rivando intatta ai nostri giorni, ma anche dei Moby Grape
sa influenzare così profondamente la realtà o dei Quicksilver Messenger Service, riveriti dall’under-
quotidiana, pragmatica e concreta di un Paese ground che guarda ai sixties, i Jefferson Airplane per
intero. In secondo luogo, con un depresso molti restano quelli di Somebody To Love e negli anni sono stati liquidati
pizzico di rimpianto, conduce a chiedersi qua- dalla letteratura di settore come una leggenda “invecchiata male”. Niente di
le musica sarà mai in grado di fare altrettan- più sbagliato, e per fortuna non sono il solo a pensarlo. Aureliano Petrucci
to, nella nostra italica penisoletta. Tuttavia, ripercorre la loro storia a beneficio delle nuove generazioni sino al capitolo
urge anche riconoscere e sottolineare quanto della svolta, quel Blows Against The Empire che nel ’70 vede l’aeroplano
gli autori e pionieri del tropicalismo fossero diventare un’astronave con la quale Paul Kantner accompagna i membri su-
persone di grandezza illimitata e infinita perstiti verso anni di introspezione e distacco dallo showbiz. Petrucci ci rac-
creatività. Scaramuzzo ci aveva già dato un conta nel dettaglio questo passaggio cruciale, dalla rivoluzione di Volunteers
assaggio dell’argomento nel suo precedente a un hippismo crepuscolare languido e disilluso, e lo fa bene, con passione e
Tom Zé, L’Ultimo Tropicalista, uscito un paio rigore. Il suo, nei fatti, è il primo libro italiano dedicato ai Jefferson. Meglio
d’anni fa per add editore, con tanto di prefa- tardi che mai.
zione di David Byrne a introdurre la biografia LUCA FRAZZI
dell’estroso musicista. E in questo Tropicalia 70/100
(nonché in diversi articoli disseminati tra
riviste e online) il giornalista musicale si con-
ferma cultore pregiatissimo della materia, ai
limiti dell’ossessione salvifica. Il qui presente
volume, in effetti, potrebbe facilmente essere HARRY SWORD
MONOLITHIC UNDERTOW
annoverato come il libro definitivo sull’argo-
WHITE RABBIT
mento, ricolmo com’è di informazioni, pre-
ziose narrazioni e contestualizzazione sempre
precisa. Senza contare il merito aggiuntivo, Il drone è l’anima stessa della musica. Un’entità impre-
quello di aver voluto delineare a dovere il vista composta semplicemente di vibrazioni protratte e
contesto storico e politico di quegli anni, a trascendentali, frequenze che vengono modulate fuori
riprova del certosino lavoro di ricerca ma dal continuum spazio temporale per alterare la mente,
anche della volontà di sottolineare non solo il sinestesia liquida sotto forma di suoni. Un’unica enorme
portato musicale e culturale del movimento, vertigine che parte nel grembo materno e imperversa tra
quanto l’effettiva dirompente carica eversiva cerimonie religiose e canti sacri, si tratti di un canto gre-
e vitale che l’ha portato a scontrarsi con i goriano spazializzato o di un Om buddista. La sua forma è
militari, la politica e la repressione di allora. mutevole, eppure eterna. Torna e ritorna nei solchi dei Velvet Underground,
A conferma del fatto che il tropicalismo non così come nel krautrock. Si affaccia prepotente nelle sperimentazioni dei
è stato soltanto musica, ma soprattutto, e in minimalisti e cerca la divinità negli eccessi spirituali di John e Alice Coltra-
ogni senso, purissima rivoluzione. ne. Assume pieghe oscure e terremotanti nei riff dei Black Sabbath, degli
DANIELE FERRIERO Electric Wizard e dei Sunn O))). Non se ne andrà mai. In effetti, in senso let-
76/100 terale è probabilmente il suono stesso dell’universo, e dunque forzatamente
eterno. In questo tomo, l’autore cerca di ripercorrerne la storia e il senso,
indagando nei suoi emissari musicali per scovarne la sostanza, che si rivela
pura dissoluzione dell’ego.
DANIELE FERRIERO
77/100

RUMOREMAG.COM | 109
LETTURE EXTRA OTTOBRE 2021

AA. VV.
ALMANACCO DELL’ORRORE POPOLARE
ODOYA

Finalmente si parla di “folk horror e immaginario italia-


no”, come recita il sottotitolo di questo denso volume a
cura di Fabio Camilletti e Fabrizio Foni, con la dovuta
profondità di sguardo e un approccio da cultural studies
britannici che consente di svincolare materiali affa-
scinanti da un troppo limitante e impolverato mondo
provinciale, quello delle bizzarrie da bancarella date alle
stampe dall’editoria locale, eccellente materia prima priva
però di visione prospettica. Qui, sotto un ombrello concettuale che intende
scardinare luoghi comuni e fare ricorso a una rinnovata consapevolezza del
fenomeno folclorico e delle sue implicazioni, troviamo un po’ di tutto: dotti
e avvincenti excursus sul tema del dualismo tra natura e cultura, tra città e
foresta (Gianmaria Contro), incursioni narrative a opera di uno dei maestri
italici della weird fiction, Danilo Arona, e ancora lupi, diavoli, vampiri,
satanismo e massoneria, streghe (e streghi), misteri etruschi, revenants,
Avati, Fulci, De Martino, Torino wicker town ancor più che città magica.
Come si diceva all’inizio, era ora.
ALESSANDRO BESSELVA AVERAME
80/100

KODWO ESHUN HANIF ABDURRAQIB


PIÙ BRILLANTE DEL SOLE FINCHÉ NON CI AMMAZZANO
NERO EDIZIONI BLACK COFFEE

Per cominciare, onore al merito dello sforzo Di ritorno dalla visita al memoriale di Michael Brown
titanico compiuto dal traduttore. A prescin- (il 18enne afroamericano la cui uccisione da parte della
dere da qualsiasi apprezzamento personale polizia nel 2014 diede il via ai lunghi mesi della rivolta di
o giudizio critico, il lavoro compiuto per Ferguson) il concerto di Bruce Springsteen al biblico Pru-
trasporre in italiano una lingua così appassio- dential Center di Newark assume tutt’altro sapore: “Non
nata, inventiva e particolare è degno di lodi. immagino il domani nel modo in cui mi pare che lo im-
Tanto più che questo libro di culto, uscito magini The River. Non ho paura di ciò che ha in serbo il
originariamente nel 1998, si proponeva di futuro, semmai ho paura di non vivere abbastanza a lungo
accompagnare alla parziale reinvenzione del da vederlo”. In questa raccolta di saggi scritti tra il 2016 e il 2017 il poeta e
linguaggio anche una trasmutazione efficace critico culturale Hanif Abdurraqib intreccia memorie personali e pubbliche
dei suoi significati, per condurli verso una raccontando attraverso musica, sport e ogni insospettabile aspetto della
consacrazione futura pressoché magica. O, pop culture i diversi volti di una società americana sempre più infiammata
quantomeno, Eshun cercava di portare il dalle tensioni razziali. L’intento è dichiaratamente politico ma lo sguardo
discorso verso panorami e orizzonti fino a è placido e intimista. Avvolgente quasi, capace di coinvolgere con brillante
quel momento inediti, utilizzando neologismi, naturalezza in un’intimità che sa di infinito: “Hanif Abdurraqib è l’incrocio
ri-appropriazioni linguistiche, ricalibratura tra un empatico e un illusionista”, scrive nella prefazione la sociologa Eve
semantica e destrutturazione della critica L. Ewing. Quando la differenza è così grande e forte da diventare una forza
musicale classica. Per questo motivo l’autore, universale.
teorico, scrittore e artista, aveva scelto di CLAUDIA BONADONNA
abbeverarsi alla fonte dei Sun Ra, Alice 76/100
Coltrane, Lee Perry, Dr. Octagon, Parliament,
Underground Resistance, Drexciya e molti
altri. Aveva cioè optato per dei musicisti al-
trettanto interessati o tormentati dalla riscrit-
tura del reale, pratico e musicale, utilizzando
MICHELE BENETELLO
MAIDA VALE
come filtro ulteriore l’esperienza della rave RONZANI
culture nell’accezione più ampia e generica
possibile, tra techno, dub, hip hop, breakbeat,
Michele Benetello ha più o meno la mia età, adora gli
jungle e via dicendo. Nel farlo, Eshun ha poi
Associates e vive nel proverbiale “laborioso nord est”.
voluto disseminare il testo di finzioni sci-fi,
Treviso pacchetto completo: cieli grigi e tasso alcolico
paradossi critico/narrativi e suggestioni post
mediamente alto, come in un eterno happy hour tra
umane, delineando così i semi di un afrofu-
adulti che rimandano il momento di crescere. Scrive
turismo surrealista e di un’esperienza dia-
molto bene di musica. O meglio: scrive di se stesso,
sporica inedita che è arrivata fino a noi con la
quindi di musica. Il suo libro descrive senza sconti
forza di un’immaginazione rovente e stellare.
l’inadeguatezza della sua generazione, quella dei nati nei
Di fatto, questo libro è un esempio di critica
dorati mid sixties. Di dorato però c’è ben poco in Maida Vale. Ci sono sfondi
musicale sui generis da cui farsi bruciare,
carichi di pioggia, brutti locali, bar rifugio e ricordi. Argomenti antichi come
una prosa astratta eppur brillantissima in cui
il mondo: uomini amici da sempre, amori persi, ritrovati e di nuovo persi,
costringersi a mutare. Un classico moderno,
temi che da Tondelli in poi hanno praticato in tanti. Benetello si distingue
finalmente in edizione italiana.
DANIELE FERRIERO
perché vive di nostalgia e non fa nulla per nasconderlo: un po’ cinico, un
po’ sfigato, un po’ “eroe nel vento”. Maida Vale è provincia pura, romanzo
82/100
di una generazione finita fuori dai riflettori. Racconta cose che abbiamo
già letto ma delle quali non possiamo fare a meno perché ci ricordano che
esistiamo. Un vortice di ordinarietà che nella penna di Benetello diventa
materia viva. Da maneggiare con cura, per non farsi male.
LUCA FRAZZI
85/100

110 | RUMOREMAG.COM
LETTURE EXTRA OTTOBRE 2021

EDMUND BERGER
ACCELERAZIONE
NERO

Stimola, solletica ed esalta trovare tra queste pagine


altre pagine, a noi molto più vicine, quelle della storia
italica che si è consumata e ha infiammato le strade della
penisola a più riprese, nei solchi del ‘77 e nell’esplosio-
ne di decenni di disobbedienza e rivolta. Ma è un po’ la
corrente elettrica che tiene uniti, convulsi, i movimenti e i
momenti raccontati in questo libro. Che non è nient’altro
se non una genealogia partecipata delle controculture che
hanno attraversato il ventesimo secolo. E in particolar modo di quelle più
“utopiche”, inquiete o dotate di maggior volontà radicale. In sostanza, è una
voragine aperta nella noia del quotidiano, inflitta al tessuto del vivere civile
a forza di punk, autonomi, attivismo hacker, rave continui, Luther Blisset,
magia del caos, avanguardie storiche e molto altro ancora. Inoltre, ha le stig-
mate dell’ossessione d’amore: un entusiasmo enorme, per quanto struttura-
to e organizzato al meglio della forma; e un pessimismo di fondo che porta a
chiedersi cosa sia successo a tutto questo ardore, a questa infinita sconfitta.
Ma non importa: bisogna continuare col fuoco.
DANIELE FERRIERO
74/100

FISTON MWANZA MUJILA JORDAN FARMER


LA DANZA DEL BIFOLCO UN DILUVIO DI VELENO
NOTTETEMPO JIMENEZ

Quando il piccolo, ambizioso Molakisi scappa In questo classico affresco americano - i grandi spazi
di casa per tentare la fortuna, anche l’ignaro in cui nascondersi, i piccoli paesi da cui scappare, la
amico Sanza, da poco ospite della fami- religione violenta e punitiva, le brutture del capitalismo
glia, viene sbattuto fuori di casa. Svagato e - il veleno è quello che fuoriesce da un’industria chimica
ingenuo, per lui inizia un’involontaria vita di contaminando le acque di una contea del West Virginia
strada. Una vita strana e dolce, fatta di piccoli (fatto realmente avvenuto nel 2014) ma anche quello che
furti e grandi sogni di ricchezza, di film rubati inquina l’animo di Hollis, che, segnato da un passato di
al cinema insieme a Ngungi, il bambino/stre- violenza e discriminazione e dalla vergogna per la sua
gone a capo di una felice banda di ragazzini diversità, ha scelto di vivere nascondendo il suo corpo deforme ma anche il
randagi; punteggiata dagli stralunati consigli suo talento di musicista: nessuno sa infatti che le canzoni della famosa band
di Tshiamuena, la Madonna dei Minatori, capitanata dalla sua ex Angela sono scritte da lui. Nello stesso lasso di tem-
piena di vite, poteri e memorie. Resa avventu- po in cui l’acqua tornerà pulita, grazie a una serie di incontri e avvenimenti
rosa dai misteriosi traffici per Monsieur Guil- drammatici ma anche illuminanti, Hollis prenderà consapevolezza del pro-
laume, funzionario dell’intelligence belga che prio valore di uomo e artista al di là della disabilità, e sceglierà di smettere
si nutre di poesia tedesca e intrigo… Sanza e di nascondersi, e di esporsi in prima persona con le sue canzoni. Quello di
Molakisi attraversano separati i tumultuosi Farmer è un anomalo romanzo di formazione e di denuncia, che parte dalla
anni 80 del Congo di Mobutu: anni feroci, vicenda del protagonista per allargare lo sguardo all’America e al mondo
“pieni di utopie, ossessioni e altri desideri in- contemporanei. E con una colonna sonora che sembra di sentire.
controllati di ascesa sociale, ricerca dell’arric- LETIZIA BOGNANNI
chimento facile e profanazione dei luoghi di 75/100
potere”, scrive il giovane scrittore congolese
espatriato in Austria Fiston Mwanza Mujila.
Si ritrovano da adulti, alla caduta del regime
a metà degli anni 90 - una vita di espedienti ETTORE SORRENTINO
completamente reinventata, la stessa voglia POLIZIOTTESCO & BLAXPLOITATION. COSTRETTI A SPARARE
di sbancare il mondo… Dice Fiston Mwanza WEIRD BOOK
Mujila che da bambino sognava di suonare
il sassofono, ma a Lubumbashi, dove è nato,
L’idea alla base del saggio è quella di analizzare due
non c’era nessuno che potesse insegnarglie-
generi cinematografici “urbani”, uno tipicamente italiano
lo, così ha deciso di suonare le parole. “La
e l’altro tipicamente statunitense che sono stati la tra-
frenesia e il suo ritmo hanno l’incedere di una
sposizione su pellicola dell’inquietudine vissuta a cavallo
rapsodia di Coltrane”, ha scritto “Libération”
fra i ’60 e i ‘70 da questi due Paesi. Dalla Oakland delle
a proposito del suo esordio Tram 83, nel
Pantere Nere e dalle rivolte degli afroamericani a Watts
2015. Nella sua lingua poetica ed esorbitante
agli anni di piombo delle Città Violente italiane ecco
precipitano tutte le lingue: lo swahili della
uscire al cinema i poliziotti duri ma cool e ribelli (che
madre, il francese del padre, il tedesco studia-
si sono anche incontrati: in Uomini Duri, film del 1974 di Duccio Tessari,
to durante una residenza di scrittura vicino
Isaac Hayes è coprotagonista e nella colonna sonora di Sangue Di Sbirro
a Berlino quand’era ancora ventenne. Mujila
in cui Alessandroni exploita magistralmente il tema di Shaft) e gli antieroi
le dirige col piglio indiavolato della rumba
alla Sweetback/Melvin Van Peebels o alla Monnezza/Gobbo, con le donne
zairese di Papa Wemba (“La Danza Del Bifol-
sullo sfondo fatta eccezione per Pam “Jackie/Foxy Brown” Grier. Il tema af-
co è anche il romanzo di tutti i musicisti che
frontato è suggestivo, ma il testo scritto in cui Sorrentino ripercorre origini,
hanno cullato queste pagine scritte di notte”,
successo e declino dei generi nella seconda metà dei ’70 (dando spazio anche
scrive nelle note finali). Un sogno irresistibile
al fondamentale ruolo delle colonne sonore) al netto del bel compendio
e vulcanico.
grafico sfiora a malapena le 100 pagine: attendiamo l’edizione ampliata per
CLAUDIA BONADONNA
raccomandarlo a pieni voti.
86/100 MARCO PECORARI
65/100

RUMOREMAG.COM | 111
FUMETTI OTTOBRE 2021

VECTA
DI LUCA TIERI
COCONINO PRESS / FANDANGO

Vecta è il mirabolante esordio di Luca Tieri, napoletano


che si trasferito a Tokyo, dove vive e lavora. Una storia
di motori e biker girls che potrebbe essere uscita da uno
scampolo di immaginazione di Jack Hill e Roger Corman.
Attentissimo reinventore dell’estetica manga, Tieri fa
delle linee cinetiche una vera e propria ossessione formale e filosofica,
giocando di prospettive e lavorando i vuoti. La vicenda stessa del libro - che
inizia come un b movie - si apre verso vertigini metafisiche che sembrano
cristallizzare il movimento stesso della velocità. Vecta (vettore?...), nel quale
ci sembra di cogliere anche qualche omaggio al lavoro di Tamburini (e non
solo), è il luogo nel quale il serbatoio delle forme popolari rivela uno spettro
di possibilità ulteriori davvero sorprendenti. Libro che si legge almeno un
paio di volte di seguito per cogliere i numerosi dettagli seminati nell’arco
del racconto, Vecta è un’opera colta e viscerale al tempo stesso. Segno di un
talento decisamente imprendibile.
GIONA A. NAZZARO
86/100

BLACK KISS CASTELLO DI SABBIA


DI HOWARD CHAYKIN
SALDAPRESS
DI PIERRE OSCAR LÉVY, FREDERIK PEETERS
COCONINO PRESS / FANDANGO

Black Kiss ha sempre fatto scalpore. Sin Solo M. Night Shyamalan poteva osare e immaginare di
dalla sua prima apparizione (italiana e non trarre un film da un graphic novel così “europeo” come
solo). Chaykin era conosciuto soprattutto per Castello Di Sabbia e trasformarlo in un implacabile
l’eccezionale American Flagg!, e trovarlo al thriller metafisico. Sono numerose le deviazioni dal testo
timone di un travolgente noir “pornografi- (e dalle immagini) che il regista ha operato (percorrerle
co”, capace di reiventare tutto il precipitato puntualmente sarebbe un soggetto di studio estremamen-
hard boiled di Mickey Spillane con un gusto te interessante), ma anche senza il contrappunto dell’a-
irresistibile e trascinante per il sordido e il dattamento cinematografico il libro si rivela di grande
perverso, be’, era davvero una sorpresa (di complessità e fascinazione. Il thriller metafisico sulla vita e la morte (privo
quelle vere…). Nonostante Chaykin si premu- del colpo di teatro finale che Shyamalan ha costruito a puntino citando The
ri di ricordare nella prefazione che Black Kiss Village) procede verso una chiusura “elliottiana”: non con un boato ma con
nacque come reazione a una possibile ondata un lamento. Il tratto in bianco e nero, essenziale e a tratti brusco, non tenta
neocensoria da parte di due grandi case mai di ornare il racconto, ma lo rivela nella sua angoscia e (inevitabile)
editrici statunitensi, il successo fu davvero crudeltà. Una lettura affascinante ed enigmatica, che resta impressa a lungo
travolgente, andando ben oltre il ristretto nella memoria come un incubo a occhi aperti.
novero degli appassionati. Che l’opera più GIONA A. NAZZARO
famigerata di Chaykin torni a nuova vita 83/100
editoriale, in un momento storico nel quale
questioni come l’identità di genere e l’orien-
tamento sessuale sono dibattuti con grande
passione e determinazione, appare come una
sorta di meraviglia indicibile, considerata
la sua scorrettezza politica programmatica.
Un disclaimer spiega perché la casa editrice
abbia preferito non adattare il linguaggio alla
sensibilità del tempo (scelta correttissima), e STAGIONE
osservare la progressione hard del racconto DI GUIDO BRUALDI
attraverso i vari capitoli è davvero entusia- EDIZIONI BD
smante. Certo, Chaykin ci va giù che è un…
piacere. Violenza e sessualità vanno di pari Guido s’innamora della barista dagli occhi verdi come i
passo in maniera dichiaratamente compia- suoi capelli (complice forse See You At The Movies di J.
ciuta. E Chaykin non arretra di fronte a nes- Mascis). Lui è un imbranato che ne basta la metà, lei è
suna possibilità pur di scioccare, offendere, tanto in gamba che fa per due. Lui è tutto chiuso nel suo
scandilizzare o “semplicemente” eccitare. mondo, lei non vuole altro che trovare spazi nei quali esi-
Un’opera complessa come Black Kiss riaf- stere libera da orari e da tutto ciò che le impedisce di es-
ferma il primato della libertà d’espressione sere quel che vuole essere. Ovvio che i due s’innamorino
e della creatività, un binomio inscindibile. A e che lei alla prima occasione comprenda che lei e Guido
ben pensarci in Black Kiss si ritrovano unite non sono proprio fatti per stare l’una insieme all’altro. Una storia d’amore di
sia la tradizione pulp che quella dei “filmac- quelle che magari potevano finire in una canzone da antologia C86 (o C90).
ci” da 42esima strada. Tutto un mondo che Tutto minimale, come una ronde che gira intorno a pochi eventi e ancora
s’inebria di una purezza del tratto davvero meno fatti. Tutto quel che accade vive sotto la superficie con una furia tutta
impressionante. sua. Brualdi compone un’ode tardo slacker la cui precisione antropologica
GIONA A. NAZZARO è da manuale. L’autoironia è infatti la cifra principale di questo romanzo di
97/100 formazione comico e malinconico, proprio come certe canzoni di J. Mascis.
GIONA A. NAZZARO
72/100

112 | RUMOREMAG.COM
F U M E T T I P O S T E R-I D I A L E S S A N D R O B A R O N C I A N I E A L E S S A N D R O B E S S E LVA AV E R A M E

RUMOREMAG.COM | 113
A CURA DI
BANDALARGA TUT TO, O FORSE NIENTE S ERG IO MES S IN A
letto ri@sergio m essina . c om

TUTTO,
O FORSE
NIENTE
Banda Larga contiene 4000 frigo, è potenzialmente infinita. Poi c’è un problema di semplice
caratteri. Ogni numero di “Rumore” Come Wikipedia, Facebook (che volumetria che non riguarda
ne contiene circa 300mila. tiene tutto, di tutti gli utenti, da soltanto noi anziani. Oggi, grazie
Questa moltitudine di battute quando esiste), Google e pure il alla Rete, possiamo accedere a tutta
è divisa in aiuole, come questa mio sito, dove raccolgo gli articoli la musica presente e passata (in
pagina, ognuna delle quali ha dalle origini ai giorni nostri. È finito teoria). Infinita? Dipende: forse sì,
un limite di spazio invalicabile: ma difficilmente esauribile, salvo dato che non basterebbe una vita
le recensioni, le rubriche, ecc. essere miei stalker. per sentirla. Quindi questa musica
Qualche aiuola è variabile, ma la è solo potenzialmente illimitata,
rivista ha un senso anche perché In questo infinito si è spesso perso quello che la rende limitata
chi la fa calcola con cura e sapienza il senso della misura, utile in un siamo noi. Non solo perché non
l’aspetto quantitativo, sapendo contesto illimitato: ne sa qualcosa ascoltiamo 24/7, ma per dei fattori
di lavorare su un giornale che ha Piero Scaruffi, il cui sito senza fine culturali (c’è della musica bellissima
molte pagine ma non infinite. Tra è quasi inscalfibile. Oggi questa che non scoprirò mai perché non
molte e infinite c’è un passaggio sindrome riguarda tutti. Mi piace so che esiste) e una questione di
profondo: il confine tra finito e la recensione breve anche perché capienza. Su BitTorrent si trova un
infinito, tra qualcosa di possibile costringe chi scrive alla sintesi; file zip con l’intera discografia di
(leggere interamente questa rivista) poi vado su un blog musicale, Zappa (diverse centinaia di album)
e un’idea vaga, poco comprensibile magari seguendo un link, e ci trovo o, per i musicisti, 15mila suoni di
e probabilmente impossibile: un’analisi dell’ultimo di Caparezza rullante. Ma chi li vuole 15mila
l’infinito. A fianco dell’idea lunga 39.978 battute, cioè dieci rullanti? Come si distingue il 65 dal
oggettiva di Infinito (ammesso che pagine come questa. Mo’: io gli 12.769? Idem coi suoni di basso o
se ne possa avere una), ce ne sono voglio bene a Caparezza, ma non di bongo: me ne servono 4 buoni,
di personali, sociali, tecnologiche così tanto da leggere l’esegesi non migliaia, o peggio “accesso
e perfino commerciali: il concetto del disco frase per frase (con una illimitato a infiniti preset di suoni
di “illimitato” oggi è tra le parole punteggiatura inesatta). Certo, online”. No grazie, si vive una volta
chiave della pubblicità. nella vita ho letto testi assai sola.
più lunghi - ma su argomenti
C’è stato un momento tellurico complessi, ben meditati e scritti “Rumore” (e quasi qualsiasi altra
intorno a questo tema: l’arrivo in uno stile sensato. Per non dire cosa tranne la carta igienica, e
di Internet. Per noi che eravamo di Facebook: 7000 caratteri, la per alcuni la birra) ci piace anche
già grandi, la Rete è stata uno prendi larga, non si capisce cosa perché è finito e ben curato; infatti
spartiacque per mille ragioni, e vuoi dire, scrivi cose tipo “Leggete saggiamente lo è anche nelle sue
tra le più affascinanti c’è proprio fino in fondo, è importante!”: tutto versioni digitali - come qualsiasi
quella dell’idea di infinito. La sbagliato, eppure comunissimo. altro manufatto creativo che ci
domanda è semplice: la Rete è È il perdurante effetto dell’idea procura piacere. L’infinito non solo
finita o infinita? Anche la risposta di infinito (e la mancanza di un è impossibile ma, oltre a essere
è semplice, ma piena di significati: redattore capo nella capa): l’album noiosissimo, è spesso pari a zero.
la Rete è finita ma non calcolabile delle vacanze? 875 foto, tanto lo Alla faccia di Leopardi.
in assoluto. Non solo: la Rete è spazio è illimitato. E il maledetto
finita ma, a differenza del mio scrolling? Pure lui infinito.

114 | RUMOREMAG.COM
A Beginner’s Mind
sufjAn stevens & AngelO de Augustine
14 brand new songs • LP / CD / Digital

Out nOw
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