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Letteratura italiana
Origini:
1) dallo strambotto? [Biadene, 1888; Wilkins, 1959]
2) dalla cobla esparsa? [Menichetti, 1975; Antonelli, 1989]
3) Avalle (1990) sostiene che l’inventore del sonetto si sarebbe ispirato alle
teorie numerologiche medievali. Il sonetto è ripartito in due blocchi: uno
di otto e uno di sei, ogni blocco può essere ulteriormente suddiviso in
4+4 e 3+3. L’accoppiamento di 4 e di 3 è un accoppiamento diffuso nelle
teorie numerologiche e inoltre, il rapporto 4:3, corrispondente a un
intervallo di quarta, rinvia direttamente alla musica e alla teoria delle
proporzioni matematiche in quanto principio di perfezione spirituale.
4) Antonelli sostiene infine che il sonetto sia la risultanza di una tecnica
combinatoria sperimentata e definitivamente fissata da Giacomo da
Lentini.
Giacomo da Lentini, Chi non avesse mai veduto foco
forma strofica
In quanto la sua caratteristica fondamentale è di essere articolata
in strofe, di uguale lunghezza le une rispetto alle altre, i cui versi
possono essere di lunghezza diversa; i versi che compongono le
strofe devono ripetersi però nello stesso ordine e con lo stesso
schema di rime.
Dante, Dve II ix 2
«questo vocabolo è stato trovato ad esclusivo beneficio
della tecnica poetica, dando cioè, a quell’organismo in cui
fosse compresa tutta la tecnica della canzone, il nome di
stanza, vale a dire camera capace ossia ricetto della
tecnica tutta. Perché come la canzone è il seno che
accoglie tutto il pensiero, così nella stanza si insena tutta
la tecnica; e le stanze successive alla prima non possono
assumere alcun artificio tecnico nuovo, ma devono
rivestirsi esclusivamente di quelli usati dalla stanza
capofila» (trad. Mengaldo, 1979).
La stanza di canzone (2)
• Possiamo poi notare che nei piedi i vv. 1 e 3 rimano tra di loro (I
piede: rima a; II piede: rima d; e i vv. 2 e 4 del I piede (con rima
b e C) rimano con i rispettivi vv. 2 e 4 del II piede (rima b e C).
• Nelle volte i primi due vv. sono a rima baciata (ee / hh), il v. 3 è
in rimalmezzo con il v. 4 e il v. 4 della prima volta è in rima con il
rispettivo della II volta.
Elementi che caratterizzano la canzone antica sino a Guido Cavalcanti
1. scarsa presenza dell’endecasillabo e prevalenza del settenario;
2. l’impiego dell’endecasillabo è solitamente associato alla rimalmezzo;
Si tratta di una serie di poesie offerte alla donna amata, donna amata alla
quale viene concessa anche la ‘parola’ in un sottogruppo di sonetti in forma di
tenzone.
Le poesie sono legate da simmetrie, rimandi interni, parallelismi – formali e
contenutistici – ma non sono tenute insieme da una voce narrante che espone
una vera e propria storia dotata di un prima, di un durante e di un dopo.
Perizia tecnica e ricercatezza formale che si traducono in:
• Complessità metrica, sintattica e lessicale.
• Uso frequente di figure retoriche.
↓
trobar clus
Alcune caratteristiche del sonetto duecentesco
Pertanto…
Dolce
• sintassi piana
• lessico privo di oscurità e asprezze
• lingua curiale
• poesia priva di artifici retorici complessi
• ricorso a un ristretto codice poetico.
Ø sostantivi = mente, spirti, gentilezza, intelletto, figura;
Ø aggettivi = dolce, soave, sottile, gentile, angelico, vile.
Alcune caratteristiche dello Stilnovo
Metrica:
• Gli Stilnovisti iniziarono a incrociare le rime nella fronte del
sonetto (ABBA ABBA) e a rarefare il più arcaico schema a rime
alternate (ABAB ABAB)
• Per quanto riguarda la canzone (cfr. Dante, DVE):
Tematica:
• Predominanza della tematica amorosa, intrecciata con quella
dell’amicizia.
Dante e Cavalcanti. Elementi comuni della poesia giovanile
1. dichiarazione dell’impossibilità di esprimere compiutamente la lode
dell’amata;
2. descrizione dell’effetto che la donna produce sul poeta;
3. descrizione della fenomenologia delle emozioni e delle passioni.
La poesia di Cavalcanti
Assistiamo al trasferimento del discorso dall’esterno (la lode, la descrizione
della natura, il racconto degli eventi) all’interno (la descrizione dello stato
d’animo del poeta e l’incapacità della descrizione dell’effetto straordinario che
la donna ha sul poeta e su tutti: la poesia si svolge sempre di più in una
dimensione astratta.
Il poeta spinge il piede sul pedale filosofico, e così gli attori poetici divengono:
• l’anima del poeta;
• il cuore del poeta (che denota la capacità di provare amore);
• gli spiriti, ovvero le personificazioni dei fluidi sottili esalati dal sangue, che,
secondo la fisiologia antica, dirigono le funzioni vitali.
In Cavalcanti, e negli stilnovisti in genere, si assiste all’intensificazione dell’uso
della terminologia scientifica e filosofica.
Guinizelli vs Cavalcanti
Io vogliọ del ver la mia donna laudare Chi è questa che vèn, ch’ogn’om la mira,
ed asembrarli la rosa e lo giglio: e fa tremar di claritate l’âre
più che stella diana splende e pare, e mena seco Amor, sì che parlare
e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio. null’ om non pùo, ma ciascun ne sospira?
Verde river’a lei rasembro e l’âre, Deo, che rassembra quando li occhi gira!
tutti color di fior, giano e vermiglio, Dical Amor, ch’i’ nol savria contare:
oro ed azzurro e ricche gioi per dare: cotanto d’umiltà donna mi pare,
medesmo Amor per lei rafina meglio. ch’ogn’altra ver lei di lei la chiam’ ira.
Passa per via adorna, e sì gentile Non si poria contar la sua piagenza,
ch’abassa orgoglio a cui dona salute, ch’a lei s’inchin’ ogni gentil vertute,
e fa ’l de nostra fé se non la crede; e la beltate per sua dea la mostra.
e no lle pò apressare om che sia vile; Non fu sì alta già la mente nostra,
ancor ve dirò c’à maggior vertute: e non si posa ’n noi tanta salute,
null’ om pò mal pensar fin che la vede. che propriamente n’aviàm conoscenza.
Guinizelli vs Cavalcanti
Ø lode della donna
Ø passaggio da donna a essere divino
Ø saluto salvifico
Ø conseguenze benefiche della sua vista
Il poeta spinge il piede sul pedale filosofico, e così gli attori poetici
divengono:
Ø l’anima del poeta;