3)
1) HOTELLING. Due imprese che vendono un prodotto omogeneo sono localizzate agli estremi di
una strada in salita di lunghezza unitaria (x1=0, x2=1). I consumatori sono uniformemente
distribuiti lungo la strada e la funzione di costo di trasporto è lineare (Hotelling). Per tener conto
della pendenza della strada, si consideri un costo unitario di trasporto pari a 1 per un consumatore
che si muove verso destra e pari a 2 per un consumatore che si muove verso sinistra.
- Determinare la funzione di domanda di ciascun impresa
- Determinare l’equilibrio di Nash (prezzi, profitti) nel caso di competizione di prezzo, nel caso in
cui il costo marginale sia pari a 5 per entrambe le imprese.
I profitti sono pari a π1 = (19/3 – 5) 4/9 = 16/81 e π2 = (20/3 – 5) 5/9 = 25/81. L’impresa
localizzata nel punto più basso applica un prezzo più alto, ha una maggiore quota di mercato e
profitti maggiori dell’impresa collocata in cima alla strada.
2) ENTRATA. In un mercato, con domanda pari a: p=100-Q, esiste un’unica impresa che
fronteggia un potenziale entrante. L’impresa incombente e la potenziale entrante hanno la seguente
funzione di costo: C (qi)=500 + 20qi.
Si individui la soluzione ottimale (calcolando quantità prezzi e profitti delle imprese) per l’impresa
incombente tra le seguenti opportunità:
a) L’impresa non prende alcuna misura preventiva e lascia entrare la rivale. Le imprese decidono
simultaneamente la quantità;
b) L’impresa incombente, investendo una somma pari a 300, riesce a dimezzare il proprio costo
marginale. La rivale entra e le imprese decidono simultaneamente la quantità;
c) L’impresa incombente investe una somma pari a 1000 in modo da innalzare i costi fissi
dell’entrante e bloccare quindi l’entrata.
(Si consideri solo un periodo, quello dell’entrata del rivale)
3) COLLUSIONE. Sia data la seguente funzione di domanda P = 10-Q e due imprese che
producono q1 e q2 e competono simultaneamente usando come variabile strategica il prezzo.
Sapendo che oggi i costi marginali sono pari a zero e che da domani in poi i costi marginali saranno
pari a 2 per entrambe le imprese si determini il fattore di sconto oltre il quale conviene colludere. La
collusione è più facile o più difficile rispetto al caso standard?
L’equilibrio di Bertrand corrisponde ad un prezzo pari al costo marginale e a profitti pari a zero per
le due imprese. La collusione porterebbe a profitti di monopolio.
Nel caso di costo marginale pari a zero: R’= C’; 10-2Q=0; Q=5; P=5; π = 25, che le due imprese
dividono equamente.
Nel caso di costo marginale pari a due: R’= C’; 10-2Q=2; Q=4; P=6; π = 16, che le due imprese
dividono equamente.
La collusione è sostenibile se entrambe le imprese superano il seguente livello soglia del fattore di
sconto:
12.5 8 25 , cioè se > 0.61.
1
Ne consegue che, rispetto al caso standard, la collusione è meno probabile.
4) COLLUSIONE. Si ipotizzi che vi siano due imprese, A e B, che producono beni omogenei e
competono usando come variabile strategica il prezzo. Qual è il fattore di sconto oltre il quale
conviene colludere se l’impresa A ha una partecipazione di a% nell’impresa B? Come cambia la
risposta se anche l’impresa B ha una partecipazione di a% nell’impresa A?
I profitti collusivi sono maggiori dei profitti di scartellamento se
M 1 1 a
Impresa A: (1 a) M cioè se
2 1 2
M
1 1
Impresa B: (1 a) M (1 a) cioè se
2 1 2
Si evince che, rispetto alla situazione di assenza di partecipazioni, è più facile colludere per
l’impresa A, mentre per l’impresa B il fatto di non essere proprietaria al 100% è indifferente, perché
cambiano sia i profitti collusivi sia quelli di deviazione.
Nel caso di partecipazioni incrociate simmetriche, invece, il potenziale collusivo è maggiore
rispetto al caso di assenza di partecipazioni e rispetto al caso di partecipazione singola. Per tutte e
due le imprese:
M 1 1 2a
(1 a a ) M (1 a ) cioè se
2 1 2 2a
Sono corrette b, nel caso del modello di Rotemberg e Saloner (price wars during booms) e c, nel
caso del modello di Green e Porter (secret price cuts).
6) FUSIONI ORIZZONTALI
Si ipotizzi una struttura di mercato in cui ci siano tre imprese che producono un bene omogeneo e
competono effettuando scelte simultanee di quantità. La funzione di domanda è P = a – bQ e il
costo marginale è costante e pari a c per tutte le imprese. Si determini l’equilibrio (quantità, prezzi,
profitti) di Cournot. Si ipotizzi ora che due imprese procedono ad una fusione e che dopo la fusione
l’impresa risultate dalla fusione scelga la quantità per prima (il modello diventa sequenziale à la
Stackelberg). Si calcoli il nuovo equilibrio (quantità, prezzi, profitti) e si indichi se il paradosso
della fusione esiste anche in questa circostanza.
7) FUSIONI VERTICALI
Un monopolista nel mercato a monte (ingrosso) vende un prodotto a due oligopolisti nel mercato a
valle (dettaglio). I costi marginali del grossista sono costanti e pari a c. Il prezzo applicato dal
grossista è pari a r, non vi sono ulteriori costi per i dettaglianti, che applicano un prezzo finale pari a
p. Supponendo che la domanda dei consumatori sia pari a p = A – bQ e che i duopolisti competano
sul prezzo, si indichi la quantità prodotta, il prezzo e i profitti delle imprese nel caso di:
a) disintegrazione verticale
b) disintegrazione verticale e fusione tra i due dettaglianti.
c) integrazione verticale (il monopolista si fonde con i due dettaglianti)
a) Con concorrenza à la Bertrand a valle, il prezzo p coincide con il costo marginale r, e non c’è
il doppio ricarico. Imponendo A – bQ = r si ottiene la domanda per il grossista. Eguagliando il
ricavo marginale del grossista al suo costo marginale si ottiene la quantità venduta dal grossista:
A – 2bQ = c da cui Q = (A-c)/2b. Il prezzo all’ingrosso è pari a r = (A+c)/2 mentre il prezzo al
dettaglio è pari a p = r. I profitti sono pari a (A-c) 2/4b per il grossista e zero per i due
dettaglianti. La soluzione, per quanto riguarda quantità e prezzi è analoga a quella del
monopolista integrato sotto riportata (caso c), con l’unica differenza che qui abbiamo due
imprese a valle che hanno profitti nulli. In simil modo, il caso c) corrisponde al caso a) con la
differenza che non si possono identificare i profitti delle due imprese a valle (essendo il prezzo r
un prezzo di trasferimento).
b) Eguagliando il ricavo marginale del dettagliante (risultante dalla fusione) al suo costo
marginale: A – 2 bQ = r si ottiene la domanda per il grossista. Eguagliando il ricavo
marginale del grossista al suo costo marginale si ottiene la quantità venduta dal grossista: A
– 4bQ = c da cui Q = (A-c)/4b. Il prezzo all’ingrosso è pari a r = (A+c)/2 mentre il prezzo
al dettaglio è pari a p = (3A+c)/4. I profitti sono pari a (A-c) 2/8b per il grossista e (A-c)
2
/16b per il dettagliante.
c) Nel caso di integrazione verticale, occorre eguagliare direttamente il ricavo marginale nel
mercato a valle con il costo marginale a monte: A – 2 bQ = c da cui si ottiene Q = (A-c)/2b.
Il prezzo all’ingrosso è pari a r = c mentre il prezzo al dettaglio è pari a p = (A+c)/2. I
profitti dell’impresa integrata sono pari a (A-c) 2/4b, maggiori della somma dei profitti delle
due imprese disintegrate (caso b).