Sei sulla pagina 1di 5

Per il Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano

Anno Accademico 2018/2019

Corso di: Strumenti a Pizzico


Fondamenti di Storia e tecnologia dello strumento (codi/02)

1° Lezione 6 Dicembre 2019

a cura di Tiziano Rizzi

Argomento: Le Corde

Lo strumento musicale è un amplificatore (ma non solo) delle corde


Esso ha anche un suo valore intrinseco come lavoro artigianale ed artistico

Noi analizzeremo il periodo storico che va dal Rinascimento (fine del sec. XV) fino ai giorni nostri
(inizio del sec. XXI)

Nel Rinascimento le corde utilizzate per gli strumenti a pizzico erano in budello o in metallo

Che cos’è il budello?


Il budello è un prodotto ricavato dall’intestino di alcuni animali
L’intestino è la parte finale dell’apparato digerente e si divide in tenue e crasso.
E’ dal tenue che si ricavano le corde

Gli animali più idonei pare fossero gli agnelli da latte


Già nel Rinascimento vi erano questioni e problemi di carattere igienico– sanitario dato che, per la
lavorazione delle corde, occorreva pulire gli intestini stessi con vari bagni e lavaggi della materia
prima.
I cordai erano spesso relegati ai bordi delle città.

Le corde in budello venivano prodotte a mano, svuotando l’intestino tenue e torcendo su se stesso il
budello. L’intestino di un agnello da latte di pochi mesi produce una corda che ha uno spessore di
mm 0.38-0.40.

Con un capo si ha una corda da mm 0.38- 0.40 di spessore.


Se si torcono tra loro due capi si ottiene una corda da mm 0.52-0.55 di spessore.
Se si torcono tre capi si ottiene una corda da mm 0.65- 0.70 di spessore.
E cosi via, con quattro capi si ha corda da mm 0.74- 0.80 di spessore, con cinque capi si ha una
corda da mm 0.84- 0.90 di spessore, con sei capi si ha una corda da mm 0.92-1.02 di spessore.

Si producono anche corde con più di 20 capi, ovviamente lo spessore è notevole e per queste corde
si ha la necessità di avere una lunghezza vibrante piuttosto lunga al fine di avere un suono
gradevole.
La corda che doveva essere usata per il “cantino”, che è la corda più acuta di un liuto, veniva tesa
quasi al limite di rottura, cioè doveva essere accordata alla massima tensione, poco prima che la
corda si rompesse. Per gli altri ordini di corde la tensione era leggermente inferiore.

Per esempio, un liuto da accordare in sol (nota 1) con lunghezza vibrante di mm 600 poteva
all’incirca montare queste corde:

Sol 0.40 un capo 0,38


Re 0.51 due capi 0,52
La 0.63 tre capi 0,65
Fa 0.78 quattro capi 0,78
Do 1.04 cinque capi 0,84
Sol 1.40 sei capi 0,92

Come si può notare, l’accordatura per quarte (attorno a una terza) del liuto viene prodotta quasi
naturalmente dalle corde che erano a disposizione.

Le corde a disposizione nel Rinascimento erano numericamente poche ma di alta qualità. Lo


stratagemma usato dai liutai, per avere strumenti da accordare a diverse altezze era quello di
produrre strumenti di diverse dimensioni. Di seguito riporto uno schema di quali potrebbero essere
le lunghezze vibranti, e di conseguenza le dimensioni degli strumenti, possibili per avere una
gamma sufficiente. Michael Praetorius nel suo Syntagma Musicum, scritto negli anni 1620-30, dà
indicazioni di sette taglie per gli strumenti della famiglia del liuto.

sol mm 300 di lunghezza vibrante


re mm 400 di lunghezza vibrante
do mm 450 di lunghezza vibrante
la mm 540 di lunghezza vibrante

sol mm 600 di lunghezza vibrante

fa mm 670 di lunghezza vibrante


mi mm 710 di lunghezza vibrante
Re mm 800 (750) di lunghezza vibrante
Sol mm 1200(900) di lunghezza vibrante

Che cos’è il metallo?


Scientificamente, con il termine “metallo”, si indicano gli elementi chimici che, reagendo con
l’ossigeno, danno origine a ossidi basici.
Nel linguaggio comune il termine “metallo” si applica anche alle leghe metalliche (es. ottone,
bronzo ecc.)

Quindi, i metalli più comunemente usati per produrre le corde per strumenti musicali sono per
esempio: l’ottone, il ferro, l’acciaio, l’alpacca ecc. ma fu usato anche l’oro e l’argento.
Che cos’è l’ottone?
L’ottone è una lega di rame e zinco

Che cos’è il ferro?


Il ferro è un elemento, venne lavorato a partire dal primo millennio a.C.

Che cos’è l’acciaio( nota 2)?


L’acciaio è una lega relativamente giovane per la produzione di corde.

Le corde in metallo venivano prodotte con il metodo della “trafilatura” che consiste nel far passare
un sottile filo di metallo in fori sempre più piccoli fino ad ottenere lo spessore desiderato.

Ritorniamo al budello

Quando le corde sono troppo spesse difficilmente producono una sonorità soddisfacente.
A questo proposito, sono state ideate delle corde “appesantite”. Cioè delle corde che pur avendo
spessori contenuti potevano dare note più gravi appunto per la loro pesantezza (nota 3).
In questo modo, ma non solo per questa novità, il liuto aumentò la sua azione aggiungendo ulteriori
ordini nel registro grave e cioè per il 6°, 7° e 8° ordine

Un’ altra scoperta fu quella denominata “Catlines” e consiste nel torcere tra se due corde, in questo
modo si ottiene una corda molto più flessibile e sonora.

Per venire incontro sempre di più e meglio al registro grave, nelle prime decadi del ‘600, venne
escogitata la soluzione di allungare la lunghezza vibrante dei bordoni agganciandoli ad un secondo
cavigliere posto sulla tratta (prolungamento del manico) supplementare. Nacquero così gli arciliuti
(nota 4) che sono provvisti di una tratta che raddoppia circa la lunghezza dei bordoni rispetto alla
corde tastate.
Le tiorbe (o chitarroni), che sono gli strumenti più grandi della famiglia, sono talmente grandi che
hanno l’accordatura “rientrante”, cioè hanno il primo, o più comunemente il primo e il secondo
ordine, accordati all’ottava inferiore. In questo modo, la corda più acuta è la terza.

L’innovazione che rivoluzionerà la produzione degli strumenti a pizzico (ma non solo) è
l’introduzione delle corde “fasciate”. Cioè, alla corda di budello veniva avvolta una spirale
costituita da un sottile filo in metallo. In questo modo le corde erano sufficientemente pesanti per
produrre note gravi senza l’ausilio di allungare gli strumenti con le tratte. Quindi, dalla metà del
‘600 circa si ritornò a strumenti più compatti. L’innovazione delle corde fasciate è segnalata per la
prima volta in “Introduction to the skill of Musick” edito a Londra nel 1664.

La “scoperta – invenzione” delle corde fasciate è stata effettuata per le corde in budello ma venne
usata anche per le corde in metallo.

La produzione delle corde per gli strumenti a pizzico rimane questa fino al 1930 circa.
Fino a questo periodo le corde prodotte saranno in budello per le corde acute e in budello (o seta)
fasciato per le corde gravi.
Per quanto riguarda le corde in metallo, la situazione è analoga. Metallo nudo per le corde acute e
metallo fasciato per le corde gravi.
Una scoperta innovativa: il Nylon

Che cos’è il nylon?


E’ la più importante delle fibre poliammidiche scoperta nel 1930 dall’americano W.H. Carothers.
Questa fibra presenta caratteristiche molto particolari: è tenace, altamente elastica, resistente
all’abrasione. Non è facilmente infiammabile, non è attaccabile da tarme o altri insetti né da
microrganismi

Negli anni ’40 del secolo scorso iniziarono i primi esperimenti per utilizzare dei fili in nylon, di
spessore adeguato, come corde per chitarra.
Dopo una prima fase sperimentale, dagli anni ’60 entrarono prepotentemente sul mercato.
Lo standard di produzione prevedeva, e tuttora è così, che le prime tre corde fossero in nylon nudo
mentre per le tre corde più gravi venne utilizzata una parte centrale composta da seta di nylon con
un avvolgimento in metallo.

Riepilogo cronologico per le corde in Budello ( e poi nylon)

Budello
Budello appesantito
Budello Catlines
Budello fasciato

Nylon
Seta di nylon fasciata

Riepilogo cronologico per le corde in Metallo

Metallo (ottone, ferro, alpacca, acciaio…)

Metallo fasciato

Innovazioni successive

Per quanto riguarda la produzione di corde che hanno sostituito il budello, dopo gli anni ’60, sono
state utilizzate altre fibre. Il Perlon per esempio ma anche un’altra fibra identificabile con la sigla
Pvf. Infine, da una quindicina di anni, vengono anche utilizzate corde denominate Nylgut. La sigla
nylgut mette insieme le radici dei termini “nylon” e “gut”. Dove il termine gut sta per budello in
lingua anglosassone. Il peso specifico del nygut è molto vicino a quello del budello.

Per quanto riguarda la produzione delle corde in metallo, negli ultimi decenni, sono state messe in
produzione corde al “Bronzo fosforo”. L’utilizzo dell’acciaio e diventato sempre più frequente
compreso le corde in acciaio fasciato.

Infine, da qualche decade sono state riprese le produzioni di corde storiche in budello da utilizzate
per gli strumenti per la musica antica
Note
Nota 1
Oggi è sufficientemente chiaro che consideriamo il La a 440 Hz ma nel Rinascimento vi erano
notevoli differenze di altezze di suono correlate a questioni geografiche. Per esempio, l’altezza del
La a Venezia era considerevolmente più alta rispetto a Roma piuttosto che a Napoli.
Per esempio vedi:
Tiziano Rizzi, I liuti a sette, otto e dieci cori, Liuteria n.14, 1985, Cremona.

Nota 2
Col termine acciaio si indica genericamente una classe di leghe ferro –carbonio.
Con alto contenuto di ferro e con una percentuale di carbonio tra lo 0.02 % e circa il 2 %.
Quando il contenuto di ferro supera il 99,98 % si considera ferro puro.
Quando il contenuto di carbonio supera il 2,06 % si considera ghisa.

Nota 3
Le corde venivano appesantite immergendole in bagni di sali metallici

Nota 4
Piccinini scrive un trattato accreditandosi questa invenzione e cita “… per la tratta de li
contrabbassi”
Per esempio vedi:
Tiziano Rizzi, I liuti a quattordici cori, Liuteria n.16, 1986, Cremona.

Appunti preparati a corredo della lezione tenuta il 6 Dicembre 2019


per il Conservatorio “G. Verdi” di Milano

Tiziano Rizzi

Potrebbero piacerti anche