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SCUOLE, LAVORO!

Obiettivo: far fiorire le scuole per generare lavoro creativo, libero, partecipativo e
solidale. È un appello a progettare e partecipare, orientare e gestire il miglioramento
effettivo delle istituzioni scolastiche e del mondo del lavoro, a fronte di tanti giovani
che si trovano in situazioni di disagio e di esclusione, che non lavorano o non
studiano. Si vuole quindi riportare l’istruzione al centro del dibattito pubblico,
attraverso per esempio, delle riforme specifiche che vogliono incoraggiare alleanze
tra le diverse parti che compongono le società, affrontandone le difficoltà. scuole,
famiglia, università e organizzazioni lavorative designano gli ambienti educativi
fondamentali. In Italia la scuola è un teatro di riforme non stabili, che bisogna
definire sperimentando le proposte. Bisogna formare leadership partecipative e non
gerarchico-funzionali per le scuole e attività lavorative. la complessità di processi e
problemi richiede competenze multidisciplinari e responsabilità “affettiva” (i docenti
devono impegnarsi a trasmettere entusiasmo e combattere la dispersione scolastica).
Una possibilità molto interessante che stata inserita da pochi anni è quella
dell’alternanza scuola lavoro (legge 107/2015) per insegnare a vivere, costruire
un’alternanza efficace tra scuola, lavoro e università. Questa permette un movimento
di persone e consente il riconoscimento tra mondi diversi. Rende possibile
oltrepassare soglie, costruire metodologie di scambio e valutazione delle esperienze e
nuove opportunità sociali e culturali. Il significato del termine riforma chiama in
causa dimensioni tecniche e funzionali per offrire risposte adeguate ai problemi
emergenti, ma ancor più implica la competenza e la dedizione delle persone, la lealtà
e la capacità delle istituzioni a farsene carico. Possiamo quindi osservare che prima
ancora delle riforme, bisogna affrontare le questioni cruciali dell’educazione.
La prima tra queste è la qualità delle relazioni educative familiari; una cultura
educativa aperta al mondo del lavoro sorge e cresce nel vivo dei rapporti familiari e
deve poi essere sostenuta dall’esperienza scolastica. In un certo senso è il processo di
una vita.
La vocazione al lavoro e il lavoro come vocazione fanno parte e costituiscono una
dimensione della formazione umana. Vincere l’estraneità tra scuole e attività
lavorative è, quindi, un obiettivo trasversale e regolativo.
 SCUOLE!

La scuola è sempre stata un argomento di interesse pubblico, poiché non si è mai


sottovalutata l’importanza per la qualità della vita sociale e lo sviluppo integrale della
persona. L’educazione è un fattore decisivo per promuovere la giustizia, la pace tra i
popoli e la salvaguardia del pianeta. È doveroso quindi superare i possibili limiti della
scuola e fare di tutto per migliorarla. La scuola è sempre stata parte determinate della
storia delle diverse civiltà, sopravvivenza e progresso delle
società umane dipendono dalla capacità di trasmettere e di elaborare saperi utili, di
coltivare virtù
civili per costruire relazioni eque e solidali. Per la riflessione pedagogica, educare in
modo
consapevole significa conferire senso al futuro, infatti la scuola è considerata un
ponte tra le
generazioni umane.
È diffusa la persuasione che favorire l’acquisizione della capacità di apprendere,
lungo tutto l’arco
della vita, rappresenti il cuore di una società imperniata sulla conoscenza. Con
l’espressione
Learning society indichiamo una società che apprende ed ha al centro il sistema
dell’istruzione.
La scuola ha bisogno di leggi, di riforme e di risorse, di amministrazione attenta ed
efficiente, le
principali finalità che informano il disposto legislativo sono:
1. Affermare il ruolo centrale della scuola nella società
2. Innalzare i livelli di istruzione e le competenze degli studenti
3. Prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica
4. Realizzare una scuola aperta
5. Sperimentazione e innovazione didattica di partecipazione e di educazione alla
cittadinanza attiva
6. Garantire il diritto allo studio
Coloro che devono garantire tali diritti devono sentirsi cittadini della scuola.
È la dignità umana, la creatività e la promozione di comunità solidali ciò che
costituisce la scuola
ed anima la sua capacità di generare ricchezza e partecipazione sociale, culturale,
politica e
religiosa. Il problema più urgente da affrontare è quello della valorizzazione del
capitale umano,
del capitale di competenza e motivazioni esistente. Un processo riformatore, per
avere successo
deve “coinvolgere” chi deve portarlo a compimento e deve proporsi finalità
educative. Le scuole,
insieme alle famiglie e alle organizzazioni lavorative, designano gli ambienti
educativi
fondamentali e della relazione fruttuosa che l’individuo stabilisce in questi contesti di
vita. Ogni
riforma dovrebbe focalizzarsi sulla valorizzazione dell’alleanza scuola famiglia
lavoro,
affrontandone ambiguità e sfide culturali e socio-educative, giuridiche e religiose.
Un altro tema cruciale riguarda il sistema di monitoraggio e valutazione delle scuole
e quindi
verificare il loro effettivo funzionamento. Occorre riconoscere il pluralismo delle
visioni del mondo
e dei valori che soggiace all’istituzione di qualsiasi sistema valutativo.
Un ulteriore elemento fondamentale è costituito dalle giovani generazioni, per cui la
scuola
funziona. Le sfide di valore, di efficacia e di efficienza su cui le istituzioni formative
si confrontano
sono intrecciate a tali dinamiche. Le riforme delle scuole, di conseguenza, misurano
la loro
pertinenza al cambiamento del contesto socio-culturale. Imparare a vivere significa
per molti
bambini e ragazzi affrontare situazioni familiari complesse (conciliare compiti
educativi familiari e
attività lavorativa, prolungata permanenza dei giovani in famiglia ecc…). oggi i
legami familiari
modificano stereotipi e immagini convenzionali delle condizioni esistenziali
dell’apprendimento
scolastico. La scuola, essendo luogo di incontro tra coetanei, rappresenta luogo
cruciale di
socializzazione.
Il mondo digitale favorisce nuove modalità di imparare. La scuola si deve adattare a
questi nuovi
tipi di linguaggio. L’incapacità di adattamento sarà causa dell’aumento del livello di
dispersione
scolastica. Le modalità con cui si impara lungo tutto l’arco della vita si formano nei
primi anni
dell’esistenza e si sviluppano dando luogo a veri e propri stili di apprendimento. Oltre
che alle
discipline scolastiche i cittadini ripongono fiducia nella scuola per la trasmissione di
alcuni valori,
quali la speranza, la fiducia ecc… le ragioni per cui si impara devono costituire le
mappe, le
frontiere delle nostre scuole.
I media danno la sensazione che venga raccontato tutto quello che succede, in realtà i
media, nel
confezionare tale racconto del mondo “si muovono su logiche storicamente e
culturalmente
determinate, che implicano grosse sacche di disinformazione e grandi prismi di
deformazione di
ciò di cui si parla”. Le scuole sperimentano quanto sia strategico un pensiero e
un’azione
interculturali, nel segno del riconoscimento e della reciprocità che connotano il
dialogo tra
persone e culture. I media enfatizzano disagi e incomprensioni. Si pone alle
istituzioni formative,
quindi, un problema inedito di documentazione delle attività ad extra e, per taluni
aspetti, di
pubbliche relazioni (questioni economiche). Le scuole devono riuscire a comunicare
le cose vere e
importanti che realizzano nel modo più efficace e performante. Il discorso
pedagogico interpreta
vissuti, azioni e programmi delle scuole. Sottopone al vaglio critico gli stereotipi
alimentati dai
media. Esprime una capacità innovativa che si vale di una raffigurazione progettuale
e
immaginativa. La pedagogia come riflessione sul fare e sul migliorare la scuola
comprende la
ricerca del senso e del desiderio di imparare e di insegnare. La scuola vive in prima
linea i
problemi legati alla validità delle teorie didattiche, mentre dovrebbero porre più
attenzione a
questioni come la demotivazione scolastica o l’abbandono. La sfida di educare e di
educarsi ad una
società inclusiva impegnata a edificare senza posa istituzioni giuste. Lo scenario
globale nel quale
siamo chiamati a raccogliere tale sfida è contrassegnato da sconcertanti criticità.
Garantire a tutti i
bambini del mondo il diritto all’istruzione entro il 2030 è uno degli obiettivi per lo
sviluppo
sostenibile adottati dalla comunità internazionale nel 2015. Le scuole sono trai i
soggetti che
spezzano l’isolamento delle p0eriferie e creano rete, Intercultura e dialogo sono
parole che vanno
adeguatamente difese e sostenute tra politica e saperi pedagogici, economia e pratiche
formative.
Le scuole sono chiamate a dare voce all’entusiasmo degli allievi e al coraggio degli
insegnanti. LA
STANDARDIZZAZIONE SI DEVE INTRECCIARE CON L’ASCOLTO
DELL’ALTREO, LA NEGOZAZIONE DEI
SIGNIFICATI E LA COMUNICAZIONE CONDIVISA. Le scuole sono mondi
contenenti bisogni educativi
speciali e disagi. L’alternanza scuola lavoro università può attuare progetti di
emancipazione e
riscatto da condizioni di povertà e disoccupazione: “nel lavoro libero, creativo,
partecipativo e
solidale l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita”
 PEDAGOGIA DELLA SCUOLA. AVVENTURA E SCOPERTA DEL
MONDO
La civiltà umana ha individuato nel tempo svariate forme di trasmissione e di
elaborazione delle
conoscenze. Scurati nella pedagogia della scuola ha racchiuso quell’esperienza di
pensiero, attività
e istituzioni che rappresenta la più straordinaria impresa intergenerazionale. Le parole
speranza,
avventura, futuro indicano una prospettiva, un desiderio di senso che la possibilità di
imparare a
vivere.
Massa fa una riflessione su:
1. significati della scuola, che implica un ripensamento radicale dell’istruzione.
Secondo
lui la scuola del corpo e dell’avventura è tecnologica e luogo di iniziazione alle
professioni, a partire da esperienze di stupore e di scoperta del mondo. Cambiare la
scuola significa ritrovare il fascino e la passione di apprendere e insegnare.
2. Rapporto con i contesti di lavoro. Il rapporto con le realtà del lavoro contribuisce
in
modo essenziale a fare della scuola un campo di esperienza integrato con la comunità
sociale (vedi fattori crisi scuola).
3. Scuola che integri dimensione affettiva e processi cognitivi. questa è la pedagogia
della
scuola come avventura.
 PERSONE. DIRITTO ALL’ISTRUZIONE, INCLUSIONE
Tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile vi è quello di garantire a tutti i bambini
del mondo il
diritto all’istruzione entro il 2030. Attualmente circa 60 milioni di essi non frequenta
la scuola.
Negli ultimi anni gli aiuti internazionali, per questa questione sono diminuiti quasi
del 10%, di
conseguenza il segretario generale dell’ONU ha chiesto di definire un piano per
raggiungere
l’obiettivo cruciale di garantire l’istruzione primaria e secondaria a tutti i minori del
pianeta. Le
suole e l’inclusione delle giovani generazioni: questa è l’emergenza che richiede un
impegno
politico e sociale. Misurare la ripartizione dei fondi dedicati a questo obiettivo è una
questione
molto delicata. Acqua, cibo, istruzione, salute, legalità, energia sono i diritti su cui si
dovranno
misurare equità, efficienza ed efficacia della governance globale e dei correlati
sistemi educativi.
 CAPACITA’. DEDIZIONE, FONDAMENTO
Pensare alla scuola significa confrontarsi oggi con opinioni plurali. Di fronte alla
descrizione di un
quadro sconcertante delle condizioni di funzionamento e delle dinamiche di riforma
della scuola
italiana, Dutto premette la questione della capacità (qualità che le persone hanno in
diversa
misura). “essere capaci” indica una potenzialità dell’essere umano ed è qualcosa di
volontario. Le
organizzazioni sono dirette, composte da individui. Non si può raggiungere un fine se
manca il
proposito, l’impegno e la tensione verso uno scopo. Il temine capacità chiama in
causa il sapere, il
saper fare, l’esercizio e l’orientamento all’azione. Le nozioni di capacità, dedizione,
fondamento
interpretano il rapporto tra scuole, lavoro e vita come quell’insieme di legami
essenziali per una
progettazione esistenziale.
 RICERCA. METODOLOGIA, VALUTAZIONE
la scuola, e la sua rilevanza pubblica, è oggi sempre più collegata a rilevazioni
standardizzate
(INVALSI), queste rilevano gli apprendimenti con la raccolta di informazioni,
sempre tramite
questionario, in merito alla scuola, allo studente e alla sua famiglia, per consentire
un’analisi e
un’interpretazione dei dati più contestualizzata e attendibile. La ricerca, le procedure
di controllo e
di valutazione non possono assumere la maschera di un’oggettività formale. I numeri
vanno
sempre interpretati. Il trittico tematico ricerca, metodologia e valutazione non può
essere
separato dai tre valori cardine della pertinenza, dell’affidabilità, della validazione.
Tali prove non
possono essere utilizzate in modo disinvolto per finalità diverse, è rischioso utilizzare
le prove per
una valutazione esterna degli insegnanti. Indagini statistiche e metodologiche
valutative, devono
restituire il senso dalla ricerca educativa, contribuire a migliorare l’efficienza delle
prestazioni e ad
accrescere le conoscenze di sistema, indirizzando una maggiore quantità di risorse
per aiutare chi
fa più fatica.
 RESPONSABILITA’. RISCATTO SOCIALE, RELAZIONI
L’ultimo giurato di J. Grisham ha come valori “amore, sacrificio, disciplina, duro
lavoro,
incoraggiamento, fede in Dio e nella famiglia, ambizione, perseveranza”. Questo
libro tratta di
diverse questioni chiave come

La relazione educativa che orienta alla libertà e alla responsabilità che contrassegna
l’apprendimento tra esperienze di formazione e lavoro. La scuola infatti deve
promuovere
opportunità e funge da “ascensore sociale”
Nonostante le avanguardie disponibili per la scuola, non bisogna perdere di vista gli
obiettivi
principali, come costruire relazioni interpersonali improntate al rispetto reciproco e al
mutuo
aiuto. Solidarietà sociale e impegno educativo chiamano in causa la comprensione
attiva,
personale e critica. Ogni società è chiamata a progettare, gestire, sostenere scuole
capaci di
memoria, scuole come vie di accesso, maturazione e responsabilità al lavoro,
all’imprenditorialità.
La responsabilità dell’educazione è riconducibile all’intera comunità, per questo è
fondamentale
costruire relazioni educative che siano alleanze e favoriscano la positività interazione
tra le diverse
agenzie presenti sul territorio e le famiglie.
 MEDIA. CULTURA, CITTADINANZA
Il contesto in cui avviene la comunicazione è uno tra i temi “più complessi e
sfuggenti, per il
numero dei fattori da esso implicati e per il grado di fluidità che contraddistingue gli
spazi di
esperienza”. La crescente importanza dei media nell’ambito dei processi educativi
sollecita il
pensiero pedagogico. Ciò che l’homo sapiens è sollecitato a “provare” dalla
televisione, dal cinema
e dai new media non è in modo prioritario lo spirito critico. Oggi, nel rapporto tra
tecnologie di
comunicazione e strumenti di conoscenza non viene meno il significato
dell’intelligenza
simultanea, segnata, dalla capacità di trattare nello stesso tempo più informazioni ed
esemplificata dalle attività di fruizione dei new media. L’elaborazione della
conoscenza resa
attuale dai media non può essere rappresentata in modo semplicistico e lineare. I
media offrono
ambiti ed opportunità di scambio generalizzato dei saperi, di insegnamento e
apprendimento, di
riconoscimento autogestito, mobile e contestuale delle competenze. Le trasformazioni
introdotte
dai media sul modo di concepire la formazione rendono indispensabili ricerche e
scelte
appropriate per comprendere le questioni etico-educative e le potenzialità progettuali.
 EDUCAZIONE.ECONOMIA CIVILE, SAPERI
La scuola ambisce, a istruire e a formare, a liberare le potenzialità interiori, a
trasmettere e a
produrre conoscenza. Di conseguenza, bisogna fornire le condizioni e i dispositivi
idonei per
sostenere il dispiegarsi delle risorse personali.
Oggi il rapporto tra educazione e scuola individua un universo di discorso la cui
rilevanza non è
riconosciuta in modo adeguato. Prevale un’opinione secondo cui i l valore delle
istituzioni
formative coincide con il valore di mercato delle prestazioni professionali di coloro
che le
frequentano. Ai fini del discorso ricordiamo il nesso presente nella cultura greca tra i
due termini
mousikòs (uomo colto, uomo educato) e mousikè (attività umana, scientifica e
artistica in specie,
protetta dalle muse e oggetto di formazione).
Per riflettere sulla scuola, la pedagogia si interroga sui presupposti antropologici delle
concezioni
economiche oggi dominanti. Il discorso pedagogico sulla scuola, rivolto
all’elaborazione della
progettualità educativa, ha da sviluppare una comprensione adeguata delle peculiarità
dei
processi economici attuali. Bisogna, quindi, saper sfruttare in modo adeguato le
risorse
economiche in vista degli obiettivi educativi da perseguire.
Il rapporto tra la scuola e la cosiddetta economia civile designa un approccio alla
pratica e alla
teoria economica assai critico verso l’obiettivo tradizionale del self-interest,
individuato come il
principale criterio di razionalità dell’homo oeconomicus. Educare a una società
“civile” fa sì che il
valore economico sia interpretabile oltre il modello di profitto, per sviluppare beni e
servizi in cui
la relazione umana diventi una risorsa di produzione, distribuzione e consumo.
 FORMAZIONE. ORIENTAMENTO, SOLIDARIETA’
Il divario tra le popolazioni del mondo non è mai stato così profondo. La formazione
è oggi
chiamata in causa da quel complesso di fenomeni tecnologici, polito-sociali,
economici e culturali
comunemente denominato globalizzazione. L’importanza crescente che la sfera della
finanza sta
acquisendo nella vita economica ha da suscitare una rinnovata riflessione pedagogica
sulle
dinamiche in atto e sulle possibilità progettuali. Il compito di elaborare nuove
prospettive di
azione in questo ambito riguarda l’intera società civile e investe coloro che a vario
titolo si
occupano della sua formazione.
Un’autentica globalizzazione delle potenzialità educative si richiama ai principi di
equità e
solidarietà, congiunti a quelli di efficacia e efficienza. L’arrivo delle nuove
tecnologie, per esempio,
si indirizzano ad una formazione cognitiva rivolta a favorire l’acquisizione della
capacità di
apprendere sempre nuove abilità, lungo tutto l’arco della vita. Un processo
riformatore deve
ispirarsi a una ratio pedagogica che dia forma a nuovi assetti formativi. Se ci
preoccupiamo
dell’educazione, progettiamo la società futura e il futuro di una società più solidale.
Nella
prospettiva designata dalle linee guida nazionali per l’orientamento permanente,
viene ridefinito
l’assetto della transizione scuola lavoro con la proposta di un impegno di integrazione
sistematico
che va gestito tanto sul piano della governance politico istituzionale quanto su quello
tecnico
operativo. Da strumento a valore permanente nella vita di ogni persona,
l’orientamento configura
l’importanza strategica dell’accompagnamento educativo e dell’empowerment nei
processi di
scelta e decisione. Occupazione attiva crescita economica e inclusione sociale
appartengono a
“una comunità orientativa educante” a cui sempre tendere, di là da concezioni
mercantili e
utilitaristiche della formazione umana.
 VITA!
L’educazione segna ognuno fin dalla nascita, lungo tutto l’arco della vita. Imparare a
vivere ci pone
continuamente di fronte all’istruzione che abbiamo ricevuto in ambito familiare e
scolastico. La
scuola si misura continuamente con la sfida della costruzione dell’identità personale e
sociale,
dell’orientamento ai valori e alle scelte della vita. L’azione educativa costituisce un
testamento che
affida ai rapporti intergenerazionali disposizioni e valori perché sopravvivano
all’istante che fugge
e orientino il domani. L’educazione nell’epoca dei social media è talvolta scambiata
per
un’esperienza spettacolare ed effimera, un’immagine da contrassegnare con il
giudizio mi
piace/non mi piace. La ricerca del senso del vivere implica una sensibilità estetica,
quel valore
“formativo” della bellezza che allude l’espressione del gusto individuale e delle
differenze culturali.
La coscienza del senso estetico dischiude la possibilità di imparare qualcosa di
propriamente
inesprimibile, la possibilità dell’incontro con l’Altro. La bellezza rappresenta una
qualità propria
dell’aspetto esteriore di individui e cose, estranea all’ambito dell’esperienza
educativa. La persona
è chiamata a diventare parte attiva di una relazione fondamentale con il modo della
vita che la
sostenga e l’aiuti a governare con competenza i livelli di crescita a cui è chiamata nel
percorso di
sviluppo.
 FAMIGLIA. SOGLIA E DISINCANTO
La realtà ricca e complessa della famiglia costituisce il primo e fondamentale ambito
della
formazione umana. L’arricchimento personale e sociale che gli allievi possono
conseguire negli
ambiti educativi chiama in causa la verità dell’educazione etico-morale che attraversa
e congiunge
le relazioni familiari e scolastiche. La pedagogia della famiglia e della scuola sono
strettamente
connesse e cruciale è la comunità educativa che può instaurarsi nel dialogo trai più
relativi ambiti
di vita e di crescita umana diverse età dell’infanzia. Come la struttura della famiglia,
negli ultimi
trent’anni la combinazione delle diverse soglie di vita (ex fine studi) ha subito
un’alterazione,
appaiono così, sia sull’asse professionale del ciclo di vita sia sull’asse familiare, un
insieme di
situazioni intermedie la cui principale caratteristica consiste nel fatto di essere
socialmente
ambigue e di frontiera. Oggi, la mentalità giovanile prende sempre più le distanze da
quella degli
adulti. Si è instaurato un divario marcato fra etica personale ed etica sociale,
sicuramente alterato
dell’impatto sociale dei media. La responsabilità educativa delle famiglie e delle
scuole si misura
anche in ordine al fatto di costituire soglie, luoghi di costruzione e transizione,
disponibili
all’innovazione e al governo contenutistico e formale dei media, ambienti pervasivi
di invenzione e
proposta, di scenario e inclusione.
 OCCUPAZIONE. NEET E DISPERSIONE SCOLASTICA
Studio di A. Rosina dal titolo Neet. Giovani che no studiano e non lavorano, invita gli
attori
istituzionali, sociali ed economici a un cambio di atteggiamento nei confronti delle
nuove
generazioni. Individua 4 linee guida per affrontare uno dei più gravi problemi del
nostro paese:
1. Fare in modo che tutti concludano il percorso formativo 2. Consentire
l’acquisizione di competenze utili nella vita professionale 3. Favorire una presenza
attiva nel mercato del lavoro 4. Stimolare e sostenere l’imprenditorialità dei giovani
Il tema dell’occupazione si inserisce in un sistema ampio di misure che comprende in
modo
coerente l’orientamento formativo, l’integrazione scuola lavoro, la conquista
dell’autonomia e la
costruzione di basi solide per i progetti di vita.
Il fenomeno Neet richiede politiche attivanti e abilitanti, che rendano i giovani più
responsabili e
preparati. Si vuole favorire l’occupazione e diminuire la dispersione scolastica.
Difficoltà di
apprendimento e di relazione, ritardo nell’ingresso a scuola rispetto all’età, assenze
prolungate
alimentano quel processo dispersivo che favorisce il fenomeno dei giovani “non
educati”. Uno dei
principali rischi della scuola italiana è quello di scivolare più o meno rapidamente
verso una
condizione di irrilevanza e di sostanziale invisibilità. Gli investimenti nella scuola
diminuiscono, le
istituzioni scolastiche faticano a coinvolgere i giovani in un ruolo proattivo e tutto ciò
crea una
sorta di “rinuncianesimo”. Mentre il mondo del lavoro è schiacciato dallo scandalo
del lavoro
precario.
 C’ENTRA LA SCUOLA. DISAGIO, EQUITA’
Una scuola capace di accompagnare anche coloro che hanno più difficoltà, di
alimentare
motivazioni e competenze degli insegnanti coltiva la cultura professionale e si avvale
di
un’organizzazione articolata. La prevenzione del disagio e il contrato alla dispersione
si devono
attuare in una logica di continuità e sussidiarietà strategica. I docenti devono prendere
coscienza
del fatto che coloro che manifestano situazioni di disagio no è un di più, ma un
elemento
integrante della loro professione e questo non sempre avviene e le scuole non si
comportano
correttamente. Gli interventi devono essere centrati sulla valorizzazione delle persone
e sull’analisi
di esperienze, con l’attiva partecipazione delle istituzioni scolastiche. Gli insegnati
sono attori
fondamentali che devono prediligere il dialogo e la collaborazione. Il disagio fa da
anticamere
all’isolamento ed è compito della scuola evitarlo. Il tema dell’equità e del modo
migliore per
realizzarla costituisce un obiettivo di sistema ovvero coinvolge in modo regolativo
tutti gli attori
scolastici. La scuola deve puntare alla diminuzione delle disuguaglianze scolastiche
per influire
positivamente in termini di qualità di vita.
 RIFORME. SCUOLA, BENE COMUNE
Le riforme nel campo dell’istruzione devono affrontare il tema dell’equità. Il
riferimento principale
è quello relativo ai punteggi dei test internazionale e nazionali. L’apprendimento
però, è connesso
con situazioni reali e sfidanti che si attuano in modo irrepetibile e sempre diverso lo
sviluppo
personale sociale. Le strategie di gestione e le pratiche pedagogiche che concorrono a
rendere
l’esperienza scolastica più equa incidono a modellare la consapevolezza di ciò che è
desiderabile o
ingiusto e a sviluppare fiducia o sfiducia nelle istituzioni. Bisogna tenere conto dei
fattori
paradigmatici come:
1. La famiglia 2. Le risorse scolastiche 3. La stabilità della dirigenza e del corpo
docente 4. Il contesto territoriale
 INTERCULTURA, RICONOSCIMENTO, INTEGRAZIONE
I processi di globalizzazione hanno generato una molteplicità dei confini e concetti di
cittadinanza
e sovranità nazionale. È diffusa una visione consumista dell’essere umano che tende a
rendere
omogenee le culture e a sottovalutarne varietà e ricchezza. I saperi disciplinari e le
relazioni
umane sono in rapporto con ogni cultura, di per sé unica e circoscritta. Gli spazi sono
geometrici
costituiti da frontiere. La scuola può attuare un’azione interculturali, nel segno del
riconoscimento
di persone e culture. C’è bisogno di un luogo di incontro per valorizzare la matrice
identitaria. La
realtà quotidiana mostra come individui e istituzioni possono indulgere ad
atteggiamenti
etnocentrici, tollerare comportamenti ispirati a fondamentalismi. Vivere e insegnare
pratiche di
riconoscimento reciproco è l’unica via che permette di custodire il valore della
dignità umana.
 INSEGNANTI. STILE E TEAM
Insegnare è apprendere. La vita delle istituzioni formative e le scelte che le famiglie e
gli studenti
assumono riguardo alla scuola sono connesse con l’entusiasmo e l’impegno dei
docenti, con le loro
competenze e la dedizione ai rapporti interpersonali. Insegnare per vocazione
rappresenta una
realtà importante e diffusa. Insegnare costituisce un’esperienza trasformativa che si
svolge nello
spazio della prossimità. Bisogna avvicinarsi a coloro a cui ci si rivolge. Vi è quindi
una sfida alla
formazione continua. Un buon clima nel team docente è importante per costruire
relazioni umane
soddisfacenti e diventare una comunità che apprende. Le scuole sono edificate da
persone.
 ALLIEVI. SEGNO, ALTERNANZA
L’alternanza come segno di “contaminazione” tra mondi e dispositivi organizzativi
costituisce una
sfida educativa che ha al suo centro persone, aspirazioni e le loro richieste
occupazionali. Alla fine
della scuola secondario di secondo grado vi sono questi scambi di pratiche lavorative
che la scuola
deve monitorare (legge 107/2015). Ciò è utile per:
1. Formare competenze utili nell’apprendimento organizzativo 2. Percepire il lavoro
come risorsa culturale 3. Coinvolgere i giovani 4. Costruire in modo sistematico il
futuro della società
5. È una risorsa relazionale, educativa
Insegnare ed essere allievi si configura in una realtà globale dove educare allo
sviluppo
rappresenta luogo di decisioni e di azioni in cui il cittadino è attivo.
 PEDAGOGIA DELL’AMBIENTE
L’intervento umano favorisce il prudente sviluppo del creato. La necessità di
difendere il lavoro, di
sottolineare il valore e la dignità universalmente validi innerva il rapporto tra
formazione,
competenze e professionalità. L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio
dell’umanità e di
responsabilità di tutti. Pedagogia dell’ambiente e del lavoro, nella loro riflessività
critica sulle
pratiche formative, assumono il principio di uno sviluppo umano integrale. la realtà
dell’innovazione è congiunta con la natura profonda della scuola e del lavoro.
 LAVORO!
L’integrazione tra sistema educativo e mondo del lavoro va considerata come
essenziale per la
costruzione delle competenze e dei mestieri del futuro e orientare lo sviluppo umano
in modo
equo e solidale. La questione occupazionale richiede di migliorare la transizione
scuola- lavoro.

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