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Per: Ing. L. G., residente in R. (61037), via «« codice fiscale ««, rappresentato e
difeso dall·Avv. Mirco Minardi, giusta delega a margine del presente atto, ai fini della
presente procedura, presso lo studio dell·Avv. ««.;
Contro: Ministero della Giustizia, in persona del Ministro in carica, domiciliato in
L·Aquila, via Portici S. Bernardino, N. 2, presso gli uffici dell·Avvocatura Distrettuale
dello Stato, che lo rappresenta e difende ope legis,
In punto a: equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo civile n.
««. deciso dal Tribunale di Ancona con sentenza non notificata, depositata il ««...
'(
Preliminarmente all'esame del caso concreto, questa difesa intende fornire gli elementi di
diritto alla base della domanda, sulla scorta delle recenti sentenze della Corte di
Cassazione a Sezioni Unite (sent. n. 1338-1339-1340/2004).
Con le suddette sentenze, infatti, le Sezioni Unite, stante la particolare rilevanza della
materia ed i contrasti di giurisprudenza verificatisi all·interno della sezione I, hanno
fissato i seguenti importanti principi.
)'c./
Il processo de quo è durato in primo grado dal 30 aprile 1991 al 18 maggio 2005, data di
deposito della sentenza.
Attualmente sono ancora in corso i termini per proporre appello.
Complessivamente, dunque, esso è stato pendente per 4.979 giorni, come si evince dalla
seguente tabella:
UDIENZA RINVIO CAUSALE DEL RINVIO GIORNI
30/04/91 14/05/92 Rinvio presidenziale 227
14/05/92 10/12/92 Rinvio per assenza convenuto 210
10/12/92 04/05/93 Rinvio per richiesta termine 145
04/05/93 21/12/93 Rinvio per articolazione mezzi istruttori 231
21/12/93 24/05/94 Rinvio per fissazione udienza di pc 154
24/05/94 21/02/95 Rinvio per richiesta mezzi istruttori 273
21/02/95 23/01/96 Rinvio per richiesta termine 336
23/01/96 17/12/96 Rinvio per richiesta udienza di pc 329
17/12/96 21/01/97 Rinvio per richiesta mezzi istruttori 35
21/01/97 15/04/97 Rinvio per udienza di pc 84
15/04/97 22/03/02 Rinvio per la discussione 1802
22/03/02 02/10/02 Rinvio per assenza parti 194
02/10/02 23/01/03 Rinvio per trattative 113
23/01/03 22/02/03 Rin vio per richiesta termine 30
22/02/03 13/03/03 Rinvio per impedimento del giudice 19
13/03/03 16/10/03 Rinvio per trattative 217
16/10/03 14/05/04 Rinvio per assenza delle parti 211
14/05/04 30/06/04 Rinvio d·ufficio 47
30/06/04 30/09/04 Rinvio per pc 92
30/09/04 18/05/05 Deposito sentenza 230
TOTALE 4979
''''-'+'
'(*'
Una volta accertato che il processo ha avuto una durata irragionevole non imputabile alla
parte, la prova del danno, in base alla giurisprudenza della C.E.D.U. e delle Sezioni Unite
della Cassazione, è in re ipsa, salvo che circostanze del caso escludano in concreto
l·esistenza di detto danno.
Non vi è dubbio che il prolungarsi della pendenza del processo abbia prodotto
nell·attuale ricorrente una non trascurabile ansia e un patema d·animo.
Per quanto concerne le circostanze del caso concreto, appare evidente che il convenuto
non si è giovato affatto della lunga durata del processo, tutt·altro!!!
Il Sig. G. è, infatti, un libero professionista conosciuto e stimato per la sua preparazione,
correttezza e rettitudine, che si è visto protagonista, suo malgrado, di un processo durato
oltre 13 anni, in cui si metteva in dubbio proprio la sua professionalità.
Il processo ha rappresentato per l·odierno ricorrente fonte di preoccupazione, ansia e
stress, perché oltre a mettersi nel dubbio la sua professionalità si cercava di attentare
anche al suo patrimonio, con una richiesta di condanna tanto impudente quanto
imprudente, a cui il Tribunale ha reso però giustizia.
Il professionista ha vissuto per anni nell·ansia dovuta all·incertezza circa l·esito del
giudizio. Tali stati d·animo non possono non portare, come auspicato ad un risarcimento
del danno.
In proposito, va ricordato che la Corte europea, in due decisioni emanate il 19 febbraio
2002 e relative a ritardi della giustizia italiana, ha determinato l'equa soddisfazione per il
danno non patrimoniale nella somma di euro 10.000 per un giudizio di primo grado che
è durato poco più di otto anni (Sardo c. Italia) e nella somma di euro 8.000 per un
giudizio che è durato sette anni ed undici mesi (Donato c. Italia).
Tenendo in considerazione la giurisprudenza della Corte di Strasburgo sopra citata ed
essendo la durata irragionevole nel caso de quo di oltre 7 anni, si ritiene equo proporre
un indennizzo di 12.000,00 euro, tenuto anche conto della svalutazione monetaria nel
frattempo intervenuta dalla emanazione delle decisioni sopra citate, risalenti al 2002.
Alla luce di quanto sopra si rassegnano le seguenti
Una volta accertato che il processo ha avuto una durata irragionevole non imputabile alla
parte, la prova del danno, in base alla giurisprudenza della C.E.D.U. e delle Sezioni Unite
della Cassazione, è in re ipsa, salvo che circostanze del caso escludano in concreto
l·esistenza di detto danno.
Non vi è dubbio che il prolungarsi della pendenza del processo abbia prodotto
nell·attuale ricorrente una non trascurabile ansia e un patema d·animo.
Per quanto concerne le circostanze del caso concreto, appare evidente che il convenuto
non si è giovato affatto della lunga durata del processo, tutt·altro!!!
Il Sig. G. è, infatti, un libero professionista conosciuto e stimato per la sua preparazione,
correttezza e rettitudine, che si è visto protagonista, suo malgrado, di un processo durato
oltre 13 anni, in cui si metteva in dubbio proprio la sua professionalità.
Il processo ha rappresentato per l·odierno ricorrente fonte di preoccupazione, ansia e
stress, perché oltre a mettersi nel dubbio la sua professionalità si cercava di attentare
anche al suo patrimonio, con una richiesta di condanna tanto impudente quanto
imprudente, a cui il Tribunale ha reso però giustizia.
Il professionista ha vissuto per anni nell·ansia dovuta all·incertezza circa l·esito del
giudizio. Tali stati d·animo non possono non portare, come auspicato ad un risarcimento
del danno.
In proposito, va ricordato che la Corte europea, in due decisioni emanate il 19 febbraio
2002 e relative a ritardi della giustizia italiana, ha determinato l'equa soddisfazione per il
danno non patrimoniale nella somma di euro 10.000 per un giudizio di primo grado che
è durato poco più di otto anni (Sardo c. Italia) e nella somma di euro 8.000 per un
giudizio che è durato sette anni ed undici mesi (Donato c. Italia).
Tenendo in considerazione la giurisprudenza della Corte di Strasburgo sopra citata ed
essendo la durata irragionevole nel caso de quo di oltre 7 anni, si ritiene equo proporre
un indennizzo di 12.000,00 euro, tenuto anche conto della svalutazione monetaria nel
frattempo intervenuta dalla emanazione delle decisioni sopra citate, risalenti al 2002.
Alla luce di quanto sopra si rassegnano le seguenti
''
Piaccia alla Corte di Appello adita, accertata la durata irragionevole della causa iscritta al
n. 1193/91 dei registri della cancelleria civile del Tribunale di _______, e così violato
l·art. 6 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell·Uomo e delle libertà
fondamentali, condannare il Ministero di Grazia e Giustizia, in persona del Ministro pro
tempore, a corrispondere in favore del ricorrente la somma di euro 12.000,00, oltre
interessi dal dovuto, o in quella maggiore o minore ritenuta di giustizia, a titolo di equa
riparazione del danno non patrimoniale subito. Con vittoria di spese di lite. Il presente
procedimento è esente dal contributo unificato.
'
Avv. ________
?