Composto per un totale di 14 libri. Prima di introdurre il terribile periodo oggetto dell'opera
(sommosse, quattro imperatori uccisi, 3 guerre civili, guerre esterne), Tacito si sofferma sul
proprio ruolo di storico. Diversamente da quegli scrittori che narravano la storia
contemporanea, Tacito non è stato perseguitato dai regnanti del suo periodo e quindi può
garantire al lettore un'esposizione dei fatti imparziale. Nelle Historiae, l'anno 69 rappresenta
il centro della storia. Dopo la morte di Nerone, la crisi politica e militare aveva inaugurato
una nuova epoca, a cui la classe senatoria incarnata nel VECCHIO GALBA non aveva
saputo far fronte; ne deriva l'affermazione dei Flavi. Allo stesso modo, la crisi prodotta dalla
morte di Domiziano avrebbe potuto degenerare in una nuova tirannide se fosse ancora
prevalsa una linea politica reazionaria e in seguito non fosse accolta l'adozione di Traiano da
parte di Nerva.
Il progetto originale avrebbe dovuto trattare il periodo dalla morte di Augusto fino alla morte
di Nerone. È un racconto diviso in due spezzoni:
● dalla morte di Augusto a quella di Tiberio,
● dal regno di Claudio e buona parte di quello di Nerone.
Tacito utilizzò una pluralità di fonti; si confrontò con tradizioni orali e testimonianze dirette,
consultò documenti, lettere private e si attinse alle raccolte ufficiali dei discorsi degli
imperatori.
Tra queste fonti menziona gli acta senatus e gli acta diurna populi romani. I primi riportavano
i verbali delle riunioni del Senato e i testi delle sue deliberazioni e successivamente anche i
discorsi degli imperatori. I secondi riportavano notizie della vita politica, attività giudiziarie,
cronaca cittadina (matrimoni, inaugurazioni) ma anche curiosità. Tacito, in apertura agli
Annales, rivolse il suo sguardo alle origini di Roma, per toccare alcuni nomi significativi del
potere assoluto: Pompeo, Giulio Cesare e Antonio. Questa prospettiva di conclude con
Augusto, l'ultima grande personalità, la cui storia fu raccontata con obiettività.
L'obbiettività ha spinto Tacito ad occuparsi del periodo storico degli imperatori della gens
Giulio-Claudia, solo con la scelta di soggetti lontani nel tempo era possibile un giudizio
obiettivo.
La scelta della forma annalistica, permette da Tacito di ricollegarsi al grande modello di
Livio, che aveva raccontato tutta la storia di Roma. Nella struttura annalistica secondo la
consuetudine liviana, inserisce a conclusione del singolo anno il resoconto dei prodigi e dei
segni divini che lo hanno caratterizzato. Nella struttura annalistica di Tacito vi sono eccezioni
e deroghe: fattore di variazione è la suddivisione dei libri. Rispetto alle Historiae, gli Annales
su pongono in una "dimensione collettiva, corale", in quanto si concentrano sulle personalità
di Tiberio, Claudio e Nerone, studiate con sguardo psicologico. Un ritratto particolarmente
studiato è quello di Seneca, descrivendo con ricchezza di dettagli le ultime ore e la fine.
Altra figura ritratta di "personaggi paradossali" è quella di Petronio. Negli Annales le virtù
romane sono rappresentate da uomini lontani dalla corruzione della corte imperiale. I tratti
del tiranno invece sono incarnato da Nerone.