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SBOBINA 22/04/2021

(disturbi di memoria e agnosie)

L’ultima volta ci siamo lasciati con la valutazione della memoria a lungo termine verbale o memoria
anterograda verbale.
Una delle prove più utilizzate per valutare invece l'eventuale presenza di deficit della memoria a
lungo termine spaziale è l'apprendimento sopra span spaziale che viene sempre effettuato tramite
il test di corsi (che abbiamo già visto nell'ambito della valutazione della memoria a breve termine
spaziale) lo stesso materiale può essere utilizzato anche per la valutazione della componente a
lungo termine, ma ovviamente le modalità di somministrazione sono differenti perché stiamo
valutando due diverse tipologie di memoria infatti:

 per la valutazione della memoria a breve termine spaziale si chiede al paziente di toccare
subito dopo di noi sequenze crescenti di cubetti;
 per la valutazione della memoria a lungo termine spaziale invece l'esaminatore presenta al
paziente una serie fissa di 8 cubetti che deve riprodurre subito dopo ogni presentazione
fino al raggiungimento del criterio di apprendimento.
Che cos'è criterio di apprendimento?
È l'esatta riproduzione della sequenza per 3 volte consecutive per un massimo di 18 prove. in
queste 18 prove il soggetto deve raggiungere il criterio di apprendimento, perché soltanto nel
momento in cui viene raggiunto il livello di apprendimento e quindi nel momento in cui siamo
certi che la persona abbia compreso il compito che sta affrontando, possiamo poi fare il
richiamo differito. Quindi dopo 5 minuti in cui impegniamo il paziente in attività distraenti, che
in questo caso saranno di tipo verbale, in quanto non dobbiamo impegnare il paziente in
attività distraenti che possono creare interferenza con il materiale appreso.
Trascorsi i 5 minuti si chiede al paziente di riprodurre in autonomia la serie di 8 cubetti che ha
appreso in precedenza; se il paziente nel massimo delle 18 prove consentite non riesce a
raggiungere il criterio di apprendimento non avrebbe assolutamente senso fare il richiamo
differito in quanto quest’ultimo e l’intera la memoria a lungo termine consiste nel rievocare dai
magazzini di memoria informazioni precedentemente appese, ma se queste informazioni non
sono state apprese ovviamente il paziente non sarà in grado di revocarle nel compito di
memoria differita quindi per una valutazione di tipo qualitativo posso farlo Però ovviamente
non ha valenza poi a livello quantitativo perché se non ha appreso ovviamente non riuscirà
nemmeno a riprodurre la sequenza dei cubetti.

Un altra delle prove più utilizzate per valutare la memoria a lungo termine spaziale è
la rievocazione differita della figura complessa di Rey.  

La prima parte del test consiste nel chiedere al paziente semplicemente di copiare la figura, questa
figura complessa stampata su un foglio A4 viene posta di fronte al paziente, un altro foglio A4
viene posto in corrispondenza della figura e si chiede al paziente di copiarla.
Passano 15 minuti in cui si impegna il paziente in attività distraenti di tipo verbale e poi gli si
chiede di disegnare cosa ricorda della figura complessa che ha copiato in precedenza. Questa
figura è composta da 18 elementi ad ognuno dei quali viene attribuito un punteggio che va da 0 a
2 e questo viene fatto sia per la rievocazione immediata, quindi per la copia che il paziente
produce, sia per l'imitazione differita ovvero per il disegno a memoria della figura complessa.
Ci sono anche delle prove specifiche che vengono utilizzate per valutare la memoria
autobiografica; una di queste è proprio

l'intervista di memoria autobiografica:


Al Soggetto viene spiegato che si tratta di un test di memoria, che la prova è più difficile di quanto
sembri e che dovrà sforzarsi di recuperare ricordi lontani. Le domande, divise in gruppi di 5, per tre
periodi della vita, vengono poste colloquialmente e l'enfasi viene sempre posta sull'aspetto
mnestico ("riesce a ricordare .?") e sulla caratteristica narrativa della risposta ("provi a raccontarmi
."). Ogni tendenza alle generalizzazioni deve essere scoraggiata. Non vi sono limiti di tempo per le
risposte, che possono essere corrette quante volte il Soggetto vuole. Si assicura il Soggetto della
segretezza della narrazione. L'Esaminatore si sforza (eventualmente ricorrendo a richieste di
precisazioni supplementari) di ottenere una risposta con un contenuto definito e con il maggior
numero possibile di dettagli. Se ad una domanda dell'inchiesta vengono dati più eventi biografici si
sceglie tra quelli che hanno ottenuto il punteggio più alto. L'intervista viene somministrata due
volte a distanza di una settimana l'una dall'altra, possibilmente dallo stesso esaminatore; è
fondamentale l'utilizzo di un registratore per evitare di perdere qualche dettaglio rilevante. Dopo
la prima intervista al soggetto, occorre verificare con un familiare dello stesso la veridicità degli
eventi riportati (in una o più sessioni a parte con il familiare - non in presenza del soggetto). Prima
di procedere con l'intervista l'esaminatore deve essere certo che il soggetto abbia ben chiaro a
quale periodo temporale della sua vita ci si sta riferendo: prima di ogni domanda l'esaminatore
ricorda al soggetto di quale periodo della vita si sta parlando e a cui deve far riferimento per dare
la risposta. Talvolta vengono date delle domande alternative: sarà l'esaminatore che dovrà
decidere quale porre rispetto al soggetto.
Si chiede al paziente di rievocare un episodio di quando era bambino, di quando andava a scuola,
di ricordare la casa in cui abitava da bambino, ed episodi accaduti in quella casa, informazioni
relativamente a membri della famiglia ed episodi che hanno coinvolto membri della famiglia e per
ciascuno di questi domini viene attribuito un punteggio. Poichè la memoria autobiografica è una
tipologia di memoria che contiene informazioni relative al se e in alcuni soggetti può essere
compromessa proprio in maniera selettiva questa tipologia di memoria.
Un altro test che esplora sempre la memoria autobiografica che anche uno dei più utilizzati è
quello di Crovitz-Schiffman:

 
Abbiamo detto che oltre a valutare la memoria anterograda e anche necessario esplorare il
funzionamento della memoria retrograda ed esiste un questionario di memoria retrograda in cui al
paziente vengono lette alcune domande e possibili risposte relativamente ad eventi che si sono
verificati in specifici quadrienni quindi 1982/85 78/81 e così via.

Qui ci sono degli esempi di domande che vengono utilizzati per la valutazione della memoria
retrograda nel quadriennio 1982-1985. Però questa tipologia di test che viene proposta per la
valutazione della memoria retrograda non da sempre un'indicazione affidabile dell'efficacia della
memoria dei retrogada in quanto si tratta di un test che prevede che si abbiano delle conoscenze
culturali particolarmente elevate, quindi se somministriamo questo test ad una persona che ha un
livello culturale basso o anche medio otterremo dei punteggi deficitari, ma non perché quella
persona ha dei deficit di memoria retrogada, ma per il livello culturale. Quindi ci sono sicuramente
dei grossi problemi nel valutare l'efficacia della memoria retrograda dei nostri pazienti in maniera
quantitativa e standardizzata quindi tramite dei test neuropsicologici, perché di test
neuropsicologici che valutano la memoria retrograda sono influenzati tantissimo dal peso
culturale. Quindi, quando non è possibile utilizzare questi strumenti neuropsicologici, l'unico altro
metodo che abbiamo a disposizione è quello di fare al paziente delle domande specifiche che
riguardano la sua vita passata e poi confrontare queste risposte con quelle che ci vengono date da
un familiare. Ovviamente con una valutazione di questo tipo non sempre otteniamo un punteggio
quantitativo, ma possiamo soltanto descrivere in maniera qualitativa il funzionamento della
memoria retrograda del nostro paziente.

BATTERIE «GLOBALI» PER LA VALUTAZIONE DELLA MEMORIA


Una di queste è la wechsler memory scale in cui vengono proprio esplorati tutti i diversi
Domini della memoria ed è addirittura possibile ottenere un vero e proprio quoziente di memoria
che poi è possibile anche confrontare con il quoziente intellettivo generale. Ovviamente
trattandosi di una batteria globale per la valutazione della memoria non ci dà indicazione specifica
del funzionamento di tutte le varie tipologie di memoria. Ad esempio non è possibile valutare
tramite questo test la memoria autobiografica, però è una batteria globale abbastanza utile che
può essere utilizzata nel caso in cui non vogliamo somministrare al paziente una batteria
neuropsicologica così estesa per quanto riguarda il funzionamento delle abilità mnestiche perché
supponiamo non ci sia una compromissione in quell’ambito e quindi vogliamo risparmiare tempo e
decidiamo di somministrare una batteria globale anziché singoli test neuropsicologici per valutare i
singoli domini che afferiscono alla memoria. ovviamente però l'attendibilità delle informazioni che
otteniamo tramite una batteria globale è sicuramente inferiore al dettaglio e alla quantità delle
informazioni che otteniamo somministrando singoli test neuropsicologici specifici per ciascun
dominio della memoria.
Altra batteria globale che è possibile ritrovare in letteratura è:

Rivermead Behavioural Memory Test (RBMT)


il lato positivo di questa batteria è che si compone anche di compiti ecologici.
Ad esempio si nasconde un oggetto all'inizio della prova e poi alla fine della somministrazione
della batteria si chiede al paziente dove è stato nascosto l'oggetto; quindi ottimo lato positivo di
questa batteria è che consente anche una valutazione al livello ecologico delle abilità mnestiche.
adesso ci rimango due condizioni che sono l'amnesia globale transitoria e la amnesia post
traumatica. Abbiamo parlato già della amnesia globale e abbiamo detto che consiste sia nell’
incapacità di rievocare informazioni del passato sia nelle capacità di apprendere nuove
informazioni.
Questa condizione può essere anche una condizione transitoria e quindi configurare il quadro di
amnesia globale transitoria, quest’ultima generalmente ha un esordio improvviso e un quadro
clinico molto simile a quello dell’amnesia globale. il paziente non riesce più ad apprendere nuove
informazioni né riesce a rievocare informazioni precedenti; ci sono dei criteri specifici per fare la
diagnosi di amnesia globale transitoria e distinguerla quindi dall'anestesia globale permanente.
I criteri per fare diagnosi di amnesia globale transitoria sono:
1. La durata deve essere inferiore alle 24 ore;
2. L’attacco deve essere riportato da un osservatore attendibile che abbia assistito alla
maggior parte dell’episodio;
3. Deve esserci una netta amnesia anterograda; (quindi incapacità di apprendere
nuove informazioni)
4. Non devono esserci riduzioni dello stato di coscienza, perdita dell’identità personale
e altri disturbi cognitivi;
5. Non devono essere presenti segni neurologici focali;
6. L’episodio non deve essere stato preceduto da crisi epilettiche o essere conseguenza
di un trauma cranico

Amnesia post-traumatica: i traumi cranici accompagnati da perdita di coscienza provocano uno


stato confusionale variabile per durata da pochi minuti ad alcuni giorni o settimane. L’amnesia post-
traumatica si riferisce ad un periodo di durata variabile in cui il paziente è confuso, disorientato,
soffre di amnesia retrograda e non riesce ad apprendere nuove informazioni. Quindi l'amnesia post-
traumatica è una specifica forma amnesia che segue un trauma cranico.
AMNESIA PSICOGENA
Condizione caratterizzata da una forma di amnesia retrograda isolata con origine psicogena. (non
c’è amnesia anterograda) Essa è caratterizzata dalla perdita dell’identità personale e
l’amnesia retrograda è selettiva e a volte limitata a un evento o periodo particolare che si
risolve spontaneamente. La memoria semantica è preservata. psicogena non si accompagna a
nessuna tipologia di lesione cerebrale Ma è un amnesia che ha solo ed esclusivamente un’ origine
di tipo psicologico. Quindi non ci sono danni cerebrali che possano spiegare l'insorgenza di questa
tipologia di amnesia.
Cosa succede se viene danneggiata non la memoria episodica ma la memoria semantica?
Se viene danneggiata in maniera selettiva la memoria semantica insorge la cosiddetta demenza
semantica.
La Demenza Semantica 
 È una patologia degenerativa che risulta dalla degenerazione delle aree che
sottendono la memoria semantica (regione inferiore e laterale del lobo temporale).
L’essenza del disturbo consiste nella perdita delle conoscenze relative ai concetti, agli
oggetti, alle persone, ai fatti e al significato delle parole. 
 Il disturbo iniziale è caratterizzato da anomie (difficoltà a recuperare i nomi delle
cose o delle persone) cui si aggiunge una difficoltà a comprendere il significato delle
singole parole.
Gli aspetti del linguaggio che non richiedono la semantica (fonologia e sintassi) sono
risparmiati. 
 Anche le capacità di Memoria Episodica e di Memoria a Breve Termine sono
risparmiate. Questi soggetti sono in grado di ricordare episodi che gli accadono ma non
gli eventi pubblici che appartengono alle sue conoscenze enciclopediche. 

Il test per valutare la memoria semantica è


TEST PIRAMIDI E PALME (Gamboz et al., 2009) 
 Versione Immagini – Versione parole:  52 tavole con tre immagini/parole, la
prima immagine/parola è lo stimolo e il soggetto deve scegliere quale delle altre due ha
un legame più forte con lo stimolo. Viene chiesto al paziente di fare un’associazione
semantica e se è affetto da demenza semantica non riesce in questo compito perché
viene persa la conoscenza del significato degli oggetti.

LA MEMORIA PROSPETTICA
La memoria prospettica non rientra nel classico schema del modello multicomponenziale della
memoria perché è un costrutto di più recente formulazione e che sta ricevendo una grandissima
attenzione negli ultimi anni. La memoria prospettica è la memoria del futuro quindi è la capacità di
ricordare di mettere in atto un'intenzione pianificata al momento opportuno e solitamente
vengono distinte due diverse componenti della memoria prospettica:
 Memoria prospettica time-based (basata sul tempo, fa riferimento alla capacità di
ricordare di mettere in atto un'intenzione pianificata al momento opportuno ad esempio è
un esempio di memoria prospettica da Invest Ricordarsi di assumere ogni giorno le
medicine alle 5 del pomeriggio)
 Memoria prospettica event-based (basata sugli eventi è la capacità di ricordare di
mettere in atto un’intenzione pianificata quando l'ambiente lo richiede quindi in
funzione di uno stimolo ambientale ad esempio ricordare di prendere le medicine prima
di andare a letto)
Queste due componenti della memoria prospettica possono essere danneggiate in maniera
selettiva in un paziente quindi possiamo trovare pazienti che hanno deficit della memoria
prospettica time-based e pazienti che hanno deficit della memoria prospettica event-based e
pazienti che invece presentano un deficit di memoria prospettica a carico di entrambe le
componenti.
per quanto riguarda i correlati neurali della memoria prospettica in linea generale questa funzione
cognitiva viene fatta risalire alla corteccia prefrontale rostrale quindi alla corteciccia prefrontale
anteriore generalmente la memoria prospettica viene misurata utilizzando dei compiti ecologici
perché se ci pensate ricordare di mettere in atto un'azione pianificata sono comunque delle azioni
che noi mettiamo in atto nella vita di tutti i giorni anzi tutte le nostre attività della vita quotidiana si
basano sulla loro messa in atto in uno specifico momento oppure all'occorrenza di uno specifico
evento esterno.
Però se vogliamo misurare in maniera quantitativa in funzionamento della memoria prospettica di
un paziente Ci sono stati messi a disposizione degli strumenti neuropsicologici e quello più
utilizzate e conosciuto è il
Memory for Intentions Screening Test (MIST)
 Esso prevede dei compiti che richiedono l’esecuzione ritardata dell’azione
pianificata, interrompendo il compito on-going che si sta svolgendo e che funge
da distrattore 

 8 differenti compiti di memoria prospettica (4 time-based e 4 event-based)

 Il punteggio assegnato ad ogni item del test varia da 0 a 2. Il punteggio totale va da 0
a 48; più il punteggio è basso più risulta indice di compromissione della memoria
prospettica.

viene posto di fronte al paziente un cronometro che sincronizzato con il cronometro
dell'esaminatore, questo test si compone di quattro compiti di memoria prospettica Time- based e
4 compiti di memoria prospettica event-based e per tutta la durata del compito il soggetto viene
impegnato in un'attività distraente e solitamente sono quei compiti di ricerca di parole che si
ritrovano anche nella settimana enigmistica. Primo compito di memoria prospettica time-based
“tra 15 minuti per favore mi chieda di fare una pausa” il paziente deve guardare il suo cronometro
e si deve ricordare dopo 15 minuti di chiedere al all’esaminatore di fare una pausa.  E così via per il
resto del test mostrato sotto.
 

Se il paziente si dimentica del compito?


Non si forniscono indicazioni al paziente, e se il paziente dovesse dimenticarsi si segna l’item come
un errore e si va avanti con la somministrazione degli altri compiti.
Se prendiamo in considerazione un invecchiamento sano, quali sono le abilità di memoria che
vengono perse o compromesse più facilmente dall’invecchiamento naturale?
La Working Memory quindi l'anziano perde la capacità di tenere a mente le informazioni a breve
termine e di manipolarle e soprattutto un altro deficit classico di memoria che si riscontra negli
anziani è proprio quello della memoria prospettica. Quindi working memory e memoria
prospettica sono le componenti della memoria che vengono più facilmente compromesse con
invecchiamento.
La memoria prospettica è una componente della working memory o è un magazzino assestante?
La memoria prospettica è stata concettualizzata come un magazzino di memoria a sé che
corrisponde alla memoria del futuro, ovviamente però la memoria prospettica implica anche delle
buone capacità di Working Memory, perché se io alla base ho un deficit attentivo o un deficit di
working memory andrò male anche ad un compito di memoria prospettica. buone abilità di
Working memory e devo ricordare il contenuto dell'informazione se non ricordo il contenuto
ovviamente poi l’intenzione non la metterò mai in atto.

LE AGNOSIE
Le agnosie sono disturbi del riconoscimento, ossia condizioni in cui un paziente non riesce a
riconoscere oggetti, persone, suoni, parti del proprio corpo, tramite un canale sensoriale, e in
assenza di deficit delle abilità percettive elementari e di altri disturbi cognitivi.

È Importante sottolineare che i disturbi di riconoscimento come le agnosie si verificano sempre in


assenza di deficit sensoriali primari come ad esempio la cecità e in assenza di altri disturbi cognitivi
quindi le agnosia non devono essere la conseguenza di disturbi sensoriali primari altrimenti non
possiamo fare una diagnosi agnosia. nell'ambito dei disturbi del riconoscimento, quelli più studiati
sono sicuramente i disturbi nel riconoscimento per modalità visiva; quindi le agnosie visive. però
sono state anche descritte delle agnosie che riguardano altri canali sensoriali esempio l'udito è il
tatto. per comprendere bene i meccanismi che stanno alla base di questo disturbo
neuropsicologico dobbiamo avere Chiara nella l’elaborazione corticale dei segnali visivi.

 
La retina è composta da 5 strati:
alla fine del sistema visivo quando informazione raggiunge la corteccia visiva primaria anche
chiamata corteccia visiva striata abbiamo detto che l’informazione non si ferma lì, ma ci sono le
corteccie visive secondarie e le cortecce visive associative. Quando l'infomazione raggiunge la
corteccia visiva secondaria queste possono essere considerate componenti di due vie maggiori :
 La via dorsale origina dalla corteccia visiva primaria, si dirige alla corteccia
visiva prestriata e termina nella regione parietale posteriore. É chiamata via del dove
ed è deputata alla localizzazione dello stimolo nello spazio.
 La via ventrale parte dalla corteccia visiva primaria, si dirige alla corteccia
visiva prestriata e termina nella corteccia inferotemporale. è chiamata via del cosa ed è
implicata nel riconoscimento di uno stimolo.

Se l’agnosia visiva consiste in un disturbo del riconoscimento degli oggetti per via visiva quindi è
già plausibile pensare che questa tipologia di disturbo neuropsicologico insorga a seguito di una
lesione a carico della via ventrale che è proprio quella via visiva che è deputata all’analisi di che
cosa è uno stimolo. Dall’altro lato invece abbiamo l'atassia ottica che secondo alcuni studi e invece
causata da un danno alla via dorsale e consiste nella difficoltà del paziente a compiere un
movimento preciso della mano per raggiungere un oggetto che è posto nella periferia visiva. Un
danno della via dorsale porta all’insorgenza di agnosia visiva. Un danno alla via ventrale genera
agnosia ottica.

DISTURBI DELLA PERCEZIONE DEI COLORI

ACROMATOPSIA CEREBRALE
Deficit che comporta la difficoltà nella percezione dei colori. I pazienti con acromatopsia vedono il
mondo in sfumature di grigio o in colori slavati in caso di danno parziale.
L’acromatopsia cerebrale consegue una lesione di una regione cerebrale denominata V4 del lobo
occipitale.
Lesioni unilaterali a carico della corteccia o solo di destra o solo di sinistra dell’ari V4 possono
provocare emiacromatopsia cerebrale, ossia un’acromatopsia per un emicampo visivo.

AGNOSIA PER I COLORI


Deficit che comporta la perdita di conoscenze riguardanti i colori. I pazienti con agnosia per i colori
non sono in grado di riconoscere i colori né de denominarli. ES: di che colore è la maglia che
indossi? Non sanno rispondere

ANOMIA PER I COLORI


Deficit che comporta un’incapacità specifica di denominare i colori su presentazione visiva.
Tuttavia, la percezione e le conoscenze relative ai colori sono conservate. Il paziente sa il colore
ma non saprà denominarlo.
L’anomia per i colori consegue lesioni temporo-occipitali sinistre ed è probabilmente provocata da
una disconnessione visuo-verbale, in funzione della quale il linguaggio non può accedere al percetto
visivo. (Non riesco a produrre la parola associata a quell colore)

AKINETOPSIA
L’akinetopsia consiste in un deficit selettivo della percezione visiva del movimento. La percezione
del movimento nelle altre modalità sensoriali (es: somatosensoriale o acustica) è invece conservata.

Le cause di akinetopsia possono essere:


 Rare forme di neurodegenerazione delle aree posteriori del cervello
 Lesioni vascolari bilaterali che interessano la giunzione temporo-parietale

I DISTURBI DEL RICONOSCIMENTO DEGLI OGGETTI


Lissauer (1890) è stato il primo a proporre un modello a due stadi del processo di riconoscimento
degli oggetti:
 Stadio appercettivo: percezione cosciente di un’immagine sensoriale.
 Stadio associativo: capacità di attribuire un significato ad un’immagine
sensoriale.

Due tipi di «cecità psichica» sono possibili a seconda dello stadio deficitario: agnosia
appercettiva e agnosia associativa.

AGNOSIA APPERCETTIVA
Disturbo che consiste nell’incapacità del soggetto di riconoscere un oggetto, pur essendo in grado
di descriverne accuratamente le dimensioni (es: sono in grado di discriminare quale oggetto è più
grande dell’altro), la consistenza e alcuni aspetti della forma. Il disturbo non deve essere spiegato da
deficit dei livelli di base dell’elaborazione visiva.

Questi pazienti non sono in grado di seguire con il dito i contorni degli oggetti o di effettuare una
copia di un disegno lineare. Il disegno a memoria è invece, in genere, possibile.

I pazienti con agnosia appercettiva sono però in grado di riconoscere un oggetto tramite modalità
non visive (es: tatto o udito) e questo vale in generale per tutte le agnosie visive. Il riconoscimento
tramite altre modalità senzoriali è sempre possibile. (Quindi ad esempio se ha un paziente con
agnosia visiva in generale che sia percettiva o che associativa mostriamo l'immagine di una
Campanella il paziente non sa riconoscere l'oggetto Ma se della Campanella facciamo ascoltare il
tipico suono allora e pazienza Sarà in grado di dirci e quella là è una Campanella)

TEST PER LA VALUTAZIONE DELL’AGNOSIA APPERCETTIVA

TEST DI COPIA 
NON RIESCE A COPIARE UN DISEGNO SEMPLICE O COMPLESSO ES: FIGURA DI REY

TEST DI EFRON
Il compito consiste nel chiedere al soggetto se le coppie di figure sono uguali o diverse. Il
soggetto con agnosia appercettiva fallirà in quanto incapaci di discriminare un quadrato da un
rettangolo o un rettangolo da un’ellisse.
 
TEST DI DISCRIMINAZIONE FIGURA/SFONDO
Il compito consiste nel chiedere al soggetto di identificare la lettera, discriminandola rispetto allo
sfondo. Il soggetto con agnosia appercettiva fallisce in questo compito.

TEST DELLE FIGURE SOVRAPPOSTE


Il paziente con agnosia appercettiva è incapace di identificare figure sovrapposte le une alle altre.
 
TEST DI IDENTIFICAZIONE DI OGGETTI IN DIVERSE PROSPETTIVE
Il paziente con agnosia appercettiva fallisce in quei compiti in cui è richiesto di riconoscere

oggetti presentati in una prospettiva insolita.


 

TEST DELLE IMMAGINI INCOMPLETE
Il paziente con agnosia appercettiva non è in grado di identificare immagini incomplete
 
TEST DELLE SILHOUETTES
Il paziente con agnosia appercettiva non è in grado di riconoscere la silhouette di un oggetto. (Il più
utilizzato)

AGNOSIA ASSOCIATIVA
I pazienti con agnosia associativa riescono a formare un percetto visivo ben strutturato ma
hanno difficoltà ad associarlo al suo significato.
Questi pazienti sono in grado di copiare un disegno ma restano incapaci di identificare
l’oggetto rappresentato. Sono altresì in grado di discriminare tra due oggetti che differiscono per
dettagli, di codificare la forma di un oggetto e di segregare una figura dallo sfondo. (sono in grado
di dirci se due coppie di figure sono uguali o diferse, ad identificare l’immagine da uno
sfondo)

L’immagine copiata è accurata ma il paziente non è in grado di identificare gli oggetti raffigurati.


 

TEST PER LA VALUTAZIONE DELL’AGNOSIA ASSOCIATIVA


 Prove di categorizzazione semantica (es: raggruppamento di animali)
 Prove che esplorano la conoscenza di attributi semantici dello stimolo
su presentazione visiva (es: quale animale è più feroce?)

 Il paziente non è in grado di raggruppare stimoli visivi appartenenti alla stessa categoria
semantica;
 Il paziente non è in grado di accoppiare figure associate funzionalmente;
 Il paziente non è in grado di dire quale figura è priva di rapporti semantici con le altre;
 

AGNOSIA ASSOCIATIVA E AFASIA OTTICA

 E’ importante la diagnosi differenziale tra agnosia associativa e afasia ottica.


 L’afasia ottica è un disturbo molto raro caratterizzato dall’incapacità di riconoscere
un oggetto si presentazione visiva, con preservato accesso alla semantica. Infatti, questi
pazienti sono in grado di mimare correttamente l’utilizzo di un oggetto.
 Come i pazienti agnosici, il riconoscimento di un oggetto è possibile tramite altre
modalità sensoriali.
 Il disturbo è causato da una disconnessione visuo-verbale che impedisce
all’informazione visiva di raggiungere i centri del linguaggio. Lesioni temporo-occipitali
sinistre. (Un po’ come per l’anomia per i colori, soltanto che in quel caso la difficoltà era
selettivo per i colori, in questo caso riguarda tutti gli stimoli visivi.)

Lissauer è stato il primo a proporre un modello interpretativo delle agnosie. però la distinzione
originaria che è stata fatta tra agnosia appercettiva e agnosia associativa non riesce a spiegare la
variabilità nella manifestazione delle agnosie. quindi proprio per questo motivo siccome sono stati
identificati dei casi di pazienti che non rispettavano nè criteri per la diagnosi di agnosia
appercettiva nè criteri per la diagnosi di agnosia associativa è stata identificata un'altra tipologia di
agnosia che è quella integrativa.

AGNOSIA INTEGRATIVA

L’agnosia integrativa è un disturbo caratterizzato dall’incapacità del paziente di integrare elementi


locali che compongono una figura in una descrizione coerente e globale dell’oggetto.
I pazienti con agnosia integrativa riescono a copiare una figura, seppur con lentezza e difficoltà, a
causa dell’incapacità di integrare i vari elementi della figura in un tutt’uno significativo.
Questi pazienti riescono, inoltre, ad identificare un oggetto se presentato globalmente, ma sono
incapaci di riconoscere il medesimo oggetto se vengono presentati solo dei dettagli dello stesso. (se
del Coniglio mostriamo solo le orecchie non riescono a riconoscerle)
Questa agnosia è stata inserita in un secondo momento.

LA PROSOPOAGNOSIA (AGNOSIA VISIVA PER I VOLTI)


 La prosopoagnosia è un disturbo molto raro caratterizzato dall’impossibilità di
riconoscere volti familiari su presentazione visiva. Il riconoscimento è invece immediato
su altre basi, come ad esempio il suono della voce.
 La prosopoagnosia consegue a lesioni occipito-temporali bilaterali o lateralizzate a
destra. La porzione centrale del giro fusiforme (che risponde in modo selettivo ai volti
più che ad altri stimoli visivi) può essere risparmiata in questi pazienti, rendendo conto
della capacità spesso conservata di discriminare i volti da altri oggetti.
 La porzione laterale del giro occipitale inferiore, altro nodo importante nei processi
di percezione dei volti, è invece spesso lesa in pazienti con prosopoagnosia ( se il
paziente ascolta la voce di un famigliare lo riconosce, ma non lo riconosce
semplicemente osservando il volto)

DUE FORME DI PROSOPOAGNOSIA


 Prosopoagnosia appercettiva: difficoltà a riconoscere la forma dei volti
con impossibilità di fornire giudizi di tipo uguale/diverso su coppie di volti.
 Prosopoagnosia associativa o mnestica: difficoltà ad attribuire l’identità corretta a
ciascun volto percepito. Conservata la capacità di discriminare tra due volti con giudizio
uguale/diverso.

TEST PER LA VALUTAZIONE DELLA PROSOPOAGNOSIA

Prove di riconoscimento di volti famosi  

PROSOPOAGNOSIA E RICONOSCIMENTO IMPLICITO


Alcuni pazienti con prosopoagnosia mostrano segni di riconoscimento implicito dei volti familiari,
che può essere messo in evidenza da specifiche prove:
1) Ri-apprendimento del nome: si presenta al paziente una lista di volti noti, a ciascuno dei quali è
associato un nome corretto ed un nome sbagliato. Si chiede al paziente di associare il nome corretto
al volto. I pazienti prosopoagnosici possono presentare più associazioni corrette rispetto a quelle
sbagliate, a testimonianza di un riconoscimento implicito.

2) Interferenza di volti: si presentano al paziente un volto e un nome e gli si chiede di categorizzare


rapidamente il nome (es: politico o non politico). Alcuni pazienti mostrano una facilitazione quando
nome e volto appartengono alla stessa categoria e un’interferenza quando le categorie sono diverse.
Alcuni pazienti prosopoagnosici mostrano un effetto simile.
3) Facilitazione (priming)- volto-nome: la prova è simile alla precedente ma i nomi sono presentati
dopo i volti. Il compito è stabilire se il nome appartiene a una persona famosa. I soggetti normali
sono più rapidi nell’esecuzione se nome e volto appartengono a una persona famoso. Lo stesso
accade per alcuni pazienti prosopoagnosici.

RICONOSCIMENTO IMPLICITO ED ESPLICITO DELL’IDENTITÀ

Il riconoscimento esplicito dell’identità ed il riconoscimento implicito della valenza emozionale di


un volto potrebbero seguire in parte vie diverse a partire dalla corteccia visiva primaria.
L’identità (riconoscimento esplicito) potrebbe essere elaborata a livello della via ventrale mentre
l’elaborazione implicita potrebbe seguire la via dorsale che nei pazienti con prosopagnosia non è
una via compromessa.

L’IMMAGINAZIONE MENTALE VISIVA


 L’immaginazione mentale visiva è stata spesso considerata come una capacità
basata sugli stessi processi anatomici e funzionali della percezione visiva. Infatti,
molti pazienti agnosici perdono anche la capacità di immaginare gli stimoli che non
possono più elaborare visivamente.  Altri, invece, non perdono tale abilità.
 Non necessariamente, quindi, deficit della percezione visiva provocano anche
deficit dell’immaginazione mentale.
 E’ disponibile una batteria di test in grado di valutare comparativamente
deficit percettivi e deficit dell’immaginazione
mentale. Batterie Imagination/Perception (Bartolomeo et al., 2008).

AGNOSIA UDITIVA
 L’agnosia uditiva consiste in un deficit di riconoscimento di rumori o suoni
non verbali, in assenza di deficit uditivi.
 L’agnosia uditiva va distinta dalla sordità verbale pura, che si caratterizza
per l’incapacità di discriminare suoni linguistici.
DUE FORME DI AGNOSIA UDITIVA
 Agnosia uditiva appercettiva: incapacità di distinguere se due suoni
non significativi sono uguali o diversi. Consegue spesso a lesioni bilaterali dei
lobi temporali. 
 Agnosia uditiva associativa: incapacità di identificare suoni significativi (es:
il ruggito di un leone). La valutazione prevede prove di associazione tra
suoni significativi e immagini che rappresentano la fonte sonora tra diverse alternative.

AGNOSIA TATTILE
 L’agnosia tattile è un deficit del riconoscimento tattile di oggetti, in assenza di
deficit somatosensoriali elementari. Consegue a lesioni del lobo parietale controlaterale
alla mano affetta.
 L’agnosia tattile va distinta dall’anomia tattile, in cui il paziente non denomina
ma riconosce l’oggetto che ha nella mano.

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