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L’ultima volta ci siamo lasciati con la valutazione della memoria a lungo termine verbale o memoria
anterograda verbale.
Una delle prove più utilizzate per valutare invece l'eventuale presenza di deficit della memoria a
lungo termine spaziale è l'apprendimento sopra span spaziale che viene sempre effettuato tramite
il test di corsi (che abbiamo già visto nell'ambito della valutazione della memoria a breve termine
spaziale) lo stesso materiale può essere utilizzato anche per la valutazione della componente a
lungo termine, ma ovviamente le modalità di somministrazione sono differenti perché stiamo
valutando due diverse tipologie di memoria infatti:
per la valutazione della memoria a breve termine spaziale si chiede al paziente di toccare
subito dopo di noi sequenze crescenti di cubetti;
per la valutazione della memoria a lungo termine spaziale invece l'esaminatore presenta al
paziente una serie fissa di 8 cubetti che deve riprodurre subito dopo ogni presentazione
fino al raggiungimento del criterio di apprendimento.
Che cos'è criterio di apprendimento?
È l'esatta riproduzione della sequenza per 3 volte consecutive per un massimo di 18 prove. in
queste 18 prove il soggetto deve raggiungere il criterio di apprendimento, perché soltanto nel
momento in cui viene raggiunto il livello di apprendimento e quindi nel momento in cui siamo
certi che la persona abbia compreso il compito che sta affrontando, possiamo poi fare il
richiamo differito. Quindi dopo 5 minuti in cui impegniamo il paziente in attività distraenti, che
in questo caso saranno di tipo verbale, in quanto non dobbiamo impegnare il paziente in
attività distraenti che possono creare interferenza con il materiale appreso.
Trascorsi i 5 minuti si chiede al paziente di riprodurre in autonomia la serie di 8 cubetti che ha
appreso in precedenza; se il paziente nel massimo delle 18 prove consentite non riesce a
raggiungere il criterio di apprendimento non avrebbe assolutamente senso fare il richiamo
differito in quanto quest’ultimo e l’intera la memoria a lungo termine consiste nel rievocare dai
magazzini di memoria informazioni precedentemente appese, ma se queste informazioni non
sono state apprese ovviamente il paziente non sarà in grado di revocarle nel compito di
memoria differita quindi per una valutazione di tipo qualitativo posso farlo Però ovviamente
non ha valenza poi a livello quantitativo perché se non ha appreso ovviamente non riuscirà
nemmeno a riprodurre la sequenza dei cubetti.
Un altra delle prove più utilizzate per valutare la memoria a lungo termine spaziale è
la rievocazione differita della figura complessa di Rey.
La prima parte del test consiste nel chiedere al paziente semplicemente di copiare la figura, questa
figura complessa stampata su un foglio A4 viene posta di fronte al paziente, un altro foglio A4
viene posto in corrispondenza della figura e si chiede al paziente di copiarla.
Passano 15 minuti in cui si impegna il paziente in attività distraenti di tipo verbale e poi gli si
chiede di disegnare cosa ricorda della figura complessa che ha copiato in precedenza. Questa
figura è composta da 18 elementi ad ognuno dei quali viene attribuito un punteggio che va da 0 a
2 e questo viene fatto sia per la rievocazione immediata, quindi per la copia che il paziente
produce, sia per l'imitazione differita ovvero per il disegno a memoria della figura complessa.
Ci sono anche delle prove specifiche che vengono utilizzate per valutare la memoria
autobiografica; una di queste è proprio
Abbiamo detto che oltre a valutare la memoria anterograda e anche necessario esplorare il
funzionamento della memoria retrograda ed esiste un questionario di memoria retrograda in cui al
paziente vengono lette alcune domande e possibili risposte relativamente ad eventi che si sono
verificati in specifici quadrienni quindi 1982/85 78/81 e così via.
Qui ci sono degli esempi di domande che vengono utilizzati per la valutazione della memoria
retrograda nel quadriennio 1982-1985. Però questa tipologia di test che viene proposta per la
valutazione della memoria retrograda non da sempre un'indicazione affidabile dell'efficacia della
memoria dei retrogada in quanto si tratta di un test che prevede che si abbiano delle conoscenze
culturali particolarmente elevate, quindi se somministriamo questo test ad una persona che ha un
livello culturale basso o anche medio otterremo dei punteggi deficitari, ma non perché quella
persona ha dei deficit di memoria retrogada, ma per il livello culturale. Quindi ci sono sicuramente
dei grossi problemi nel valutare l'efficacia della memoria retrograda dei nostri pazienti in maniera
quantitativa e standardizzata quindi tramite dei test neuropsicologici, perché di test
neuropsicologici che valutano la memoria retrograda sono influenzati tantissimo dal peso
culturale. Quindi, quando non è possibile utilizzare questi strumenti neuropsicologici, l'unico altro
metodo che abbiamo a disposizione è quello di fare al paziente delle domande specifiche che
riguardano la sua vita passata e poi confrontare queste risposte con quelle che ci vengono date da
un familiare. Ovviamente con una valutazione di questo tipo non sempre otteniamo un punteggio
quantitativo, ma possiamo soltanto descrivere in maniera qualitativa il funzionamento della
memoria retrograda del nostro paziente.
LA MEMORIA PROSPETTICA
La memoria prospettica non rientra nel classico schema del modello multicomponenziale della
memoria perché è un costrutto di più recente formulazione e che sta ricevendo una grandissima
attenzione negli ultimi anni. La memoria prospettica è la memoria del futuro quindi è la capacità di
ricordare di mettere in atto un'intenzione pianificata al momento opportuno e solitamente
vengono distinte due diverse componenti della memoria prospettica:
Memoria prospettica time-based (basata sul tempo, fa riferimento alla capacità di
ricordare di mettere in atto un'intenzione pianificata al momento opportuno ad esempio è
un esempio di memoria prospettica da Invest Ricordarsi di assumere ogni giorno le
medicine alle 5 del pomeriggio)
Memoria prospettica event-based (basata sugli eventi è la capacità di ricordare di
mettere in atto un’intenzione pianificata quando l'ambiente lo richiede quindi in
funzione di uno stimolo ambientale ad esempio ricordare di prendere le medicine prima
di andare a letto)
Queste due componenti della memoria prospettica possono essere danneggiate in maniera
selettiva in un paziente quindi possiamo trovare pazienti che hanno deficit della memoria
prospettica time-based e pazienti che hanno deficit della memoria prospettica event-based e
pazienti che invece presentano un deficit di memoria prospettica a carico di entrambe le
componenti.
per quanto riguarda i correlati neurali della memoria prospettica in linea generale questa funzione
cognitiva viene fatta risalire alla corteccia prefrontale rostrale quindi alla corteciccia prefrontale
anteriore generalmente la memoria prospettica viene misurata utilizzando dei compiti ecologici
perché se ci pensate ricordare di mettere in atto un'azione pianificata sono comunque delle azioni
che noi mettiamo in atto nella vita di tutti i giorni anzi tutte le nostre attività della vita quotidiana si
basano sulla loro messa in atto in uno specifico momento oppure all'occorrenza di uno specifico
evento esterno.
Però se vogliamo misurare in maniera quantitativa in funzionamento della memoria prospettica di
un paziente Ci sono stati messi a disposizione degli strumenti neuropsicologici e quello più
utilizzate e conosciuto è il
Memory for Intentions Screening Test (MIST)
Esso prevede dei compiti che richiedono l’esecuzione ritardata dell’azione
pianificata, interrompendo il compito on-going che si sta svolgendo e che funge
da distrattore
8 differenti compiti di memoria prospettica (4 time-based e 4 event-based)
Il punteggio assegnato ad ogni item del test varia da 0 a 2. Il punteggio totale va da 0
a 48; più il punteggio è basso più risulta indice di compromissione della memoria
prospettica.
viene posto di fronte al paziente un cronometro che sincronizzato con il cronometro
dell'esaminatore, questo test si compone di quattro compiti di memoria prospettica Time- based e
4 compiti di memoria prospettica event-based e per tutta la durata del compito il soggetto viene
impegnato in un'attività distraente e solitamente sono quei compiti di ricerca di parole che si
ritrovano anche nella settimana enigmistica. Primo compito di memoria prospettica time-based
“tra 15 minuti per favore mi chieda di fare una pausa” il paziente deve guardare il suo cronometro
e si deve ricordare dopo 15 minuti di chiedere al all’esaminatore di fare una pausa. E così via per il
resto del test mostrato sotto.
LE AGNOSIE
Le agnosie sono disturbi del riconoscimento, ossia condizioni in cui un paziente non riesce a
riconoscere oggetti, persone, suoni, parti del proprio corpo, tramite un canale sensoriale, e in
assenza di deficit delle abilità percettive elementari e di altri disturbi cognitivi.
La retina è composta da 5 strati:
alla fine del sistema visivo quando informazione raggiunge la corteccia visiva primaria anche
chiamata corteccia visiva striata abbiamo detto che l’informazione non si ferma lì, ma ci sono le
corteccie visive secondarie e le cortecce visive associative. Quando l'infomazione raggiunge la
corteccia visiva secondaria queste possono essere considerate componenti di due vie maggiori :
La via dorsale origina dalla corteccia visiva primaria, si dirige alla corteccia
visiva prestriata e termina nella regione parietale posteriore. É chiamata via del dove
ed è deputata alla localizzazione dello stimolo nello spazio.
La via ventrale parte dalla corteccia visiva primaria, si dirige alla corteccia
visiva prestriata e termina nella corteccia inferotemporale. è chiamata via del cosa ed è
implicata nel riconoscimento di uno stimolo.
Se l’agnosia visiva consiste in un disturbo del riconoscimento degli oggetti per via visiva quindi è
già plausibile pensare che questa tipologia di disturbo neuropsicologico insorga a seguito di una
lesione a carico della via ventrale che è proprio quella via visiva che è deputata all’analisi di che
cosa è uno stimolo. Dall’altro lato invece abbiamo l'atassia ottica che secondo alcuni studi e invece
causata da un danno alla via dorsale e consiste nella difficoltà del paziente a compiere un
movimento preciso della mano per raggiungere un oggetto che è posto nella periferia visiva. Un
danno della via dorsale porta all’insorgenza di agnosia visiva. Un danno alla via ventrale genera
agnosia ottica.
ACROMATOPSIA CEREBRALE
Deficit che comporta la difficoltà nella percezione dei colori. I pazienti con acromatopsia vedono il
mondo in sfumature di grigio o in colori slavati in caso di danno parziale.
L’acromatopsia cerebrale consegue una lesione di una regione cerebrale denominata V4 del lobo
occipitale.
Lesioni unilaterali a carico della corteccia o solo di destra o solo di sinistra dell’ari V4 possono
provocare emiacromatopsia cerebrale, ossia un’acromatopsia per un emicampo visivo.
AKINETOPSIA
L’akinetopsia consiste in un deficit selettivo della percezione visiva del movimento. La percezione
del movimento nelle altre modalità sensoriali (es: somatosensoriale o acustica) è invece conservata.
Due tipi di «cecità psichica» sono possibili a seconda dello stadio deficitario: agnosia
appercettiva e agnosia associativa.
AGNOSIA APPERCETTIVA
Disturbo che consiste nell’incapacità del soggetto di riconoscere un oggetto, pur essendo in grado
di descriverne accuratamente le dimensioni (es: sono in grado di discriminare quale oggetto è più
grande dell’altro), la consistenza e alcuni aspetti della forma. Il disturbo non deve essere spiegato da
deficit dei livelli di base dell’elaborazione visiva.
Questi pazienti non sono in grado di seguire con il dito i contorni degli oggetti o di effettuare una
copia di un disegno lineare. Il disegno a memoria è invece, in genere, possibile.
I pazienti con agnosia appercettiva sono però in grado di riconoscere un oggetto tramite modalità
non visive (es: tatto o udito) e questo vale in generale per tutte le agnosie visive. Il riconoscimento
tramite altre modalità senzoriali è sempre possibile. (Quindi ad esempio se ha un paziente con
agnosia visiva in generale che sia percettiva o che associativa mostriamo l'immagine di una
Campanella il paziente non sa riconoscere l'oggetto Ma se della Campanella facciamo ascoltare il
tipico suono allora e pazienza Sarà in grado di dirci e quella là è una Campanella)
TEST DI COPIA
NON RIESCE A COPIARE UN DISEGNO SEMPLICE O COMPLESSO ES: FIGURA DI REY
TEST DI EFRON
Il compito consiste nel chiedere al soggetto se le coppie di figure sono uguali o diverse. Il
soggetto con agnosia appercettiva fallirà in quanto incapaci di discriminare un quadrato da un
rettangolo o un rettangolo da un’ellisse.
TEST DI DISCRIMINAZIONE FIGURA/SFONDO
Il compito consiste nel chiedere al soggetto di identificare la lettera, discriminandola rispetto allo
sfondo. Il soggetto con agnosia appercettiva fallisce in questo compito.
TEST DELLE IMMAGINI INCOMPLETE
Il paziente con agnosia appercettiva non è in grado di identificare immagini incomplete
TEST DELLE SILHOUETTES
Il paziente con agnosia appercettiva non è in grado di riconoscere la silhouette di un oggetto. (Il più
utilizzato)
AGNOSIA ASSOCIATIVA
I pazienti con agnosia associativa riescono a formare un percetto visivo ben strutturato ma
hanno difficoltà ad associarlo al suo significato.
Questi pazienti sono in grado di copiare un disegno ma restano incapaci di identificare
l’oggetto rappresentato. Sono altresì in grado di discriminare tra due oggetti che differiscono per
dettagli, di codificare la forma di un oggetto e di segregare una figura dallo sfondo. (sono in grado
di dirci se due coppie di figure sono uguali o diferse, ad identificare l’immagine da uno
sfondo)
Il paziente non è in grado di raggruppare stimoli visivi appartenenti alla stessa categoria
semantica;
Il paziente non è in grado di accoppiare figure associate funzionalmente;
Il paziente non è in grado di dire quale figura è priva di rapporti semantici con le altre;
Lissauer è stato il primo a proporre un modello interpretativo delle agnosie. però la distinzione
originaria che è stata fatta tra agnosia appercettiva e agnosia associativa non riesce a spiegare la
variabilità nella manifestazione delle agnosie. quindi proprio per questo motivo siccome sono stati
identificati dei casi di pazienti che non rispettavano nè criteri per la diagnosi di agnosia
appercettiva nè criteri per la diagnosi di agnosia associativa è stata identificata un'altra tipologia di
agnosia che è quella integrativa.
AGNOSIA INTEGRATIVA
AGNOSIA UDITIVA
L’agnosia uditiva consiste in un deficit di riconoscimento di rumori o suoni
non verbali, in assenza di deficit uditivi.
L’agnosia uditiva va distinta dalla sordità verbale pura, che si caratterizza
per l’incapacità di discriminare suoni linguistici.
DUE FORME DI AGNOSIA UDITIVA
Agnosia uditiva appercettiva: incapacità di distinguere se due suoni
non significativi sono uguali o diversi. Consegue spesso a lesioni bilaterali dei
lobi temporali.
Agnosia uditiva associativa: incapacità di identificare suoni significativi (es:
il ruggito di un leone). La valutazione prevede prove di associazione tra
suoni significativi e immagini che rappresentano la fonte sonora tra diverse alternative.
AGNOSIA TATTILE
L’agnosia tattile è un deficit del riconoscimento tattile di oggetti, in assenza di
deficit somatosensoriali elementari. Consegue a lesioni del lobo parietale controlaterale
alla mano affetta.
L’agnosia tattile va distinta dall’anomia tattile, in cui il paziente non denomina
ma riconosce l’oggetto che ha nella mano.