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La storia del ‘400

Il Quattrocento è un secolo di transizione perché è il periodo di tempo di mezzo tra


Medioevo e Rinascimento durante il quale da un lato giungono a maturazione o a
degenerazione fenomeni politici, sociali ed economici, e dell’altro si manifestano i segnali di
un mondo nuovo. Dalla seconda metà del Trecento, il crollo demografico dovuto alla peste
nera aveva indebolito la città e rallentò fortemente l’economia. Intorno alla metà dell’
Quattrocento, però la popolazione europea iniziò ad aumentare (fino alla fine del ‘500).
L’aumento demografico ebbe conseguenze significative. Tutte quelle persone che si erano
ritirate nelle campagne per sfuggire alla peste tornarono nelle città (fenomeno detto
urbanizzazione). Dal punto di vista politico si incominciano a consolidare i grandi stati
nazionali: la Francia, l’Inghilterra, la Spagna, il Portogallo. In Inghilterra, al termine della
Guerra delle due rose, si affermò la dinastia dei Tudor erano una famiglia di origini gallesi,
tramite 5 sovrani governarono il regno d'Inghilterra e il loro ancestrale Galles dal 1485 al
1603. In Francia prese avvio il processo di costruzione del regno che avrebbe raggiunto il suo
culmine alla metà del settecento. In Spagna il matrimonio tra Ferdinando e Isabella sancì
l’unione definitiva tra i regni di Aragona e di Castiglia. Il piccolo stato del Portogallo cominciò
a costruire un immenso impero coloniale. Nel cuore dell’ Europa, infine cresceva il potere
della dinastia asburgica che si garantì il controllo di vasti territori nel cuore del continente.
In Italia all’inizio del secolo il comune che era la forma di governo entrò in crisi; il potere si
concentrò nelle mani di poche famiglie e di pochi individui ai quali l’imperatore aveva
concesso i titoli di duca o di marchese. Intorno alle città nelle quali si affermò il potere di
queste dinastie (come gli Sforza a Milano e, i Medici a Firenze) vennero ad aggregarsi veri e
propri stati regionali, e le corti cittadine diventarono i motori di un’intensa attività culturale
e artistica. i nuovi equilibri tra gli stati italiani vennero sanciti dalla pace di Lodi che favorì la
fioritura artistica e letteraria del Rinascimento, sottoscritta nel 1454 tra Venezia e Milano e
ratificata dagli altri stati regionali. L’accordo pacificò l’Italia per almeno 40 anni. L’Italia
settentrionale era sotto il controllo del Ducato di Milano e della Repubblica di Venezia ma
c’erano anche stati minori. L'Italia centrale era divisa tra i territori delle Repubbliche di
Firenze, Siena e quelli dello Stato Pontificio. Il Sud il regno di Napoli e la Sicilia vennero
unificate da Alfonso I di Aragona. Il quarantennio di pace finì nel 1494 con la discesa in Italia
del re di Francia Carlo VIII, rivendicò il trono del regno di Napoli, ed entrò in città da
vincitore nel 1495. Fu questa la prima delle Guerre d’Italia così chiamate perché coinvolsero
in misura diversa tutti gli stati italiani più importanti. Pochi anni più tardi, il secondo di
questi conflitti, iniziato con la discesa in italia del nuovo re francese, Luigi XII. Si apriva un
cinquantennio di guerre per il controllo dell’Italia. Al termine di queste guerre, il territorio
italiano si troverà diviso e denominato da varie potenze straniere: una situazione che
sarebbe durata per tre secoli fino al 1861. La concentrazione del potere nelle mani dei
signori e la ripresa economica del quattrocento cambiarono il volto delle città italiane che si
ingrandirono, diventano ricche, favorivano l’attività di artisti, scienziati, filosofi. La firenze(E'
principalmente la città di Firenze che vita a questi nuovi impulsi, esprimendo il
concetto di rinascita, di rinnovamento dell'arte, che darà vita al Rinascimento.)
dominata dalla famiglia dei Medici- prima Cosimo il Vecchio, poi con Lorenzo il Magnifico- fu
uno dei centri urbani e vivaci dell? Europa del quattrocento, divenendo un luogo di incontro
e di lavoro per uno straordinario gruppo di artisti e intellettuali: da Luigi Pulci a Poliziano, da
Pico della Mirandola a Marsilio. Filippo Brunelleschi né fisso per sempre il profilo urbano
costruendo la cupola di Santa Maria del Fiore. Firenze fu davvero, come la definì Girolamo
Savonarola, il <<cuore delll’Italia>> del Rinascimento. Anche a Milano, intorno alla corte gli
Sforza, succeduti ai Visconti con il matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti,
si raccolsero intellettuali e artisti celebri, come l’umanista Francesco Filelfo. Il periodo aureo
della città lombarda coincise con la reggenza di ludovico il moro nell’ultimo quarto del
secolo. Lo stesso Ludovico diede incarico a Leonardo di realizzare un monumento
raffigurante il padre Francesco Sforza , che tuttavia rimase solo allo stadio di progetto. La
grande spinta espansiva di venezia si concluse però con la caduta di costantinopoli e
l’apertura delle rotte atlantiche determinarono un ripiegamento della città verso
l’entroterra. Tuttavia, Venezia non perse il suo dinamismo culturale: è soprattutto qui che
nasce e si sviluppa, nella seconda metà del secolo la stampa a caratteri mobili; ed è a
Venezia che si stabilirono i più grandi editori del tempo. Se l’affermarsi delle Signorie
rappresenta un fattore di sviluppo per le metropoli dell’ Italia settentrionale, nel
Mezzogiorno la città di Napoli era diventata la capitale del Regno Aragonese e a riunificare
sotto se i regni di Napoli e Sicilia. Fin dai primi anni del quattrocento, grazie all’iniziativa del
sovrano portoghese Enrico di Aviz, detto il navigatore che creo a Sagres, nel sud del
Portogallo, una vera e propria scuola di navigazione e cartografia, i portoghesi si spinsero
verso l’arcipelago di madera. Poi, nel corso del secolo, vennero raggiunte le Azzorre ( Le
Azzorre, regione autonoma del Portogallo, formano un arcipelago in mezzo
all'Atlantico), dopodichè, le caravelle(La caravella fu un tipo di veliero introdotta intorno al
1451 dai portoghesi, presumibilmente nell'arsenale di Lisbona, nella residenza di Sagres del
principe Enrico il navigatore che funge al tempo da scuola nautica e arsenale sperimentale
per gli esploratori) dei portoghesi si spinsero fino all'arcipelago di Capo Verde toccando nel
1460 quella che oggi è la Sierra Leone , nell’Africa centro occidentale. Nel 148 Bartolomeo
Diaz( è stato un navigatore portoghese ma della sua vita si sa poco e niente) doppiò il capo
di Buona Speranza aprendo via verso l’India, che sarebbe stata raggiunta nel 1498 da Vasco
da Gama. I re di Spagna finanziarono la spedizione di Cristoforo Colombo(u un navigatore
ed esploratore italiano della Repubblica di Genova, tra i più importanti protagonisti
delle grandi scoperte geografiche europee a cavallo tra il XV e il XVI secolo.), che, nel
1492, nel tentativo (come lui stesso sembra aver detto) di <<buscar el Levante por el
Poniente>>(“arrivare a est passando da ovest”), invece delle indie raggiunse il continente
americano. Alla fine del Quattrocento, gli europei cominciarono a rendersi conto
dell’importanza delle scoperte geografiche. La situazione politica del Mediterraneo era
cambiata: la caduta di Costantinopoli nel 1453 aveva reso inutilizzabili le vecchie rotte
commerciali, ormai in mano ai Turchi. e perciò si investono grandi capitali nell’esplorazione
degli oceani. Ma nel frattempo le due grandezze potenze marittime della penisola iberica
avevamo già iniziato a costruire i loro imperi d’oltremare. Le conseguenze di questa ondata
espansiva furono devastanti, soprattutto per l’America centro-meridionali. Nel corso del XVI
secolo, quando gli esploratori si sostituirono i conquistadores, il desiderio di potere e
ricchezza dei colonizzatori europei distrusse in pochi decenni grandi civiltà come gli Aztechi
(furono una delle grandi civiltà precolombiane, la più florida e viva al momento del
contatto con gli Spagnoli. Provenienti dalla California settentrionale, si svilupparono
nella regione mesoamericana dell'attuale Messico dal secolo XIV al XVI.) in Messico,
Maya( furono una popolazione insediatasi in Mesoamerica, dove sviluppò una civiltà
nota per l'arte, l'architettura, i raffinati sistemi matematici e astronomici, e la scrittura)
nel centro America e gli inca (furono gli artefici di una delle maggiori civiltà
precolombiane che si sviluppò nell'altopiano andino, tra il XII e il XVI secolo,
giungendo a costituirvi un vasto impero) nelle Ande.

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