Sei sulla pagina 1di 12

ProgettazioneSismica2 QUADERNO 05 · 2021

Quando le azioni sismiche di progetto vengono superate


Colloquio tra Massimiliano Stucchi e Iunio Iervolino

E-ISSN 2532-1560

in collaborazione
con
Comitati Quaderno 05 · 2021
Direttore Contenuto del quaderno
Gian Michele Calvi IUSS/Eucentre/Studio Calvi Quando le azioni sismiche di progetto vengono superate
Colloquio tra Massimiliano Stucchi e Iunio Iervolino
Direttore Esecutivo
Roberto Nascimbene Fondazione Eucentre
Comitato Operativo
Paolo Dubini Fondazione Eucentre
Renato Fuchs Fondazione Eucentre
Rui Pinho Università degli Studi di Pavia
Redazione
Giulia Fagà Fondazione Eucentre
Comitato dei Revisori
Augusto Allegrini
Alessandro Amato
Ordine degli Ingegneri Pavia
INGV Progettazione Sismica
Paolo Baccarini HILTI
Marco Battaini Agom international Direttore Responsabile
Bruno Becci Finzi Ceas Gian Michele Calvi
Lorenzo Bianco Peikko Italia ps.direttore@eucentre.it
Antonio Borri Università di Perugia
Alberto Callerio NET Engineering SpA Direttore Esecutivo
Fabio Camorani Politecnica Roberto Nascimbene
Donatello Cardone Università della Basilicata ps.direttore.esecutivo@eucentre.it
Massimiliano Chersich Libero Professionista
Edoardo Cosenza Università di Napoli Redazione
Angelo Crippa Dirigente Regione Lombardia Giulia Fagà
Helen Crowley Libero Professionista ps.redazione@eucentre.it
Francesca Da Porto Università di Padova
Andrea Dari Editore tecnico Grafica e impaginazione
Michele De Lorenzi Ord. degli Ingegneri di Pordenone Gabriele Ferro
Gaetano Della Corte Università di Napoli gabriele.ferro@eucentre.it
Alessandro Desimoni Libero Professionista
Alfonsina Di Fusco Confindustria Ceramica Supporto tecnico e amministrativo
Luigi Di Sarno Università di Benevento ps.info@eucentre.it
Mauro Dolce Dipartimento di Protezione Civile
Vincenzo Fioravante ISMGEO Supporto informatico
Paolo Franchin Università di Roma Gabriele Giordano, Andrea Giorgi
Paolo Freddi Ordine degli Ingegneri di Mantova
Aurelio Ghersi Università di Catania Editore
Fulvio Grignaffini Ordine degli Ingegneri di Parma Fondazione Eucentre
Donatella Guzzoni Ordine degli Ingegneri di Bergamo Via Adolfo Ferrata, 1 - 27100 Pavia, Italia
Iunio Iervolino Università di Napoli Tel. (+39) 0382.5169811 - Fax: (+39) 0382.529131
Sergio Lagomarsino Università di Genova E-mail: press@eucentre.it - Web: www.eucentre.it
Carlo Giovanni Lai Università di Pavia/Eucentre
Raffaele Landolfo Università di Napoli Progettazione Sismica
Alessio Lupoi Università di Roma Direttore Responsabile: Gian Michele Calvi
Lucia Luzi INGV Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 682
Guido Magenes Università di Pavia/Eucentre del 10.10.2007.
Gaetano Manfredi Università di Napoli E-ISSN 2532-1560 - ISSN 1973-7432
Angelo Masi Università di Potenza N° iscrizione ROC 16524
Carlo Meletti INGV
Elena Mola ECSD Sede legale
Giorgio Monti Università di Roma I C/o Fondazione Eucentre,
Matteo Moratti Studio Calvi - Pavia Via Adolfo Ferrata, 1 - 27100 Pavia, Italia
Nicola Mordà Domo Studio Telefono (+39) 0382.5169811
Claudio Moroni Dipartimento di Protezione Civile
Vassilis Mpampatsikos Libero Professionista Pubblicazione
Paolo Nagliati 2SI Anno XIII, N.1 - Quaderno 5
Antonio Occhiuzzi ITC/CNR
Andrea Penna Università di Pavia Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o
Maurizio Piazza Università di Trento trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico,
Luigi Picchi Nooter/Eriksen meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei
Paolo Emilio Pinto Università di Roma diritti e dell’editore.
Carlo Poggi Politecnico di Milano ©Copyright 2021 – Fondazione Eucentre
Felice C. Ponzo Università di Potenza
Paolo Riva Università di Bergamo I manoscritti e le illustrazioni inviati alla redazione non saranno resti-
Walter Salvatore Università di Pisa tuiti anche se non pubblicati e la Redazione non si assume respon-
Fabio Sappia Ordine degli Ingegneri di Imperia sabilità nel caso di eventuali errori contenuti negli articoli pubblicati
Paolo Sattamino Harpaceas o di errori in cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.
Antonio Sproccati Ordine degli Ingegneri di Mantova La Redazione non si assume la responsabilità delle tesi sostenute
Massimiliano Stucchi Fondazione Eucentre dagli Autori.
Fondazioni e sottofondazioni
con gruppi di micropali TITAN
A N E NT E
M

R
PE
9
4.1 4-20
I B t Z-3
D
log.
Omo

N E NT E
MA

R
PE
209
-34 .14-
. D IBt Z
Om olog

smar t i
amento de
Dimension
nline
micropali o

• Più efficaci dei pali di grande diametro


• Cedimenti minimi
• Riduzione del rischio di liquefazione smar t n Ischebec
k
ungen vo
digitale Lös
• Carichi di compressione, trazione e ciclici
• Posa facile e veloce anche in spazi ristretti

smar t online
micropiles
Designing

FRIEDR. ISCHEBECK GMBH


Tel. +39 040 340 6378
E-Mail: export@ischebeck.de

smar t
www.ischebeck.com

en
onli ne bemess
ikropfähle
6DLAB EUCENTRE
Eucentre ha progettato e realizzato un
importante ampliamento dei suoi laboratori,
che prevede l’installazione di una nuova
tavola vibrante, sviluppata principalmente per
l’esecuzione di prove dinamiche su elementi
non strutturali o di test sismici su sistemi
strutturali di massa limitata. Le prestazioni
di questa struttura di prova saranno
progressivamente incrementate dai 4 gradi
di libertà attuali fino ai 6 gradi di libertà della
fase evoluta.

Dati tecnici Tavola Vibrante 4 gradi di libertà


Spostamento in X +/- 250 mm
Spostamento in Z 140 mm
Massa massima per provino 30 ton
Velocità di Picco 0,5 m/sec
Forza di Picco in X 2000 kN

Dati tecnici Tavola Vibrante 6 gradi di libertà


Spostamento in X +/- 500 mm
Spostamento in Y +/- 500 mm
Spostamento in Z 140 mm
Massa massima per provino 30 ton
Velocità di Picco 2,0 m/sec
Forza di Picco in X e Y 1400 kN

www.eucentre.it/laboratorio-6dlab/
Progettazione Sismica – Vol. 13, N.5, Anno 2021
DOI 10.7414/PS.13.1.5-https://doi.org/10.7414/PS.13.1.5

Le interviste
La rubrica “Le Interviste” che vuole mettere a tu per tu il lettore con personalità della ricerca e delle istituzioni, cercando di
chiarire il più possibile l’opinione del mondo della ricerca nei riguardi di alcuni temi di ingegneria sismica e di sismologia.
L’intento è quello di trattare in modo molto semplice e lineare dei temi che ai più possono sembrare complessi, andando a
coinvolgere esperti del settore che rispondendo ad alcune domande cercheranno di chiarire i dubbi del lettori. Le interviste
sono pensate e condotte da ricercatori esperti che attraverso domande specifiche riusciranno a raggiungere l’obiettivo previsto.
Questa intervista è stata condotta dal sismologo Massimiliano Stucchi. Stucchi è stato ricercatore presso il CNR, direttore
della sezione INGV di Milano. Oggi collabora con Eucentre ed anima il blog “terremoti e grandi rischi”. Il blog “terremoti e
grandi rischi” nasce nel settembre 2013 durante il processo “Grandi rischi” e ora ha lo scopo di dedicare spazio a materiali e
opinioni riguardo al processo oltre che a dibattiti e interviste sui terremoti, i loro effetti e possibili modalità per la riduzione
del rischio sismico. Il blog “terremoti e grandi rischi”, è disponibile all’indirizzo: https://terremotiegrandirischi.com/
Quella riportata di seguito è una versione rivista del colloquio tra Massimiliano Stucchi e Iunio Iervolino.
La versione originale è disponibile al seguente link: https://terremotiegrandirischi.com/2021/04/08/quando-le-azioni-sismi-
che-di-progetto-vengono-superate-colloquio-con-iunio-iervolino/#comments

Quando le azioni sismiche di progetto vengono superate


Colloquio con Iunio Iervolino

La stampa riporta, con attenzione crescente, informazioni sull’avvenuto superamento – in occasione di terremoti forti in Italia – del-
le azioni sismiche di progetto previste dalla normativa sismica. Il confronto fra le azioni sismiche di progetto, previste dalle attuali
Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), e i valori registrati in occasione di terremoti forti in Italia ha una storia abbastanza
recente. Questo confronto è reso possibile dal fatto che le azioni sismiche di progetto sono espresse oggi in termini direttamente
confrontabili con quelli delle registrazioni stesse, per esempio mediante spettri di risposta, cosa che non avveniva in passato.
Spesso l’informazione sui superamenti è accompagnata – nella stampa o da commenti inesperti – da un giudizio sommario
di inadeguatezza delle norme sismiche e, a volte, dei modello di pericolosità sismica sui quali si appoggiano. Questo giudizio
rischia di gettare un’ombra anche sulla sicurezza degli edifici costruiti secondo quelle norme.
Ne parliamo oggi con Iunio Iervolino, ingegnere, professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare Tecnica delle
Costruzioni presso l’Università Federico II di Napoli, dove coordina anche il dottorato di ricerca in Ingegneria Strutturale,
Geotecnica e Rischio Sismico. Tra le altre cose ha conseguito un dottorato in Rischio Sismico ed è stato allievo di C. Allin
Cornell alla Stanford University in California. Da circa vent’anni si occupa di ricerca nel campo della pericolosità e del
rischio sismico delle costruzioni. Ha recentemente scritto, per Hoepli, Dinamica delle Strutture e Ingegneria Sismica.

Da diversi anni ti sei occupato dei problemi di cui al titolo di questo colloquio. Ricordo un tuo lavoro in cui sostenevi che
il confronto fra lo spettro di una singola registrazione con gli spettri della normativa non fosse “lecito” (e.g., Figura 1).
In altri lavori, pubblicati con i tuoi collaboratori, hai analizzato le caratteristiche e la distribuzione dei “superamenti”
in occasione dei terremoti più recenti, il cui numero è aumentato nel 2016 anche a seguito dell’aumento del numero di
registrazioni (si veda l’esempio, ormai classico, delle registrazioni di Amatrice). Se non vado errato tu concludi che è
impossibile evitare che si verifichino tali superamenti.
Sì, è praticamente impossibile qualunque sia la misura dell’intensità considerata (PGA, accelerazione spettrale, ecc.),
oltre che essere incoerente con la logica dei codici di progettazione sismica più moderni, tra cui quello italiano. Le
norme allo stato dell’arte, infatti, invece che fissare una intensità (cioè accelerazione) di progetto, fissano una proba-
bilità tollerata che le azioni di progetto siano superate al sito della costruzione, per esempio, se il periodo di ritorno
di progetto è 475 anni, allora c’è il 10% di probabilità che tale azione sia superata in 50 anni (i.e., l’intervallo che
mediamente intercorre tra due superamenti successivi è 475 anni), per definizione. Una volta stabilita tale probabilità
di superamento si determina, con la analisi di pericolosità, quale sia la intensità (accelerazione) che vi corrisponde al

3
Figura 1
La figura è tratta da: Iervolino
I., Giorgio M. (2017).
È possibile evitare il supera-
mento delle azioni di progetto
nell’area epicentrale di ter-
remoti forti? Progettazione
Sismica, 8 (3), https://drive.
google.com/file//1lAcn0GM-
lBhvSeYEjgT7U0rdRbFuh-
sA8x/view

sito della costruzione. Con questa procedura si fa sì che le intensità di progetto siano diverse per siti diversi, ma che
abbiano – per equità – la stessa probabilità di essere superate.
Essendo l’accelerazione di progetto stabilita sulla base di una probabilità che sia superata, è ben strano sorprendersi
se essa poi venga effettivamente superata. Al massimo ci si può sorprendere (cioè biasimare l’analisi di pericolosità)
se, al sito della costruzione, la misura di intensità in questione è superata troppo frequentemente (o anche troppo poco
frequentemente) rispetto a quanto indicato dalla analisi di pericolosità. Tuttavia, siccome essa, sempre per definizione,
è superata mediamente ogni 475 anni, vuol dire che parliamo di un fenomeno (intenzionalmente) molto raro, quindi
difficilmente nell’ambito dei dati a disposizione, da quando si registrano sistematicamente i terremoti (cioè dagli anni
’70 in Italia), si può fare questa valutazione in modo convincente per un qualunque sito (Iervolino, 2013).
Questo ragionamento dovrebbe anche aiutare a capire che, anche se il superamento della accelerazione di progetto a un
dato sito è un fenomeno raro, guardando all’Italia intera, ogni qual volta che c’è un terremoto, di una magnitudo da modera-
ta in su, c’è da attendersi che esso provochi almeno un superamento. Questo è il perché i superamenti non ci sembrano rari:
perché, per definizione, lo sono per un dato sito, ma non per tutta l’Italia; si veda a tale proposito (Iervolino et al., 2019).
Vale anche la pena dire che si può verificare più facilmente, rispetto a quella prevista dalla analisi di pericolosità, la
frequenza osservata di superamento di accelerazioni con periodi di ritorno inferiori a 475 anni, e più e basso il periodo
di ritorno più è facile fare questa verifica ‘sperimentale’. Essa però, oltre che essere poco interessante perché quelli
che interessano la sicurezza strutturale sono i terremoti rari, non sarebbe estrapolabile, almeno non direttamente, per
le intensità corrispondenti ai periodi di ritorno più lunghi.

Sempre nei tuoi lavori recenti hai sostenuto che il fatto che i valori di progetto possano essere o vengano superati non
pregiudica la validità delle analisi di pericolosità. Puoi spiegare meglio?
Per capire la prospettiva in cui ci si deve mettere quando si osservano dei superamenti si può pensare che l’Italia sia un
bersaglio su cui si lancia una freccia, che sarebbe il terremoto che causa il superamento. Il bersaglio è grande, quindi
ogni punto raramente sarà colpito (diciamo con un periodo di ritorno di 475 anni). D’altra parte, la freccia un punto lo
colpisce, e questo avvera con il periodo di ritorno con cui sono scagliate le frecce, che è molto minore di 475 anni. Quindi,
dalla prospettiva di chi guarda l’intero bersaglio il fenomeno del superamento molto meno raro che dal punto di vista
del singolo sito. È facilissimo dimostrare analiticamente anzi, che se si guardano le accelerazioni che a tutti i siti hanno
10% di probabilità di essere superate in 50 anni allora, ci si aspetta che il 10% del territorio italiano dovrà avere osservato
almeno un superamento in 50 anni. In questo senso dicevo che, più che smentire l’analisi di pericolosità, i superamenti
la confermano, a meno che – come si diceva sopra – non si dimostri che i superamenti siano ‘troppi’ o ‘troppo pochi’.
Rispondendo a questa domanda si può anche tornare a una delle domande precedenti, precisando che i superamenti
osservati finora non sono, in generale, abbastanza per una verifica della frequenza dei superamenti sito per sito, ma
permettono una valutazione complessiva dei superamenti in Italia; finora anche questi calcoli non hanno mai convin-
centemente smentito la pericolosità.
Abbiamo dimostrato, ma è facile intuirlo, che il superamento delle azioni di progetto avviene quando il sito si viene
a trovare nei pressi della sorgente di un terremoto da una certa magnitudo in poi. In effetti, il modello di pericolosità
MPS04 (Stucchi et al., 2011) prevede intrinsecamente che, qualunque sia il sito in Italia, se esso si trova vicino (e.g.,
entro 5 km) dalla sorgente di un terremoto di magnitudo almeno sei, c’è da aspettarsi che la PGA (ma anche altre
ordinate spettrali) con periodo di ritorno 475 anni sia superata. Questi terremoti li abbiamo chiamati ‘terremoti forti’,
costruendo la mappa delle magnitudo nella cui area epicentrale c’è da attendersi il superamento delle azioni di progetto
(Cito e Iervolino, 2020) (si veda la Figura 2). Come già detto ciò non contraddice l’analisi di pericolosità, ma ne è una
caratteristica intrinseca, perché che il sito si trovi nell’area epicentrale di un terremoto di magnitudo da sei in poi è una
cosa che avviene – parlando grossolanamente – mediamente, molto più raramente di 475 anni.

4
Quando le azioni sismiche di progetto vengono superate

Figura 2
Mappa dei terremoti ‘forti’,
cioè le magnitudo minime
con probabilità superiore al
50% di superare due ordinate
spettrali con periodo di
ritorno del superamento pari a
475 anni, qualora il terremoto
occorresse entro 5 km (in
alto), 15 km (al centro) e 50
km (in basso) dal sito. Le
aree bianche indicano che per
i siti in esse contenuti non
ci sono terremoti, secondo
il modello di Stucchi et al.,
2011, che hanno più del 50%
di probabilità di superare le
ordinate spettrali in questione,
qualora occorressero vicino
al sito. Figura tratta da Cito e
Iervolino, 2020.

È chiaro, almeno per gli addetti ai lavori, che una probabilità di eccedenza inferiore, ad esempio del 5% oppure del
2% in 50 anni, che il modello MPS04 fornisce assieme ad altri ancora, determinerebbe casi di superamento in numero
inferiore. Che cosa determina il riferimento costante al 10% in 50 anni?
In effetti, la probabilità di superamento nel periodo di tempo di interesse (e.g., la vita di progetto della struttura), di-
pende per quale prestazione si progetta la struttura. La accelerazione che ha 10% di probabilità di superamento in 50
anni al sito della costruzione è quella che usiamo per progettare una struttura ‘ordinaria’ in modo che non violi lo ‘stato
limite di salvaguardia della vita’. In altre parole, per l’azione che corrisponde a questa probabilità di superamento, la
struttura deve continuare a portare i carichi verticali e deve avere un ulteriore margine rispetto alle azioni orizzontali.
In tal senso, si può dire – in modo molto grossolano – che la struttura, almeno nominalmente, non sia verificata per tale
prestazione nel caso di azioni più rare. È razionale che più grave è il danno che si vuole evitare con la progettazione,
o più sono gravi le conseguenze del danneggiamento, più deve essere raro il superamento della accelerazione con cui
si verifica la prestazione. In tal senso, probabilità di superamento minori, come quelle che citi tu, si usano, a parità di
intervallo di tempo, per stati limite la cui violazione determina conseguenze peggiori (e.g., collasso prossimo), o per
gli stessi stati-limite, ma per strutture più importanti di quelle ordinarie (e.g., ospedali). Allo stesso modo, il danno,
non grave, per esempio ai tamponamenti e/o altri elementi non strutturali, si verifica per azioni superate molto meno
raramente, per esempio, 60% o più in cinquant’anni.

5
Le Interviste di Massimiliano Stucchi

Il messaggio che a volte passa, a volte solo indirettamente, è che se le azioni sismiche superano quelle previste dalle
norme l’edificio possa, o debba, crollare. Si tratta di un timore teorico oppure vi sono evidenze (casi) concrete? Nei tuoi
lavori fai riferimento a dei margini di sicurezza più o meno intrinseci nelle modalità costruttive, che tuttavia non sono
esplicitati nelle NTC. Anche in questo caso puoi spiegare?
La progettazione è tale per cui ci sono altri margini di sicurezza (per esempio si usano resistenze cautelative dei mate-
riali, criteri di progettazione sismica quali la gerarchia delle resistenze, etc.) per cui è lecito aspettarsi che se la struttura
è progettata con azioni con periodo di ritorno, per esempio 475 anni, il periodo di ritorno della crisi strutturale sia più
grande di 475 anni, eventualmente anche di molto. Inoltre, la progettazione considera che la struttura vada in crisi, cioè
sia ‘fallita’ violando lo stato limite di progetto, molto prima che essa ‘collassi’, cioè anche lo stato limite di progetto
non è il collasso inteso come scompaginamento strutturale, ma una definizione molto convenzionale dello stesso, e
questa è una cautela aggiuntiva.
Tuttavia, c’è da dire che tutti questi margini aggiuntivi sono controllati in modo semi-probabilistico e non probabilistico,
per cui il rischio implicito delle strutture progettate secondo norma non è noto al progettista. Per cui non è lecito aspettarsi
direttamente il collasso al superamento delle azioni di progetto, ma non si sa esplicitamente quanto, oltre le azioni di pro-
getto, ciascuna struttura possa resistere, a meno di fare ex-post analisi molto accurate della struttura progettata. Abbiamo
visto in un progetto finanziato al consorzio ReLUIS dalla protezione civile, a cui hanno partecipato i più grandi esperti
italiani di ingegneria sismica e che ho avuto (immeritatamente) l’onore di coordinare, che tale margine cambia con la
tipologia strutturale e col sito di progettazione (Iervolino et al., 2018), per questioni che è difficile approfondire qui. In
questo senso è difficile stabilire se e quanto si possa fare affidamento su tale margine ulteriore, perciò per me questo è un
tema delicato. In tal senso, può essere difficile attribuire le responsabilità di un fallimento strutturale se si sono superate le
azioni di progetto, a meno che non si dimostri una errata progettazione o costruzione, cioè che non si sono seguite le regole.
Devo infine aggiungere che ritengo che proprio perché la parte di azioni sismiche è molto chiara nel suo significato
(almeno per chi la ha studiata), mentre il resto della sicurezza strutturale è meno trasparente, la pericolosità sismica
è sempre messa in discussione, mentre io personalmente ritengo si debba lavorare sul resto della sicurezza implicata
dalla progettazione per renderla altrettanto esplicita.

Qualcuno si chiede comunque se non sia il caso di aumentare la severità delle norme, per lo meno nelle vicinanze delle
faglie conosciute. Si deve peraltro osservare che le NTC18 hanno adottato le stesse azioni delle precedenti NTC08, che
a loro volta non hanno considerato l’incertezza fornita dal modello di pericolosità MPS04. Inoltre, tali azioni risultano
generalmente inferiori di quelle previste dall’OPCM 3279/2003. Posto che già ora le azioni previste dalle norme rappre-
sentano un minimo ma non certo un massimo, pensi che un eventuale aumento sarebbe opportuno, valutando il rappor-
to costi-benefici? E, senza ricorrere all’obbligo, potrebbe essere introdotto come raccomandazione su base volontaria?
Questa è una domanda che è lecito porsi, ma la discussione è per me molto più complessa di come appare. Infatti,
se il periodo di ritorno della intensità di progetto è lo stesso ovunque per un sito vicino a una faglia nota e per uno
lontano, in principio non ci sarebbe bisogno di differenziare tra chi si trova in prossimità di una faglia oppure no;
tuttavia sappiamo che non è possibile conoscere tutte le faglie (almeno in Italia) e per questo usiamo modelli a zone
sismogenetiche che, di fatto, le faglie non le considerano esplicitamente. Inoltre, sappiamo che per ‘effetti di bordo’
in alcuni casi confrontabili con l’effetto Doppler della acustica, si possono avere variabilità spaziali del moto sismico
intorno alle rotture dei terremoti che possono creare effetti deleteri per alcune strutture (vedi anche una delle domande
successive) e che la analisi di pericolosità classica non considera se non ‘mediamente’. Quindi più che alzare le azioni,
ci vorrebbero modelli più raffinati (cioè maggiore conoscenza) per le faglie.
C’è da dire invece che, come dicevo nella risposta precedente, abbiamo trovato, che in Italia, le accelerazioni nelle
zone ad alta pericolosità oltre il periodo di ritorno di progetto, sono più alte – in modo non proporzionale – rispetto a
rispetto a quelle dei siti a bassa pericolosità. In altre parole, le accelerazioni per periodi di ritorno maggiori di 475 anni
crescono molto di più che proporzionalmente rispetto a quelle di Milano, per esempio. Questo fa sì che il rischio di
fallimento cui è esposta una struttura a L’Aquila sia molto maggiore di una struttura della stessa tipologia progettata,
per lo stesso periodo di ritorno, a Milano (Cito e Iervolino, 2020). Questo non ha a che fare con la pericolosità, ma solo
col fatto che progettiamo con un numero limitato di periodi di ritorno, mentre quello che succede per periodi di ritor-
no più grandi comunque influenza la sicurezza. Questo problema non è un limite della norma italiana, ma mondiale,
perché è lo stato dell’arte di tutte le normative più avanzate. Forse questa è una questione ancora più rilevante e che si
può mitigare con il recente ‘risk-targeted design’ (Luco et al., 2007) e che consiste nel progettare fissando un periodo
di ritorno del fallimento, e non fissando il periodo di ritorno del superamento della azione sismica. Ovviamente anche
in questo caso si fa riferimento alla pericolosità probabilistica, ma si usa in modo diverso.

La tematica del confronto di cui al titolo del colloquio è solo italiana oppure il dibattito è esteso a livello internazionale?
IIl tema è di rilevanza mondiale (Hanks et al., 2012) (Stirling e Gerstenberger, 2010). Negli Stati Uniti si sta cercando
di cambiare approccio passando, come detto, da norme che definiscono la probabilità di superamento delle azioni di

6
Quando le azioni sismiche di progetto vengono superate

progetto alla probabilità di fallimento accettata della struttura (risk-targeted design). È la strada giusta, e auspicata
molti decenni fa dal padre della pericolosità sismica C. Allin Cornell, ma è anche questo approccio ha i suoi problemi,
principalmente dovuti al fatto che la probabilità di fallimento di una struttura è molto difficile controllarla fin dal pro-
getto se non facendo, assunzioni forti.
In Europa, nel frattempo, si sta lavorando alla revisione dello Eurocodice 8 per la progettazione sismica, e io presiedo
il gruppo italiano per conto dell’UNI. Siccome l’approccio sarà lo stesso delle NTC, le questioni che ci stiamo dicendo
si ripropongono allo stesso modo, ma le idee sono poco chiare e la percezione è limitata, soprattutto da parte dei paesi
‘meno sismici’, soprattutto perché questi temi richiedono una competenza molto specifica. Stiamo cercando comun-
que di mettere l’esperienza del nostro paese e cultura sismica che portiamo, al servizio dell’Europa su questo tema.

Fin qui abbiamo parlato di accelerazioni. Non sarebbe forse opportuno ragionare anche in termini di spostamento?
È vero che le strutture si danneggiano per spostamenti (in effetti, rotazioni de nodi nelle strutture a telaio) imposti dai
terremoti ed è in termini di capacità di spostamento che si progettano le strutture in zona sismica (i.e., progettazione in
‘duttilità’). Tuttavia, va ricordato che sono le accelerazioni che costituiscono il termine noto delle equazioni del moto
delle stesse strutture e determinano tali spostamenti, quindi ha senso definire le azioni sismiche in termini di accele-
razione. Inoltre, in effetti, come sai le azioni di norma sono in termini di pseudo-accelerazione che, per definizione, è
la forza da applicare staticamente alla massa di un sistema, che abbia un certo periodo di oscillazione, per ottenere lo
spostamento massimo imposto dal terremoto che ha quella pseudo-accelerazione spettrale a quel dato periodo (Iervoli-
no, 2021). Infine, la valutazione del rischio sismico di una struttura non dipende, almeno in linea di principio, da quale
misura di intensità si usa per i terremoti.

Quanto discusso fin qui riguarda essenzialmente il rapporto fra domanda e capacità nel caso di edifici nuovo ben co-
struiti. Per edifici costruiti con normative precedenti, oppure in assenza di normativa la questione si pone negli stessi
termini?
È appropriato porsi la questione delle strutture costruite con codici di progettazione ora considerati obsoleti o prima
della adozione di qualunque norma sismica, cioè praticamente tutto il patrimonio pre-terremoto di Messina del 1908
(tranne buone pratiche costruttive storiche in alcune zone di Italia). Tali strutture possono essere state progettate per
soli carichi verticali o con azioni sismiche (cioè orizzontali) valutate con metodi convenzionali, cioè non su base
probabilistica, e con criteri progettuali meno efficaci di quelli che usiamo oggi. In entrambi i casi tali strutture hanno
comunque una capacità sismica, anche se controllata ancora meno di quelle di nuova progettazione e con minori mar-
gini di sicurezza attesi (per esempio per assenza di gerarchia delle resistenze). Questo è un tema molto rilevante per
quanto riguarda la sicurezza sismica: infatti si può dire che le strutture costruite con le correnti norme tecniche, ancora
per molto tempo saranno una frazione molto piccola dell’intero patrimonio italiano.

Bibliografia
Iervolino I. (2013) - Probabilities and fallacies: Why hazard maps cannot be validated by individual earthquakes. Earthquake Spectra, 29(3),
1125-1136.
Iervolino I., Giorgio M., Cito P. (2019) - Which earthquakes are expected to exceed the design spectra? Earthquake spectra, 35(3), 1465-1483.
Iervolino I., Giorgio M., Cito P. (2017) - The effect of spatial dependence on hazard validation. Geophysical Journal International, 209(3),
1363-1368.
Stucchi M., Meletti C., Montaldo V., Crowley H., Calvi G.M., Boschi E. (2011) - Seismic hazard assessment (2003–2009) for the Italian
building code. Bulletin of the Seismological Society of America, 101(4), 1885-1911.
Cito P., Iervolino I. (2020) - Rarity, proximity, and design actions: mapping strong earthquakes in Italy. Annals of Geophysics, 63(6), 671.
Iervolino I., Spillatura A., Bazzurro P. (2018) - Seismic reliability of code-conforming Italian buildings. Journal of Earthquake Engineering,
22(sup2), 5-27.
Cito P., Iervolino I. (2020) - Peak over threshold: Quantifying ground motion beyond design. Earthquake Engineering & Structural Dynamics,
49(5), 458-478.
Luco N., Ellingwood B.R., Hamburger R.O., Hooper J.D., Kimball J.K., Kircher C.A. (2007) - Risk-targeted versus current seismic design
maps for the conterminous United States.
Hanks T.C., Beroza G.C., Toda S. (2012) - Have recent earthquakes exposed flaws in or misunderstandings of probabilistic seismic hazard
analysis? Seismological Research Letters, 83(5), 759-764.
Stirling M., Gerstenberger M. (2010) - Ground motion-based testing of seismic hazard models in New Zealand. Bulletin of the Seismological
Society of America, 100(4), 1407-1414.
Chioccarelli E., Iervolino I. (2010) - Near source seismic demand and pulse like records: A discussion for L’Aquila earthquake. Earthquake
Engineering & Structural Dynamics, 39(9), 1039-1062.
Chioccarelli E., Iervolino I. (2013) - Near source seismic hazard and design scenarios. Earthquake engineering & structural dynamics, 42(4),
603-622.
Iervolino I. (2021) - Dinamica delle Strutture e Ingegneria Sismica, Hoepli, Milano.

7
SHAKELAB EUCENTRE
Tavola Vibrante Unidirezionale ad Elevate Prestazioni
La tavola vibrante è un simulatore di terremoti in grado di riprodurre
qualsiasi evento reale sino ad oggi registrato, su prototipi di grandi
dimensioni. Le caratteristiche e le prestazioni principali della tavola
sono riportate nel seguito. Struttura della tavola: Cellulare in acciaio
con caratteristiche di elevata rigidezza e massa contenuta compatibile
con gli sforzi generati dalle prove strutturali. Guide: A sostentamento
idrostatico per assicurare il minimo attrito.

Sistema di Riscontro 3D
La struttura di contrasto, composta da una piastra di base e due muri
ortogonali tra loro, consente l’esecuzione di prove pseudo-statiche e
pseudo-dinamiche bi-direzionali su prototipi di edifici ed elementi
strutturali, anche a scala reale. Forze e spostamenti sono imposti tramite
attuatori oleodinamici. Il sistema di prova può essere inoltre utilizzato
per sperimentazioni con tecnica ibrida.

Sistema di Prova Dinamico per Prove su Dispositivi di Appoggio ed


Isolamento
Il sistema per prove su dispositivi di appoggio e isolamento in scala
reale, a cinque gradi di libertà, consente di imporre forze verticali fino a
50000 kN, ed orizzontali fino a 2000 kN, con spostamenti orizzontali
di ± 495 mm. Si tratta di un apparato sperimentale unico nel suo genere
in Europa. Nel corso delle prove è possibile controllare dinamicamente
carico e spostamento verticale e le rotazioni attorno ai tre assi principali.
Un componente aggiuntivo del Sistema di Prova consente inoltre l’ese-
cuzione di test 3D (controllo esteso a 6 GdL). Utilizzando una differente
configurazione degli attuatori, è possibile incrementare la massima for-
za orizzontale a 2800 kN.

www.eucentre.it/laboratorio-shakelab/
Auditorium
Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo

L
a Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, completamente restaurata e trasformata in Auditorium, si propone come
sede tecnologicamente avanzata per eventi in una cornice istituzionale che combina arte, storia e funzionalità.
Una struttura unica che richiama immediatamente i valori architettonici del barocco, dotata delle più moderne
tecniche audio video, con una capienza di circa 100 posti a sedere.
Diventare
nostro
Autore.

Diventare nostro autore è semplice


basterà contattare la redazione di
Progettazione Sismica2, via e-mail
all’indirizzo: ps.redazione@eucentre.it
oppure chiamando al numero
telefonico 0382.5169894.
Per maggiori informazioni e novità
sulla rivista è possibile visitare il sito
www.progettazionesismica.it

Follow us

Potrebbero piacerti anche