[I cromosomi contengono i geni, sono trasmessi dai genitori ai figli tramite i
gameti (gli spermatozoi nel maschio e le cellule uovo nella femmina).Hanno forma di bastoncino e sono costituiti da 2 cromatidi tenuti insieme da una costrizione centrale detta centromero] Sutton, studiando la produzione dei gameti nei maschi di cavalletta, notò che i cromosomi erano appaiati fin dall’inizio della divisione meiotica e i due cromosomi che costituiscono ogni coppia erano quasi identici. Sutton fu colpito dal parallelismo fra le sue osservazioni e la legge di Mendel sulla segregazione, ipotizzò che i cromosomi fossero i portatori dei geni e che i due allelli di ogni gene si trovassero sui cromosomi omologhi. Secondo Sutton gli alleli sono indipendenti e la separazione avveniva nella prima fase della meiosi, durante la separazione dei cromosomi omologhi. Da ciò capì che dalla fecondazione con la fusione del gameti si potessero creare nuove combinazioni di alleli. Così Sutton spiegava la legge della segregazione di Mendel. La legge di Mendel sull’ assortimento indipendente afferma che gli alleli di geni differenti segregano indipendentemente gli uni dagli altri. Sutton affermò che anche questa fosse giusta, a patto che i geni non fossero situati sullo stesso cromosoma. Se due geni diversi si trovano sullo stesso cromosoma durante la meiosi finiscono nello stesso gamete. A meno che non siano già stati separati da un crossing over. Anche Theodor Boveri studiando il modo in cui si sviluppano i tumori, giunse alla conclusione che il cancro è una patologia dovuta da degli errori durante la fase di mitosi, con conseguente formazione di cariotipi anomali. Anche questo conferma la teoria cromosomica. I cromosomi si distribuiscono secondo un incrocio. Si usa il quadrato di Punnet, che determina gli incroci tra alleli dominanti(AD) e alleli recessivi(ar). Da quattro cromosomi presi in esame due portano gli alleli per il seme liscio o rugoso e due per il seme giallo o verde. Un genitore è omozigote dominante e l’altro recessivo quindi verrà LG(liscio e giallo) e lg(ruvido e grigio). Dall’autoimpollinazione si ottengono quattro tipi diversi di gameti f e m, i quali possono combinarsi insieme in 16 modi diversi (4x4). I geni vennero individuati sui cromosomi grazie agli studi fatti sul drosophila melanogaster, con questo dimostrarono che i caratteri ereditari dipendono dal sesso. I cromosomi di un organismo diploide sono presenti in coppie. I cromosomi di ogni coppia sono uguali tra loro sia nei maschi che nelle femmine sono detti autonomi. I geni che si trovano sui cromosomi sessuali portano informazioni ereditarie, che non seguono le leggi mendelliane, ma si parla di caratteri legati al sesso. Nei mammiferi e negli animali è la femmina ad avere i due cromosomi uguali (detti X) I maschi sono costituiti da un cromosoma X e uno y, perciò sono XY. Quando per meiosi si formano i gameti, nei maschi metà degli spermatozoi sono X e metà Y. Mentre i gameti della femmina sono tutti X. Il sesso della prole dipende dal gamete femminile, il quale deve essere fecondato da quello maschile, portatore del cromosoma X o Y. Dal momento che gli spermatozoi X e Y sono prodotti in numero uguali, c’è la stessa probabilità di avere figli maschi o femmine. Morgan fu il primo a scoprire le anomalie legate alla trasmissione dei caratteri sessuali. Formulò l’ipotesi che il gene del colore degli occhi fosse presente solo sul cromosoma X. Ad avere gli occhi rossi infatti è la femmina, mentre il maschio li ha bianchi. Vennero incrociati una femmina con gli occhi rossi e un maschio con gli occhi bianchi, e tutta la generazione F1 nacque con gli occhi rossi. Bianco recessivo. Incrociò gli individui della generazione F1 quindi entrambi occhi rossi è risultava che ad avere gli occhi bianchi erano solo i maschi. Il cromosoma Y ha la metà delle informazioni genetiche rispetto al cromosoma X (si dice emizigote). Per studiare le malattie genetiche è importante sapere se un allele raro, responsabile di un fenotipo anamolo è dominante o recessivo. Per capirlo si può usare l’albero genealogico, che mostra la comparsa del fenotipo in molte generazioni imparentati fra loro. Le malattie possono essere autosomiche se sono legate al sesso o no. Malattie ereditarie : Non legate al sesso, poiché gli alleli difettosi non si trovano sui cromosomi X e Y. Sono tre: o Anemia mediterranea, anemia causata dal fatto che i globuli rossi risultano falciformi e non a disco schiacciato, perciò trasporta con più difficoltà l’ossigeno. Causata dall’alterazione di due amminoacidi sulla struttura dell’emoglobina che si trova all’interno del globulo rosso. Determinata da un gene recessivo (m). Individuo sano quanto il genotipo sarà omozigote dominante, non ha allele malato. (MM) Individuo malato quando il genotipo sarà omozigote recessivo, quindi entrambi alleli malati (mm) Individuo portatore sano non manifesta la malattia ma la porta nel suo corredo genetico e può trasmetterla, si tratta di un genotipo eterozigote. (Mm) Il 25 % dei figli è malato, il 75% non manifesta la malattia, anche se il genotipo è diverso. 50% sano 50% portatore sano.
o Albinismo, malattia localizzata su geni che controllano la
pigmentazione, le persone affette da Albinismo sono prive di questi pigmenti. Gene recessivo. o Nanismo, per un difetto genico, l’individuo non cresce in altezza. Gene dominante. Basta solo un allele difettoso per essere malato. Mentre per le malattie legate al sesso gli alleli difettosi si trovano sui cromosomi. o Emofilia, malattia che provoca seri problemi nella coagulazione del sangue, non si attivano i processi di coagulazione. Determinata da un gene recessivo localizzato sul cromosoma X. Dal momento che la donna ha due cromosomi ha più possibilità di non essere malata perché il cromosoma non malato domina su quello malato, mentre per l’uomo è diverso perché ha un solo cromosoma X, quindi può essere malato o sano. o Daltonismo, malattia che comporta la difficoltà di percezione di alcuni i colori in particolare il verde e il rosso, dato che molti colori hanno una componente verde o rossa alterano anche tutti gli altri colori. Gene recessivo localizzato sul cromosoma X. . o La distrofia muscolare di duchenne, provoca una grave insufficienza dei muscoli volontari, che indebolisce i pazienti fino a portarli su una sedia a rotelle. La malattia è prevalentemente maschile, in quanto è difficile trovare una femmina omozigote, il genotipo è recessivo, localizzato sul cromosoma X. I maschi che soffrono di questa malattia non riescono a riprodursi e perciò è difficile che la malattia venga trasmessa alle figlie femmine. È una patologia caratterizzata dall’assenza di una proteina fibrillare nelle cellule muscolari, la quale prende il nome di distrofina. Questa proteina costituisce un collegamento tra citoscheletro e Matrice extracellulare , è difettosa o a volte anche assente, nei pazienti colpiti da questa patologia, si traduce perciò in una progressiva perdita di forza muscolare. Alcune ricerche recenti hanno scoperto che l’impianto di alcune cellule staminali sono in grado di rigenerare il tessuto muscolare, mentre altre ricerche si basano sulla sperimentazione di farmaci contenenti una proteina, l’utrofina, è normalmente presente nei feti e nei muscoli danneggiati, in questo caso favorisce la loro ricostruzione che potrebbe compensare l’assenza della distrofina. Oltre a quest’ultima abbiamo la distrofia muscolare di Baker, una forma meno rara di quella precedente. La sindrome dell’X fragile è una patologia legata a un ritardo neuro psicomotorio. È stata fatta un’analisi del cromosoma X fragile e si nota una rottura alla base del cromosoma X, che provoca disturbi dell’apprendimento e difficoltà a relazionarsi con gli altri. Si manifesta soprattutto negli uomini, poiché è difficile trovare donne omozigoti. Ma può colpire anche in forma leggera, 1/3 delle femmine eterozigoti. Perciò è da considerarsi parzialmente dominante. Il favismo è dovuto ad un deficit enzimatico di G6PD, ha trasmissione ereditaria X-recessiva, che determina uno stress ossidativo nella membrana dei globuli rossi, e di conseguenza vengono distrutti. La malattia colpisce prevalentemente i maschi, mentre le femmine sono portatrici sane. Muller scoprì che i raggi X, la luce ultravioletta e alcuni prodotti chimici, sulle drosofile agivano da mutageni, cioè da agente in grado di produrre mutazioni. Ciò permise a Muller di produrre un numero più elevato di mutanti. E rese possibile effettuare esperimenti di incrocio in cui le drosofile presentavano più caratteristiche. Muller riconfermò la teoria di Mendel, ovvero se gli alleli di due geni differenti, sono sullo stesso cromosoma durante la meiosi, finiranno entrambi nello stesso gamete. I geni che vengono ereditati insieme perché sono posti sullo stesso cromosoma, si dicono associati in quanto appartengono allo stesso gruppo di associazione. A meno che non siano stati ricombinati attraverso il Crossing over che sarebbe lo scambio di tratti tra cromosomi omologhi, che comporta una ricombinazione del patrimonio genetico. Meccanismo del crossing over tra due cromosomi omologhi : 1. I due cromosomi omologhi si appaiono. 2. Le estremità di due cromatidi della stessa coppia di cromosomi omologhi si sovrappongono e si staccano. 3. È avvenuto lo scambio del patrimonio genetico. Il cromosoma materno contiene parte di quello paterno e viceversa. Con la scoperta del Crossing over divenne chiaro che i geni sono portati dai cromosomi, ma anche che devono essere localizzati in punti particolari dei cromosomi. È evidente anche che ogni allelo deve occupare un punto in particolare, altrimenti si genererebbe un caos genetico. Alfred Sturtevant intuì che la percentuale di ricombinazione potesse avere a che fare con la distanza fra i geni che ricombinano. Questo concetto diede vita alla costruzione delle mappe cromosomiche. Egli cominciò a costruire mappe cromosomiche con i dati ottenuti degli studi del Crossing over nei moscerini della frutta e capendo così che più di un gene può influire per un singolo carattere. Il problema era che la frequenza del Crossing over agiva in maniera differente in tutte le regioni del cromosoma. Così si capì che dalla frequenza di ricombinazione era impossibile ricavare una stima dalla distanza fisica tra due geni. I presupposti di Sturtevant : I geni sono disposti in sequenza lineare. I geni vicini sono separati dal Crossing over meno frequentemente di geni più lontani. È possibile tracciare la distanza conoscendo la frequenza di ricombinazione. Vennero scoperti i cromosomi giganti e nella saliva di drosophila e di altri insetti. Grazie a questo divenne chiaro che i geni sono presenti nei cromosomi in una sequenza lineare.
LA STRUTTURA DEL DNA.
La prima tappa che portò alla comprensione del ruolo del DNA full l’isolamento del materiale ereditario nel 1869, grazie al medico tedesco Friedrich Miesche. La sostanza isolata proveniva dal nucleo dei Globuli bianchi, presi sulle bende usate negli ospedali. Per questo motivo fu denominata nucleina Una sostanza acida e zuccherina, ricca di fosforo e azoto. Principalmente in seguito alle ricerche chimiche, venne chiamata acido nucleico, e poi ACIDO DESOSSIRIBONUCLEICO (DNA),poiché bisognava distinguerla da un’altra sostanza, ovvero l’ ACIDO RIBONUCLEICO (RNA). Scoprirono anche che i cromosomi sono la sede dell’ infiammazione ereditaria. L’ attenzione dei biochimici si concentrò principalmente sulle proteine, ovvero polimeri di 20 amminoacidi diversi che presentano una grande varietà Di struttura e funzioni. Sembrava che fossero gli amminoacidi e fornire le istruzioni per le attività cellulari, rispetto al DNA costituito solo da 4 nucleotidi. Vennero fatti degli esperimenti su alcuni batteri e virus, come l’escherichia coli e lo streptococcus pneumoniae, il batterio che provoca la polmonite. Si venne a conoscenza che in realtà i geni non sono di natura proteica, ma sono costituiti da DNA. Gli scienziati scelsero i virus e batteri, poiché la loro struttura è più semplice, rispetto agli eucarioti. I batteri infatti non presentano organuli e il loro DNA è disperso nel citoplasma, non vi è un nucleo, inoltre il numero delle proteine è inferiore. Il primo vero esperimento venne fatto dal medico Frederick Griffith nel 1928, egli stava studiando un batterio, lo pneumococco, per trovare un vaccino, in quanto ancora non esistevano gli antibiotici. Stava lavorando su due ceppi di batteri (una popolazione di batteri derivanti dalla stessa cellula, quindi geneticamente identici) Aveva individuato il: o CEPPO S formato da cellule , che producevano colonie dalla superficie liscia e lucida. Erano ricoperti da una capsula di polisaccaridi, con la funzione di proteggerli dal sistema immunitario dell’ospite. Patogeni, iniettati nei topi, era stato dimostrato che i batteri si dividevano attivamente provocando la malattia. o CEPPO R produceva colonie dalla superficie ruvida. Senza alcuna protezione. Non patogeni, non trasmettevano la malattia. Griffith scoprì che unendo i batteri R.V. con gli S.U, si ottenevano batteri S.V. Nei batteri S. U. era stata individuata una sostanza, che probabilmente incorporata con le cellule R. V avveniva un cambiamento ereditario, fu chiamata FATTORE DI TRASFORMAZIONE.
Oswald Avery, sottopose i campioni contenenti il fattore di trasformazione a
diversi trattamenti, per distruggere le biomolecole. Dagli esperimenti si intuì che il campione perdeva la sua capacità, solo se ad essere distrutto era il DNA. Avveniva grazie al trasferimento di geni che codifica l’enzima necessario a sintetizzare la capsula batterica. Per identificare il DNA, il quale contiene FOSFATO, utilizzarono un isotopo radioattivo del fosfato.
ESPERIMENTI DI HARSHEY E CHASE.
Un gruppo di biologi iniziò ad interessarsi, alla genetica di alcuni virus chiamati, batteriofagi. Il lavoro compiuto da questi Biologi portò alla nascita di una nuova disciplina, la genetica dei microrganismi. Alfred Harshey stava studiando il Fago t2. Esso infetta il batterio Escherichia coli per determinare se il materiale genetico fosse costituito da DNA o da proteine. Quando il fago infetta un batterio, una parte del virus va nella cellula batterica, nella quale la cellula va incontro a lisi e libera decine di particelle virali, questo dimostrò che il fago è in grado di replicarsi. Per identificare le PROTEINE, le quali contengono ZOLFO, utilizzarono un isotopo radioattivo dello zolfo. Usando virus radioattivi marcati o con lo zolfo, o con il fosfato, fecero i loro esperimenti. ESPERIMENTO: • Batteriofagi marcati con P o con S infettano batteri. • Il liquido contente i batteri viene messo in un frullatore, che causa il distacco del virus dai batteri. • La centrifugazione successiva concentra le cellule batteriche sul fondo della provetta, mentre il liquido (surnatante) contiene le particelle virali. RISULTATI: La maggior parte del P marcato si trova nel pellet insieme ai batteri La maggior parte dell’ S marcato si trova nel surnatante insieme alle particelle virali CONCLUSIONI: A trasferirsi nei batteri è stato il DNA e non le proteine E’ quindi il DNA capace di modificare il programma genetico della cellula batterica. LA STRUTTURA MOLECOLARE DEL DNA. Il DNA molecola in cui è depositata l’informazione genetica. I biochimici sapevano che il DNA era un polimero di nucleotidi, ciascun nucleotide era formato da tre componenti: o Una molecola di desossiribosio, uno zucchero e cinque atomi di carbonio o Un gruppo fosfato o Una base azotata (una molecola organica con una struttura ad anello, contenenti azoto e proprietà acide. La differenza tra i quattro nucleotidi, risiede nella base azotata, che può essere una molecola di G-A-C-T. La G-A purine (a due anelli) . La C-T pirimidine (un anello) . Ogni nucleotide è composto da una base azotata, che può essere una purina o una pirimidina, dallo zucchero desossiribosio a 5 atomi di carbonio e un gruppo fosfato. Erwin Chargaff, riscontrò in alcuni organismi, aspetti comuni del Dna: o La composizione percentuale delle basi del Dna è diversa da una specie all’altra. o Stesse composizioni di basi in diversi organismi. o La quantità totale di purine e uguale a quella delle pirimidine. o La composizione del Dna non dipende dall’età, dalla nutrizione o dalle condizioni ambientali. Sono chiamate regole di Chargaff. Franklin e Wilkins, utilizzarono i raggi X per studiare la disposizione degli atomi delle molecole di DNA. I loro studi rivelarono che la molecola di DNA è una struttura simmetrica, ha la forma di un’ elica destrogira, cioè avvolta da sinistra verso destra con il diametro di un nm. Watson e crick. Watson proveniva da gruppo del fago , mentre Crick era un esperto nell’interpretazione delle immagini ai raggi X delle molecole. Il loro progetto riguardava le proteine, e scoprire in che modo l’informazione genetica fosse custodita all’interno del DNA. Nel 1951 iniziarono ad elaborare un modello, considerando tre fattori: o Le immagini mostravano che il DNA avesse la forma di un’elica Destrogira. o La molecola, costituita da due catene, polinucleotidiche affiancate. o La quantità totale delle purine fosse uguale a quella delle pirimidine.
Watson e Crick vinsero il Premio Nobel, mentre Rosalyn Franklin, non
ricevette nulla. La diffrazione ai raggi X permettere di ottenere informazioni riguardanti la struttura di una sostanza, ma deve trovarsi in un forma cristallina, cioè in uno Stato nel quale le molecole sono disposte in modo ordinato. Scheletro zucchero fosfato carico -,dovuto dalla presenza dei gruppi fosfato. Forma legami a idrogeno con le molecole d’acqua. La basi azotate apolari. I nucleotidi sono tenuti insieme da un legame covalente tra il gruppi fosfato legato al carbonio in posizione ‘5 di un nucleotide, e il carbonio in posizione ‘3 del nucleotide successivo. È chiamato legame fosfodiesterico. Ogni filamento ha una propria direzionalità. In quanto ognuno di essi possiede un’estremità ‘5 che termina con un gruppo fosfato libero e un’estremità ‘3 che termina con un gruppo Ossidrilico - OH, non legato a gruppi fosfato. Nella doppia elica i due filamenti hanno direzione opposta. Uno è orientato in direzione da ‘5 a ‘3 e l’alto da ‘3 a ‘5,per questo sono antiparalleli. La sequenza di una catena polinucleotidica si scrive con l’estremità ‘5 a sinistra e la ‘3 a destra, ‘5’3. Nello scheletro abbiamo le basi azotate. Ogni base di un filamento ha la possibilità di appaiarsi con la base che si trova sul filamento opposto tramite i legami a idrogeno. Essi sono deboli ma danno stabilità alla doppia elica. Oltre a questo abbiamo il cosiddetto impilamento delle basi le basi azotate di un filamento si compattano perché essendo idrofobiche tendono a rimanere vicine. Scoprirono inoltre che i nucleotidi possono essere posti sul filamento con qualsiasi ordine. Diametro 2nm. Le basi sono complementari: L’ A si appaia solo con la T con due legami a idrogeno, la G si appaia solo con la C con tre legami a idrogeno. Quando i due filamenti si avvolgono a formare la doppia elica tra i gruppi fosfato restano esposti due solchi di diversa ampiezza: Il solco minore il solco maggiore dove avviene la maggior parte delle interazioni tra il DNA e la proteine che ne regolano l’attività. L’elica del Dna compie un giro completo ogni 10 basi azotate. Ogni base azotata forma un legame covalente con una molecola di zucchero nel tratto di montante adiacente a essa.