I cnidari hanno il corpo che può essere schematizzato come un sacco, con una sola apertura,
circondata da tentacoli, che funge da bocca ma serve anche per espellere l'anidride carbonica e le
sostanze di rifiuto. I tentacoli servono per afferrare le prede. La cavità interna, detta celenteron, è
una vera cavità gastrovascolare, che si prolunga in parte anche nei tentacoli.
Digestiva, in quanto vi si riversano succhi digestivi prodotti dalle cellule che lo rivestono.
Vascolare, in quanto l'acqua che lo riempie giunge abbastanza vicino a tutti i tessuti del
corpo, fornendo nutrimento ed ossigeno e rimuovendo anidride carbonica e sostanze di
rifiuto.
I polipi sono di norma sessili, ossia fissati ad un supporto solido, e quindi bentonici, con l'apertura
boccale verso l'alto.
Le meduse sono invece natanti, con l'apertura boccale verso il basso. Il corpo delle meduse, data la
sua forma, è detto ombrella; la parte aborale dell'ombrella (normalmente rivolta verso l'alto),
convessa, è detta esombrella, mentre la parte orale (normalmente rivolta verso il basso), concava, è
detta subombrella; questa si prolunga al centro in una struttura tubuliforme più o meno allungata
detta manubrio, che termina con la bocca. I tentacoli di norma si dipartono dal margine
dell'ombrella (cioè al confine fra esombrella e subombrella). Fanno parte del plancton, in quanto
non nuotano attivamente in direzione orizzontale, pur potendo contrarre l'ombrella per muoversi
verticalmente.
Sulla superficie, soprattutto sui tentacoli, sono presenti cellule urticanti, i cnidociti, che funzionano
una volta sola, per cui devono essere rigenerate. Hanno funzioni difensive e anche offensive,
soprattutto quando si tratta di paralizzare la preda. Esse si attivano quando vengono toccate, grazie a
un meccanocettore detto cnidociglio, ed estroflettono dei filamenti urticanti detti cnidocisti (dal
greco κνίδα knìda, ortica). Le cnidocisti possono essere di diverso tipo: nematocisti o spirocisti, e
sono collegate agli cnidoblasti che contengono un liquido urticante. Le cnidocisti, in genere,
inoculano una sostanza che uccide la preda per shock anafilattico. Il liquido urticante ha azione
neurotossica o emolitica, la cui natura può variare a seconda della specie, ma di solito è costituita da
una miscela di tre proteine a effetto sinergico: ipnossina, talassina e congestina. L'ipnossina ha
effetto anestetico, quindi paralizzante; la talassina ha un comportamento allergenico che causa una
risposta infiammatoria; la congestina paralizza l'apparato circolatorio e respiratorio. Anche se non
tutte le meduse sono urticanti, alcune, come le cubomeduse, sono particolarmente pericolose per
l'uomo: in taluni casi possono causare anche la morte per shock anafilattico.
Nei polipi gli unici sensi presenti sono il tatto e la sensibilità alle sostanze disciolte nell'acqua.
Alimentazione
La dieta dei cnidari è carnivora: si nutrono di copepodi le piccoli pesci, in stadi più giovanili si
alimentano di fitoflagellati e rotiferi. L'abbondanza di cibo è importante per lo sviluppo dei cnidari
dato che è l'elemento principale affinché la strobilazione degli idrozoi e degli scifozoi abbia luogo.
La preda viene catturata grazie all'inoculazione di veleno attraverso i cnidocisti, di cui tutte le
specie del phylum sono provviste ed in seguito introdotta nella cavità interna per essere digerita. La
digestione è in parte extracellulare ed in parte intracellulare. La digestione extracellulare avviene
per via di enzimi digestivi prodotti nel celenteron. La digestione intracellulare è ottenuta dalle
cellule stesse che fagocitano e digeriscono al proprio interno piccole particelle di cibo. I residui
della digestione vengono poi espulsi dalla bocca nell'ambiente esterno.
Riproduzione
La riproduzione sessuale è presente in tutte le specie; quella asessuale, per lo più per gemmazione,
si ha in genere nei polipi.
Esistono specie nelle quali si ha alternanza di generazioni tra polipi e meduse. In questi casi, le
meduse si riproducono sessualmente, producendo dei gameti che vengono espulsi dalla cavità
gastrovascolare. La fecondazione avviene nell'acqua; dall'uovo fecondato si sviluppa la larva
cigliata, detta planula, che a un certo punto si adagia in una zona ottimale e incomincia a crescere
dando origine all'embrione. Quest'ultimo si riproduce asessualmente per strobilazione dando origine
alle meduse.
Inquinamento
È accertato che non cercano acque pulite per andare a caccia di cibo e l'inquinamento umano non ha
alcun effetto sulle meduse, le si trova sia in acqua cristalline, sia in porti dove la concentrazione dei
rifiuti è maggiore.