Sei sulla pagina 1di 61

MEDICINA FISICA E

RIABILITATIVA

DOTT.SSA SARA CASTELLI


RIABILITAZIONE

Definizione
Qualsiasi intervento terapeutico mirato alla prevenzione
e alla riduzione degli esiti invalidanti delle malattie con il
fine di migliorare la qualità della vita di una persona

Obiettivo della riabilitazione


Raggiungere massimo grado possibile di autonomia e
di indipendenza attraverso il recupero e/o la
compensazione delle abilità compromesse; al fine di
migliorare la qualità della vita dell’individuo e
favorirne il reinserimento nel proprio ambiente
familiare e sociale”
MEDICINA RIABILITATIVA

Cos’è?
E’ una specialità medica indipendente, interessata
alla promozione

 del 'funzionamento' fisico e cognitivo,


 delle attività (compresi i comportamenti),
 della partecipazione (compresa la qualità della
vita) e
 delle modificazioni necessarie dei fattori personali
e ambientali.
MEDICINA RIABILITATIVA

Si occupa di riabilitazione e disabilità

E' quindi responsabile della prevenzione, della diagnosi,


della cura e del trattamento riabilitativo di persone con
condizioni mediche disabilitanti e co-morbilità in tutte le
età.
MEDICINA RIABILITATIVA

obiettivi
va oltre la medicina curativa e infatti non mira solo
alla guarigione anatomo-fisiologica, ma ha come
obiettivo

 Il recupero di funzioni
 L’inserimento e l’integrazione del disabile nella
società
MEDICINA RIABILITATIVA

La scelta degli obiettivi ed il metodo del trattamento


sono condizionati da:

 Le capacità residue del paziente


 La prognosi della malattia o del trauma
 Gli obblighi che la società impone al paziente
 La consistenza che il paziente spera di dare alla sua
esistenza e gli sforzi che è disposto a fare per arrivarvi,
combinati con l’efficacia dell’aiuto offertogli
MEDICINA RIABILITATIVA

L’intervento riabilitativo
Parte dal trattamento medico di recupero
funzionale, inteso a ridurre al massimo deficit e
disabilità
prosegue con l’utilizzazione ottimale delle capacità
funzionali residue ed alla compensazione delle
capacità perdute
tenendo conto di tutti gli aspetti della vita e della
persona
MEDICINA RIABILITATIVA

Gli specialisti in MR
hanno quindi un approccio olistico nei
confronti delle persone

approccio bio-psico-sociale
MEDICINA RIABILITATIVA

Approccio bio-psico-sociale

 Esamina tutti gli elementi che possono influire sulla


qualità della vita della persona, mettendo tutte le
patologie sullo stesso piano.

 Focalizza l’attenzione su come le persone funzionano e di


cosa hanno bisogno per vivere al meglio le loro
potenzialità.

 Con l’obiettivo di ridurre l’isolamento e la


discriminazione e promuovere l’integrazione
DISABILITÀ

Ma cosa si intende per disabilità?


Chi è il disabile?
DISABILITÀ

Definizione dell’handicap da parte dell’


O.N.U.

“La disabilità è una difficoltà nel


funzionamento del corpo, una difficoltà
della persona e della propria socialità in uno
o più contesti della vita.”
DISABILITÀ

Definizione secondo la legge italiana


(legge 104/92)
È persona handicappata colui che presenta una
minorazione fisica, psichica o sensoriale,
stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà
di apprendimento, di relazione o di integrazione
lavorativa e tale da terminare un processo di
svantaggio sociale o di emarginazione.
DISABILITÀ

Gravità (legge 104/92)

Qualora la minorazione, singola o plurima, abbia


ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in
modo da rendere necessario un intervento
assistenziale permanente, continuativo e globale
nella sfera individuale o in quella di relazione, la
situazione assume connotazione di gravità.
DISABILITÀ

Integrazione (legge 104/92)

L’integrazione deve basarsi sul rispetto e la


valorizzazione della diversità della
persona; persona non solo portatrice di
bisogni
ma anche di risorse positive.
DOTT.SSA SARA CASTELLI

LA CLASSIFICAZIONE
DELLA DISABILITA’
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha


elaborato diversi strumenti di classificazione
inerenti l’osservazione e l’analisi di patologie
organiche, psichiche e comportamentali delle
popolazioni.

Obiettivo: migliorare la qualità delle diagnosi


delle patologie e fornire un linguaggio comune e
condiviso.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
ICD, 1970 Classificazione Internazionale
delle malattie

È la prima classificazione elaborata dall’OMS


Classificazione causale, centra l’attenzione
sull’aspetto eziologico della patologia
Fornisce per ogni sindrome o disturbo la
definizione delle caratteristiche cliniche e le
indicazioni diagnostiche
Nasce dall’esigenza di cogliere la causa delle
patologie
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

ICD10
Nel 1992 viene redatta la decima edizione

L’ ICD 10 fornisce la diagnosi


e una descrizione del processo e
della eziologia della malattia
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

L’ICD-10 viene incontro alla necessità di una


definizione della malattia, in senso categoriale
(la malattia c’è o non c’è)

Manca però della dimensione funzionale, che


descriva quindi l’impatto della malattia sul
funzionamento di un settore corporeo nell’insieme
del corpo stesso, e della persona all’interno della
sua quotidianità
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

ICIDH 1980
Classificazione delle menomazioni delle
disabilità e degli handicap

 Non è più focalizzato sulla definizione della


causa della patologia
 Si concentra sugli effetti che il contesto
ambientale ha sullo stato di salute dell’individuo
 Introduce i concetti di menomazione disabilità e
handicap
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

MENOMAZIONE qualsiasi perdita o anormalità a carico


di una struttura o funzione psicologica fisiologica o
anatomica

DISABILITA’ qualsiasi perdita della capacità di compiere


un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali
per un essere umano

HANDICAP condizione di svantaggio conseguente ad una


menomazione o ad una disabilità che limita o impedisce in
un soggetto l’adempimento del ruolo normale per tale
soggetto in relazione all’età al sesso e a fattori socioculturali
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Modello di tipo lineare (causa-effetto) fra


menomazione, disabilità ed handicap:

Infortunio
Malattia Menomazione Disabilià Handicap
Malformazione

La menomazione causa la disabilità e


quest’ultima causa l’handicap
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

CRITERI ICIDH

 Conseguenze della malattia


 Classificazione delle menomazioni
 Classificazione delle disabilità
 Classificazione degli handicaps
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Classificazione Menomazioni
 Menomazioni della capacità intellettiva
Menomazioni del linguaggio e della parola
Altre menomazioni psicologiche
 Menomazioni auricolari
 Menomazioni oculari
 Menomazioni viscerali
 Menomazioni scheletriche
 Menomazioni deturpanti
 Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Classificazione dell’Handicap
 Handicap nell’orientamento
 Handicap nell’indipendenza fisica
 Handicap nella mobilità
 Handicap occupazionali
 Handicap nell’integrazione sociale
 Handicap nell’autosufficienza economica
 Altri handicap
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Esempio un non vedente è una persona


 che soffre di una menomazione oculare
 che gli procura disabilità nella comunicazione e
nella locomozione
 e comporta handicap, ad esempio, nella mobilità e
nella occupazione,

Quindi un unico tipo di menomazione può


dar luogo a più tipi di disabilità e implicare
diversi handicap
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Per l’ individuo

la menomazione ha carattere permanente,

la disabilità dipende dalla attività che deve esercitare

l’handicap esprime lo svantaggio che ha nei riguardi di


altri individui
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
In quest’ottica l’handicap

• È una condizione riferita a persona con disabilità o


menomazioni
• Vi può essere handicap in assenza di disabilità (es.
ipovisione corretta o grave ustione)
• Non è applicabile a: difficoltà/demotivazione per
l’apprendimento, svantaggio per cause ambientali,
sociali o culturali
• Si caratterizza in termini di discrepanza tra abilità
dell’individuo e aspettative d’efficienza
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Limiti e…

 Lo schema è troppo lineare.


 Si basa su un modello medico di disabilità
 Non considera i fattori ambientali e culturali
 Descrive la situazione in termini negativi
 Non adatto all’infanzia
 Pesante e obsoleto
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

….perplessità

L’Handicap è creato dalla malattia o dalla società?

Esistono le capacità residue o solo disabilità?


LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

ICF 2001
Classificazione Internazionale

del Funzionamento
della disabilità
e
della salute
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

È il risultato di 7 anni di un

lavoro svoltosi in 65 Paesi


che è partito dalla revisione
della vecchia classificazione
ICIDH, pubblicata nel 1980.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
ICF obiettivi
 Fornire una base scientifica per la comprensione e
lo studio della salute, delle condizioni,
conseguenze e cause ad essa correlate.

 Stabilire un linguaggio standard per la descrizione


della salute per migliorare la comunicazione tra le
diverse figure professionali….
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
ICF obiettivi

 Rendere possibile il confronto tra dati sulla salute


delle popolazioni raccolti in paesi diversi in
momenti differenti

 Fornire uno schema sistematico di codifica per i


sistemi sanitari
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

ICF 2001, Classificazione Internazionale


del Funzionamento, della disabilità e della
salute

Cosa intendiamo
con il termine
Salute?
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

ICF 2001, Classificazione Internazionale


del Funzionamento, della disabilità e della
salute
La salute è
una condizione di
benessere fisico e sociale,
non soltanto assenza
di malattia
(OMS, 1946, 1998)
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

La disabilità è intesa come il risultato


dell’interazione complessa tra più fattori

È una classificazione che descrive lo stato di salute


delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali
con l’obiettivo di
cogliere le difficoltà che nel contesto sociale
possono causare disabilità
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
Approccio bio-psico-sociale
 Esamina tutti gli elementi che possono influire sulla
qualità della vita della persona, mettendo tutte le
patologie sullo stesso piano.

 Focalizza l’attenzione su come le persone funzionano


e di cosa hanno bisogno per vivere al meglio le loro
potenzialità.

 Con l’obiettivo di ridurre l’isolamento e la


discriminazione e promuovere l’integrazione
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

L’ICF Organizza le informazioni secondo tre


dimensioni:

Livello corporeo (funzione e struttura, non il


danno)
Livello personale (attività, risorse disponibili e
non perdita)
Livello sociale (grado di partecipazione sociale,
non handicap)
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
Descritti secondo 3 domini
Funzioni e Strutture Corporee, Attività e
Partecipazione.

Funzioni e strutture Attività personale Partecipazione


Corporee sociale
(ex minorazione) (ex disabilità) (ex handicap)

Fattori contestuali

1. Ambientali 2. Personali
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

le strutture corporee sono le parti anatomiche del


corpo (organi, arti e loro componenti)

le funzioni corporee sono le funzioni fisiologiche dei


sistemi corporei (incluse le funzioni psicologiche)

Le menomazioni sono problemi nella funzione o nella


struttura del corpo, intesi come deviazione o
perdita significative
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
 ICF - Strutture corporee
 Strutture del sistema nervoso
 Occhio, orecchio e strutture collegate
 Strutture collegate alla voce e all'eloquio
 Strutture dei sistemi cardiovascolare, immunologico e
respiratorio
 Strutture collegate al sistema digestivo, metabolico e
endocrino
 Strutture collegate al sistema genitourinario e
riproduttivo
 Strutture collegate al movimento
 Cute e strutture collegate
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
 ICF - Funzioni corporee
 Funzioni mentali
 Funzioni sensoriali e dolore
 Funzioni della voce e dell’eloquio
 Funzioni del sistema cardiovascolare, ematologico,
immunologico e respiratorio
 Funzioni del sistema digestivo, metabolico e endocrino
 Funzioni genitourinarie e riproduttive Funzioni
neuromuscoloscheletriche e collegate al movimento
 Funzioni cute e strutture associate
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
 ICF - Attività e partecipazione
 Apprendimento e applicazione della conoscenza
 Compiti e richieste di carattere generale
 Comunicazione
 Mobilità
 Cura della propria persona
 Vita domestica
 Interazioni e relazioni interpersonali
 Principali aree della vita
 Vita di comunità, sociale e civica
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

L’attività è l’esecuzione di un compito o di


un’azione da parte di un individuo

La partecipazione è il coinvolgimento in una


situazione di vita

Le componenti elencate vengono influenzate


dai fattori ambientali
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

I fattori ambientali sono organizzati in due livelli

Individuale: l’ambiente personale dell’individuo (casa,


luogo di lavoro, scuola ecc.), include le caratteristiche
fisiche e materiali di tale ambiente

Sociale: le strutture sociali formali e informali, i servizi


e le principali interazioni nella comunità o nella società.
Include organizzazioni e servizi correlati all’ambiente di
lavoro, attività della comunità, servizi statali, di
comunicazione e trasporto, reti sociali informali, regole
formali ed informali, ideologie…
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

 ICF - Fattori ambientali


 Prodotti e tecnologia
 Ambiente naturale e cambiamenti apportati
dall’uomo all’ambiente
 Supporto e relazioni
 Atteggiamenti
 Servizi, sistemi e politiche
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

I fattori ambientali costituiscono gli atteggiamenti,


l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e
conducono la loro esistenza
Le limitazioni dell’attività sono le difficoltà che un
individuo può incontrare nell’eseguire delle attività
Le restrizioni della partecipazione sono i problemi che
un individuo può sperimentare nel coinvolgimento
delle situazioni di vita
Influenza dei fattori
CAPACITA’ contestuali PERFORMANCE
(ambientali e/o personali)

FACILITATORI BARRIERE
(+) (-)

CAPACITA’ FACILITATORE PERFORMANCE

•Linguaggio espressivo • Fattore ambientale: •Performance


assente tavola di comunicazione comunicativa adeguata
con i simboli per i bisogni di base

•Linguaggio espressivo BARRIERE •Performance espressiva


adeguato deficitaria sul versante
• Fattore personale: della partecipazione
ansia sociale
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Il modello descritto nell’ICF riflette i cambiamenti di


prospettiva nella disabilità che sono presenti sin
dagli anni 70 e che sono enunciati nei tre principi
alla base dell’ICF

 universalismo
 approccio integrato
 modello interattivo e multidimensionale del
funzionamento e della disabilità.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
È un modello universale

Rappresenta un continuum tra salute e disabilità e


riguarda tutti
la disabilità non viene considerata un problema di un
gruppo minoritario all’interno di una comunità, ma
un’esperienza che tutti, nell’arco della vita, possono
sperimentare.
L’OMS, attraverso l’ICF, propone un modello di
disabilità universale, applicabile a qualsiasi persona,
normodotata o diversamente abile
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

È un modello interattivo multidimensionale

prevede interazioni multiple fra le persone la loro


salute e il loro ambiente

Correla lo stato di salute della persona con


l’ambiente in cui vive. Per la prima volta vengono
presi in considerazione fattori ambientali,
classificandoli in maniera sistematica
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

È un modello integrato
Integra l’aspetto sanitario medico con quello
psicologico e sociale senza porli in contrapposizione

Modello bio-psico-sociale
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
Elementi innovativi dell’ICF
• Ha un’applicazione ampia e universale  funzionamento
umano (salute) e le sue restrizioni (malattia)
• La salute risulta da un’interazione complessa tra
condizioni fisiche e fattori contestuali (ambientali e
personali)
• I termini con connotazione negativa disabilità ed
handicap  attività e partecipazione sociale
• Non vi è relazione lineare tra le dimensioni, ma
interazioni complesse tra di esse
• Le dimensioni (funzioni corporee, attività personale,
partecipazione sociale) possono essere analizzate
indipendentemente.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

Cambia la terminologia
Se prima l’individuo veniva descritto in base ai concetti di
malattia menomazione e handicap, utilizzati in chiave
negativa riferendosi a situazioni di deficit
L’ICF fa riferimento ai concetti di salute e funzionamento.

Cambia il concetto di disabilità


Intesa come una condizione di salute in un
ambiente sfavorevole
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

L’ICF correlando la condizione di salute con


l’ambiente promuove un metodo di misurazione della
salute, delle capacità e delle difficoltà nella
realizzazione di attività che permette di individuare
gli ostacoli da rimuovere o gli interventi da effettuare
perché l’individuo possa raggiungere il massimo
della propria auto-realizzazione.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’

L’OMS con l’ICF propone un modello universale di


salute e disabilità, in quanto esse condividono le
stesse dimensioni. La disabilità non è un problema
di un gruppo minoritario, quanto una condizione che
ognuno può sperimentare.

L’ICF non classifica le persone,


ma gli stati di salute ad esse correlati
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
“…L’attenzione alle parole è importante, non tanto per un fatto
estetico o formale, ma perché nelle parole è contenuto il
modello operativo a cui si fa riferimento.
Utilizzare termini impropri può essere un modo per aumentare
l’handicap.
Al centro sta la persona che chiamiamo in vari modi (
handicappato, disabile, menomato) ciascuna di queste
definizioni racchiude vantaggi e svantaggi. Il punto di
partenza deve però essere chiaro: l’individuo è relativamente
handicappato, lo svantaggio è relativo alle condizioni di vita,
in altre parole della realtà in cui l’individuo è collocato.
L’handicap è dunque un incontro fra individuo e situazione, è
uno svantaggio riducibile o aumentabile…”.
Andrea Canevaro.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
Applicazioni dell’ICF
L’ICF è stato usato ad esempio come strumento
• Statistico
• Di ricerca
• Clinico
• Di politica sociale
• Educativo

Date le proprietà dell’ICF, viene usato anche in ambito


assicurativo, della previdenza sociale, del lavoro,
dell’istruzione, dell’economia, della legislazione e delle
modificazioni ambientali
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
ICF-CY
 Nel 2007 viene messa a punto la Classificazione
Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e
della Salute per Bambini e Adolescenti
 Tale necessità deriva dal fatto che in questa fascia di
età le manifestazioni di disabilità e le condizioni di
salute sono diverse nella loro natura, intensità e
impatto, da quelle degli adulti.
 Bisogna dunque tener conto di tali differenze in modo
che il contenuto della classificazione rifletta i
cambiamenti associati allo sviluppo e colga le
caratteristiche dei differenti ambienti e gruppi di età.
LA CLASSIFICAZIONE DELLA
DISABILITA’
La partecipazione
La capacità di essere coinvolto e di interagire socialmente si sviluppa
nella relazioni del bambino piccolo con genitori, fratelli, coetanei
presenti nel suo ambiente immediato. L’ambiente sociale
continua ad essere un fattore importante in tutto il periodo dello
sviluppo ma la natura e la complessità dell’ambiente cambiano
nel tempo tra la prima infanzia e l’adolescenza
Gli ambienti
Possono essere considerati come la serie di sistemi successivi che
circondano i bambini, dal più immediato al più distante, avendo
ognuno un’influenza diversa, in funzione dell’età o dello stadio
evolutivo raggiunto. Data la posizione di dipendenza durante lo
sviluppo, gli elementi fisici e sociali ambientali hanno forte
impatto: quelli negativi hanno spesso un più forte impatto sui
bambini (es. mancanza di cibo e acqua --> malattia ma anche
alterazione del funzionamento e dell’apprendimento

Potrebbero piacerti anche