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CAP 1

La linguistica è il ramo delle scienze umane che studia la lingua. Lo studio della lingua si può dividere in: la
linguistica generale che si occupa di come funzionano le lingue e la linguistica storica che si occupa
dell’evoluzione delle lingue nel tempo. Oggetto della linguistica sono dunque le cosiddette lingue storico-
naturali, vale a dire le lingue nate durante il corso della civiltà umana. Le lingue storico-naturali sono
espressione di quello che viene chiamato linguaggio-verbale umano. Per inquadrare il linguaggio verbale
umano fra i vari tipi di comunicazione può essere utile partire dalla nozione di segno: è qualcosa che sta per
qualcos’altro e serve per comunicare questo qualcos’altro.
Comunicazione equivale ad un passaggio di informazione ed ha come ingrediente fondamentale
l’intenzionalità altrimenti si ha un semplice passaggio di informazioni. Le tre categorie della comunicazione:
comunicazione in senso stretto (emittente e ricevente intenzionale)
Passaggio di informazione (emittente non intenzionale e ricevente int)
Formulazione di inferenze (nessun emittente e solo interpretante)
Esistono diversi tipi di segni:
indici motivati naturalmente/non intenzionali
Segnali: motivati nat/ usati inte
Icone: motivati analogicamente/ usati inte
Simboli: motivati culturalmente/ usati inte
Segni in senso stretto: I segni linguistici sono prodotti intenzionalmente per comunicare ed essenzialmente
arbitrari.
Le proprietà della lingua: biplanarità= ci sono due piani compresenti: il significante chiamato anche
espressione ed è fisicamente percepibile e il siginificato chiamato anche contenuto non è materialmente
percepibile. Un codice si può definire come un insieme di corrispondenze fra significati e significanti.
Abitrarietà= essa consiste nel fatto che non c’è alcun legame fra il significante e il significato di un segno,
bensì vuol dire che i legami non sono dati naturalmente ma posti per convenzione. Se i segni linguistici non
fossero arbitrari le parole delle lingue dovrebbero chiamarsi tutte allo stesso modo, il fatto che non sia così
implica che tra la natura di una cosa e la parola che la designa non ci sia alcun rapporto che non sia quello
posto dalla convenzione del sistema linguistico
Hjelmsslev ha distinto quattro tipi di arbitrarietà che vengono rappresentate con il triangolo semiotico:
1) rapporto tra segno e referente= non motivato naturalmente ed è totalmente convenzionale
2) rapporto tra significante e significato = è arbitrario il rapporto tra significante e significato
3) rapporto tra forma e sostanza del significato = è arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del
significato
4) rapporto tra forma e sostanza del significante = arbitrario il rapporto tra forma e sostanza del
significante.
Le onomatopee sono delle trascrizione dei suoni come il verso del cane= bau ecc ecc e sono diverse per ogni
lingua
Gli ideofoni sono trascrizioni iconiche usate nei film e nei fumetti come zac boom ecc
Principio di iconismo= l’idea di pluralità suggerita o riprodotta nella lingua (dal fatto che la lingua contiene
più materiale fonico)
Principio di fonosimbolismo= certi suoni avrebbero per la loro stessa natura associati a sé certi significati
L’approccio cognitivo e funzionalista nega l’autonomia strutturale interna.
La doppia articolazione consiste nel fatto che il significante di un segno linguistico è articolato a due livelli
nettamente diversi;
A) primo livello-prima articolazione: Le unità minime di prima articolazione si chiamano morfemi.
B) un secondo livello-seconda articolazione: tali elementi che non sono più segni si chiameranno fonemi e
costituiscono le unità minime di seconda articolazione.
La doppia articolazione dei segni linguistici costituisce un vero e proprio punto cardine del linguaggio verbale
umano. Essa consente alla lingua una grande economicità di funzionamento.
Di conseguenza è anche molto importante nella strutturazione della lingua il principio della combinatorietà:
La lingua funziona fondamentalmente combinando unità minori possedute in un inventario limitato.
La trasponibilità di mezzo: parlato e scritto= Il significante dei segni linguistici può essere trasmesso sia
attraverso il mezzo aria sottoforma di sequenza di suoni e rumori prodotti dall’apparato fonatorio umano
che si propagano come onde sonore vengono ricevuti dall’apparato uditivo sottoforma di segni tracciati
sulla carta o su un altro supporto solido. A tale proprietà si dà il nome di trasponibilità di mezzo.
Anche se i segni linguistici possono essere trasmessi oralmente o graficamente il carattere orale è tuttavia
prioritario rispetto a quello visivo. Si dice anche che una delle proprietà di linguaggio verbale umano è la
fonicità.
Per priorità antropologica: il parlato è anzitutto prioritario antropologicamente rispetto allo scritto.
Priorità ontogenetica: relativo al singolo individuo
Priorità filogenetica relativa alla specie umana
Proprietà sociale dello scritto: avere una forma scritta è un requisito indispensabile per la lingua evoluta a
pieno titolo
Linarità e discretezza: Finalità del segno si intende che il significante viene prodotto e si sviluppa in
successione nel tempo e nello spazio. La linearità implica anche monodimensionalità del segno. Sempre
relativa in primo luogo al significante la proprietà dei segni linguistici di essere discreti, per discretezza di
segni si intende il fatto che la differenza fra gli elementi è assoluta e non quantitativa o relativa. Una
conseguenza interessante della discrepanza è che nella lingua non possiamo intensificare il significante per
intensificare corrispondentemente significato allo stesso modo in cui lo facciamo per esempio con grida ecc.
Onnipotenza semantica plurifunzionalità e riflessività: Onnipotenza semantica consisterebbe nel fatto che
con la lingua è possibile dare un’espressione a qualsiasi contenuto, onnipotenza semantica si riferisce
dunque al fatto che con la lingua si può parlare di tutto.
Per pluri funzionalità della lingua si intende che la lingua permette di adempiere a una lista molto ampia di
funzioni diverse: come per esempio esprimere il pensiero, il trasmettere informazioni , Il manifestare i
propri sentimenti e stati d’animo, il risolvere problemi ecc.
Jacobson identifica sei classi di funzioni: funzione emotiva, funzione metalinguistica, funzione referenziale,
funzione conativa, funzione fàtica, funzione poetica
Metalingua proprietà riflessiva del linguaggio: la lingua si può usare come metà lingua e viene in tal caso
chiamata lingua-oggetto; a tale proprietà viene spesso dato il nome di riflessività: la riflessività è
fortemente caratterizzata dal linguaggio verbale umano.
Produttività e ricorsività: un’altra proprietà della lingua è la produttività: con questo termine si allude al
fatto che con la lingua è sempre possibile creare nuovi messaggi mai prodotti prima. La produttività resa
possibile in prima istanza dalla doppia articolazione che permette una combinatorietà ed è limitata da
unità più piccole. La produttività o apertura del sistema linguistico prende più precisamente la forma di
quella che è stata chiamata creatività regolare vale a dire una produttività infinita basata su un numero
limitato di principi e regole in genere della forma.
La ricorsività: È posseduta in maniera evidente della lingua ed è una sua proprietà formale e molto
importante: significa che uno stesso procedimento è riapplicabile un numero teoricamente illimitato di volte
La complessità sintattica: consiste nel fatto che i messaggi linguistici possono presentare un alto grado di
elaborazione strutturale con una ricca gerarchia di rapporti di concatenazione, funzionalista sono gli
elementi disposti linearmente. Questa proprietà si può quindi definire complessità sintattica; fra gli aspetti
che hanno rivelato nella trama sintattica vi sono:
L’ordine degli elementi, le dipendenze, Le incassature, la discontinuità.
Equivocità: è inerente alla natura del sistema linguistico e consiste in una mancata corrispondenza tra
significante e significato. Nel linguaggio verbale umano si parla di corrispondenze plurivoche: ulteriormente
la flessibilità e la sua adattabilità ad esprimere esperienze sempre nuove e differenti.
Lingua solo umana: è opportuno chiedersi se un sistema di comunicazione organizzato come la lingua
appartenga solo esclusivamente agli esseri umani. L’opinione più diffusa tra gli studiosi e che tale sistema
linguistico sia il frutto di una continua evoluzione parallela a quella della specie umana. In particolare l’uomo
possiede le precondizioni anatomiche e neurofisiologiche necessaria per l’elaborazione mentale e fisica del
linguaggio verbale.
Definizione di lingua: La lingua è un codice che organizza un sistema di segni dal significante primariamente
fonico acustico fondamentalmente arbitraria dove i loro livelli doppiamente articolati sono capaci di
esprimere ogni esperienza esprimibile posseduti come conoscenza interiorizzata che permette di produrre
infinite frasi a partire da un numero finito di elementi.
Sincronia e diacronia: si impiegano per indicare due diverse condizioni con le quali si può guardare alla lingua
ai fatti linguistici in relazione all’asse del tempo: per diacronia si intende la considerazione delle lingue degli
elementi lungo lo sviluppo temporale, invece per sincronia si intende la considerazione delle lingue degli
elementi della lingua facendo un taglio sull’asse del tempo e guardando come se si presentano in un
determinato momento agli occhi e all’esperienza dell’osservatore. Fare per esempio l’etimologia di una
parola è un’operazione tipicamente di linguistica diacronica invece descrivere il significato che hanno oggi le
parole in italiano sono invece operazioni tipicamente di linguistica sincronica. La distinzione fra la
considerazione diacronica (esaminare lo sviluppo del tempo),e la considerazione sincronica (descrivere le
cose così come si presentano agli occhi dell’osservatore) è comunque uno dei fondamenti metodologici
principali con cui ci si accosta la lingua.
Langue e parole: L’importante distinzione da fare prima della struttura della lingua è quella fra sistema
astratto e realizzazione concreta; la distinzione nella linguistica moderna si è ripresentata secondo tre
terminologie principali: la coppia oppositiva langue e parole, opposizione fra sistema e uso e l’opposizione
fra competenze di esecuzione tipicamente della linguistica generativa che fa capo a Chomsky. Col primo
termine di tutte e tre le coppie (Langue sistema competenza) si intende all’incirca l’insieme di conoscenze
mentali che costituiscono la nostra capacità di produrre un messaggio nella certa lingua con secondo
termine si intende invece l’atto linguistico individuale. In particolare la coppia langue e parole compara una
triplice opposizione fra astratto sociale stabile e costante. Porre al centro dell’attenzione del linguista la
langue significa porre l’astrazione l’idealizzazione come momento necessario dell’analisi scientifica.
La terza distinzione è quella fra asse paradigmatico e asse sintagmattico: L’asse paradigmatico riguarda la
relazione a livello del sistema, e l’asse sintagmattico riguarda invece le relazioni a livello delle strutture che
realizzano le potenzialità del sistema
I quattro livelli di analisi della lingua: nella lingua esistono quattro livelli di analisi stabiliti in base alle
proprietà della Biplanarità o della doppia articolazione che identificano tre strati diversi del segno
linguistico: lo strato del significante inteso come mero significante, lo strato del significato in quanto
portatore di significato, e lo strato del significato. Tre livelli di analisi sono relativi al piano del significante:
uno per la seconda articolazione che consiste nella fonetica nella fonologia, due per la prima articolazione
che riguardano entrambi, a sotto livelli di diversa taglia di complessità dell’unità considerate
l’organizzazione del significante in quanto portatori di significato, e che consistono nella morfologia nella
sintassi. Un ulteriore livello è relativo al solo piano del significato consiste nella semantica. Vi sono due sotto
livelli secondari di analisi della lingua: La Grafematica che riguarda i modi in cui la realtà fonica tradotta
nella scrittura, e la pragmatica testualità che riguardano l’organizzazione dei testi in situazione.
CAP 2
Fonetica
La fonetica è la scienza che studia i suoni del linguaggio umano, e tali suoni vengono chiamati foni.
I foni sono fenomeni acustici prodotti dall’apparato fonatorio di un parlante trasmessi per mezzo di onde
sonore attraverso l’aria e infine ricevuti dall’apparato di uditivo di un ascoltatore da qui poi trasmessi al
cervello.
Suddividiamo la fonetica in tre campi: fonetica articolatoria la quale studia la fase della produzione del
suono, fonetica acustica la quale studia la fase della trasmissione del suono, fonetica uditiva o percettiva
che studia la fase della ricezione del suono.

Apparato fono articolatorio


L’apparato fonatorio è composto da polmoni, cassa toracica e laringe, la quale è collocata dietro il pomo
d’Adamo e contiene le corde vocali.
L’apparato articolatorio è composto dal tratto vocale ovvero un condotto costituito da faringe bocca e
cavità nasale.
Suddividiamo il funzionamento della fono-articolazione in quattro diversi meccanismi: pneumatico
glottidale, articolatorio e oronasale. Questi, sono caratterizzati dalla regolazione del flusso d’aria; anche qui
possiamo fare una breve classificazione: flusso d’aria egressivo, ingressivo, eiettivo e avulsivo.
Fonazione

Nella laringe l’aria incontra le corde vocali (o pliche) le quali durante la fonazione si avvicinano l’una
all’altra. Così facendo lo spazio fra loro può risultare libero, parzialmente libero o ostruito; la pressione
dell’aria fa si che avvengano le vibrazioni delle corde vocali e tutto ciò prende il nome di meccanismo
laringeo.
I foni pronunciati con la vibrazione delle corde vocali sono detti foni sonori e riguardano le vocali e le
consonanti sonore, mentre quelli pronunciati senza la vibrazione delle corde vocali sono detti foni sordi e
riguardano le consonanti sorde.
Le consonanti sono prodotte tramite frapposizione di un ostacolo al passaggio dell’aria;
Le vocali sono suoni prodotti senza frapposizione di un ostacolo al passaggio dell’aria.

Consonanti
A seconda che l’ostacolo che blocca il passaggio dell’aria sia completo o parziale riconosciamo due grandi
classi di consonanti: occlusive e fricative così chiamate perché l’avvicinamento degli organi articolatori
provoca rumore di frizione o fruscio. Dalle fricative distinguiamo le approssimanti in cui l’avvicinamento
degli organi articolatori non provoca un fruscio così sensibile come nelle fricative.
Sono approssimanti le semi consonanti e semi vocali.

Abbiamo poi le affricate costituite da due fasi: una iniziale rapidissima occlusione, e al termine l’occlusione
si trasforma in un restringimento
Nel modo di articolazione intervengono anche altri fattori quali movimenti della lingua e partecipazione
della cavità nasale; abbiamo così:
-consonanti laterali, quando l’aria passa solo ai due lati della lingua;
-consonanti vibranti, quando si hanno rapidi contatti intermittenti tra lingua e un altro organo
articolatorio;
-consonanti nasali, quando vi è un passaggio dell’aria anche attraverso la cavità nasale.
Classifichiamo inoltre le consonanti in base al punto dell’apparato fonatorio in cui sono articolate; iniziamo
con le bilabiali prodotte dalle labbra o tra le labbra, abbiamo poi le labiodentali, prodotte fra l’arcata
dentaria superiore e labbro inferiore, le dentali prodotte a livello dei denti (le quali comprendono anche le
alveolari prodotte dalla lingua contro gli alveoli), le palatali prodotte dalla lingua contro o vicino al palato
duro, le velari prodotte dalla lingua contro o vicino al velo, le ovulari prodotte dalla lingua contro o vicino
all’ugola, le faringali prodotte fra lingua e parte posteriore della faringe, infine abbiamo le glottidali
prodotte nella glottide a livello delle corde vocali.

Facciamo cenno anche alle consonanti retroflesse che vengono articolate flettendo all’indietro la punta della
lingua verso la parte anteriore del palato.

Vocali
Per classificarle dobbiamo guardare alle diverse conformazioni che assume la cavità orale e a seconda delle
posizioni che prendono gli organi mobili, in particolare la lingua al passaggio dell’aria proveniente dalla
glottide.
In base al grado di avanzamento o arretramento della lingua possono essere:
-anteriori, se vengono articolate con la lingua in posizione avanzata;
-posteriori, se vengono articolate con la lingua in posizione arretrata;
-centrali.
In base al grado di innalzamento o abbassamento della lingua possono essere:
-alte; (CHIUSE)
-semi alte;
-medio-alte; (SEMICHIUSE)
-medio-basse; (SEMIAPERTE)
-semi basse;
-basse. (APERTE)
Sulla base della posizione delle labbra possiamo fare un ulteriore distinzione: le vocali prodotte con le labbra
protruse (a culo di gallina) si chiamano arrotondate, mentre le vocali prodotte senza protrusione delle
labbra si chiamano non arrotondate.
In genere le anteriori sono non arrotondate e le posteriori sono arrotondate.
Quando è presente un passaggio contemporaneo dell’aria nella cavità nasale abbiamo le vocali nasali.

Abbiamo infine le semi vocali che condividono la localizzazione articolatoria con le approssimanti.

Trascrizione fonetica
I sistemi alfabetici tipici dell’indoeuropeo evidenziano ogni singolo sono in linea con un particolare simbolo
grafico; esistono anche grafie sillabica che rendono con appositi simboli intere sillabe.
Quindi allo stesso singolo suono possono corrispondere grafemi (lettere) differenti: ad esempio il primo
suono della parola cane può essere reso sia dalla C che dalla Q.
E viceversa uno stesso grafema può rendere suoni diversi come ad esempio la C che in certe parole rende il
suono iniziale della parola cane oppure il suono iniziale della parola cena.
Ancora, un singolo suono può essere reso da più grafemi con me la combinazione di tre lettere ad esempio S
C I come nella parola scienza.
Infine abbiamo la situazione dove un grafema può non produrre alcun suono come ad esempio la lettera H.

Sono quindi presenti incongruenze delle grafie, e a tal proposito è utile avere uno strumento di
rappresentazione grafica dei suoni del linguaggio valido per tutte le lingue che vada a riprodurre la realtà
fonica.
Il sistema più diffuso usato per la trascrizione fonetica è l’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA).
Fonologia
FONO= realizzazione concreta di un qualunque suono del linguaggio. / unità minima in fonetica.
FONEMA=unità minima di seconda articolazione del sistema linguistico. / unità minima in fonologia, è
una classe astratta di foni, dotata di valore distintivo FONOLGIA= studia
l’organizzazione e il funzionamento dei suoni nel sistema linguistico. FONEMI: pertanto, si
dirà che [p] ~ [b] sono due foni
che rimandano ai rispettivi
fonemi che si rappresentano
come /p/ e /b/.
«la fonetica studia i suoni del linguaggio così come vengono prodotti nella parole, mentre la fonologia
analizza la struttura fonica delle lingue dal punto di vista della langue»
Come si stabilisce se un fono funziona come fonema (ossia ha valore distintivo)? Tramite la prova di
commutazione.
Foni diversi che costituiscano realizzazioni diverse di uno stesso fonema, ma prive di valore distintivo, si
chiamano ‘allofoni’ (o varianti) di un fonema. Un fonema che
abbia più allofoni si identifica con il più frequente il quale si chiama allofono primario.
Una coppia di parole che siano uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro in
una certa posizione forma una coppia minima, la quale identifica sempre due fonemi.
Fonemi e tratti distintivi
Un fonema si può dunque ulteriormente definire come costituito da un fascio di proprietà articolatorie che
si realizzano in simultaneità. Fonemi diversi saranno definiti da combinazioni diverse di questi tratti.
Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto fonetico pertinente binario (= a due valori, +, ‘sì;
presenza’, e ̶ ‘no; assenza’)
La teoria dei tratti distintivi consente di rappresentare economicamente tutti i fonemi come un fascio di
alcuni tratti distintivi con un determinato valore + o - grazie all’utilizzo di proprietà acustiche
Ad esempio i fonemi /b/ e /d/ risultano distinti tra di loro perché il primo bilabiale è il secondo e dentale
Sono quattro i tratti che differenziano e oppongono ampie classi di foni o fonemi:
-coronali, sono foni prodotti con la corona parte posteriore della lingua sollevata rispetto alla posizione di
riposo;
-sonoranti, sono foni prodotti a canale vocale aperto e libero, come ad esempio le vocali e le approssimanti;
-sillabici, sono foni che possono costituire nucleo di sillaba;
-ATR, tratto che contraddistingue i foni prodotti con la radice della lingua spostata in avanti come ad
esempio [i] [e] [u] [o].
La quantità di coppie minime che si riesce a trovare varia secondo il RENDIMENTO FUNZIONALE dei fonemi:
un fonema che dà adito a un numero cospicuo di coppie minime ha un alto rendimento funzionale, mentre è
basso il rendimento funzionale di un fonema che contribuisce a formare poche coppie minime

I fonemi dell’italiano
Le lingue hanno diversi inventari fonologici; ess.:
• Italiano→30fonemi (o28o45)
• francese → 36 fonemi
• tedesco → 38 fonemi
• spagnolo→24 fonemi
• inglese → 34 fonemi (o 44)
• linguekhoisan→ fino a140 fonemi
• moxo(Bolivia)→19 fonemi
• rotokas (Nuova Guinea) → 11 fonemi
In italiano, la quantità vocalica non è fonologica ossia non serve a distinguere significati. Ciò è una
conseguenza del carattere allofonico e meccanico della quantità vocalica in italiano (ossia, le vocali lunghe
sono allofoni contestuali o condizionati).
In it., le vocali con durata articolatoria maggiore (‘lunghe’) sono allofoni contestuali delle corrispondenti
vocali ‘brevi’.
1a) /ˈkane/ /ˈpane/ /ˈka.ne/ /ˈkan.ne/
1234 12345 1 234 1234
Se si segue questa interpretazione, le consonanti fonematiche dell’italiano sono 30 (o 28 se non si
considerano fonematiche [j] e [w]):
[p b t d k g m n r f v s l tʃ dʒ]

1b) /ˈka.ne/ /ˈka.nːe/


1234 1234
Se si segue questa interpretazione, le consonanti fonematiche dell’italiano sono 15 in più ossia 45 (o 43 se
non si considerano fonematiche [j] e [w]):
[p b t d k g m n r f v s l t tʃ dʒ]
[pː bː tː dː kː gː mː nː rː fː vː sː lː tːʃ dːʒ]

Si intende per italiano regionale un italiano che varia su base geografica. Nella formula si riassume perciò il
variare dell’aspetto dell’italiano e insieme il suo differente organizzarsi sul territorio nazionale. Con
l’aggettivo regionale ci si riferisce a regioni linguistiche di varia estensione, e che quindi regionale equivale a
locale. In questo quadro si collocano dunque le tante forme della nostra lingua che qualifichiamo con qualche
determinazione geografica, l’italiano di Torino o di Catania, di una qualsiasi piccola città o invece di una più
vasta area (con le sue similarità e variazioni interne).
Apertura vocalica e metafonesi in italiano regionale sardo.
It. standard
[ˈsɔldo] [ˈsɔldi]
[ˈbɔtta] [ˈbɔtte] ‘percossa/e’ [ˈbotte] [ˈbotti] ‘recipiente/i ecc.’
[ˈpeska] ‘azione del pescare’
[ˈpɛska] [ˈpɛske] ‘frutto/i del pèsco’ [ˈpɛsko] [ˈpɛski] ‘albero/i del pèsco’

It. reg. Sard. [ˈsɔldo] [ˈsoldi]


[ˈbɔtta] [ˈbɔtte] ‘percossa/e’ [ˈbɔtte] [ˈbotti] ‘recipiente/i ecc.’
[ˈpɛska] ‘azione del pescare’
[ˈpɛska] [ˈpɛske] ‘frutto/i del pèsco’ [ˈpɛsko] [ˈpeski] ‘albero/i del pèsco’
Il vocalismo in it. st.: /e/ /ɛ/ , /o/ /ɔ/
affétto “taglio a fette” affètto “attaccamento; io ostento”;
/afˈfetto/ /afˈfɛtto/

bótte “recipiente per il vino” bòtte “percosse”;


/ˈbotte/ /ˈbɔtte/
Tali coppie minime dimostrano la distintività delle differenze nel grado di altezza tra le vocali medie, in
sillaba tonica in italiano standard.
Consonantismo: /s/ /z/
[ˈfuːso] “strumento per la filatura” [ˈfuːzo] part.pass. del verbo
fondere
[ˈkjɛːse] pass.rem. del verbo chiedere [ˈkjɛːze] pl. di chiesa
fondere
[ˈkjɛːse] pass.rem. del verbo chiedere [ˈkjɛːze] pl. di chiesa

Sillabe e fatti fonotattici.


Un ruolo importante nella strutturazione della catena parlata è svolto dalle proprietà fonotattiche dei foni e
dalle combinazioni contestuali in cui i foni possono occorrere. Un ruolo fondamentale durante la costituzione
delle parole di una lingua è svolto dalla sillaba la quale è sempre costruita attorno a una vocale.
Sillabe forti: sono quelle con accento primario [ˈ] o secondario [ˌ].
Sillabe deboli: sono quelle senza accento.

Il dittongo è la combinazione di un’ approssimante e una vocale.


Tratti soprasegmentali o prosodici

Vi è una serie di fenomeni fonologici e fonetici che riguarda la catena parlata nella sua successione lineare;
sono detti tratti prosodici, perché riguardano l'aspetto melodico e l'andamento ritmico della catena
parlata, o soprasegmentali, perché agiscono al di sopra del singolo segmento minimo.

I tratti prosodici fondamentali sono:

-accento;
-lunghezza;
-tono e intonazione.

L'accento è un tratto prosodico che indica la particolare intensità di pronuncia di una sillaba (tonica)
relativamente ad altre sillabe (atone).
Oltre all'accento come tratto prosodico, in italiano esiste anche l'accento grafico, un segno diacritico
impiegato per vari scopi.
La posizione dell'accento, ovvero la posizione della sillaba su cui cade l'accento, può essere libera o fissa. In
alcune lingue la posizione è tendenzialmente fissa (es. francese o turco), in altre libera.

La lunghezza riguarda l’estensione temporale relativa con cui i foni e le sillabe sono prodotti
Si distingue tra una durata assoluta, ossia quanto misura cronologicamente un’articolazione, e una durata
media ossia la media statistica dei tempi di articolazione di un certo fono, in generale o in un certo testo.
Quindi mediamente le vocali chiuse o alte sono più brevi di quelle aperte (medie e basse): [i] è più breve di
[e] che a sua volta è più breve di [ε] che a sua volta è più breve di [a].

Il tono e l'intonazione
Il tono è l'altezza relativa di pronuncia di una sillaba; nelle lingue tonali (es. cinese mandarino) può avere
valore distintivo pertinente a livello di parola
L'intonazione è l'andamento melodico con cui è pronunciata una frase o un intero gruppo tonale (la parte di
una sequenza o catena parlata pronunciata con una sola emissione di voce)
In italiano le intonazioni fondamentali sono:
ascendente (domanda) costante
(enunciato dichiarativo)
discendente (esclamazione)

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