Sei sulla pagina 1di 2

IL GIOVANE HOLDEN

Figlio di una benestante famiglia di New York, poco robusto, abbastanza alto, capelli corti tendenti al
bianco, bugiardo, ribelle e anticonformista, ecco che fra le strade di New York ci viene presentato il
giovane Holden Caulfield, protagonista e narratore della storia scritta da Salinger, pubblicata nel
1951 e tradotta in Italiano per la prima volta nel 1961. Con il titolo di romanzo di formazione, “Il
Giovane Holden” è ormai considerato un “long-seller”,un classico novecentesco della letteratura
giovanile al cui interno vengono trattate numerose tematiche che spaziano dalla solitudine e
l’ipocrisia alla difficoltà di affrontare il mondo.

Tutto il libro è raccontato sottoforma di flashback: il narratore-protagonista, del quale all'inizio non
sappiamo assolutamente nulla, con un balzo nel tempo ci porta indietro a tre giorni della sua vita e
da lì ripercorre le sue avventure fino a tornare a quello che per lui è il presente. Ci troviamo
catapultati negli Stati Uniti, probabilmente nei primi anni '50, nelle vicinanze delle vacanze di Natale:
Holden Caulfield, che al momento dei fatti raccontati ha 16 anni, essendo la voce narrante non ci
viene presentato direttamente, tuttavia all'inizio del libro in maniera ironica e spiritosa ci fornisce
una breve descrizione di sé, dice di provenire infatti da una benestante famiglia di New York, ha una
sorella, che si chiama Phoebe, e due fratelli: D.B, un affermato scrittore che vive e lavora a
Hollywood, ed Allie, che purtroppo è morto. A causa dello scarso rendimento scolastico egli è stato
appena espulso dalla Pencey, un college che si trova ad Agerstown , in Pennsylvania, ed è proprio
così quindi che inizia la sua avventura, e tra un passo e l’altro per tornare a New York il mercoledì
successivo, anche il suo viaggio interiore. Holden è un ragazzo dalle mille sfumature e personalità,
complesso, ama l'avventura e trasgredire le regole, lo si può definire soprattutto impulsivo, poiché
quando si trova dinanzi a una situazione difficile non dubita a seguire il suo istinto, che, però, non
sempre lo conduce sulla buona strada; tante sono anche le cose che lo irritano: l’incontro d’addio
con Spencer, suo professore di storia che lo rimprovera per il suo atteggiamento indisciplinato, così
come alcuni suoi compagni al dormitorio, in particolare Stradlater, che esce con Jane, l’unica ragazza
di cui egli è segretamente innamorato. Se da un lato tutti sono preoccupati della sua situazione,
dall’altro lui sembra non pensarci affatto, infatti senza tener conto dei pericoli nei quali poteva
avventarsi, decide di recarsi in anticipo a New York fermandosi all’Edmont Hotel alcuni giorni prima
di tornare a casa, senza avvertire i genitori. È qui che ha inizio l’intreccio dell’intero libro, all’albergo
infatti, pur essendo minorenne tra un alcolico e l’altro avvengono numerosi incontri, Holden conosce
tre ragazze più grandi di lui in sala da ballo, Lillian, l’ex ragazza di suo fratello, con cui intrattiene una
conversazione vuota e superficiale, e Maurice, addetto all’ascensore. Di maggior importanza però è
l’appuntamento con Sally, una fiamma del passato, avvenuto il giorno dopo, durante il quale il
nostro protagonista le fa una proposta inaspettata: scappare via per vivere insieme in uno chalet in
montagna. Nella stessa notte però, dopo aver ricevuto una risposta negativa dalla stessa Sally, il
ragazzo vaga senza meta per Central Park e in seguito si introduce furtivamente a casa dei suoi
genitori per confessare alla sorellina Phoebe di essere stato espulso dal college. Quest’ultima
frequenta le scuole elementari nello stesso istituto in cui ha studiato il fratello, è una ragazzina di
dieci anni carina e sveglia, una persona piena di buonsenso. Fisicamente è molto carina: magra, con i
capelli rossi che d'estate porta cortissimi per mostrare le graziose orecchie, mentre in inverno sono
raccolti in una treccia o lasciati morbidi sulle spalle. Quando però i genitori rientrano, temendoli,
Holden è costretto a salutarla per imbattersi in ultimo ed emozionante incontro, questa volta a casa
del prof. Antolini, un suo stimato docente di Letteratura inglese da cui il protagonista spera di
trovare ospitalità per la notte, ma dove in seguito a una serie di inconvenienti, sconcertato e
confuso, torna a vagare solitario per New York City. Il giorno successivo, nonché l’ultimo del
flashback, il protagonista incontra di nuovo Phoebe, cui vuole confessare il proprio progetto di
abbandonare la città. Chiede alla bidella della sua scuola di riferirle il suo messaggio: si
incontreranno a Central Park, avranno una nuova lite poiché lo spirito iroso di Holden non riesce ad
essere placato ma si riappacificheranno presto, infatti sarà proprio il richiamo affettivo
rappresentato da Phoebe che porterà il nostro giovane protagonista a restare e tornare a casa.
Senza darci ulteriori spiegazioni, inaspettatamente ci troviamo nelle ultime pagine del libro dove
veniamo a sapere che Holden non è riuscito a lasciare la città in seguito a una tubercolosi e dunque
si conclude così il suo racconto: ammette di sentire la mancanza di ogni persona che ha incontrato,
indipendentemente dal ruolo che ha svolto nella sua vita, ogni personaggio infatti ha lasciato un
segno nel suo cuore e ha contribuito a rendere speciale o meno la sua esistenza.

Leggendo il libro, una delle prime lezioni di J. D. Salinger che ho colto è di non giudicare un libro dalla
copertina, infatti la prima domanda che mi è sorta spontanea comprandolo è perché questa fosse
così semplice, completamente bianca, priva di immagini e trama. Fu Salinger stesso a pretendere che
non avesse nessun tipo di immagine perché, voleva che i lettori non fossero guidati nella scelta del
libro e lo scegliessero solo per la curiosità di leggerne i contenuti. "Il giovane Holden" è sicuramente
un libro scritto in uno stile molto "alla mano", moderno, simile al nostro parlato e giovanile,
inizialmente si presenta come una lettura di svago, apparentemente sciocca ma il suo scopo è quello
di far riflettere: attraverso la vita di Holden, Salinger ci pone davanti alle scelte più importanti e
difficili, che un giovane adolescente deve compiere, la paura di non trovare un ruolo nella società o
di sentirsi diverso dalla massa. In un certo senso dunque il protagonista rappresenta in ognuno di noi
il bambino che si rifiuta di crescere, di maturare e di entrare a far parte del mondo adulto, forse per
timore, o forse per paura di non riuscire a trovare un posto adatto in un mondo come questo, alle
volte difficile e ingiusto. In definitiva ho amato questo libro dalla prima all’ultima pagina, ho colto
ogni minimo particolare ed è per me stato fonte di molte riflessioni e spunti per affrontare adesso o
in futuro i miei dubbi adolescenziali.

Potrebbero piacerti anche