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SOMMARIO
ARIMINUM
Dentro l’onda
Le bagnanti di Maneglia
52
Il signore
di Rimini
Dopo i successi militari e i “trionfi” comincia a spendere
e a commissionare opere d’arte molto al di sopra delle sue possibilità
di Giovanni Rimondini
Q ualcuno che gli voleva
bene, forse sua madre
– Antonia de Barignano –,
vide quando rinnovò la chiesa
di S. Francesco di Rimini. Fece
distruggere tutte le tombe
«A 13 anni
Sigismondo
quando era bambino, deve dei dinasti da Malatesta di
avergli insegnato a non Verucchio (1212-1312) allo zio
Pandolfo fu ferito
spaventarsi, a sopravvivere Carlo (1368-1429); ne raccolse in battaglia a
e a gestire il terremoto alla rinfusa le ossa e senza
continuo umano, politico e i nomi nel sarcofago degli Fano. A 17 anni è
militare, il movimento senza Antenati, ornato con il trionfo Capitano generale
fine con pericoli mortali di Scipione, mitico antenato.
che comportava l’essere Rifece però a Fano la tomba della Chiesa, gli
nato nella casa riminese dei
Malatesta o dei Malatesti,
del padre.
scarsi armati di
Malgrado Carlo avesse
Signori di Rimini, Cesena,
preparato con cura la papa Eugenio IV
Cervia, Bertinoro, Sarsina,
San Leo, Pennabilli, Sestino,
successione facendo in esilio
legittimare i bastardi da
Borgo San Sepolcro, Fano,
Martino V, in cambio di a Firenze»
Senigallia, Fossombrone
alcune città e castelli nel
per non contare le Terre e i
1428, quando morì nel 1429, Rimini con armati e bloccò
Castelli in Romagna e nelle
si scatenò l’inferno: a Rimini, l’arrivo delle truppe dei
Marche. E, peggio ancora,
Cesena e Fano i potenti parenti di Pesaro. Poi cercò
viverci nella condizione di
e la plebe si ribellarono, di sedare un tumulto a Fano
bastardo. Suo padre Pandolfo
la Chiesa romana finse di eccitato da un prete, un Don
III perdeva poco dopo la sua
non avere fatto dei patti Matteo a capo di contadini
nascita – il 19 giugno 1417
con Carlo; soffiavano sul furiosi e bestiali. Sigismondo
–, la signoria delle città di
fuoco i Malatesta di Pesaro, Pandolfo venne ferito sulla
Bergamo e Brescia, e cercava
il reggente, un Malatesta piazza con tre colpi quasi
di avere figli legittimi da due
discendente di Giovanni mortali, al ventre gli uscivano
mogli di grandi famiglie,
‘zotto’, Venezia e Firenze. gli intestini, e per il colpo
senza riuscirci. E tuttavia
Mentre il fratello, ansioso in testa gli sarebbe rimasto
Pandolfo stesso, uomo di
di perdonare ai nemici, e un corno. Due suoi amici si
guerra e famoso capitano,
la zia si erano rinchiusi nel fecero uccidere per salvarlo.
potrebbe avere educato fin da
palazzo fortificato del Gattolo, Aveva 13 anni. Arrivarono
subito alle armi il suo piccolo
a salvare la situazione fu subito tutti a Fano, Riminesi
secondogenito bastardo,
proprio Sigismondo Pandolfo. pentiti, Pesaresi, Veneziani. Il
mentre il primo, Galeotto
Andò travestito a Cesena, prete venne catturato, portato
Roberto, futuro Beato, era
placò la plebe, tornò a a Rimini, sconsacrato da sette
stato adottato dallo zio Carlo e
da Elisabetta Gonzaga. vescovi, che gli grattugiarono
Si guardasse, gli sarà stato le dita con le quali aveva
insegnato, anzitutto dai toccato l’Ostia consacrata, e
parenti stretti e poi poi fu impiccato nella piazza
dalle cinque potenze della Fontana – la parte a
italiane, Roma, Venezia, monte di piazza Cavour –.
Agostino di Duccio,
Ritratto di Sigismondo Milano, Firenze e Per il colpo nella parte
Pandolfo Malatesta, Napoli, che offrivano destra della testa
calco dell’originale sul l’oro, e non poco, delle Sigismondo si farà
coperchio dell’Arca rappresentare di profilo
condotte belliche, ma
degli Antenati nel mostrando la parte sinistra
Tempio Malatestiano, che cercavano tutte di
smembrare e disfare il della faccia e porterà
1455 ca. Rimini,
dominio dei Malatesta. una parrucca, come si può
Museo della Città.
Fotografia di Gilberto Cosa pensasse Sigismondo osservare nelle medaglie
Urbinati. Pandolfo degli antenati lo si e nei ritratti di Piero della
l’impossibilità
che le strutture
«Per Ezra Pound
architettoniche la sua vita
gotiche costruite dal
Pasti reggano una fu
copertura anche “un fallimento
leggera, è affidata
all’Alberti la cura all’altezza
di un rinforzo della
facciata e dei fianchi,
dei migliori
più la conclusione successi
del presbiterio con
una cupola. Manfredo
dell’epoca”»
Tafuri ha letto la
medaglia del Tempio di Sigismondo Pandolfo
del 1450 come una – voleva “punirlo nella
rappresentazione carne” – manda un esercito
prospettica. Se al comando di Federico da
fosse vera questa Montefeltro ad occupare gli
interpretazione, la stati malatestiani. Sigismondo
cupola sarebbe stata Pandolfo sconfigge queste
pensata grande come truppe a Nidastore, ma poi
quella del Panteon perde una battaglia decisiva
e il suo stato è disfatto –. Le
Interno ed esterno del dopo il 1453, la presa turca di Roma. Sigismondo non
potenze italiane però, felici
Tempio malatestiano di Costantinopoli, quando aveva di sicuro i mezzi per
nei primi anni del
che la Romagna abbia perduto
con la pace di Lodi tutte le erigere una simile cupola.
Novecento. la sua maggiore potenza
potenze italiane si uniscono, Il Tempio nasceva destinato
autonoma, non vogliono che
Sigismondo Pandolfo con all’incompiutezza.
la Chiesa si rafforzi troppo
Genova, nemici di Alfonso I suoi ufficiali poi si
e, d’accordo anche Federico
d’Aragona, sono esclusi. È solo meravigliavano che il
da Montefeltro, obbligano il
contro tutti. Signore di Rimini con nemici
papa a lasciare a Sigismondo
mortali come il papa Pio II,
È in questo decennio di Pandolfo il dominio della sola
Federico da Montefeltro, il
Rimini, senza il suo comitato.
mancanza di fede e di successi re di Napoli, ‘sprecasse’ in
L’ultima impresa del nostro
militari e “trionfi” che poemi e monumenti costosi
Signore è per i Veneziani
Sigismondo Pandolfo comincia le risorse finanziarie che
contro i Turchi in Morea
a spendere e a commissionare doveva destinare alla guerra
(Peloponneso) dove una
opere d’arte molto, ma imminente. Per fortuna
sua ‘sorellastra’ Cleofe dei
molto al di sopra delle sue l’ha fatto, dicono quelli che
Malatesta di Pesaro era andata
possibilità. Fa scrivere al poeta ammirano le opere che
sposa a Teodoro Comneno
Basinio di Parma un poema Sigismondo Pandolfo ha
Despota di Morea col titolo
latino l’Hesperis che esalti lasciato alla città.
di “Basilissa”, imperatrice.
la sua guerra contro Alfonso Bisogna poi constatare che Sigismondo Pandolfo si
d’Aragona. Per una scansione non solo la ragione ma anche comporta da “eroe” ma si
di questa ‘follia’ prendiamo la la Fortuna abbandona il accorge che i Veneziani sono
storia del Tempio. Dapprima Signore di Rimini. Contro frenati dai loro mercanti che
si tratta di un paio di cappelle gli Aragona Sigismondo vogliono la pace coi Turchi.
– 1447 – poi del raddoppio Pandolfo appoggia gli Angiò Non mandano nuove truppe e
delle cappelle della parete di francesi che tentano di le risorse necessarie. Rinuncia
sinistra su quella di destra, riprendersi il regno di Napoli. pertanto all’incarico e malato
sotto la direzione di Matteo Ma vengono sconfitti. Pio II torna a Rimini dove muore il 9
de Pasti; infine, constatata Piccolomini, nemico personale ottobre 1468.
L’impronta brunelleschiana
su Castel Sismondo
Nel 1438 Filippo Brunelleschi, il più grande architetto del mondo, è a
Rimini per valutare di persona lo scacchiere dei Malatesta
di Giovanni Rimondini
P ossiamo immaginare
l’essenziale di quello
che si sono detti i periti rei
della progettazione di
Castel Sismondo – 1436
–. Aggiungono, data la
«Il disegno
prospettico del
militaris ossia gli homines descrizione essenziale ma
docti ad bellum e cioè gli precisa della rocca di Fano castello realizzato
esperti del consiglio di guerra
di Sigismondo Pandolfo nella
fatta dall’Alberti nel suo De re
aedificatoria – libro V capitolo
dal Brunelleschi
primavera del 1436, a Firenze, IV –, l’ipotesi che la rocca potrebbe esserci
dove era al momento la corte di Fano sia stata progettata
pontificia? Il diciottenne dall’Alberti, mentre quella arrivato riproposto
Signore di Rimini era di Rimini dal Brunelleschi. in tre immagini:
Capitano generale di papa Entrambe ipotesi in gran
Eugenio IV, nipote del “papa parte fondate su documenti e nella medaglia
di Rimini” Gregorio XII. Leon ragionevoli.
Battista Alberti era segretario
di Matteo de
ai brevi del papa e Filippo Nel caso del Tempio Pasti, nell’affresco
Brunelleschi inaugurava sappiamo di certo che venne
la sua Cupola, ancora costruito un modellino di Piero della
priva della Lanterna. In
quell’immaginario consiglio,
dall’Alberti nel 1454, poi
modificato con ulteriori
Francesca e nel
col Malatesta e altri vecchi e disegni e perizie. Nel caso del bassorilievo di
giovani guerrieri, sedevano castello di Rimini, abbiamo
proprio Leon Battista Alberti anche qui solo un’ipotesi Agostino di Duccio
e Filippo Brunelleschi.
Due erano le rocche che
sull’esistenza di progetti,
basata però su alcuni fatti:
con la veduta
Sigismondo Pandolfo voleva Vitruvio consigliava agli di Rimini»
costruire nell’immediato – le architetti di disegnare tre
comincerà entrambe nel 1437 tipi di progetti: una pianta,
due rocche di Rimini e di
– una a Fano e una a Rimini. un alzato e un disegno
Fano. Nell’autunno del 1438
Queste ipotesi narrative si prospettico. Il terzo disegno,
Filippo Brunelleschi per due
basano su fatti precisi relativi ammesso che Brunelleschi
mesi circa viene a Rimini a
ai tre personaggi nominati, abbia seguito i consigli di
valutare di persona i castelli
presenti a Firenze nello Vitruvio, perduto, potrebbe
cominciati e lo scacchiere dei
Castel Sismondo stesso momento, e sfruttano però esserci arrivato
Malatesta. Il primo biografo
nella ricostruzione l’ipotesi di Gumberto riproposto in tre immagini:
del Brunelleschi, Antonio
grafica Zavagli sul Brunelleschi nella medaglia di Matteo de
Manetti scrive: “Edificò uno
di Guglielmo Meluzzi. autore e sull’anno supposto Pasti, nell’affresco di Piero
castello fortezza mirabile
della Francesca e al Signor Gismondo di
nel bassorilievo Rimino”. Questa è la prova
di Agostino di c.d. “letteraria” dell’autoria
Duccio con brunelleschiana di Castel
la veduta di Sismondo. Torniamo a
Rimini. Di quell’immaginaria seduta
diseguale valore del consiglio di guerra di
espressivo, Sigismondo. Un guerriero
queste tre genovese avrà raccontato
immagini di quanto, tre lustri prima,
riproducono però i Genovesi avevano salvato
Costantinopoli, da un assedio
lo stesso schema
turco, impostando le difese
di veduta, e non
basse, sotto le mura di
è certo un caso.
Teodosio, articolate da una
Nel 1437 falsabraga e alte mura con
iniziano le torri. Così le frecce, i verettoni
Luca Beltrami
e il ripristino del fossato
La “liberazione” della rocca dal parcheggio e dalla morsa dell’asfalto
non si trasformi in un intervento solo superficiale
di Giulio Zavatta
N ell’occasione delle
ricorrenze di Sigismondo
Pandolfo Malatesta, ritengo
pena dunque contestualizzare
per sommi capi il dibattito che
la lettera e gli allegati disegni
«Luca Beltrami
(1854-1933),
interessante e attuale qualche richiamano. Beltrami fu
riflessione su Castelsismondo: capofila di un’idea di restauro allievo di Boito,
non tanto sulla sua storia
e sulle dibattute ipotesi
che intendeva superare il è un personaggio
concetto “stilistico”, fondato
attributive, già connotate sull’analogia, sull’esempio di assoluto
da una bibliografia ormai di edifici simili a quello da
fluviale, quanto su una serie restaurare, sull’arbitrario e
primo piano
di documenti che, credo, impossibile presagio dell’idea nella storia
anche per la caratura del originaria dell’artista. Il
personaggio che chiamano rischio era – e fu – quello di dell’architettura:
in causa, non sono stati
sufficientemente valutati.
creare o meglio interpolare
edifici con integrazioni o più
è considerato
Presso la biblioteca spesso ricostruzioni “in stile” il principale
Gambalunga esiste una di forme che nella maggior
cartella con una serie parte dei casi non erano esponente in Italia
di disegni della rocca,
accompagnati da una lettera
mai esistite, assecondando del “restauro
un’attitudine divinatoria,
del 19171 indirizzata alla per non dire falsificante, storico”»
Direzione Generale per le particolarmente fervente
Antichità e Belle Arti di Roma nel XIX secolo, quando fiorì frainteso o peggio piegato
(e da qui trasmessa a Rimini uno spiccato interesse per il a giustificazione di quel
per volere del donatore)2 neo-medievalismo. Un buon revival stilistico che si
dall’architetto milanese esempio riminese di questa proponeva invece di superare.
Luca Beltrami (1854-1933)3. pratica potrebbe essere il L’architetto milanese si
Il personaggio è di assoluto “restauro” del palazzo del
Luca Beltrami, Lucido batté per la conservazione
ricavato dal disegno di primo piano: allievo di Boito, Podestà attuato da Giuseppe e il ripristino di numerosi
Antonio da Sangallo è considerato nella storia Rastelli secondo stilemi monumenti, e fu incaricato
il Giovane del 1526, dell’architettura il principale neomedievali, proprio negli di alcuni tra i più famosi
Rimini, Biblioteca esponente in Italia del stessi anni della lettera in
Gambalunga. cantieri di ricostruzione
“restauro storico”. Vale la parola, tra 1912 e 1922. “com’era e dov’era”, dal
Con Luca Beltrami e con il castello sforzesco alla torre di
“restauro storico” si mira Filarete, da palazzo Marino
non più all’analogia, ma alla a Milano al campanile di San
filologia. Il ripristino doveva Marco a Venezia. Diventato
essere “documentato” con architetto vaticano, gli furono
scavi d’archivio rigorosi, a commissionati importanti
monte doveva sussistere una cantieri di restauro tra i
ricerca storica di grande quali quelli della cupola di
spessore, tutti requisiti che San Pietro e del Pantheon;
avrebbero consentito un ma c’è molto altro: la sua
approccio non più “artistico” straordinaria carriera, anche
(gli artisti, infatti, erano di studioso, non può essere
stati da sempre investiti riassunta in poche righe.
anche della materia del Il documentato interesse
restauro) ma “scientifico” e di Luca Beltrami per
“professionale”. Se Beltrami Castelsismondo e in
dunque si pone alle origini particolare proprio per il
della moderna disciplina, restauro dei danni subiti nel
nella pratica si manifestarono 1916 è dunque un capitolo,
tutte le difficoltà di questo per quanto marginale,
metodo, il quale spesso fu assai interessante e
Note
1) G. Milantoni, Riflessioni su Castel Sismondo: alcune
tracce, Pisanello e una festa, «Castel Sismondo e Sigismondo
Pandolfo Malatesta», a cura di C. TomasiniPietramellara e
A. Turchini, Ghigi editore, Rimini, 1985, pp. 284, 285.
2) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 33r, 1504.
3) A. A. Settia, Il “De Re militari” di Roberto Valturio. Teoria
e pratica, «Castel Sismondo, Sigismondo Malatesta e l’arte
militare del Primo Rinascimento», Società Editrice “Il Ponte
Vecchio”, Cesena, 2003, p. 35.
Il Tempio malatestiano
e i suoi apparati decorativi
L’opera rappresenta l’autoritratto del Signore di Rimini; vi possiamo
cogliere la cultura, i gusti, i segreti e le sottigliezze sue e della sua corte
P «L’iconografia
di Piero Meldini arlando incidentalmente la sua amante bambina.
di Castel Sismondo, Il Novecento positivista e
Charles Mitchell scrive prosaico decretò invece che si del Tempio
che il Signore di Rimini trattava solo delle prime due
«convertì la Rocca in un lettere di Sigismondo. Anche
sembra essere
autoritratto», e non c’è il prudentissimo Augusto il frutto
dubbio che il castello quale Campana si mostra, a questo
doveva apparire appena proposito, inflessibile. di una cultura
costruito – turrito, merlato e Poco ci sarebbe da obiettare variegata
coloratissimo, al tempo stesso se le cronache coeve non ci
spaventoso e fiabesco, fastosa informassero che le truppe dove convivevano
dimora signorile e fortezza
inespugnabile
di Sigismondo recavano in umanesimo
campo le insegne della sua
– mostrasse donna. Quali insegne? Ce e residui scolastici,
entrambe le facce
di Sigismondo
lo mostrano le miniature di
Giovanni Bettini che illustrano
ultimo
Pandolfo tre codici dell’Esperide: Medioevo
Malatesta: il ebbene, è proprio il nostro
brillante e monogramma l’emblema che
e primo
spregiudicato
capitano di
scorgiamo sui vessilli, sugli Rinascimento»
scudi e sulle gualdrappe.
ventura e il Sembra allora ragionevole
colto e raffinato dirò più in là.
l’ipotesi di Corrado Ricci Al monogramma si associano
mecenate. che le due lettere avessero
Ma il vero molto spesso motivi araldici
un duplice significato: quali le bande a scacchi, la
autoritratto di quello pubblico e ufficiale di
Sigismondo, il sega e le tre teste che, insieme
Sigismondo e quello privato alla rosa quadripetala e
più completo e (ma noto a tutta la corte) di
somigliante, non all’elefante, costituiscono il
Sigismondo e Isotta o anche ricco corredo di un’araldica,
è il castello. È il
solamente di Isotta, le cui quella malatestiana, che si
Il Tempio malatestiano Tempio malatestiano. È qui prime due lettere del nome, in nutriva di miti fantasiosi, e
e a dx. la sua porta che possiamo cogliere, meglio effetti, sono il palindromo di
maggiore. Fotografie di
che altrove, la cultura, i gusti, quelle di Sigismondo.
Gilberto Urbinati.
i segreti e le sottigliezze sue e Che le tematiche cortesi
della sua corte. avessero largo spazio alla
Partiamo dal famoso corte di Sigismondo e fossero
monogramma, da quella S promosse da lui stesso è
e da quella I intrecciate che testimoniato, del resto,
si ripetono ossessivamente dalla cosiddetta “letteratura
sia all’interno che all’esterno isottea”, ossia dai numerosi
del Tempio e che hanno fatto componimenti in latino e
versare fiumi d’inchiostro. in volgare con i quali gli
C’è chi si è preso la briga di intellettuali di corte, o quelli
contarle ed è arrivato alla che aspiravano a diventarlo,
bella cifra di cinquecento. andavano celebrando Isotta.
Il romantico secolo xix non Non c’è perciò da stupirsi che
aveva dubbi che fossero se ne avverta un’eco anche
le iniziali congiunte di nel Tempio. Dove, oltre ai
Sigismondo e Isotta, e che monogrammi e alla tomba,
il loro abbraccio celebrasse con la sua ambigua epigrafe,
il legame indissolubile allude probabilmente a Isotta
fra il Signore di Rimini e anche un bassorilievo di cui
delle me-
raviglie, di
di Perugia a quelli del campa-
nile di Firenze. Nuova è la loro
«Le arche di
inesauribile schietta traduzione classicista, Basinio,
repertorio che ha fatto pensare, nel Sei-
di imma- cento, a originali greci razziati
Roberto Valturio,
gini e sim- a Sparta da Sigismondo. Giusto de’ Conti e
boli. Anche la raffigurazione
I Profeti e delle tre Virtù Teologali e di Giorgio Gemisto
le Sibille tre (su quattro) delle Virtù Pletone dimostrano
della Cardinali nei pilastri della
cappella prima cappella a destra ha alle in quale
Tempio Malatestiano.
Il Cancro con sotto la
oggi intitolata alla Madonna
dell’Acqua rimandano a
spalle una florida tradizione considerazione
iconografica che dall’età
veduta di Rimini nella
Cappella dei pianeti.
una tradizione medievale carolingia si estende, via via venissero tenuti gli
che voleva le seconde
annunciatrici inconsapevoli
irrobustendosi, fino agli ultimi
secoli del Medioevo.
intellettuali
della venuta di Gesù presso Generalmente sottovalutato, di corte»
i pagani. L’associazione tra dunque, il peso del sapere,
le Sibille delle fonti classiche della filosofia, dell’estetica, a tema astrologico. Nei due
e i Profeti del Vecchio dell’universo simbolico pilastri della cappella Agostino
Testamento, che oggi ci suona e, insomma, della cultura di Duccio, largamente
incongrua, è già presente medievale è nel Tempio coadiuvato dalla bottega,
in cicli pittorici e scultorei ancora rilevante, ma deve ha raffigurato in diciotto
trecenteschi, e si protrarrà misurarsi con le nuove grandi formelle undici segni
Tempio Malatestiano,
Cappella d’Isotta. fino a Michelangelo (volta tendenze artistiche e le zodiacali, cinque pianeti e
Il sepolcro di Isotta della Cappella Sistina) e oltre. nuove correnti di pensiero una misteriosa scena di cui
sorretto da due elefanti. Alla classificazione medievale che giungevano da fuori: dirò subito. Il dodicesimo
Fotografia di Gilberto delle arti liberali, distinte in segno (il Leone) e il sesto
Urbinati. la riscoperta dell’antico e il
Trivio e Quadrivio, si collega pianeta (il Sole) sono scolpiti
classicismo da Firenze, portati
la raffigu- dall’Alberti, da Agostino e da nell’arco (ricordo che gli
razione Piero; il neoplatonismo da antichi ritenevano il Sole
delle stesse Firenze e Ferrara, e grazie e la Luna pianeti al pari di
nei pilastri soprattutto a Basinio. Centro Mercurio, Venere, Marte,
della terza di cultura vivace e à la page, Giove e Saturno, e che degli
cappella collegato per più vie alle altri pianeti esterni ignoravano
a sinistra. capitali del neoplatonismo, la l’esistenza).
La loro corte sigismondea era aperta I pianeti e i segni dello
rappresen- ad accoglierlo. Il “ratto” a Zodiaco non sono disposti a
tazione in Mistra dei resti mortali di caso, ma rispettano l’ordine
sculture, Giorgio Gemisto Pletone e la astronomico, dal più vicino, la
pitture e loro tumulazione nella terza Luna, al più lontano, Saturno.
mosaici arca è, del resto, un esplicito Li affiancano le rispettive
non è nuo- atto d’omaggio e devozione “case” diurne e notturne, cioè
va, ché anzi al maggior esponente della i due segni zodiacali nei quali
la si ritrova rinascita platonica bizantina. i pianeti sarebbero più attivi
in vari mo- Con ogni probabilità, come ed eserciterebbero un maggior
numenti dicevo, è a Basinio che si deve influsso. Fanno eccezione il
dei secoli il complesso e un po’ capzioso Sole e la Luna, che hanno
xii-xiv, dai programma iconografico una sola “casa”: il Leone,
rilievi della della terza cappella a destra, rispettivamente, e il Cancro.
fontana detta dei Pianeti, uno dei più L’altra bellissima e misteriosa
maggiore straordinari esempi di ciclo formella che accompagna la
Il poeta Basinio
alla corte malatestiana
Morì a Rimini nel 1457 a soli 32 anni dopo avere composto circa
diciottomila versi di poesia dotta e di altissimo livello formale
di Marinella De Luca
L a figura del poeta
umanista Basinio Basini,
nato a Tizzano Val Parma nel
«Nell’Hesperis,
grande poema
1446 al 1449/50, educando il
suo gusto e assimilando gli
aspetti più vivi dalla cultura
1425 da un’agiata famiglia estense. Le ragioni della
di origine mantovana, si epico in 13 libri, rottura con la corte ferrarese
staglia sullo sfondo di quel Basinio celebra non sono ben chiare, ma di
mecenatismo signorile certo furono tali da mettere
che nella prima metà del Sigismondo come il poeta nella condizione
Quattrocento va assumendo
connotati sempre più
un eroe nazionale, di procurarsi altrove una
favorevole sistemazione.
precisi. Nelle loro corti i difensore della Verso la fine 1449 il poeta
signori, organizzatori e si trasferì a Rimini, forse
fruitori della nuova cultura, “latinità” contro inizialmente con un
dispiegano una committenza
generosa che tuttavia esige
i “barbari”. Il incarico di insegnamento
nella scuola pubblica e
dall’intellettuale, come quinquennio certamente attirato dalla
contropartita, un’adesione munificenza di Sigismondo
incondizionata al potere. Riminese segna Pandolfo Malatesta che
Collocabile nell’ambito il momento più con le sue doti di abile
di specifiche coordinate coordinatore fu animatore
socio-culturali, Basinio fu intenso della culturale di prim’ordine.
letterato assai prolifico,
già ai suoi tempi piuttosto
produzione Dotato di un raffinato gusto
estetico e animato da un
noto, in relazione con i più letteraria del acceso fervore umanistico,
illustri personaggi dell’epoca Sigismondo avvertì tutta
come Vittorino da Feltre, giovane poeta» l’efficacia di opere di elevato
Teodoro Gaza, Guarino livello intellettuale quali
Veronese e orbitante attorno indispensabili strumenti di
ad alcuni degli ambienti documento utile a ricostruire consenso politico, riuscendo
culturali più fervidi del primo atmosfere di ambienti ad organizzare attorno a sé
Quattrocento: la Ferrara di letterari e di milieaux una corte prestigiosa che lo
Leonello d’Este e la Rimini cortigiani. Le composizioni appoggiasse nella sua azione
di Sigismondo Pandolfo di carattere encomiastico di governo.
Malatesta. costituiscono il gruppo più Sullo sfondo di questo
La sua vastissima produzione cospicuo all’interno dei specifico orizzonte culturale,
letteraria, la sua conoscenza Carmina varia: esse sono ricco di suggestive risonanze,
dei classici, le sue amicizie concepite per lusingare il si colloca la produzione
importanti, i suoi toni signore e proprio nell’intento letteraria di Basilio che
adulatori e quelli polemici celebrativo e nell’esaltazione proprio a Rimini conosce la
concorrono a definirlo panegirica trovano la loro sua più intensa e rigogliosa
quale tipico esponente ragione d’essere. Possiamo stagione. L’approdo alla
di una cultura che nella in esse cogliere il travaglio corte malatestiana segna
scelta linguistica del latino etico e umano di un l’inizio di anni di febbrile
esprime la sua opzione non intellettuale che ambisce lavoro, di un nuovo itinerario
solo per un modus loquendi, ad una posizione stabile, artistico in cui con più matura
ma anche e soprattutto al riconoscimento di un consapevolezza il poeta
per un determinato modus determinato status sociale, ma definisce un programma
vivendi. Siamo in grado di che non ha altra possibilità letterario che lo porta a
seguire le diverse fasi della che affidarsi alla corte dove prediligere la forma epica,
sua breve vicenda umana e ogni sistemazione, anche la alla quale è appunto affidata
poetica grazie ad una serie più onorevole, conserva pur la maggiore celebrazione
di composizioni poetiche sempre un ampio margine di di Sigismondo che sia stata
raccolte sotto il titolo di provvisorietà. prodotta dalla letteratura
Carmina varia, prezioso Basinio rimase a Ferrara dal umanistica: l’Hesperis, un
grande poema in 13 libri, del più grande splendore dalla corte malatestiana,
la più estesa delle opere di della corte di Rimini: mentre soprattutto sotto Sigismondo.
Basinio. sta sorgendo il Tempio Nel grande moto spirituale
Se volessimo italianizzare Malatestiano, pregevoli dell’Umanesimo la riscoperta
il titolo Hesperis, potremmo artisti conferiscono alla città della letteratura tardo-antica
chiamarla Italiade, sia in l’incomparabile prestigio di con la sua complessa tematica
riferimento alla materia, una nuova civiltà artistica e scientifico-astrologica dà
costituita principalmente famosi poeti gareggiano nel nuovo impulso alla dottrina
dalle guerre che Sigismondo celebrare Sigismondo e la sua delle corrispondenze
condusse in Italia, sia in donna, la divina Isotta degli tra microcosmo umano
riferimento allo spirito con cui Atti. e macrocosmo siderale.
la narrazione è costantemente Tutti gli umanisti che Avvincenti elementi astrologici
condotta. Infatti con gravitano intorno a animano la vita culturale
retorica amplificazione e Sigismondo diedero il loro delle corti nell’ambito delle
trasfigurazione fantastica tributo all’esaltazione della quali svolgono un’importante
Sigismondo è presentato famosa coppia, ma il più funzione: sullo sfondo
come un eroe nazionale, singolare prodotto letterario dell’affascinante imagerie
difensore della “latinità” di quelli che sono stati cortigiana, nutrita di credenze
contro i “barbari”. Si tratta chiamati “poeti isottei” resta e simboli eterni, il princeps
in realtà di avvenimenti il Liber Isottaeus: si tratta viene presentato come
modesti, quali furono le due di un raffinato romanzo depositario di segreti saperi
fasi della guerra condotta amoroso, in tre libri, soprannaturali. Attribuzioni
in Toscana da Sigismondo ognuno di dieci elegie, che magiche e carismatiche
in qualità di condottiero nella forma delle epistole vengono così a costituire il più
dell’esercito dei Fiorentini ovidiane trasferisce in chiave valido e persuasivo strumento
contro gli Aragonesi, prima umanistica la tradizione del di controllo politico.
contro Alfonso nel 1448 e poi canzoniere di imitazione L’opera di Basinio va dunque
contro il figlio Ferdinando petrarchesca, narrando la collocata all’interno di una
nel 1452. Sulla scia di Omero storia immaginaria, ma pure complessità di orientamenti
e di Virgilio, Basinio tratta il intessuta di molti e vivaci e di percorsi intellettuali che
dato storico come semplice frammenti di vita reale, si intrecciano nell’ambiente
spunto, inserito in una trama dell’amore di Sigismondo e culturale malatestiano
narrativa molto complessa Isotta. Al di là della questione singolarmente percorso da
della paternità (opera in tutto una rinnovata ed erudita
in cui trovano luogo, oltre a
esplorazione dall’antichità
grandiose scene di battaglie, e per tutto di Basinio oppure
classica. Il poeta morì a
anche interventi divini, sogni, iniziata da altri, poi ripresa Note
Rimini nel 1457 a soli 32 anni Basinii
visioni, concili degli dèi, un e compiuta da Basinio?) il
dopo avere composto circa Parmensis poetae
viaggio favoloso all’isola Liber Isottaeus è comunque Astronomicon
diciottomila versi di poesia
Fortunata, al tempio della inseparabile dalla figura di libri 2 / edizione
dotta e di altissimo livello in fac-simile del
Fama, ai campi Elisi e persino Basinio e si colloca a buon
formale. Sigismondo volle che codice della Cassa
una discesa agli Inferi. diritto al centro della cultura di risparmio di
il suo poeta fosse sepolto nel
Sebbene la morte precoce malatestiana di quegli anni. Rimini; traduzione
primo dei grandi sarcofagi italiana di
abbia impedito a Basinio di Nel 1455 è pronto per la
di tipo romano che avevano Marinella De
portarla a termine, l’Hesperis pubblicazione il poema
cominciato a ornare il fianco Luca; con una
è un importantissimo didascalico Astronomicon, nota codicologica
destro del Tempio, segno della
documento della propaganda in cui Basinio sviluppa e di Donatella
speciale considerazione di cui Frioli e un saggio
malatestiana, che ebbe certo approfondisce interessi
il poeta godette presso il suo di Giordana
in Sigismondo il suo abile scientifici di carattere Mariani Canova
signore e mecenate.
orchestratore. astronomico-astrologico già sull’apparato
Il quinquennio 1451-55 maturati durante il soggiorno illustrativo del
codice, Rimini,
segna il momento più intenso ferrarese. Una cultura Fondazione Cassa
della produzione letteraria astronomico-astrologica di di risparmio di
del giovane poeta, in esatta buon livello scientifico viene Rimini, 1994.
corrispondenza con gli anni attivamente promossa anche
Il De re
militari
Il Signore di Rimini, così sensibile alla fama e alla propaganda, vide nell’opera di
Roberto Valturio un formidabile veicolo di promozione della propria immagine
di Andrea Montemaggi
O mnium scientiarum doctor
et monarcha, “dottore e
sovrano di tutte le scienze”:
«Roberto Valturio
acquisì
anche il consulente culturale
dei Malatesti e la sua
autorevolezza fu tale da
così definì iperbolicamente essere addirittura denominato
Roberto Valturio il suo primo una sempre amplissimus civis reique
biografo moderno, Aldo maggiore influenza publice (sic) ariminensis pater,
grandissimo cittadino e padre
Francesco Massèra1 (di cui
sono debitore per queste sulle scelte della comunità riminese.
note), il quale a sua volta Ciò che più di ogni altra
aveva ripreso la citazione da
di Sigismondo occupazione lo rese di
un oscuro notaio nel 1463. Pandolfo fama immortale fu l’attività
Valturio era nato nel 1405 in letteraria e in particolare il
una famiglia di intellettuali: e il suo parere trattato De re militari che gli
durante il secolo XV i de
Valturibus o Valturribus,
fu ascoltato assicurò larga risonanza tra i
contemporanei.
provenienti dalla località anche nelle Si tratta di un’opera
vicino a Macerata Feltria assai composita, redatta
ora chiamata Valtorre2 e decisioni probabilmente tra il 1446 e il
stabilitisi alla fine del ‘300 a più importanti» 1455 e dedicata a Sigismondo
Rimini vicino alla Piazza Tre con alte lodi: nei primi libri,
Martiri, avevano contato due dopo aver anticipato repliche
Il frontespizio del De re molto vicina ai Malatesti, e
lettori allo Studio bolognese ad eventuali critiche, affronta
militari (ed. 1534) con diventò subito consigliere
la dedica a Sigismondo. (l’attuale Università), tre il tema delle caratteristiche
di Sigismondo, carica che
abbreviatori o scrittori che un comandante deve
mantenne per trent’anni possedere: in sostanza la
apostolici, un cancelliere ed
anche con il figlio Roberto. conoscenza di tutte le arti
un consigliere del signore
Il suo ruolo era cruciale: e le scienze importanti
della città ma soprattutto un
la signoria malatestiana, per l’epoca, il trivio e il
dottissimo autore di un’opera
formalmente un vicariato, quadrivio insomma, ed
fondamentale dell’epoca, il De
re militari. dipendeva dalla benevolenza anche un po’ di astrologia
Roberto, terzo figlio di ser papale e il pontificato dal 1447 nel caso in cui possa servire
Abramo chiamato però Cicco, al 1455 fu retto da Niccolò V, per prevedere il futuro; a
notaio e pubblico insegnante, letterato umanista e liberale: ciò si devono aggiungere le
nacque quando già il se in questi anni Sigismondo virtù del perfetto imperator,
primogenito era diventato godette del favore di Roma prudenza, fortezza, giustizia e
notaio e lavorava presso la fu senza dubbio grazie alle temperanza.
curia romana; si distinse ben conoscenze del Valturio nella Nei libri successivi si
presto per la propria cultura: curia. esaminano le caratteristiche
già nel 1427, come Roberto Egli acquisì una sempre dell’esercito romano e,
da Rimini, leggeva poesia e maggiore influenza sulle attualizzando l’argomento ai
retorica presso lo Studio di scelte del signore di Rimini tempi suoi, ciò che si deve
Bologna, probabilmente eletto e il suo parere fu ascoltato predisporre per conseguire la
dagli stessi studenti come anche nelle decisioni più vittoria. Seguono un lessico
usava anticamente. importanti, tra cui vi sarebbe militare e la trattazione della
Valturio restò nella città stata quella di non restituire guerra navale mentre il XII
felsinea per dieci anni le paghe riscosse da Alfonso e ultimo libro si sofferma su
divenendo doctor artium, per di Napoli, atto che fu causa trofei, trionfi e ludi in onore
andare poi a Roma presso la dell’odio implacabile del vincitore.
curia papale, dove assunse il dell’aragonese, almeno Come giustamente notava
ruolo di abbreviatore. secondo la testimonianza del Massèra, nel campo della
Tornò a Rimini nel 1446 e si Clementini, come è noto però scienza della guerra l’opera
sposò con una dama riminese non sempre attendibile. è l’apoteosi della cultura
Il “drago” corazzato vedova, Diana del fu Rainirolo Nel corso degli anni Valturio umanistica, nel senso del
simbolo della scuola. Lazzari, famiglia altolocata divenne sostanzialmente recupero della tradizione
C A D E M IC O 2 0 1 6 /2 0 17
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“Il lupo
di Rimini”
Tra “gli errori e i falsi” della storia c’è anche questa espressione: una stupidaggine
che possiamo anche definire “dal produttore (di vino) al consumatore (di storia)”
Tante donne ….
un solo grande amore
Elisabetta, Ginevra, Luciana, Vanna, Gentile, Polissena e poi Isotta.
Matrimoni, scappatelle, relazioni extraconiugali e tanti figli illegittimi
cantore,
come rivela
storia d’amore in un tempo
memorabile, quello privilegia-
«Isotta, alta e snella
un mano- to del neonato Rinascimento, e dai magnetici
scritto del consapevoli di rappresentare
1445 con una canzone d’amore una nuova generazione di re- occhi grigi, era
Ritratto di Isotta (dalla a lei dedicata (stilato da Carlo gnanti, con una forma mentis
che prende le distanze da
anche poetessa
medaglia di Matteo de’ Venturi in persona del suo si-
Pasti), dal frontespizio gnore); ma a chi lo paragona a quella medievale. Corre l’anno e musicista
di Trium poetarum del Signore 1456 quando, dopo
elegantissimorum,
Pandolfo di Pesaro, l’amico del
Petrarca, Sigismondo risponde dieci anni d’amore, i due si ed avvezza a
Porcelij, Basinij, &
Trebani opuscula, apud picche, con questo verso: «in sposano con una cerimonia discorrere di fisica
ver me sia benigna e gratiosa e tutt’altro che sfarzosa, non esi-
Simonem Colinaeum,
Parisis 1539. ne le braza mi racoglia nudo». stendo tra le famiglie alleanze e filosofia morale»
Ardente di passione, si presen- diplomatiche. Il forte senti-
ta a Isotta in una probabile mento che li lega non produce lei, oltremodo, la dote di equi-
notte di mezz’estate del 1446 (a sempiterni effetti di stabilità librio tra l’eloquenza e il silen-
nulla valsero i tentativi del pa- amorosa sull’esuberante si- zio, tanto da farle incidere sul
dre di frenare la precoce pas- gnore che come il lupo perde sepolcro: “TEMPUS LOQUEN-
sione della figlia), sotto un cie- il pelo ma non il vizio, giacché DI TEMPUS TACENDI”. Una
lo stellato o forse tra celate da qualche tempo ha messo gli sera di una domenica ottobri-
mura e da quel momento sarà occhi su un’ennesima preda. na, tra le mura di Castel Si-
per sempre, tanto che la data è Una lettera appassionata in- smondo, il principe minato
celebrata nelle medaglie, nel viatagli da Isotta tramite il “ca- dalle febbri malariche, spira
mausoleo a lei dedicato e nel vallaro” di corte, parla del tra- tra le braccia della donna
suo stendardo di guerriero. Per dimento con Arithea (1448- amata, che lo veste per l’ulti-
coprire la scandalosa relazione 1501), dodicenne figlia di Ga- mo viaggio dei suoi panni mi-
non ancora ufficializzata, dopo leazzo Malatesta di Pesaro, gliori: indumenti di lino e di
la morte di Giovanni, primo ospite da qualche tempo al ca- velluto, abito di broccato fiora-
dei loro sei figli, una bolla del stello. La signora di Rimini da to d’oro, le sue armi (pugnale,
papa assegna a Isotta degli Atti brava amante gelosa passa spada, speroni) e sei medaglie
la facoltà di dare il via ai lavori all’attacco della rivale facen- malatestiane disposte a croce.7
di ripristino della Cappella de- dola definire «una pollastra Sul suo sepolcro, nel Tempio,
gli Angeli (d’altra parte Isotta giovane che dà un brodo ma- come racconta Clementini, fu-
versa 500 fiorini di tasca sua). gro» dall’amica Dorotea, al rono posti gli stendardi dei
L’infatuazione per la gentil corrente della tresca. Alfine il suoi generalati e sopra l’elmo
donna è resa pubblica nel 1449 condottiero, se si tacciono ta- per cimiero due grandi corna
(dopo la morte della seconda lune fugaci scappatelle, trova con il sarcastico motto Porto le
moglie), con uno straordinario con la moglie un porto sicuro, corna, ch’ognun le vede e talle
ricevimento a Castel Sismon- dove far ritorno per altri dodici porta che non se le crede.
do, coronato dalla presenza del lunghi anni, riconoscendo in
fido Valturio e dell’illustre poe-
Note
ta e grecista Basinio. In fretta e
furia Sigismondo rispedisce al 1 Elisabetta concepisce con Sigismondo una figlia, Margherita, legittimata,
mittente l’amante fanese, co- insieme a altri figli naturali del principe, solo nel 1453, da papa Nicola V.
stringendola a vivere d’ora in 2. L’ambizioso conte di Carmagnola, il condottiero senza scrupoli, fu decapitato
dai veneziani, la sera del 5 maggio 1432.
poi in qualche ristrettezza. La 3. Clementini II, pag.303.
donna invoca il suo aiuto più 4. O. Cavallari, Sigismondo Malatesta, ed.E.L.S.A., Rimini, 1978.
volte per la figlia Contessina: 5. Delle due mogli si è occupato in maniera approfondita Giovanni Soranzo, che
«Magnifico et possente Signor racconta come anche Violante si rifugiasse a Fano per sfuggire alla peste che
imperversava in Romagna, dopo aver visto morire la cognata Polissena.
mio, mi raccomando… la Con- 6. Battaglini scrive che Isotta nasce nel 1430, ma i più indicano la data di nascita
tessina, et supplico ve ricordiate tra il 1432-34.
i mancamenti nostri…», come 7. Sigismondo, tornato dalla guerra del Peloponneso ammalato, muore nell’ottobre
ci restituiscono le carte. Sigi- 1468. Madonna Isotta muore il 9 luglio 1474, di febbre lenta, causata dalla peste e
aiutata dal veleno. Estrapolato da: C. Ricci, Il Tempio Malatestiano, Milano, 1924.
smondo e Isotta vivono la loro
Sigismondo e Federico
da nemici a consuoceri
Tanto era l’inimicizia e il livore reciproco che i due riuscivano a litigare
aspramente anche quando, in guerra, erano obbligati ad essere alleati
«Il valore in
di Pier Luigi Foschi
N el Quattrocento era
normale che i condottieri
passassero tranquillamente
battaglia di
po’ la mano, entreranno in
conflitto con il papato e si
beccheranno la scomunica:
e con disinvoltura da un Roberto, figlio Federico perché nel 1445
campo all’altro: ora al servizio conquista Fossombrone
di Milano, ora per Venezia di Sigismondo, senza l’autorizzazione del
o per Firenze, ora per il susciterà tanta Papa mentre Sigismondo
Pontefice romano. Finito un verrà scomunicato nel Natale
contratto si cercava una nuova ammirazione in del 1460 a causa della forte
“commessa” a favore di chi
pagava di più. Esattamente
Federico da indurlo inimicizia con il Papa Pio II
Piccolomini. Naturalmente, in
come oggi si comportano i a concedergli la entrambi i casi, le scomuniche
calciatori, rincorrendo i clubs
più facoltosi e con ribalte di mano della figlia vennero annullate quando lo
stato pontificio ebbe bisogno
sempre maggior prestigio. secondogenita dei servigi dei due valorosi
Succedeva spesso che questi condottieri.
signori della guerra alcune Elisabetta» Continuando ad esaminare le
volte si trovassero in campi affinità tra i due personaggi,
avversi e magari poche
non ci può sfuggire la
settimane dopo si trovassero di espansione territoriale ai
parentela acquisita per
a combattere fianco a fianco danni dell’altro. Proviamo
entrambi con la famiglia
contro terzi nemici. Tuttavia il ad esaminare insieme le
degli Sforza. Sigismondo nel
caso di Sigismondo Malatesta similitudini.
1442 sposa in seconde nozze
e Federico da Montefeltro è Partiamo dalla nascita:
Polissena, figlia illegittima
decisamente una situazione Sigismondo è figlio illegittimo
(tanto per cambiare!) di
quasi patologica: tanto di Pandolfo III e Antonia
Francesco Sforza; Federico
era l’inimicizia e il livore de Barignano; di Federico
reciproco che riuscivano a nel 1460 sposa, anche lui in
addirittura è incerta la
litigare aspramente anche seconde nozze, Battista (nome
paternità ed anche la mamma
quando, in guerra, erano allora attribuito anche alle
è in ballottaggio tra Aura
Sigismondo Pandolfo obbligati ad essere alleati. donne) figlia di Alessandro
da Montefeltro, Elisabetta
Malatesta e a dx. Nel maggio del 1457 Borso Sforza signore di Pesaro.
degli Accomanducci o
Federico da Montefeltro d’Este convoca i due nemici È quasi superfluo ricordare
un’altra misteriosa signora
anche i meriti che i due
per tentare una non identificata. Entrambi
riappacificazione vengono nominati cavalieri
ma il risultato nel 1433 dall’imperatore
è scoraggiante: Sigismondo di Lussemburgo
l’incontro anziché (quello che presterà le
procurare la sembianze a San Sigismondo
pace finisce con nel famoso affresco di Piero
violente invettive della Francesca). In quella
reciproche e occasione Sigismondo
minacce fisiche. aveva 16 anni, Federico
Eppure sono molti addirittura aveva 11 anni!
i punti in comune Entrambi, fin da giovanissimi
tra Sigismondo si fanno apprezzare come
e Federico, o condottieri, veri e propri
forse perché “signori della guerra”.
troppo simili Entrambi saranno capitani
non potevano della Chiesa, difendendo i
che trovarsi in vessilli (e gli interessi) del
conflitto, a parte Papa. I due condottieri però,
le mire di ognuno lasciandosi prendere un
La ceramica
malatestiana
Con il Signore di Rimini l’arte figulina, specie nella caratteristica
della maiolica, raggiunge il maggiore splendore
di Giuliana Gardelli
M edaglie e ceramica: un
felice incontro avviene
in città a mezzo del ‘400 fra
bianco alone misterioso
sembra distaccarlo dal resto
del mondo ed eleganti foglie
«Anche attraverso
l’arte della
arti considerate accartocciate rinnovano la più
“minori”, ma in bella pittura miniata. Nella
ceramica, spesso
realtà piene di tesa a monticelli è forse da trascurata,
valenza sociale individuare una “m” ripetuta
e politica, nel decoro a riempitivo? possiamo notare
connotando l’avvio La medaglia del Pisanello come Sigismondo
della Rinascita riserva un’altra sorpresa:
sigismondea in nel verso appare Sigismondo Pandolfo abbia
una Rimini ricca di
fermenti culturali.
a cavallo, come si addice saputo traghettare
ad un capitano di ventura.
L’arte figulina, Ed ecco che spunta dalle una città, ancora
specie nella
sua specificità
mani sapienti dell’antico
artista una piccola terracotta
medievale, nello
di maiolica, che raffigura proprio lui, splendore di una
vale a dire il signore di Rimini, su un
dalla superficie cavallo riccamente bardato,
città rinascimentale
ricoperta di bianco
stannifero su cui
come si conviene. Se è giusto in tutti gli
ricordare la moda delle
può finalmente piccole plastiche a calamaio aspetti della vita
dispiegarsi in tutta
la sua ricchezza
dove il San Giorgio a cavallo quotidiana»
uccide il drago, proprie
cromatica una della ceramica ferrarese, è
vera pittura, è di Donatello (1453) ai
innegabile che qui va visto monumenti equestri degli
ormai entrata netto il riferimento alla
nella sua fase Estensi in Ferrara: Niccolò III
medaglia pisanelliana. Infatti, (1451) e Borso d’Este (1454).
più bella. Molte
mentre le statuette ferraresi A questi ultimi si sono ispirati
Piatto in maiolica sono le fornaci attive, come
mostrano estrema rigidità di sia Pisanello, reduce di
policroma con Ritratto testimoniato da una ricca
di Sigismondo
modellato, nella terracotta
documentazione archivistica e
Malatesti; Rimini riminese appare un moderno
come si evince da recuperi in
1445-50 (ubicazione e veristico movimento sia
sconosciuta). sterri cittadini; essa è sempre
nello slancio delle zampe, sia
Sotto. Pisanello, di buon livello qualitativo per nel volgersi della testa del
medaglia per forme, decorazioni e colori.
Sigismondo Malatesti,
cavallo verso lo spettatore;
Ritorna dal passato, sull’onda e la bardatura ricorda
recto; 1445 (Rimini,
Museo della Città). di un Umanesimo che permea l’amata rosa malatestiana.
tutta la cultura, il gusto per la La trasformazione in epoca
ritrattistica, che, rinnovando recente della statuetta con
un antico amore, si evidenzia portacandela in calamaio,
Statuetta portacandela in maniera eclatante sulle con aggiunte inopportune
in terracotta a graffito medaglie, sul marmo, sui nella base, è certamente
e dipinta a ramina e dipinti, sì che un riflesso di dovuta al fatto che non
giallo ferraccia sotto questa moda s’incontra anche
vetrina, con Sigismondo
se ne conoscono in altre
a cavallo; Rimini 1445- nella maiolica. Ed ecco che versioni, ma ha impedito di
50 (Rimini, Museo della dal recto della medaglia del approfondire la vera finalità
Città, deposito Carim). Pisanello (1445) trapassa in dell’oggetto. Occorre riandare
Sotto. Pisanello, un bel piatto il profilo icastico alla moda imperante, alla
medaglia per
Sigismondo Malatesti,
di Sigismondo, il signore di metà del secolo quindicesimo,
verso;1445 (Rimini, Rimini all’apice della sua dei monumenti a cavallo,
Museo della Città). carriera di condottiero. Un dal notissimo Gattamelata
Frammenti di gamelii
con Figure maschili e
femminili in ceramica
graffita e dipinta in
verde e giallo ferraccia
sotto vetrina; Rimini
sec. XV, metà e seconda
metà (Rimini, Museo
della Città).
Maria Visconti. ma teso ad accentuare sia maiolica sia nella più modesta
Il piatto mostra l’appartenenza al Malatesti, ceramica graffita, dove profili
nel cavetto a tramite l’elefante, sia la sua maschili e femminili sono
destra lo stemma cultura, simboleggiata dal augurali di felicità e fertilità.
malatestiano a libro. Ebbene anche l’artista Pur nella necessaria brevità
scacchiera e a della maiolica volle lasciare di questo intervento,
sinistra l’emblema il suo omaggio alla dama in ci auguriamo di avere
della sposa: l’anello una bella brocchetta dove il dimostrato, proprio attraverso
con il diamante e la profilo di lei si staglia entro un’arte spesso trascurata,
zinnia degli Sforza, aureola, alla stregua del quanto Sigismondo Pandolfo
emblema ricevuto ritratto di Sigismondo nel Malatesti abbia saputo
dagli Estensi nel piatto citato. traghettare una città ancora
1409 da Muzio In ambito liturgico, si medievale, nello splendore
Attendolo, ed esteso passa dalle ciotoline di una città rinascimentale
ai suoi discendenti. arcaiche trecentesche al in tutti gli aspetti della vita
Nel frammento bellissimo boccale con quotidiana.
di tesa appare l’Emblema cristologico di San
Boccale in maiolica la cornucopia, augurio di Bernardino, che fu presente
blu e giallo con fertilità, e l’elefante, emblema a Rimini a predicare nel
Trigramma cristologico dei Malatesti. 1431: boccale assai evoluto
bernardiniano; Rimini
Certamente la donna più per forma e cromia tutta
1450/60 (Rimini,
Museo della Città, importante per Sigismondo giocata sul blu diluito. Piatti
deposito Carim). fu Isotta degli Atti, amante di largo uso presentano
amatissima e poi sua terza motivi floreali, anche con
Ciotolina in maiolica blu moglie; ella ebbe la ventura versioni che alludono alla
con il Porto, frammento; di divenire nota in tutte le “rosa sigismondea”, ma non Bibliografia essenziale.
Rimini, sec. XV, corti per la sua bellezza e le manca la presenza del mare
seconda metà (Rimini, G. Gardelli, 5 secoli di maiolica
Centro “S. Zavatta”, sue doti, di essere celebrata con l’immagine, di grande
a Rimini, Ferrara 1981; Fiori
dono Pasquini). e cantata dai poeti, di avere suggestione e modernità, Pandolfeschi, “I quaderni
A dx. Ciotolina in un libro a lei dedicato, del porto dove le navi si dell’Emilceramica” n.1 (1984,
maiolica policroma, l’Isotteo. Matteo dei Pasti per riflettono nell’acqua, o dove pp. 3-10; Gli studi sulla maiolica
con Pesce che nuota riminese, “Romagna arte e
lei coniò alcune medaglie il pesce nuota tranquillo storia” n.42 (1994), pp. 71-80
nel mare, frammento;
con varie acconciature dei sulle onde. Anche la figura (con bibliografia precedente).
Rimini sec. XV, metà
(Rimini, Museo della capelli e soprattutto con il umana diviene protagonista
Città). verso ogni volta diverso, nei gamelii per l’amata, sia in
Il profilo
del condottiero
Il reale e l’ideale nei ritratti del Quattrocento. Lo sguardo fisso e impenetrabile
e il lussuoso abbigliamento ci trasmettono un carattere fiero e combattivo
di Patrizia Alunni
N el corso del Quattrocento
cominciano a svilupparsi
nelle corti italiane, in
iconografica nella scelta
del profilo quale posa in cui
mostrarsi al riguardante.
«Nell’ambito delle
corti la funzione
maniera significativa, i ritratti È il caso, ad esempio, del
cosiddetti di rappresentanza, marchese di Ferrara Lionello del ritratto è
i quali assumono un valore
simbolico e raramente erano
d’Este effigiato nel 1441 dal importantissima
noto e apprezzato maestro
destinati alla residenza del Antonio Pisanello – al servizio poiché “celebra
committente, poiché anche del signore di Rimini
nella maggior parte – che ritrasse il marchese
il signore, ne
dei casi erano spediti riccamente abbigliato su uno mostra il potere,
come doni agli sfondo vegetale, nella posa
amici o a importanti più consueta in uso nella la ricchezza e lo
personalità politiche,
non solo in Italia
prima metà del Quattrocento,
colto riferimento ai busti dei
sfarzo, ne esalta le
ma anche Oltralpe, cesari ritratti nelle monete virtù, le imprese,
contribuendo a antiche di cui Lionello era un
diffondere una appassionato collezionista. la vita, i legami
parvenza ufficiale del
signore.
Di profilo si fecero ritrarre familiari e, a volte,
principi illustri come il duca
Le immagini che Federico da Montefeltro, anche le abitudini”»
ritraggono Sigismondo dipinto da Piero della
Pandolfo Malatesta, Francesca in coppia con la era infatti una priorità, anzi la
siano esse affreschi, consorte Battista Sforza (1465- similarità era meglio accettata
tempere su tavola, 1472), o il signore di Bologna se ammantata da un certo
miniature, rilievi Giovanni II Bentivoglio nel grado di idealizzazione, che
Piero della Francesca, scolpiti sul marmo o impressi dittico con la moglie Ginevra non significava eliminare del
Sigismondo Pandolfo nel bronzo, lo raffigurano compiuto per mano di Ercole tutto i difetti fisici (come oggi
Malatesta in sempre nel medesimo modo,
preghiera davanti de’ Roberti tra 1474 e 1477. accade con la post produzione
ovvero nella posa di profilo, Pur nella semplice fotografica in ambito
a san Sigismondo,
affresco strappato, sontuosamente adornato impostazione, il ritratto pubblicitario) ma investirli di
1451. Rimini, Tempio avvolto da uno sfondo vuole comunicarci molte significato. Un esempio è il
Malatestiano. neutro uniforme. Si tratta di informazioni relative allo celebre dipinto di Piero della
un’iconografia contraddistinta status sociale dell’effigiato: Francesca che ritrae Federico
da un’immediata nel caso di Sigismondo
riconoscibilità, ricercata ed Pandolfo lo sguardo fisso e
estesa alle innumerevoli impenetrabile, la regolare
riproduzioni conosciute del silhouette del volto, il
signore di Rimini. Cambia lussuoso abbigliamento ci
il medium ma non il modo trasmettono un carattere
di rappresentare l’impavido fiero e combattivo ma non
condottiero, effigiato ‘senza sappiamo quanto fedele
tempo’, ovvero eternamente al reale temperamento
giovane, in un’impenetrabile del personaggio. È inoltre
immobilità del volto sia sulle difficile stabilire quale fosse
medaglie di Pisanello e Matteo il livello di somiglianza
de’ Pasti, sia sui pilastri del ritratto alle effettive
scolpiti da Agostino di Duccio sembianze fisionomiche
nel Tempio Malatestiano dell’effigiato, anche se la
Piero della Francesca, e nei dipinti di Piero della vaga caratterizzazione
Ritratto di Sigismondo
Pandolfo Malatesta,
Francesca. doveva senz’altro essere
tempera e olio su I ritratti che circolavano nelle significativa per chi lo
tavola. Parigi, Musée du corti italiane del XV secolo conosceva personalmente. La
Louvre. mostrano un’uniformità somiglianza al modello non
• Pulizie di sgrossatura
• condomini e appartamenti
N ei secoli XV e XVI la
musica in Italia è stata al
centro di grandi rinnovamenti
«Le forme musicali
più frequenti nel
Francesco Cieco da Ferrara,
Pietro Bono del Chitarrino e
sopra tutti Serafino Aquilano.
di Guido Zangheri
L’enigma
delle vesti
I risultati di uno studio sul corredo funebre che il Signore di Rimini
indossava al momento della sepoltura
Dentro l’onda
ARIMINUM
Bimestrale di Storia,
Arte e Cultura
LO STEMMA MALATESTIANO della Provincia di Rimini
Fondato dal Rotary Club Rimini
Foto di Gilberto Urbinati Anno XXIV – N. 2 (137)
Marzo - Aprile 2017
Proprietà
Rotary Club Rimini
Direttore
Manlio Masini
Hanno collaborato
Patrizia Alunni, Luca
Barducci, Anna Maria Cucci,
Marinella De Luca, Pier Luigi
Foschi, Giuliana Gardelli,
Silvana Giugli, Giuma, Enzo
Maneglia, Piero Meldini,
Andrea Montemaggi, Giovanni
Rimondini, Elisa Tosi Brandi,
Gilberto Urbinati (foto), Carlo
Valdameri, Guido Zangheri,
Giulio Zavatta
Redazione
Via Cairoli, 69 - Rimini
Tel. 0541 780666
Venerdì dalle 10 alle 12
Registrazione
Tribunale di Rimini n. 12
del 16/6/1994
Collaborazione
La collaborazione ad Ariminum
è a titolo gratuito
Distribuzione / Diffusione
Questo numero è stato stampato
in 10.000 copie ed è distribuito
gratuitamente agli abbonati del
settimanale ilPonte e nelle edicole
del Comune di Rimini acquistando
ilPonte.
È consegnato direttamente agli
esercizi commerciali di Rimini.
Inoltre è reperibile presso il Museo
della Città di Rimini (via Tonini), la
Libreria Luisè (via L. B. Alberti, 7),
la Casa Editrice Panozzo (via Clo-
dia, 25), la redazione de ilPonte (via
Cairoli, 69), il Cenacolo dell’arte
Antichità Isotta (Piazza Tre Martiri,
2) e la Cricca del Peter Pan (Lungo-
mare Tintori, 3).
La rivista può essere consultata e
scaricata in formato pdf gratui-
tamente sul sito del Rotary Club
Rimini all’indirizzo
www.rotaryrimini.org
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