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ARIMINUM Storia, arte e cultura della Provincia di Rimini

Anno XXIV - N. 2 Marzo - Aprile 2017


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Sigismondo Pandolfo Malatesta


Signore di Rimini
Suppl. a ilPonte n. 15 del 16/04/2017

L’avventurosa vita di Sigismondo e la sua fascinosa corte

Le stupende opere realizzate in città

La cultura, l’arte, la musica, i costumi, gli amori …


COSTUME
EDITORIALE
E SOCIETÀ

Fuori onda
SOMMARIO

PER I SEICENTO ANNI DI SIGISMONDO

L’evento non poteva essere eluso. Seicento anni fa nasceva Sigi-


smondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini dal 1432 al 1468,
un uomo controverso, ma geniale, che ha dato alla nostra città
l’orgoglio del suo favoloso casato.
Un grande in tutti i sensi. Nel bene e nel male. Silvio Piccolo-
mini, Papa Pio II, che lo osteggiò in tutti i modi, incolpandolo
di «turpissimi e atrocissimi misfatti», quali «omicidio, stupro,
adulterio, incesto, sacrilegio, spergiuro», nei “Commentarii rerum
memorabilium, quae temporibus suis contigerunt” (II, 9) di lui
IN COPERTINA scrisse queste parole: «Aveva un singolare acume, era dotato di
“La sigla malatestiana” una grande forza fisica; conosceva la storia nelle sue tradizioni e
di Gilberto Urbinati nei suoi avvenimenti; qualsiasi argomento s’accingesse a trattare,
sembrava nato per essi».
ANNIVERSARIO
SIGISMONDEO Educato all’arte militare fin dall’infanzia, Sigismondo divenne
un valoroso quanto spregiudicato capitano di ventura, ma anche
Il Signore di Rimini
un oculato diplomatico e un mecenate intelligente e generoso. Si
L’impronta brunelleschiana attorniò di una delle più ricercate corti dell’Italia del 400; attirò
su Castel Sismondo intellettuali, artisti e architetti di fama e per celebrare la propria
Luca Beltrami e il ripristino gloria e quella della propria appartenenza dinastica procedette
del fossato alla costruzione della Rocca malatestiana (Castel Sismondo) e al
rifacimento della chiesa di San Francesco (Tempio Malatestiano).
Lo schizzo della “bomba” in
Sposò Ginevra, figlia di Niccolò d’Este, poi Polissena, figlia
Castel Sismondo
di Francesco Sforza e infine la riminese Isotta degli Atti, il suo
Gli apparati decorativi del grande e forse unico amore. Morì nel 1468 ad appena 51 anni; era
Tempio Malatestiano nato il 19 giugno1417.
Il De re militari
“Ariminum”, con la sua piccola, ma agguerrita “compagnia di
La “divisa” e i suoi colori ventura”, dedica a Sigismondo e al suo periodo storico tutte le sue
Errori e falsi / “Il lupo di pagine.
Rimini”
Tante donne … un solo M. M.
grande amore
Sigismondo e Federico da LA CARTOLINA DI GIUMA
grandi nemici a consuoceri
Il Signore di Rimini
La ceramica malatestiana
Il reale e l’ideale nei ritratti
del Quattrocento
Il libro di Oreste Delucca
La musica alla corte di
Sigismondo
L’enigma delle vesti
5-51

ARIMINUM
Dentro l’onda
Le bagnanti di Maneglia
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Anniversario sigismondeo

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Il signore
di Rimini
Dopo i successi militari e i “trionfi” comincia a spendere
e a commissionare opere d’arte molto al di sopra delle sue possibilità

di Giovanni Rimondini
Q ualcuno che gli voleva
bene, forse sua madre
– Antonia de Barignano –,
vide quando rinnovò la chiesa
di S. Francesco di Rimini. Fece
distruggere tutte le tombe
«A 13 anni
Sigismondo
quando era bambino, deve dei dinasti da Malatesta di
avergli insegnato a non Verucchio (1212-1312) allo zio
Pandolfo fu ferito
spaventarsi, a sopravvivere Carlo (1368-1429); ne raccolse in battaglia a
e a gestire il terremoto alla rinfusa le ossa e senza
continuo umano, politico e i nomi nel sarcofago degli Fano. A 17 anni è
militare, il movimento senza Antenati, ornato con il trionfo Capitano generale
fine con pericoli mortali di Scipione, mitico antenato.
che comportava l’essere Rifece però a Fano la tomba della Chiesa, gli
nato nella casa riminese dei
Malatesta o dei Malatesti,
del padre.
scarsi armati di
Malgrado Carlo avesse
Signori di Rimini, Cesena,
preparato con cura la papa Eugenio IV
Cervia, Bertinoro, Sarsina,
San Leo, Pennabilli, Sestino,
successione facendo in esilio
legittimare i bastardi da
Borgo San Sepolcro, Fano,
Martino V, in cambio di a Firenze»
Senigallia, Fossombrone
alcune città e castelli nel
per non contare le Terre e i
1428, quando morì nel 1429, Rimini con armati e bloccò
Castelli in Romagna e nelle
si scatenò l’inferno: a Rimini, l’arrivo delle truppe dei
Marche. E, peggio ancora,
Cesena e Fano i potenti parenti di Pesaro. Poi cercò
viverci nella condizione di
e la plebe si ribellarono, di sedare un tumulto a Fano
bastardo. Suo padre Pandolfo
la Chiesa romana finse di eccitato da un prete, un Don
III perdeva poco dopo la sua
non avere fatto dei patti Matteo a capo di contadini
nascita – il 19 giugno 1417
con Carlo; soffiavano sul furiosi e bestiali. Sigismondo
–, la signoria delle città di
fuoco i Malatesta di Pesaro, Pandolfo venne ferito sulla
Bergamo e Brescia, e cercava
il reggente, un Malatesta piazza con tre colpi quasi
di avere figli legittimi da due
discendente di Giovanni mortali, al ventre gli uscivano
mogli di grandi famiglie,
‘zotto’, Venezia e Firenze. gli intestini, e per il colpo
senza riuscirci. E tuttavia
Mentre il fratello, ansioso in testa gli sarebbe rimasto
Pandolfo stesso, uomo di
di perdonare ai nemici, e un corno. Due suoi amici si
guerra e famoso capitano,
la zia si erano rinchiusi nel fecero uccidere per salvarlo.
potrebbe avere educato fin da
palazzo fortificato del Gattolo, Aveva 13 anni. Arrivarono
subito alle armi il suo piccolo
a salvare la situazione fu subito tutti a Fano, Riminesi
secondogenito bastardo,
proprio Sigismondo Pandolfo. pentiti, Pesaresi, Veneziani. Il
mentre il primo, Galeotto
Andò travestito a Cesena, prete venne catturato, portato
Roberto, futuro Beato, era
placò la plebe, tornò a a Rimini, sconsacrato da sette
stato adottato dallo zio Carlo e
da Elisabetta Gonzaga. vescovi, che gli grattugiarono
Si guardasse, gli sarà stato le dita con le quali aveva
insegnato, anzitutto dai toccato l’Ostia consacrata, e
parenti stretti e poi poi fu impiccato nella piazza
dalle cinque potenze della Fontana – la parte a
italiane, Roma, Venezia, monte di piazza Cavour –.
Agostino di Duccio,
Ritratto di Sigismondo Milano, Firenze e Per il colpo nella parte
Pandolfo Malatesta, Napoli, che offrivano destra della testa
calco dell’originale sul l’oro, e non poco, delle Sigismondo si farà
coperchio dell’Arca rappresentare di profilo
condotte belliche, ma
degli Antenati nel mostrando la parte sinistra
Tempio Malatestiano, che cercavano tutte di
smembrare e disfare il della faccia e porterà
1455 ca. Rimini,
dominio dei Malatesta. una parrucca, come si può
Museo della Città.
Fotografia di Gilberto Cosa pensasse Sigismondo osservare nelle medaglie
Urbinati. Pandolfo degli antenati lo si e nei ritratti di Piero della

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MOSTRE

«A Firenze degli homines periti ad mantenimento delle Marche.


Ma Francesco, suggestionato
bellum. Come sapevano i
Sigismondo contemporanei, il Brunelleschi da Federico da Montefeltro, la
volpe nemica dei Malatesta,
Pandolfo preparò un modellino di
farà in modo che la città
Castel Sismondo – 1437-1446
conosce Filippo –, e nel 1448 venne a Rimini. di Pesaro, già promessa a
Sigismondo Pandolfo, tocchi in
Brunelleschi, Il contemporaneo castello
di Fano, probabilmente, è signoria al fratello Alessandro.
Leon Battista opera dell’Alberti, che ne Sigismondo Pandolfo passa
allora coi nemici dello Sforza
Alberti e Piero presenta lo schema nel suo
De architectura. Il nostro e lo batterà in alcuni fatti
della Francesca. giovanissimo Signore ha capito d’arme.
Assoldato dal re di Napoli
I tre massimi che la prospettiva sfocerà nella
balistica, come mostra l’Alberti
Alfonso d’Aragona, che cercava
‘prospettici’ del ’400 nel libretto Ludi mathematici
di piegare Firenze assediando
Piombino, signoria di un
che nella copia ms di Leonardo
verranno a Rimini» era dedicato a lui.
alleato fiorentino, e ricevuto
parte del soldo, Sigismondo
Il Signore di Rimini si dimostra Pandolfo commette l’errore
Francesca.
Alla morte del fratello,
Sigismondo Pandolfo e
Domenico – che si farà
chiamare Malatesta Novello
–, il fratello più piccolo, si
divisero le città e i domini
malatestiani. Cominciò
alla grande la carriera di
Signore della guerra. A 17
anni Sigismondo è Capitano
generale della Chiesa, gli
scarsi armati di papa Eugenio
IV, in esilio a Firenze. Ma
a Firenze il 25 marzo 1435
assiste col papa Eugenio
all’inaugurazione della Cupola
di Filippo Brunelleschi –
mentre la cappella pontifica
canta il mottetto Nuper
rosarum flores di Guillaume
Dufay – ascoltatelo in un virtuoso e fortunato uomo fatale che porterà alla La Rocca malatestiana
Internet –, già stato maestro d’arme. Entra in contatto con distruzione dello stato in una suggestiva
di cappella dello zio Carlo Francesco Sforza impegnato malatestiano. immagine dei primi
e del padre Pandolfo. Leon anni del Novecento.
nel sottile e labirintico Si lascia convincere dai
Battista Alberti, segretario gioco militare e politico con Fiorentini a passare al loro
del papa, gli ha presentato il Duca di Milano Filippo servizio e soprattutto non
Filippo Brunelleschi. Tra il Maria Visconti. Polissena, restituisce il denaro del re di
popolo festante c’è il giovane una figlia dello Sforza sarà la Napoli. La campagna contro
Piero della Francesca. Tutti seconda moglie di Sigismondo gli Aragonesi è vittoriosa.
e tre i massimi ‘prospettici’ Pandolfo. Dapprima amico Sigismondo viene accolto a
del ‘400 verranno a Rimini dello Sforza gli offrirà Firenze “in trionfo”. Ma il
a far parte del consiglio una vittoria decisiva per il re di Napoli gliela giura, e

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ANNIVERSARIO sigismondeo
anniversario SIGISMONDEO

l’impossibilità
che le strutture
«Per Ezra Pound
architettoniche la sua vita
gotiche costruite dal
Pasti reggano una fu
copertura anche “un fallimento
leggera, è affidata
all’Alberti la cura all’altezza
di un rinforzo della
facciata e dei fianchi,
dei migliori
più la conclusione successi
del presbiterio con
una cupola. Manfredo
dell’epoca”»
Tafuri ha letto la
medaglia del Tempio di Sigismondo Pandolfo
del 1450 come una – voleva “punirlo nella
rappresentazione carne” – manda un esercito
prospettica. Se al comando di Federico da
fosse vera questa Montefeltro ad occupare gli
interpretazione, la stati malatestiani. Sigismondo
cupola sarebbe stata Pandolfo sconfigge queste
pensata grande come truppe a Nidastore, ma poi
quella del Panteon perde una battaglia decisiva
e il suo stato è disfatto –. Le
Interno ed esterno del dopo il 1453, la presa turca di Roma. Sigismondo non
potenze italiane però, felici
Tempio malatestiano di Costantinopoli, quando aveva di sicuro i mezzi per
nei primi anni del
che la Romagna abbia perduto
con la pace di Lodi tutte le erigere una simile cupola.
Novecento. la sua maggiore potenza
potenze italiane si uniscono, Il Tempio nasceva destinato
autonoma, non vogliono che
Sigismondo Pandolfo con all’incompiutezza.
la Chiesa si rafforzi troppo
Genova, nemici di Alfonso I suoi ufficiali poi si
e, d’accordo anche Federico
d’Aragona, sono esclusi. È solo meravigliavano che il
da Montefeltro, obbligano il
contro tutti. Signore di Rimini con nemici
papa a lasciare a Sigismondo
mortali come il papa Pio II,
È in questo decennio di Pandolfo il dominio della sola
Federico da Montefeltro, il
Rimini, senza il suo comitato.
mancanza di fede e di successi re di Napoli, ‘sprecasse’ in
L’ultima impresa del nostro
militari e “trionfi” che poemi e monumenti costosi
Signore è per i Veneziani
Sigismondo Pandolfo comincia le risorse finanziarie che
contro i Turchi in Morea
a spendere e a commissionare doveva destinare alla guerra
(Peloponneso) dove una
opere d’arte molto, ma imminente. Per fortuna
sua ‘sorellastra’ Cleofe dei
molto al di sopra delle sue l’ha fatto, dicono quelli che
Malatesta di Pesaro era andata
possibilità. Fa scrivere al poeta ammirano le opere che
sposa a Teodoro Comneno
Basinio di Parma un poema Sigismondo Pandolfo ha
Despota di Morea col titolo
latino l’Hesperis che esalti lasciato alla città.
di “Basilissa”, imperatrice.
la sua guerra contro Alfonso Bisogna poi constatare che Sigismondo Pandolfo si
d’Aragona. Per una scansione non solo la ragione ma anche comporta da “eroe” ma si
di questa ‘follia’ prendiamo la la Fortuna abbandona il accorge che i Veneziani sono
storia del Tempio. Dapprima Signore di Rimini. Contro frenati dai loro mercanti che
si tratta di un paio di cappelle gli Aragona Sigismondo vogliono la pace coi Turchi.
– 1447 – poi del raddoppio Pandolfo appoggia gli Angiò Non mandano nuove truppe e
delle cappelle della parete di francesi che tentano di le risorse necessarie. Rinuncia
sinistra su quella di destra, riprendersi il regno di Napoli. pertanto all’incarico e malato
sotto la direzione di Matteo Ma vengono sconfitti. Pio II torna a Rimini dove muore il 9
de Pasti; infine, constatata Piccolomini, nemico personale ottobre 1468.

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

L’impronta brunelleschiana
su Castel Sismondo
Nel 1438 Filippo Brunelleschi, il più grande architetto del mondo, è a
Rimini per valutare di persona lo scacchiere dei Malatesta

di Giovanni Rimondini
P ossiamo immaginare
l’essenziale di quello
che si sono detti i periti rei
della progettazione di
Castel Sismondo – 1436
–. Aggiungono, data la
«Il disegno
prospettico del
militaris ossia gli homines descrizione essenziale ma
docti ad bellum e cioè gli precisa della rocca di Fano castello realizzato
esperti del consiglio di guerra
di Sigismondo Pandolfo nella
fatta dall’Alberti nel suo De re
aedificatoria – libro V capitolo
dal Brunelleschi
primavera del 1436, a Firenze, IV –, l’ipotesi che la rocca potrebbe esserci
dove era al momento la corte di Fano sia stata progettata
pontificia? Il diciottenne dall’Alberti, mentre quella arrivato riproposto
Signore di Rimini era di Rimini dal Brunelleschi. in tre immagini:
Capitano generale di papa Entrambe ipotesi in gran
Eugenio IV, nipote del “papa parte fondate su documenti e nella medaglia
di Rimini” Gregorio XII. Leon ragionevoli.
Battista Alberti era segretario
di Matteo de
ai brevi del papa e Filippo Nel caso del Tempio Pasti, nell’affresco
Brunelleschi inaugurava sappiamo di certo che venne
la sua Cupola, ancora costruito un modellino di Piero della
priva della Lanterna. In
quell’immaginario consiglio,
dall’Alberti nel 1454, poi
modificato con ulteriori
Francesca e nel
col Malatesta e altri vecchi e disegni e perizie. Nel caso del bassorilievo di
giovani guerrieri, sedevano castello di Rimini, abbiamo
proprio Leon Battista Alberti anche qui solo un’ipotesi Agostino di Duccio
e Filippo Brunelleschi.
Due erano le rocche che
sull’esistenza di progetti,
basata però su alcuni fatti:
con la veduta
Sigismondo Pandolfo voleva Vitruvio consigliava agli di Rimini»
costruire nell’immediato – le architetti di disegnare tre
comincerà entrambe nel 1437 tipi di progetti: una pianta,
due rocche di Rimini e di
– una a Fano e una a Rimini. un alzato e un disegno
Fano. Nell’autunno del 1438
Queste ipotesi narrative si prospettico. Il terzo disegno,
Filippo Brunelleschi per due
basano su fatti precisi relativi ammesso che Brunelleschi
mesi circa viene a Rimini a
ai tre personaggi nominati, abbia seguito i consigli di
valutare di persona i castelli
presenti a Firenze nello Vitruvio, perduto, potrebbe
cominciati e lo scacchiere dei
Castel Sismondo stesso momento, e sfruttano però esserci arrivato
Malatesta. Il primo biografo
nella ricostruzione l’ipotesi di Gumberto riproposto in tre immagini:
del Brunelleschi, Antonio
grafica Zavagli sul Brunelleschi nella medaglia di Matteo de
Manetti scrive: “Edificò uno
di Guglielmo Meluzzi. autore e sull’anno supposto Pasti, nell’affresco di Piero
castello fortezza mirabile
della Francesca e al Signor Gismondo di
nel bassorilievo Rimino”. Questa è la prova
di Agostino di c.d. “letteraria” dell’autoria
Duccio con brunelleschiana di Castel
la veduta di Sismondo. Torniamo a
Rimini. Di quell’immaginaria seduta
diseguale valore del consiglio di guerra di
espressivo, Sigismondo. Un guerriero
queste tre genovese avrà raccontato
immagini di quanto, tre lustri prima,
riproducono però i Genovesi avevano salvato
Costantinopoli, da un assedio
lo stesso schema
turco, impostando le difese
di veduta, e non
basse, sotto le mura di
è certo un caso.
Teodosio, articolate da una
Nel 1437 falsabraga e alte mura con
iniziano le torri. Così le frecce, i verettoni

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MOSTRE

«Quello che anche un’epigrafe gotica


elegantissima. Poi nel Tempio,
catturare Caterina Riario
Sforza, venne criticata
i si può augurare troviamo insieme strutture aspramente da Nicolò
gotiche e rivestimenti Machiavelli. Presa una
è che finalmente rinascimentali. A Firenze parte della rocca, il panico si
Ingresso della Rocca
malatestiana. Fotografia
gli studiosi l’Alberti nella facciata di Santa impadronisce di chi dovrebbe
resistere nelle altre due.
di Gilberto Urbinati.
Maria Novella completa le
di Rimini parti medievali con le sue Ma nel 1446, quando Castel
moderne, con la stessa doppia Sismondo fu terminato, la
e i Riminesi tutti logica. compartimentazione era
prendano atto L’immenso vuoto del fossato
ancora considerata necessaria
per rendere “inespugnabile”
dell’autoria avrà spaventato i Riminesi
– e forse li spaventerebbe
una fortezza.
brunelleschiana anche oggi – la città romana Il promurale dev’essere stato
così serena e sicura nella in gran parte distrutto da
di Castel Sismondo, sua geometrica articolazione Francesco Romagnoli nel
facendo di superfici, era scomparsa 1825, ma forse la definizione
del suo volume non sarà
nel buco nero davanti al
del castello castello. Un buco enorme impossibile da ripristinare,
stravolgeva le visioni familiari se si deciderà di riaprire il
il museo di se stesso e inghiottiva un buon terzo fossato, anche per recuperare
e di un architetto della rocca. L’interramento quanto recuperabile dalle
è il carattere che d’ora in poi macerie di Santa Colomba
dal valore avranno tutte le fortezze. Poi scaricate nel fossato.
Quello che ci si può augurare
assoluto» si vedevano le difese basse,
poi le grandi torri, protese è che finalmente gli studiosi
verso la città come le dita di Rimini e i Riminesi tutti
e le palle di bombarde di una mano – la metafora è prendano atto dell’autoria
coglievano di infilata le albertiana –. Tutto sembrava brunelleschiana di Castel
infinite masse di guerrieri. caotico e disordinato, ma Sismondo, facendo del castello Filippo Brunelleschi.
L’Alberti nota questi discorsi invisibile vi era la logica il museo di se stesso e di
e li ripropone nel suo libro. geometrica, Castel Sismondo un architetto dal valore
Brunelleschi e Sigismondo è una sorta di castellum ad assoluto. Si dice che si
Pandolfo pensavano al circulum et ad quadratum, le voglia farne il contenitore
promurale o falsa-braga, o a torri sono comprese in pianta di un museo felliniano.
mura basse del nuovo castello dentro un quadrato e circolo Un’idea insensata. Si
riminese, ma anche di quello interiori e anche il fossato farebbe un cattivo servizio
fanese. con i suoi muri dovrebbe anche a Fellini costretto
Il giovane Signore manifestava essere compreso in un grande a misurarsi con un vero
quel carattere, tipico di un quadrato esterno. Afferma grande della cultura.
momento di transizione, Valturio che il castello di Sarebbe assurdo infatti
non solo per le strutture Rimini era compartimentato usare l’unica opera
ossidionali, ma in generale in tre rocche, ognuna col ossidionale superstite del
per le scelte culturali: sì al suo castellano responsabile. più grande architetto del
nuovo, ma senza eliminare il La compartimentazione mondo come cornice per
vecchio. Si sarebbe costruita delle difese, pensata perché un regista cinematografico
la falsa-braga o “promurale”, un’eventuale sfondamento in certamente di valore
ma anche le alte torri e alte un settore non comportasse la ma rimpicciolito
cortine murarie. Sulla porta resa dell’intera fortificazione, dall’insistenza provinciale
interna del castello sotto lo dopo la cattiva prova di chi fa di Rimini
stemmone di Sigismondo nell’assedio che il Valentino un’eterna Amarcord.
Pandolfo venne posta strinse intorno alla rocca
un’epigrafe in caratteri del Ravaldino di Forlì
latini, ma ai lati fu collocata nell’inverno del 1499-1500, per

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

Le immagini inedite della raccolta di Alessandro Catrani

Luca Beltrami
e il ripristino del fossato
La “liberazione” della rocca dal parcheggio e dalla morsa dell’asfalto
non si trasformi in un intervento solo superficiale

di Giulio Zavatta
N ell’occasione delle
ricorrenze di Sigismondo
Pandolfo Malatesta, ritengo
pena dunque contestualizzare
per sommi capi il dibattito che
la lettera e gli allegati disegni
«Luca Beltrami
(1854-1933),
interessante e attuale qualche richiamano. Beltrami fu
riflessione su Castelsismondo: capofila di un’idea di restauro allievo di Boito,
non tanto sulla sua storia
e sulle dibattute ipotesi
che intendeva superare il è un personaggio
concetto “stilistico”, fondato
attributive, già connotate sull’analogia, sull’esempio di assoluto
da una bibliografia ormai di edifici simili a quello da
fluviale, quanto su una serie restaurare, sull’arbitrario e
primo piano
di documenti che, credo, impossibile presagio dell’idea nella storia
anche per la caratura del originaria dell’artista. Il
personaggio che chiamano rischio era – e fu – quello di dell’architettura:
in causa, non sono stati
sufficientemente valutati.
creare o meglio interpolare
edifici con integrazioni o più
è considerato
Presso la biblioteca spesso ricostruzioni “in stile” il principale
Gambalunga esiste una di forme che nella maggior
cartella con una serie parte dei casi non erano esponente in Italia
di disegni della rocca,
accompagnati da una lettera
mai esistite, assecondando del “restauro
un’attitudine divinatoria,
del 19171 indirizzata alla per non dire falsificante, storico”»
Direzione Generale per le particolarmente fervente
Antichità e Belle Arti di Roma nel XIX secolo, quando fiorì frainteso o peggio piegato
(e da qui trasmessa a Rimini uno spiccato interesse per il a giustificazione di quel
per volere del donatore)2 neo-medievalismo. Un buon revival stilistico che si
dall’architetto milanese esempio riminese di questa proponeva invece di superare.
Luca Beltrami (1854-1933)3. pratica potrebbe essere il L’architetto milanese si
Il personaggio è di assoluto “restauro” del palazzo del
Luca Beltrami, Lucido batté per la conservazione
ricavato dal disegno di primo piano: allievo di Boito, Podestà attuato da Giuseppe e il ripristino di numerosi
Antonio da Sangallo è considerato nella storia Rastelli secondo stilemi monumenti, e fu incaricato
il Giovane del 1526, dell’architettura il principale neomedievali, proprio negli di alcuni tra i più famosi
Rimini, Biblioteca esponente in Italia del stessi anni della lettera in
Gambalunga. cantieri di ricostruzione
“restauro storico”. Vale la parola, tra 1912 e 1922. “com’era e dov’era”, dal
Con Luca Beltrami e con il castello sforzesco alla torre di
“restauro storico” si mira Filarete, da palazzo Marino
non più all’analogia, ma alla a Milano al campanile di San
filologia. Il ripristino doveva Marco a Venezia. Diventato
essere “documentato” con architetto vaticano, gli furono
scavi d’archivio rigorosi, a commissionati importanti
monte doveva sussistere una cantieri di restauro tra i
ricerca storica di grande quali quelli della cupola di
spessore, tutti requisiti che San Pietro e del Pantheon;
avrebbero consentito un ma c’è molto altro: la sua
approccio non più “artistico” straordinaria carriera, anche
(gli artisti, infatti, erano di studioso, non può essere
stati da sempre investiti riassunta in poche righe.
anche della materia del Il documentato interesse
restauro) ma “scientifico” e di Luca Beltrami per
“professionale”. Se Beltrami Castelsismondo e in
dunque si pone alle origini particolare proprio per il
della moderna disciplina, restauro dei danni subiti nel
nella pratica si manifestarono 1916 è dunque un capitolo,
tutte le difficoltà di questo per quanto marginale,
metodo, il quale spesso fu assai interessante e

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MOSTRE

«L’architetto della Rocca contenuto nella


Relazione Anto[nio] Sangallo
Manutenzione della Rocca,
la quale Direzione dovrà, a
Pianta settecentesca
della rocca di Rimini
avrebbe e Sanmicheli sullo Stato delle studi compiuti, trasmettere
(Gaetano Stegani?),
donata da Luca
Rocche di Romagna: 1526”5 detto materiale alla Biblioteca
raccomandato (fig. 1), ovvero da un perduto Comunale di Rimini” l’aspetto
Beltrami nel 1917,
Rimini, Biblioteca
una campagna di resoconto della missione del ripristino del fossato appare Gambalunga.
ispettiva dei due importanti infatti cruciale e in tutti i casi
scavo più incisiva architetti cinquecenteschi, “filologico”.
alla ricerca dei stilato su un codicillo che
appartenne allo stesso Beltrami
Ora, volendo fare uno
sforzo credo non inutile
resti materiali e dal quale appunto ricavò un per attualizzare questa
lucido6. Beltrami consegnò straordinaria vicenda di cento
della falsa braga poi “una riduzione in scala anni fa, anche in rapporto
e dei bastioni minore di detto disegno”, al progetto recentemente
presentato per la rocca,
una “grande planimetria
prospicienti il della rocca di Rimini possiamo premettere che le
acquarellata, assegnabile al istanze avanzate da Beltrami
fossato, prima di Secolo XVIII” (fig. 2) e ancora su una materia tanto delicata
ricostruirne a raso alcuni interessanti rilievi e opinabile come il restauro
ottocenteschi, in particolare appaiono ormai datate e in
il perimetro» “tre vedute prospettiche certi aspetti anche superate:
della Rocca ricostruite nessuno oggi accoglierebbe
sconosciuto della sua vicenda secondo le memorie del suo senza un serrato dibattito
professionale, e un notevole stato originario: uno di detti critico la ricostruzione,
apporto alla storia del restauro disegni reca l’indicazione G. partendo da un modulo,
dei monumenti riminesi. Monticoli del 9 Aprile 1856 dell’intera facciata di palazzo
Beltrami venne consultato ed al medesimo debbono Marino (e a Rimini lo si è ben
dalla Direzione Generale per assegnarsi anche le altre due visto per l’annosa vicenda
la sua comprovata esperienza vedute”7 (figg. 3-5). I disegni della ricostruzione del
e anche perché era nota la ottocenteschi del non meglio teatro), o la riedificazione
sua collezione di disegni noto Monticoli costituiscono ex novo, seppur secondo
e documenti raccolti negli rendering ante litteram, gli una forma documentata e
anni. La risposta fu pronta e antecedenti delle ricostruzioni verosimile, della torre di
generosa: “In relazione alla grafiche che ormai da qualche Filarete (ricostruzione, va
richiesta 24 Novembre n.s. mese siamo abituati a vedere però detto, che ha impedito
mi pregio di inviare i disegni sugli schermi dei nostri la distruzione del castello
riguardanti la Rocca di Rimini computer o nei pannelli affissi sforzesco, che avrebbe dovuto
che possono interessare per attorno al cantiere della rocca, lasciare il posto a un nuovo
gli studi di restauro della e sono di notevole precisione asse viario). Per quanto
storica Rocca, oggi passata e verosimiglianza. Si tratta storicamente fondate, quelle
in proprietà del Comune di documenti di grande di Beltrami possono apparire
di Rimini”. Naturalmente interesse perché testimoniano, oggi a loro volta interpretazioni
la documentazione grafica dopo circa trent’anni figlie di un positivismo che
doveva servire per una corretta dall’interramento del fossato, le apparenta non solo alla
lettura storica del castello una prima ipotesi di ripristino filologia letteraria, come
romagnolo, che consentisse o quantomeno di restituzione è stato spesso notato, ma
di intervenire in maniera grafica, si direbbe un segno anche e piuttosto, come ha
appropriata evitando arbitrari di pentimento per l’inopinato invece argomentato Amedeo
rifacimenti. Per questo la riempimento. In tutti i disegni Bellini, al coevo romanzo
cartella dava testimonianza consegnati da Beltrami a Roma storico. Nonostante queste
dell’evoluzione della rocca nei “a Completa Disposizione osservazioni, il “restauro
secoli4, a partire da “un lucido dell’onorevole Direzione storico” fu un momento
a matita ricavato fedelmente Generale di Belle Arti per gli cruciale nell’evoluzione della
dal disegno planimetrico studi necessari al restauro e disciplina, contribuì come

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 13


ricostruirne a raso il perimetro
(ricostruzione che si baserà,
«Le considerazioni
come egli raccomandava, di Beltrami
sulla documentazione storica,
indispensabile ma solo in dovrebbero
assenza di riscontri materiali
forse cercati in maniera non
stimolare nuove
sistematica). E – soprattutto riflessioni e
– non avrebbe avallato la
costruzione di un’”arena ripensamenti su
del bastione” all’interno alcuni interventi
dell’unica parte del fossato
interessato dal “restauro” che appaiono non
in atto, in prossimità della
torre T4, nella quale sarebbe
solo storicamente
possibile ripristinare una infondati, ma
quota prossima alla profondità
originale e rimarcare il limite anche fuorvianti»
esterno costituito da una
G. Monticoli, Rilievi detto a limitare l’arbitrario e controscarpa emersa nei pur tra questo angolo e il resto
e alzati della rocca spesso dilettantistico revival epidermici scavi eseguiti. Ed del fossato, che si potrebbe (e
malatestiana, 1856, medievale ottocentesco, e in effetti quale giustificazione dovrebbe) scavare nella parte
donati da Luca Beltrami
istituì l’indispensabile prassi storica si può trovare in a monte.
nel 1917, Rimini,
Biblioteca Gambalunga. della ricerca documentale, questa parte del prospettato La cartella di Luca Beltrami
archivistica, materiale e intervento? In quale fossato conservata in Gambalunga,
grafica per i monumenti di qualsivoglia castello è mai oltre a testimoniare
destinatari di interventi. esistita un’arena? È evidente una sconosciuta storia
Per questo, e proprio per che il fossato costituisce una “moderna” per il restauro
le istanze ancora valide parte originale, essenziale e di Castelsismondo, con
del magistero di Beltrami, non secondaria, del castello: alcuni interessanti prodromi
possiamo immaginare che trasformarlo in arena ottocenteschi, dovrebbe
l’architetto milanese avrebbe significherebbe aggiungere dunque stimolare nuove
raccomandato una campagna qualcosa che non c’è mai stato, riflessioni e ripensamenti su
di scavo più incisiva alla che non rispetta le funzioni alcuni interventi che appaiono
ricerca dei resti materiali di quel settore, e soprattutto non solo storicamente
della falsa braga e dei bastioni compromettere anche per il infondati, ma anche fuorvianti.
prospicienti il fossato, prima di futuro il possibile raccordo La straordinaria e per molti
aspetti storica “liberazione”
della rocca dal parcheggio
Note e dalla morsa dell’asfalto,
1) G. Zavatta, 1526 Antonio da Sangallo il Giovane in Romagna, Imola 2008, pp. 20, 245-246.
2) Rimini, Biblioteca Gambalunga, Fondo Disegni, cartella H. 5.4. proprio in omaggio a
3) Per un orientamento bibliografico su Luca Beltrami si veda la voce P. Mezzanotte, Beltrami, Luca, in Sigismondo Pandolfo
Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 8, Roma 1966, ad vocem; A. Bellini, Le carte di Luca Beltrami. Un Malatesta, dovrebbe diventare
architetto attraverso il suo archivio, in “Incontri in biblioteca”, n.s., 2, Milano 2008; e più recentemente
Luca Beltrami 1854-1933; storia, arte e architettura a Milano, a cura di S. Paoli, Milano 2014.
nei prossimi mesi occasione
4) Le fotografie di alcuni di questi disegni furono esposte nel 1958 a Imola e pubblicate in F. Mancini, per un costruttivo dibattito,
Rocche di Romagna, catalogo della mostra, Bologna 1958. affinché questa possibilità
5) Il “lucido Beltrami” è stato più volte edito: si veda da ultimo Zavatta, 1526 Antonio da Sangallo il probabilmente irripetibile per
Giovane in Romagna…, cit., pp. 129-131 con bibliografia precedente; il lucido ha peraltro consentito di
riconoscere un disegno originale della rocca di Rimini di Antonio da Sangallo il Giovane conservato agli Rimini possa essere perseguita
Uffizi: G. Zavatta, Il disegno di Antonio da Sangallo il Giovane della pianta della Rocca Malatestiana di con coraggio e “in profondità”
Rimini, in “Romagna Arte e Storia”, 77, 2006, pp. 31-44. e non si trasformi in un
6) L’architetto lo pubblicò integralmente in un prezioso opuscolo nuziale: L. Beltrami, Relazione sullo
stato delle Rocche di Romagna stesa nel 1526 per ordine di Clemente VII da Antonio Sangallo il giovane e intervento solo superficiale, in
Michele Sanmicheli, Milano 1902. poche parole in un’occasione
7) Mancini, Rocche di Romagna…, cit., p. 99. perduta.

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

Lo schizzo, dipinto su intonaco, era visibile nella “cella”

La raffigurazione della “bomba”


di Carlo Valdameri

T ra i resti di Castel Sismondo, la cosiddetta torre


scalare quattrocentesca conserva ancora buona parte
della sua mole, a parte l’ultimo solaio con i distrutti merli
e beccatelli. Si trova a destra dell’ingresso ed attualmente
si mostra come la torre più alta della residua struttura
medievale; in realtà, è possibile che tale sia sempre stata,
considerando che le antiche immagini del fortilizio – che
mostrano tutte quattro le torri di uguale altezza – pare si
riferiscano a modelli ideali e non a quella che fu poi la
realizzazione concreta.
Ad ogni modo, la torre è detta appunto scalare, in quanto
ospita l’imponente scala a chiocciola in pietra che,
dal piano terra, conduceva originariamente alla base
Disegno leonardesco di bombarde, che sparano proiettili “esplosivi”,
sopraelevata dello scomparso – e forse mai completato – dal Codice Atlantico.
mastio del castello, il quale, almeno nelle intenzioni di chi
lo progettò, si doveva erigere per grande altezza. una piccola (cm. 45x80) testimonianza di significato
Al culmine della scala, presso il vertice della torre, si principalmente storico e con limitato valore artistico,
trova una “cella” ove, sino al 1983, era visibile “una pure il dipinto sembra in grado di suscitare qualche
figurazione dipinta su intonaco” rappresentante “una suggestione; in effetti – se di “proiettile esplosivo” si sta
sorta di schizzo illustrativo della traiettoria di un qualche parlando –, oltre il richiamo leonardesco, si potrebbe
proiettile esplosivo o bomba” (G. Milantoni)1. evocare ciò che Roberto Valturio (1405 -1475) riferisce di
La stessa fonte che informa della presenza della pittura Sigismondo, definendolo inventore di proiettili esplosivi
riferisce poi anche di “vaghi rimandi” del soggetto dotati di miccia, che si innescava alla vampa3.
rappresentato ad un’illustrazione contenuta nel Codice Pertanto, constatare che una simile pittura si trovava in
Atlantico leonardesco, da identificarsi probabilmente con un punto relativamente significativo proprio nel castello
il disegno della bombarda a palle esplosive, disegnata da realizzato da Sigismondo sembra ragione di qualche
Leonardo nel 15042. interesse.
A giudicare da quanto pubblicato su Castel Sismondo e D’altro canto, almeno per quanto è riuscito a rintracciare
Sigismondo Pandolfo Malatesta (p. 300, T. 5), la figura è chi scrive, il semplice ma intrigante dipinto risulta
effettivamente assai semplice, nonché apparentemente pressoché privo di bibliografia, oltre quella qui sopra
molto rovinata: si intravedono delle linee a mo’ di “raggi” citata. Anzi, in verità, le ultime notizie a riguardo della
che si dipartono da due cerchi concentrici, circondati da sua collocazione informano del suo distacco dalla
innumerevoli “macchioline” le quali, nell’interpretazione parete e del trasporto presso la Cooperativa Restauro
della figura come “palla esplosiva”, rappresenterebbero il e Conservazione di Imola, nell’ormai lontano 1983;
diffondersi di una sorta di “schegge” (o “fiammelle”?). dopodiché, sempre per quanto è a conoscenza di chi
In ogni caso, al di là del fatto che si sta parlando di scrive, più nulla.
Si sarebbe quindi grati a chi fornisse qualche
informazione a riguardo l’attuale stato del dipinto
o qualche possibile riferimento bibliografico,
magari sfuggito a chi ha redatto le presenti note.

L’“esplosione di proiettile”, così com’era visibile sulla


torre scalare, da Castel Sismondo e Sigismondo Pandolfo
Malatesta, p. 300, T. 5.

Note
1) G. Milantoni, Riflessioni su Castel Sismondo: alcune
tracce, Pisanello e una festa, «Castel Sismondo e Sigismondo
Pandolfo Malatesta», a cura di C. TomasiniPietramellara e
A. Turchini, Ghigi editore, Rimini, 1985, pp. 284, 285.
2) Leonardo da Vinci, Codice Atlantico, f. 33r, 1504.
3) A. A. Settia, Il “De Re militari” di Roberto Valturio. Teoria
e pratica, «Castel Sismondo, Sigismondo Malatesta e l’arte
militare del Primo Rinascimento», Società Editrice “Il Ponte
Vecchio”, Cesena, 2003, p. 35.

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Il Tempio malatestiano
e i suoi apparati decorativi
L’opera rappresenta l’autoritratto del Signore di Rimini; vi possiamo
cogliere la cultura, i gusti, i segreti e le sottigliezze sue e della sua corte

P «L’iconografia
di Piero Meldini arlando incidentalmente la sua amante bambina.
di Castel Sismondo, Il Novecento positivista e
Charles Mitchell scrive prosaico decretò invece che si del Tempio
che il Signore di Rimini trattava solo delle prime due
«convertì la Rocca in un lettere di Sigismondo. Anche
sembra essere
autoritratto», e non c’è il prudentissimo Augusto il frutto
dubbio che il castello quale Campana si mostra, a questo
doveva apparire appena proposito, inflessibile. di una cultura
costruito – turrito, merlato e Poco ci sarebbe da obiettare variegata
coloratissimo, al tempo stesso se le cronache coeve non ci
spaventoso e fiabesco, fastosa informassero che le truppe dove convivevano
dimora signorile e fortezza
inespugnabile
di Sigismondo recavano in umanesimo
campo le insegne della sua
– mostrasse donna. Quali insegne? Ce e residui scolastici,
entrambe le facce
di Sigismondo
lo mostrano le miniature di
Giovanni Bettini che illustrano
ultimo
Pandolfo tre codici dell’Esperide: Medioevo
Malatesta: il ebbene, è proprio il nostro
brillante e monogramma l’emblema che
e primo
spregiudicato
capitano di
scorgiamo sui vessilli, sugli Rinascimento»
scudi e sulle gualdrappe.
ventura e il Sembra allora ragionevole
colto e raffinato dirò più in là.
l’ipotesi di Corrado Ricci Al monogramma si associano
mecenate. che le due lettere avessero
Ma il vero molto spesso motivi araldici
un duplice significato: quali le bande a scacchi, la
autoritratto di quello pubblico e ufficiale di
Sigismondo, il sega e le tre teste che, insieme
Sigismondo e quello privato alla rosa quadripetala e
più completo e (ma noto a tutta la corte) di
somigliante, non all’elefante, costituiscono il
Sigismondo e Isotta o anche ricco corredo di un’araldica,
è il castello. È il
solamente di Isotta, le cui quella malatestiana, che si
Il Tempio malatestiano Tempio malatestiano. È qui prime due lettere del nome, in nutriva di miti fantasiosi, e
e a dx. la sua porta che possiamo cogliere, meglio effetti, sono il palindromo di
maggiore. Fotografie di
che altrove, la cultura, i gusti, quelle di Sigismondo.
Gilberto Urbinati.
i segreti e le sottigliezze sue e Che le tematiche cortesi
della sua corte. avessero largo spazio alla
Partiamo dal famoso corte di Sigismondo e fossero
monogramma, da quella S promosse da lui stesso è
e da quella I intrecciate che testimoniato, del resto,
si ripetono ossessivamente dalla cosiddetta “letteratura
sia all’interno che all’esterno isottea”, ossia dai numerosi
del Tempio e che hanno fatto componimenti in latino e
versare fiumi d’inchiostro. in volgare con i quali gli
C’è chi si è preso la briga di intellettuali di corte, o quelli
contarle ed è arrivato alla che aspiravano a diventarlo,
bella cifra di cinquecento. andavano celebrando Isotta.
Il romantico secolo xix non Non c’è perciò da stupirsi che
aveva dubbi che fossero se ne avverta un’eco anche
le iniziali congiunte di nel Tempio. Dove, oltre ai
Sigismondo e Isotta, e che monogrammi e alla tomba,
il loro abbraccio celebrasse con la sua ambigua epigrafe,
il legame indissolubile allude probabilmente a Isotta
fra il Signore di Rimini e anche un bassorilievo di cui

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«Nel fra attico e alessandrino, di documentata, è la supervisione
di Basinio, autore di un poema
La “S” e la “I”
intrecciate:
Agostino di Duccio.
programma Le grandi imprese artistiche, d’argomento astronomico- un monogramma
che si ripete
astrologico, l’Astronomicon, sui
iconografico qual è il Tempio malatestiano,
sono generalmente un prodotto bassorilievi della cappella dei
ossessivamente
sia all’interno che
del Tempio collettivo e articolato in più Pianeti. È invece indimostrata, all’esterno del
fasi. Si distingueva, al tempo, e a parer mio infondata, l’ipote- Tempio Malatestiano.
confluiscono tra inventio – il disegno si di Mitchell che il programma
intenzioni e complessivo, l’idea di fondo figurativo del Tempio sia da at-
–, dispositio – il progetto tribuire, per intero o in parte, a
suggestioni dettagliato con l’ausilio delle Leon Battista Alberti. Anche se Tempio Malatestiano,
Cappella della
differenti, fonti mitologiche, scritturali non si può escludere un suo in-
tervento – una sorta, diciamo, Madonna dell’Acqua.
e letterarie – e compositio,
benché non ossia l’esecuzione vera e di richiamo all’ordine – sull’ar-
Particolare del pilastro
impostato su una
chitettura dell’interno, troppa è
antitetiche, propria. Se qui l’inventio
spetta indubitabilmente al la distanza tra il rigoroso e se-
coppia di elefanti
con il ritratto di
che consentono committente, Sigismondo, e la vero classicismo dell’esterno e Sigismondo Pandolfo
Malatesta. L’elefante,
le fastose ed esuberanti forme
più piani compositio a Matteo, Agostino
e aiuti, responsabili della tardogotiche dell’interno per
fa parte del ricco
corredo dell’araldica
di lettura» dispositio non possono che potergli attribuire la paternità malatestiana.
essere gli umanisti di corte. di quella specie di wunderkam- Fotografia di Gilberto
Era compito loro – spiega Aldo mer, di giardino pietrificato Urbinati.
a volte in contraddizione fra
loro, sulle origini e sulle gesta Francesco Massera – «fornire
della famiglia. l’indicazione degli attributi
Ma gli apparati decorativi e dei simboli, le diciture
del Tempio presentano da incidere nei cartelli, la
molti altri temi, e ben più scelta e l’individuazione dei
complessi, oltre a quelli personaggi da rappresentare».
cortesi e a quelli araldici. Che tre intellettuali tra i più
Prima però di procedere influenti della corte – Basinio,
ulteriormente, dobbiamo Roberto Valturio e Giusto de’
chiederci se presentino un Conti – riposino nelle arche
disegno unitario e organico: del lato destro insieme al
se, cioè, contengano un filosofo greco Giorgio Gemisto
messaggio coerente e univoco, Pletone, mostra in quale conto
ancorché di non facile venissero essi tenuti e forse –
decrittazione. C’è chi ne è azzardo – è anche un indizio
assolutamente convinto. Io ho del loro personale ruolo nella
seri dubbi e penso piuttosto messa a punto del programma
che l’iconografia del Tempio, iconografico del Tempio.
pur obbedendo a un articolato Certa è la supervisione di
programma, sia il risultato Valturio, documentata da una
di interessi e intenzioni lettera di Sigismondo del 1454,
differenti, a loro volta frutto sulle sculture delle Sibille e dei
di una cultura variegata dove Profeti della prima cappella
convivevano umanesimo a sinistra. La lettera attesta
e residui scolastici, altresì con quanta attenzione
ultimo Medioevo e primo egli seguisse le vicende co-
Rinascimento. Così come, struttive del Tempio e quanto
parallelamente, il gusto ancora poco amasse il pressappo-
gotico di Matteo de’ Pasti chismo e la sciatteria. Quasi
si sposava col classicismo, altrettanto sicura, benché non

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 19


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

delle me-
raviglie, di
di Perugia a quelli del campa-
nile di Firenze. Nuova è la loro
«Le arche di
inesauribile schietta traduzione classicista, Basinio,
repertorio che ha fatto pensare, nel Sei-
di imma- cento, a originali greci razziati
Roberto Valturio,
gini e sim- a Sparta da Sigismondo. Giusto de’ Conti e
boli. Anche la raffigurazione
I Profeti e delle tre Virtù Teologali e di Giorgio Gemisto
le Sibille tre (su quattro) delle Virtù Pletone dimostrano
della Cardinali nei pilastri della
cappella prima cappella a destra ha alle in quale
Tempio Malatestiano.
Il Cancro con sotto la
oggi intitolata alla Madonna
dell’Acqua rimandano a
spalle una florida tradizione considerazione
iconografica che dall’età
veduta di Rimini nella
Cappella dei pianeti.
una tradizione medievale carolingia si estende, via via venissero tenuti gli
che voleva le seconde
annunciatrici inconsapevoli
irrobustendosi, fino agli ultimi
secoli del Medioevo.
intellettuali
della venuta di Gesù presso Generalmente sottovalutato, di corte»
i pagani. L’associazione tra dunque, il peso del sapere,
le Sibille delle fonti classiche della filosofia, dell’estetica, a tema astrologico. Nei due
e i Profeti del Vecchio dell’universo simbolico pilastri della cappella Agostino
Testamento, che oggi ci suona e, insomma, della cultura di Duccio, largamente
incongrua, è già presente medievale è nel Tempio coadiuvato dalla bottega,
in cicli pittorici e scultorei ancora rilevante, ma deve ha raffigurato in diciotto
trecenteschi, e si protrarrà misurarsi con le nuove grandi formelle undici segni
Tempio Malatestiano,
Cappella d’Isotta. fino a Michelangelo (volta tendenze artistiche e le zodiacali, cinque pianeti e
Il sepolcro di Isotta della Cappella Sistina) e oltre. nuove correnti di pensiero una misteriosa scena di cui
sorretto da due elefanti. Alla classificazione medievale che giungevano da fuori: dirò subito. Il dodicesimo
Fotografia di Gilberto delle arti liberali, distinte in segno (il Leone) e il sesto
Urbinati. la riscoperta dell’antico e il
Trivio e Quadrivio, si collega pianeta (il Sole) sono scolpiti
classicismo da Firenze, portati
la raffigu- dall’Alberti, da Agostino e da nell’arco (ricordo che gli
razione Piero; il neoplatonismo da antichi ritenevano il Sole
delle stesse Firenze e Ferrara, e grazie e la Luna pianeti al pari di
nei pilastri soprattutto a Basinio. Centro Mercurio, Venere, Marte,
della terza di cultura vivace e à la page, Giove e Saturno, e che degli
cappella collegato per più vie alle altri pianeti esterni ignoravano
a sinistra. capitali del neoplatonismo, la l’esistenza).
La loro corte sigismondea era aperta I pianeti e i segni dello
rappresen- ad accoglierlo. Il “ratto” a Zodiaco non sono disposti a
tazione in Mistra dei resti mortali di caso, ma rispettano l’ordine
sculture, Giorgio Gemisto Pletone e la astronomico, dal più vicino, la
pitture e loro tumulazione nella terza Luna, al più lontano, Saturno.
mosaici arca è, del resto, un esplicito Li affiancano le rispettive
non è nuo- atto d’omaggio e devozione “case” diurne e notturne, cioè
va, ché anzi al maggior esponente della i due segni zodiacali nei quali
la si ritrova rinascita platonica bizantina. i pianeti sarebbero più attivi
in vari mo- Con ogni probabilità, come ed eserciterebbero un maggior
numenti dicevo, è a Basinio che si deve influsso. Fanno eccezione il
dei secoli il complesso e un po’ capzioso Sole e la Luna, che hanno
xii-xiv, dai programma iconografico una sola “casa”: il Leone,
rilievi della della terza cappella a destra, rispettivamente, e il Cancro.
fontana detta dei Pianeti, uno dei più L’altra bellissima e misteriosa
maggiore straordinari esempi di ciclo formella che accompagna la

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Tempio Malatestiano, Cappella dei giochi
infantili. Particolare dei giochi nell’acqua.
Fotografia di Gilberto Urbinati.

«Il Tempio non è della reincarnazione. Ce n’è,


insomma, per tutti i gusti.
fra il protettivo e il
minaccioso. Di Isotta,
solo una mirabile L’interpretazione più semplice, invece, ignoriamo
tutto della data di
collezione e forse più plausibile, è che la
scena rappresenti gli influssi nascita: l’anno, il
di opere d’arte, della Luna sulle maree e sui mese, il giorno. Ma il
fortunali. segno del Capricorno
è lo specchio fedele Del tutto singolari sono la è speculare, nell’altro
di quella cultura raffigurazione di Mercurio, con pilastro, a quello
in testa la mitra dei sacerdoti del Cancro. Forse
aristocratica e persiani, e quella di Giove, non è totalmente
raffinata, dotta ed con il flagello nella destra e un astruso pensare che
la gentile capretta sia
mazzo di spighe nella sinistra.
enigmatica che la I fulmini che il dio scaglia il segno zodiacale, e
la rappresentazione
corte malatestiana sono straordinariamente
simili alle granate esplosive simbolica, della
esprimeva» inventate, a detta di Valturio, donna del Principe.
proprio da Sigismondo. Concludo: nel
Luna rappresenta un’isola Nuova e sofisticata è anche la programma
esotica circondata da un raffigurazione di alcuni segni iconografico
mare in burrasca, in cui è del Tempio malatestiano Tempio Malatestiano,
dello Zodiaco: l’Acquario, Cappella degli antenati.
sballottato, nella sua fragile per esempio, che “munge” le confluiscono intenzioni Fotografia di Gilberto
barchetta, un naufrago nudo nuvole, o il Capricorno, che e suggestioni differenti, Urbinati.
e atterrito. La scena è stata non è rappresentato come benché non antitetiche,
variamente interpretata: capro-pesce, in ossequio a che consentono più piani di
chi vi ha scorto il diluvio una tradizione che risale ai lettura: i temi della filosofia
universale; chi vi ha visto Caldei, ma come una gentile e neoplatonica e della religione
illustrato un episodio del dei dotti convivono con i
popputa capretta che bruca un
poema Hesperis di Basinio, e simboli e le “figure” (in senso
querciolo.
cioè il naufragio di Sigismondo auerbachiano) del pensiero
Il bassorilievo che più ha fatto
Malatesta in vista dell’isola medievale; i temi cortesi ed
discutere è quello del Cancro.
Fortunata; chi vi ha letto una encomiastici si intrecciano
Vi si scorge un’imponente
raffigurazione allegorica dei con quelli genealogici e
grancevola, copiata dal vero,
travagli dell’anima prima dinastici; il gusto e lo sfoggio
che sovrasta la prima veduta
d’erudizione si sposano con
di Rimini. Questa connessione
le divagazioni giocose (come
fra Rimini e il Cancro ha
a me sembrano, in buona
fatto credere che il “segno
sostanza, i bassorilievi dei
ascendente” della città fosse
putti, si tratti di angioletti o
per l’appunto il Cancro,
di amorini) e con la ricerca
mentre, da Tolomeo in giù,
del prezioso, del raro e del
tutti gli astrologi più accreditati
bello. Il Tempio non è solo una
hanno sostenuto che era lo
mirabile collezione di opere
Scorpione. Il Cancro, in effetti,
d’arte; è lo specchio fedele di
non è il segno di Rimini, ma quella cultura aristocratica e
di Sigismondo Malatesta, nato raffinata, dotta ed enigmatica
il 19 giugno 1417 (si tenga che la corte malatestiana
conto che il calendario giuliano esprimeva: specchio, a sua
era indietro di dieci giorni volta, della personalità
rispetto al nostro). Emblema complessa, poliedrica e Agostino di Duccio,
del Signore di Rimini, il ingombrante di Sigismondo Putto del Tempio
Cancro incombe sulla città e Pandolfo Malatesta. Malatestiano. Fotografia
l’abbraccia con un gesto a metà di Gilberto Urbinati.

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 21


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Il poeta Basinio
alla corte malatestiana
Morì a Rimini nel 1457 a soli 32 anni dopo avere composto circa
diciottomila versi di poesia dotta e di altissimo livello formale

di Marinella De Luca
L a figura del poeta
umanista Basinio Basini,
nato a Tizzano Val Parma nel
«Nell’Hesperis,
grande poema
1446 al 1449/50, educando il
suo gusto e assimilando gli
aspetti più vivi dalla cultura
1425 da un’agiata famiglia estense. Le ragioni della
di origine mantovana, si epico in 13 libri, rottura con la corte ferrarese
staglia sullo sfondo di quel Basinio celebra non sono ben chiare, ma di
mecenatismo signorile certo furono tali da mettere
che nella prima metà del Sigismondo come il poeta nella condizione
Quattrocento va assumendo
connotati sempre più
un eroe nazionale, di procurarsi altrove una
favorevole sistemazione.
precisi. Nelle loro corti i difensore della Verso la fine 1449 il poeta
signori, organizzatori e si trasferì a Rimini, forse
fruitori della nuova cultura, “latinità” contro inizialmente con un
dispiegano una committenza
generosa che tuttavia esige
i “barbari”. Il incarico di insegnamento
nella scuola pubblica e
dall’intellettuale, come quinquennio certamente attirato dalla
contropartita, un’adesione munificenza di Sigismondo
incondizionata al potere. Riminese segna Pandolfo Malatesta che
Collocabile nell’ambito il momento più con le sue doti di abile
di specifiche coordinate coordinatore fu animatore
socio-culturali, Basinio fu intenso della culturale di prim’ordine.
letterato assai prolifico,
già ai suoi tempi piuttosto
produzione Dotato di un raffinato gusto
estetico e animato da un
noto, in relazione con i più letteraria del acceso fervore umanistico,
illustri personaggi dell’epoca Sigismondo avvertì tutta
come Vittorino da Feltre, giovane poeta» l’efficacia di opere di elevato
Teodoro Gaza, Guarino livello intellettuale quali
Veronese e orbitante attorno indispensabili strumenti di
ad alcuni degli ambienti documento utile a ricostruire consenso politico, riuscendo
culturali più fervidi del primo atmosfere di ambienti ad organizzare attorno a sé
Quattrocento: la Ferrara di letterari e di milieaux una corte prestigiosa che lo
Leonello d’Este e la Rimini cortigiani. Le composizioni appoggiasse nella sua azione
di Sigismondo Pandolfo di carattere encomiastico di governo.
Malatesta. costituiscono il gruppo più Sullo sfondo di questo
La sua vastissima produzione cospicuo all’interno dei specifico orizzonte culturale,
letteraria, la sua conoscenza Carmina varia: esse sono ricco di suggestive risonanze,
dei classici, le sue amicizie concepite per lusingare il si colloca la produzione
importanti, i suoi toni signore e proprio nell’intento letteraria di Basilio che
adulatori e quelli polemici celebrativo e nell’esaltazione proprio a Rimini conosce la
concorrono a definirlo panegirica trovano la loro sua più intensa e rigogliosa
quale tipico esponente ragione d’essere. Possiamo stagione. L’approdo alla
di una cultura che nella in esse cogliere il travaglio corte malatestiana segna
scelta linguistica del latino etico e umano di un l’inizio di anni di febbrile
esprime la sua opzione non intellettuale che ambisce lavoro, di un nuovo itinerario
solo per un modus loquendi, ad una posizione stabile, artistico in cui con più matura
ma anche e soprattutto al riconoscimento di un consapevolezza il poeta
per un determinato modus determinato status sociale, ma definisce un programma
vivendi. Siamo in grado di che non ha altra possibilità letterario che lo porta a
seguire le diverse fasi della che affidarsi alla corte dove prediligere la forma epica,
sua breve vicenda umana e ogni sistemazione, anche la alla quale è appunto affidata
poetica grazie ad una serie più onorevole, conserva pur la maggiore celebrazione
di composizioni poetiche sempre un ampio margine di di Sigismondo che sia stata
raccolte sotto il titolo di provvisorietà. prodotta dalla letteratura
Carmina varia, prezioso Basinio rimase a Ferrara dal umanistica: l’Hesperis, un

22 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


“L’arrivo a
Firenze di
Sigismondo
Malatesta”,
miniatura tratta
“La costruzione del Tempio dall’opera
Malatestiano”, miniatura ‘Hesperis’ di
tratta dal codice ‘Hesperis’ Basinio Basini,
di Basinio, Bibliothèque de Bodleian Library,
l’Arsenal de France, Parigi. Oxford.

grande poema in 13 libri, del più grande splendore dalla corte malatestiana,
la più estesa delle opere di della corte di Rimini: mentre soprattutto sotto Sigismondo.
Basinio. sta sorgendo il Tempio Nel grande moto spirituale
Se volessimo italianizzare Malatestiano, pregevoli dell’Umanesimo la riscoperta
il titolo Hesperis, potremmo artisti conferiscono alla città della letteratura tardo-antica
chiamarla Italiade, sia in l’incomparabile prestigio di con la sua complessa tematica
riferimento alla materia, una nuova civiltà artistica e scientifico-astrologica dà
costituita principalmente famosi poeti gareggiano nel nuovo impulso alla dottrina
dalle guerre che Sigismondo celebrare Sigismondo e la sua delle corrispondenze
condusse in Italia, sia in donna, la divina Isotta degli tra microcosmo umano
riferimento allo spirito con cui Atti. e macrocosmo siderale.
la narrazione è costantemente Tutti gli umanisti che Avvincenti elementi astrologici
condotta. Infatti con gravitano intorno a animano la vita culturale
retorica amplificazione e Sigismondo diedero il loro delle corti nell’ambito delle
trasfigurazione fantastica tributo all’esaltazione della quali svolgono un’importante
Sigismondo è presentato famosa coppia, ma il più funzione: sullo sfondo
come un eroe nazionale, singolare prodotto letterario dell’affascinante imagerie
difensore della “latinità” di quelli che sono stati cortigiana, nutrita di credenze
contro i “barbari”. Si tratta chiamati “poeti isottei” resta e simboli eterni, il princeps
in realtà di avvenimenti il Liber Isottaeus: si tratta viene presentato come
modesti, quali furono le due di un raffinato romanzo depositario di segreti saperi
fasi della guerra condotta amoroso, in tre libri, soprannaturali. Attribuzioni
in Toscana da Sigismondo ognuno di dieci elegie, che magiche e carismatiche
in qualità di condottiero nella forma delle epistole vengono così a costituire il più
dell’esercito dei Fiorentini ovidiane trasferisce in chiave valido e persuasivo strumento
contro gli Aragonesi, prima umanistica la tradizione del di controllo politico.
contro Alfonso nel 1448 e poi canzoniere di imitazione L’opera di Basinio va dunque
contro il figlio Ferdinando petrarchesca, narrando la collocata all’interno di una
nel 1452. Sulla scia di Omero storia immaginaria, ma pure complessità di orientamenti
e di Virgilio, Basinio tratta il intessuta di molti e vivaci e di percorsi intellettuali che
dato storico come semplice frammenti di vita reale, si intrecciano nell’ambiente
spunto, inserito in una trama dell’amore di Sigismondo e culturale malatestiano
narrativa molto complessa Isotta. Al di là della questione singolarmente percorso da
della paternità (opera in tutto una rinnovata ed erudita
in cui trovano luogo, oltre a
esplorazione dall’antichità
grandiose scene di battaglie, e per tutto di Basinio oppure
classica. Il poeta morì a
anche interventi divini, sogni, iniziata da altri, poi ripresa Note
Rimini nel 1457 a soli 32 anni Basinii
visioni, concili degli dèi, un e compiuta da Basinio?) il
dopo avere composto circa Parmensis poetae
viaggio favoloso all’isola Liber Isottaeus è comunque Astronomicon
diciottomila versi di poesia
Fortunata, al tempio della inseparabile dalla figura di libri 2 / edizione
dotta e di altissimo livello in fac-simile del
Fama, ai campi Elisi e persino Basinio e si colloca a buon
formale. Sigismondo volle che codice della Cassa
una discesa agli Inferi. diritto al centro della cultura di risparmio di
il suo poeta fosse sepolto nel
Sebbene la morte precoce malatestiana di quegli anni. Rimini; traduzione
primo dei grandi sarcofagi italiana di
abbia impedito a Basinio di Nel 1455 è pronto per la
di tipo romano che avevano Marinella De
portarla a termine, l’Hesperis pubblicazione il poema
cominciato a ornare il fianco Luca; con una
è un importantissimo didascalico Astronomicon, nota codicologica
destro del Tempio, segno della
documento della propaganda in cui Basinio sviluppa e di Donatella
speciale considerazione di cui Frioli e un saggio
malatestiana, che ebbe certo approfondisce interessi
il poeta godette presso il suo di Giordana
in Sigismondo il suo abile scientifici di carattere Mariani Canova
signore e mecenate.
orchestratore. astronomico-astrologico già sull’apparato
Il quinquennio 1451-55 maturati durante il soggiorno illustrativo del
codice, Rimini,
segna il momento più intenso ferrarese. Una cultura Fondazione Cassa
della produzione letteraria astronomico-astrologica di di risparmio di
del giovane poeta, in esatta buon livello scientifico viene Rimini, 1994.
corrispondenza con gli anni attivamente promossa anche

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 23


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Il De re
militari
Il Signore di Rimini, così sensibile alla fama e alla propaganda, vide nell’opera di
Roberto Valturio un formidabile veicolo di promozione della propria immagine

di Andrea Montemaggi
O mnium scientiarum doctor
et monarcha, “dottore e
sovrano di tutte le scienze”:
«Roberto Valturio
acquisì
anche il consulente culturale
dei Malatesti e la sua
autorevolezza fu tale da
così definì iperbolicamente essere addirittura denominato
Roberto Valturio il suo primo una sempre amplissimus civis reique
biografo moderno, Aldo maggiore influenza publice (sic) ariminensis pater,
grandissimo cittadino e padre
Francesco Massèra1 (di cui
sono debitore per queste sulle scelte della comunità riminese.
note), il quale a sua volta Ciò che più di ogni altra
aveva ripreso la citazione da
di Sigismondo occupazione lo rese di
un oscuro notaio nel 1463. Pandolfo fama immortale fu l’attività
Valturio era nato nel 1405 in letteraria e in particolare il
una famiglia di intellettuali: e il suo parere trattato De re militari che gli
durante il secolo XV i de
Valturibus o Valturribus,
fu ascoltato assicurò larga risonanza tra i
contemporanei.
provenienti dalla località anche nelle Si tratta di un’opera
vicino a Macerata Feltria assai composita, redatta
ora chiamata Valtorre2 e decisioni probabilmente tra il 1446 e il
stabilitisi alla fine del ‘300 a più importanti» 1455 e dedicata a Sigismondo
Rimini vicino alla Piazza Tre con alte lodi: nei primi libri,
Martiri, avevano contato due dopo aver anticipato repliche
Il frontespizio del De re molto vicina ai Malatesti, e
lettori allo Studio bolognese ad eventuali critiche, affronta
militari (ed. 1534) con diventò subito consigliere
la dedica a Sigismondo. (l’attuale Università), tre il tema delle caratteristiche
di Sigismondo, carica che
abbreviatori o scrittori che un comandante deve
mantenne per trent’anni possedere: in sostanza la
apostolici, un cancelliere ed
anche con il figlio Roberto. conoscenza di tutte le arti
un consigliere del signore
Il suo ruolo era cruciale: e le scienze importanti
della città ma soprattutto un
la signoria malatestiana, per l’epoca, il trivio e il
dottissimo autore di un’opera
formalmente un vicariato, quadrivio insomma, ed
fondamentale dell’epoca, il De
re militari. dipendeva dalla benevolenza anche un po’ di astrologia
Roberto, terzo figlio di ser papale e il pontificato dal 1447 nel caso in cui possa servire
Abramo chiamato però Cicco, al 1455 fu retto da Niccolò V, per prevedere il futuro; a
notaio e pubblico insegnante, letterato umanista e liberale: ciò si devono aggiungere le
nacque quando già il se in questi anni Sigismondo virtù del perfetto imperator,
primogenito era diventato godette del favore di Roma prudenza, fortezza, giustizia e
notaio e lavorava presso la fu senza dubbio grazie alle temperanza.
curia romana; si distinse ben conoscenze del Valturio nella Nei libri successivi si
presto per la propria cultura: curia. esaminano le caratteristiche
già nel 1427, come Roberto Egli acquisì una sempre dell’esercito romano e,
da Rimini, leggeva poesia e maggiore influenza sulle attualizzando l’argomento ai
retorica presso lo Studio di scelte del signore di Rimini tempi suoi, ciò che si deve
Bologna, probabilmente eletto e il suo parere fu ascoltato predisporre per conseguire la
dagli stessi studenti come anche nelle decisioni più vittoria. Seguono un lessico
usava anticamente. importanti, tra cui vi sarebbe militare e la trattazione della
Valturio restò nella città stata quella di non restituire guerra navale mentre il XII
felsinea per dieci anni le paghe riscosse da Alfonso e ultimo libro si sofferma su
divenendo doctor artium, per di Napoli, atto che fu causa trofei, trionfi e ludi in onore
andare poi a Roma presso la dell’odio implacabile del vincitore.
curia papale, dove assunse il dell’aragonese, almeno Come giustamente notava
ruolo di abbreviatore. secondo la testimonianza del Massèra, nel campo della
Tornò a Rimini nel 1446 e si Clementini, come è noto però scienza della guerra l’opera
sposò con una dama riminese non sempre attendibile. è l’apoteosi della cultura
Il “drago” corazzato vedova, Diana del fu Rainirolo Nel corso degli anni Valturio umanistica, nel senso del
simbolo della scuola. Lazzari, famiglia altolocata divenne sostanzialmente recupero della tradizione

24 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


classica e di un sostanziale Corvino re di Ungheria, 1475; nel suo testamento egli La torre di assedio.
rifiuto di quella medievale. Lorenzo il Magnifico, Federico lasciò la volontà di devolvere
Per Valturio, che non era un da Montefeltro e Malatesta tutti i suoi libri al convento
ingegnere militare ma un Novello. di san Francesco insieme
filologo, esiste solo la latinità I giudizi dei contemporanei alla disposizione di creare
e quindi l’impero romano: gli erano entusiastici e quando una nuova libreria al piano
esempi e le tecniche descritte Venezia si impossessò della superiore del convento. Il
sono sempre esclusivamente copia destinata a Maometto Massèra, che scrisse prima
tratte dall’esperienza di II, il Consiglio dei Dieci volle della distruzione bellica
almeno mille anni prima esaminarla e ne scrisse come dell’edificio, ci riporta il fatto
mentre le citazioni di eroi res mirabilis ma dovette che vi era una lapide anche se
medievali si limitano ad alcuni cederla malvolentieri al papa il locale era stato trasformato
accenni ad Artù e a Carlo Pio II che ne aveva fatto e la biblioteca sparita: secondo
Magno. Roberto non ignora pressante richiesta per averla. il Clementini, c’erano almeno
ritrovati moderni come le Ma forse ancora più trecento manoscritti oltre
bombarde, di cui era ottimo importante appare l’influenza a molti incunaboli ancora
conoscitore Sigismondo, ma che ebbe su uno dei più all’inizio del seicento ma nel
ne parla solo marginalmente, 1650 alla Gambalunghiana La nave fortezza.
grandi geni italiani, Leonardo
sembrando quasi nascondere da Vinci. Massèra ha infatti passarono soltanto alcuni
la loro importanza: su questa dimostrato che il frate Luca codici, tra cui però
autentica rivoluzione dell’arte Pacioli, il fondatore della uno particolarmente
militare l’impressione è moderna contabilità, lodò con importante: il
che, come Pietro l’Aretino, altissime espressioni il trattato manoscritto autografo
il riminese si voglia scusare del Valturio su suggerimento della Hesperis di Basinio
dicendo “non la conosco” dell’amico Leonardo, con Parmense.
e si affidi invece ai disegni, lui alla corte di Ludovico il Non si può non
peraltro non suoi. Moro a Milano tra il 1496 e il convenire con Flavio
In sostanza si è in presenza 1499: «E’ infatti indiscutibile Biondo che Ariminum
di un’opera ben strutturata, che numerosi passi dei nunc habet Robertum
scritta in un ottimo latino, ma manoscritti vinciani non sono Valturrem bonarum
secondo il giudizio di Massèra che appunti tratti dal De re artium studiis ornatum:
“diligentissima e ricchissima militari, il quale costituisce ora Rimini si gloria
enciclopedia di notizie militari una «fonte importantissima» di Roberto Valturio,
degli antichi”. per la conoscenza del sapere studioso appassionato di
Ciò non impedì tuttavia di Leonardo»3. belle arti.
una grandissima fortuna al Terminata la composizione
trattato: dotato di un apparato del trattato Valturio iniziò
iconografico di prim’ordine, a scrivere la biografia di Note
era il fiore all’occhiello della Sigismondo, che tuttavia non 1) Aldo Francesco Massèra, di cui ci si è già occupati su
corte di Sigismondo. Il signore portò a termine e che anzi fu questa rivista, scrisse la prima biografia moderna di Roberto
Valturio, pubblicata a partire dal 1925 sull’annuario di
di Rimini, così sensibile anche perduta. quell’istituto che portava il nome dell’illustre autore, nome
alla fama e alla propaganda, Degna di essere ricordata è che probabilmente lo stesso Massèra aveva contribuito
vide nell’opera del Valturio anche la lettera che Roberto ad assegnare. Della vita di Valturio fino al Novecento si
un formidabile veicolo di occuparono in pochi: Battaglini e Luigi Tonini che di fatto
scrisse al sultano turco
riprese le notizie del primo. Sono da segnalare anche i
promozione della propria Maometto II: in latino elegante successivi contributi di Augusto Campana, Francesco V.
immagine tanto da tenere essa accompagnava una copia Lombardi, Oreste Delucca e Antonio Montanari, nonché la
un amanuense tedesco al del De re militari che sarebbe pregevole pubblicazione Roberto Valturio, De re militari,
Rimini, Guaraldi 2006 con i saggi critici a cura di Paola Del
suo soldo: donò copie ai più dovuta essere consegnata da Bianco.
grandi potenti dell’epoca, Matteo Pasti a Costantinopoli, 2) F.V. Lombardi ha dimostrato che la famiglia proveniva da
tra cui il sultano Maometto in seguito ad una esplicita “Vallis Turris”, con una chiesa chiamata San Cristoforo de’
II. A testimonianza della richiesta del sultano stesso di Valturi, nel territorio della pieve di San Cassiano in Pitino, la
pieve di Macerata Feltria
grande risonanza raggiunta avere uno dei migliori artisti 3) A.F. Massèra, Annuario del R. Istituto tecnico “R. Valturio”,
dal trattato, ne ebbero copie della corte di Sigismondo. Rimini, IV (1926-27)
Luigi XI re di Francia, Mattia La morte colse Valturio nel

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 25


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

Il bianco, il rosso e il verde


La “divisa” e i suoi colori
di Luca Barducci

A l pari di stemmi e sigilli, anche Sigismondo Pandolfo,


come tutti i condottieri del suo tempo, faceva largo
uso della divisa, un sistema di riconoscimento utilizzato
soprattutto sul campo di battaglia, che consisteva
nell’accostamento di più colori secondo una struttura e
una geometria ampiamente rappresentati nelle miniature
che impreziosiscono l’Hesperis1, il grande poema
celebrativo delle gesta di Sigismondo, opera di Basinio
da Parma. I colori utilizzati in campo malatestiano sono L’accampamento di Sigismondo (da Hesperis, Bibliothèque de
l’Arsenal, Parigi, ms. 630).
il bianco, il rosso e il verde, colori il cui uso fu comune,
con disposizioni ovviamente differenti, a molti altri
signori del tempo, come i de’ Medici, i Montefeltro o gli elefante, rivolte nuca contro nuca: è lo stesso cimiero
Aragona, e al fratello dello stesso Sigismondo, Malatesta che vediamo rappresentato nelle balaustre delle cappelle
Novello, che li impiegò nella celebre quanto enigmatica laterali del Tempio Malatestiano, come pure sopra il
impresa del graticcio o steccato e nell’abbellimento sepolcro di Isotta degli Atti e che, un secolo più tardi,
della Biblioteca Malatestiana, dove al pavimento in cotto sarà adottato stabilmente dal ramo dei Malatesta di
rosso si accompagnano le bianche colonne e l’intonaco Sogliano. Anche l’elefante, che Sigismondo utilizzò
verde delle pareti. Nelle miniature dell’Hesperis questi altrove come cimiero e come impresa – basti pensare al
colori sono utilizzati quasi ovunque: nelle calze dei grande stemma che troneggia sopra la porta di accesso
fanti, che portano quella destra totalmente bianca, a Castel Sismondo, o a quelli che decorano la fascia
mentre la sinistra è di due colori, superiormente rossa, esterna del Tempio , fa timidamente capolino attraverso
e verde dal ginocchio in giù (e che per questo vengono la foresta di lance e bandiere, raffigurato sopra uno
definite calze divisate2); nei targoni, i grandi scudi ovalari stendardo completamente bianco. Un accenno infine
utilizzati dai fanti per proteggersi dall’offensiva nemica, alla rosa che, come già accennato, fiorisce su scudi e
dipinti di bianco, rosso e verde, sui quali spesso si trova bandiere, e che al giorno d’oggi possiamo ammirare
rappresentata anche l’impresa della rosa quadripetala, nella fascia di mattonelle in ceramica che corre sopra al
o la sigla SI (di SIGISMUNDUS); sui finimenti e sulle cordolo della torre a destra del già ricordato ingresso di
barde delle cavalcature, ove spiccano inquartati insieme Castel Sismondo. Ciò che colpisce, in questo brevissimo
alla classica sigla; sulle lance dei lanceri e persino nei accenno all’araldica malatestiana, è il colore: il mondo
multiformi pennacchi montati sulle celate, che «portati medievale era un universo di colori, le stesse torri della
solo da capitani o compagni e famigli del signore», di rocca riminese erano dipinte – ovviamente, nei tre colori
solito «erano composti da penne di struzzo colorate, bianco, rosso e verde – così come gli stemmi marmorei,
per lo più con i colori del comandante in capo»3. I tre che ora appaiono di uno scialbo bianco, ma sui quali
colori pure compaiono nelle innumerevoli bandiere possiamo ancora rinvenire tracce di antichi smalti.
che sventolano un po’ ovunque dalla cima dei grandi
padiglioni da campo, anche se ve ne sono alcune in
cui campeggia solo una grande rosa quadripetala e
quadrisepala, fogliata e gambuta. Non mancano tuttavia Note
1) La copia dell’Hesperis alla quale facciamo riferimento è il ms. 630
stemmi veri e propri, anche se in virtù della loro relativa conservato presso la Bibliothèque de L’Arsenal di Parigi (circa 1462-
complessità, essi non erano grandemente rappresentati 1464), impreziosita dalle miniature di Giovanni da Fano (Giovanni di
né utilizzati in battaglia: troviamo un classico stemma Bartolo della Bettina).
con le bande scaccate d’oro e di rosso nei pennoni da 2) Marangoni F., XV SECOLO. L’abbigliamento maschile in Italia, San
Marino 2015, p. 16. Ringrazio l’insostituibile amico Luigi Battarra per le
trombetta, drappi di tessuto molto utilizzati negli preziose informazioni sugli usi e costumi quattrocenteschi.
eserciti del tempo. Fatto curioso, lo stemma 3) Predonzani M., Anghiari 26 giugno 1440. La battaglia, l’iconografia, le
ha un cimiero costituito da due teste di compagnie di ventura, l’araldica, Città di Castello 2010, p. 53.

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

“Il lupo
di Rimini”
Tra “gli errori e i falsi” della storia c’è anche questa espressione: una stupidaggine
che possiamo anche definire “dal produttore (di vino) al consumatore (di storia)”

L ’espressione “il Lupo di


Rimini” è attribuita a
Sigismondo Pandolfo
pepite d’oro – poche – insieme
a tante esibizioni di pataca
assortiti compresi quelli di
di Giovanni Rimondini

da uno studioso Wikipedia: “Sigismondo


yankee ‘serio’, un Pandolfo Malatesta
tale Alexander Lee. meglio noto come il
Il titolo del suo Lupo di Rimini” – c’è
libro promette un sito di due vini: “Il
una accattivante Lupo di Rimini rosso
visione Cabernet Sauvignon”,
‘ambivalente’ del e “Il Lupo di Rimini
Rinascimento: bianco Rebola”
Il Rinascimento Cantina di Coriano,
cattivo. Sesso, Gruppo Cevico di Pisanello, medaglia per
Sigismondo Malatesta,
avidità, violenza Lugo. Ho scritto alla 1445 (Rimini, Museo
e depravazione ditta per sapere da della Città).
nell’età della bellezza quando questo vino viene
– Bompiani, Milano prodotto e commerciato e
2016 –. Ma arrivato al conoscere chi l’ha battezzato
capitolo su Sigismondo “il Lupo di Rimini”. Non mi
Pandolfo, il Lee infila hanno risposto. Provate a
una serie di stupidaggini Lupo, “signore di Rimini” – p. chiedere. Nelle bottiglierie di
prendendo sul serio le 688 –. Detto il Lupo di Rimini Rimini non l’ho trovato. È la
accuse al Signore di Rimini da chi? fonte della nostra espressione?
inventate da Pio II, Federico Da nessuno storico dal ‘400 al Se lo fosse, i vini entrerebbero
da Montefeltro, dai Veneziani ’900. Almeno degli storici che a far danni tra le fonti
e dai ‘nemici’ o amici del conosco. Se me ne sono perso storiche non autorizzate, e
Malatesta. Non sospetta uno scrivete alla redazione di come purtroppo sappiamo,
nemmeno che tali accuse “Ariminum” che provvederà a le cribbiate e patacate hanno
siano state in gran parte smentirmi. subito una grande fortuna
‘smontate’ nei primi decenni Avevo pensato che di pubblico: VULGUS VULT
del ‘900 da Giovanni Soranzo. l’espressione comparisse per DECIPI ERGO DECIPIATUR la
Vuol farci credere di la prima volta in un testo del zenta vuole essere ingannata,
essere entrato nel Tempio giornalista Alberto Cousté allora la si inganni. La
Malatestiano, ma poi afferma Sigismondo, pubblicato da prima parte della antica
che l’affresco di Piero della Longanesi a Milano nel 1990. frase latina sembra spesso
Francesca “copre la parete È un libro ‘porno’ pieno di vera, ma la seconda che
interna della facciata” – p.427 falsità, non solo l’autore, giustifica gli imbroglioni
–. Sulla posizione antica e che peraltro non nasconde il e i somaroni va respinta.
attuale dell’affresco di Piero suo ‘metodo’ erotico-storico Bisogna dire la verità, anche
della Francesca, non più menzognero, si inventa se adesso centinaia di pataca
dove l’aveva commissionato situazioni e personaggi mai ripeteranno che Sigismondo
Sigismondo Pandolfo e dove esistiti, ma stravolge la verità Pandolfo Malatesta è “meglio
l’aveva dipinto Piero, ma dove dei fatti accertati. Tuttavia noto col nome di Lupo di
l’avrebbe commissionato e l’espressione “il Lupo di Rimini “. Come no? E magari
dipinto un tale contemporaneo Rimini” non appare da verrà fuori che era cugino
col potere di realizzare i suoi nessuna parte in questo testo germano di Azzurrina alias
capricci, torneremo in un bugiardo, bugiardone. Ipotizzo Guendalina Malatesta. Pataca
prossimo numero. che ancora non esistesse. di tutto il mondo unitevi ...
Ci sono nel libro del Lee Allora quando è nato e chi
altre amenità su “Malatesta l’ha inventato? Fuochino. Su
Sigismondo Pandolfo detto il Internet, la discarica delle

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 31


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Tante donne ….
un solo grande amore
Elisabetta, Ginevra, Luciana, Vanna, Gentile, Polissena e poi Isotta.
Matrimoni, scappatelle, relazioni extraconiugali e tanti figli illegittimi

di Anna Maria Cucci


A iniziare Sigismondo ai pia-
ceri dell’amore sembra sia
stata la procace zia, Elisabetta
Fano, però c’era una certa
Vanna»3. L’attraente Vannetta
di Galeotto de’ Toschi (1419-
«I matrimoni
non frenano
Gonzaga, moglie di quel Carlo 1475), donna eccezionalmente
Malatesti, signore delle Mar- temprata e volitiva, gli darà l’animo irrequieto
che e della Romagna, che la
riscosse, appena quindicenne,
due figli, riconosciuti dal Ma- di Sigismondo
latesta e più tardi ufficializzati
dalla signoria mantovana. La dal papa. Non facciamoci di- che si ficca in
probabile sterilità del signore strarre dalla bella amante e
di Rimini avvantaggia l’ascesa torniamo all’estense che, spo-
continue relazioni
del nipote, sata nel 1433, a causa d’impro- extraconiugali
destinato fin rogabili impegni del principe,
dalla culla a fa la sua entrata trionfale in allungando
occupare nel
cuore dello
città solo il 7 febbraio 1434, sa-
lutata dalla popolazione river-
la serie di figli
zio il posto satasi nelle strade e nelle piaz- illegittimi»
vacante del ze. I sontuosi festeggiamenti in
figlio mai suo onore durano oltre quattro Malatesta, anzi Borso smenti-
nato1. Al rag- giorni e cadendo nel periodo sce, come si evince anche dal-
giungimento di carnevale, si arricchiscono le buone relazioni che inter-
delle vette di burleschi carri mascherati: corrono tra le famiglie negli
sociali cui il “Trionfo di Bacco e Arianna” anni successivi, tanto che Lu-
aspira la ca- (ispirato all’omonimo compo- crezia, una delle figlie naturali
sata contri- nimento carnascialesco di Sigismondo concepita con
buiscono in dell’amico Lorenzo de’ Medici) Gentile di Ser Giovanni, spose-
maniera co- sembra presagire la breve for- rà Alberto d’Este. Val la pena
Elisabetta Aldobrandini spicua i contratti matrimoniali tuna riminese della giovane soffermarsi qualche istante
e Violante Bentivoglio. negoziati a palazzo, come signora «Quant’è bella giovi- sull’incontro del Malatesta con
Particolare della pala di quello stipulato tra Sigismon-
San Vincenzo Ferreri di nezza, che si fugge tuttavia! la felsinea Gentile, avvenuto
do e la coetanea Luciana Bus- Chi vuol esser lieto, sia: di do- nell’anno 1435, quando il di-
Domenico Ghirlandaio
(1449-1494). Da Le
sone, figlia del Carmagnola, man non c’è certezza». Tanto ciottenne Sigismondo è a Bolo-
Donne dei Malatesta, che a quattordici anni appena l’amabile ragazza avrà bene- gna in veste di governatore
2001. compiuti gli si concede in veste detto la sorte per averle dato della Chiesa per sedare una
di fidanzata (unitamente alla un uomo bello e giovane, ribellione del grande comune.
dote), ritrovandosi sedotta e quanto presto vedrà svanire
abbandonata quando la sorte tutti i suoi sogni. L’agognato
avversa segna il padre2. Con un primogenito Roberto Novello,
balzo da provetto equilibrista infatti, a pochi mesi di vita si
lo vediamo in men che meno ammala e poco dopo muore.
impegnarsi con Ginevra d’Este, Abbandonata anche dal princi-
figlia di Nicolò e di Parisina pe consorte, costantemente
Malatesti. Nella sala verde del impegnato a combattere in
Palazzo riminese, piena zeppa terre lontane o in focose batta-
di nobiltà si annunciano le im- glie d’amore, sofferente ormai
minenti nozze e come annota il di solitudine, nel settembre del
Clementini, Sigismondo «al 15 1440 esce silenziosamente dal-
marzo 1433 andò con bellissi- la scena. I malfidati vociferano
ma corte a Ferrara e fece di Gi- su di un’improvvisa e miste-
nevra la Signora di Rimini. riosa malattia, forse addirittu-
Quattro giorni dopo se ne ritor- ra un avvelenamento, mentre
nò a Rimini, solo. Poi se ne le cronache malatestiane l’at-
Ginevra d’Este, ritratto andò, incognitamente, a Fano tribuiscono alla peste che infu-
del Pisanello, museo per assistere a un torneo al ria in città. Gli Estensi non
del Louvre, Parigi. quale partecipava Novello. A raccolgono le accuse contro il

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«Nulla riesce Sforza, figlia del duca France-
sco. Dopo i tradizionali festeg-
noso, spregiudica-
to Signore di Ri-
a trattenere giamenti organizzati in quinta- mini, dopo aver imposto per tre Probabile ritratto di
ne, trionfi e giostre, il duca, anni la supremazia di Isotta
la dirompente fresco di nozze con Bianca Ma- alla moglie legittima Polissena,
Polissena Sforza, figlia
del duca Francesco.
passione di ria Visconti, si unisce con la fece soffocare quest’ultima. Le
cronache riminesi del Broglio e
Sec. XV.
moglie ai novelli sposi e tutti
Sigismondo per insieme partono in viaggio di di altri redattori, riportano che
nozze per Gradara, dove tra- Polissena muore, nell’abbazia
l’avvenente Isotta scorrono due settimane di pe- di Santa Maria di Scolca, il pri-
degli Atti, figlia renne festino nell’elegante ca- mo giugno 1449, dove era stata
stello, dal quale Polissena torna trasportata già contagiata dalla
del nobile e ricco incinta. Nemmeno questo se- peste che imperversava in cit-
mercante di stoffe condo matrimonio, frena l’ani-
mo irrequieto del Malatesta
tà5. Nulla riesce a frenare la or-
mai dirompente passione di Si-
Francesco» che si ficca in continue relazio- gismondo per l’avvenente Isot-
ni extraconiugali allungando la ta, figlia del nobile e ricco mer-
Durante i festeggiamenti in serie di figli illegittimi. Mentre cante di stoffe Francesco di
la Sforza, infatti, partorisce Ga- Atto di Brodarino degli Atti6.
onore del condottiero roma-
leotto e l’anno seguente Gio- Fin dal giorno che gli viene
gnolo avviene l’incontro tra i
vanna, la bella Vannetta mette presentata, fa breccia nel suo
due e si può ipotizzare l’emo-
alla luce Roberto e poi Contes- cuore, quando, per niente inti-
zione che avrà suscitato il gio-
sina. La tempestosa relazione morita, gli chiede cosa ne pen-
vane guerriero nell’amabile
con la fanese, stabilitasi per vo- si delle gravi responsabilità cui
ragazza, bionda quasi fino al
lere del principe alle porte di deve far fronte un principe.
biancore, dai grandi occhi ver-
Castel Sismondo, deve aver Isotta non lo teme e la sua
di e un vitino così sottile da po-
presto cancellato quei momenti grande forza d’animo la induce
ter essere cinta da Sigismondo
di felicità che la speranzosa Po- ad accompagnarlo persino nel-
con un solo braccio. Si raccon-
lissena aveva appena assapora- la dura campagna militare in
ta che il principe abbia cono-
to. Per di più, una new entry Lombardia (durata oltre un
sciuto con Gentile il sentimen-
che sembra uscita dal manuale anno e mezzo). La bionda ra-
to più simile alla tenerezza che
della perfetta dama rinasci- gazza, alta e snella, dai magne-
la sua singolare natura potesse
mentale, fa la sua apparizione tici occhi grigi, poetessa e mu-
concepire. Le brevi fughe da Medaglie di grande
nelle vesti di un’aristocratica sicista, avvezza a discorrere
lei durante gli anni della pas- modulo raffiguranti
creatura dal nome Isotta. Il anche di fisica e filosofia mo- Isotta degli Atti con
sione, drasticamente s’inter-
Brandi nella sua biografia su rale (oltre che di greco e lati- velo e con acconciatura
rompono, quando la ragazza,
Sigismondo afferma che il pre- no), lo piega a scrivere versi e intrecciata, opus Matteo
nell’incendio della sua casa
potente, avido, crudele, libidi- rime, trasformandolo in soave de’ Pasti, 1446.
ferrarese (1439) ci lascia le
penne. Dal loro legame, nel
frattempo, sono nati Pandolfo e
Lucrezia. Nonostante le con-
trastanti versioni e la scarsità
di documenti c’è chi è pronto a
giurare che il Malatesta portò
Lucrezia, all’età di tredici anni,
a vivere a Castel Sismondo e
che padre e figlia furono
amanti furtivi4. Nel frattempo,
per smorzare i pettegolezzi sui
suoi amori clandestini, sull’im-
provvisa morte dell’estense e
per il solito gioco delle allean-
ze, Sigismondo sposa nel set-
tembre del 1441, Polissena

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 33


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

cantore,
come rivela
storia d’amore in un tempo
memorabile, quello privilegia-
«Isotta, alta e snella
un mano- to del neonato Rinascimento, e dai magnetici
scritto del consapevoli di rappresentare
1445 con una canzone d’amore una nuova generazione di re- occhi grigi, era
Ritratto di Isotta (dalla a lei dedicata (stilato da Carlo gnanti, con una forma mentis
che prende le distanze da
anche poetessa
medaglia di Matteo de’ Venturi in persona del suo si-
Pasti), dal frontespizio gnore); ma a chi lo paragona a quella medievale. Corre l’anno e musicista
di Trium poetarum del Signore 1456 quando, dopo
elegantissimorum,
Pandolfo di Pesaro, l’amico del
Petrarca, Sigismondo risponde dieci anni d’amore, i due si ed avvezza a
Porcelij, Basinij, &
Trebani opuscula, apud picche, con questo verso: «in sposano con una cerimonia discorrere di fisica
ver me sia benigna e gratiosa e tutt’altro che sfarzosa, non esi-
Simonem Colinaeum,
Parisis 1539. ne le braza mi racoglia nudo». stendo tra le famiglie alleanze e filosofia morale»
Ardente di passione, si presen- diplomatiche. Il forte senti-
ta a Isotta in una probabile mento che li lega non produce lei, oltremodo, la dote di equi-
notte di mezz’estate del 1446 (a sempiterni effetti di stabilità librio tra l’eloquenza e il silen-
nulla valsero i tentativi del pa- amorosa sull’esuberante si- zio, tanto da farle incidere sul
dre di frenare la precoce pas- gnore che come il lupo perde sepolcro: “TEMPUS LOQUEN-
sione della figlia), sotto un cie- il pelo ma non il vizio, giacché DI TEMPUS TACENDI”. Una
lo stellato o forse tra celate da qualche tempo ha messo gli sera di una domenica ottobri-
mura e da quel momento sarà occhi su un’ennesima preda. na, tra le mura di Castel Si-
per sempre, tanto che la data è Una lettera appassionata in- smondo, il principe minato
celebrata nelle medaglie, nel viatagli da Isotta tramite il “ca- dalle febbri malariche, spira
mausoleo a lei dedicato e nel vallaro” di corte, parla del tra- tra le braccia della donna
suo stendardo di guerriero. Per dimento con Arithea (1448- amata, che lo veste per l’ulti-
coprire la scandalosa relazione 1501), dodicenne figlia di Ga- mo viaggio dei suoi panni mi-
non ancora ufficializzata, dopo leazzo Malatesta di Pesaro, gliori: indumenti di lino e di
la morte di Giovanni, primo ospite da qualche tempo al ca- velluto, abito di broccato fiora-
dei loro sei figli, una bolla del stello. La signora di Rimini da to d’oro, le sue armi (pugnale,
papa assegna a Isotta degli Atti brava amante gelosa passa spada, speroni) e sei medaglie
la facoltà di dare il via ai lavori all’attacco della rivale facen- malatestiane disposte a croce.7
di ripristino della Cappella de- dola definire «una pollastra Sul suo sepolcro, nel Tempio,
gli Angeli (d’altra parte Isotta giovane che dà un brodo ma- come racconta Clementini, fu-
versa 500 fiorini di tasca sua). gro» dall’amica Dorotea, al rono posti gli stendardi dei
L’infatuazione per la gentil corrente della tresca. Alfine il suoi generalati e sopra l’elmo
donna è resa pubblica nel 1449 condottiero, se si tacciono ta- per cimiero due grandi corna
(dopo la morte della seconda lune fugaci scappatelle, trova con il sarcastico motto Porto le
moglie), con uno straordinario con la moglie un porto sicuro, corna, ch’ognun le vede e talle
ricevimento a Castel Sismon- dove far ritorno per altri dodici porta che non se le crede.
do, coronato dalla presenza del lunghi anni, riconoscendo in
fido Valturio e dell’illustre poe-
Note
ta e grecista Basinio. In fretta e
furia Sigismondo rispedisce al 1 Elisabetta concepisce con Sigismondo una figlia, Margherita, legittimata,
mittente l’amante fanese, co- insieme a altri figli naturali del principe, solo nel 1453, da papa Nicola V.
stringendola a vivere d’ora in 2. L’ambizioso conte di Carmagnola, il condottiero senza scrupoli, fu decapitato
dai veneziani, la sera del 5 maggio 1432.
poi in qualche ristrettezza. La 3. Clementini II, pag.303.
donna invoca il suo aiuto più 4. O. Cavallari, Sigismondo Malatesta, ed.E.L.S.A., Rimini, 1978.
volte per la figlia Contessina: 5. Delle due mogli si è occupato in maniera approfondita Giovanni Soranzo, che
«Magnifico et possente Signor racconta come anche Violante si rifugiasse a Fano per sfuggire alla peste che
imperversava in Romagna, dopo aver visto morire la cognata Polissena.
mio, mi raccomando… la Con- 6. Battaglini scrive che Isotta nasce nel 1430, ma i più indicano la data di nascita
tessina, et supplico ve ricordiate tra il 1432-34.
i mancamenti nostri…», come 7. Sigismondo, tornato dalla guerra del Peloponneso ammalato, muore nell’ottobre
ci restituiscono le carte. Sigi- 1468. Madonna Isotta muore il 9 luglio 1474, di febbre lenta, causata dalla peste e
aiutata dal veleno. Estrapolato da: C. Ricci, Il Tempio Malatestiano, Milano, 1924.
smondo e Isotta vivono la loro

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Sigismondo e Federico
da nemici a consuoceri
Tanto era l’inimicizia e il livore reciproco che i due riuscivano a litigare
aspramente anche quando, in guerra, erano obbligati ad essere alleati

«Il valore in
di Pier Luigi Foschi
N el Quattrocento era
normale che i condottieri
passassero tranquillamente
battaglia di
po’ la mano, entreranno in
conflitto con il papato e si
beccheranno la scomunica:
e con disinvoltura da un Roberto, figlio Federico perché nel 1445
campo all’altro: ora al servizio conquista Fossombrone
di Milano, ora per Venezia di Sigismondo, senza l’autorizzazione del
o per Firenze, ora per il susciterà tanta Papa mentre Sigismondo
Pontefice romano. Finito un verrà scomunicato nel Natale
contratto si cercava una nuova ammirazione in del 1460 a causa della forte
“commessa” a favore di chi
pagava di più. Esattamente
Federico da indurlo inimicizia con il Papa Pio II
Piccolomini. Naturalmente, in
come oggi si comportano i a concedergli la entrambi i casi, le scomuniche
calciatori, rincorrendo i clubs
più facoltosi e con ribalte di mano della figlia vennero annullate quando lo
stato pontificio ebbe bisogno
sempre maggior prestigio. secondogenita dei servigi dei due valorosi
Succedeva spesso che questi condottieri.
signori della guerra alcune Elisabetta» Continuando ad esaminare le
volte si trovassero in campi affinità tra i due personaggi,
avversi e magari poche
non ci può sfuggire la
settimane dopo si trovassero di espansione territoriale ai
parentela acquisita per
a combattere fianco a fianco danni dell’altro. Proviamo
entrambi con la famiglia
contro terzi nemici. Tuttavia il ad esaminare insieme le
degli Sforza. Sigismondo nel
caso di Sigismondo Malatesta similitudini.
1442 sposa in seconde nozze
e Federico da Montefeltro è Partiamo dalla nascita:
Polissena, figlia illegittima
decisamente una situazione Sigismondo è figlio illegittimo
(tanto per cambiare!) di
quasi patologica: tanto di Pandolfo III e Antonia
Francesco Sforza; Federico
era l’inimicizia e il livore de Barignano; di Federico
reciproco che riuscivano a nel 1460 sposa, anche lui in
addirittura è incerta la
litigare aspramente anche seconde nozze, Battista (nome
paternità ed anche la mamma
quando, in guerra, erano allora attribuito anche alle
è in ballottaggio tra Aura
Sigismondo Pandolfo obbligati ad essere alleati. donne) figlia di Alessandro
da Montefeltro, Elisabetta
Malatesta e a dx. Nel maggio del 1457 Borso Sforza signore di Pesaro.
degli Accomanducci o
Federico da Montefeltro d’Este convoca i due nemici È quasi superfluo ricordare
un’altra misteriosa signora
anche i meriti che i due
per tentare una non identificata. Entrambi
riappacificazione vengono nominati cavalieri
ma il risultato nel 1433 dall’imperatore
è scoraggiante: Sigismondo di Lussemburgo
l’incontro anziché (quello che presterà le
procurare la sembianze a San Sigismondo
pace finisce con nel famoso affresco di Piero
violente invettive della Francesca). In quella
reciproche e occasione Sigismondo
minacce fisiche. aveva 16 anni, Federico
Eppure sono molti addirittura aveva 11 anni!
i punti in comune Entrambi, fin da giovanissimi
tra Sigismondo si fanno apprezzare come
e Federico, o condottieri, veri e propri
forse perché “signori della guerra”.
troppo simili Entrambi saranno capitani
non potevano della Chiesa, difendendo i
che trovarsi in vessilli (e gli interessi) del
conflitto, a parte Papa. I due condottieri però,
le mire di ognuno lasciandosi prendere un

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Roberto
Malatesta.
Particolare
dell’affresco
di Cosimo
Rosselli, Mosè
che attraversa
il mar Rosso.
Cappella
Sistina.

personaggi hanno acquisito vostro grande e virile, che ben


nel promuovere l’Arte. dimostrate essere vero figliolo
Con grande lungimiranza dell’ill.mo Sig. Sighismondo, il
investirono grandi capitali, quale fo signore senza paura,
frutto della loro “professione” ora sia al nome del beato San
di mercenari, sviluppando una Giorgio: andate ad assalire
politica di “comunicazione” e animosamente, che sempre
di “immagine” coinvolgendo i vi sarò alle spalle”. Non è località delle paludi pontine Statua equestre di
migliori artisti dell’epoca. Di poco come riconoscimento chiamata Campomorto, Roberto Malatesta detto
questo dobbiamo ancora oggi attribuito a Sigismondo da vi furono migliaia di il “Magnifico”. Già
basilica di S. Pietro ora
ringraziarli. parte dell’odiato Federico. morti, cosa straordinaria al Louvre.
Ancora una volta troviamo Roberto sbaraglierà il nemico per quei tempi, alla fine
un filo conduttore che lega i e susciterà tanta ammirazione Roberto risultò vincitore
due nemici: lo individuiamo di Federico da indurlo a sbaragliando i nemici. Molti
proprio in Piero della concedergli la mano della soldati napoletani nella fuga
Francesca, il quale nel 1451 figlia secondogenita Elisabetta. annegarono nelle paludi e
dipinge il famosissimo ritratto Purtroppo la fanciulla aveva Alfonso si salvò a stento aiutato
di Sigismondo, tavola oggi solo 7 anni e il matrimonio si dai mercenari turchi.
esposta a Parigi al Museo del poté celebrare solo nel 1475 Roberto fu accolto a Roma in
Louvre. Successivamente lo quando Elisabetta compì 13 trionfo e gli venne attribuito
stesso Piero nel 1465 dipinge anni. il titolo di “magnifico”. Venne
il ritratto di Federico da A Rimini furono organizzati anche scolpito in marmo
Montefeltro, tavola ora esposta festeggiamenti grandiosi, con il suo ritratto equestre,
alla Galleria degli Uffizi di invitati da tutte le corti d’Italia; collocato entro la basilica di
Firenze. tutta la città fu coinvolta San Pietro. La scultura verrà
Leggendo le parole dei due con giochi, canti, danze e poi trafugata da Napoleone e
grandi nemici di Sigismondo, naturalmente cibo abbondante portata al Louvre ove si trova
dietro l’animosità delle per tutti. attualmente.
accuse, si legge tuttavia un Per l’occasione furono costruiti Fu tale il clamore di
sostanziale riconoscimento in zucchero i modellini dei questa battaglia che venne
delle sue virtù. Basti leggere principali monumenti della rappresentata nel registro
il preambolo delle invettive di Città. inferiore della Cappella
Pio II: “… ebbe grande l’animo Di fatto, da quel giorno, i Sistina, affresco con il titolo
e possente la corporatura. Fu due grandi nemici Federico di Mosè che attraversa il mar
capitano eloquente ed esperto. e Sigismondo diventano Rosso. Nel dipinto, attribuito a
Conosceva la storia e nella consuoceri, anche se nel Cosimo Rosselli, si evidenzia
filosofia­fu qualcosa più che frattempo Sigismondo era il ritratto di Roberto Malatesta
un dilettante. Qualsiasi cosa si venuto a mancare. a fianco di Mosè e gli egiziani,
dedicasse sembrava nato per Nel 1482 Ferdinando I vestiti da turchi, che annegano
quella …”. d’Aragona, re di Napoli, nelle acque del mar Rosso, con
Federico ha grande stima invade lo stato pontificio chiari riferimenti alle paludi di
di Roberto, figlio illegittimo con le truppe al comando di Campomorto.
di Sigismondo, e lo aiuta a Alfonso duca di Calabria e Poche settimane dopo Roberto
difendere Rimini dall’assedio giunge alle porte di Roma. morirà di malaria contratta
delle truppe papaline Il papa Sisto IV terrorizzato nelle paludi, lasciando la
comandate da Napoleone povera Elisabetta vedova a
chiama in difesa il miglior
soli venti anni. Lo stesso anno
Orsini. Siamo nel 1469, condottiero del momento:
le morirà anche il padre,
Federico consiglia di attendere Roberto Malatesta che
Federico da Montefeltro.
rinforzi ma Roberto pur organizza immediatamente
Elisabetta si ritirerà in un
avendo un esercito inferiore le difese e contrattacca le
convento presso Urbino,
vuole lanciarsi nella lotta. truppe napoletane. Il 21
assumendo il nome di Chiara.
Federico si rassegna: “Figliolo, agosto del 1482 avviene
da poiché comprendo l’animo una epica battaglia in una

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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

La ceramica
malatestiana
Con il Signore di Rimini l’arte figulina, specie nella caratteristica
della maiolica, raggiunge il maggiore splendore

di Giuliana Gardelli
M edaglie e ceramica: un
felice incontro avviene
in città a mezzo del ‘400 fra
bianco alone misterioso
sembra distaccarlo dal resto
del mondo ed eleganti foglie
«Anche attraverso
l’arte della
arti considerate accartocciate rinnovano la più
“minori”, ma in bella pittura miniata. Nella
ceramica, spesso
realtà piene di tesa a monticelli è forse da trascurata,
valenza sociale individuare una “m” ripetuta
e politica, nel decoro a riempitivo? possiamo notare
connotando l’avvio La medaglia del Pisanello come Sigismondo
della Rinascita riserva un’altra sorpresa:
sigismondea in nel verso appare Sigismondo Pandolfo abbia
una Rimini ricca di
fermenti culturali.
a cavallo, come si addice saputo traghettare
ad un capitano di ventura.
L’arte figulina, Ed ecco che spunta dalle una città, ancora
specie nella
sua specificità
mani sapienti dell’antico
artista una piccola terracotta
medievale, nello
di maiolica, che raffigura proprio lui, splendore di una
vale a dire il signore di Rimini, su un
dalla superficie cavallo riccamente bardato,
città rinascimentale
ricoperta di bianco
stannifero su cui
come si conviene. Se è giusto in tutti gli
ricordare la moda delle
può finalmente piccole plastiche a calamaio aspetti della vita
dispiegarsi in tutta
la sua ricchezza
dove il San Giorgio a cavallo quotidiana»
uccide il drago, proprie
cromatica una della ceramica ferrarese, è
vera pittura, è di Donatello (1453) ai
innegabile che qui va visto monumenti equestri degli
ormai entrata netto il riferimento alla
nella sua fase Estensi in Ferrara: Niccolò III
medaglia pisanelliana. Infatti, (1451) e Borso d’Este (1454).
più bella. Molte
mentre le statuette ferraresi A questi ultimi si sono ispirati
Piatto in maiolica sono le fornaci attive, come
mostrano estrema rigidità di sia Pisanello, reduce di
policroma con Ritratto testimoniato da una ricca
di Sigismondo
modellato, nella terracotta
documentazione archivistica e
Malatesti; Rimini riminese appare un moderno
come si evince da recuperi in
1445-50 (ubicazione e veristico movimento sia
sconosciuta). sterri cittadini; essa è sempre
nello slancio delle zampe, sia
Sotto. Pisanello, di buon livello qualitativo per nel volgersi della testa del
medaglia per forme, decorazioni e colori.
Sigismondo Malatesti,
cavallo verso lo spettatore;
Ritorna dal passato, sull’onda e la bardatura ricorda
recto; 1445 (Rimini,
Museo della Città). di un Umanesimo che permea l’amata rosa malatestiana.
tutta la cultura, il gusto per la La trasformazione in epoca
ritrattistica, che, rinnovando recente della statuetta con
un antico amore, si evidenzia portacandela in calamaio,
Statuetta portacandela in maniera eclatante sulle con aggiunte inopportune
in terracotta a graffito medaglie, sul marmo, sui nella base, è certamente
e dipinta a ramina e dipinti, sì che un riflesso di dovuta al fatto che non
giallo ferraccia sotto questa moda s’incontra anche
vetrina, con Sigismondo
se ne conoscono in altre
a cavallo; Rimini 1445- nella maiolica. Ed ecco che versioni, ma ha impedito di
50 (Rimini, Museo della dal recto della medaglia del approfondire la vera finalità
Città, deposito Carim). Pisanello (1445) trapassa in dell’oggetto. Occorre riandare
Sotto. Pisanello, un bel piatto il profilo icastico alla moda imperante, alla
medaglia per
Sigismondo Malatesti,
di Sigismondo, il signore di metà del secolo quindicesimo,
verso;1445 (Rimini, Rimini all’apice della sua dei monumenti a cavallo,
Museo della Città). carriera di condottiero. Un dal notissimo Gattamelata

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Fascia di
quadrelli
in maiolica
policroma
con Rosa
malatestiana
in Castel
Sismondo,
part.; Rimini
1446 ca.

«Un ruolo il signore di Rimini, ancora


molto giovine, avanzava a
importa che la rosa abbia
riflessi antichissimi e valenze
Piatto in maiolica
policroma con Stemma
importante testa scoperta, come nella culturali ampie, e che inoltre
Malatesti - Emblema
Sforza, in due
nell’affermazione nostra preziosa statuetta.
Analizzando e sintetizzando
sia presente in altre signorie,
nella fattispecie a Ferrara,
frammenti; Pesaro
1441 (Pesaro, proprietà
della maiolica tutti gli elementi esposti, proprio nel sottarco del Volto privata).
proponiamo dunque una del cavallo dell’Alberti. Nel
malatestiana lo diversa interpretazione: 1446 la rosa quadripetala e
ebbero le fornaci potrebbe la piccola terracotta quadrisepala di Sigismondo,
rappresentare l’idea da già tecnologicamente in
locali con la sviluppare in un vero modello anticipo assoluto sui tempi,
loro capacità per la realizzazione di una ha lasciato la formella di
statua equestre di Sigismondo, tipologia gotica per inserirsi
di ottenere sul alla stregua di tanti condottieri in un perfetto quadrato,
perfetto bianco e signori dell’epoca? Erano
gli anni cinquanta, quelli
forse su suggerimento di un
architetto moderno come
stannifero di fondo dell’apogeo del Malatesti, Filippo Brunelleschi, presente
a Rimini nel 1438 e portatore
un disegno ed prima dell’inarrestabile
declino politico, che lo rese, anche delle novità di un
una pittura senza a detta di Ezra Pound “il artista della maiolica come
miglior perdente della storia”. Luca della Robbia; e non è da
errori, scolature Il modellino, ingombrante ed dimenticare un designer come
od altri difetti» inutile ricordo di un passato Pisanello.
glorioso, fu gettato e se ne Tutta la città di Rimini e tutto
quella corte, sia Leon Battista perse la memoria. il territorio malatestiano già
Alberti, che per il monumento La rosa sigismondea: come a metà del ‘400 fu un rifiorire
a Niccolò era stato consigliere, non ricordare la fascia di maioliche rinascimentali,
realizzando il disegno del maiolicata che, pur mutilata dove giocò un ruolo non
Volto alla romana su cui dall’ingiuria del tempo e dalla piccolo la capacità maturata
poggia la statua di Niccolò incuria delle genti, ingentilisce nelle fornaci locali di ottenere
III; ma entrambi gli artisti ancor oggi la muratura severa sul perfetto bianco stannifero
sono a Rimini protagonisti di Castel Sismondo? di fondo un disegno ed una
indiscussi dell’arte alla corte Quello che meraviglia gli pittura dove una cromia ricca
di Sigismondo. Ed allora viene esperti del settore è la qualità e festosa sa sopportare una
spontanea la domanda: per indiscussa della tecnica qui giusta temperatura di cottura,
quale motivo è stato realizzato sperimentata per la prima senza errori, scolature od altri
questo oggetto così intrigante volta in assoluto. Non solo difetti. Così ci rammarichiamo
e soprattutto con tale aulico si ammira la delicatezza del di avere solo frammenti di
riferimento? La medaglia del lento trapasso cromatico piatto nuziale, un “gamelio”,
Pisanello non era allora, e del blu realizzato non più a che doveva essere bellissimo,
non lo è oggi, di poco conto; zaffera ma a cromia naturale in virtù di un fausto evento:
e non è da meno la qualità nelle volute dei petali, ma Sigismondo, vedovo della
della presente statuaria dal ancora di più la sapienza di dolce ed infelice Ginevra Boccale in maiolica
policroma con Ritratto
modellato sapiente, oltretutto sperimentare l’antimonio sì da d’Este, nel 1441 passava
di Isotta degli Atti,
anche nel ricordo della creare il delicatissimo giallo per Pesaro nell’andare a entro tondo a scaletta;
presenza di Sigismondo a del polline, e soprattutto la Fermo a prendere la nuova Rimini 1450ca
cavallo nel “Corteo dei Magi” qualità della coperta sullo sposa, Polissena Sforza, (Rimini,Museo della
affrescato fra il 1459 e il 1462 smalto che rende possibile figlia di Francesco Sforza, Città, deposito Carim).
Sotto. Matteo de’ Pasti,
da Benozzo Gozzoli in Firenze dopo secoli di intemperie, in pregiudicato di divenire
medaglia per Isotta
a Palazzo Medici Riccardi. Vi naturali e non, di godere signore di Milano, per avere degli Atti, recto; 1446
è ricordato un avvenimento di una vista allegra, gentile sposato proprio in quell’anno (Rimini, Museo della
di vent’anni prima, quando ed ancor viva e vitale. Poco l’erede del Ducato, Bianca città).

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 39


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

Frammenti di gamelii
con Figure maschili e
femminili in ceramica
graffita e dipinta in
verde e giallo ferraccia
sotto vetrina; Rimini
sec. XV, metà e seconda
metà (Rimini, Museo
della Città).

Maria Visconti. ma teso ad accentuare sia maiolica sia nella più modesta
Il piatto mostra l’appartenenza al Malatesti, ceramica graffita, dove profili
nel cavetto a tramite l’elefante, sia la sua maschili e femminili sono
destra lo stemma cultura, simboleggiata dal augurali di felicità e fertilità.
malatestiano a libro. Ebbene anche l’artista Pur nella necessaria brevità
scacchiera e a della maiolica volle lasciare di questo intervento,
sinistra l’emblema il suo omaggio alla dama in ci auguriamo di avere
della sposa: l’anello una bella brocchetta dove il dimostrato, proprio attraverso
con il diamante e la profilo di lei si staglia entro un’arte spesso trascurata,
zinnia degli Sforza, aureola, alla stregua del quanto Sigismondo Pandolfo
emblema ricevuto ritratto di Sigismondo nel Malatesti abbia saputo
dagli Estensi nel piatto citato. traghettare una città ancora
1409 da Muzio In ambito liturgico, si medievale, nello splendore
Attendolo, ed esteso passa dalle ciotoline di una città rinascimentale
ai suoi discendenti. arcaiche trecentesche al in tutti gli aspetti della vita
Nel frammento bellissimo boccale con quotidiana.
di tesa appare l’Emblema cristologico di San
Boccale in maiolica la cornucopia, augurio di Bernardino, che fu presente
blu e giallo con fertilità, e l’elefante, emblema a Rimini a predicare nel
Trigramma cristologico dei Malatesti. 1431: boccale assai evoluto
bernardiniano; Rimini
Certamente la donna più per forma e cromia tutta
1450/60 (Rimini,
Museo della Città, importante per Sigismondo giocata sul blu diluito. Piatti
deposito Carim). fu Isotta degli Atti, amante di largo uso presentano
amatissima e poi sua terza motivi floreali, anche con
Ciotolina in maiolica blu moglie; ella ebbe la ventura versioni che alludono alla
con il Porto, frammento; di divenire nota in tutte le “rosa sigismondea”, ma non Bibliografia essenziale.
Rimini, sec. XV, corti per la sua bellezza e le manca la presenza del mare
seconda metà (Rimini, G. Gardelli, 5 secoli di maiolica
Centro “S. Zavatta”, sue doti, di essere celebrata con l’immagine, di grande
a Rimini, Ferrara 1981; Fiori
dono Pasquini). e cantata dai poeti, di avere suggestione e modernità, Pandolfeschi, “I quaderni
A dx. Ciotolina in un libro a lei dedicato, del porto dove le navi si dell’Emilceramica” n.1 (1984,
maiolica policroma, l’Isotteo. Matteo dei Pasti per riflettono nell’acqua, o dove pp. 3-10; Gli studi sulla maiolica
con Pesce che nuota riminese, “Romagna arte e
lei coniò alcune medaglie il pesce nuota tranquillo storia” n.42 (1994), pp. 71-80
nel mare, frammento;
con varie acconciature dei sulle onde. Anche la figura (con bibliografia precedente).
Rimini sec. XV, metà
(Rimini, Museo della capelli e soprattutto con il umana diviene protagonista
Città). verso ogni volta diverso, nei gamelii per l’amata, sia in

40 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

Il profilo
del condottiero
Il reale e l’ideale nei ritratti del Quattrocento. Lo sguardo fisso e impenetrabile
e il lussuoso abbigliamento ci trasmettono un carattere fiero e combattivo

di Patrizia Alunni
N el corso del Quattrocento
cominciano a svilupparsi
nelle corti italiane, in
iconografica nella scelta
del profilo quale posa in cui
mostrarsi al riguardante.
«Nell’ambito delle
corti la funzione
maniera significativa, i ritratti È il caso, ad esempio, del
cosiddetti di rappresentanza, marchese di Ferrara Lionello del ritratto è
i quali assumono un valore
simbolico e raramente erano
d’Este effigiato nel 1441 dal importantissima
noto e apprezzato maestro
destinati alla residenza del Antonio Pisanello – al servizio poiché “celebra
committente, poiché anche del signore di Rimini
nella maggior parte – che ritrasse il marchese
il signore, ne
dei casi erano spediti riccamente abbigliato su uno mostra il potere,
come doni agli sfondo vegetale, nella posa
amici o a importanti più consueta in uso nella la ricchezza e lo
personalità politiche,
non solo in Italia
prima metà del Quattrocento,
colto riferimento ai busti dei
sfarzo, ne esalta le
ma anche Oltralpe, cesari ritratti nelle monete virtù, le imprese,
contribuendo a antiche di cui Lionello era un
diffondere una appassionato collezionista. la vita, i legami
parvenza ufficiale del
signore.
Di profilo si fecero ritrarre familiari e, a volte,
principi illustri come il duca
Le immagini che Federico da Montefeltro, anche le abitudini”»
ritraggono Sigismondo dipinto da Piero della
Pandolfo Malatesta, Francesca in coppia con la era infatti una priorità, anzi la
siano esse affreschi, consorte Battista Sforza (1465- similarità era meglio accettata
tempere su tavola, 1472), o il signore di Bologna se ammantata da un certo
miniature, rilievi Giovanni II Bentivoglio nel grado di idealizzazione, che
Piero della Francesca, scolpiti sul marmo o impressi dittico con la moglie Ginevra non significava eliminare del
Sigismondo Pandolfo nel bronzo, lo raffigurano compiuto per mano di Ercole tutto i difetti fisici (come oggi
Malatesta in sempre nel medesimo modo,
preghiera davanti de’ Roberti tra 1474 e 1477. accade con la post produzione
ovvero nella posa di profilo, Pur nella semplice fotografica in ambito
a san Sigismondo,
affresco strappato, sontuosamente adornato impostazione, il ritratto pubblicitario) ma investirli di
1451. Rimini, Tempio avvolto da uno sfondo vuole comunicarci molte significato. Un esempio è il
Malatestiano. neutro uniforme. Si tratta di informazioni relative allo celebre dipinto di Piero della
un’iconografia contraddistinta status sociale dell’effigiato: Francesca che ritrae Federico
da un’immediata nel caso di Sigismondo
riconoscibilità, ricercata ed Pandolfo lo sguardo fisso e
estesa alle innumerevoli impenetrabile, la regolare
riproduzioni conosciute del silhouette del volto, il
signore di Rimini. Cambia lussuoso abbigliamento ci
il medium ma non il modo trasmettono un carattere
di rappresentare l’impavido fiero e combattivo ma non
condottiero, effigiato ‘senza sappiamo quanto fedele
tempo’, ovvero eternamente al reale temperamento
giovane, in un’impenetrabile del personaggio. È inoltre
immobilità del volto sia sulle difficile stabilire quale fosse
medaglie di Pisanello e Matteo il livello di somiglianza
de’ Pasti, sia sui pilastri del ritratto alle effettive
scolpiti da Agostino di Duccio sembianze fisionomiche
nel Tempio Malatestiano dell’effigiato, anche se la
Piero della Francesca, e nei dipinti di Piero della vaga caratterizzazione
Ritratto di Sigismondo
Pandolfo Malatesta,
Francesca. doveva senz’altro essere
tempera e olio su I ritratti che circolavano nelle significativa per chi lo
tavola. Parigi, Musée du corti italiane del XV secolo conosceva personalmente. La
Louvre. mostrano un’uniformità somiglianza al modello non

42 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


Sigismondo in
marcia con il
suo esercito,
illustrazione attr.
a Bartolo Bettini
dall’Hesperis di Matteo de’
Basinio da Parma. Pasti, Medaglia
Oxford, Bodleian per Sigismondo
Library. Pandolfo Malatesta,
bronzo fuso, Rimini,
Museo della Città.
Fotografia di
Gilberto Urbinati.

«La somiglianza minaccia turca2. Nell’affresco


fiorentino Sigismondo
funzione del ritratto
è importantissima
al modello non era è raffigurato a cavallo, poiché «celebra
riccamente agghindato, in il signore, ne
una priorità, anzi una posa naturale con il volto mostra il potere,
la similarità era di tre quarti e un’espressione la ricchezza e lo
reale e credibile in volto, sfarzo, ne esalta le
meglio accettata secondo quell’impostazione virtù, le imprese,
la vita, i legami
se ammantata da formale affermatasi grazie
alle influenze fiamminghe familiari e, a volte,
un certo grado di derivanti dalle opere di Jan anche le abitudini».
van Eyck e altri pittori nordici. La volontà sovrana
idealizzazione, che A Firenze, ovvero al di fuori e autocratica del
non significava delle terre governate e in singolo signore
predilige il ritratto
un clima artistico in pieno
eliminare del tutto movimento dove si stavano di profilo, che, per
la sua ascendenza
i difetti fisici ma affermando sia il ritratto
individuale – non ancora numismatica,
investirli psicologico – sia il gusto del era considerato
altamente
busto-ritratto, la consueta
di significato» iconografia del signore
celebrativo in
un’ideale continuità
riminese, quell’iconico profilo
da Montefeltro: qui le tra le soluzioni
al quale Sigismondo aveva
imperfezioni del duca (rughe, araldiche del gotico
scelto di affidare la diffusione
porri, occhi sporgenti, ecc.), internazionale
della sua immagine per
assai sgradevoli alla vista, e quelle
mano di celebri artisti e che
sono idealizzate dallo sfondo tanto si era propagata nei
azzurro del cielo terso, dalla domini malatestiani, perde
pelle eterea e dallo sguardo consistenza per acquisire i
distante, che trasformano caratteri del ritratto moderno
il naso aquilino (comune che conquista lo spazio,
anche a Sigismondo Pandolfo) occupandolo in modo tangibile
da difetto fisico a segno di e concreto, attraverso la
regalità1. posa diagonale del cavallo
Se però osserviamo la preziosamente bardato e la
figura di Sigismondo dipinta lieve torsione del busto del
da Benozzo Gozzoli nella Malatesta.
Cappella dei Magi di Palazzo
E allora come si spiega la
Medici Riccardi a Firenze
propensione per il ritratto di
(1459-1460 ca.), notiamo una
profilo, in anni in cui avanzava
sostanziale differenza rispetto
la modernità della pittura
a quanto detto sinora. L’artista
di Masaccio e Antonello da
toscano ha rappresentato
Messina e prendevano sempre
il Malatesta tra gli illustri
più importanza i primi studi
esponenti della casata dei
di physiognomonia? Come
Medici, mentre prende parte
scrive Enrico Castelnuovo3,
al corteo giunto a Firenze
nell’aprile del 1459 diretto nell’ambito delle corti la
a Mantova, al seguito di
papa Pio II Piccolomini e di Al centro. Benozzo Gozzoli, Il viaggio
numerosi altri principi italiani dei Magi, affresco, 1459-60 ca.
Firenze, Palazzo Medici Riccardi,
e autorità ecclesiastiche, tutti
Cappella dei Magi, particolare.
convenuti per discutere una A dx. Particolare del ritratto di
strategia difensiva contro la Sigismondo.

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 43


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

Il libro di Oreste Delucca


Controverso Eroe
di Silvana Giugli

S igismondo Pandolfo Malatesta: controverso eroe” di Oreste


Delucca, editore Bookstones, è l’ultimo libro apparso in
occasione dei 600 anni della nascita del signore di Rimini.
L’autore, dopo attenta e documentata ricerca storica, vuole
dare di Sigismondo un ritratto, a 360 gradi, realistico, scevro
dalle solite storiche false maldicenze politiche che, ormai
da secoli, affliggono la reputazione del nostro signore e,
soprattutto, vuole evidenziare l’aspetto umano (quasi sempre
dimenticato dai più) di questo eccezionale personaggio tanto
rinascimentali di richiamo temuto ed odiato quanto invidiato. Così ecco che vengono
antiquario-numismatico.
evidenziati da Delucca anche gli aspetti fisici di Sigismondo:
Rappresentava cioè un
decisamente notevoli, accattivanti, superiori alla media
ideale ponte tra l’immagine
dell’epoca, che, però, si scontrarono con i macroscopici
dell’imperatore romano
effigiato nelle monete,
evocatore di una leggendaria
età dell’oro, e il signore che «Un ritratto realistico,
perciò poteva identificarsi
come “novello augusto”.
scevro dalle solite
Il Malatesta, feudatario storiche false
del papa in una piccola
provincia d’Italia, cerca maldicenze politiche,
la legittimazione del suo che vuole evidenziare
potere nell’emulazione
dell’imperatore Sigismondo l’aspetto umano di
di Lussemburgo, tramite il
quale invoca l’ideale suggello
questo eccezionale
del Sacro Romano Impero. Si personaggio tanto
circonda a corte di un modello
di «illuminata raffinatezza, temuto ed odiato
nobilitata anche dalle gloriose
vestigia romane di cui Rimini
quanto invidiato»
era ricca», analogamente a
quanto accadeva a Cesena difetti caratteriali che, tra l’altro, forse, furono il risultato del
presso la corte del fratello periodo (fine Medioevo primo Rinascimento) in cui il nostro
Domenico Novello (si ricordi signore è vissuto e delle inevitabili scelte che dovette fare per
la Collectio Antiquitatum del dare alla sua città, la nostra Rimini, un prestigio rispettabile
Marcanova) e a quel clima anche se era un piccolo centro di periferia attorniato da
antiquariale instauratosi a troppi grandi agguerriti. E questo per non ricordare il
Padova presso lo Squarcione. manzoniano confronto del ‘vaso di coccio tra tanti di ferro’
Di tali orientamenti il che calzerebbe benissimo. Certamente il destino non fu
Tempio Malatestiano ne caritatevole e magnanimo con Sigismondo, questo bresciano
è il celebre apice, dove il riminese per sua scelta, che ha avuto il coraggio di contrastare
messaggio dell’Alberti arriva apertamente e con forza i papi e la Chiesa che, in quel tempo,
forte e chiaro: invocare non erano certo, per il loro riprovevole comportamento,
quella cultura antiquaria ed degni di rappresentare Dio in terra e che seppe infrangere
epigrafica diffusasi grazie la logica sposando la donna che amava anche contro ogni
agli studi di Ciriaco d’Ancona, interesse politico per poi lasciare, dopo una vita spesa in
tanto filologica da apparire
guerre combattute per altri, a sua memoria e per i posteri,
severa nelle sue forme «aliene
suoi concittadini, nonché per il mondo tutto, il Tempio
da ogni ombra di pittoresco»4.
Malatestiano: il grande amore della sua vita.
Quindi si può ipotizzare che il volumetto di Oreste Delucca
sia, oltre che una piacevole ed istruttiva lettura, anche un
Note
tacito invito a soffermarci davanti alla tomba di Sigismondo
1) A. Buccheri, Il ritratto. Storia e funzione di un genere
artistico, in L’arte e il visuale, X, Enciclopedia della cultura nel suo Tempio Malatestiano. Tomba, situata presso la parete
italiana, UTET, Torino 2010, pp. 337-374. di fondo alla destra dell’entrata, separata dai suoi antenati,
2) C. Acidini Luchinat, Benozzo Gozzoli. La Cappella dei quasi dimenticata (di cui l’autore, purtroppo, non fornisce
Magi, Milano, Electa, 1993.
3) E. Castelnuovo, Ritratto e società in Italia. Dal Medioevo spiegazioni) e, perché no, deporvi un fiore, magari una rosa
all’avanguardia, a cura di F. Crivello e M. Tomasi, Einaudi, rossa (il fiore preferito dal signore) con un sincero grazie
Torino 2015, pp. 22-64. Sigismondo anche dalla tua città.
4) Il potere le arti la guerra. Lo splendore dei Malatesta,
catalogo della mostra, Electa, Milano 2001, p. 225.

44 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


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ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

La musica alla corte


di Sigismondo
La presenza e il ruolo illuminante a Rimini di Guillaume Dufay, grande
compositore di chanson e indiscusso caposcuola della polifonia fiamminga

N ei secoli XV e XVI la
musica in Italia è stata al
centro di grandi rinnovamenti
«Le forme musicali
più frequenti nel
Francesco Cieco da Ferrara,
Pietro Bono del Chitarrino e
sopra tutti Serafino Aquilano.
di Guido Zangheri

Con un passo indietro


favoriti anche da frequenti
scambi di musicisti che
periodo di Dufay nel tempo, va poi tenuto
passavano con disinvoltura erano, nel campo presente che gli anni
da una corte, da una chiesa dell’infanzia di Sigismondo
o da una cappella all’altra. In
della musica furono contrassegnati dalla
diverse città sorsero centri sacra, la messa presenza illuminante a Rimini
importanti di attività musicale. e a Pesaro (1420-1426) di
Nel ‘400 a Rimini Sigismondo e il mottetto e in Guillaume Dufay, fondatore
Pandolfo Malatesta, patrono di quello della musica e indiscusso caposcuola della
polifonia fiamminga. Fu
artisti, letterati ed egli stesso
poeta, portò alla sua corte profana il mottetto Carlo Malatesta, signore di
Rimini e zio di Sigismondo,
un considerevole gruppo di
autorevoli figure del mondo
e la chanson» che portò con sé Dufay al
dell’arte e della cultura. servizio della sua corte e
sostenuta da un qualche di quella dei Malatesta di
Purtroppo, data la pressoché
genere di accompagnamento Pesaro. Le forme musicali
totale mancanza di documenti
polifonico di uno strumento più frequenti nel periodo
sulla musica prodotta alla
a corde. Alcune di queste di Dufay erano, nel campo
corte di Sigismondo, per
composizioni a due voci di della musica sacra, la messa
fare luce sull’argomento
tipo piuttosto insolito che e il mottetto e in quello della
va considerata quella si ritrovano in collezioni di
che l’illustre musicologo musica profana il mottetto
musica polifonica, potrebbero e la chanson. Il mottetto
Nino Pirrotta ha definito essere un ricordo scritto di
la “tradizione non scritta del ‘400 aveva una struttura
pratiche che normalmente ritmica che si articolava più
della musica”. Su questa restavano non scritte. Già nel
direttrice, indicatami con variamente plasmandosi con
1429 Ambrogio Traversari maggiore duttilità secondo le
grande cortesia da Giovanni lodava Leonardo Giustinian esigenze del testo. Le parti
Cantarini, giovane studioso per la sua abilità nel cantare superiori intonavano ciascuna
riminese, ricercatore, dolci canti accompagnati un proprio testo mentre il Guillaume Dufay.
profondo cultore ed eccellente su uno strumento, un’arte
interprete di musica antica, cosiddetto
che “contrariamente alla
ho impostato la ricerca. Essa “tenor”
consuetudine degli antichi,
ha svelato l’esistenza di un veniva
è oggi meglio nota al volgo
repertorio improvvisativo, che agli eruditi”. Giustinian affidato
tramandato oralmente e di che aveva composto le sue a uno
gran lunga più consistente canzonette durante il primo strumento.
e diffuso di quello fissato quarto di secolo divenne Nel campo
sui codici a noi pervenuti. presto egli stesso una figura della musica
Si tratta di un patrimonio mitica; il suo stile fu imitato profana
musicale multiforme perché in tutta una categoria di canti invece
legato a pratiche musicali detti giustiniane e furono sembra
diverse sostanzialmente attributi a lui molti canti più che voci e
basate sull’improvvisazione. recenti dei quali naturalmente strumenti
Un certo numero di cantori abbiamo di solito solo i testi. avessero
formatisi secondo tecniche Egli è il primo di una serie pari
e modalità della musica non di musicisti e poeti, i nomi importanza e
scritta, pervennero dunque dei quali furono meglio noti fossero usati
a sviluppare o ad adottare agli italiani del ’400 di quelli con grande
tecniche di esecuzione nelle fiamminghi. Altri dopo di libertà
quali la linea vocale era lui furono Antonio di Guido, rispetto al

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 47


ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

Cappella di Isotta. Putti


che suonano il salterio
con due plettri e la
mandola. Fotografia di
Urbinati Gilberto.

carattere decorativo di questa


musica. Le prime chanson
«Tra gli strumenti
a due e tre voci (la quarta maggiormente in
voce venne aggiunta soltanto
a partire dal XVI secolo
uso alla corte di
e in alcuni casi i cantori Sigismondo, vanno
erano accompagnati da uno
strumento) erano scritte nelle segnalati la cetra e
di Sigismondo, assieme
forme codificate della ballata la lira da braccio, all’ampia iconografia
o del rondeau. Guillaume
Dufay fu il più grande quest’ultima consegnataci dagli angeli
musicanti nei bassorilievi
compositore di chanson del
suo periodo. Fra i lavori
utilizzata per di Agostino di Duccio del
riminesi di Dufay vengono accompagnare il Tempio Malatestiano, vanno
segnalati la cetra e la lira
ricordati il mottetto Vasilissa
ergo gaude, la ballata canto con accordi da braccio, quest’ultima
utilizzata per accompagnare
Resveilles vous, il mottetto e quindi prediletta il canto con accordi e
Apostolo glorioso e Vergine
bella, intonazione a tre voci dai poeti» quindi prediletta dai poeti.
La gamma strumentale si
della prima stanza della
estende maggiormente nel
canzone alla Vergine, lirica
nozze di Carlo II Malatesta documento che segue, citato
conclusiva del Canzoniere del
con Vittoria Colonna, antenata da F. Piperno, riferito a una
Petrarca. I due mottetti sono
della poetessa omonima. Il festa tenutasi a Rimini alla
entrambi isoritmici: il primo
mottetto Apostolo Glorioso corte dei Malatesta nel 1475.
dedicato nel 1420 a Cleofe
a 5 voci, di carattere lieto e Si suppone in ogni caso
Malatesta sposa di Teodoro II
festoso, misto di elementi che l’uso degli strumenti
Paleologo despota di Morea,
della tradizione francese e non fosse cambiato rispetto
è il più antico mottetto
italiana, è stato scritto nel agli anni di Sigismondo.
rimasto di Dufay. Nel mottetto
Cappella di Isotta. 1426 per l’insediamento Durante la signoria di
Putti che suonano la isoritmico la voce di tenor Roberto Malatesta, nella
di Pandolfo Malatesta
cornamusa e la tromba ripete più volte la medesima cui casa erano... “uno paio
come vescovo di Patrasso.
ritorta. sequenza di valori ritmici: di organi, con li mantici
Vergine bella, attribuita dagli
ogni ripetizione studiosi Fallows e Strohm ai forniti”, ci furono i sontuosi
viene definita primi anni ‘20, rappresenta festeggiamenti per le sue
talea. L’isoritmia una tappa importante nozze con Isabella da
differisce dell’incontro fra la musica Montefeltro. La musica
dalla mera e la produzione poetica di ebbe grande importanza per
applicazione questa occasione e di essa
Petrarca e costituisce l’esordio
ripetitiva di uno ci parla appunto il cronista
di una lunga tradizione
stesso modo G. Broglio dicendo che vi
di intonazioni musicali
ritmico sia per parteciparono... “cinquanta
sull’omonimo componimento
la lunghezza e delli trombecti di tucte le
poetico. Alla corte dei
complessità della potentie d’Italia” e che ... “li
Malatesta Dufay risulta
talea, sia per degni strumenti di piffari e
incontrasse i compositori
la coesistenza trombecti ed altri suoni tucta
Hugo e Arnold de Lantins, due l’aria rempiva di allegrezza”
indipendente di musicisti di rilievo di scuola ed inoltre che la gente
moduli melodici fiamminga: in particolare andava... “cantando per tutta
(detti colores). La Dufay menziona Arnold nel la città con cimbali e liuti
ballata Resvellies testo di un suo rondeau scritto e altri diversi strumenti, in
vous, a tre voci, fra il 1420. forma che era gran melodia a
è stata composta Infine, quanto agli udirli...” .
nel 1423 per le strumenti in uso alla corte

48 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


MOSTRE
ANNIVERSARIO SIGISMONDEO

VI Centenario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta

L’enigma
delle vesti
I risultati di uno studio sul corredo funebre che il Signore di Rimini
indossava al momento della sepoltura

di Elisa Tosi Brandi


L ’Università di Bologna,
attraverso l’insegnamento
di Storia del costume e della
dorato e impreziositi da fili
dorati, un tempo dai colori
più vivaci, probabilmente
«I frammenti di
vesti rinvenute
moda (corso di laurea in morello (un marrone tendente
Culture e tecniche della al violaceo), che rimandano
rimandano
moda, Campus di Rimini), all’eleganza di Sigismondo all’eleganza di
e alla raffinata moda del
tempo, di provenienza Sigismondo e alla
italiana. Bottoni, occhielli raffinata moda
metallici a rinforzo delle
asole ed una cintura in italiana
velluto e oro completano
le poche informazioni di
di quel tempo»
natura materiale a nostra di vista sartoriale. È proprio
disposizione, purtroppo questo che stiamo facendo
non utili, da sole, per farci a Rimini da un paio d’anni,
comprendere quanti e quali grazie ad un laboratorio sul
indumenti componessero metodo per la ricostruzione
l’ultima parure indossata dal filologica delle vesti storiche
Malatesta. voluto dalla prof.ssa Maria
Grazie alla documentazione Giuseppina Muzzarelli
prodotta in occasione della e rivolto agli studenti
prima ricognizione della frequentanti l’insegnamento
tomba avvenuta nel 1756, di Storia del costume e
all’analisi del guardaroba della moda, che ha visto la
del signore ricavabile collaborazione della prof.ssa
dall’inventario post mortem Thessy Schoenholzer Nichols
compilato per conto di
Isotta quattro giorni
dopo la sua morte, alla
comparazione con altre
fonti materiali e visive
coeve, alcune anche
di area malatestiana,
stiamo mettendo
insieme i dati per
la ricostruzione del
cartamodello delle
Scheletro e indumenti partecipa alle celebrazioni per
di Sigismondo Pandolfo il VI centenario della nascita vesti di Sigismondo,
Malatesta come furono di Sigismondo Pandolfo altrimenti non
trovati nella ricognizione ricostruibili. Sì, perché
del 28 settembre
Malatesta (1417-2017),
offrendo i risultati di uno non esistono manuali
1920 (fotografia di
Carlo Carboni, Rimini, studio sul corredo funebre che di sartoria per epoche
Biblioteca Civica questi indossava al momento risalenti a prima della
Gambalunga, Inv. della sepoltura, avvenuta fine del ‘500 e diventa
AFP 1254, Ricci, 00 pertanto necessaria
nell’ottobre del 1468 presso il
0000107).
Tempio Malatestiano. una fonte materiale con
Le vesti sono giunte in tracce del lavoro del
piccoli frammenti tessili dalle sarto oppure tante fonti
Fiancata del Tempio condizioni precarie. Si tratta che possano, insieme,
malatestiano. Fotografia di velluto e raso damascato, aiutarci a comprendere
di Gilberto Urbinati. entrambi broccati in argento il manufatto dal punto

50 | ARIMINUM | MARZO APRILE 2017


«Il velluto quindi più chances di
comprendere meglio
e il raso damascato il cartamodello di
sono broccati queste vesti.
Presentandosi
in argento dorato come un vero e
proprio enigma, i
e impreziositi frammenti di abiti
da fili dorati del corredo funebre
del Malatesta sono
e dai colori diventati oggetto del
più vivaci» nostro studio, sul
quale intendiamo
e di chi scrive. improntare un
Le vicende subite dai reperti metodo di lavoro
dopo il XVIII secolo non da testare su altri
hanno purtroppo permesso casi analoghi. Il
una preservazione che nostro obiettivo non
consentisse la loro analisi dal è quello di arrivare
Studenti al lavoro durante il seminario di sartoria storica dedicato al corredo
punto di vista sartoriale, di ad ipotesi definitive, funebre di Sigismondo (insegnamento di Storia del costume e della moda A.A.
ciò se n’era già reso conto chi piuttosto pensiamo 2015-2016, Università di Bologna, Campus di Rimini).
nel 1920, trovando la tomba sia meglio lasciare
in stato caotico, decise per traccia di tutta la
la prima volta di prelevare documentazione
tutti gli oggetti, separarli raccolta ed emersa
per tipologie e studiarli. durante la ricerca,
Poco utile, anzi se possibile, tenendo aperte tesi
che qualcun altro in
dannoso, si è rivelato il
futuro potrà rivedere
restauro condotto a Berna
per aggiornare gli
nel 1970 di parte dei reperti
studi.
tessili. Nell’impossibilità
Siamo convinte
dichiarata di riconoscere i
che lo studio della
tagli sartoriali superstiti e
sartoria antica
ricostruire la foggia della
sia utile non solo
veste, la restauratrice pensò
come esercizio
di ricomporre i frammenti
di filologia in
di tessuto per ricostruire il
ambito accademico
motivo della pezza di stoffa.
ma anche per il
Si tratta del raso damascato
contributo che
e broccato esposto presso il
può dare alla
Museo della Città di Rimini,
costumistica, alla
che costituisce l’unica
ricostruzione storica,
testimonianza al mondo di
e perché no, anche
questo tipo di lavorazione.
alla moda attuale.
Questa scelta ha determinato
purtroppo la perdita di molti
dati utili alla comprensione
del manufatto sartoriale,
rendendo oggi molto arduo il
lavoro degli storici, oggi che Ingresso della Rocca
abbiamo più conoscenze sulla malatestiana. Fotografia
sartoria antica e avremmo di Gilberto Urbinati.

ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 51


ARIMINUM

Dentro l’onda

ARIMINUM
Bimestrale di Storia,
Arte e Cultura
LO STEMMA MALATESTIANO della Provincia di Rimini
Fondato dal Rotary Club Rimini
Foto di Gilberto Urbinati Anno XXIV – N. 2 (137)
Marzo - Aprile 2017

Proprietà
Rotary Club Rimini

Direttore
Manlio Masini

Hanno collaborato
Patrizia Alunni, Luca
Barducci, Anna Maria Cucci,
Marinella De Luca, Pier Luigi
Foschi, Giuliana Gardelli,
Silvana Giugli, Giuma, Enzo
Maneglia, Piero Meldini,
Andrea Montemaggi, Giovanni
Rimondini, Elisa Tosi Brandi,
Gilberto Urbinati (foto), Carlo
Valdameri, Guido Zangheri,
Giulio Zavatta
Redazione
Via Cairoli, 69 - Rimini
Tel. 0541 780666
Venerdì dalle 10 alle 12

Registrazione
Tribunale di Rimini n. 12
del 16/6/1994

Collaborazione
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in 10.000 copie ed è distribuito
gratuitamente agli abbonati del
settimanale ilPonte e nelle edicole
del Comune di Rimini acquistando
ilPonte.
È consegnato direttamente agli
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Inoltre è reperibile presso il Museo
della Città di Rimini (via Tonini), la
Libreria Luisè (via L. B. Alberti, 7),
la Casa Editrice Panozzo (via Clo-
dia, 25), la redazione de ilPonte (via
Cairoli, 69), il Cenacolo dell’arte
Antichità Isotta (Piazza Tre Martiri,
2) e la Cricca del Peter Pan (Lungo-
mare Tintori, 3).
La rivista può essere consultata e
scaricata in formato pdf gratui-
tamente sul sito del Rotary Club
Rimini all’indirizzo
www.rotaryrimini.org

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ARIMINUM | MARZO APRILE 2017 | 52


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