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CAPITOLO 4.

METODI DI RICERCA

La ricerca è un’indagine sistematica e uno studio di materiali, fonti e altro


finalizzata ad accertare gli eventi e aggiungere nuove conclusioni; attività volta alla
scoperta di eventi nuovi o al confronto di eventi passati attraverso l’analisi di un
argomento o un’indagine critica.
La ricerca scientifica è obiettiva, sistematica e verificabile.
Può essere esplorativa e avere come oggetto una realtà che conosciamo poco; può
essere speculativa quando indaga sulle possibili implicazioni a lungo termine del
cambiamento, può essere descrittiva e puntare a mostrare i modelli e collegamenti
nel comportamento; può essere esplicativa e raccontare i motivi dell’esistenza di
tali modelli e collegamenti. La ricerca, Inoltre, può essere predittiva ed essere
usata per sviluppare o verificare un modello finalizzato a prevedere quali
circostanze potranno essere causa di un determinato comportamento o di un altro
effetto; oppure può essere valutativa e misurare l’impatto di un cambiamento.

I paradigmi di base sono due:


1. Positivismo
Sistema che riconosce solo ciò che può essere verificato scientificamente o
provato per via logica e che, pertanto, rifiuta la metafisica e il teismo
2. Costruttivismo
Filosofia dell’apprendimento fondata sul presupposto che, riflettendo sulle
proprie esperienze, l’individuo costruisca il proprio punto di vista sul mondo
in cui vive
Il positivismo viene generalmente fatto corrispondere a quella che è definita ricerca
quantitativa. I risultati da essa ottenuti devono essere per definizione falsificabili.
Nel loro lavoro, i ricercatori positivisti prendono avvio da una certa ipotesi e
portano avanti il loro lavoro in modo che possa esserne affermata la veridicità. Il
problema di questo approccio è che il ricercatore, sebbene controlli le condizioni
dell’esperimento, non può controllare nessuno dei fattori esterni definiti variabili
confusive cioè fattori estranei a una ricerca che possono modificarne i risultati.
Nella ricerca condotta da Ginsburg, quando egli chiedeva a un bambino di contare
a voce alta i giocattoli, questi menzionava pazientemente tutti i giocattoli che si
trovava davanti; quanto egli chiedeva invece quanti giocatori ci fossero, il bambino
contava con precisione tutti giochi. G concluse che se non avesse posto la domanda
in modo appropriato avrebbe potuto credere che il bambino non fosse capace di
contare. Ulteriore variabile confusiva è rappresentata dall’abilità del bambino di
comprendere ciò che gli viene richiesto nell’ambiente di ricerca.
Secondo i costruttivisti, i bambini e gli individui che li circondano forma una rete di
relazioni, in cui tutte le componenti sono importanti. I ricercatori costruttivisti
cercano di avere una comprensione il più ampia possibile del comportamento,
indagando nel dettaglio gruppi numericamente limitati di individui, cercando di
entrare nel mondo del bambino per cogliere quali siano le persone importanti per
lui, le influenze comportamentali e il suo punto di vista. I loro risultati possono
avere un’applicazione limitata.
Se la nostra prospettiva teorica è positivista, è più probabile che useremo metodi
quantitativi volti a rispondere al quesito di ricerca; se, invece, la nostra prospettiva
teorica è costruttivista, è più probabile che troveremo l’uso di metodi qualitativi più
appropriato a tale scopo.
I metodi di ricerca più usati sono osservazione, studio del caso singolo, questionari
e metodi sperimentali. Questi sono stati modificati al fine di essere adeguati allo
studio delle fasce più giovani.
Il disegno di ricerca trasversale è un metodo di raccolta di dati che prevede la
somministrazione di un test o di una serie di test a un gruppo di partecipanti di
diverse età e la conseguente analisi degli stessi in riferimento al periodo corrente. I
dati raccolti in questo modo possono rilevare il punteggio più alto e quello più
basso, il punteggio più comune è la moda, il punteggio centrale è la mediana il
punteggio medio è la media. Questo metodo presenta dei punti deboli perché ci
permette di avere una semplice istantanea dell’abilità, non ci dice quali siano le
differenze dei singoli in corso di sviluppo.
Il disegno di ricerca longitudinale è un metodo di raccolta di dati che prevede la
somministrazione di un test o di una serie di test al medesimo partecipante o ad un
gruppo di partecipanti in diverse occasioni per un periodo di tempo più o meno
lungo. Anche questo metodo ha dei limiti: se la ricerca si protrae negli anni, capita
che un numero di partecipanti non sia reperibili per la seconda raccolta dei dati.
Un secondo aspetto critico riguarda il cambiamento evolutivo delle abilità: il
ricercatore di misurare un processo cognitivo completamente differente
presentando un testo diverso.
I metodi quantitativi sono la raccolta sistematica di dati che hanno, o a cui viene
assegnato, un valore numerico. Questi sono per esempio l’inchiesta o i
questionari. Hanno il vantaggio di essere rapidi e il più delle volte semplici. I dati
possono essere analizzati matematicamente e statisticamente allo scopo di fornire
informazioni su norme e variazioni nell’ambito della popolazione oggetto di studio.
Un questionario o inchiesta è costituito da un elenco di domande che possono
essere state oggetto di un processo di validazione oppure risultare da una ricerca
effettuata sulla letteratura disponibile. Possono richiedere una risposta di tipo sì/
no, oppure risposte espresse su una scala, risposte che rientrano in particolari
categorie o disposte su una scala continua.
Gli inventari misurano le attitudini e le abilità.
Le singole domande o voci devono essere prodotti sulla base di una ricerca
esaustiva nella letteratura disponibile e sulla base dell’esperienza personale
professionale. Le domande devono poi essere valutati da altri esperti del campo e
classificate secondo il grado di relazione con il quesito di ricerca. Il ricercatore,
infine, seleziona le domande o le voci con i punteggi più alti e verifica la misura su
alcuni individui.
Lo studio pilota è la fase preliminare, su piccola scala, di uno studio, che ha
l’obiettivo di verificare l’adeguatezza degli strumenti di misurazione, i metodi usati
la qualità dei dati raccolti.
Quando un test viene creato nella sua versione completa questa dovrà essere
periodicamente aggiornata.

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Un esempio di inventario utilizzato in psicologia dello sviluppo è rappresentato dai
MacArthur-Bates Communicative Development Inventories (CDI). Sono modelli
concepiti per essere compilati dai genitori che devono misurare le abilità
linguistiche e comunicative del loro bambino. Esistono versioni differenziate per
infanti di età compresa fra gli 8 e i 16 mesi, per i Toddler fra i 16 e 30 mesi e per
fanciulli tra i 30 e 37 mesi. Il CDI per gli infanti misura la capacità di comprendere
parole, gesti, mentre i CDI dei fanciulli misura la capacità di pronunciare, oltre che
capire, parole e frasi brevi. Il genitore annota semplicemente le parole o i gesti che
il bambino capisce e nel caso di bambini più grandi la pronuncia. Il modello breve
consiste in un documento di una pagina su cui genitori annotano quante delle 89
parole (nella versione per gli infanti) o delle 100 parole (nella versione per i fanciulli
e i Toddler) e frasi il bambino capisce e o pronuncia. Nella CDI è considerato
normale il punteggio tra le 150 e 300 parole, basso se inferiore alle 150 parole e
alto il punteggio che superare le 300 parole.
I metodi quantitativi forniscono pur sempre dati numerici e raramente offrono una
risposta soddisfacente in merito alla causa del comportamento.
I metodi sperimentali consistono nella manipolazione di eventi finalizzata a
osservare se il cambiamento di una variabile causa il cambiamento di un’altra.
Esempi di metodi sperimentali sono la misurazione delle capacità di ricordare un
elenco di parole in condizioni di silenzio o di rumore, la misurazione della
prestazione matematica in condizioni di forte o scarso stress e la misurazione delle
reazioni degli infanti di fronte al viso delle madri o di altre persone. L’ambiente in
cui hanno luogo questi esperimenti può cambiare: l’utilizzo di un laboratorio
anziché di un ambiente naturale presente sia aspetti positivi sia aspetti negativi.
Usare un ambiente naturale o quasi naturale aumenta le probabilità di andare
incontro a risultati precisi e migliora la validità ecologica dell’esperimento, usare
come luogo un laboratorio insonorizzato può aiutare a distinguere l’effetto della
variabile manipolata dall’effetto delle variabili confusive.

I metodi qualitativi sono metodi che descrivono e definiscono concetti senza


utilizzare i numeri. Sono impiegati, solitamente, quando il numero dei partecipanti
alla ricerca è ridotto.

Né i metodi quantitativi nè quelli qualitativi sono esclusivi. È il ricercatore a


decidere quale metodo risponderà con maggiore efficacia al quesito di ricerca.
In uno studio osservativo il ricercatore osserva il comportamento in un laboratorio
o nel contesto naturale e registra gli eventi che vi hanno luogo. Egli, generalmente,
cerca di non influenzare gli eventi, a meno che ciò non sia richiesto dal progetto di
ricerca. Il ricercatore può utilizzare L’osservazione per formulare un quesito di
ricerca significativo o per rispondere al quesito di ricerca.
Nella loro ricerca, Schaffer ed Emerson avevano affermato che alcuni bambini
sembravano essere più socievoli di altri, volevano essere coccolati più di altri e che
tra loro erano riscontrabili differenze nella modalità di attaccamento. Conclusero di
trovarsi di fronte a un classico esempio di differenza innata.
Mary Ainsworth e Silvya Bell concepirono uno studio osservativo finalizzato a fare
emergere le differentnze individuali del loro comportamento, venne chiamato studio
della Strange Situation. Le loro osservazioni su 100 bambini e genitori hanno
permesso loro di elaborare una classifica delle risposte di attaccamento basata sul
comportamento del bambino nel corso di queste situazioni insolite.

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L’intervista è condotta da ricercatore il quale, nel caso si tratti di un’intervista
chiusa o strutturata, segue un rigido elenco di domande o al contrario si lascia
guidare dalle risposte dell’intervistato se si tratta di un’intervista aperta.
Nell’intervista strutturata i dati raccolti sono utili per analisi di mercato e,
solitamente, sono adatti all’analisi quantitativa oltre che qualitativa. In
un’intervista aperta la qualità dei dati raccolti è certamente superiore a quella di
un’intervista strutturata.
Nel suo famoso articolo sullo sviluppo morale, Kohlberg ha utilizzato interviste
semistrutturate. Sosteneva che anche la capacità di pensare moralmente o
eticamente circa i dilemmi reali o ipotetici dipendesse dal nostro sviluppo cognitivo.
Predispose una serie di interviste semi strutturate da sottoporre a bambini, giovani
e adulti. A ciascun intervistato era presentata una serie di situazioni ipotetiche; egli
doveva dire se secondo lui la persona di cui raccontavo il comportamento avesse
agito nel modo giusto e di spiegare le ragioni della sua valutazione. Egli mirava a
comprendere quali fossero i ragionamenti alla base di tale valutazione, informazioni
impossibili da ottenere attraverso il metodo dell’intervista strutturata.
Un altro limite dell’intervista strutturata o questionario è dato dal fatto che, spesso,
le persone non forniscono risposte complete.
Nello studio del caso singolo si ha un’indagine dettagliata sull’esperienza di un
individuo o di un piccolo gruppo di individui. Il dettaglio cui si può giungere
dedicandosi allo studio di un caso singolo é notevole; possono infatti emergere
informazioni che chiariscono una teoria o un processo che in precedenza non si
erano minimamente compresi. Non sarà però possibile estendere i risultati a un
gruppo di persone, né tantomeno generalizzarli.
A Londra fra gli anni 60 e 70 i ricercatori Robertson, nel loro libro intitolato
Separation and the very Young, descrivono i processi attraverso i quali sono giunti a
comprendere gli effetti psicologici che la separazione dalla madre ha su un
bambino. Osservando e filmando bambini tra 17 e i 29 mesi che sperimentavano la
separazione per un periodo compreso tra 10 e 27 giorni. L’esperienza di ciascun
bambino è stata presentata come studio del caso singolo, il più famoso dei quali
riguarda un bambino di nome John. A 17 mesi di età, John fu ospitato per nove
giorni presso un asilo di quartiere, mentre sua madre, in ospedale, attendeva la
nascita del fratellino. Nell’arco di nove giorni il comportamento di John cambiò
profondamente: egli arrivò a mostrare angosce, rifiutando infine la madre tornata
da lui. Prima del ricovero in ospedale della madre, il bambino mostrava un
attaccamento sicuro verso di lei.
Secondo Grieg a seconda dell’età cambiano le tipologie di domande che il bambino
è in grado di capire. I bambini molto piccoli solitamente possono comprendere
domande del tipo: Chi? Che cosa? Dove?. Anche se non è capace di nominarli, il
bambino può indicare persone o gli oggetti per rispondere a tali domande. I
bambini nella prima età scolastica dovrebbero poter rispondere a domande più
complesse quali: Perché? Quando? Come?

Sulla memoria dei bambini agisce il contesto sociale ed emotivo in cui si trovano; in
qualità di ricercatori, possiamo agevolare il ricordo dettagliato degli eventi
incoraggiando il bambino a ricostruirli per mezzo di giocattoli o disegni.
Larga parte della ricerca della psicologia dello sviluppo segue una di queste
direzioni: la misurazione e la descrizione del comportamento normale o tipico è
l’indagine del comportamento unico o individuale.
I metodi quantitativi sono utili al fine di identificare le norme di comportamento
tipico, mentre i metodi qualitativi sono utili, perlopiù, al fine di indagare il
comportamento unico e individuale.

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Queste norme sono sempre medie statistiche e mai termini fissi per l’acquisizione
delle competenze.
Una coorte è un gruppo di persone con qualche cosa in comune. È usato nelle
scienze sociali, per descrivere le variazioni che si rivelano in individui uniti da
un’esperienza circoscritta o di vita comune. Gli studiosi definiscono il proprio
bersaglio di ricerca usando le coorti al fine di ottenere risultati più affidabili. Il
rischio è di porre troppa enfasi sulle supposte somiglianze senza comprendere le
differenze tra i membri. È una maniera estremamente utile di identificare le
somiglianze in un gruppo bersaglio.
L’etica della ricerca è stabilita dalle associazioni professionali. In Europa, esse
fanno parte della Federazione europea delle associazioni di psicologi (EFPA). In
Italia, abbiamo l’Associazione Italiana Psicologi.
Il consenso informato è il consenso a prendere parte a uno studio del quale si
conoscono i dettagli relativi alla metodologia adottata, e naturalmente tutti i
possibili benefici e rischi a cui si va incontro. I partecipanti con meno di 18 anni
non possono dare un consenso informato; per questo, il loro consenso, scritto o
verbale, a prendere parte allo studio è riconosciuto come assenso ed è quello
formulato per loro dagli insegnanti,dai genitori a costruire il consenso informato.
Offrire a un partecipante una ricompensa in denaro o qualche altro beneficio
affinché porti a termine uno studio può convincerlo a proseguire in una ricerca in
cui si sente a disagio anziché chiedere legittimamente di abbandonare. Tutti i
partecipanti sono consapevoli del fatto che possono ritirarsi dallo studio in
qualsiasi momento.
L’inganno é la creazione deliberata di una falsa conoscenza a uso dei partecipanti
per influenzare i risultati di una ricerca. L’inganno è accettabile solo se il
ricercatore è capace di dimostrarne il chiaro e preciso scopo metodologico e
soprattutto dovrebbe essere usato il minimo necessario. Infine l’inganno va
dichiarato e spiegato.
Le università richiedono la dichiarazione di adesione al codice etico espresso dal
comitato etico dell’università stessa. Si deve fare in modo di prevenire qualsiasi tipo
di danno psicologico o fisico ai partecipanti. Quando si lavora con i bambini è
obbligatorio non sottoporli ad alcun ingiustificato motivo di stress e qualora il
bambino o genitore chiedessero di interrompere lo studio esso deve essere
interrotto.
Negli studi dei Robertson pare che i bambini abbiano sperimentato una
significativa quantità di sofferenza emotiva ma non furono loro a chiedere ai
genitori di mandarli presso un asilo, di partire o di avere scarsi contatti con loro: la
situazione in cui si trovava John non era frutto della loro manipolazione.
La confidenzialità è il trattamento di ogni dato raccolto su un partecipante che ha
l’obiettivo di impedirne l’identificazione.

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