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Higgins tornò alla musica riunendosi a Coleman a New York, e suonò per l'ultima

volta al Bones and Blues di Los Angeles nel gennaio del 2001, ma nello stesso anno
le condizioni del fegato peggiorarono sensibilmente e il musicista non riuscì in tempo
a effettuare un terzo trapianto morendo di polmonite ai primi di maggio.

Lo stile di Billy Higgins


"Billy potrebbe suonare su un portacenere o sul pavimento e suonare benissimo. Ha
una grande conoscenza delle strutture e una reale musicalità così ciò che si puo' dire
del suo stile, a differenza di molti batteristi, è che è melodico. E ricava un gran suono
da qualsiasi cosa tocchi". Con queste parole il sassofonista Steve Lacy definì il
drumming di Billy Higgins in occasione della registrazione dell'album "Evidence" del
1961, realizzato in collaborazione col trombettista Don Cherry.

Nato a Los Angeles nel 1936, muove i primi passi musicalmente durante
l'adolescenza in bands R&B fino al 1953, anno in cui entra a far parte dei Jazz
Messiahs, band in cui militavano rispettivamente alla tromba la sua vecchia
conoscenza scolastica Don Cherry e al sax James Clay. L'incontro fu fondamentale,
infatti qualche anno dopo sarà proprio Clay a presentare i due a Ornette Coleman. A
partire dal 1958 il batterista californiano divenne uno dei musicisti più richiesti,
soprattutto in studio. Ha registrato con Ornette Coleman, Herbie Hancock, John
Coltrane, Grant Green, Donald Byrd, Booker Ervin, Dexter Gordon, Thelonious
Monk, Lee Morgan, Sonny Rollins, Cecil Taylor, Hank Mobley, Steve Lacy fino ai
più moderni Pat Metheny, John Scofield, Joshua Redman oltre a vantare una decina
di album incisi come leader. Il perché abbia suonato praticamente con tutti i migliori
jazzisti degli ultimi 40 anni è presto detto; già le citate parole di Lacy basterebbero,
ma trovo sia doveroso aggiungere che è sufficiente ascoltare un qualsiasi album da lui
registrato per fugare definitivamente ogni dubbio e capire cosa s'intende quando si
parla di feeling musicale.

Higgins aveva un timing solido, un suono eccezionale e una musicalità fuori dal
comune. Completamente a suo agio in qualsiasi contesto (dall'infuocato free del
Double Quartet di Coleman al rilassato bop chitarristico di Grant Green), Billy ha
continuato a suonare fino all'anno della sua prematura scomparsa (nel maggio del
2001). Nonostante una carriera meravigliosa e centinaia di album registrati, sempre
ad altissimi livelli, raramente si sente parlare di lui, specialmente tra i batteristi
moderni.

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