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ANASSIMANDRO DI MILETO

<<da dove tutti gli esseri (= tutte le cose che sono tutto ciò che esiste) hanno origine,
ivi hanno anche la distruzione (=perire/ fine di tutto ciò che ha avuto origine)
secondo necessità (= ciò che non può non essere/ tale legge costringe tutto ciò che esiste):
poiché essi (= gli esseri) pagano l’uno all’altro
la pena (gli esseri, una volta venuti al mondo, conducono un’esistenza colpevole in quanto si sono
staccati necessariamente dal principio, mediante la separazione dei contrari)
e l’espiazione della loro ingiustizia, secondo l’ordine del tempo

DK12B1

Per Anassimandro di Mileto tutte gli enti della physis hanno origine per separazione e differenziazione
da quel principio indistinto e indeterminato che è l’apeiron.
Non ci muoviamo più nell’universo del mito, ma si riscontrano con esso sorprendenti analogie: se per
Esiodo il distacco primordiale di Cielo (Ouranos) e Terra (Ghē) avviene attraverso l’inganno e la
violenza (nella Teogonia Crono, nascosto nell’abisso oscuro della madre Gea, evirerà il padre Urano,
atto cruento necessario affinché si compia la separazione tra Cielo e Terra), per Anassimandro la
separazione degli elementi che danno origine alla vita rappresenta una forma di adikia, un’ingiustizia
cosmica eppure necessaria.
Anassimandro, inoltre, fu il primo a ridurre la Terra a uno spazio bidimensionale, consacrando il
passaggio dalle antiche cosmogonie mitiche alla cosmologia e realizzando la prima carta geografica;
egli non racconta più una storia sulla nascita del mondo, ma ricorre a un vero e proprio modello
geometrico, la sua tavola (pinax):

«per primo ebbe l’ardire di disegnare la Terra abitata su una tavoletta» (12A6 DK).

Nella sua visione del mondo, la Terra sta ferma al centro di forze contrarie che spingono dal limite
esterno dell’universo, muovendosi verso l’interno; il centro è in equilibrio assoluto, e quel punto è
saldamente occupato dalla Terra.

MODELLO DEL “COSMO”

RIPRODUZIONE DELLA CARTA GEOGRAFICA DEL MONDO

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