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11) Gli atti del procedimento penale

il procedimento penale è per definizione una successione di atti, gli atti assumono
in genere la forma di verbali contenenti le indicazioni della data di formazione, dei
soggetti presenti, delle attività compiute e recano la sottoscrizione degli intervenuti.
altri atti sono quelli tipici adottati dal giudice quali sentenza, ordinanza, decreto, o
dei suoi ausiliari avvisi.
- distinzione degli atti: sotto un primo profilo si designano atti processuali in
senso proprio, quelli posti in essere dopo il promovimento dell'azione penale e
fino alla sentenza definitiva; si indicano come atti del procedimento quelli
compiuti nello stato delle indagini preliminari.
Sotto la significa manifestazione di volontà, il mero comportamento, il risultato
prodotto è cioè l'attività processuale nella sua materialità, l'atto può altresì indicare
la forma verbale, il documento, una sorta di involucro contenitore rispetto alla
realtà ho fatto in esso contenuto.
- sentenza e pubblicità degli atti: per ciò che concerne la generalità, le esigenze di
segretezza il correlativo divieto di pubblicità delle attività investigative anche
processuali si fondano su una serie di valori meritevoli di tutela, quali la
speditezza ed efficienza delle indagini preliminari, la presunzione di non
colpevolezza dell'accusato e la corretta formazione del convincimento Del
Giudice. per auto coperto dal segreto si intende quello che l'indagato o
l'imputato non conosce ne ha diritto di conoscere, il compimento dell'atto alla
sua presenza ovvero il successivo suo deposito con avviso del difensore, Rende
l’atto Conosciuto o conoscibile solo ai soggetti Oh parti processuali e non a terzi
estranei.

Per ciò che concerne la disciplina, pertanto nella fase delle indagini preliminari e si
hanno atti segreti e cioè non conosci bene nemmeno dal difensore del inquisito E
atti a Costui noti almeno mediante il deposito dei relativi verbali e cioè atti per lui
non più segreti. Per gli altri atti noti alle parti, la possibilità di pubblicarli nel loro
testo è possibile per quelli contenuti nel fascicolo per il dibattimento mentre è
possibile dopo la pronuncia della sentenza di secondo grado quelli contenuti nel
fascicolo del pubblico ministero. Tale disciplina ha lo scopo di salvaguardare il libero
convincimento del giudice, Costui sarebbe esposto ad influenze troppo penetranti
dalla stampa qualora questa potesse pubblicare il testo dei singoli atti anziché una
mera informazione sui fatti in essi contenuti.
12) La notifica degli atti

Le notifiche in generale
Le notificazioni sono quelle attività poste in essere per assicurare la conoscenza di
atti, l'osservanza del meccanismo legale di notificazione assicura però solo una
presunzione legale di conoscenza ben diversa Essendo la sua effettività di una
conoscenza reale anche se la strutturazione della sua normativa mira a far
conseguire al destinatario la conoscenza effettiva. l'attività di comunicazione
dell'atto è descritta nella relazione di notifica che nella sua forma tipica redatta
dall'ufficiale giudiziario con le indicazioni di tempo, luogo, consegnatario e
destinatario dell'atto, la relazione scritta sulla copia consegnata sia sull'originale da
restituire alle autorità o alla parte privata richiedente.
diversa dalla notificazione la comunicazione la quale attraverso di essa senza
intervento dell'ufficiale giudiziario, il giudice rende noto al pubblico ministero propri
atti o determinazione attraverso la consegna della copia a cura della cancelleria.
la violazione delle disposizioni in materia comporta la nullità della notifica e quindi
un vizio procedurale in grado di travolgere nei casi più gravi anche gli atti
successivamente compiuti e di superare persino in un caso limite lo sbarramento del
giudicato, allorché in sede incidentale di esecuzione è consentito di valutare nel
merito la procedura seguita per le dichiarazioni di reperibilità con eventuale
restituzione in termini dell'imputato ai fini dell'impugnazione.

Le notifiche all'imputato
In caso di imputato detenuto, egli va ricercato nell'istituto di penitenziario, e gli va
consegnato in mani proprie la copia dell'atto.
In caso di imputato libero, la notifica come già visto per gli altri soggetti privati
avviene nella abitazione o luogo dove esso dimora, in caso di mancata dello stesso
può essere notificata a persona convivente al portiere che deve sottoscrivere
l'avvenuta ricezione.
per rendere più agevole le notifiche all'imputato la legge 62/2005 introdotto il
comma 8 bis all'articolo 157 che prevede che se l'imputato nomi non difensori di
fiducia alle notifiche degli atti successivi alla prima possono essere fatte presso il
domicilio del difensore però è data la facoltà difensore di rifiutare Dalle modalità di
notifica.

Domicilio dichiarato o eletto


L'istituto dell' elezione o dichiarazione di domicilio disciplinato dall'articolo 161, sin
dal primo contatto con la polizia giudiziaria, con il pubblico ministero con il giudice
l'indagato invitato a dichiarare o eleggere un domicilio con l'onere di comunicarne
eventualmente le varie variazioni, in mancanza delle quali le notifiche verranno
mediante consegna al difensore quale rappresentante processuale. fuori da tale
ipotesi l'invito a di dichiarare o ad eleggere domicilio ha formulato con
l'informazione di garanzia o con il primo atto notificato per disposizione dell'autorità
giudiziaria. il domicilio può essere anche eletto presso il difensore nel caso in cui
però si tratti del difensore d'ufficio tale elezione non ha effetto se no non si
accompagna dal assenso del difensore stesso. Giova chiarire che per l'imputato
detenuto essendo sempre possibile la consegna personale non è possibile La
elezione di domicilio, non potendosi al realizzare siffatto risultato. in tal caso la
dichiarazione o della elezione di domicilio effettuata dal detenuto, al direttore
dell'Istituto, al momento della scarcerazione. il domicilio dichiarato eletto
dall'imputato libero vale per ogni stato e grado del procedimento.

Notificazione a soggetti privati diversi dalle imputato: la notifica a soggetti diversi


dall’ imputato, avviene mediante formalità prescritte dalla legge, nella prima uguale
all’ imputato non detenuto, sollo successivamente quando queste parti si saranno
costituite, dovranno eleggere o dichiare il proprio domicilio.
Per ciò che riguarda il difensore, questi debba ricevere solo l’avviso di atti che l’ A.g.
compirà ed è sufficiente che prenda conoscenza della notizia senza necessariamente
rispetti le forme della notifica.

13 Patologie degli atti processuali


L’ ordinato e corretto progredire degli atti, si sostanzia di osservanza di regole, la
mancata osservanza produce, patologie degli atti in se:
- nullità
- irregolarità
- decadenza
- inamissibilità
- inutilizzabilità
Inesistenza: ricorre quando vi si verifica l’ assenza di presupposti minimi, per
inquadrare l’ atto compiuto come atto processuale, da ciò ne consegue l’insanabilità
dell’atto.
Irregolarità: è un vizio formale dell’atto, che non richiama la nullità, bensì l’atto sarà
affetto da semplice irregolarità, e lo stesso vizio viene corretto dal giudice.
Decadenza: s’intende perdità di facoltà di porre in essere un atto del procedimento,
o meglio decadenza del potere di compiere un atto in quanto trascorso il termine
per esperire l’atto, consegue l’ inamissibilità dell’atto.
Preclusione: se la parte tiene un certo comportamento non può adottarne un altro,
per ex. Se la parte esperisce l’azione civile non può costituirsi parte civile nel
procedimento penale.
Inutilizzabilità: art 191 cpp-> le prove acquisite con la violazione dei divieti imposti
dalla legge, sono inutilizzabili; l’inutilizzabilità è distinta dalla nullità ed è distinta in:
- inutilizzabilità assoluta: patologica: atto inidoneo in qualsiasi fase del
procedimento e del processo, ed è rilevabile di ufficio.
- Inutilizzabilità relativa: fisiologica: propria degli atti delle indagini preliminari; gli
atti sono utilizzabili in fase preliminare ma non in fase dibattimentale.

La nullità: l’ inosservanza di norme procedurtali comporta la nullità dell’atto:


- Nullità assoluta: a) concernente condizioni di capacità del giudice o numero dei
giudici necessario per costituire un collegio; b) per il PM relativa all’ iniziativa
penale per esempio in materia di citazione dell’ imputato;
- Nullità a regime intermedio: definita anche assoluta relativa, sono quelle che
vengono escluse dall’ordine generale;
- Nullità relative: sono quelle più lievi, confinate con le mere irregolarità, previste
da normative in pieno rispetto del principio di tassatività;
Conseguenze delle nullità:
- Deducibilità: Assolute non vi sono limiti temporali; regime intermedio possono
essere dedotte fino all’ emanazione del provvedimento di primo grado, relative
trovano la loro deducibilità in una serie di sbarramenti temporali.
- Rilevabilità: per le assolute sono rilevabili in ogni stato del procedimento; regime
intermedio essere sono rilevate anche d’ufficio ma non dopo la sentenza di
primo grado; relative solo su eccezioni di parte e mai rilevabili d’ ufficio.
- Sanabilità: è un fenomeno che estingue il vizio, non è possibile per le nullità
assolute, mentre per le altre due si verifica se la parte interessata accetta l’atto
viziato e se ne avvale delle facoltà che ne discendono.
L’abnormità: è un vizio che non è codificato nel codice, ma è frutto di un’
elaborazione da parte della dottrina e della giurisprudenza; può riguardare l’apetto
strutturale dell’ atto quando si pone al di fuori del sistema organico della legge
processuale, mentre per ciò che concerne l’ aspetto del profilo funzionale,
determina la stasi del processo e non permette di proseguirlo.
Contro il provvedimento affetto da abnormità, si può ricorrere in cassazione nei
termini previsti per le impugnazioni, il termine decorre dall’ avvenuta conoscenza

14 Notitia Criminis
La notizia di reato è l'informazione con la quale il PM o la polizia giudiziaria vengono
messi a conoscenza del compimento di un illecito penale.
La notizia di reato è anche denominata notitia criminis.
Si parla di notizia specifica, se il reato denunciato è stato commesso da una o più
persone identificate, o di notizia generica, se gli autori dell'illecito non sono
individuati.

Norme che disciplinano le notizie di reato


Il codice di procedura penale disciplina la notizia di reato a partire dall'articolo 330,
precisando sin da subito che il pubblico ministero e la polizia giudiziaria possono sia
prendere notizia dei reati di propria iniziativa che ricevere le notizie di reato nelle
modalità disciplinate dal codice stesso.

Gli effetti della notizia di reato


Una volta ricevuta una notizia di reato, il pubblico ministero o la polizia giudiziaria
devono iscriverla immediatamente nell'apposito registro, precisando anche il nome
della persona alla quale è attribuito l'illecito, contestualmente (se si tratta di notizia
specifica) o dal momento in cui risulta (se si tratta di notizia generica). Con
l'iscrizione si aprono le indagini preliminari e iniziano a decorrere i relativi termini.

Aggiornamento del registro delle notizie di reato


Deve precisarsi, a questo proposito, che nel caso in cui nel corso delle indagini
preliminari il fatto illecito muti la propria qualificazione giuridica o risulti
diversamente circostanziato, il pubblico ministero non procede a una nuova
iscrizione ma si limita ad aggiornare le precedenti.
I diversi registri delle notizie di reato
Attualmente, presso le Procure della Repubblica, sono tenuti diversi registri delle
notizie di reato, ovverosia:

- il registro delle notizie di reato a carico di persone note (modello 21);


- il registro delle notizie di reato a carico di persone ignote (modello 44);
- il registro delle notizie di reato per i reati attribuiti alla competenza del giudice di
pace (modello 21 bis);
- il registro delle notizie anonime di reato (modello 46).
Ad essi si affianca il registro degli atti che non costituiscono una notizia reato
(modello 45).
Informazioni sulle iscrizioni
Le iscrizioni delle notizie di reato sull'apposito registro sono comunicate, su
richiesta:

- alla persona alla quale è attribuito il reato,


- alla persona offesa,
- ai rispettivi difensori.
Fanno eccezione le ipotesi in cui si procede per uno dei delitti indicati dall'articolo
407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale, ovverosia quelli per i quali
la durata massima delle indagini preliminari è innalzata dagli ordinari diciotto mesi ai
due anni.
Si tratta, ad esempio, dei casi di associazione a delinquere per i quali è previsto
l'arresto il flagranza di reato, dei delitti commessi per finalità di terrorismo o di
eversione dell'ordinamento costituzionale per i quali la legge stabilisce la pena della
reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni,
dell'omicidio, del sequestro di persona a scopo di estorsione e così via.
In generale, comunque, il pubblico ministero può, con decreto motivato, disporre il
segreto sulle iscrizioni, per un periodo massimo di tre mesi non rinnovabile.
Informazione della persona offesa
Decorsi sei mesi da quando ha presentato la denuncia o la querela, la persona offesa
dal reato può invece chiedere di essere informata sullo stato del procedimento
rivolgendosi all'autorità che ha in carico il procedimento, purché ciò non arrechi
pregiudizio al segreto investigativo.
Le forme della notizia di reato
Le notizie di reato espressamente disciplinate come tali nel titolo dedicato del
codice di procedura penale sono solo due, ovverosia la denuncia e il referto. Ad esse
si affiancano, tuttavia, i diversi ulteriori atti che contengono l'informativa circa il
compimento di un illecito penale, disciplinati altrove nel codice, quali la querela,
l'istanza, la richiesta di procedimento e l'autorizzazione a procedere. Rilevano,
inoltre, le cosiddette notizie di reato innominate o atipiche, non disciplinate dalla
legge, come la comunicazione anonima, la notizia confidenziale, la sorpresa in
flagranza, la notizia di stampa e così via.
Soffermiamoci sulle forme della notizia di reato espressamente disciplinate come
tali dal codice di rito.
La denuncia
La denuncia è la dichiarazione con la quale un pubblico ufficiale, un incaricato di
pubblico servizio (art. 331 c.p.p.) o un soggetto privato (art. 333 c.p.p.) portano a
conoscenza del P.M. o della P.G. l'avvenuta commissione di un reato perseguibile
d'ufficio.
Per i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio la denuncia, che deve
essere in forma scritta e "presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero
o a un ufficiale di polizia giudiziaria", è sempre obbligatoria, anche quando non è
individuata la persona alla quale è attribuito il reato e anche se il fatto emerge nel
corso di un procedimento civile o amministrativo. Nel caso in cui le persone
obbligate alla denuncia sono più di una per il medesimo fatto, l'atto può anche
essere unico.
Per i privati, invece, la denuncia, che deve essere presentata "oralmente o per
iscritto, personalmente o a mezzo di procuratore speciale", è facoltativa, fatta
eccezione per alcune ipotesi tassative in cui diventa obbligatoria (come i reati contro
la personalità dello Stato puniti con l'ergastolo, il sequestro di persona a scopo di
estorsione, ecc.).
La denuncia presentata per iscritto deve essere sottoscritta dal denunciante o da un
suo procuratore speciale, mentre le denunce anonime non possono essere
utilizzate, salvo che le stesse non costituiscano corpo del reato o provengano
comunque dall'imputato.
Il contenuto della denuncia
La denuncia, in ogni caso, deve contenere:

- l'esposizione degli elementi essenziali del fatto,


- l'indicazione del giorno dell'acquisizione della notizia,
- l'indicazione delle fonti di prova già note.
A tali elementi, ove possibile, si affiancano le generalità, il domicilio e tutti gli
ulteriori elementi utili a identificare la persona alla quale il fatto è attribuito, la
persona offesa e coloro che siano in grado di riferire su circostanze rilevanti per la
ricostruzione dei fatti.
Il referto
Il referto, invece, è la segnalazione che l'esercente una professione sanitaria deve
fare al P.M. o alla P.G. quando abbia prestato la propria assistenza od opera in casi
che possono presentare i caratteri di un delitto procedibile d'ufficio. Se nella
medesima occasione l'assistenza è stata prestata da più persone, l'obbligo di referto
grava su ognuna di esse, con facoltà di redigere e sottoscrivere un unico atto.
Chi ha l'obbligo di referto è tenuto a farlo pervenire entro quarantotto ore o
immediatamente, se vi è pericolo nel ritardo, indicando la persona alla quale è stata
prestata assistenza e, ove possibile, "le sue generalità, il luogo dove si trova
attualmente e quanto altro valga a identificarla nonché il luogo, il tempo e le altre
circostanze dell'intervento". Nel referto vanno inoltre riportate tutte le notizie
idonee a stabilire le circostanze del fatto, i mezzi con i quali è stato commesso e gli
effetti che ha causato o può causare.
Legittimato a ricevere il referto è il pubblico ministero o qualsiasi ufficiale di polizia
giudiziaria del luogo in cui l'esercente una professione sanitaria ha prestato la
propria opera o assistenza o, in loro mancanza, l'ufficiale di polizia giudiziaria più
vicino.
L'informativa della polizia giudiziaria
Quando la notizia di reato è acquisita dalla polizia giudiziaria, quest'ultima è tenuta a
riferirne senza ritardo al pubblico ministero, per iscritto. In particolare, la P.G. deve
comunicare gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi raccolti sino a quel
momento e indicare le fonti di prova e le attività compiute, trasmettendone la
relativa documentazione.
Quando è possibile, poi, la polizia giudiziaria deve comunicare al P.M. "le generalità,
il domicilio e quanto altro valga alla identificazione della persona nei cui confronti
vengono svolte le indagini, della persona offesa e di coloro che siano in grado di
riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti"

15 Le condizioni di procedibilità

Procedibilità a querela
Le condizioni di procedibilità sono la querela, l'istanza di procedimento, la richiesta
di procedimento e l'autorizzazione a procedere.
Analizziamole nel dettaglio a partire dalla principale, ovverosia dalla querela, che
può essere definita come la dichiarazione facoltativa con la quale la persona offesa
da un reato manifesta la propria volontà che si proceda nei confronti del colpevole.
Di essa si occupano gli articoli da 336 a 340 del codice di procedura penale.
La querela può essere presentata dal titolare del relativo diritto sia personalmente
che per mezzo di un procuratore speciale e sia oralmente che per iscritto. A tal fine è
necessario rivolgersi al P.M., a un ufficiale di polizia giudiziaria o a un agente
consolare all'estero, nel termine massimo di tre mesi dal giorno della notizia del
fatto che costituisce il reato (ai sensi di quanto stabilito dall'articolo 124 del codice
penale). Il diritto di querela, in quanto disponibile, può essere oggetto sia di rinuncia
preventiva che, una volta esercitato, di remissione.
Istanza di procedimento
L'istanza di procedimento, della quale si occupa l'articolo 341 del codice di
procedura penale, è la dichiarazione facoltativa con la quale la persona offesa da un
reato commesso all'estero (da cittadini italiani o stranieri), che se commesso in Italia
sarebbe stato procedibile d'ufficio, chiede che il P.M. proceda per il reato stesso.
Si tratta di una condizione di procedibilità analoga alla querela, della quale segue
quindi le forme, ma con una grande differenza: l'istanza di procedimento è
irrevocabile. Così come la querela, anche l'istanza si estende di diritto a tutti gli
autori del fatto, è valida anche se proposta da una sola delle persone offese, può
essere diretta anche verso ignoti e prescinde dall'utilizzo di formule sacramentali.
Richiesta di procedimento
La richiesta di procedimento, contemplata dall'articolo 342 del codice di rito, è la
dichiarazione discrezionale irrevocabile con la quale un organo pubblico estraneo
all'organizzazione giudiziaria (ad esempio il Ministro della giustizia) manifesta la
volontà che il P.M. proceda per un determinato reato.
Tale condizione di procedibilità è prevista per determinati reati, in ragione della loro
natura o per opportunità politica (tornando all'esempio di prima, per poter
procedere per delitti commessi in danno del Presidente della Repubblica occorre la
richiesta di procedimento del Ministro della giustizia).
Operativamente, la richiesta di procedimento va presentata al pubblico ministero
con atto sottoscritto dall'autorità competente; la polizia giudiziaria non è
competente a riceverla.
Autorizzazione a procedere
L'autorizzazione a procedere, infine, è la dichiarazione discrezionale irrevocabile con
la quale un organo pubblico estraneo all'organizzazione giudiziaria, su richiesta del
P.M., consente l'esercizio della giurisdizione penale nei confronti di una determinata
persona (ad esempio un Ministro) o in rapporto ad un determinato reato (ad
esempio i reati ministeriali). A seconda dei casi, è tesa a rimuovere un ostacolo
iniziale o sopravvenuto all'esercizio dell'azione penale. Di essa si occupano gli articoli
343 e 344 del codice di procedura penale.
L'autorizzazione a procedere può essere concessa solo:
- da ciascuna delle Camere - per i procedimenti a carico del Presidente del
Consiglio o dai Ministri;
- dalla Corte costituzionale - per i procedimenti a carico dei suoi membri;
- dal Ministro della giustizia - per gli specifici reati per i quali è richiesta tale
condizione di procedibilità.
Se vi è stato arresto in flagranza l'autorizzazione va richiesta immediatamente dopo
tale evento e prima dell'udienza di convalida; negli altri casi invece va chiesta entro
30 giorni dalla iscrizione della notizia di reato nel relativo registro. Nell'attesa che
venga concessa non è possibile procedere, in danno dell'indagato, al fermo di polizia
giudiziaria, all'emissione di misure cautelari personali o a perquisizioni,
intercettazioni, ispezioni, ricognizioni, confronti e individuazioni; se però vi è stata
flagranza di un delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio sono possibili,
oltre all'arresto, le perquisizioni (domiciliari o personali).
Assenza della condizione di procedibilità
Se con provvedimento di archiviazione o sentenza di proscioglimento o non luogo a
procedere viene dichiarata la mancanza della querela, dell'istanza, della richiesta o
dell'autorizzazione a procedere è comunque possibile esercitare l'azione penale per
il medesimo fatto e contro la medesima persona. A tal fine è necessario che venga
successivamente proposta la querela, l'istanza o la richiesta o che sia concessa
l'autorizzazione o sia venuta meno la condizione personale che la rendeva
necessaria.
Lo stesso vale anche quando il giudice accerta che manca una condizione di
procedibilità diversa dalle precedenti e quando, dopo che è stata pronunciata
sentenza di non luogo a procedere o di non doversi procedere per incapacità
irreversibile dell'imputato, lo stato di incapacità cessa o si accerta che è stato
dichiarato per errore.
Se la condizione di procedibilità può ancora sopravvenire (e fermo restando quanto
detto con riferimento all'autorizzazione a procedere), in sua mancanza è possibile
sia compiere gli atti di indagine preliminare necessari ad assicurare le fonti di prova
che, se vi è pericolo nel ritardo, assumere le prove previste dall'articolo 392 con
riferimento all'incidente probatorio.

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