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Le obbligazioni da atto lecito: quasi ex 

contractu  
Le obbligaziones quasi ex contractu, erano fonte di produzione di
obbligazione, che prescindevano da un accordo di due o più volontà. Tra
di esse vi era: la negoziorum gestio, gestione di affari altrui, cioè
l'assunzione spontanea della rappresentanza indiretta di un soggetto
verso un dominus negozi assente o impossibilitato a compiere un
determinato affare. Pertanto, per aversi un negoziorum gestio,
occorrevano i seguenti elementi: 
  Il compimento di un atto, che importasse gestione di affari
altrui.  
 Poteva trattarsi di un atto materiale, come ad esempio
piantagione dei semi, riparazione di guasti, o giuridico, come ad
esempio la conclusione di un contratto.  
 Assenza di un mandato sia tacito sia espresso, in quanto la
gestione doveva essere spontanea.  
 Volontà di gestire un negozio altrui. 
 E l'utilità della gestione intrapresa, in quanto ai fini della sua
valutazione, occorreva tener conto del momento in cui la
gestione era stata intrapresa e non del suo esito finale.  
 A tutela del dominus era concessa
un Actio negotiorum gestiorum directa, mentre a tutela del
gestor, era accordata un Actio negotiorum gestorum contraria.
La solutio indebiti, si aveva quando un soggetto eseguiva una
prestazione di dare, non dovuta, o perché l'obbligazione era
inesistente, o perché esisteva, ma intercorreva tra soggetti
diversi. In questo caso, chi pagava poteva chiedere la restituzione
di quanto indebitamente prestato ricorrendo, allo strumento
della cosiddetta: conditio indebiti. Per poter esercitare la
conditio, occorreva: 
  una Datio, in quanto l'acquisto della proprietà da parte
dell'accipiente si verificava a seguito del trasferimento in
proprietà di denaro o di altra cosa corporale.  
 L'assenza di causa occorreva che mancasse una ragione
ritenuta dal diritto sufficiente a giustificare, da parte
dell’accipiente, la conservazione del suo acquisto;  
 l' error solventis, in quanto, in assenza dell’errore, si riteneva
che il solvente volesse gratificare l’accipiente. 
  Error accipientis, in quanto se l’accipiente riceveva
scientemente un indebitum, si riteneva che si verificasse
un furtum, con la possibilità dell’esperimento della conditio ex
causa furtiva. 
Si aveva l'arricchimento ingiustificato, quando il patrimonio di una
persona, per fatto proprio o altrui o per eventi naturali, fosse aumentato
in danno di altre persone senza causa giustificatrice o per una causa
contraria alla legge. Al soggetto danneggiato e nei confronti dell'arricchito
era concessa una conditio, detta azione di arricchimento, allo scopo di
ristabilire il giusto equilibrio tra i patrimoni. In particolare, esistevano
diversi rimedi giudiziali:  
 La conditio ex causa furtiva, concessa in favore del dominus
derubato, cui ladro doveva restituire la cosa sottratta, con cui era
possibile chiedere la restituzione di una res già in proprietà
dell'attore;  
 La conditio ob causam datorum, accordata al soggetto che
avesse dato una cosa da altri per avere una futura
controprestazione, nel caso in cui questa non fosse stata
eseguita.  
 La conditio ob turpem causam, esercitabile al fine di ottenere
la restituzione di una cosa trasferita in esecuzione di un atto
contrario a lavorare.  
 La conditio ob in iustam causam, finalizzata alla ripetizione di
ciò che si era dato per una causa disapprovata dalla legge, come
ad esempio, quando si pagava in base ad una stipulatio estorta
con la violenza.  
 La conditio sine causa, concessa a chi avesse dato una cosa gli
altri per raggiungere uno scopo poi venuto meno.  

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