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ALGEBRA
APPLICATA.
pouèfimoftra la vtilifsima applicatione d'cfla
alla inucntione delle cofe recondite nelle
diuerfe Scienze, & Arri.
DI PIETRO ANTONIO CATALDI LETTORE DELI^ SCIINII
Mathematiche nello Studio di Bologna-.,
IN BOLOGNA, M. DG XXIL
Per Nicolò Tebaldini
Cm Licenza ie Suftrini
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1
molto dtfficile,& ofeuraj Onde fi veniua ad etfer priuo del giocando profitto
che da lei fi può confeguire Hora io dcfidcrofilfimo di giouare aU'vniuerlalc
:
quanto più pono»& ampliare le faenze di numeri, &: linee à proficuo loro or-
namento ho in quella particolare Dottrina compofte molte opere che la pop-
an
DiVV.SS.llluftrù's.
ioCataldi.
TAVOLA >
da cfla Algebra
pernione & pegola de! trottare tcaf, ò parò delle bafet
& l'alterò per-
I pendolare mll; friangài.
~~ —~ à farciate r
Aucrtitot u t t nel m\furare U Terre con lo [quadro, \
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confidcratiom
l
*l TMÌ(itSj:d de' Triangoli mediante i lati loro
intorno giti Quadrilateri^ diametri loro.
.....
77~
i
Al
Come mediante la Dottrina Algebrica fi'conofea che la pegola del tre* <ZMgji+
Mo d,rc delle 4 . guarnii* proportionalifipuò efequire con due partitioni
i #
Come daU'Algèra [t dermifactU, (frjicur* pegola nelU operationi Mi
Varat-
tt mercantili
4t
Come dall' Algebra
mi/ftper trouare
fi deriui la pegola olii quefiti di corpi d'Or; d'Argento,
Ir qualità,
&
quantità loro , allafimilttudine della inuen-
&
ttone d' Archimede Stracufano nel trouare le parti dell'Oro,
che erano nella Corona del %e Hcranc, £t
dell'Argento
altrriquefitt fimiU in diuerfe ma-
&
terie, con pegole da conponere
diuerfimtflt, adoprando le diuerfe materie date 4f
'Efempij delioperare Algebrico in queftti di edtficu, In Militari per le
ordinante,
m Mercantili, £t maitre cofe diuerfe. J I
Come mediate
Alcuni
l'Algebrafitrouino %eg»lc per mifurare Disianze t & Altere 6s
quefttt dtuerji, (ejr cerne fi rtduchtno alla ufiranione V~9
Le fi»» e pertinenti 4 quefla Opera fono nelfoglio X, faciata deli .alle quali
figgono alcuni quefìtt Triangolari
^?
1
Il Fine della Tauola.
: ; -
ALGEBRA APPLICATA.
AV E N D O eoo l'aiuto Dioioo efpedito il Trattato dell'Algebra nome*'
rate» 6t linca'c moHridooe la origine difcorfiua,Hora a cuoche l'accorto
Studente cooofea ebe fi può andar temendo d'efia Dottrtoa in molte oc-
cafiooi oecorenti»& per rifolueredtuerle domande , òquefiti in diocrìè*
forte di Sciente » & Arti applicandola con giudicio ad efle » noi in quefto
\T Trattato che chiameremo perciò ALGEBRA A PPL IC ATA. forma
remo alcuni efempii di queliti diuerfi,Et cominciando dalle cofe Gcomc»
triche vedremo,come mediante la fola cognitiooe A igebratica fi pofia co
la notitia della bafe*& lati del Triangolo trouare la fua perpendicolare »
ò altezza. Onde procede ido al (otito con ti naturale difeorfo guidati dal fauorcuole lume Diur-
no connderaremo, che in qual fi rogiti Triangolala fomma del quadrato dell'altezza, o perpeft-
dicolare,eonj| quadrato dei cafo maggiorerò parte maggiore della bafr,fe ella fiadiotìa in due
parti cadendo la perpendicolare (che viene dalla cima del Triangolo ) dentro ad eflb Triangolo
ad la bafe , come auuiene femprc > che gl'angoli alla bafe fiano acuti ) forma il quadrato del lato
maggiore» Etfimilmcote la fomma del quadrato dell'iftcllaaltezzaconil quadrato del cafo mi-
nore forma il quadrato del lato minorciperilche remoffoda ciafcuna manda ,ò leuato il quadra-
to dell'altezza » fi vede che la differenza de* quadrati de dui lati e fempre eguale alla diffcrcnzz*
dei quadrati de i dui cari, Et perciò quando i dui lati del Triangolo fono eguali fra loro.Sr confe-
quentemente eguali i quadrati loro( ancora i quadrati de i dui cali fono eguali fra loro» & perciò
eguali elfi dui cafi fra loro, & «alcuno d'effi «ali e la miri della bafe.
Qnefto intefOjfuppofto il Triangolo a r n,i lati a r t 6c a o.del quale fiano I J.& 1 1 .8t la baie r n»
14» Per trouare i ca6(acciò poi eih mediante fi venga incorninone dell'altezza, & confequente-;
mente della grandezza Jeonucrrl diuidere tubale in due parti tali che la differenza de* quadra-
fi d'effe fia 5 ^q ua{
s 6.e la differenza di a a j & inquadrati dei dui lati 15.& ij.OndepoSola
parte remaggiore t.eofa,& perciò la minore e 0,14-meno i.cofa.cauato ivé.meno 18 cofe pili
l.cenfo quadrato di quefta.da t .ccnfo»quadrato di r c.il recante » 8.cofe meno s 96. douera effe-
re t*.& però farà egua<e a $d.che accomodato il meno 1 96.fi haucra »8.cofe eguale a a/ ». per-
siche la cola valera 9. onde r c,pofta /.colà (ara 9« & co» pofta 14. meno x. cofa farà 14. meno 9,
cioè 5.E? perche in quefto operare li vede che il aS.numcro delle cofe e fempre il doppio del 14
bafe»Ec che del a/a.compofto da 196.it 56.1l 196. e il quadrato di I4»bafe,& il 56. e ladiffcren-
xa de' quadraci di t j.8t i t.Iaci»*quate a ; «.partito per a8.ne viene il 9.cafo maggiore» Si conofee
che di qui deriuando la Regola numerale aqueni queliti fi potrà dire . Al quadratodel/a bafe 6
giunga la differenza de' quadrati de i dui lati » & la fomma G parta per il doppio della bafe che*
1 auenimento farà la parte maggiore della bafe.chc fi chiama cafo maggiore
Figura f. Mafe auucrtiremo che douendo partire a/t. compoftodal dal I9Ò\ quadrato
di i*.bafe,per a8.doppio d'etto t*.noi potiamo partire per ai.il j *.da fe,& ancora il i^tf.da fé,
te poi fomare infieme i dui auenimenti che la fomma loro farà l'auncnimento cercato
Et che a partire il 1 96. per il doppio di 74. d i che egli e quadratole nafee fempre di neceflita
conuerfamente la mita d'elfo 14. cioè la mita della bafe»ci accorgeremo che più breuemente fi
può dire • Partali la differenza de' quadrati de i dui lati per il doppio della bafe, & f auenimento
f» giunga alla mita delta bafe che la fomma farà il cafo maggiore.o parte maggiore della bafe Et
fe ancora auucrtiremo , che la differenza de* quadrati di due quantità fi troua facilmente fcza
formare etti dui quadratnpoiche ella e il prodotto che nafee a moltip'icare la fommn d'effe duo
«piantiti via la differenza delle medcfme due quantità» (che effendo A»7 & 8» 1 9. la differenza de
.
quadrati loro 49.Sc t 61. quale e Q. j fa.fi troua mokip:icàdo S»a6 fomma di detti A 7. B, 1 Mia
,
la differenza loro D, 1 a. Perche intefo B»i o.diuifo in A, 7. prima par te, A R, 1 x. feconda. la fc mma
de' dui dutti dì B» ivin ciafeunodcllc fuedue parti A 7-R> i ». (che fono ax8. & fanno in_»
fomma j*i.)e eguale al duttodi elfo B»i9.nella fomma delle fuedue parti A. 7 R.ia cioè ai cut
to di B>in fc (tetTotO vogliamo dire al quadrato di etto fi. Ancora il duteo di 8,19. inA,7.foa pri-
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* ALGEBRA
ma parte e quanto il dutto di A,7. iftcflb neUc due parti dette Ai7< & R> xf• doe e quanto qua- j'i
At 7. Et A» 7.
— B, 19.
A, 7. Ri
t a.inR.ia.e eguale il folo dutto di R.ix.neU
IaiommadiA,7.fi{diR,ij.cioenelB,i9.có-
pollòda A, &R, Onde cfli tre dotti vengono
viaA,7. viaR.i». R, ia. R,i». a)d importare quanto quef^i dui che fono di
pofto.o fomma S,»# di effi A,& R.farà eguale alli tre dutti particolari detti,che comprendono la
differenza del quadrato di B.maggiore al quadrato di A .minore; cioè efta differenza de* quadra-
ti di A,& fi, e eguale • o importa quato il dutto detta fomma d'effe A, Ir B» nella differenza loro.
Et perche hauendo diuifo B, 1 p.in A,7. li R> 1 ». fi t veduto che il quadrato d'erto B. e eguale sU.
dutti particolari, che fono di A, in A, di A, io R,di R, in A, It di R, in R, cioè al quadrato di A al >
quadrato di R.alduttodi A,inR,duc volte, eonoféiamo che quando vna quantitie diuifa in due
parti come lì voglUil quadrato d'efla quantiti e Tempre eguale i i dui quadrati delle lue d uè para-
ti, & al doppio del dutto deli'vna parte nell'altra) Onde la differenza del quadratodi 15. al <jOjr*-
dracodn i.iìtroua moltiplicando iC.fommad'effi 1 j. Ir il. via a.drffèrenza delti medelìmf ir.lt
ij.eV fa r 6. Noi per trouarei dui cafi.o parti della bafe potremo dire. Diuidafì i4.b*feffomma_>
de* ca'i i quadrati de* quali deuono effere differenti in 5 é.dutto di »8.fomma de' lati via ».diff>rer»
xalo o)io -lue parti tali^he la differenza loro moltiplicata via effb 14 facci 16 ( poiché la diffe-
renza de' quadrati de' cali li troua fimilmentc moltiplicando la Iomma d'efli cari via la differen-
za de gl'iftr iìì cai»; Ma dicendo coli,noi con il fimplice giudieio potremmo trouare effe par ricer-
che fe >ad ffcrenza loro moltiplicata via \ 4- loro iomma ha da produrre y«. conuerrà che effa-i
differenza ha -/.che derma a partire i> ré.per 14- Eteflèndo la differenza loro 4. cauaro quello 4.
dal 14-SÓma loro che refta 10. la miti di qucftoio cioè r fari la minor parte, 4 però *.di più cioè
9.fari la miggiore.Onde può lo Studente conofeere come fi giudieio naturale fpeculando,& paf-
iando di cog licione ineogoieione troui facili Regole nelle eofe , che altramente haueriano bifo»
gnodi d«ffiriliDimoftrac»oneGeoroetriche,comeapuntoauuerianel trouare icafi.o parti della
baie nelli f riangoli mediante la 1 j.propofitionedcl fecondo libro d Euclide.quando cioè effi ca-
ri fono parti del a baie, cadendo la perpendicolare dentro al Triangolo su la bafe; O mediante la
1 1 propofìtioncquando la perpendicolare cadeffe di inori , & non sii la bife, che aff'hora il eafo
minore e rutto fuori della bafe. qual bafe viene ad effere parte del caio maggiore, Ir però ferue a
mottrare la differenza de' cafì ; cioè all'Imre la bafe e la differenza de' cala, Ir non altramente la-,
fomma d'effìf Perilche pofto le parte maggiore effere/. cofa, & la minore i-f.meno 1. cofacaua-
tala da 1 .cofa maggiore.reffa ». cofe me 10 1 4. qual reftante. odiffereoza loro moltiplicato via il
a 4. fa 18. cofe meno 1 96.fr deue effere rc^ pertiche haucremo a 8. cofe meno 1 9*. eguale a /6. cioè
»8.cofc eguale a ara. come prima.oode la cofa Valeri 9.che fari la parte, ocafo maggiore porlo
1. cofa, Et di qui effrahendo la Regola numerale potremo dire. Data la baie del Triangolo,!; eia-
feuno delti dui fuoi lati , per trouare le due parti della bafe diuifa dalla retta che partendoli dalla
cima del Triangolo^ angolo formato da i lati arriui perpendicolarmente alla bafe.Moltiplichi-
ro a flc
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l<M( ra
APPLICATA. t_
miei del prodotto fi parta per la bafe,) Se Paueoimenco fi giunga alla mici della bafe, «he
lafomma fari la parte maggioredellabafe.o il cafo maggiore. Onde eflendo la bafe 18.& la>ci
I6.dc 1 ©.Moltiplicando a 6. loro (omma via 4. loro differenza, St del prodotto 1 j6. prela la miti
che e pgJa partiremo per iS.bafccfecnevicne4^-.fOuerodi té. Se 6. la fomma,& differenza de
iati moltiplicaremol'vnoper la miràdcll'altroicioe ad.via j.o ij.via <s.& il prodotto 78. parti-
remo per il.bafechc ne viene *^.)qualegiongercnw a 9.miti acliabaic,&. f* 1 j -f .perilcafo
«naggwre, & il retto della baie iS.cioe 4 -J. fari il cafo minore « Et notili che qnando il duteo
iella miti de' lati ria la toro diffcrenza(eéoè la loro differenza de quadrati del li dui lati)e eguale
ai quadrato della baie all'hot a fi vede il lacomiooreeilere perpe Scolare allabafct* perciò !a~*
baie (eroe percafo maggiore, ne vi i cafo minore,eome per riempio occorre nel Triangolo a co»
(rcrtangolo)che ilari I0.10 10.& 8.& la bafed.il che ancora ci lana moftraco dalla Regola nume
Fig.i. ralcche partendo jd.(dutcodi i^ fomma de' Uri via ^differenza loro; per 11. doppio
iella bafe ne viene j. qua j.giootoa j.mici delia bafe fa d. Se quella (omnia d-e il cafo maggio*
I
Crouare icafi,fe bene neffun d'elfi • parte della bafe.che partito i«9 (dnttodi 17. fomma de' lati
I7.& io.via7.d inerenza loro) per 18. doppio del la bafe ne vieoe 10-f • quale giunto a 4 ^. miti
iella bafe fi 1 j. p il caio maggiore, Ma perche quello e maggiore della bafe 9 vediamo che il oa
10 minore e tutto fuori della bafe.flt e quel «.nel quale la baie y.e fuperata da i/,cafo maggiore.
Et operando A Igebratica mente . Se dicendo, Diuidafi 9. in due parti cali che la differenza de*
loro quadrati, o il dotto della fomma loro j. via la loro differenza ita 1 89-differenza de' quadra-
ci de* lati to.Sc 1 7.SÌ pone come di fopra la parte maggiore edere vna cofa,& la minore 9 meno
I.cofa quella cauata da 1. cola maggiore refta ri i.cola meno p.quale moltiplicato via 9.lomma
loro fa 1 8.cofe meno 8 1. Et quello e eguale a /S9.pcrò haueremo i8.cofe eguale a »7o.onde la_#
cofa velcri J. He qucfto/j.fari la parte m?ggiore,qualecauata da v. perche la minore tu pofta
1
«.meno r .cola refta 9. meno 1 j.cibe meno tf.perilcbe la parte minore fari meno «.cioè alla bafe
manca 6 .per comprendere ancora o rare l'altra parte minore : Et fe bene quella rcfolutione pa-
re tcrauagaotc, pure fi vede che dicendo vna parte maggiore effere #5. e la minore rb, 6 la fom -
ma loro cioè i/menoi.fa 9-Et la differenza lorofcioc a cauarc meno 6.da 1/. refta ai.)eiichc
moltiplicacoefloa1.via9.la 189. comebifogna. Ouero delle due parti del 9. cflèndo l'vna 1/.
& l'altra meno d.i loro quadrati (ono 1*5. & 36. (the meno d. via meno d. fa più j 6.)quali fono
ira loro differenti in 1 8 9. come bi fogna ; Ma la fVsua ganza occorre, perche dicendo la fomma
loro edere 9 & ia differenza 1 1. quello e cofa fuori d'vfo»& che pare imponibile ; cioè che la diffe-
renza di due quatiti fia maggiore di quello che e il compofto,o (omma loro, il che fc bene nelle-*
Watc quantici reali non fi concede ria*nondi meno confiderete la natura del piti.cV del mcr,o( via-
ri, Se ncceflari j nelle operationi delle quanric à incomenfurabili fi a (oro ) e cofa che può dare , Se
che non induce inconuenience alcuno, fede ne può ancora dare efempio nelle cofe fattibili, coohv
derando,che fedi dui Compagni ncgotiando vno habbi fatto crediro.o guadagno di 1 5 .cecchini
Et l'altro debito.o perdita di 6 cecchini Quefte due anioni fatte da ambidui gionte ioficme far -
no credito,o guadagoodi j.cecchini, Et la differenza di queilo che ha latto l'vnoa quello che hi
fatto l'altro e a 1. cecchini (che fe faccndo.o guedagnando il primo 15. il fecondo hauede fauo.o
guadignatod*. la differenza di quefte due attioni.o guadagni (aria 9. Et le facendo il primo 15
11 fecondo hauede fatto mentc.aoe i.manco di prima.la differenza bora di quefte due ateioni le-
ni 1 y .cioè il é detco piti del 9-dirF;renza di prima » Onde fc ficeodo il primo 1 /.il fecondo fa d.
manco di nienrefperche il perder e,o fcapicare 6. e fare effo 6. manco di niente, che niente fi fa-,
quando non fi guadagna.ne fi perdejcioc fi allontana ancora piò dal 1 «.quanto e lontano il «.dal
mente la d.ffèren*i d'efle due actioni (ari il comporto di 1 $ & é. «oc fari a i.Ec coli vediamo il
.
pioce-
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4 ALGEBRA
procedere fagaee de! più , & meno nelle quanti ti cflcre non repugnanre, m i cófonante a quello
che puòoceonere,inrcfo»& prefo come conuiene . Ma perche il 1 8 9-d inerenza de quadra-
ti de' lati deue edere prodotto da dui'numeri dell» quali l'mo e la iomma de' cali , Se l'altro e ÌM -
differenza loro.ooi no» fapcndo le la bafe riceueri m fe ambidui i eafi.cadendo la perpe ripa col a-
re dentro al Triangolo* fe riceueri precife ilcafo maggiore cadendo la perpendicolare nel l'eli re
modelabafe, SceiTeod© perciò perpendicolare il lato minore \ Ouero Tela baie fari parte del
cafo maggiore.cadendola perpendicolare foori del Triangolo» Se perciò cfleado li cafo minoro
tutto fuori della bafe ) perciò fchtuandoG il parlare che potria parere infolito nel cercare a cari »
potremo diro . Di due quanrui,(chc fooo la Iomma, & la differenza de' ca6j quali moltiplicate
fra loro producono i89.(ditfercnza de quadrati da' lati)l'vna e 9«bafe fquale e Tempre, o lafom-
ma.o la differenza de' cafijfi domanda lalrra,QuaIc altra fi redeche deue edere quello che nafee
a partire il 189. per la baie 9-eioe (ari a 1. Onde 9-St a 1. faranno la fomma,& la differenza de i ca-
fi ; Et perche la iomma di due quantitifeonfideraodole al modo ordinario )t maggiore che Iau#
differenza d'erte perciò il a 1 maggiore fari la fomma.cV confequentemeote il 9 fard la dirTerea-
za, che canato da ai. retta t a. & perciò la Aia miti *. fariilcafomioote,6tilrefto finoa a 1. cioè
x j.fara il cafo maggiore. quale effendo maggiore di 9>bafc, fi cooolce egli paffare fuori del Triaa
goio,& canto quanto importa il rf.cafo minore,* perciò la perpendicolare aneor'ella eaderà fuo
ri de! Triangolo ; Et coG verremo a trouare i cab" del Triangolo cada la perpeodicolarco altez-
za d'elio come fi vogli
Erledtfooranellapofitione Algebratiea haueffimo detto non recalo maggiore, o parto
maggiore della bafe i*.)macn, minore cflcre f. eofa affiora re, maggiore faria i#.meno t.cofa
fccauato il quadrato di i.cofa dal quadrato di i*,meno icofa.cioe 1 cenfoda 19 6. menò »8.co
fe più i. cenlo^chc reftaria 1 96-meno aS.eofe» Oucro cauando i cofa minore da 14. meno
i.cofa maggiore,* il reftanteo differenza i4.menn a. cole moltiplicando via infornala delfica
fi che fa pure i$>6.meno a 8. cole per differenza de' quadrati d'i. cola. Se di 14, meno t.cofa, queffo
19* meno a8.co(e faria eguale a 5 « che deue edere la diffei enia de quadrati de' cafi.come e diffe
Fig.f. renzade quadrati de* lati.perilcbe accomodato il meoo.& leuaco j 6. da etaiafeuna parte
fijhaueria a8 cofe eguale a i*o.Ondc partito 1*0. per a8.numero delle cofene viene;, per valo-
re della cofa.chc fari il cafo minore pollo t.cofa, Dal quale operare deriuando la Regoh nume-
rale fe potri dire . li ducto della fommade' lati via la differenza loro fi caui dal quadrato della
bafe.fc il retta nte fi parte per il doppio della bafefoucro, Se la miri fi parta per la bafe che 1 aucni
mento fari il cafo minore . Che in vn Triangolo effendo a bafe 8.& i dui lati t o Si «.per
I .
trouare i cali mediante quella Regola Cauaremoó^.duttodi 16. iomma de* lati in ^.differenza
.
loro,da 64»quadrato di 8. ba<e,& refta niente,qual niente partiremo per té. doppio della bafè,&
ne viene nienteiperò niente fari ij cafo minore, il retto (ino ad 8.bafc;cioe mero 8. fari il cafo
flit 1
nuggiore.Et coli fi vede il lato minore 6. cflcre l'altezza del Triangolo . Ancora in vn Trian-
golo eflendo la bafe 9<& i lati 17.kro.per trouare i cali Cauaremo i89-duttodi a7.fomma de i la
ti in ^differenza loro da 8 1 .quadrato della bafe,Et le bene ordinariamente 6 diria che noo fi può
noi nondimeno fervendoci de termine meno, diremo che refta meno 108. (che e quanto a dire- »
I
Fig j. che acciodie la fottrattione fi facci al modo ordinario vi manca 108.) quale msnoioJ.
parriremoper 18. doppio di 9.bafe,(o partiremo meno miti del meno /08 per folo 9.bafe, J
Se ne viene meno 6. Si q icfto meno 6.fari il cafo miooreche e quanto a dire che alla bafe manca
é.per il cafo minore, Onde egli farà fuori del Triangolo
, Se però il cafo magg ore farà computo
da quello 6. cafo minore,8cdal 9 bafe; cioè farà 15. Et in quello Triangolo le fenzaferuirà del-
la Regola numerale fi operane per Algebra ponendo il eafo minore edere 1. eofa. Se il maggiore
f. meno 1 cofa.ehe cauato t.cofa da 9. meno 1 .eofa refta 9-meno a.cofe per la d.rferézi loro,qua
le moltiplicata via 9 fommalorofa 81 meno i8.cofe,& quello faria eguale a i89.d.fferenzadev
quadrati de' Iati 1 7- Se x 0.(0 vogliamo dire dutto da a7-fomma in 7.diffVrenza de' lati,) onde ac-
comodato il meno ,& leuaco 81. numero minore da ciafeuna banda fi haueria 18. eofepiu 108.
eguale a niente, quale fiquatiooe faria impoffibilc»poiche il folo 108. non cheiifieme conte 18.
eofe e qualche eofa ; cioè quantità* reale , nondimeno perche (iamoauuertiti eh; io quelli cali il
meno ci può feruirc.leuaremoil numero lol.da ciafeuna banda, 5< coli haueremo le 18 *.egua-
Iei meno /o8.0nde la «-.Valeri meno é.peròil cafo minore pollo [.{-.fari meno 6.'& il miglio»
repofto 9 meno i.+.Cari 0. manco meno ètiche lignifica 15. (fommadi9. Se 6 ) perche kó.t,
maggiore di niente in 6. Se niencc;cioe,o e maggiore di meno $.in 6 fi conofee che 6 é maggiore
di m,6.in 1 a.perilche fe da 9. a cauarne 6. refta 3 dal medefmo 9. i cauarne mò m, *. cioè /idi
.
O
manco reftari quello 1 a.di più del j.che reftaua,cioe 1 ettari 1 j vogliamo dire , Efieodochc
da ma quanti ti quanto manco fe ne caua refta unto piu.Se di p.à cauarne 6. A,rcfta j R, cioè ft
omeoo
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«Imèno
applica a: t'
jdal medefmo 9-a cauarne o.B.cioc a cacarne <<. manco di A.reRarj? i< medef-
d.rrgnjffea
s
'
mo 6. di più di quel o che reftaua prima,ma prima reftaui j.R, però bora reftara i.R» & 6. cine in
tutto p.S,& però di 9 a cauarne o.cioe 9 .meno efignifica o.S,Simrmence <e di fa cauarnr o, refi a
e.Sia cacarne mò meno 6 che e 6 dimancodio,chefenecauaua, conuicncchc bora reftì qtiefto
tf.di più che non refaua.ma reflua 9. S, però bora reftari 9 S, & 6. di più cioc refi ari 1 T • Et coft
con of: t'amo eh? di 9 aenurftemeno^.rcfta 1 J.cioe die 9«m anco meno lignifica /. qual 15.fi 1
trotta a fòmmarc i> 9.C&ÌI 6.Sc la omma e pro;cioe e 1 5 .Cioè (per concludere brettcmcoie l'iftef-
fo)Da 9.3 carni ne meno 6. refta ó.di più che non rcftaria a cauarue niente, ma a cauarne rientev
refi ir. a f iftr fio 9.però a cauarnemeno ó.reftardeflo 6. più di 9. cice reftari la lomma di 9«&
eheèr*. Pclehc e bene clic ne naaouei titolo Scudentcacciòpofla più facilmente confederare
quello 'df >'mp irti, Se come 6 pollano vfare tfùefti più, 8t meno
Erfpd'vn Triangolo la bafefufle i lati 40.& 5 i.purepofto il cafo minore t.cofa.Stil mag
tioneci poffa fcruire.fi luuerà *6. cofe eguale a meno 83 1.& la cofa va era meno 3 1 pcròmeno ,
la. Ori'rlcaTò minore, & perciò egli firà fjon della bafe (cioè oltre la bafe vi bifognarà j a'.cht*
importa il cafo rmnorc.pcr formare il cafo maggiore,)Etil maggiore poiio / j.meio f.cofct fari
if .manco meoo j J.cioe 1 j.pfu ja.chee* J.& cofi labile /j. vetri ad eflere la d-fferenza dc'cafi,
Stil cafo minore fi comprenderà, o fard parte del calo maggiore . Che (-. accorgendoci da prin-
cipio in effo Triangolo di 'ari ti. Se 40.Bc di bafe 13. che !a perpendicolare cade di fiiori, & però il
cafo minore eflere fuori della bafe, portai o'i cofa , 11 cafo maggiore poiché comprende eflò cafo
minore t .cofa, & la bafe ij di più fari 1. cofa più 13.0 1 j.piu 1. cofa a fomma loro (aria a.có'c»
più 1 3. che moltiplicata via 1 «.lorodifferenzaf che e là bafejft »6. eòfè più iè9« Se qucfVofaria-»
eguale a looi.duttpdi 9i>fcmmade' Iati via ir. differenza lo»o, Oodc leuato 169. da ciafeuna»»
parte fi haoeria a aé.cof: eguale a 8] a .Se la cdfa viteria 31.De ò il cafo minore pollo i.eofa fari*
| aichée fuori defa bafe, \ il maggiore farìa a i.piu 1) cioè 47. Et cofioon ci occorrerla' altra
confiderà tione di ib.effendo la noftra fiippofirìotie conforme a quello che auuìéne in erto Tnang^
• Et fé effendopure i lati del Triangolo ji&4o.la bafefufle 7 7. Similmente per trouare il cafo
lninore fi canaria 100 1 . dutto della lomma de' lati via la differenza loro dal quadrato della bafe
77-die e T9*o 6ciì rtftante49»*- fi partirla per tfdoppiodel!abafe,cbr Vanenimento J ». faria il
cafo minore. OueroefTo +928. fi partirli per la bafs 77. che ne viene 64. la miri del- qua \t\ cioè
Fig 7. } » .fari il cafo minore,* però 4 f farà) il maggiore» & ciafeuno d'effi fari parte della ba-
fe, & la perpendicolare cader à dentro al Triangolo.
Et fe ne;la poficioue Algebracica nel cercare 1 cali fi poneri il maggiore eflere la mirà della-»
bafe pni ^eofarEt però ir minore la miti delia bafe meno i.cofa(ilche potri feruire quando la_*
baie comprenda ambidui i cifi>efTemio ciafeun d'effiparte delta pafe» o quando i! ma ^giore occu
pa tutta la bafe'precife non vi eflendo cafo minorcVcné ctofì nort fi oeeupa da effi più della bafe-r > -
Che quandd Vi fnfTe cafo mtnore,& che egli fufTe fuori della bafe.all'hòr à perche la baf* veTria a4
eflere nòia fomma ma la differenza de' califfi diria il calo maggiore effere i.cofa più la miti del-
la bafe,Et il cafo minore icofa meno 'amitidel abafejchecolilafomma loro (aria a .'cofe, tt la
differenza toro faria la bafe,)Che perciò nel Tnangolotle' lati 1 ?& 13 Se di bafe / 4'il cafo magr*
giore fi poneri 7.pio i.cofa &ii minore 7. menp i.eofa,che canato. 49 mer.o m« cofe più Trento
}
quadrato del cafo miaore di 49 più aS.cofe più i.éenfo quadrato del cafò maggiore refta 18.ee>.
U,per dirigenza loro; Oucroch^iadifrcrefi'zade'caiìfari a.cofcquslé moltiplicata via 14. b«-
fefai8.eofe. Quefto a8.co!c fai à eguale a ^.differenza de quadrati de' lati; Onde partito cito
per il a 8. numero del le co fc fqua! ig.lìco' ofceefTere feraprc il doppio della bafe^ ne viene*,
per il valore della cofj.pcnlche il cafo maggiore fari 7 più a. Et il caio minore 7*n cn# a* cioe_»!
dire che rifo ra rifteffo, jll dotto della miri della fomma de* lati via la loro d fferer za, o il dutto
della fomma de' lati.via la miti della loro difrerefizi fi parta per la bafè. cV l'siier imento fi giunga
«reaui alla miti della bafe ehéi diri refultanti faranno il cafo maggiore, & il calo minore . Nel
Triangolo dunque di lati 10.& 8 & bafe tf.la f9mma.de' lati e iS./a mità di t.loro differenza e 1.
«he moltiplicata via i8.farrficfrb 1 8. qua le partito per 6 bafe ne viene 3.qoefto3 giancoi&caua
lo a 3. mità della bafe refultanó f.St o.però rf.fari il cafo maggiore, & o,il minore
'
Ut nel Triaog. di Uà /e.& ?.St btksù fomma de* Uu e ?7. la miti di ^diftèrenaaloroe
«<^v *» £ che
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€ ALGEBRA
che moltiplicato con >7-fa 944-»q ua e partito per 9 bafe ne viene 10 -{ -Quello giunco, 8c carna-
I
alla mità della bafe, che la fomma farà il cafo maggiore • Et con" lo Studente fi può accorge-
re che,o mede i a^te il difeorfo naturale.o mediante le Regole che fi eftnhono dell'Algebra fi poC-
fono trouarc i cafi neili Triangoli, Et perciò ci liberiamo dalia fatica d'intendere la propofìtione
1 a. ce / j.del fecondo libro de gl'E'ementi d'Eueìidc.fif ancora poi dalla fatica di cercare come da
effe due propofitiont fi poffono dedurre le Regole da trouarc i cali ; Etconofciamo che l'Alge-
bra e Dottrina per le ftefla, che non hà bifogno di propofuioni,o Dimonrationi&ometrichcw
per foftentarfi. .
.
Saputoti cafo maggiore moltiplicando poi la fomma che nafee a giongerlo con piato mag-
giore, via lad ffereza d'elfi dui cafo maggiore, & la, o maggiore, il prodotto farà il quadrato dei*
la perpcndicolarc,(cioc la differenza dei quadrato i el cafo maggiorc.al quadrato del latoroag-
J
Ancora con la notitia de i dui lati, & bafe, cioè con la notitia di ciafeuna delle tre ynee rette v
che terminano il Triangolo,!! può trouarc la grandezza d'effo Triaugo o fenza cercare la perpen
dicolare fervendoci pui e della cognitione A Igebratica delche efiendofene data la Regola nume j
rale eftratta dalla A Igebratica nella mia aggiunta alla nuouadimoftratione della fettrma propo
fìtione del primo libro de gl'Elementi d'Euclide ad effa rimetto il Lettore ; Onde quijfcguirò 4
moftrare come da effa Regola fi poffa in pratica mifurando \ tef reni cauarc molu comoditi pe-
rò ftia Io Studente attento a quanto feguc.
; :
' - . . .
- • . .k .
NEI formare
goli fia
i gran quadrangoli nel terreno da mi'urare bafta che vno drlli fuoì quattro an-
retto, fatto con diligenza,gl'altji trenon importa che angoi fiano.Et perciò cfTeti
do poniamo l'angolo c n o,neI a figura del margine retro , potiamo poi con le due rette o r, a e,
accoftaici più, & manco a i confini , 0 termini del Terreno da mifurare a beneblacito, o come fi
le giunta ai a grandezza del Triangolo rettangolo en o, (che e la miri del dutto di c n, via d 0,)
la iomma fari la grandezza del quadrilatero c 0 or,alla quale giunte le grandezze, della Triango
li re ttangoIi.cV. capitagliati che fono nel tcrreno,olcrc il gran quadrangolo^ fomma totale lati
mentre fi vengono dando come fi dice le botte formando i capitagliati , & Triangoli rettangoli
ruoti del quagliatelo , quali arriuano alla confini della figuralo terrcoo propofto ) da vo>i$o!o
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d'elio, &
a a, fi tiri
fi ma
applicata:.-
retta che arriui adVoo de i dui lati oppoftoli r g, ouero o g.come fi vegli
*
hor ac, quale fi mi l'uri di ligen cernente , come ancora la cn, parte della n g.acciò ancora (i
iia la
fappia l'altra parte c g. che e il tettante della totale n g.Hora imaginito dal medefimo angolo a»
andare alJ'oppouto g, la diagonale a g, Si confiderai!' i dui Triangoli a n c, & a c g,le due baie de i
quali fiano iotefe «fiere le due rette n c,Sc c g,chc fono io vna jftelfa rctca t o dirittura n g.perchc*
e fli dui Triangoli arnuano ad vno iftefio punto, pcima a, verranno ad haucrc vna madeima alce *
za. (quale loro comune altezza lana la retta che dalla cima , o punto a» arnuafie perpendicolar-
mente alla u g.allungata verfo doue,& quanto occorrefle )fopra alla quale elfi dui Ti langoli han-
no le bau* loro.onde mediante i lati c a, a n.del I riangolo c a n,8c (uà bafe c n,trouat»f fla a /./ Ics.
& il pnntos.douc ella cade su la bafe n c.oucro oltre alla c averto n, nell'allungamento delibo,
quando l'angolo a n c.r'ufle otculo.o fuori della n c, verfo g. quando l'angolo a c n, i ufic ottufo, £a-
premo quanto fia dal punto s, al g.cioc quanto fia la re ta sg. quale con l'altezza detta a s nota-,
forma l'angolo retto a s g.perilclic mediante effe due rette a s, s g,fi trouari la a.Joro fubtéi3 a g.
che c'diagenale, o diametro nel quadrilatero c n g r, Onde haueodolo diuifo oe i dui Triango i a
n g,cV a g r.ciafcuno de quali ha i fuoi tre lati noti, cifi mediante trouaremo le loio grandezze
i
Etnon ci tufle comodo d'arriuai e al lato n g.partcndoci dall'angolo a, o per la rjlpjta lonta
fc
nanza, o per cltro ri/petto , noi ci partiremo da quale altro punto (i vogli del laro a n, ponjamo
f igj- dall'm.cV tirata la retta m c,la mifuraremo co diligcaajCome ancora la mn,& la n epe r [a-
ger poi la m a, refiduo della n a,& la cg, refiduo della o g. poi dal punto c, imaginata Ja.retta £a,
peruenentc all'angolo ?, trouaremo con arriricio Jafua lunghezza feruendoci del modo fppra
dcttc,eioecófideratii j.Triarg,amc,& mnceV intela la a m.eflerc bai: dell'i.* la mmbaledcl-
l'alrroiche fono io vna iftefla dirittura.o huca retta,* arriuaiio ad vno iftefio piito.o cima q §m
niitd c,& però. hanno vna medcfma altezza, quale fard la retta che da l'angolo, o cima, comune c,
arriui perpendicolarmente alla retta a n, s'al^ngata fc occorra. )& da la c s.mcdiante iaflùabfc s.
# la sa, che fa angolo tetto con efla dal fuppolito,o cofhuttiooe.trouaremo la (ubcenfi a «àaàcf
fo angolo retto, Et poi feguendo come di fogra trouarcniO ancora la lunghezza delia a g.vuo del-
tidiametri del quadrilatero.
m
Potremmo ancora formato il Triangolerò n c,& miforati diligentemente i f»oi trf,lati(laf-
Fig.* . fando la a c,)imaginarfi non dal punto c, a'I'ango o a,ma dal punto m,al! 'angolo g.tira-
«ala retta m
g, Etconfiderare i duiTriangoh a c m,& e g migliando
la o e, per bafe dcll'vno»
& la cg.per bafedell'altrcche fono in vna iftefla duicrura.o linea retta, quali dui Triangoli pcr-
uengono con la 'oro fommità(oppoftaall - bafc)ad'vo nicdelmo punjo m, pi'chc végonc»ad haue
re vna medefma altezza, onde trouata efla a te zza mediante la ootitia deU tre uu mc»c n, n m»
del Triangolo c m
o,Si fia la m
s.giunto il (uo quadrato con il quadrato della s g, alla.qualc detta
i^ quadrato della m g.pcrò la radice quadra d «.Ib
in s, e perpendicolare la (omma I tra lemma ci
inoltrar* la lunghezza d'eiTa m g.
Et ali 'fiora imagmato dal punte g,a l'angolo a.nrata la diago :
nale.o diametro del quadtihtcro, coofidcrati li dui Triangoli g m n, & g a m, che hanno le bali
&
n m,cV m a, ad vna medcfma dirittura, o in vna iftefla retta a n, Ol le cime m vinile fio punto g, &
però hanno vna iftefla altezza, Se fia la g s,trouarcmo ella altezza nel Triangolo g m n, mediante
i fuoi tre lati noti (ouero perche fappiamo l'altezza ms» moltiplicando a via la mità,
della bau y
n.nel Triangolo totale g m n, il prodotto lari grandezza d'eflb Triangolo g m n, {k'qucfta fiià_*
grandezza partédo'a poi per il doppio del luo lato m o. confidcrato|ohor a per fua bafe , l'aucni- ;
naento farà la lùghezza della g s, pcrpédicolare adetta m n,o fua dirittura prefa per bafe JSt poi
giunto pure il quadrato d'efla g s.con il quadrato della s a, (che fa angolo retto con efla nel Trian
gelo rettangolo g s a, la radice quadra dei la fomma fari la fubtenfa a gichc e la diagonale cerca
ta,o diametro del quadrilatero
Se bene il modo fopradeteo e per fc ftcflb chiaro , nondimeno per maggior comodità, fienrez-
23, & intelligenza delli principianti alli quali in particolare fi cerca lodistare.non oftancc la mol-
& lunghezza dello fetiuere, fi iono porti qui lotto i calcoli occorrenti nella figura prefa
ta fatica,
-I be
per cfempio,Vi fi faccino dunque pratici,* acquitrino falda intelligenza del tutto.j
ne intendere i principi! , & ongiuc , o fondamento del Dottrina cqpjì&S rettitudini alla ipcfcula-
t ione, Si angumento d'efla , ,
Fig.5. Nel Triangolo c n, per trottarne la grandezza volendo 4dqprar; e il modo rhoftràto
m
nerpriocìpiadi queftoTratrato,p«trcmo trouare il cafo maggiore mo, della bafe n.fcgata dal m
la perpendicolare co.moltiplicanio !a fomma dc'dui lati i«p. 1 jo.viajadjff*:icza lorccioc 3/9.
via 19 che fa 6q6 i.cV quefio partiremo per il doppio della bafe; cioc^pjjr> 8.chc ne viene 14 -f* 1
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% ÀLGEBRA
tremare !a perpendicolare co, cauatemoil quadrato de! calo maggiore da! quadr. del Iato mag-
giore c m,c ioe giongeremoc m, 1 69 con m
0,1 ! o. 8c la fomma »88. moltrplicaremo via la diffe-
renaad'etfi 169. 1 i9.ehc e jo.& fa 1 44©o.il che e la differenza de' quadrati del eafo maggiore,
& lato maggiore, & però e il quadrato delia perpendicolare, onde e(Ta perpendicolare fari Ja ra-
dice di 1*400. cioè lari 1*0. la miti della quale ; cioè 60.fi moltiplicati via la bafe a 09. & fa-#
la> *o. il che e la grandezza del Triangolo c m n.
c mi idV. Oucro Altro modo anrico
CD, /jo. I6g.
c ni, differenza loro 19. lati 169 differczade
Viac n,/5o. Tuo quadrato }6i 1* 150 i lati mltaw'
via
H9-
i9.difF;rcnza aj»5o.
1804..
limili
bare 309
tto±.
ro.
—109 miti del gii
ro.
y»8 9j. 114L j/
"
eh:
....
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*
applicata:
die a gtoogerlo'fc 6 imperché fe a giongcrc a! * j J.poniamo j.fa j.di pia,xioe & gìongerH
9
iblo mente che e 5.mancodiqucIlo,chc le gli giongeua fari ancora etto 5. manco di quello, che*
faceua, ma faceua ado però fari foio a j/. itteflo , ma a giongerli meno 19 J- che e 1 9 J manco dì
oicoce.fari ancora 19 j.maaco di quello che faceua, ma faceiu 1 Jj. però farà folo 6a.) ^cacauar
io refta 4 * 8. f perche (e da » 5 5.a eauarnc poniamo 5 -retta effo 5 -di mancoicioe rcfta,o ne refulca
a 50 a eauarne mò folo o,che e /.manco di qucllo.che (e ne cauaaa reftari bora j di più di quello
che rcftaua.marcftaua a jo.però reftari hora ajj cioe.'ifteffoijj.Maacauarnemeoo 19 i- che
è if |. manco di niente reftari a cora i9*piud< quello che reftaua.ma rcttaua >5 /.però hora re-
ftari 1 9 1 .di più di a 5 j .cioè rettori che é 1 9 • di più di a j f . cioè che e il compofto di a J/.&
j 9 3.) Hora le mici di quelli duid"a.& 448 cioè j i.Sc aa#.fi moluplicano infieme, & del prodocco
4*41*6 piglia la radice che è quafi 8 j v T i ,& fuetto è la grandezza del Triangolo
me,& del prodocco 6944(1 pigi»* 1* radice & 1
418. che fi
retta « Comma 981.
g|unge,& eaua a 45 a datto de' lati ficaua j 91. miti del quadrato della bafe.
d^;cioe cauare a jo.da I /9>& il Tettante 5 89. canario d nnouo dal medefmo 819. eormerrà dio
i
redi l'ittcfTo 1 jo.che Te a j 0. e differente da 8 19. in 589. ancora 589. farà differente dal medefmo
8 19. nel » jo.detto,Si reni a conoscere che quetto a ;o.R>fitrouarizfàcilmentecauado t «a. mi-
ca del quadrato della differenza de lati da j 9 a. miri del quadratoci ella bafe,(& quefta fottrattio
ne fi può Tempre fare perche la differer.ea de lati e fempre minore della bafe , accioche la fomma
della bafe con il lato minore fia maggiore del lato maggiore, cioè accioche due delle ere lince-»
del Tnàgolo quali fi Foglino fiano più lunghe delta terza,)& perche d'etto a je. R,fi piglia poi la
mita che e 1 1 j .T.conofciamo chele in ?cce di cauare 1 *» da » 9 a.f"che refta il 2 jo,) noi cauare-
.
mo la fo'a miti di 1 6 a. cioè 81. che è il quadrato della miti della differenza de laei.dalla fòla mi-
ci di ) 91. cioè da 196. che è il quadr. della miti della bafe» il rettante douerdeffereil 11 /.T, An-
cora perche la fomma 1408. G, e comporta da 819- dotto de dui lati, & 589. che è minore d'effo
dutto 8 1 9 nel a jo.R.fcome pure hora fi èc6elufo)?ediamoehe fea819.fi giungeflenon /89.ma
vn'altro8i9.chefuperaii /8p. in avvediamo dicoche ancora la fommadi 819. &810. cioè il
doppio di 81 9-cheé itf j^.luperaria la fomma di 819.& j89.cioeil i4o8.neI »fo. inebe 8 19. che
fi è giunto al dutto de lati fupera il /89- che fe li doueua giógere.onde fi conofee che cauàdo a jo.
(che refta a cauare il doppio del quadrato della miti della differenza de lati dal doppio del qua-
drato della miti della bafejdal doppio dif 1 9-dutto de lati.il retate farail X4o8.chiamato sòma
G, Et |>ehe di quefto 1*08. fi piglia poi la miri che è 704. M.fi vedetene fe eauaremo la loia miti
di a 3 c^cioeiJ fblo 1 1 j.T,f che li può crouarc facUmeotco breuetecote, come fi i detto) da »o fa-
e 10819.
'
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iq A L G H B H A
10 81 y.duteti de lati ,it rcflanrc doueri eflere il 70-f M, qoalc 7»f» porrnoJtJplicatocwri z ; .T,
.
produce Y809 ««.quadrato della grandezza del Triangolo, Di djmdaoque abbreviando la Rego-
la gii data pocretno dedurne puctf altra dicendo.
Dati \tic litìdéJTrra^golo per crouarne la grandezza» -Dai quadrato della mira" dVno 4'e/fi
fati lì cani il quadrato delia miri della differenza dr gl'altri dui lati , & il reftar c^ T, 1» eattri dal
durto delti dui Isti detti, de il tettante M» fi oioitrplicbicon ii T, che 'a radice dei prodotto fard lai
grandezza del Triangolo
Per efctnpK»de! Tu ingoio che ha peri dui lati 17.& rt.Sf per fattre taro.obafe ro:it>aI qtua-
dratodi 1 /.miti della baie ffcaoi il quadrato d '1. urta della differenza delti altri dm lari 17. 8c
M-ctoeficaui i.da aay.& refta i\+ T.qualeficaoida ajy. dritto della dai lati dati, » refta $ r»
M, quale fi moltiplichi con ai 4. T, & del prodotto 6$ 44. fi pigli la radice quzdraou? te t rjuafi £a
j-.Sc ella fari la grandezza del Triangolo . Et operando mediante quefta Regoli non occor-
rer* etili adoprarco valerti del meno.pcrchc la differenza de dui iati del Tua rrgolo v i*npr e mi-
nore dell'altro laro o bafe.ondc il quadrato della mira della dirVererizade dm lati , (ar i fdrnpre?
,
& 19 & il reftance 7 04. V, fi moltiplica ra caini 1,1 j. che de! prodotto 8o96o.lxradrre quadra-»
1
renza di 9-a 14. cheé r.D, il prodotto fari i'iftefTo 11/.T» che nafeeria a eauare il quadrerò df°9.
A.dal quadrato di 14-B. Et pcrchediqueftidui a ].€.&' j.D.produecnri il 1 1 j.T^tl zj. Girla-»
fomrriadÌ9.À,con t4.B,initd delia bafe.Et il 5-è ladjìre/rzadip.A.a! i9.tj«e<oe.tfc ri f.O.dqbei
lo,el)e manca al 9. A;pcrarriuarca i4B-mirà della bale.vcdiamo, che il sj.C.con iS/.D.dcuono
/are quanto 14.B.& 14.ff.cioe il aj.C.onl 5.i>>fdeqdalir'vno atvCfapsralamirid'i'a bafeiru
qual?.A>neI quale l'altro j. D»è conocrtamcntc fupcrato dalli mici rfrefla dei 1* baie, >g»c no mflfe
me detono componcre la bafcaS. Accora perche della i4.B,dc 9 A.cheeompongarfoi! 21.C»
11 M-B,è la miti della bafe,& il 9. A.e la miti di 1». differenza de 1 dui isti » t. mico; e<& Jv.map».
giore.fi vede che fé al n.lato minore fi giunge i 9. A, mira dr 18. mene eg i e differènte di )9»
lato maggiore,il comporto j o.larà la miti della iem ma delfi ari a 1 .& i> ooe ìumti di 4tj.('p-
cheil jo.compofto detto e minore del j9« io queÙ'iftelìo 9. A, in checfìo jo.em.r^iuicdd 21.
Ortdc~Jadr Jo.dcue fjrcquatito at,& j9-^fit te a quefto computo 10. (conofcluto eflere <am ri
delia tWmafdjdui^ati^fìgiangerTeil I4>mi riderla bafc»conoiciamo, che il re (ol tante 44 M, la-
ria !i rbiti del giro dei T-riangolOfCiee di 88. Et perche il maggior lato }9. e comporlo di jomi-
td*della iorqmadedtuiiati a i,flt 19 & da9.A,mitàdeUadiffèreQsaJoraiCtoc perche il j9.emag«
gtdre della mjt* della fomma de dui lati ne) 9. A. & il jo.e minore di 4#. M,mira dei yiro dei Tria
golo nel 14.Ji.m1ta della bafe che refla % coqiponere la rokade1giro*rediamoche il 3 9 « minore
del 44; M.in queirifteffbin«he al 9. A, è minore del i4-B»eioe è misure in j.D.il D, dunque t fera
pre la differéca che è dal latq maggiore delti dui alla miti de) giro;cxoé a eauare il lato mjjjyio-
re.dalf W.mitd del giro del Triangolo reftari frmpre D, Ancora perche a j.C.è maggiore di /.D
in due volte y.cioe in due volte la miri della difrereoza che «dal ai.latominotea f9- Jatimag-
giorc v polche a l*C. è maggiore di 14. miri dtìla bafe in 0 miti della differenza de dottati, Et 19.
mitidella bafe è maggiore di 5 U.oel mcdcfmo9.oodedaL'a|.al5.vicdifferézidi 9.61 o.che fai]
doppio di 9)vcdiamoehe ia differenza de duilati j cioe/8.gioota«f.D.iotma ij. Coiai late
minore gionto con iS-differeozidefioarl latoipaggiorc torma eflo Iato maggiorc.flt illatorrue
giore gionto a 5 D.form» 44>M»rmtù del girp,Onde il latomidore eoo 1 8 difterenza de lan,& te
•
|.D,rormaiià ^4 M. Ma ranco e a j.C« quanto 18. differenza de iati* & 5 D» però ancori quefro
at .C.con il lato minore forma ri #4. M. Onde a». C» viene ad effere Indifferenza del JatomiBore
»r<ad Mi4\. cioè C, farà fempre quello inchc il iato minore decidui c minore della miti del gi-
ro, Et cofi lappiamo ebe j.D.c iemprc ladiffereciza dei lato tu iggtore ??.alla miti Jvi\de< gire,
Et che il a j.C,t Jrmpre la differenza del lato minore delti dui alla medcfma mirai M»del giro,»o
eora perche aj. C t .ùtmf, t). foi mano (cmpreJa bafe a8. Et efla bafe z8. conlaeiiti
dei campofto de dui lati,(cjoe con 1 o.& ta j8.)e maggiore di 4#.M,compofto dal jo.«t rmti del-
la t^wrti'ahra rilhà della bafe^ioc in liAn^hùìn.CAj.D^i^o^btkAii^
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J
émioródi 44.M«ro quanto
applicata:
i*. mici della bafcc minore di jo. miti del ecmpof o d> dui Uri; cidi
h
iti itf.F,Et perche s).C,eon 5.D,cV i6.F.(cofieoiriefabafe i*F,) compongono 44- \T, il
fotor.D,eoo lé.F.farannotanto minori dì 44<Mqoanto importa *j Cmaqutfto :j.v Jic te-
duro effer quello in che il lato minore ar.e minore di 44.M, (perche i j .C, eoo x f .lato rtji*or«_*
faonoil*4.M,)peròrìconofceertc c.D,con td.F.eompongouo Tempre il laro minore a 1. dio
laoto è la fomma di r.O,eoo id.Fiquaroc la differenza di aj.C»a 44- M,(mirddci gi: od ci Tri tu
goitf,)0 fogliamo dire quato è queLo che refta acaoare a )C,da 4\ M.poiche con t Ila fomma_.
come detto reftante formano il a 1. lato minore ; Di più 5.D,conaj.C. & té F, compongono 44»
M,Et ancora 3 9-lato maggiore con 5. Decompongono il medefmo 44 M>r poiché j.D.e quello in
che il 19. lato maggiore e minore del 4*. M.) onde ne fegue che li ioli dm *).(,& 1 6 F,c< m> .
ria 16 via 5 8 imporremo confidare che 44. M, mira del giro ficompo
Sjdiuideio Però hora rate oeda j9<laeomaggiore,6cdaD,5. Et il ai. lato minore e il
J9 Et J ce delti dui 44. compolìo di i«.F,<jr j.D.ondc tanto e il dutto di <f*.M,via
viaitf. via 16. via 16. Età). if.F,quanto il dutto delle due parti 39.4* 5.D,dei 44.M in
via5.fi balleranno qucfti tre. cflb ié.F,perilcbetaotoedire44-M,Tia i6.F,quanto j9.!a
39 16 a). tomaggiore,& ;.D,via 16 F.o vogliamo di re per comodi-
Via 16 via 5 via / ti.ek / * F,via /. D, Di più 1 6 F,8t ») C , compogono ii 3 9.
.
poi qucfto 30.VU y. Et il primo Cria 5.D. Di più perche ré F,& ^Decompongono a/.Ja-
Jff.viaie.. co minore * tanto importa la folamottipiicatiooe di 30. via
Ì9 39 Maqocflidui il totale 21. quanto le due di i9.via i6.F,fi< J9.»ia j D, Ma
via 16 via 5 fono quanto il a qoefte due moltiplicationi fono ancora eguali le due gii
però 30 cdpoftodiitf. dette di 44 M,viai6.F,cYu.C,via 5.D, peróne feguecho
via »x tt y. cioè ai. aJlafolamo1r.ipl1cationedi39.v1a a ì. lati detti liano eguali
— via 3*. però fi lcduedì44.M.vja 16 F,& di aj.G.via ).D. Ondeleil due-
ebe fa 810 principali dui -todelliduf lari jp.eV ai. elio fa «19. importa tantoquanto
44* ria 1*. &iduiduefii'»nodfa3.C,vi*'f'l'r*k'altrodif4. M,via i<U
a 3. via j. 6 riducono ad eflere.o flconofee.che cflb 819. dutto de li dui lari e tanto maggio -
importare quanto il Tolo dutto re dell'vn dutto , o moltfplication* di quanto importa l'al-
di 3 9. via ai* ttodu(to,omoltipiicatione. Pertiche dà !I 8 10 dutto de dui
lati caùandonc l'vna delle due molrip icarioui o dutei il re-
niate di neceffiti delie efiere l'altro do ttWo eguale allalrro)Ma a;molriplicare 1 3 C,via j. D,fc
ne produce t iy.T,cheel'voadc dui dutrii& qucfto fìcaua dall'S)9.duttode lati, & retta 704. V,
però 70#.V,viene ad effef e l'altro dutto di 44- M, via 1 6.F,Et perche il 704 .V qua'c hora chiamo,
remo dutto di M.ioF.fimoltipIfcivia l/^T,duitodiC,in D,& il prodotto 809*0. che chiami-
remo Pie il quadrato della grandezza del Triangolo, vediamo che effo P, viene ad effere quello
che nafee a moltiplicare il dutrodi M»in F.via il dotto di G,io DtCioe 704. V, via 1 / 5 .T ) ma '«_*
Quattro qnaotiti M,^4-F>td.C»a 3 D.y.che moltiplicate fra loro producono P, (cV fé bene fi e dee
co che il dotto di M,tn F,fi moltipllca nel dutto di C.in D.faeendocioe tre mohiplicationi có ef-
fe quattro quantiri^unto fi può dire, o refulta l'ifteffo moltiplicando effe quattro quanprà fra Io
ro,come fi vogli in-), moltiplicationi pure'cioe, o la prima quantità" via là TecOQda,& il prodotto
via la ter za,6t il prodotto via la quarta Oueroil prodotto della prima quantiti cela feconda*
.
via la qaarta, et il prodotto via la terza, Ouero la terza,via la quarta, éV il prodotto, via la fecon -
da,& il prodotto, vìa la prima ; OuerO la prima via la terza, & il prodotto vìa il prodotto della ,
fiteoada nella quatta, Ouero la prima.via a quarta , & il prod otto, via if prodotto delia feconda
:
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iz ÀLGEBRA'
tale prodotte,pure che ciafcana d'effe li adoperi vna volta a moltiplicare, non imporca che orda
•ne fi tenga nelle loro molciplicacionj. quali faranno Tempre vna molriplicaciooc di manco di quel
10 che è il numero delle quantiri da moltiplicarceioe quando lequantirà tufferò io. le moiri pia-
catioui fanano 9.Se te quantici tufferò 9- 8. 7. 6. 5. 4.oucro j lemolciplicatiooi fariano 8.7. «»- y-
4. 3,onero s. £t fe le quantità fufieroiolodue.lcmolriplicationifariaooiolo vna.o vi (aria ioio
vna moltiplicatone )& e già moftrato efliere la mità del giro del Triangolala differenza che èda
effa miri del giro della bafe>(o vogliamo dire ad vna delle tre lince rette che circondano ì J Trià-
golo,)Et le due differenze che fono fta laifteffamitidelgiroa l'vnlato, & all'alerò, o ragliamo
dtreaciafeuna dell'altre due linee, che circondano il Triaogoloicibe effe 4. quantità efferc la mi-
ri del giro del Triangoo,£t le tre differenzeche fona da ciafeuna delle ere rcttco lati che cerali
nano il Triangolo a detta miti del Tuo giro, però fi couclodeched'rn Triangolo prefa la mi ed. M r
del fuo giro,& da cfla cauato ciafeuno delle tre latj,o rette che lo circondano,3c le tre dirle renze»
& la mici M.dcl giro, come qoattro quantità feperatc moltiplicate fra loro (in tre moltip; icario
-ne;cioc)i| prodotto fari il quadrato della grandezza del Triangolo; Ondepertrouarela gran-
dezza del Triangolo fi può dire . Cauifì ciafeuno dclli tre lati del Triangolo dalla mità del Aio
giro.éi li 3 .recanti inficine con detta miri de! giro , cioè elle quattro quantità fi moltiplichino
fra loro,& del prodotto fi pigli la rad. quadra, che ella fari la grandezza del Triangolo. He querta
è la Regola antica del trouat e la grandezza del Triangolo mediante la nctitia dclli fuoi tre lari .
JLa dimoftracionc Geometrica dell a quale eia frgaenre.
Sia il Triangolo d g b,al qnale per comoditi,dando i numeri alti Tuoi lati fia d g. i7>d b, » j .8c b
g, 1 8 che il fuo giro lari 70.& i) Icmigtro } % .in effo fi infcriua il cerchio a r i,(diuidcndo dui de-»
iuoi angoli poniamo g,& b,in due parti eguali con le retteg c. b c, nel con cor (o delle quali,& ria
11 punto ciati il centro del cerchio, dal quale a ciafeuno delti ere lati del Trogolo tirate le per-
pendicolari e a>c i,c nelle faranno i femidiametri del cerchio, che fono egual fra lorcfche confi-
derati 1 dui Triangoli rcttaogoli gac, gre. perche di pio l'angolo a ge.dcll'voo è eguaic all'art •
golor gCidcll'altro dalla cooftruttionc.& hanno il lato ge.comune,ne fegue(pevia 26. propoli-
tione del primo iibro d'Euclide)che ancora il lato g a, dell'vno fia eguale al laco g r, dcllalrrccV
il lato c a. alcr» Et per la medefma eaufa considerati i dui Triangoli rcre-ngoibie. breche
hanno il lato b c,comunc»& l'angolo e b ifdell'vno eguale all'angolo e b r*deli'altrof per la diuido
ne fatta del totale angolo d b g, in due parti eguali ) ne fegue che il lato bi, dell'voo ria eguale al
lato b r.dcll'altro, & }jc i, al c r.ma ancora c a, à eguale alla iftcfia retta c r> però ancora c i, fari
eguale i c a.onde le ere perpendicolari c a,c i, c r, femidiametri detti faranno eguali fra loto, £c
intefo ancora dal centro c, all'altro angolo d»tirata la retta c d.haueremo 1 dui Triangoli rettan-
goli c a d,ci d.nelli quali i dui lati a ccdideH'voo fono eguali aJiidui Iati i «*c d,dcJI'aitro,& peiò
il reftanre laeo a d.dell'vno.fati eguale al reftance lato i d.deU'a! tro, l'angolo a d c, all'angolo i d
c,(perilche il totale angolo g d b,del Triangolo principale d g b.fari ancora egli dotilo per mtzo
dalla e d, j& l a cd,all'i e d,£t perche a moltiplicate la perpendicolare c a, (o lerrudiametro) nel
Triangolo d e g.via la miti deJ/a bafe d g.fc ne produce la grandezza d'eflo Triangolo d e g,Et a
moltiplica re la perpendicolare c r, ( o femidiametro) nel Triangolo gc b, via la miri de la baie
g
b,fc ne produce la g: andezzad'iffo Triangolo geb, Et fimilmentea moltiplicare la perpendico-
lare c i,(o femidiaroetrojnel I riangolo b c d.via la miti dellabafc b d,fe ne produce la graniti-
za d'effo Triangolo b c d,ne frgue che a moltiplicare vna d'effe tre perpendicolari, o fr nudiame-
tro.via la miti della fommad'tfie tre bafi,cioe via la miti del gtrodel principal Triar ^olodgb»
il prodotto fia la grandezza di tutti tre li Triangoli detti , & perciò fia la grandezza del total»
Truogolo d g b. Onde conuerfa mente partendo la grandezza del corale Triangolo d gb. quale
è a/o.per la mici de! girojcioe per jj.l'auenimento 6.fari il («midiametro del cerchio in/entto-
Ji;cioe ciafeuna delle tre rette c a,c r,c i.fati 6. Et perche Icjfei rette contingenti il cerchiortelle
quali dalle tre perpendicolari fono diuifi i tre lati del Triangolo d g b.fono a duca due eguali fra
loro.cioe la d a, alla d i,la g a,alla g r,8t la b r, alla b i.nc fegue che cofi le tre d a t a g,b r, fi ano la-,
miti del giro del Triangoio,coroe le altre tre d i.g r,b i,Oode fc d a,a g, cioè il lato d g, 1 7. eoo »
r,fa 3 /.miti del giro del Triang. fieonofce,chalafola br.faràiJ.diffèrczadel latod g,a 4 y .miti
del giro del Triangolo,& però ancora b i,f a detta br.egua'e Xari 1 8.Et perche il lato b d,c ij.te
ftari i d, 7 Se perciò d a.cguale ad i d, fari pure 7. onde effondo il laco d g, 1 7. reftari la a g,io.&
però la g r,(cgoale alla agO^ari 1 o.che ertendo il totale lato g b»a 8, la r b, reftari 1 8*come aatora
gii habbiamo trouato ; Et perche d i, i b, & g r, fanno vn femigiro del Triangolo d g b,fi «do
che gr,io.( ouero ga,)è ladifferéza del latod b,»5.al femigiro 35.Ee fimilmcte perche b r.rg.jr
d a, fanno vn femigiro del Triangolo iHeffod gb, fi vede che d a 7. (onero d i,) è la differenza dd
la.cobg.aM fcrnigtro jj. Ancora pcrcheda.ag.frbr, /a^oor^renifcnjieirodelTti^gQii
ned cimo
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BftcJeftno
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d g b.fì conofce che b r i*.(ouero b i,è la differenza de! lato d g, 17. a» fcmigiro j e .on-
m
de le trediffrrenzederte;eioé g r> io.ad,7.& b r, 18. (ono le ifteflcche compongoncrancora »n fé-
migirodcl Triàngolo d g b,cioe la fornma delle tre dirrerenze.che fono dalli tre laridel Triango-
loal fuofcmigiroè mrdefmamence quanto* rifletTo fcmigiro. Qi»efto tntefo aUnghifì il lato d
g> 17-verfo g.fino io q,di modo che g q,fia eguale à, b r«ouero b 1, iS.che coli tutta lz d q.fard 15.
eguale at femigiro del Tnaagólo d g b, Et ancora fi allunghi H latod b, a r.verfo h, (ino m di I ,
«odo , che bl, fiaegualedgr, onero ga } 10. che coti tutta la di, fardi?, ancordiarguat
•
le al fenvgiro del Tricngofod g b,& però ancora eguale alta d q. A quella d q.da) punto q, Se an-
cora allaTd I,da! punto Ufi tiri vna perpendicolare finche elle concorrano-in6eme,& ria in p,& an-
cora 6 allunghi la retta d cper il centro c,fino che arnui al detto pubtoe/che ai urtrffiri «Ila rct
-tid c p» concorrerà nel punto ifleflb p, concor lo delle perpendicolari qp,l p, perche eoahderaci
l'altro che èrna iftcfla retta, éVpcrò termina ne) pùto comune ad ambidui li lati qp!p*cioe nel pura
top,(ou*ro(cherefultai'iftefio)fi tiridal q,ailadq,odall'l,alladl,(& fiadall-1.; a perpédicolarc
J p,& fi allunghi la d cper c.fioche concorra con quefta perpendicolare,* fìa in p dal quale at pu-
toq.ficiri la p q.che ella lari egua.le.alla p I, & perpendicolare alia d q, perche confiderati i dui
Triang.d Ip.dq p,douei dui lati qd.d p,del Vno con il Tuo angolo Torio eguali alti a. lati d,dp» I
dell'altro có il fuo angolose feguache ancora la bafe q p.dell'vno ha eguale a fa p. de. falcio, ar
I I
l'angolo q.all'Udt pero t cttoJCiafcuno mòdi quelli dui Triang. rettangoli d q p.d p,è equiang. I
& però limile,*: di lati proportionali a ciafeuno delli dui Triangoli rcttangolipiccolieiac» d 1 c.
Hors dalla bafe bg, cominciando dal punto b,fi feghi la b n,cgiine aita g r, (onero a)labU)che
e dall'altra banda delia baic>ouero<che refult* riftc(lo)dal ponto g, G fcgni ia g n, eguale a'Ia b r»
( ooero alla gqvdall'altro banda della baie. che coli b n,far.1 ro.eome g ,Uun 0 g n.faià «.come
1 1
b r.effendo r n.mtennedta 8.a qucfto punto u> 6V accora al dui g, & Determini delia baie b g, dal
1 i
punto p,fr tirino le rette p o.p g,p a ,con fide randa il Triangolo p g b, & wrefa per b a le la b^j, aita
quale dall'angolo oppoflolfp, latirataui p n, fiprouarJ efTerai pecpeoUieoUre dicendo, I te/i t
dui Triangoli rettangoli b p 1
g q p, ne la quali il latoq p,jo. del limo è eguale al a to pvj o del» 1
^SA —
bg.diet ffela rcttache parrédofi daii'ang. p.fia Dpeodico
^^1/ la'sa la bg.CofuadiritturaMndarà in altro luogo cheta
aW n,(ìa eheeg'idiea che v.«da ino.ehe cofi tflendopo,la p-
pédicolate,& però lo.g 0,1 a.eafineffguìnachcilqtud.
del qnad.di gn.caiofmiftrofaria mag.del qua d. ci o c '0 deliro in qu3to il quad.del lato pg.fmi
I
Aro luffe mag. del quad.dcl lato p b. d;ftro, 5c ptrMn quatO il quad. di g <», e magg.oredci qu idr.
da bn.ma go,e maggtoredi gii. (fupponeodo hota il puntoo,efIerc fran,A b, che 11 mcde»imoin
modo lìmite oeco-reria,ponendoiodout lì vogli^rò il quadrato di go.fupertTi ancora di più il
quadrato di bruche nò e quello in che elio quadri todi bnfcftipe faro dal quadraro di gn,c\ per-
sile b o, e minore dibn,& pefò il qn adrato di b o, eminorr del qiudr. di b h ne fegue che il qua-
(
drato di g o,fuperard iifquadrafo di bo,in più di quel» feUhe eg fuptfa il quadrato di b-n^fpét
1
rò tanto maggioi meote il ] ,"r raro di g o.fupcrarà il quadrato di bOifn più di quello che ri qua-
drato digù.luperallquadratodibn, & però in piudiqutlloche il eniadr. del «aio g pjupert il
fuppoacojtwtì potcà donqucil puma o,tfj«ic diuerfo dolina
'
D &pcrò
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* M
ALGEBRA
odkolVretllab»fcbg. cochefi voleua
moft** , HottcimBòaiuiM
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angoli aellVnoTa gl'aogoU a
loro conlpondcnu ac »
EcJercheoel quadrilateroqgop,
iniqua " r<> an
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rctci re ftaoci,&i..tefa:
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J comune g ,re(*arà il .oloatifr
proteo 4. '
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V'^X^S.epc 6 tanto e dit.a evia a c vi» <t<
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qucH<,».t<,o q-am a U4 ^^"«£3?! SE, rfjfc „no
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inolo^tcandoae,(>.&4q.J5.pcrTn mcuc, , ,
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Ec ancora molt plieando a c,
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ss^:ìk" *^™«»«« '^^sssr~
due pro- «(Tendo eufemia di quelle
oc di a **H q.J '1°?^'
« nuadraco «.di a c, al duteo aio. di a e, io d q.
e come dal-
tion.,eom« da a e.6.aV 4 q. | J-
^i* * da
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r.IrclTo 1 1 Q.dutto di
eoiuimeproport^
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uadra di a e ln d q0 £c di cfli
di d q,e quanto i
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,
-
c fTo Triangolo d g b.il
prodotc
.
£ dcl gir0
Vifqt^
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APPLICATA.'
t© di d tj' qnal» fi r moftrafo effere eguale quel prodotto M,]ehe reùilea a moltiplicare iT frangi
i;
ro del Triangolo,* le tre differenze d?l i fuoi tre lati ad eflò femigirofra loro.Ondc e chiaro che
il prodotto M.del femigiro, 6t tre differenze dette,e quanto il quadr. della grandezza del
Trian-
gu'o.penlcbe la radice quadra d'elfo prodotto M,c la grandezza del Triangolo, come ù voleua_#
»oftrare,-cioe fi e moftVaro chenél Triangolo cauando eia (cnAodelli Tuoi tre lati dal fuo femigi-
ro.* !e tre d.fF:renze,o rertanri, 8c femigiro; cioè quefic quattro quantità moltiplicate infìeme ,
& del prodotto prefa la radice quadra dia e la graudezza del Triangolo
-,
thrmanci
Ouero adoprando la Regola vltimamente dedurrà.,
dalle fuperiori co d< ratiom fornendoci della mira elei
(
furie la grandezza d'vn quadrato che haueiTe eialcun lato eguale alla grandezza del Triangolo;
hfoi po:rcfTi no ponere i iati del Triangolo a beneplacito pure che la fomma di quali (i foglino
,
rrla effere Equilatero, ouero Eqnicrure.o diuerfilatero, come ci piacerle, che de gli Equicrurn.o
diuerfi'aten , ne potriano formare infiniti di tal giro 88.
fe
Et perche dati i tre lati del Trfangolo,per trouare la fua grandezza mediante la perpendicola-
re, rie conosciuto chela differenza dV quadrati delti dui lati, morirà ancora» o vogliamo dire e*
ancora la dttfiréza de' quadrati dell ì dui cafì.Ee la differenza de' quadrati di due quanti e quan-
to il prodotto che nafee a moltiplicatela fomma d'effe due quantità via la differenza loro Onde ,
fapSdo la fomma, con efTa partendo la differenza delti 'oro quadrati l'auenimentofari la '0:0 dir",
fèrenzafche fe fa pelli mo la differenza delle due quantità con effa partendo la differenza de' qua-
drati loro.ne verria la fomma delle due q u an tira, Onde prefo il Triangolo di lati 17.aj.t8.fk io*
;
tela bafe il a l (fopra alla quale caderi la perpendicolare che venga dall'angolo Oppostoli conte-
nuca dalli lati 17. a/, emendo ciaf curio dèi li dui angoli Illa bafeacuto) Mi moicipiicarenrKMa*
iom-
li 6 a * ,L G £ 1B r
R qA a
fornai» de' Iati 17.* *5.pe**.ditfi:i*tua foro» & àlprodqrto 3 jf (che e la differenza de quadrati
d'effi dui latifitperctò e ancora la differenza de, quadraci dclUdu'i «ripartendolo per Ja bafe af.
(che hora e latomma de cafii } & dell 'auenimento 1 1 ( che hora fari la differenza deflì duieafi)
.
Ja Tua mici 6,gioota,&cauataa igniti della bafciduireiultanti to.St 8 daranno idei cali, Dì
qui 6 vede che (e non la corale differenza de dui quadrati de cafi , © lati , maJa io!a Tua miti par-
. ciremoperJa bafe hora fomma de cafi > l'auenimenco fari tarmiti della differenza de cafi cheti
gionge, & caua alla miti della batefomma de cafipertro»jaje.e0i caù", ma la mici delta diffcraj-
m de quadraci de' lati Gtrouara a moltiplicare le mira della fommadc" lari via la differenza loro
cioè bora nel Triangolo prefo moltiplicando a i.via S.che fa quello partirò per la bafe aS
l'anenimeBCoiarà il tf.micà della differenza deca fi chefigiungc&caua a i4ptr trouar cica fi 10
&8. Onde femoltiplicaTemouon la miti dellafoinma de lati via la loro ditterei a^, malamiti
• della fomma de* lati.via fo!o la miti della differenza;cioe hora 2 i.via 4. die fj S4. eVqueflo par-
tiremo per la fola miti della baiejcioc per 14.I 'auenimento farà il fcche móqxo,^ da.ua to ad cflb
per refusanti 40. & 8. ca(i cercati; Onde dandofi la Regola lipotri dir*» — -
n
. j 4.fa 7
D>n dato Triangolo cottla mitiPjdella bale(tntcfo per ba<e vna dcjle fu* tre liiiee qual fi w>-
gli)partaft il prodotto che nafee a moltiplicare U miti della; fomnta deti fu^i dui yiti,vix1a miti
della differenza Ioro,& 1 auenimento A,(ì giungi) & cani alla miraì p\del|a bìfe.cbt 1 dui rcfiiltao-
l\del|a bìfe,c£
ti faranno i dui cafi . <
t
\
Qm|«1 Regola deriuata dalbt Ipecutatione dei difeorfo naturale fKpàò anco flabiUj^coo parti-
fl
%
'
colarcdimofirationqGeometrita.i &è la feguente» .
Prcfo il Triangolo d g b.per eomod^a di latj*u>ti.dg.l7.d b,aj. & bafe g>faS.elIa fi diuida_,
per mf zo in n,& dall'angolo d.oppoitoli.fc li tiri la perpendicolare d c, Ancora dal luo termino
g.finiftjxtfetlj rmdalla patte oppc/i^a. del Triangolo la perpendicolare gq, eguale al latodeftro
d b.» j.&dal ceemioe b,dcflxo la perf t dicolare b p.eguale al 'aro finiftro d g, 17. Ut dalla gxj.ijfi
/leghi la parte g oqi eguale alla b p, olatogd, 17. &lamq, 8 fidiuidaaducpartieguatt.
4-in b. A fi tirino le rette c q.c p,p m,(k la q p.quate fi diuida^c: mezo in r, eo«ne apeora la
g
b.icr n,F.t dalpnw r,fi tirino le reirc r c,r r *n fegnando il ponto cdoiic la m p,c diajfa dalla—
1 n, H9'a ptrchejil Triangolo d e. g,c icrrargolq-, come ancona il d c b, rie fegge che quadrato il.
del lato d g.fia eguale al^i dui quadrati del cafog o, & del ia perpendicolare c d,,£: fimiimcptcil
quadraco<id.|a$odb>efeguale alla dnLquadrari del caio h Cj&dcJlaperpcndicoWcjc.cLcinde re-
modo comunemente il quadrato. detta perpendicolare e d» fi vcdccjhe in quanto il quadrato del
.
.lato più cono d g,.e minoro del qtadrato del late, più lungo d b, in tanto a punto il ouadracodel
cafo più ocrtoge, fari minore dei quadrato deLcafo pju lu-"g'->J? CiCioc la djffcrc; jiuis quadrati
ideili dui caritela ifi erta, chela differenzza de quadrati della dui Ì£Ù,ptfo il compofio del quadra-
to del cafo minoro^ ciaficape có il quad. del latotmig. db,(arà eguale a» còpoito del quda, dei ca
fomaggorecb,imiemeconil quadrato deijato rp'foi c gsLmì$£xd\t-g q.vydalla co^iljiittipne;
t
eguale al lato maggiore d bj& b pjC eguale a! lato minoteg d, n< figuc che ti compero delti dm
quadrati di gq,& gcr&pero il quadrato di c q.fia eguale a/ compoiio delti du; quadrati di b p,<Jc
bc.& peròalquad. dicp.perilchcc q, a cp, che Hanoi mudati eguali larano eguali ira [oro.il
Triangolo dunque q cp,ha i ini ìatiq c cp egtia«i,or.dc larctricr,chpdiir.i>igoIoc,vitrc a tne-
l !
zo la bafe qp»in rifarà perpendicolare ad tua q p*fo vogliamo d»rc,pcrthc i u CiJi^i^^Ta icego,
4oqer,fonoeguahalli tre lati del Tnango opc r,ri/vfcunoalJpa ji:tcorif; ódcrit/^cir»d'-i;.T{iau-
goli faraootìquia#gQlJ A
perciò l'angoiocc q,delÌ>no fard Cjjul'.c allo a lui corifpoudf nte cr.p,.
dell'altro,peiiJchecfafcunoCf<iri duj aogoii lardare eco,. &; LacAP^'Pendicolarcallaqp,; Et per-
che 'e due rette gm,bp,cguati fono ancora cquidiftanci^cfiirndochfcunad'qrìc peipeowicolart^
jalla g b.janttra-ie.due g b»& mpUaranno fra loro cguali,& ^qpidiibnri.ondciic} paraic^'lo gra-
mo g b p rrwTepdo ^ angoli fl« de b. retti; retti accora faranno li dui recanti oppoftcli b p m, & g,
/n,p,<k pecòpneor* iccto il p m *}*Bt condderato il Triangolò re tcango;o qmp, nel qua le cpaicu^
nodelli diii lati q m,& q p,e diuilo per mezo in $,& r, dalla retta snella (per la fcccnda-prcpofì-
tiooede; ferto librod'£uclideJfaràequ;diftante all'altro lato, p.'bjfe p m, onde l'angolo r s q»faraV
pneora <gii rctto,& li dui Triangoli rettangoli q$ r,q m
piche banoo ancora 1 arsolo q .comune,
faranno fiinili,& di lati propotrion3li,perilche fi come q s,Je la miti di q m,o q r, sia msci'dìqp,
_
ancora sr,laià la mitjdip m, & però eguale alla gn, & a lei cqmdiftante, ondcil.quacUilaterog,
Jir s,Urà paralojo grammo rett.ingoJo,& la n r,cgualei & cqutdiftantc fila gs, &.pe. ciò ancora,
il quadniaeerorac r s,di iati cquidiftanti, & che haJiangoji m^&s^ctti.hauejijancota retti lì,
p rop art ione di p r, 1 4. (t gusle ad n b, immiti della bafejà 1 1,+ .(eguale ad mSj4.mird di m q.dif
ferenzidibp, agq. cioè differenza del lato dg» al db, ) fari come dir 0,21. finiti della fom-
ruadibp, &g q, (che intefo giunco sq» allabp, il comporto farà eguale alla gs, come gm, fi
|
a»
\ contingenti eguali
ri rad. 212$
gq, 18. egualeibr,
altezza c s, che venga dall'anno-
lo,o eima calla baie mn,r*o lua_»
però d q, } 5. femi£Ìro dirittura su la quale dirittura è
b 1,10. eguale i gr.pe ancora la bafe del Triangolo a m
contingenti calali
tò dl,jj.fcmigiro cdclla iftcfla al tczza, quale alter
sa*o perpendicolare fi potria an-
£ cora
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ÌS ÀLGEBRA
Cora trottare fenn fnuer nota la grandezza del Triangolo ; cioè cercando il eafo maggiore m s,
ouero il minore a s.cbe fi trouariano mediante i dui lati» & bafe noti come fi è già mottrato>)&fi
fari partendo detta gì andczza i » y 40. per xo9-ba Te che ne viene 60.Se quefto èia miti dell'altez-
za.ondc il Tuo doppio 1 a o lari l'altezza cercata c s>ma per trouare quanto il punto s.fia lontano
dali'm. termine del iato maggiore su la bafe , cioè per trouare la lunghezza del cafo maggiore s
m.cauaremo il quadrato di detta altezza dal quadrato del lato maggiore , ( & eflbreftainelari
quel ochenafcea moltiplica e i8y.(omroaTÌa49.dirTcrenza Iorojcioe 1*/ d'imene il reftanto
1 4 1 6 1 .e il quadrato dei cafo maggiore s m però s m,fara 119. onde effendo m a» j 96. tutta la s a»
fai à 11 y.al quadrato della quale giunto il quadratodella e $& della Comma ya>y 6a/.prefa la ra-
la a n,8oy.& quefta moltiplicando per do miti di c s, 1 io perpendicolare ad efla bafe a n,in detto
Triangolo a c n,che fi 48 joo. per la grandezza del Triangolo a e ni qual grandezza partiremo
bora per 1 jo.n c che bora vogliamo che ferua per baie del mede fino Triangolo acn.&nc viene
I aa.ij doppio di che i 6++. & quefto fard la perpendicolare a S,ad efla bafe n e, (o fua dirittura )
perueniente dalla cima.oango oopportoli a» cioè fard l'altezza co mune dellidui Tnan-
F'g-U* goiinaccag. Erper eonofcereqiidnto éloncano il punto S,termine d'ella altezza dal-
l'angolo gitrou aremo il calo maggiore n Singolare al lato maggiore n a,8oy nelTrian
golo a a enei quale detta a S,e perpcodico;arc » & perciò cauaremo il quadrato di a S, 644- dal
quadrato di a 11,805.
S», 71» aS, 644- CS, iJ}. 00*41 471*. da-
7if M*. III. 6*80 »y.<k del ecftan
• 1 te vjiiffj. pigjiare-
3 1 1»/. quad.disa» 4J47J quad. dia S, 1 10889» quad. die S, y
mo la radice quadra
1 #400. quad. dici» 6*8oay. quad. dia n, *M73 6. quad. dia S, cheè 483- * uuefto
» — c ii cafo mag-
ftfÓth quad. dia e, HÌ289. quad. dinS, /ijd-ty. quad. dia c, giore , che comincia
... ... al punto n. Et perche
7 a y. ae» 4 8 j. cS, cfib*8j.epiudi lyo.n c>bafe di elio Tciargo
» " ' - n
lo a e.cooofeiamo che detta perpendi cola-
71 * 8 re cade fuori dei Triangolo ,Sc della baie oc»
SU la cg.lontano dal c. verfóg. quanto e la-.
Sg> 170. dirfcrenzadinc.Tyo.bafeadnS,48j.calomtggiore;ciocj jj.chefa.
179 ria la e s,ca(o minore(il quadrato del quale con il quadrato della per-
m pendicolare a S.deuono componere precife i' quadrato di a ciato mi.
io+ 1. quad. di S g,
3 nore.fc ben fi vede che 1 H
88 9 -e 00 4 1 47J 6 f* S*> che é precile
414736. quad. di S a» il quadrato di 7 »y . a c,; conolciuto quefto cafo maggiore n s, eflerc-»
rie la (ubteoia c o,fari 1/. cornea mò dall'alti a banda verfo m.trouarc i lati o m, c m, pure io in-
(ieri**
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tieri.i
applicata:
quadrati de quali dcuono e fiere differenti nell'irtcflb 144-quadrato della eo.onde di nuoiNl
19
porto che la differenza de' lati loro fiavn'altro numero intiero poniamo 4. con elfo partirò il 144
ne viene j «.perla fonimi oro.dalla quale cauato il ^.differenza refta 3 ». che la mita e /6.intie-
ro.per il laro mnore.eflendo poi la (ubtenfa c n, ao. Ouero por endo che la differenza de' lati de
quadraci di m
o,m efia /.con elfo partendo il 1 44. ne viene a8 per la fomma lorodal che ca-
ttando il 5, refta a j ^-.la miti 1 1 —
|-del quale é il lato minore,* perciò J.di più cioè j 6 -7-5-^*
ri la fubccnfa.ma perche queftì numeri fono rotti, & noi vogliamo de gl'intieri, potremo molti-
plicare ciafcuno della numeri detti, per alcun numero che leui i rorti,& èia per hora 10. & doueo-
raraooo m e. 1 6gm o, 119.0 c,/*o.o n,9o.& n c»//o.Ec cofi la retta m
n,fari 109 c (Tendo n c, 1 jo
&cm,io'o. Ecperftabilireleam, &ac, in intieri. Considerando il Triangolo rettangolo co a»
te cflendo 1 4400. il quadrato di c o,conuerria che i quadrati de i dui lati c a, a o, fi a no differenti
in eflo i44oo.pcrò prefo per differenza d'eflj dui Iati poniamo 1 o. con eflo partito il 1*400. ne-»
viene 14*3. che fari la fomma loro dalla quale cauatoil 10. differenza refia 1410. che la miti
jrjT.è il laro minore a o però la fubrenfa fari 71 j. Et dal 7 1 5 a c.ieuato 1 / j.m o.il reftante J96
sari il numero di a m,Ec i tre lati a c 7 a j .c n, 1 jo.a n,8o j. del Triangolo a c n, faranno ancoi a-»
cali che la perpendicolare cadente dall'angolo a,(ari numero intiero, & cofi i cafi alla baie (che-»
quando vi occorrere rotto potreùuno accrefccre rutti i numeri con la moltiplicationc d'efli in-
vn denominatore comune a beneplacito > & coli ridurli a intieri da fcruirfi poi di loro) la c g.poi
lènza vfarui arte non ci curando noi che il diametro a g, da lei dependente Ma intiero ratjonalo
fi potriponercvn intiero a beneplacito, che perciò! ha bbiamo porta j /a. cflendo la totale*.
Og, 67 a.
Può ancora auuertire Misuratore che fé andando sii per la bafe P S.nel terreno,* dando(co-
il
rato la e q.q 1, 8c
ni. prodotto 370. meno 16. le dette cb, bm,
prodotto,
— 3
107 j.
8019^-
a trouare lacri-
dezza della figu-
racbmlq.pcr-
}8.meoorad.370.difTerenzaalIabI, quafì éié£-|-£.è che imaginata-,
,
lapidea- la rei tabi, cho
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Vo ALGEBRA
dicolari e b,q l.via la baie c q,cioe 1 1 .via } 8.che fa -/i 8. Ancora crouara !a 6 I.bafe dei Trìango 3
lo b m
l'( cioè l'alerò lato tranfuerfale del capotaglielo , & e la fubtenfa all'angolo retro b i 1, d ci
Triangolo rettangolo imaginato b l>tirando,o fìngendo la retta 1 i, equidiftante , cV però eguale
i
alla q cche ancora la c i,di nect/Tud fard eguale alla q l,8,onde la i breftante della e b.i*. fard 6.
& il Tuo quadrato j « giunto ai quadrato di j 9.i l,cioc a 1444 .fa i48o.per il quadrato di b l,pcrò
«fia b l.fard radice 1 48o.cioe quafi J8 -p-ì-.Jhaueremo noti i fuoi tre lati.mcdtante i quali fi fari
ancora nota la grandezza del Triangolo, & e quali 6 16 y -§-•£-- che giunta alla grandezza del ca-
porali aro b c q I, lafomma 1034-j-. in circa lard la grandezza della total figura cbm q.
1 I
£t quando non fi poteffe andare dentro al quadrilatero, ma foio di fuori, & intorno» pocrclfi-
mo imaginato allungato vno dclli luoi quattro lati quale ci piaccia, o venga comodo ,
Fig.17. poniamoli a.ing.dalg tirare vna retta lino all'angolo c.potcndo,o hooaliatoar,doue
fi vog't poniamo in l,& dall'angolo r,intefa venire vna retta fino al punto I» fi trouarà la
lunghezza d ella con artificio de numeri nel modo moftrato ; cioè hauendo gii note per la mifu -
.
raiione loro le tre rette che formano il Triangolo citeriore lag, & intefa bafe detto la g a, che è
nella dirittura dela a r,( quale a r,fi intenda bafe del Triangolo a r.chc hà la fua cima nel punto
I
itteffj I,; dalla cim 1, imaginata alla lottotcndcnte bafe tirata vna perpendicolare, & fia s,cro-
•
I
uaremo quanto ella cade lontano da' punto angolare g.cioe quanto fia il cafo maggiore gs,& ca-
ttatolo dalla g r, fapremo fa lunghezza della retta s r, il quadrato della quale giunto al quadrato
della perpendicolare s, della lomma prefa la radice , ella fard la r I, Di poi imaginata la diago-
1
nale r t,o diametro del quadrilatero, con fìdrra:ido il Triangolo r a 1, cialcuno de 1 tre lati del qua
le é noto,& intefa bafe la a I.ehe è sii la retta a r,dal!a cima r,tirara la perpendicolare refi troui
quanto fia lontano il putoo,d)!l'a igo:o l,cioe quanto fia la lunghezza del cafo o, & giuncala al-
I
la t.nota, fi fapra la lunghezza della t o,che fa angolo retro con detta r o, però della fomma de*
I
quadrati di effe 1 0,0 r, prefata radice quadra ella la-i la lunghezza cercata del diametro r t.
Et fe nel quadrilatero fi tiralfe vna retta a beneplacitochc icgaflc i dui lati contrapofiti,eomc
fi vog!i,& fia ed, fe ne tirare mo vn'altra che feghi quefta , & vno dei lati a lei angolari
Fig. 1 8. doue fi vogli,& fia m u,mifurat)do tutte elle rette & parti loro, potremo poi mediante i
,
tre lati noti del Triangolo d m u, venire in cognitionc della ma altezza.o perpendicola-
re che dalla cima peruenga alla bafe d u, & le parti d'effa bafe. o cali, & perciò la diflanza d'effa*
perpendicolare a ciafeuno del li dui punti n,& t,& poi ancora la c n,ouero la c n,ouero lac t, & fi-
nalmente il diametroa n, oucro r t. I
Et fe nei quadrilatero hanererrro roti i fuoi quattro lati,& vco de i diametri, poniamo le a d,
potremo con l'artificio de numeri ticuare l'alno diametro tb, che mediante i tre lati noti del
Triangolo c a d, crouaremoilcafo de, & però la reflanteca, Etmediantei tre lati noti del
Triangolo d a b,trouaremo il cafo n a, & però fapremo la e n, Er confiderai! i dui Trian-
Fig. *9- g o1 » rettangoli t e r,b n r.ctu- hanno ancora gl'angoli all'r, contrapofiti, & però eguali»
conosceremo che cui fono equiangoli, & pesò di lari proportionali,onde laproportiooe
della bafe c r,alla bafer n, e come dall'altezza t c, all'altezza b n, pertiche diuifa la totale cD,in_
due parti che hibbino la proportione di c c.à b n, l'ima farà la c r,& l'altra la r n, pertiche poi me-
diante t c.& c r, fapremo la lubtenfa t r, & mediante b u, <k nr, fapremo la fubtcnfabr, &coofc-
quentemente la cotale t b.
Si conofee ancora che nel quadrilatero hauendo noti i dot diametri,* tre de fuoi lati.fi può c6
l'artificio de numeri trouare la lunghe zza dell'altro lato , cV fia il c d.che fe oltre alla notitiade*
di2metr i c m,a d,haueremo note ciafeuna de Jc tue quattro parti , faci/mente rrouaremo effo la"
to c d.Perchc mtefo il Triangolo a e s , de i fuoi tre lati noti , & prefo per bafe la a s.trouaremo
la (uà atczza.o perpendicolare e n,& la lunghezza del cafo n s.a' quale giunto la s d,oo-
Fig.10. tafapremoland.il quadrato della quale giunto al quadrato della à lei perpendicolare*
e o,la fomma fa rd il qua drato della (ortotendcnteli c d.onde la radice d efia fomma fard
la lorght zza cercata della c d. Et in quello cafo', quando ancora non fapefiìmo la lunghezza del
lato a m,ne meno deli'm d, pur che ci fia nota la lunghezza d'vn folo lato , & di ciafeuna dello
quattro parti de i dui diamctri.potrcmo trouare la lunghezza di ciafeuno de gl'altri tre lariChe
hauendo noro il lato e a.eflo mediante,* le tre pa> ti a *. s d, s c,de i diametri rrouaremo il lato e
d,(comc s'è detto) Ancora confiderato il Triangolo e s d,di lati noti prefa per bafe la e s,trouare
mo la fua altezza d r,& il cafo maggiore e t.ouero il minore s t, (fuori della bafc,)& prefa ladifre*
renza di efTa s r.alla parte s m,r»ora del diametro c m, reftarà nota la em.il quadrato della quale*
giunto a! quadrato della perpendicolare t d.la fomma farà i! quadrato della m d.perilche la rad.
d'ella fonimi farà la lunghezza del lato d m, Di più per trouare la lunghezza del reftante latom
a, fimilracntc conGderato il Triarg. che hd vn lato in linea retta con vn lato del Triangolo a ras,-
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I
A *P P L I C A T A: ir
«»et qaaledetra a m.è vnnde' iati j cioè confiderato i) Triangolo d sm, ('onero t'a s,)ài tre (at!
poci.prela per bafe la d s.che é in linea retta con sa, vno de' lati del Truogolo ama» dalia oppo-
stolicima m. invaginammo la perpendicolare m q,eV trouaremo ta fua iunghezza & a lunghezza
l
del caro q;, quale giungere mo alla a a,nora,& haucremdla qa, al quadrato della quale gioogere
quadrato delia perpendicolare m q.eV della Tomaia fi pigliari la radice, che etTa radice ia i
Clio il :
la lunghczaa del lato a m,(che le ci fei uiilimodel Triangolo a cs.fchc ni il laro c s in linea retta
eoo s in. vno de* lati del Triangolo asm» nel quale é per .aro la»a m, cercata) prefa per bafe la c s>
dalla cima a,fe li imaginaria tarata la perpendicolare a g ià lunghezza della quale fi trouaria me
diante i tre lati noci c a a s.s c-8t ancora fi trouaria il calocgioueroil gs, & confequentementc^
ia lunghezza di g m che fa angolo rerto coi la perpendicolare g a, per ilche (aria ancora nota la
a m.frtrorendente ad elfo angolo rettcs ) Onde di due inee poniamo a d. cm,chc fi fe-
Fig.a i. ghino fra loro faputo le quattro loro parti » cV la diftanza che è da vn termine dch'vna-i
ad vn termine quai li vog'i dell'af a poniamo da m,i d,fi può trouare quii fi vogli del-
l'altre tre diftanze > che fono da i termini deM'vna a i te: mini dell'altra
Ancora le del quadrilatero hau cremo noti dui iati, ciafeuna del e due parti dcll'vn diametro »
cV l'altro diametro totale.potremorrouaeeiafcuio de gl'altri dui lati.eV. ciafcunadclle
Flg.a». due parti dell'altro diametro : Perche efTendoi dui lati noti poniamo a c< a m> Se il dia-
metro del quale ciafeuna delle due far partienota fia il lottotendeotali c m» a il "bora-»
confiderato il Triangolo m a e. formato da cflì dui lati,& diametro di parti noce.de ineefa baia ef-
io diamet -o trouaremo la perpendicolare a r,& il cafo c r .oderò r m, mediante il quale.eV la noti-
eia delia parte ca.ouero della s m,fapremo la drtfcrenzars.it quadrato della quale giunto al qua
drato della perpendicolare a r,la radice della fomma fari la a s.partc del diametro a d; onde ca-
ttatala da elio cotale a d,diametro noro,douentari nota la fua renante parte s d. con la cognit io-
"
ne delle quali parti,* cetera.fi trouari la lunghezza delti lati m d.cd, nel modo gii moftrato •
Ma fe hanendo noti i medefimi dui lati c a.a m.iapremo le due parti non del diametro c m, fot
toteodenteli.ma le due parti del diametro a d, fapcndo ancora il totale c m, all'hora confiderato
pure il Triangolo m a c.di tre lati noti , & prefo per bafe il diametro cotale ooco e m, trouaremo
la fua perpendicolare a r.il quadrato della quale fi canari dal quadrato di a s.nota, & la radico
dei reftantc fari la r s, quale giunca al eafo c r, che fi haue; i noto la (omnia fari lapparle cs, dei
diametro c m,& però fari ancora nota la refi ante parte a m.onde haueremo note le quattro par-»
ti dei dui diametri,* dui lati, però gl'altri dui lati ancora fi potranno trottare fralmente nel «no
domoHrato.
Ma quando non haneffimo note diftintamente le quattro parti de i diametri.ma folo ci aleute»'
diametro cocaJe,& ere Jaii.noi potreùl no venire in cognitione dell'altro lato,& di ciafeuna del*
le quattro parti de i dui diaraetri.con l'aiuto dell'Algebra,che per efempio nel quad ila
Fig.a j. tcroc o r d.dati t tre 'ati e o, i 6.0 r,44.& r d, ; «.& ancora i diametro c r, «o.fcV l'o d,a*.
I
noi confederato rn Triangolo contenuto da dui lati noci , & dal diametro forròtenden-
teli.poniamo il Triangolo o r d,Sc intefo per bafe il diametro o d. (opra ad effo dalla cima r.ima-
ginata fa perpend.colarer t, per trouare quanto ella cade lontano dai fegamento s, poneremo
che effe diOanza r s.fia i.cofa. ce confiderato il Triangolo ro d, di lati not^prefo per bafe la od*
su la quale è la s t, dalla cima r, ima Binata la perpendicolare r t,troaifi la fua lunghcxx»»che è ra
dice J67.& ciafeunodei cafiot.teTcheoCe »7-eVtd,i7.
Ancora confiderato il Triangolo c o r.che hi per bafe l'alerò diametro e r, 8t i dui latteo» o r«
noti dalla eimao.imagtnifi la fua perpendicolare oi.eV.fi croni la fua lunhgezza, & ciafeunodei
doieafi.che la perpendicolare e radice 295 \ .il eafo ci./ 9 -f- M ir» 40 Qucfto fatto venen-
do aPaoperatione Algebrica pofto s t, i.cofa. il fuo quadrato 1. cenfò fi giunga al quadrato di
rt.nota.qual quadrato e J67.& la Comma i.cenfopiu 5 67. fari il quadrato di sr, prò cflasr, fari
ra die: L, 1 .cenfo pias67.L.O>»de cauarala da i rtche Zappiamo efiere 40 -£-.il reftaate tioc 40 -~.
meno radice L, r. cenfo più ^67. L, fari la fola isiil quadrato delta quale con il quadrato di oì,
continente angolo recto con efla , Joueri formare riquadrato della o rjottotendence a detto an
golo rerroò i s.ma il quadrato di o i, fappiamoefière 14 j che con il quadrato di i e» fa ifo*.
pio t. cenfo mchof radice L.i.cenfopiu r 67.L, volte 81. )& qucfto e il quadrato di os, Qucftaos,
Zappiamo ancora effere quello che retta a eauare 1 9 porta .cofa dalla totale t o, trovata effere-»
1
j7.perilehc o a.reftaria i7.mene iicofài! quadrato delia quale perciò e 13 69. meno 74. cofcpiu
1. cenfo ; perilche egli viene ad effere eguale allaquaotifi (opradetta g'i trouata, che ieguendo
quefta equarionealla quale fiamo petnenuti.come fi vede in margine trouaremo.che la cofa va-
le Ij8 j-f:£r accora 1 che io^ueftaequaCK>i»a>di ccrifo,& numero eguale a cofe.la cofa hi
dusvalwc,)mancliwftiocaÌQÌa#.iiópuovakrcil ij8 Ciocia valuta maggiore 1 j& -f -J-.
f non
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tt ALGEBRA
»oo può feroire ti rttftroqof fico.percbeeu'endo la totaeo c, J7.1a fua parte • t.pofta /.eofa eoii-
nerri eflerc manco di j 7 Oode l'alerà valuta mioore 1 6 } Uri a ooftì o propofiro, & eofi dire- .
er, so
— 1 a6o. ed. 64. 6-/0.
verri ad edere radice
qucfto giunto alla e 1, 9
n*—^
~
-5-. cioè 1 i
1 1
de daliaw
" refta 898/35*9-
J !
'
I ' >
fubtéfaso,
14I7H144 alla fubten
fafr, Ecco
IfSifÙt-ff. ce è 9 4 7- > 5 5 • etimi che fi giuo fi t'apre ma
ge, 8t caua alla miti le quatti a
t45 del numero del le co- quatttii*
fe;eioei 11988.1/5. cs.so*sr»
-•c M>d. efitni, de ne refultano effe re prò*
* 6.J.
TTT
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A P P L l C. Aj T A. i)
;* A Hi* 1 fff*l^fftH'floc, »'iì'*» < '.the fono le due portici»!;,
.valore che può habet eia cola . * nella prò
por none di
©..radice »9>* 4-ad rt.radi e f «r-cioefichifando per radice 7 )4a radice 4» » radici ai cioè
di é -j-.a 9.0 vogliamo diradi 1 j.a 18. Mani elle quatti o qu autiti poportioniii lappiamo an-
fora die la (omnia delie 1 &,$ r,prima,& quarta è 40 .(che clic compongono il calo 1 r»oci Tt ià
go'O oc r,) cYcbc la lomma delle r s,s o.feconda, & te tic $f. (che de
compongono 11 calo t o,
nel Triangolo or d.j oidepert o .are la lunghezza dicialcuoa deflefepar tamentc potremo
ferucodoci d=lla fida feo.t i drli'A.gcbr a p^e e the la prima 1 s.ha /.cola, pertiche la feconda.»
t s.doueià elTere 1 -,
-f-.
cole /p.-i he la i;roportione della prima alla leeoni a, oae la terza ala»»
quarta deue cflere come da o i,ad r c, che e come da 1 1. a » 8 ) Ouero per kh'ua r rotti ponendo »
che la prima fiarj. cole, la tei o da dentri tiferei 8.cofe: Et camodo la prima 1 1. cofe dal 'a_»
fomma della prima,* quai ta.ooc da 40 .1 reftantc 40 -~ .meno 1 j cole vena ad cflere la quar
•
c»i Ancora eauando la feconda 1 8. co feda 37 (omnia del a feconda, & terza ii reRaote ) 7 meno
18. cole (ari la terza» m» di quattro quintili proporrionaii il prodeto della puma nella quart
c (capre «goal» al prodotto della feconda nella terza; però moltiplù andò 1 j. cole prima via 40.
-f.meoo ii.eofequarta.il proietto j 6 -L.cofe meno 19 6. centi, donerà cflere egua e a tfé&coft
.
mcooj»4.ceurì,che è prodotto da /8.co(c lecooda in 17. meno i8.eofete«za, Onde eficndo per-
ucnuri a quefta equazione accomodando il meno.l* leuando le quantici minori dalle a loro fimi-
li, riatteremo 1 5 j .cenfi eguale a
j f -!-.cofe,eioe j /o.cofe eguale a %79- che la cofa vaferi -J -f 1 •
1
cioe v. Onde la prima qua ui iis,po4a 11. cofe fari J--J -ì.cioc/i
T —
\. la feconda iS.eole*
ieri t6 -f. la terza che ru j 7 meno i8.cofe lari 17. meno /* .cioc ao Et la quarta che fu 40
-f
V-meoo /j cofe lari 40 J-.mfr>o 4 1
-p-J-.
cioè 18 -t»
Ma per efirahere più comodamente ia Regola numerale dall'opcrarc Algcbrico,fipotri pone-
re*ehc delle quattro quantità proporcionali dette, la prima 6a i.cofa, che la feconda farà f»TT*
cola la terza j? meno 1 -p-f • cofa, & la quarta 4-0 -J . meno 1. 4. che con" il prodotto della prima
nella quarta (ari 40 J-. cofe meno 1 *. Et il prodotto della feconda nella terza, che a quello con-
uiene cflereeguafe fard fi -p-f.cofa meno 1 -j~£X. Cenfo,oi>dc accomodato il meno,* feuati i (a
per dui raseremo { [ -i-.centt eguaie a 10 -£-<£-. cole, Et fehifato, o partito per 1. coi» fi ridurri a
-f-f i.cofe eguale a 1 0 \ -f.che partito il numeto 10 -f-f-per -\ .numero delle cofe.J'aueoì-
mcnco ir-j-g-.laràil valore della cofa,* perciò 'e quattro quantità porte i.cofa, i.-y-f cola J7«
meno 1
T .co(a Et ^o^-.meno i.eofa faranno 11
,'
T 'o' l£ r J7-nicno 16 -f. Et 40 |.menoit
Ciocia prima 1 ^-.la feconda id-^-.la tei za ao -t •& la quarta *8-j. Qui mò fi vede cb*
,
nel fine dcU'Equatiooe ilio ~».namcro d'efia è fempre la diffet éza A, che li troua fra 40 -±-.fon»
ma della prima,* quarta a j t T \ .che nafce a moltiplicare J7. fomma della feconda, & terza-»
ria l f "f* D.dcnominatore della prcportionc che é dalla feconda alla prima* o dalla quarta alla
terza.o vog iamo dire ria 1 -t -f «Diche fi troua partendo la feconda per la pnma.o la auarta per
-
la terza, Et 11 -f * nome 10 delle cofe e tempre la differenza B, che fi troua fra 1! quadrato del
denominatore D detto alla vniti.con la quale differenza Bipartita la Aii'aucnimcnto c fempre^
la prima delle quattro quanrni, onde fi poni dire
Data la fomma del la prima.de quarta, Et la fomma della feconda. * terza di quattro quantità
1
proportionali.Et il denominatore de la p oportionc della prima alla feconda, fi peffòno r roua re-
ette quattro quanti ti didimamente Regola, Con il conuerfo D> del denominatore dato del !a_»
proporrione che ed» >la prima alla (cconda( qual corurrtoc fempre queiloehe nafce «partire la
Tutti per effo denominatorctcbc perciò il conuerfo poniamodi j -[ .denominatore della propor*
tione tripla fefquialtcra e ^-.rhe nafce a partire la vniri per efio 1 \ .0 -f -cioè è -y-rottoconuer-
ioal } Si efio -|-.c il denominatore deliri proportiooe lubtripla fefquialtcra conuerfa alla detta.»
Cripìa (clquialtxra)fi moltiplichi la fomma della feconda. Si terza» & poi fitroui la differenza cht
«dal prodotto alla fomma della prima,& quarta qual differenza fi chiami A» Ancora fi molripli*
chi io le (teff - il coooc rio detto OA
fi troni la differenza che è dal propotto,o fuo quadrare al'a-.
*oiti.& efia differenza fi chiami B.con la quale fi parta la differenza A, che •'aucmmentofatà a-,
prima quantità , mediante la quale fi faranno notte le tre (cgnenti . Per cft mpio cfkndo 70. la-»
fomma delia prima.cV quarta.Et 1 1 o.Ja fomma delia prima,* terza, Et a. il denominatore della
~
proportiooe delta prima alla feconda » Il conuerfo D, di quello a. e . con il quale fi moltiplichi
1 lo.fomma dell» fecondai S( terza»* produce «f.quale é difftreote da 70. fomma della pt tma,ec
quarta in if.che 6 chiama A. Aneora fi quadri il D,^,& fa 4Ji differenza del quale alia vorrà e
•|-.che fi fhama B,eoo queto ^-.B,6 parta 1 /. A ,St viene ao.jqual ao.e la prima quaotiti.pcrò la
4|uarufaià il 'fftatuc fino a ?o.cio« (ari } o«Kc puchc il éworjuiucorc della proportione deliau
prima
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prima
»*
a!la fionda
ALGEBRA
prima per la feconda ne viene i eonoerfamente a par ria?
è ?. rio? a parti e fa
Ja pr m i denominatore 3. ne doucri nafeere la feconda, ma a partire to pcr-a.ne^*
20. per quello
v ene ìo però ella 'ari lo.ondch terza (ari ti tettante fi'ioa i iccioefi'à 100. Sipuòmò auucr
tirc.c' ediccrdoi). D< o'iattro q-.ijr.rifd ^rupo'tionali la fomma della prim;< & quarta e jro.Etla*
fonvTìa del a fecondi, & ter za e 1 10 doma ido effe quintili, li quelito puòhauere quante rtfpo-
flcet pi.icc a prrcht koii ci illendodaro n dei. ominatore della proporrioiie.che fia dalla prima^»
a i'a feconda, noi ce no potiamo lupponere quanti vogliamo a noftrobmep aciro, Et fi può no»
taierht q.! vndola fomma P.della prirna,& quarta f ifl-eguile alla i ?mma S.della feconda»8c ter
aa»ali'hora('ia denominatore D. dei a p^oportione che c fa la primai & feconda qua! fi voglìJ
i
la feconda di effe qu itero quantità 'ari egna'ealla ^nrta ,& la terza fari egua'e alla prirnaT'ori—
de licori la fimmi dd'a i>* 'mi.fv feconda f'rd eguale al a fomma delia terza • &quarta,& cia-
scuna d'tflcduc (onimsfjrd eg u'cal a lomma delle cltreme » & perciò ancora a. la fomma clcl-
le medie.
Ancora quando dVoq-ndrilatcro fi hiueffcro noti tre Iati, & due rette ehefcgifferoeffi tre fa
tì.o mrcendofi da vn'ifteff j punto e,(come ocoft delle due c r, c m, nella figura G,) oda dui di-
ver i(e >me fanno te due c r.s m ne U rigqra H,; hiuédo ancora note le parti di cialcunod'effi tre
lari.fi porri pure trouare 'aluighczn le]. altro aro che non fi potette mifurare,& dieiafeunode
i fuoi dui di.imrtri.Che nella figura G o.nella H.mrdi ante il Triango'o a e r, di lati nori.cW I* par-
te r g,(i rrouard !a retta e g. bt mediante 1 Triangolo e a g di tre lati noti.è* la parte ed
Fig.x4- fi tromrd il diametro d g Ancora med ante ti Triango oc d m, nella figura GiPdelJ'sd
m.nella figura H, di tre lari noti, n la parre m n, fi crouari a retta S n, Et mediante il
Tt iangolo v d s di tre l.vi noti, & la s a, fi trouari il di.1 metro a n, Còri la notiria mòdelli tre lati
del q>jadnlatero, & dui fuoi diametri fi 00' d trouare l'airro lato g n, in altro modo ancora chev
nel g>d inoltrato,* (ari che eofiderati i dui Triangoli di rre lati noti» & bafe comune che fono a d
n, a d g, nel Vno mediante i fuoi tre 'ari no:i fi trouard l'altezza n q, & il cafo q a, Et nell'altra 6
trouari a trzzi equidiftante a la n q.gid trouara.cioe la g x,8c il cafo x d>& perciò effendo noce
l
* a, a à,it d q.fa- i nota la x q,a:la quale dalla cima g, dell'altezza minóre delle due trouare ima-
gìnata tirata la equidiflanreg p.ficiche arriui agl'altezza nq, & fia in p, acciò la pq.fìa eguale alla •
gx.norafcome e fu g p, fari eguale alia xq, nota) ci fai d noto il rettane? pn, onde mediante i dui
Jati g p,p n,de Triangolo rettangolo g p n, fi trouard la fubtcnfa g n, che e l'altro quarto lato del
quadrargJo.
4> Sippu lo Studente eh<? Claudio Tolomeo A'eftandrino circa al principio del primo libro
del (uo A Imagetto.o gran compofitione morirà come . Dati i tre lati. dui diametri del quadri-
flit
doche effo quadrilatero fia in'c uro in vn cerchio o vog'iamo dire che elfo quadri'aterona tale
ehe intorno fe g i puffi cireon ferme re vn cerchio, la cu conferenza del quale tocchi ciafcuuodet
fuoi quattro a' goli, che all'hora fi d morirà effo quadrilatero acquisiate quefta proprieti che ii
,
dutro de i fuoi dui dumetriequanco la fomma de i dui dutti che fi fanno l'viio dai primo lato nel
terzo fuo oppo fi to , fV l'altro da fecondo lato nel quarto fuo oppofito . Qnimò egli bd veduto
che f'*nza che il quadrato h bbi quefta qualiti d'effere inicrittibile in vn cerchio ; cioè effendo
.
egli ro m to come fi v >gli fi poffa pure mediante la notitia di cinque delle lei linee dcttcfche fo-
no quattro iati,& dui diametri)trouare l'airra ; tic come quefta dottrina fi poffa applicare rn'U
1
mente.o comodamente alle ordinarie, & frequenti mifurauoni delle Terre. & il tutto eoa Vaiato
dell \ geb a^ .
Ancora con l'occafionr deM'hiurr trattato delle mifure delle Terre » voglio di più* per far cofa
pra*a,ft giot euole a li Agrimeof ri & altri moftrarli come arti fieiofa mente 6 troui lalunghea-
1
, 23 d Vn lato del Triangolo quale non li poterle mifurare , o come fi ttoui la grandezza dd Trian-
golo del quale non fi potc flc mifurare a tona delle fue perpendicolari , o altezze, oc meoo curdi
Juf'lri.
. Del Tr-'ang a e r,è impedito il laro a e,ehe non fi può mifurare,8f ancora dentro ad efToTriio-
golo vi è Pa Jude,fango,o Col le che kua il poterne trouare l'altezza, o perpendicolare che veoga
ne dall a, ne dal e, Er oltre di ciò fupponiamo che non fi babbi Squadro o inflromento alcuno,
,
Noi nondimeno porremo faperc ogni cofa con artificio eofi ; Mifurifi il lato a r.ir fii>
Fig a/. 84 & il lato r c,& fia oa.di poi fegnati dui punti fui fato r a.lVno, & fui lato r c, ra1tro.de
fianos, t, dittanti d-U'r, m
numero di mifure a beneplacito, poniamo r s,i a. ficrMl,
f che quanto più lunghe faranno effe r $. & r r, tanto più ci accori aremo alla diligente precifieoe
della operatione.poiche arriuare ad ella precifione nelle operationi humane impofitbile) maio
i
al luogo fempre fiaoo li punti $,b t,c he fi pofia c«Q diJigcoaa mifurare
la loro djftaoza « f »&
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A P P L I C A T A: if t
Hora ne! Triangolo piccolo s t r,di lati noti fi troui la perpendicolare dall's.fc fia 8 o.mifuro
A,& il cafo r o,8t ha milure B,Ec imaginata nel gran Triangolo dall'a, la perpendicolare a u, che
fard equid jflantealla s o.fapremo ii dui Triangoli rettangoli s or,a u r.effere limili,^ però la pro-
portione di r o,ad r u,& di o s.ad u a, fari come di r s, ad r a, ma r s, hora è ad r a.come i a. a 8*.
cioè e nora fa proportionc di r s, ad r a, però note faranno l'altre due , onde perciò effendo noti H
antecedenti loros,o,r o faranno ancora noti i confcquenti a u, perpendicolare del Triapgo!o>& t
«tonde cau a co r u.noto da r c,noto reftari noto a e, che fa angolo retto con la detta perpendico-
lare a a, fatta nota ; però effa mediante haueremo notitia delia fubtenfa a c, cercata , Et confo
esentemente della grandezza del Triangolo , o mediante i tre lati , o con la perpendicolare a u,
£c Infere
Ma noci l'accorto Gcometra.che quando ancora non potette entrare dentro al Triangolo a crt
ne perciò mifurare la retta t s.dentro ad elfo . Egli può allungando con pahne(come fi luol dire})
o eome gli venga comodo le due rette a r,c sformarli il Triangoletto s r t.fuori del g' art
•Fig.itf. de.mifurandosiiralluogamentors.poniamo i6.mifure,& sii Tre, poniamo la-mi!» re»
te cirata.o imaginata la dirtanzas t.mifurarla diligentemente, &ha 19 \- Qucltófit*
to, perche l'angolo r.del Triangoletto citeriore è eguale all'angolo r, a lui contrapofito derTr iati
goto grande noi fingendo , che la r s.dcl piccolo ha riuoltata sii la r e,/ouero r a,;dcl erande,&
Tangolo r.del piccolo fi vnifea con l'angolo r,a lui eguale del grande lapremo che la r fidef picco
lo fi rfuoltari sii la r a,(ouero r Ci )àc\ grande,* cofi il Triangolo piccolo formato di fuori potre
mo confiderarlo , o adoprarlo come le ruffe formato di dentro , anzi verri ad effere formato di
dentro al Triangolo grande,* ci fari nota la ts, in effo effere 19 -j-Se mediante quello Tringolo
piccolo verremo incigninone della a e,o dell'a Itczza,& della grandezza del Triangolo, eome ci
piaceri . Anzi di più fi vede che hauendo gii noto nel Triangolo grande li dui lati a r,c r.cflero
84. & 92- fe allungandoli di fuori faremo li dui lati del Triangolo piccolo efteriore egualmente-*
fubmult iplici a noltro comodo, o proporcionali ad effi dui lati del grande poniamo fubottupli fa-
cendolieffere l'rno mifurc 10 l'altro mifurc 1 1 J-.8t mifurata poi la C A,che congiunge eùl
dui Iati del Triangolo piccolo citeriore,* fia mifure M, perche quefto Triangolo piccolo e limile
algrande(che l'angolo r,dell" vno è eguale all'angolo r» a lui corifpondente dell'alerò» i lari del- &
l'vno continenti elfo angolo rifono proporcionali a i dui lati loro corifpondenei dell'altro) fapre-
mo che ancora la retta A Cmifore M,fari fimilmentc fubotcupla alla retta a c. a lei corifpondert
le del Triangolo grandejcioe che nella proportionc fubotcupla, o vogliamo dire denominata da
4-. la AC» e antecedente douenjo edere la a Cifuo confequente» onde partendo elio antecedente
A Cmifure M.pcr denominatore della proportionc che hi eflo antecedente al luo conlequeo
te»* ne viene P,qucflo P,fari il confequente a c, (Ne imporca che la mifura adoprata a durare m
i lari r a,a c.che fia poniamo pcrtiche.o eanne fi adoperi ancora à mifurare i tre lati del
Tr iango-
cafoTo-
Jtecco eftcriore,ma quefta può effere qual fi vogli altta poniamo piedi.o braceia,o altrai
il numero di quefta mifura a cafo trouato efiere la fubtenfa
ali an
lo fi aunertifea che partito poi
solo r,nel Triangoletto per il denominar^ detto dcllaproportionc prefa, l'aucnimcnto P»k r *
fi numero deliaca c.nelle mifure iftehV, cioè pcrtieìlèyo cine che Jj foto adoprate a mifurare 1
dui
Iati r a»r c»del Triangolo grande . Ne occorre che realmente le JiocèYÓ» £A* del Triangolo
pic-
colo fiano poniamo luboctuple alli lati , o linee r c,r a, del Triangolo granaetthe foWbaftà che i
numeri poniamo delli piedi.o mifura a cafo d'effe r C,r A,fiano fubotcepli a i numeri delle ptrti-
ehdo canne delli lati r c,r a,)ouero fe formato di fopra di fuori ii Triangoletto s r t,di lati 1 6. 11;
* 1 9 diligentemente lo riportaremo in carta, eoo vna fcaletta di mifurc diligente per ha-
-J-.noi
nere con diligenza l'ampiezza dell'angolo r,& aliungaremo poi lilati r s.r t, al numero delle
mi-
fure delti lati r a,r c.del Triaogologrande.o alla mitd,ò a òalli •}-. o in altraT>roportionc ad
effi numeri delli lati a beneplacito, &
cooguingeremo poi elfi lati cofi formati con vna retta» ella
ancora haucri la ifteffa proportione prefa alla retta a e,dcl Triangolo grande; però ella mediati
te mi furatala con la fcaletta fapremo la, lunghezza della a c Etcófifenza calcolò di
numeri tut-
crouar*
to quello che vorremo Capere nel Triangolo grande, potremo minorando con il compatto
lo nel Triangolo formato in carta , Se bene riabiliti i tre lati del Triangolo grande »
all'hora. *
efquihta
l'altezza,* la grandezza,* ogn'altra linea che in effa ci piaeeffe faperefi potri trouare
mente con l'artificio de" numeri.Et nel Triangolo di carta con il compafio le djftanze, o rette che
onumeri irra
fi eercaflcr© fi Cipriano fofamente propinque ai vero.quando vi occorreffero
rotti,
efqnificczze, onde
&
rionali ; perche la diligenza del rompano non può mofttare quelle minutie,
folo feroiri alle rifpofte Pratiche» *
ordinarie che j, vfano flel mifurare i Terreni in pratica
ma-
Et fe del ficco bofco,o moncco Palude.o altro Triangolare a T p, non fi poufièt«ifurare
ciafcuno
nualmente fe aó lato T.uoi nondimeno ed artifìcio potremo trouarcU lunghezza di
il a
de
j£*
gl'altri dui tati t
ALGEBRA
& confequeotr mpnte !a gradczza del Triangolo fenza aiuto d'alcuno loftro-
mencocofi. Supporto che dajlieftremi a T.del lato a T.fipoffa entrare alquato dentro al rifar»
irriuire in qualche luogo del lato a p,& ancoi a del T p, & fuori ancora alquanto d'elio
io, Se Tp,
accadendo , Noi dall'angolo ajnel lato a T, fegnato il punto t,lontano dall'a, a beneplacico.po -
marno é.mtfure di che forte fi vogli,& ancora nell a p,il punto r,lontano dall a. poniamo $.dcli * -
ifteflemilure, mifuri fi ancora diligentemente la traniuerfale r r, & fia trouata 5. poi cfiexido nel-
l'angolo T.sù perla Ta,fi fcgninotf.mifure.cioc quanto è il numero della t a, fuperiore, della— o
iftcfla qualità di mifurc che quelle,o d'altra ione S,i beneplacito , Et poi prefi dui fpaghi.o fiJi,o
corde forti.o altro a propofito l'vna fi facci lunga j d'efle mifurc S, quanto è il numero di a r, Ce
.
l'altra j. quanto è il numero di e r,& ftandola j.ful punto A, con vn capo,&Ia 5. fui punto T, con
vn capo fi allunghino con l'andare di due perfouc che habbjno in mano gl'altri dui capi, &l corde»
vna cioè per pcrfona.di modo che ft andò elle tirate conenicntcmcte gl'altri dui capi d'elle fi vili-
fichino inficine v erfo il Triangolo a T p,& fia che fi vnifchino in R,facendb il Triangoletto il, AT
che lari l'ifteifo.o fimile all'inetto, & nell'ifleflò modo pollo che il Triangoletto fuperiore atr,
,
onde consideratele due rette a r, A R.fopra alle quali cade Ja a T,8é occorre l'angolo AT K .efìriri
feco edere eguale al t a r,intrinfico dall'ifteftà parcefapremo effe due rette efferc equidiftaoci fra
loro;cioe la eirata A R, edere cquidiftante al lato a p,dc! Triangoloihora,o che queflau»
Fig. 17. A R.arriua con il punto R,al lato T p, ò che non vi arriua, òche lo fega , Se vi amila fi)
che farebbe gran forte^pc rc'ie nel Triangolo a p T.Ia A R, cquidiftante alla bafe a p,fc-
ga i lati a T,p T,clla gli fegati proportionalmcntc,cioc tal propottione farà da T a, ad A a.quale
da T R,ad R p,o vogliamo dire perche la A R, i cquidiftante alla a p, il Triangoletto R TA, fari
limile al Triangolo p T a, onde fe il lato T a,farJ poniamo 9 o.pertichc,mediante la AT,tf mi fu re,
& le A R,R T, j.mifuic,& J. mifurc conofeeremo a pidoucre cflcre pertiche 4J.& pT.pertichc 7J
Ma feil punto R,non arnuaflc al lato Tp,allhora la A R.fi allunghi finche viarriui,& fia in P.che
coli ancora la A P.fari cquidiftante al lato a p,& il Triangolerò A P T, lari cquiangoio.a. però
fimile,& fimilmente poftoal Triangolo a p r,onde mifurati A P,& T P,8c fiano 7. & 8.dcllc mifurf
delle quali AT,c tf.qucfti mediante,& con la cognitionc del Iato a T, die è pertiche 90. conofee^
rcmoil Iato a p.cffere pertiche 10 il T p,pertichc no,
Et fe allungando la A R.equidiftanre alla a p, ella arriuafle fui Iato T p, tanto lontano dall'an-
golo T,che non vi fe potelTe and ircnc mifurare , ò non fi porcile mifurare poi quel pezzo di latq
Tpinoi potremo nel Triangoletto TA R.fegarnc vn'altro poniamo il T so, a lui fimiJe,& fimil-
mente pofto.il che fi fari pig iando la T o.che fia tal parte.o parti della T R, quale faremo eflcre
la T s.dclla TA.che cofi la retta s c,farà cquidiftante alla A R, & però al laro a p, onde allungata
eflaso,finche arriui al latoTp,& fia in P,hauercmo formato il Triangoletto TS P,fimile,& nmil
mente pofto al Triangolo T a p.onde mifurari li tre lati del piccolo , cfli mediante, Se il Iato Ta,
del grande conofeeremo la lunghezza de gl'altri dui itti a p Tp.de! grande
Et fe la A R,equidiftàtc al lato a p,fcga(fe il Iato T p, poniamo in P, all'hora il Triagoletto AT
P.faria fimilc,& (imilmcnte pofio al grande,onde dalla cognitionc dclli tre lati del piccolo mifu-
rari con mifurine diligentemente,& con il numero delle pertiche, o canne del lato T a, nel gride,
conofeeremo ancora il numero delle pertiche o canne della Iati a p,T p. ,
della proportione della prima alla feconda fia 4-^-. il fuo conuerfoD, fari — moltiplicato via
1 10 fommadclle medie fa aj.che è differente da 7o.fomma deilccftremein 4).A,quefto partito
Ouero pono che il denominatore della prima alla fecóda fia T\^ . il fuo conuerfo D,è -j--.
cioè 3 } l .moltiplicato via 1 1 o. fomma delle medie fa j 666 quale é differente da 70. fomma
delle eftreme in 1196 t A. Ancora il quadrato di D,é
-f — che e differente dalla miti in-
4 cioè ino con il qual partito A, i^i-if ne viene j -J -i- J che eia primis
quantità*
Jt J Denominatore Altre quantici
Ì.17. a^io.
AHh .
4T-P»ima '»7
1 1/0
1 |o io ai 7
J
30.100.
C^—
j. 10 f
J
y
Mf:
'
-H? —f-fi#
s/o i<
Nzi
S,,r.
L
<
p.^o»
—
S,i OJ .
.
j.
Prima
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prima 4Tl-h
APPLI feconda 10*-°-.
c a t a:
Denominatore ?. Denominatore Tir-
*7
fomma D, 70. fomma S.i io Ouero
qiarta »»-f-f-. terza 99 -f-J-. 7 ai IP 30 /O, 3. nqo. 30.
prima feconda terzi quarta.
*
S, il. S.ioj.
(
denominatore 4
via il à par- .
l'37o -r^.prima'-^ l
ao. 10. io«. jo. jo. 100. ro. ao.
<—
,
1079000
primajf J> S, no. S, no.
fomma P. 70. 107 I J I —J
quarta P» 7Q.
«<-K>f Denominatore a.
P» 7°-
Denomina core [
79900
37 J ,
mT -è-— fomma P,
quarta i-ff.
10. fomma S,
terza
10.
x t o f
8f
loo] 15,8 ì-H* -7-
quantiti.Sr farà ancorala ter za perche la fomma S, 10. è egnale alla fomma P, io. Et coli la fom-
,
ma della prima,& feconda farà pur /o. Et ancora la fomma della rcrza,& quarta fari pur 10.Ec
notili che quando i( denominatore della proportione della prima alla feconda ruffe r. cioè chela
prima fu ile eguale alla feconda , & perciò la terza al la quarta , ancora la fomma della ni ima,
quarta conuerria effere eguale alla lemma della fecondai terza;cioeciafcuna d'effe fommeefle
re poniamo 10. Et all'hora fi potriaponere per prima che numero fi voleffe poniamo j. & ilme-
defmo 3 .lana la feconda, onde la terza fa ria il t trio fino a /o.cioc la ria 7. & il medelmo 7. fario
la quarta-.
Nel quadrilatero r o c d,il diametro o d,è 64.Sc il c r,48.JI lato r o,4o.r d, 3 ». & a c,»o.
'
"Si trouaciafeuna delle quattro parti delli diametri.^ ilreftante latoc d.
-
9 t,B troua MltÌ t
s °t » » •« d >*> ti
Però s '» ! * TT
*"f 8 «»* 6 --f - s r »> 1 T TT
Hora nel Triangolocps.dallacima calla bafeos, fi imagini la perpendicolare x, te
fig 2 8. fi troui la fua lunghezza , & ancora il cafo x s che giontoli là $ d,fi haucrà la x d, il qua- ,
drato della quale giunto al quadrato della perpendicolare c x,& della fomma prefa a_, I
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58
comma 7»
ALOforntna. 60
B
quadraco di s, 1 j 3 a
R A
-j .pia
.
1
1 1
l
meno 73 cofe più /.cenfo. Onde e eguale al-
o t,
16 -f. ir, 16-L. la quantici trouata , # però 73. cofe più j j y
Cd, 27 4- ci> -\-.c eguale a radice L, 1. cenfo più 267 L,
quad.dird,/o>4. quad di c o voice 7J.Cioe i.eofa più -T-J-^cgualea ra
quad. di Cd, 7/6 J-, quad. di ci, 132 dice L, 1. cenfo più 367 L.Cioe 1. cenfo pTa
J~H cofe più -LJ-t ° eguale i l. ]
quad. dicr, 267 * quad.dioi,a67-i-. cenfo più a «7
C r.rad. 267 oi,rad.i^7Ì. Cioè J-H^ *• eguale * i>
14*
Qui fìperuienei cofe eguale a nomerò, cioè
li cèti fi i nullano, perche effendo il cafo o c,egua /07'j
l
218015*
le al calo i r, il doppio dcll'vno e eguale al dop-
Qui conofeiuto che effendo l'altezza o t, radi- vai? la còfa", & quella i la s t, però s o, fari il
ce 167 eguale all'altezza r C,raa.a67~^-.& pe- reftante fino i 3 6 . cioè a * * $ d, fari
f
rò nelli dui Triangoli rettangoli equiangoli o i s, 4* 7 ^
•
parci.o lati,il maggiore fari 18 7. più 3 7 5- £ cioè ai 7 il minore 147 Et cofi per-
che il 7 j .numero delle cofe delinquanone con il quale fi parte il 267 . quadrato del lato,o per-
pendicolare nota e fempre il doppio di 36 jL fomma de gl'altri dui lati del Triangolo rettagolo)
vediamo che nel Triangolo rettangolo dato vno de' lati che contengono l'angolo rcteo,& la fom
ma de gl'altri dui lati.Pcr trouare diftintamentc ciafeun d'effi ; Si parta il quadrato del Iacono-
toper il doppio della fomma de gl'altri dui,& l'auenimento fi giunga^ caui alla miti della fan?
ma de' dui lati,che ii refultantc maggiore fari il lato maggtore,cioe la fubtenfa all'angolo retto^
le le 7J.cofc;pcrilchc paretaio per 7 J .l'auenimento \4 f-f-f.iari il valore della cofa, & però il
lato.ò parte minore.
Di qui mòdcriuando la Regola numerale fi potri dire • Dal quadrato della fomma data de'
'dui laéi fi caui il quadraco del lato noto.flt il reilance fi parca per il doppio del la fomma datai che
l'auenimento fari il lato minore delli dui.
Et (e del 3 6 £..fi fufle poftp la parte.o lato maggiore eflere 1 .cofajEc però la minore j 6 ^jne-
80 i.cofa,Ca*ato il fuo quadrato / * ja ^ .meno 71 .cole pio i.ccnio da i.cenfp,quadrato del rat
cola,
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/
cofa.i! reftanee
applicata:
7 i eofemeno ^ .feria eguale a 167 Se però la
i 9
fommadì ijji J & 167 .
^ .cioè lóoo.faria eguale a 7 J'Cofe,onde partito 1600 .per 7 j-l aucmmer.to 21 -~. fata valo- 1
re della cola ; cioè la parte maggiore, Peri. che la regola numerale da eftrahereoa quefta opera-
rione potrà* effer tale ; Al quadrato della fomma daca de' dui lati fi giunga il quadrato deliaco
noto,& la lomma fi parta per il doppio della lomma data che l'auenimenco fari il lato maggiora
oppofto all'angolo retto
£t (e da quelle Regole numerali vorremo deriuarne !c Geometriche , Confiderai mo che in-,
linea,Il quadrare vna quantitàicioc il moltiplicarla in vna quantici a lei eguale lignifica alla mi-
ti prima, & alle due che lì moltiplicano fra loro fcconda,& terza trouarc la quarta pr oportioca-
icche ella fari il prodotto» oquadrato cercato. Et il partire in linea lignifica , Al partitore pri-
ma quantità, alla da partire fcconda,& vniti terza trouarc la quarta proporcionale, che ella fari
l'auenimento cercato
Onde volendo adoprare la prima regola delle tre die- & douendo pigliare per vniri vna linea
a bencplacito.noi potremo pigliare il lato noco.che con haueremo la operationc facile. .& breue;
perche effondo anco / .il quadrato d'i pigliando per vinti il lato noto, il quadrato d'elio in linea
verri anco ad edere vna linea eguale al medefmo lato; cioè il lato noto verri ad eflcrc vna linea
equiualence al dutto d'elfo lato in fe ftcffo,mcntre che elio Iato fi pigli per la vnici.il quadrato del
qual numero 1 .e pure i.onde occorrerà folo a pai tire elio iato noto (inteiolo per il quadrato del
medefmo lato)peril doppio della fomma data de gl'altri dui iat»;cioe Al doppio deilafomma da-
rà de' dui lati prima,al lato noto fecondai Et al lato noto terza, h troui la quarta propoi rionale^ »
che ella fari l'auenimenlo cerca co; quale gionto alla miti della lomma de' dui lati , iicompofto
far a la iubeenfa lato maggior c,& il reftante farà l'altro lato , Ouero per adoprare linee pju cor-
te nella operationc acciò ella (ia più comoda; in veee di partire per il doppio della fomma de dui
lari,, fi può partire per Ja fola fìmplicc lomma de dui lati, & poi pigliare la mitd de l'auenimento
'
acci oche cfla miti ha quello auenitnento che ccrchiamojcice che nafeeria a fare la partitione cò
il doppio del la fomma data de dui laci . Onde ne! dare la Regola lineale potremo dire
Dato vno de i iati che contengono l'angolo retto nel Tr iangolo rettangolo , & data la fomma
de gl'altri dui lati fi può trouarc ciafeun d'etti diftinramcuce . Regola
Prefa la fomma data per prima di 1 .quantità, di quattro proportionali. Et il lato.dato per fe-
conda, Et anco per ccr 23,11 troui la quarta proportionaleftì por ria anco dire, Alla fomma data
prima , E ciato dato feconda.fi troui la j.concinua proportionalc & ne refulcaria l'irteiio, per-
.
che quefta terza continua proportionalc (aria ia medefena che nell'altro modo viene ad edere ia
quarca,che in ciafeun modo la operatione lineale è la mede ma, ; E t d ella quarta fi pigli la miti
fi
qual miti li giunga alla mici de a fomma data, che il comporto (ari la fubtenfa lato m aggiorc, &
1
go la c s, & anco fe gli accompagni angolarmente ali cftremo 0, Et imaginata la retta tr anner-
iate r s,ad ella dal punto s,della lupenore aggiunta fi tiri vna equidiliante ver (o la iftcfla tràfuer
fa!e. allungandola di modo che concorra eoo lire singolare allungata ver lo s.quanto occorra, &
fìa il concorfo in t.che coli a quella s t» la c s, haueri la proportione medefma che ad ella c s, hi la
a r,cioe la s t (ari la terza continua proporcionale alle due n r,fomma data,& c s.Iato dato.o vo-
,
gliamo dire la s efarà la quarta proporcionale alla tre n r, c s, & c s, Di quefta c t.prefa la miti c
u,ella fi feghi dalla g n, miti della fomma data n r, cominciandosi punto g,del mezo della n r,&
fia il fegamento la g x ,che all'hora cucca la r x,fari la fubtenfa cerca ta, & il reftante x n, fari l'al-
tro laro cercato del Triangolo rettangolo. Dimoftratione Et fe bene quefta Regola dc-
.
de dalì'operare dell' Algebra gii riabilita con falde dimoftratìoni naturali eflere dottrina ce r
1
ma d'effe due parci nella differenza loro,cioe nel doppio della x g,& però nel dutto della n r.nella
s t .doppia aìla x g, Ma perche da Ila conftruttione la re tea ,0 lato [dato e s, e medio proportionalc
ia le medefme n r,s t, ancora il quadrato di c s,è eguale al dutto di 0 r,in s r, peri 'che il quadrato
H A Uro
Io ALGEBRA
Altro modo per tronare la s crerza continua proporcionaic ad n r,& c s che fera e quando c ir,
feconda è minore di n s, prima su la qnale fi forma vn mezo cerchio * & io etto da vna eftremir à.
del diametro fi accomod' lac s,feconda,& da s.doueella penitene alla circonferenza incefa tira-
ta las t, perpendicolare al d jamctro,a.Thora la parte c ^angolare alla c s, feconda, è la terza_.J#
che c s,e media proporcionaic fra r n,r r, perche nel Triangolo o s r.chc hi l'angolo n s r,retco(e C
fendo fitto nel mezo cerchio) Se daeflo angolo retto s.alla bafe n r, viene la pcrpengicolarc s c,il
latodeftroes, del Triangolo detto a sr, e medio proportionale fra tutta la bafe or, «eia fua-.
Fig.a?. parte delirare.
Et perche il mio intento l di particolarmente gìouare alli Studenti,& renderli pronti alla fpe-
culationc, & inuentione con la diligente efercitatione che venghino facendo poiché cofi acqua- ,
ttando faldamente i fondamenti della Dottrina potranno feguire auantt in ella a fuo piacere ; fi
verri difcorrcndo.come ancora dall'altre due Regole numerali date fi poflano eftrahere le rego-
le lineali;ilche fe bene fard di molta fcnttura,& fatica, lo fo volonticri.accioche lo Siudcte mag-
giormente fi facci cfperto ; Vediamo dunque eh: per crouare il minore dclli dui lati la fomm a
de quali é data la Regola dice
Dal quadrato della fomma data de i dui Iati fi caui il quadrato del lato noto , St il reftante fi
parta per il doppio della fommz data,che l'auenimento fari il minore delti dui lati che fono con-
tenuti in efla fomma data Pcnlchc fi potria ancor dire.f Se refulta l'iftcffo,; Et il reftante fi parta
.
per la fomma data che la miti dell'auenimcnto fari il minore dell! dui lati,&c.
Qui fc vorremo pigliare per vnira lineale la fomma darà . Il quadrato d'efla vniti fari l'iftef-
fo t o fomma darà, onde fi ccrcari foloil quadrato del lato noto, che fari la terza continua pro-
.
portionale di tre linee delle quali la prima ria !a vniti detta; & la feconda il lato noto,qua! terza
continua proportionale,o cquiualcnc s al numero del quadraco del lato noto fi cauari dalla vnità
detta.che è equivalente al quadrato del numero della fomma data,& il reftante fi dooeri partire
per la fomma datajcioe per la vniti detta, ma i partire qual fi vogli quantità per la vniti l'aueni-
mento é la ifteffa quantici, però fenza altra operatione e fio reftante fari ancora 1 aueoimeto cer-
cato, la miti del quale è il minore dclli dui lati contenuti nella fomma data, onde fi porri dare la
Regola dicendo . Alla fomma de' dui lati data, come prima, & lato noto come feconda.fi tro-
iai la terza continua proportionale,& efla fi caui dalla fomma data,che la miti del reftante fari il
lat« minore del li dui che contengono la fomma data ,' Se il rimanente d efla sòma fari la fubtcnfa
all'angolo retto. Efempio. Sia la fomma della fubtenfa.&dVno de dai Iati, la retta nr.&l'a'tro
lato la e s, A quefte n r.eomc prima, Se c 5, feconda fi troui la terza continua proportio-
Fig. jo. nale,& fia la t e,qua1e fi feghi dalla n r, lomma data, &
del reftante t n, fi pigli la miti, SC
J'vna d'effe miti fia la n o, quale è I Vno dclli dui lati , & la o r.reftante nella n r,fari la.fubtenfa
Quefta operatione fi eonofee eflcrc la iflcfla che la antecedente, fofo nel fine trouara la terza-,
cótinua proportionale, qui ella fi caua dalla totale soma dara,5t del rcrtanre la miti è il Jatofom.
mato con la fubtenfa , doue in quella anteecedentela miti di detta terza cótinua proportionale fi
caua dalla miti della sòma data,& il reftante è pure il lato fommato con la fubtcnfa.ilche refulta
J'iftefTo.poichc per efempio da ao.cauato poniamf8.1a miti del reftante i a. cioè 6. è l'ifteffo che
ficrouariaicauarelamirid'8 cioè 4. dalla mitici ao. cioc 10. Et perche nella operatione
antecedente cs, lato noto fu porto i.effendo poi la fomma data radice 1 -J-.piu { Qui mò volen- •
retto , come conuiene perche ancora nell'altro fuppofito ~ i o c, è la terza parte d'vn lato c s.
.
Si può aucrtirc che nel Triangolo rettangolo eflendo che la fomma de quadrati de dui lati có-
tinenti l'angolo retto è eguale al quadrato della fubtenfa & peròil quadrato d'vn Iato, e mino-
,
re del quadrato della fubtenfa nel quadrato dell'altro lato , fe diremo d'vn Triangolo retrangolo
vn lato è j i.Sc la lomma dell'altro lato, & fubtenfa è /8. fi domanda ciafeunodi loro, quello (ari
quanto a dire diuidafi 18. in dne parti tali che la differenza de' loro quadraci fia 14*. quadrato di
1 a. Et perche la differenza de' quadrati di due quantiti è quello che nafee a moltiplicare la lom-
ma d effe due quantiti via la fomma loro.fi partiti il 1 44. per il ti. fomma data, che l'auenimen-
to S.fari la differenza delle due quantiti, onde cauatala dal 1 8.che refta 1 o. la fua miti j .fari la
quantiti minore,'cioe l'altro lato del Triangolo, Se il reftante ij. fari la quantici maggiore;cioe
Ja fubtenfa ; Et cofi dandone Regola fi porri dire . Conia fomma data fi parta il quadrato del
lato dato , St l'auenimento fi caui dalla fomma data , che dell'auenimcnto la miri farà il lato del
Triangolo, tt il reftaoce della fomma data fari la fubeeofa
Etfe
;
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Et fe
applicata:
voleflimo pigliare per vniei lineale il lato e s, che la fomma nr.de/laltro lato, & lubten-
n
fa faria radice i £-.piu ~ .ali'hora alla e s,vn irà prima , & a r, iomma data feconda vo-
f 1. uareflìmo la terza continua proportionale. & fia la o t, i -~ pia radice . . che rapre-
fenraiia il numero del quadratodella nr,d al quale quadrato» o dalla quale oc, ficaua-
ri ilquadrato della c s, iato noto il numero del qual quadrato è raprefentato dai a iftefla e s. pre-
fa p vni-
cs, /.daradieei-J.piu f or, rad. i-i. più -i. da radice-* -2 più i-che darai, ti rene il
che dari radice i più -£-nr, radici ~. m. radice 1 4 .m^ quadra •
to d'v* é
dardi i-.piu l-.piu rad i . partitore firn, ^.n, r ;.. m IJ,.,^ p^,.l l'iati^
cioè -i
i più radice \-y . o t.
. plict^. cioè ±1 .Hice 4 .darà v) cioè
Ancora per trouarc la terza continua proportionale alle due c s, prima,»: n r,fc della to,
eonda elle fi congiunghino in fieme ad ango o retto, & ad eflb imaginata la fubten fi cauari
fa c r,a quefta c rdal termine comune a leii& alla feconda;rioe hora dall'r, fe li tiri lacs, Se
la perpendicolare r t, finche concorra con la prima c r, a lo gata dalla banda del- fia su, il
l'angolo retto, che ella fa con la feconda, & (la il coneorfoin t, che ali'hora la s r,ò recante
vogliamo dire otifari la terza continua proportionale, alle due e s, prima,» n r,fe r/quale fi
impigliare quella delle due date che hi poi da douenrare partitore, o prima delle tre quantiti al-
le quali fi troua la quarta
Di qui fi conofee che facendo angoli retti in Reme in s, le due ftrade t c,s r,& volendo d* t,an - !
dar verfo il concorfo d'eflotanco che fi fia dittante dal t,& dall'r, egualmente ; Ouero dal e.paf-
fando il concoefo s.arriuarc in luogo tanto lontano dal c, quanto dall'r, quello luogo partendoli
poniamo dal efi crouarà invaginando la t r,& i lei fermata la perpendicolare r c, che concorra.*
con la t s, allungata quanto bifogoa,* fia in c, & diuifa la diftanza c t, per mezo , & fia in m.cho
quefto punto na, fari il luogo cercato tanto lontano da t.quanto da r. perche alPhom la te,ve ni
ad eflere diametro d'tm cerchio nel quale fia infcritto il Triangolo rettangolo tre. onde il ponto
in.fari il centro del cerchi o,& perciò egualmente lontano da cialeuno delli tre punti t r e (egra r
ti nella circonferenza , che fe ci parteflìmo dal c, verfo t, pure imaginara la e r, & formata la i lei
perpendicolare r t.efie concorra con la c s, allungata & fra in e, cV diuifa la diftanza c t, per mezo
,
in m, quefto punto m, umilmente fari tanto lontano dal c. quanto dall'r, Et in numeri eflendo no-
te t s.fit s r,ad efle due trouarerao la terza continua proportionale, facendo prima le t s, cioè par-
tendo con ella t s,il quadrato di s r.feeonda che l'auenimento fari le terza, quale fi giunga al'a pri
ma, ck della fomma fi pigli la miri che ella miri far d il numero della t m, cioè di quanto conten-
ga allontanarle dal t. Che fe eflendo in chaueremo nore ledue cs sr.pureadcfle fi rrcuiirà la_t
terza continua proportionale facendo prima la c s. & la fomma d'efla prima & terza fidhuda-i ,
per mezo che efla miti fui il numero della c m, cioè dola! lontanamcnto dal r, che fe da eflb ca-
uaremo la diftanza nota c s,il reftante fari la s m, cioè il quanto fi dooerà panare l'angolo s.vcr- s
fo t. Il medefmo aneo fenza quefta cognitione fi potria trouare mediante l'Algebra.che ponen-
do la diftanza ms.efferc i.cola.'cV però la m t, eflere il numero noto con elfi m t, manco detta r.
cofa.o veto,& però la cm, eflere il numero notodel'acs, più dee» a i. cofii' quadrato della m t,
ouero della m c, faria eguale al quadrato della m r, ( douendo eflere la m r, eguale a qual fi vogli
delle m t, euero m
c, onde trouato il quadrato della m r, che è compollo dal quadrato della s r,
nota, & da t. cenfo quadrato della s m, fi verri a l'Equatione, & però alla eogoieione del valore^
«ella cofa ; cioè della m s, Dal quale operare d'Algebra 6 potria poi dcriuare la rcgolanumcra-
le,Ee la lineale a noftro piacere
Regola numerale da efequire il Problema dice , Al quadrato della fomma data de dui
L'altra
lati,fi giunga il quadrato del lato noto , cV la fomma fi parta per il ciopdi" della fomma darà die
l'auenicncncofari il lato tnaggiorco fubtenfa oppoH* all'i rg foretto , OnJe per foi marne la^.
regola
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*>»
regola lineale. & breue; Vedendo che
ALGEBRA
il partitore deue eflere il doppio della fomma dara,& l'aoe-
quale vnità,o fomma daca,fard anco la ideila vnici.o fomma data, & coli reftari folo a trouarc—
il quadrato del laconoccchc i la terza continua proportionale di tre quantità delle quali la pri-
ma fiala rnità.o fomma data,& la feconda fu effo lato noto, perilche fi potrà dire. Alla fomma
data come prima, & lato noto come feconda fi troui la terza continua proportionale alia qua'«_»
f che fari equiualence al numero del quad.del lato noto) .1 giunga in lungo la fomma data ( che e.
equivalente al numero del fuo ifteffo quad. perche ella è prefa per vniti.il quad. della quale vai-
ti è la irtefla vnirà.)& del comporlo fi pigli la miti.chc efii mica lari la fubeenfa del Triangolo, Se
quello che oltre a «jucfta mici, o fubeenfa reftari nella fomma data lari il laro congiuntoli che fa
angolo recto con il dato
Et fe del Triangolo rettangolo fia nota la fubtcnfa radice i la fomma de i dui lati che eó -
tengono l'angolo receo.Sefia i \ .Et fi voglitronarc ciafeuno d'effi dui lati.fi potri pure adopran
do l'Algebra ponere che l'vno fia lamicia'crtaiommapiu i.cofa, Ec l'altro la mici deffafomrna
r.cofa, cioè elfi eflere -J-.pin /.cofa.Ec
tri, meno i.coia; I loro quadrati fono ---.più / \ .colsi-,
più i.ccn/o Ec i.mcno i -f .cofapiu i.cenfo.che gionci infieme fano \. piua.ccnfi , Et quefto
.
deueeflcrc il quadrato dellalubcenfa ; ma ella (ìdiee eflere radice i -i-.&peròil fuo quadrato
è
i -£-.Onde » .più z.ecnfi.la/i egualpad i -J-.cioc ~* . eguale a a.ccofi; cioè-?-, eguale ad i.cenfo
;
T
però la cofa valcra Ja radice d' . che c -f. Ec li lati porli f . più i. C ofa . Ec meno i.cofa, fa-
f .
.parta per i.& la radice deli'auenimento fi giunga, 8c caui alla miri della fomma de' lati * Ouero
C che remica 1 iHcflb; Dalla mici del quadraco della fubtcnfa fi caui il quadrato della miti della-*
fomma de dui lati, Se la radice dell aucn (mento fi giunga , caui alla miri della fomma dei dui
&
lati che i dui refusanti faranno i dui lati, .
Ec in linea pigliando per vaici lineale la fubtenfa.il fuo quadrato fari la i9efia fubtenfa,& Ja—
miti d'effo fuo quadrato fari la mici d'efla fubeenfa ; Il quadrato mò della miti della fomma de'
dui lati fari la terza continua proportionale a due rcccci delle quali la prima fia fa vniri.cioc la-.
fubccnfa,& la feconda fia detea mici della fomma de' dui laci.q uale fi vuole quadrarc.cioe trouar
ne linea equiualcnte a numero dei fuo quadrato qual terza continua proportionale fi doueri ca-
I
lme dalia miti del quadrato della fubtcnfa; cioè dalla miti della fubtcnla vmtd & del tettante,, ,
pigliare la radice ma la radice d'vna quantici è la media proportionale fra efla, & la vniciioii-
;
deconuerri fra elio reftante, & fcjbcenfa vnici cremare la media proportionale> quella poi gion-
ta, & cauata alla miti della fomma de" dui Iati moftrari ne i dui «Alleanti elfi dui lati; peto fi po-
trà dire.
Alla fubtcnfaprima . & miti della fomma de' dui lari feconda, fi troui la terza continua pro-
porcionalc,& effa fi caui dalla mici della fubcenfa,& fra il reftante, & fubeenfa fi croui la media.*
proportionaicqualc fi giunga alla miti della fomma de' dui lati, che il rcfultantc fari il maggio
re d'elfi dui Iati,& quello die in effa fomma rimaneri fard l»alcro lato.
FigtJJ.
a c.fubtenfa i. Ma
dando alla fubtenfa il fuo numero reale già po
cr.mitidella fomma de lati rad.^. fto; cioeradice j & alla fomma de' Iati i \ . fata
a u.laiftcffa radice
-f-.
a e, fubtcnfa radice i \.
uo,terza cócinua proportionale ±. e r.mica della fomma de lati \ .
sa, mica delia fubeenfa a u, la ifteffa
s t.egualc ad v o,( c hc fc oc caua)f. u o, terza continua proportionale rad. * .
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à p p L'i c, a t a: iJ <
c o,iato maggiore radice -ì» — • lato maggiore dclli dui . c m, lemma de dui la ;
eguale a » -j-.cofe; Etridoetoad i .cento partendo per i.lihaucra i.cenfopiu J.cgua ead ì-f-
cofa; Onde da * quadrato di . mica del numero delle cole cauando . cornerò dcll'Equatio-
.
|
tante /. Qui mòli Fede che nell'Equatione da principio quale è 2. crnfì più ^ eguale a a 1 .
eofe più 1 -i-. Il a -J . numero delle co/e é Tempre il doppio d'i \ /omma de' dui lati , Onde ri- .
dotta la Equatiooead t cenfo, partendo per a. (perche fempre ». è il numero de' cenfij che per le
c<>i>, ne vena J--co!j;qucHo 1 -•- numero de le cole farà fempre la lomma de dui lati;. Quan-
' i
to alìi numeri iimplici delinquanone,!' vedecflcre inquadrato d'i —. foinma de dui lati ;
1
Et l'i -f.chrfc ne caua è fempre il quadrato della fubtenfa, (& la foctrattione del quadrato delia
lubteoia dal quidrato della fomma de' dui lati, ti può tempre fare, perche la fola fubcenla(& con-
feqocntemencc il fuo quadrato) è fempre mi;. ore del' a fomma de dui lati, (& conf quenteme^ te
dei quadrato d'eCl foroma)& il reftante Mora y. per ridurre la Equitionead 1 .cerilo li parte 'era
preper a. 3t ne viene che accompagnato ad i. cenfo fa .cenfo più -\ -. eguale ad r ~- co;k_, 1
Poi in qustla Eqaatione cheo leoiprcd'l cento, numero eguai»a cola, lì caua il nt mrro -f-.aa.I
• quadrato del la mira del numero delle cole Cerne dal quadrato del la mica del'a fomma de' dui Ia-
ti 6 caui la mica di quello che reità a cauare il quadrato della fubtenfa dal quadrato delia fcm>
ma de' dui la ti)& dei recante r fi la radiee»ella li giuoge,& caua alla mica del numero delle co-
;
fccioe alla onta delia .omma-de' dui lati* che cialcunodoà dui re falcanti è vna valuta della cofa ;
cioecialcuQO dei dui relultanci evo lato delìi dui cercati Porilche dandola Regola numerale i
fi può dire-
Cauifi il quadrato deili fubrenfa dal quadrato della fomma de i dui lati , la mita del recan- &
te fi caui dat quadrato della onta della fomma de' dui lati, & la radice dei rimanente fi giunga, &
Caui al la mica della fomma de dui lati ,chc li refusanti faranno i dui Uri
Et in linea pigliando per cnita la lomma dei dui lari , fi potrà dire .
fomma de i dui iati pniuat&iubteaia feconda fi troui la terza continua proporrionale,&
Alla
qtietU caui dal a sòma de 1 dui lati, Et la mica dclreftate fi caui dalla mita della mica;cioc dalla
fi
quarta pa>rce della fomma de dai Lati, Onero (che rtffulta l'iftefTo) Et il reriante fi caui dalla mita
della fomma de' dui latice del rimanente fi pigli la mita ; Et fra qpeito che refultara , & la fom-
ma de Iati fi pigli la media proport tonale • cVciTa media fi giunga alfa mica della fomma de' lati
che il comporta (ara il lato magg iorc, Se il reftancevd'eua fomma iara il laco minore •
ac, fomma de lati i. Oucro 18.
Fig.j<t. DCifubtenfaradic«-|--J Oucro radice t?o. ,.. .
proportionalc,ma perche la mica d'effa o s,faria multo piccola noi per comodità della operano-
,
ne fra cfla os,:ota!c doppia a! bifhgao,& la \ Cdqppio allaac, fomma de larùjcifl- fimuWote
ancor ella doppia al bifogno habbiamo trouato uAM.mcdn proportionale,eh: j>u r^ fimi .men l
te perciò viene ad eficre doppia al bi lagno, onde la^ua mita A S, è quella che ci fa bifoguoi cioè è
media proporciQoaic/ra la mita di 0 s,6c la a c ; fomrqadc' Un; ciqc ira , * + Oacio ; Et i. • •
mmmm i CUCI 0
•acro
J 4
>ft. pertiche effe
ALGEBRA
vera media AS,fardrjd*ee ¥ -fof» eror » <,,C€ ^ c,oe "3^° © *• Quella wr
As> giunca «da A» miti di aclomma de lati formai a >aas,chceil lacomaggiove.ondc il tettan-
te s cd effafomma fari il lato minore a s.dunque fari *-|-.ouero ir.cVsc.-j -J-.ouerov.
Etnei Triangolo rettangolo A CO- quale nella operationc lineale fi cooolc eri eflere di dui
lati eguali eflaopcracione farà la fegueote.
a n,forntoa de lati jo. n r, lubtenfa radice 300.
Onero a n, fornirà de lati.vniti n r.lubtenfa radice ìL, r r.reraa continua prooortìo-
Fig. j y. na le .q uale fi ca ua da Ila a r.mjrà della a n, fomma de iati , & perche ella a r.reitarte e>
\
preci fe eguale alla m:ti di detta a n, (omma de lati il rimanente é niente, oode la mici
di tal rimanente niente* niente t però la fua mici fari nienre ,<k la media proportionale La elfo
niente.* lafommade liti fari niente, qua! media niente giunta alia mei della fomma de lati, fa
l'iftefia miti della fomma de laci,& quefte i il lato maggiore , & il rcttante d'eua fomma de lari
;
Cloe l'altra fua miti fa- i il lato minore ; Ma perche elle due miri di a n,denoranci i dui lati doc-
ci fono «gualt fi vede che il Triangolo rettangolo da formare lari di dui lati eguali
Ancora nel quadrilatero r o e d.della figura B.fiano noti i tre lati c 0,1 0,0 r,+o.& r d, a 8. Et di
pio li dui diametri od,<$*.£c cr, *8. £c fi trouino cialcuna delle quattro parti dei dui diametri»
&il retante lato ed.
In quella figura B.per eflere r d. 28. minore di r d» j t. della figura A, fedendo poi r e,tc o d ,1 j
iftelfi jil punto r,fi auicina più aUa bafe o d.chc non fa nella A,» ben fi vede che qui la perpendi-
colare r t,é folo radice 117 J -*-,done nella A,é radice a«7 -* .onde abatTandoft il punto r,& «an-
dò nel mcdelmo numero 48 la r c,fi conofee che il punto eviene ad efiere (pinco in fuo>-
Fig j<5. ri da man (ini ira & perciò aliqptanarfi più dal d» della o d, iraagioata immobile che no
eranella A. peri chequi la ed. douera efiere più lunga che non e nella figura A, li che
fia per auifo allo Scurente accioche s'accorga che qui il Triangolo ore» piega più verfo man?
+ }
(radice L, {.cento più l>7 v
v L»"olte 7}-) Oc e radice 4,
cenfopiu |>7 c J.Uvolte7}.cgualea f6 \ .compio 1J7
Et partendo per 7J. farà radice L, 1 cenlo più r»
^ ineguale a i^i. cofe più -f-f . Et quadrando le
partiti feguendo al l'Equatione fi peruer. i a cenfi , & cofiu*
eguale a numero, Equarione (empre folubile, & clic hi tem-
pre voa fola valuta della cofe,
quadrato di td.
quadrato di rd. 78* Operartene fatta nel modo vltimo moftrato per trottare
il lato ed. I
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'"LICATA! ||
bafc4«
cafi
—
8a£
fji»
» quad.digl. quadr
4>5i-rr qua,dicm.7n4-* r *Joa8i»f*J
n
di0d ^ji T -L
i
f
» ——
diffcreiiW bafe
—40
i
bafcdiffer.
— 40 q*.dicd.49«a-i-
^d.r*.U?«»-rr mra.Joa83i
* m r.joij8i
—ri
og. j| ri. »!* cafo maggiore ol.tii -J-
eafo minore foori cafo minóre fiaori tato o d. «4
delia bafe. dèlia b»fe. r
quadr.dicg. Sj •
fomma 49 \
} i*joJ fa 4»53-tt eVptò
* g. rad.j8j.f-i. differenza . .
radice 3 8j J
.
. 1 I
8*64 quadiacoaicd.j886-~--pperàefTàcd
dittante ,& eguale a detta •••
farà" radice 1 3 ^«-f -7.
gl f fari;mcdcfmimente«*, q-iadr.dir 1.3384-^- ciocda-j-^Apni.
quadr.di rd. ioa^
Atri ho a vn'efempio nel- »
SII-ASTRONOMI A.&fìa nel quadt.didU8j
1
! -^-
te bore doppom rzodidelli ao.queflo occorreri.cjoè a che tempo fari la Luna nuoua. Qui .'ac-
corto Studente dell' Algebra.fe bene non fappia Attronomia>nc le Regole.ò Tauole.che in cali oc
correnze vfano gli Atronoaii gei iato folo dal giudicto, & dottrina A'ycb; anca potrà" confide-
rei eoe aia ao,di Giugaoa mezo divellendo la 4una 10 g 19 3.i1 Gemmi» & il Sole in g-. 18. m
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S* .ALCE B R
i j. y x di Gemini, viene la Luna ad elTcre lontana dal Soie ancora gr.p.m.ao.fecoodi XS.teper-
che ella al mezo di della i /.fati in g.4.m. i ,di Canccr,ella verrà in quefto tempo che è da vnmc«
sodi ah altro, qua le diremo bora importare a 4-horeflaiTaado Ufiquariotìc de' giorni che poco
refu]ca)a paflare g. i o.m 57.di Gemini.ck g.4-m. i .di Canccr,ci©i in tutto g. J4.r0.ft.del Zodia
co, ò circonferenza del Circulode' 1 a.Segni ; Onde ella Scarne s'è detta) lenza dubioin queflo
tempo arriuari a fare la Congiuntone eoo il Sole quale fari ancora in Gemini in g»9.» 1 1 o.fie •
in elle a 4. hore bau eri folo paliato g.q.m.57. fecondi 1 y.di circonferenza nel Gemini ( che e lau»
differenza quaie fi trouada g.»8. i.a g,»9.ai.io.)P«ilchceflo Studente ù ridurrà a fingere»
ò formare il leguenteqnefitodicendo.il Sole in »4.horepafla,ò vogliamo dire ha di ruoto appa-
rente m-j ^.fecondi 18. Et la Luna g. 14.ni' /J.qual Looa andando verfo ilSoIe gli è lontana g. 9..
m 10. fecondi j 1 . fi domanda quanto tempo glhbifogna ad arnuarlo ? Quefto tempo c onuieue^*
che fia uLtcncin cfTo mouendofi il Sole.Sc la Z.una(& fi fupponc che in queito fpauo di 14. hore ,
ciafcnnod'cfridui Lumigarii fubbi moto apparente eguale>cioè,che in tem^egaali pallino fpav.
ti; eguali.chefc ben: quefto noa è realmente vcro,fipiglianondimeno da g": Artron ,-miper ve-
rcpoichc inferi bile è fi può dirpJa varietà che ne puàd</ìujre)r>fJì poi a:i hora li trouino pre-
cife in To.'iftciTograio,minuto,&c.dcl Zodiaco nel fegno de Gemini nei quaiefari il Solcj-per il-
chc Io Studente fenz'altra fatica poncri che elio tempo fia 1 *, cioè chi quelta loro co giuntio- 1
pe occorra : * d' Imre dopo il mezo di delli ao.di Giugno.& per redere all'hot* douc farà il So-
le porri dire In h0rea4.il Sole patta m.y 7-fecondi 1 9. che pui'lara egli in horc 1 ti
. &
vedri che
paflarà minuti j; più fecondi 19 t.efimoil tuttodì *4,ctoc (miotici a.piu fecondi a *i
O.ide aggiunto quefto al luogo douc egli era aili ao.di Giugno a mezo dì cioè a gradi %S.% 3 y r* .
diGemini fi g.itf. a 3. y iipm(mirua f fecondi f ,*chc farà il luogo douc il Scic fi Dottai'à ai
tempo (u?pu!*o.Similm,ente per vedere douc ali'hora farà la Luna po: adire, In horc 2*.la La-
na paflay.i^.m.58 quanto pifliri cila mhore 1 Hit verri a paffarc (minuti 37 più fecondi a/)
*.q«;ui yiU Ki a g. 1 9>m-ì ni Gemmi douc ella età adi ao.di Giugno a mezo dì, fa g. 1 9. m. j. pia
(m. j 7. fecondi 1 /) +>che fard ji luogo delia Lana al medeimo tempo fuppofto,rru quefto dcue~*
eflere il luogo iftcflbche è queilo del Sole ne! Zodiaco, quale fi è trouatoeffercgr.as! 33.57. più
(minuti a. fecondi 13 t- J-j *;Onde fiamo peruccuqali'Equatiorc&fihag.rp.m j.puu^min.37,
fecoidi Eguale a g.a 8.2 3./1. più f minuti a.fccqodi aj T i*. Ciocg 9 rn. io. fecondi 5 1.
eguale a(m. 3 y lecondi z~-^i .Che riducendo ciafeuna parte a leeondi,comm*aeduìominarir>i'
ne fi haucri fecondi a 1 01 £.i t.cgua'e a fecondi 3 sfìzio*, (laffandohora la comnv.mt deno-
minationedifccondijfi haueri a 10 x-i-J- seguale a j 365 1. Et la cofa Valeri 1 6 j-^J.i JL ) per
ìlche i! tempo cercato che fu poflo eflere bore 1 cofa»farà horc 1 6 ~~0 » c, °c 15
ti o.fecondi 4? )-}-n^T ^ c cofidiremoch: a hore 1^ mia. o. fecondi 4:. incirca (clieèil rot-
W
1 immu-
fteflotempo trouato , quale perche e ^rccifc il luogò douc h ibbiamo veduto che farà ali dora il
Sole conolciamo d'hauere calculato, & rifpofto bene Et anco vediamo che effa Congiuntior.e
:
de i Luminar») M hri in gradi 19. minuti a. ('affando andare quelli pocbi fecondi )d\ Gemini.
Se m;>diqal vorremo cattarne la Regola numcraie.pcr potere fci z Algebra cafeu are, & cro-
uirc il t-mpo de fi' Afpcrti de' piar;eti,ò adoprare in cali rimili ; Cor;fìderaremo clic qruno^ fia-
m^peruc jutiairEqjationc doue iìc hauut0g.a8.aj.ji.piu(m.2 aj— -^)+.E^ualeag. rp m.j,
to mo tipiicando'o per a-ji.che ne verranno bore p , {- quarta quantità cercata;Ma le iftcfle ho-
:
re 14. che vorri gradi y.eioefe lo fpatio di gradi i3.importailrcmpodi hor: ty che importati
lofpatiodigradi y. Si puòefcquireconducpartitioni. come fi è detto. Iofor.y ftifJiu.igoirL»
qutflo Dilcorfo,8d voloneieri, non tanto prr maftrarc la fr-mma eccellenza dclIA gebra schivi
Speculando in effa con il modo naturale, rcaleiPÌano,& facile, quanto accie lo fludiofo diligente,
vegga , che leggendolo attentamente fi imprimeri nell'intelletto faldi fondamenti di vera dot*
trina
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A
P P L I A.' C A T 37
tifonumero delle cofe.cioe va.) 7.» ». viene ad eflere il moto horario (ò d'vnliora d'eflb giorno
che èdalli lo.alli a i.di Giugno) della luna, qu al moto horario,o nomerò che lo moftra è Tempre
miggiore del moto horario del SoIe»cofi come il moto diurno della Luna e Tempre maggiore del
moto diurnodelSole;Et poi cóil numero di queftoreflàtedicofe,chefooofm.j/./~ )*fcioc
conil numero della diffcrczad'effi dui moti horatjj decti)pcrcrouare il valore della *,cioe qua-
ceiwrc importa il tempo cercato poftoeflerehore 1 *» fi è partito la differenza fopradettadi
g.?. ao.91.nel-
Luogo del Sole alli ao.g.iS.i j 5 . 1. di Luogo della Luna alli 1 o g. 19. 3. di la quale il Sole è
Gemini. Gemini. più auanti della
-• • alli »i.g.»9 11.10. alli a i.g-4- i di Canee r Lunaiòvogiia-
" — . , . mo dire nella-*
moto diurno del Sole g. motodellaLuruinhor.a*.g.i4.;J. quale la Luna è
57. i?«
pono che fi congiungano in tempo di horc 1 *>dopo meco di delli a o. pid indietro del
hore 14.n1.} 7. ip.hore icofa horca.*.g./4-58.hore scola Sole alli ao. di
v 1
— ——
Giugno, &l'aue
m.a.aj^-l.cofe m. 37.» /.cote nimetocheèfta
Caria ilSo!eig.a8 aj.ji.p(m.aj.a^ Lunaing /9jp(m.j7.aj;* tos6
T ^*) fariala s
peròg.a8.ij.5i.piulm.a.ai-r ^r j*. Sariegnalcag.iy.3.piu(ra.j7.aj)* e anco iinumc-
Ciocg.9.10.51. Eguale aCm.j 5. i-[ v)colc 10 della Jaoro
}6o cercato t & per-
Cioè fecondi 3^51. Eguale a fecondi aio i^cole ciò fi è conci ufo
Cioè ))6jt. Eguateaaioi-i.-J.cofe che laCongiun
8o7*a4. «0*41 tiooedeiLumi-
16 , fe ;n
vale la f.pcròm hore i* s 0 H\
dopo mezo di delli a o.di
Giugno la Luna arriuiri
nani fari alliao
dtGiugoo a ho-
al luogo del Sole, rei 6.m.o.fccon
14089. minuti di t. incirca^
aoftfoo. fecondi dopo mezo di.
> 1 1 Quello inte-
40 fo, facilmente*
conofeeremo fa
Cioè in hore l*. minuti o.fecoodi 40 ; ^ 1 1 regola numera-
le da calcolarti
tali afpetti de' Praneti,ò loro Congiuntionc potere eflrre la tegnente.'
Cauifi il pianeta manco veloce dal moto horario del pianeta più veloce » 8c
moto horario del
eoo il reltante fi parta la differenza » che e dal luogo del pianeta piti veloce che é in dietro » dal
icugodel pianeta manco veloce che èauanti.ftt l'aucnimento, cioè il numerodelle volte che la^
differenza detti da i due anotihorarij entrari nella differenza detta delli dui luoghi dei pianeti»
Card il numero delle hore dopo il mesa dà* dei giorno antecedente» o primo delli dui adopratii al
qualeoecorrcrila Congiuntone loro. M ^ ^
Hora fi può aucrtire che a cauare il moto horario def pfaSeTa manco veloce poniamo del Sòie
(Si fia che il Sole habbi di moto in vn giorno gr. r. che cofi in hore i.haurri gr.-~™£>) dal moto
horario del pianeta più ve'occponiamo della Luna (fic fia che la Luna babbi di moeoin grav> m
no g. il.the cofi io vn'hora haueri g-{-% )perehe il reltante d'efla fottrattioncfhora g -f v)
ri quello in che il moto horario della Luna fupera il moto horario del Sole» quello medefmo hi
rrouaria più brevemente fe cauato il moto diurno del Sole dal motodiurno della Lsna(cioe bo-
ra g. i*da gw 4 ; che timancri la differenza de' moti diurni loro ( hora g. 1 1 ) queftofi partiti per
14. numero dette hore del giorno che pure raucnimento.'horag.-i-^) fari la differenza del mo-
to horario del Jole al moto horario della Luna. Onde dando la Regola fi può dire. Cauifi il mo-
to diurno del pianeta ir 2co veloce dal moto diurno del pianeta più veloce, 8t il reftante fi parta
per a4< (numero delle hore delgiorno) & eó l'auenimento ( che vienr ad edere ta differenza dei
mori hjorarij loro) 6 parta ia differenza che è dal luogo del pianeta più veloce , Ctc.Che fe la diffe
rS^a d'effi dui luoghi fuiTe poniamo g.s .ffuppofto il Sole eflere nel mezo di dcl.'i dui gicrm che li
adopranoin e./j & in g. 14 de Peto» EtlaLunaing.8.&g.aa. dePe(ci ; a partire j. rutn.d'iffi
gradi per J--J.differenza de moti ho tari) loro Ime viene 9-p|,quefio j T J-.faria il num.deIJe
,
hore dopo il mezo di del giorno antecedente delli dui adopratii chcmofirarcbbcil tempo della
sti.
K An-
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L G E B R A
Ancora fi puònotnre the per partite il j. per
ftr il Sole J-^-,fimoltiplica elio ; per n. denominato re del
rotto lempre il nomerò
-i-i., parti cor e, cjuai za- «
hore 24 m.j7'i» hore 16 T delle bore del giornea intendendo lcmpre il rotto
non fcbifatojchf fa : xo.^ quei/to 1 » diparte per
* , p- rettore
z 9.6.-5- fecondi 3439 1 {.numeratore det rotto i/tetto [- »
qual 13. e il numero de irradi del.adjrFerer.r.ade
\
mero del li gradi ddla d*#tFe»*a dei dui luoghi
detti, via *4 numero delle bore dei giorno, cV il
7*»7*f prodotto partirlo per 1 3. numero d«!lt gradi del-
fecondi r '.H.,tj J adifferen za de i moti diurni ne veogono le bore
1 v I il? ,
*./9<f minuti 898 Cioè partire 24* numero delle bore del giorno
per 1 «..differenza de i dui moti diurni , & l'aueni-
«84- fliento moltiplicarlo per j. differenza de i dui luo
,
Joa88 £hi detti . Si pocria a ^co pi imi partire la rerza_»
per la prima, cioè j. per 1 3 che ne viene -f Se
.
,
,
fecondi Mfi^H
ueo imento moltiplicarlo per a 4. numero delle ho
re del giorno ; & anco fi può «feouire eiTa Rego-
g 0 m.?8.fec 40
la del Trecóndue partitioni ( cerne lì e moff rato
mente , conoscendo noi che fe la Luna auanza di motoil Sole in vi giorno , cioè in »4.hore per ,
gradi 1 3 & che perei* di continuo ognhora, &c. le gli va accodando, effendoglimò lontana te-
lo gradi T.lo arriuara auanti alle bore 14 & in tal parte delle horc acquai partee gradi j.chc,
r
p'imir.cano di graditi- inchelofoprauanza di mota, vtdiamoche per trouare effa parte di
uiomo fi Tiene a dire;Se gradi 1 j fi auanzanoin bore a li gradi j.in quante hore fi auanzaran-
nc> & vedremo moltiplicando 24 per j.&partendoilprodo toper 13 ouero partendo prima-.
»4 per lite poi molti^ieando i'auinimentoper y.ouero partendo prima S-pcr IJ.& 1 auenimeo
to moltiplicando'© per 14 che ne veranno hore 97 7 .quarta quantità cercata; Ma
le iftefle ho-
j.vuole ho-
ci viene a infegoarc che quefta Regola del Tre ehc cUceiSegcàdi 1
"
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P P A I A: L C A T
19.
a.
re z4 che ve ra gradi f.cioefe lo fpatio di gradi u.importailcempodihorea^.chcnnro;ti
«aro lungo ini-
JoA «nio di gradi j. Si ptiòciequire con due~parririoni,comerìc detto .Io lono va
fonmu-eccelJcnzidcll'A igtbrs acni
que rld Difcnrfo,& volontferi.non tanto per inoltrare la
/pcculandnin efltcon il moronaturale,reaIe.piano,& faeile.quanto acciò lo fiuJuWu algente,
a doc-
veyga , clic leggendolo attentamente fi imprimerà ndl'inecl
lecco faldi fondamene! ci ver
troupe ic
trina.Maqt'antoalli^mtTdidiadoprarc Ir j. numeri, gradi ti hore i4 & gradi j. ptr
hnre 9 cercate noi vediamo che da efii pòftorlo deriuarf-.quattro Redole; L voi uà g>a .*
,
ddle iure
deferitta con le due participi» vn'altrar*>tr4darfi,d»cendo; Moltiplichili annumero
prodotto fi pafU-,
del giorno per il nomerò de i gradi deHauUrferthracht e dal luogo', &e. Sui
dal moto
per il numerodergradi che refta a<auare il moto diurno de.tphiteta mancovelocc
aJ'ra po -
diurno del pianeta pili ve locete raueriimeotofarà A numei o delle hore cercate. Yo
giorno numero degradi _che a cauarc il
trà dire Partafi 24.
. numero delle hòre d«l per il ?«.fta
moro diurno del pianeta manco veloce dal moto diurno del pianetapui veloce , & i aue;urnento
via il numero de i gradi della differenza che e dal luogo , *c. che il
prodotto fari U
fimoltiplichi
differenza.»
numero delle hore cercato . Et l'altra potȈ dire; Partafi iLuimcrodc i gradi delia
che e dal luogo.flcoper il numero de igràdi delia djffcrena* del n*oto diurno.dc i dui piane" ;
bc
rauenimento fi moltiplichi per an numero de'le hore del giorno, «he il prodotto farà
Uuumero
delle hore cercato. .
lia-*
Et per cfempUcare anco querta Regola nella applicatone d'efla a gli afpetti de pianeti ,
Lumrnari;
che fi cerchi faporo il tempo nel quale occorrerà la Oppourione che fegue d'eflì dui
,
ai.di
de iqqaliilSaie lunediaci f. di Luglio \6 ro. amezo di farà in gradi ia.mir.uti 43- fecondi
pocolonraoa
Cancer.fc la Luna ingwdi /.minuti i» di Capricnrno.fegno al Cancer oppofto. &
alla oppofitione dei Solerai modo che doucndociT» Luna eflr^ il fegueote giorno
Mi- tedi allt
luogo d'ella^
«.di Luglio ingrart**jninùtij6.diCap icorrio, ri vede che ella hauerà panato il
Oppofitiooei poiché il Sole ad efìb mezo di de li 6 Luglio farà Io lo in gradi i jrfg.j Ctn«r M»
** però che la Oppofieionc loro occorre fri ii msao di. dclli j. tv il mrzo ni delli 6 di
Luglio ;
per
ella.occorra., & confequrntt mente poi
mcfccv*
trouar mòquaotc-horcdoppoi' mezo di dciii
grado.&c.farà il Sole, & quale farà grado oppofto'i nel Zodiaco doue ri doiicra
i-'
troupe la Lu*
fia;rVòi vWhdo la Regola'mo^ata,caiiaxiM»ii.nwtodiujMk»de. SoJedxl moto diurno
de la La
oa,& là diftcrr'twia gradi lo.tninuci a^ieeoAdfrfa.iarà quanto *«s^<za la Lu a di moto m
hme
Aoeora cauaremo il luogqdella Lorraflainoae.tHjr r c y .di Luglio che e g. 5 rn.io diCap:i<:or-
ì
no,dal lungo oppofito al luogo del Sole itdì ittdTu j.ai L^liorfhec*U..4JlJLl:A 5 3J
scorno 1
& i! reftante g 7 1 j. 1 ì.moftra quanto coOoietre epe auanzi la Lwu di mocci per arrùìre.alla "p,
pofkione dei SolcOndchora fi finger à vna Regola del ero, o quelito che dica, la Lupa <oprsu*n-
min.aj. fecondi aj. terzi 40 v-j-t*^' Capricoroò.ehf rfoppoitoal uogp doue conuerri chefia
ilSole»S doue lotronaicmoa punto e0ereca|culaado il moto d'eflo. ^ ^
Con l'occafione dhauerflalcolatc dW
Gewgiontione & Oppofitione'de ttìmfaàtii » .iapri ,
:
•
: .5 PtrilSoJe .\ : \{.
mm/.dilJDglioin^^l.ai.diCàttccr! • i
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l:.:v •
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~ < X>97^ — m.iao.
4o A L G B R A
1n.j10.fccon.57j mtn./oj-g™* 5' 8!I
40 191 vhiyi ftCQ04i 140* -**4- 8
—
1159 moto del Sole minuri 4
non era io g. 1 > .43 .i 1 .di Cancer
'
motivg. 1 o.#8.4*.impor» bore avelie importard gridi 7.} I ai»
minuti «48. 45). minuti
fecondi. J89«» a7*oi. fecondi.
651814, j
Importaranno horc
»
gradi il. 46.
1 . 1
1"
\ 16. 4 tf i^-A^, minuti. 1804320.
.•-.< » >
'
3071. 9 imo. 9ttù*Si.in£$-l-$*
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applicata:
Diamo ancora quello efempio nelle occorrenze Mercantili . Dui barattano feta à panno,'*
*t
feta vale i contanti Lire 17.lal1bra.ma i baratto pone Lire 19. 8f fi vuole l'^-.incontaa
fi
tijli panno i contanti vale Lire 9.ÌI braccio (ì domanda quanto fi doueri metterei baratto
Ponafi che etto-braccio del panno à baratto fi deua ponere Lire 1 .co fa, Et fingali che il baratro
6 facci con vna quant.ti di feta i bcneplacitcponiamo eoo libre 1 o di feta.quali perciò io barac.
co faranno valutate Lire 1 90.Sc di quelle volendo 1'^-. in contanti efii contanti faranno Lire 47 ~
& le rettanci Lire 1 4 * '-fi doueranno hauerc in panno , Et per vedere quante braccia verna ad
eflercquefto panno fi diri Se per Lire i.cofa, fi hi braccia /.per Lire 142 -L. quante bracciali
haucranno, & operando vedremo che fi doueranno hauere braccia 14* . efimo d'r. cola, Onde
per libre / o,di feta fi verrà ad hauere braccia 14 > ~-c<imo d'i .cola di panno & Lire 47 -f'P cr *
,
ilche acciò ii baratto fu eguale conuiene.chcquefte due quantità lìanocguali.ò vogliamo diro
importino la mcdefma quantità di denari.ma le libre io di feta da vna parte fappiamo che real-
mcnrejcioe à contanti vagliono Lire /70.peròhauercmo braccia 141 -f-elimod i.cofa di panno
pia Lire 47 -^eguali d Lire 1 70. Perilchc leuate le Lire 47 -f'da ciaicuna parte,fi haueri braccia
1 4»
i. efirao d'i . cofa eguale à Lire 1 a 2 Et hora per leuare il rotto, moltiplicando ciafeuna
delle due quantità per i.cofa denominatore d'elio rotto haucremo braccia t4i -L. eguale à Live
qucfto fari il valore della cofa; Però il braccio del panno che fi pofe douerfi ponere a baratto Li-
re 1. ti verri a ponerfi Lire 1 o ^.Etben vediamo che quello dalla feta dandone libre 10. per le
quali porte in ba-
Pono il braccio del panno douerfi ponere à baratto m
ratto Lire/90,
i.cofa di Lire, ò vogliamo dire Lire i.eofa deue hauere Li«
Suppono che fi barattino libre 10. di feta re 47 ^.di coa-
a Lire 10.U libra in baratto tanti,&Lirci4*
-L.in panno, che
vale Lire 1 90. a baratto 1 o -* -\ . il
a Lire 10
ì'—.z Lire 4 7 -i .che fi vuole ia contanti. braccio trouato
douerfi ponero
refta Lire 14» [- da hauere in panno
• in baratto verri
per Lire i.cofa»fi hi braccia i.per Lire 14» 4r che c haQera • ad bra ia
c flcre braccia
adeflere
,
«
Si haueraono braccia 14» -f- efimo d'r.cola I] Vcdia-
IJ f i- Vcdia-
però braccia i4»^.cfimod'i,oofapiaLir«47 i-fono eguale à lib.io.di (età modico che per
à Lire 17- la libra libre lo.di feta »
i Lire 9. il braccio
dandofi braccia
però Lire ia8 • ^efimo d'i.eofa, più Lire 47 £ fonoeguali i Lire /70. 1 j -\ -i-dì panno
Cioè Lire 1 «8* -f-efimo d'/.cofe, Eguale i Lire 1 2 2 & Lltc 1 '
fi
V
Cioè Lire 1282 i. Eguale à Lire 121 -L. eofe viene a puto per
Lireaj<5. Lire »«, colei Lire 17°. rcait*
però Lire /o *--{-{ .fonoeguali i Lire i.eofa; Cioè valore della leta
-
iea .partito quefto /28a L.raueoimento 10 +\.è il cercato valore del brac-
con il partitore ^
ciodelj>anno a baratto, Onde laRcgclaln fimiiica.fi
potrà eflerc quella.
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4t ALGEBRA
Quando di dui che voglino barattare fi fappia il valore della robba del fecondo a conta- f" . Se
a baratto, & la parte in concanti che egli ricerca, Et ancora fi fappia il valore delta robba dr 1 f ir -
c ondo a contanti, 8c diqu) fi vogli trouarcquantoella fi delia ponere a baratto Piglili la par re
,*
ricercata in contanti dal primo del valore della foa robba i ba racto,& efla parte fi cani, Ada! vz
Jore d'efia robba i baratto, fc dal valore della mede fi ma a contanti. & delti dui reftanri chiama ti
B,c* C, il maggiore B,(o che derma dalla baratto^ fi moltiplichi per il valore della cofa,o robba
del fecondo a concanti, & il prodotto fi parta per il reftante C, minore de i dui detti(eioe che de-
rma dall'i contanti)che fauenimento fari il valoredella robba del fecondo i bararro -
Se dunque hora vorremo adoprare quella Regola per foluere il Quefito del fopradetro bararvi
ro.fapendo che del primo la fua robba, o feta vaie a contanti Z ir. 17.& a baratto Lir. !9>& vuo-
le I' ; .in contanti, Et del fecondo la robba.o panno vale a contanti Lire 9 noi temendoti di que-
11 i prezzi ( che non occorre fupponere che fi barat ti più vna quantità di l'età che vn 'altra) del le*
Lire if. a baratto della feta pigliaremol'-y . che è la parte domandata dal primo in contanti» Se
ne viene Lire 4 ~ .& quefto cauaremo.flt dalle Lire 1 9. dette a baratto,* dalie Lire 1 7-a contan-
ti, Arredano Lire 14 Lire la ~.ovogliamodire(fenzaattcndeTehoraal!adeTominatione? »
ma confiderando i puri numer incitano 74 ^ . & 1 1 ~ .de i quali il 1 4 v che deriua dall i baratto
fi moltiplichi per 9 contanti della robba.o panno del fecondo,& fa 1 xJ( ~ .quale fi parte per il fai
i .reftante deriuato dall'i contanti, & ne Tiene 1 o . che è il numero dell'i baratrodel fecon.
do.Si diri dunque che il fecondo quel lo che i contanti vale 9 0 Lire 9- deua ponere Lire IO <$ ~.
a baratto . Auertendo che s'intende fempre che li dui valori,eioe così a contaotiVcome a barat-
to della robba dei primo fiano numeri d'vna mtdefima qualità. eVdcncminatiorte;cioe,ò fempre
Lirc.osépre Sr.o fempre Pau't.o Ducatoni, & e fct fimi mente che i dui valori a contano, & a ba-
ratro della robba del fecondo, fiano d'vna meoefma denc mtoatione,& qualità, fe bene non impor
ta che ella fia l'ifteffa che è quella del valore della robba del primo ; cioè Si può dire > Il primo hi
feta che a contanti la libra vale Lira 17& a baratto Lire /9& vuole l'^.io ccotanti,£til fecon-
do hi panno che i contanti i' braccio vale Duratoci a. Si domanda quanto lo donerà mettere a
barattorChecofì.Cauatol' J di Lire i9.cioe Lire 4 da Lire 19. & da Lire 1 7. & il primo re-
ftante 1*4 .moltiplicato con ì.numeiodelli Duearonidclva ore della robba del feeom'o a con-
tanti fa 2 8 f.& quefto partito per u -ì .reftante fccondccV ne viene 1 $-§-quefloi fari il
numero a bararto cercaro per il fecondo , & haueri la mede'ma denominatione di Ducatoni che
hi il a.a contanti, Onde diremo che il fecondo quello chei contanti vale Ducatoni a. doueri a
baratto ponerlo Ducatoni a .
Et fe delli tre virimi numeri che s'adoprano Lire 14 -Lire 1» & Lire 9. Onero Lite 1*$ •
Lire la l -Et Ducatoni a.Confideraremoche moltiplicandoli il 14 * .per il 1. & partendo il prò
dotto per il 1 a J-.fi viene i pcreruifi intendere vna Regola del Tre che óiet , Se Lire 1 a y(par-
•
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vale 3
applicata:
^perilchcrArchibufoch* fi pofcdootrfi mettere Sco.r.f,a baratto fi metteriScu.j
i 4$
'
f .tioe /ooo.cofc eguale a Scudi 3 3 fo A la cofa Valeri Scudi 3 — -L.|>erò l' Archibufo in baratto
rì doueri ponere Scudi
3 T ~. Et colili 400 Arehibofi importeranno Scudi 1 3-fo.ehe leoatone*
Scudi jpo. da hanerfi contanti reftanoScudi 840. da riccuerc in Corfaletti che a Scudi 1 a. iVno
faranno Corfaletti 7operò per li 400, Archi bufi fi heueranno7o. Corfaletti,* Scudi joe.ehe li
7o.CorfaIetej a Scudi lejTvno vagiiono Scudi 7oo.quali con li Scudi Joo.concanti fanno a punte
Scudi taoo.vcro valore delti 400. Archibufi, come cornitene.
Ma eoo modo difcorfwo fi pot ridire li 400. Arehibufi vagiiono Scudi iaoo.de quali rieeueo-
done Scudi jop.in contanti reftano Scudi 700.de riceuere in Corfaletti quali a Scudi icl'eoo fuo
vero valore doueranoo eflerc Corfaletti 70. ma queftrfh baratto fono polli Scudi r a. l'vno però
importano Scudi 8*0, che con li Scudi 500. contanti fanno Scudi 1 3 40. però Scudi 1 3 4<>* conuie-
ne che in baratto importano li 4«o. Archibufi.cnde Scudi 3 7 conucrri che fi pòna l' Arditoli-
fo in baratto
Et d icendofi Dai barattono, Il primo ha feta che a contanti la libra vale Lire » 7. & a barar*
,
co fi pone Lire » 9, Il fecondo ha panno chcil braccio a contanti vale Duca toni a. & a baratto fi
pone Ducato»! a -f Si domaoda te il baratto fia cgua'cEt fc non è eguale>chi di loro dui deue*
.
do douentano Ducatoni a 4-.a baratto» le Lire 1 7. a contanti del primo quanto doueranno do-
uentare a baratto ? Che moltiplicato i7.via a ~\ . * il prodotto ne viene 1 e
39-r- partito per 1.
.però Lire io-|-.6 doueria ponete la libra della feta a baratto* ma la pone folo Lire 1 9. però fi
vede che il baratto i ineguale,* è fuaotagiofo per il primo , Eflo primo dunque doueri doman-
dare parte in contanti, Hora per notiate che parte. Penali che deua domar dare Lire 1 . co/a_»
di contanti per libra di feta * quale canato da Lira» t?,j contanti, &
aocora da Lire 1 v.a baratto
rcftanQLirc i7*meno 1.cofa, Et Lire ip.meno r.cofa, EtcofidiLfte17.meDor.cofa, fi viene i
fare Lire 1 f -meoo i.cofa,petò a quella ragione,opioporrjoOctiireimsquaritofidoueriataredi
Ducatooia. Onde moltiplicando tp.meno i.cofa via a.& partendo il prodotto per i7,<nftio 1.
cofa haueremo jf .meoo a.co(e efimo di 1 7-meoo i.cofa, Et quello lari quanto fi doneria mette-
re il braccio de] panno baratto, ma fi mette a -f. però quefto fari eguale a * —» Etcolìeflen-
do pcruenuti alla Equatiooe,per trouar mò il valore della cofa;lcuaremoil rotto.moltiplican do
ciafeuna delle due parti per il denominatore i7-m,i.t.|*hauetemo38.m,a, cofe» eguale a 3»
m,a .cofe, Cioè -{- .cofe eguale ad' 1 .-f-.che perciò la cofa Valeri j. * quefto 5 .verri ad eflere il
numero delle Lire che deue domandare il primo in contanti per ciafeuna lib. di fera, qual j.per.
che é li -£ delle Lire 19-cbc ella fi mette in baratto, fi dirà che il primo deuc domandare li ^-f
T
in contanti accioche il baratto fia eguale
Quanto mò all'eUraherne la Regola numerale, vediamo che I" ' .numero delle cofe partitore*
'
è fempre quello che rcOaacauarc a.a contanti di a $ a baratto di quello che è vancagiofo, (&
.
fi vede che e vantagiofo perche moltiplicando il » -a baratto di queflo.via 17. dell'altro a con-
{
tati pio,(* è 39 l ,)diqueUoehenafcea«,oltiplieareiI ip.abarartodc a con-
l'altro.viail i.
tati di quefto(che é folo 38.)* l'i -f.che fi parte ì quello che refta a eaua re 38 (che nafee a mol-
tiplicare ila. a contanti del vantaggiofo via 1 9. a baratto dello fuantaggtofo) da 59 fchc na^
-f-
fee a moltiplicare a -j-.a barano del vantaggiofo via /7<a contanti dello fuantaggtoio, ( & l'aue.
nimcnto
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44 ALGEBRA
nimento j. èli numeratore del rotto (eflendb poi denominatore il 19. numero a baratto dell o
fuantaggiofo ) che moftra la parte quale lo fuantaggiofo deue domandare in coricanti . Onde Ì9
per effere (tracco laffò che lo Studente da fe oc ferma la Regola in allratto
-
differenza partitore . \ 1
f . maggioranza aucnimeneo y. eh'c numeratore
differenza partitore .
3- I
maggioranza da partire 1.
modo che per ogni corba del prirno;cioe da Lire S.la corba, ve ne fi ano corbe 3 \. del terzojetoc
da Lire a .la corba, Si domanda quante corbe di ciafeuna forte fe ne doneranno pigliare
; Ouero potiamo dire , Si vuol fare vn pagamento di Lire <gao. ma dando corbe ioo.di Vino di
diuerfe forcina prima forte vale Lire 8. la corbaja feconda Lire J. Se la terza Lire a. Et per ogni
eorba del primo ne deue andare corbe 3 1 -del terzo,fi domanda quante corbe di ciafeuna forte»
fe oe doueranno pigliare
Pooercmo che della prima forte fi pigli corbe i.cofajperò della terza coouerrd pigliarne cor-
te ! t rtftfM Onde »1 «fto fino a 109. corbe, che e coibe 190. meno 4 f cofe doucrl eflere del-
la feconda forte, Et tutto
Prima corbe 1 .eofa,VaglÌQno Lire 8. cofe que ft 0 deue valere Lire
Terza corbe 3 — «cefe. Lire 7. cofe 420. Ma le corbe i.cofa^»
Seconda corbe 100.meno4-7- cofe.Lire/oo.menoaa-L.cofc della prima forre a Lu e 8.
— , .
1
J a corba vagliono Lire 9.
fomma
Lire /oo.cncno 7 -i-*co<c cofe, Le corbe 3 -f-cof^
Eguale a Lire 4ao. della teTzaa Lire a.la cor.
Cioè 7 *-cofe eguale a Lire 80. ba vagliono Lire 7-cofe-» ;
15. 160. Etlecorbe ioo.meno^-i-
peròlacofa vale 10 4-, cofe della feconda a Lire 5
Prima corbe 10 — Lire 8/-f.
. la corba vagliono Lir.joo
Terza eorbe 37 }• Lire 74 \ - meno aa cofe quali va-
Seconda corbe 51. Lire zòo. Iute forniate inficme fan»
— no Lire 500 meno 7 v-co-
corbeioo. Lirc4*o< fe, ma deuono eflere Lire.»
41 o.però riabbiamo Lire-»
/oo.meno 7 ! .cofe eguale a Lire 4*0» Cioè (adoprando quefle quantici in aflratto)habbiamo
7 4-. cofe eguale a 80. perilche la cola vale to Mila cola cioè z. cofa fu pollo eflere il nume-
ro delle corbe da pigliarli della prima forte;pcrò fi diri che detTa prima forte fi piglino corbe 1 <a
Et coG della terza fe ne pigliaranno corbe 37 -J .Et il redo cioè corbe 5 a. della feconda, qua-
li valeranno Lire 8j 4 «Lire 74 Lireaéo. Et però io tutto Lire -/ao.comc fi ricerca.
Quefto quelito in Aftrattcfcome confiderà l'Algebra nella fua operatione) viene a fignificawe.
DiuidaG loo.in ere parti calighe la terza fia volte 3 4 .'quauto la prima Ecdi modo.che la pri- ,
ma moltiplicata per I.la feconda per ?.& la terza per a .la fomma delti tre prodotti fia *ao. Che
eofi fi pone la prima parte ciferc 1 .cofa,* però la terza fari 3 f.cofe, Et la feconda r oe. meno 4
cofe, Et li tre prodotti faranno il primo 8 .cofe.il terzo 7-cofc, & il fecòdo joo.meno a 1 -ì .che
fommanno /« o .meno 7 {-.cofcjpcrò quefto à eguale i 4* «.fomma riccrcata,ondc in quella equa
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Ione Jubbiann 7
APPLICATA.
-[-.cote eguale a so.pcrilche la-cofa vale io {.E: perciò 10
45
f. fari la prima-,
parte polla i.cofa,&e.
fic cofì nd'i qjc.Tci che vegono proporli conuiene che l'accorto Studente' con il giudicio confi
deri quello che 111 attratto vogliono tignili caré.&conofciutolo fìngerti che fiano propolii in attrae
to,& andare operando in attratto alla rifolurioae attratta d'elfi, 8f poi cooglungere , o accompa-
gwc la rifpoita con le denominationi che ic li ricercano
ET di
dicendoli lono ere verghe luoghe dritte » egualmente larghe, Se egualmente groffe a gulfa
corpo quadrangolo rcttangolo.dclic quali vua che è d'oro di feudo pefa lib. ».& onc.7
& .ungi milurine 1 j. larga railurine * . Se grolla mifurinc pcrilch: la lua grandezza viene ad
efferc ilduceo di j-.via via ij.cioe4 l .mifurinc corporeco cube come Svogli dire; Vn'al-
tra verga «he è d'argento di dueatoni pela hb.6.& oncie 4 c lungi mifuriuc 1 0. largì mifu-
-f
rinc 1A groffa mifurine -y. perilche la fua grandezza e miiurc corporee 1 *
-f.
Et fvlcima ver-
ga pela lib.8.Se oncie 13 ~- & * luogamilurinc 2 1. larga /.& groffa -i. per il che la fua grandez-
za e mifurine 15 ~. c^ucttaoche è tutta d'oro di leudo come la primato che vie mefcolato feco
dell'argento di ducatone come la feconda ; Ondcftante quefio fidomandafeellaèveramenro
tutto oro di fcudo,o feui è mefcolato dell'argento di ducatone quanto egli viene ad efierc
Noi fapendoche l'oro di feudo della prima verga e mifurine 4 ~. Se pefa libre 1. & oncie 7 -f •
potremo dire ; Se mifurine 4 di grandezza d'oro di leudo, pelano oncie 3 r \ . !e mifurine 1 y
:
-..della terza per edere medelimimcnte oro di fcudo.quanto doueria pefare,& vedremo che do •
ueria pefare oncie 100 ^ y ma effa terza verga pefa libre 8. oncie j e,oc °° eic 99 -j- 1 che
tdiuerfo da oncie ioo-i~£.però vediamo che ella verga none fìmpliceorodi feudo conio la pri-
mi, Ef perche cita pefa manco di quello clic fé li conuerria, f< ruffe oro; vediamo che vi è mesco-
lato come lì penfa del l'argento! (che l 'argento pefa manco dell'oro eioe di due verghe, eguali di
,
grandezza l'vna d'oro,di feudo, & l'altra d'argento diducatonc,fappiamo quella d'argento pela-
re manco dell'altra,perchc le mifurine 4 ^-«d oro di feudo ("che e la prima "erga ) pelanooncio
ai J-.lc mifurine 11 \. (che e la feconda) doueriaoo pefare oncie 81 quando fu fi e oro di
fcudo.come la prima>m3 pefano oncie 76 -J-.chc è manco,però vediamo che manco pela l'argen-
to di duca toni che l'oro di feudo, fic fra il pefo dell'oro di feudo, Se il pefo del' 'argento di di: : j to-
ni vi viene ad efferc la proportionc che é da oncie 81 -r-f-r- ad oncie 7 6 -f.o vogliamo d,rr,vie
Uproportione che ha 9 joo. a 893 ij Per trouar mò quinto fia diitmtamente l'oro di leudo Se ,
'
quanto il retante argento di ducaconi riporto nella terza verga , poneremo l'vno di lóro, Se fiai#
Toro effere i.cofa d'oncic di pcfo,chc coli l'argento farà il reftantejcioé oncie 90 -f l -meno 1 co .
'
Ì2,te cerca remo quanto faria la quantità in grandezza, & dell'oro, Se dell'argento ; Che quinto
alI'oro.Sc oncie i l -^-.d'oroègrandemifurin':-/ le oncie 1. cofa d'oro fata grande milut in e^
* .cole Et quanto all'argento Se or.cic 7* } d'argento £ grande mifurine
. n
-J-.lconc:c 99
-f-*--mcno i.cola Imporriranno mifurine 16 \
~|.nitno~-" .colc,quakg:àdrzzadc i'ar-
—
gento fi giongerrd con la grandezza de!i'oro;cioc con mifurine ~~ . cok,& lumina mifurincj
1 6
*!*-fiv merto f' I 'l 1 * eo re ilche faria la grande zza della verga, maefla grandezza è mifu-
»
rati.i granivoro di feudo ; Lei! r;fto cioè oncie 17 f l'argento dflfccaco-
ne , Et ben -fi v.d: chv loro d-tro in grandezza importarla mifurine 1*' 7 ^+1+
o «-^E^pr-
gcotodcrtomiiurinei ; \ [ ?~ ?
rl-}-£ .chcgionteinfiemclanQoapuucomilUiinc i>> .co-
me è la grandezza di quella verga .
fnumero de cofe che è più dal*qua'e fi eaua il — \ .&ocrc»Ti - ^ \ \ - numero di cole ,chc c
°
ì; s
ftantechiimarcmo A, Ancora Partali il numero della griodeeza delia terf;a d oro lolo per 1! m.i.
:
mero del fuopefo,cV rauenimentochiamaremo primo, D/piu Partali il numero de!!a grandezza
della verga d'argento folo per il numero del fuopcfoA da quefio aucniircntcfchc laià m-egie-
rC;delpr.m'ò,pcrchediduimedefimi pcfid'oro,6r d'àrgérr^rarg?ntò,e«mé'nVaoc'OgraMd-Wi:u»
pa piur luogo; «Oc e più grandt) fi caui l'auenimcnto primo ; Et con il reftante fi parta l' A, che»/
rauenimento farà il numero del pefo dell'oro, che è nella vergi mifta Etr refiaf.tcfiooal eo>-
.
''
tilpcfod'tffamgamrftafariilnumerodclpefodclPargentochecnel^iftéff^^^ '
4'
Oro mito re J* pefa oncic.
ALGEBRA f" mifurc. Oromifure f" pefa oncie
J* mifarc
+ T- L 3' L ij v-chedoaerà pefare ^ ] . ^ |i |. i»4-. \
1« J»Jo 117 1 9500
„ l
——
1043408!
)69
85*45*5°
M89 3 *575 |-
#41478 ;
>2i77v«
7
8
*****mriii r:> ^ fr-H-—
doucià cflere graudc.
185*5/0
81010»
La cofa vale 81 -H-;-^-;..
pero vi faranno cncie 8 1 .-$_*-L|_I . d'oro di fcudo.Et il reRo cioè
oncic ir,;;;; '^-laià l'argento di dueatoni.
Per l'oro Per l'argento.
One. l i^-.(grade#i.(onc8i
»5» '
39
°
J ^
0 ... Onc. 7 ^ -f .(gride ixf .(onci 8
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159 »»7
4690S14 91S167»
7818060 129)2976. 7:968*6,
108*816
grandezza dell'oro 1 x
9^679375
1^4.6815
* » i * . grandezza dell'argento a ; ;
X,
>o8*8t6
—H •
a6o^oa.i'v>
781 806. li
75 57. reità
ria 119
: '
•••
numeratore. 17 lofi ì
nuraer. del rotto dell' arg. u 6080879
fómma.i} 87/1*1»
cheèprecifc i.intieto,pcròUfomraa delle due grandezze è ij £
Ma perche fi pud trouare dell'oro di tal lega , che pefarà mancodell'argenro fino » o fimile, o
perche fieno elfi dui metalli mifti in vna verga* quali fi vogliono, Gpoflìnorifoluere talicafi.ha-
ueodo cogoteione del pefoi & grandezza di ciafeuno de i dui metalli da fc mediante due verghe ;
de ffi fimplici
, Noi daremo la Regola in vniucrfaJcfcoza oorninarcine oro,nc argcnto,ne alerà.
Ec
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fic
applicata;
potrà aieo applicarti ad altre macerie . Veggafì quanto Caria la grandézza delia verga mifta
4?
maceria più leue > o men graue(fcruendoci del pefod'efli verga mi fi a ,St
le ella fatte cucca della
del peto, & grandezza della verga che c folo della materia più l«-uc,)o£ da queftag àdrzza fica-
111 la grandezza delia verga mifta(che è mirore,(& il reftance chtamaremo A, Ancorai Partali il
numero della graudezza della verga del loto metal 10,0 maceria più grane, per il numero del luo
ptfo.de l'auenimentochiamaremo primo , Di più Partali il numetodelia grandezza delia verga
del iolo mecaUo men graue, per il numero del Tuo pe(o,& da quello auenimcncofche fari maggio
re del primo)6 caui l'auenimencoprimo,Eccori il reltance ri parca Aiche l'aucnunento lari il no-
mero del pefodel metallo, o maceria più graue che e nella verga trutta, Et il reftance fino al cocai
pefod'effa verga imita • farà il numero del pelo della maceria men graue che c m efla. Che per
efempio Dicendoti . D'v.u Vigna it Mofcicello fcfnetto.o puro pela lib r e 1 50. la corba, o mi-
fura ; Et d'vn pozzo in effa.l acqua fchiccca pefa libre 4 j .la qoarcarola che e -£-.di corba Occor- ,
non e Mofcacello ichietto, (perche egli peiaria lolo libi e 1 |i -f che e li ^. di libre 150. pefo del-
la corba del Moscatello, (Si di li 6 viene in cognicione che vi e ftaca mefcolaca dell'acqua di quei
pozzo.fi domanda perciò in elle j.quarcaro!e,o l .di corba quanta acqua vi viene ad edere
Per (aperto noi temendoci de a Regola diremo, Se libre 1 50. di Mei catello ( !iquore»o mace-
I
ria più leue )r di grandezza corbe i.le libre 1 1 7. peto del mito le fune Mofcacello cine eco quan- 1
grandezza dell'acqua. che e più graue del Mofcaccllo(come s'e vitto ;per 4 j numero del fuo pe- .
lo»& ne viene — , cnc c l'auetnméco primo, Di più partiremo 1 num. della grandezza del Mo
{carello men graue, per ijo. numero dclfuopcfo,& ne viene -J 0 .da! quale
-, cacare mo l' J-tT •
auenimcto primo, & reità 7 ; \ .con il quale partiremo A,& ne viene \S -J-j .Si quo-
.
to e il numero del peto, cioè e il numero delle libre della mate: la più graue, cioè dell'acqua che
e nel miflo.perilchr diremo che ne'lecoibe J dette che pefa no libre 1/7. vi loro libre j J 7
d'acqua. & il refto cioè libre 81 * .e Mofcacello»
,
Ec ben fi vede che 'ibrc 35 d'acqua im-
porreranno corb: T J ( fa pendo» che corbe ~- pefa libre 43 ) Ec le libre 81 |> ~.di Mo ci te 'lo
.
importar anno coi bc 7 £-.(iapendofi che vna corba pela libre ijo. Squali corbe d'acqua, Ec .
corbe f .di Mofcacello gionce inficine fanno coibc -\ -cornee a punto la graodezza,o quanuti
corporea d'ciTo mirto
—
7J
refta f 0 ^,. A.
—
ne viene, is 7 f.
387
'a
mofcacello ini corbe
Il
grande a propofico quadrangolare parta la Statua, o cola da rrouarne la grande zza, & anco po-
ftoui del grano,o rifo.o rniglio,o altra fimil cofa che poffa fa c meri te riempire cucci 1 vacui, & co
il
& la Statua, Veggifi coi quanto e la grandezza del vafo.o parte d effo cofi occupata & fi A. Poi i
leuatane la Statua. Se di nuouo fpianacoii miglio nel vafo vai forme mcn te come prima » fi vcda_,
quanta e la grandezza deì la parce del vafo che egli occupa , fcV qoefta grandezza cauata dalia-»
grandezza A, il reftance di neeeffiri fari la grandezza ceccaca della Scacua.o cofa detta .
Etdicend jfi.Si hi argento di tre forti. la prima vale Lire 1. l'oncia, la feconda Lire 1. l'oncia.. »
Sciatoria Lire/, l'oncia» Ec fc ne vogliono mettere inficine, oocic 100. che vaglino innato
Lire
48 ALGEBRA
lire s4o. pigliandone di ciaf cuna delle tre forti <2ctcc quanto bifogna.fì domanda quanto fc i
pigliati.
Noi ponendo che della primi pi^ioncie icofa,* Della feconda oncie /.cofa di cofani
forre f.
0 vogliamo dire i.quantirà II refto fino alle oncie ics. cioè oncie i co. meno i.cofameno i.qua-
rità,doueri cifrre della terza fotte , F.tqucfte vaferanno a.cofepiu 3. quantità, più foa.meoo J
colemmo j.quawi.Ooc joo.mrno j cofemmo z.quantiti, Ma vogliamoche vaglino $4a*
però /oo. meno j. coic meno a. quantità fari eguale a 340. Cioè 160. lari eguale a 3. cofe più a.
quanciti Le per erouare il valore della quantità in particolarcla lalTarcmo da fc.lcuando le s*
;
cofe da ciafeuna biada , & haoeremo a. quantità* eguale à ito. mero 3. cofe; Onde 1. quantità
{a ri >o valerà £o.m:no 1 -A .cofijpcrrlchcio cambio d quantiti, pig iando 8o.meno 1 ~-.cofa»
i .
torneremo di nuouodponcre chcde'h primi forte li pigli oncie 1. cofa della feconda 8 J.meno l
-'-.cofi.Ecdellarerza il refiante iìnoà too.eioc icpiu -'-.cofa; Gtq'iefte hora veleranno, a.cofe
•»4o.nieno^t J.cofe,& ico.piu a -L cofe, lafomma de iuua'i valori è 3 40. mi vogliamoche va-
glino 340 pero riabbiamo 340. eguale i 340. dalla quale Lquaeionc non potiamo vcoii e io cogni-
tione del valore della cofa ; però quefra forre di pofìtione appare efiere inutile Peritene fi hi da ;
notare che in fimi ti occorrenze fi può ponere il valore della co a efiere vn numero i beneplacito-,
ma conueotente;doe che non ria troppo graduo troppo piccolo(il che fi vedna poi dal calcolo,)
quello (Ubili co ; cioè hora porto che d'vna delle tre forti poniamo della prima fé ne pigli vn nu-
mero detet minato cercar poi quanto fi deua pigliare di ciafeuna dell'altre due forti Mar fia-*
, ;
che Ci dicj d: la prima forte volerne pigliare oncie ;o.chc va. eranno Lire 20. & però ci reftaraa-
noda pig'iareoncK 00. che dotteranno valere Lir. jso. (cioè:! recante fino Lir.j^o.) Pcri!chc#
hora fi h »;»eri vn Q^rlicnche dica , Di due forti d'at ee ,to,chc vagliono Ur.}.òc Lir. J l'oncia fi
vogliono mrtrerc mucine oi.-ic 99. che vagliano Lir. 310. li domanda quante oncie fe ne piglia-
rannodi ciafeuna forte; Cioè hora coouerrà Di 90. fare due parti che l'vna moltiplicata per 3. Se
l'altra per j.& giunti inficmei prodotti la fommafia 310. Che perciò po!to l'vna parec edere I.
cofa, Et l'altra yo.meno i.cofa.i dui prodotti faranno 3. cofe.£t4/°- meno a.cofe, che gior.tiio-
liemefaino 4? 0 meno /.c«le,L-r quello badi effere jio.però è eguale i 120. Cioè ijo. c<gua!«
1 a.eole.Ec però la cofa Valeria 6 5 Onde l'vna parte che andana moltiplicata per j. fana 6/.EC
.
l'altra il refto fino i 90.doc ìj.clic andaria moltiplicata »>er 5. Et i prodotti fa ri a.io 1 95.fi>: i»J.
che giunti infiem: fanno 310. cerne bifogna,Perilchcdiremo che pig iandone oncie io della pri-
mi forre, fc ne pig'iaranno oieic 65. delia feconda, & oncie 1 5 della terza . Le fc h.ui:tf;tno detto
5 J-(opiu)dclla prima forte che valcriano Lir.i 10 pcròrclìariad.-! odiarne fo-
di pig' tare o-!CÌc
lo oncie 41- dell'altre due forti, Se doueriano valere Lir. 130. <QnrRofariaimpoflibi e, perche
quando anco Je oncie 4j.f1 pigìiaflero tutte della terza forte che vale più dell'alerà, et. e onric 4$.
della terza fette i Lir. j. l'oncia ncn arriuariano i valere Lir.» 30. poiché valcriano folo l.ir.aaj.
Com: aoco fi conefeeria adoprando l Algebra.qualtei moflraria effe re imponibile duiidcre 4/-
in due parti taliiche l'vna moltiplicata per J. Se l'altre per s • la fomma de dui prò docci Iurte a jo.
(che Pvoa pota t cofa, E; l'altra 4J.meao 1. cofa, i prodotti fariano 3. cofe, & iM meno 5 cofo
ciò, in fomma aa» .meno i.cofc.l I che laria eguale i 2 3 o.Sc però j.piu i.cofc laria cgua'c ri nien-
te, il che è imponibile Oacrafc moltiplicammo 4 y meno /.cola per 3. Et i.cola per 5. pro-
, 1
dotti fariano 13 f.meno 3. cofe, Ec/.cofe, che fanno io fomma 13 j. più ».cofe, Etq-ietìo (aria
eguale* aj o.Cioc *,cofeeguaic a 9/.& però la cofa Valeria 47 Onde le due paro uriano4J.
meno 47 -f . Et*7 m n0 l -\ t: *7
} •
j
5- :\ Il che non fa à propoli to, Se bene j prodotti loro
•
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fe cofida
applicata: 49
partcpigliandone manco di 5 o.della eerta, Cioè Perche di 50. fi può rame due parti che
l'ima moltiplicata per 3. & l'altra per j. la tomaia de i dui prodotti fia alo.
Effe anco ne pigliammo onde f t.deila prima forte pure potria ftarcperehe reftaria a fare di
47. due parti che l'vna moltiplicata per 3. & l'altra per J. la fornma de i duiprodotti ruffe 1 }4 &
effe parti fariano --.della fecooda forte, Et 46 -£-.del la terza . Etcofi hora potiamo pigharedel-
la prima forte, ogn'altro numero d'onde minore del 5 3. che fempre il cafo fari poflìbile ; perche
il numero delle oncie che rimaneri per l'altre due forti, fari talmente grande » che prefo tutto
della terza forte fuperaria il valore che deueno haucre » Et fe ruffe tutto della fecooda forte che
Tale folo Lir.}.l'oncia,aon fari tanto grande che il valor d'effo non fia fu per ato dal mede (imo va
Jorcchedeuoaohauerefpoicht hora il j4o.valore principale fupcra joo.chcfaria il valóre del-
le oncie / ocktotali , quando bene fodero tutte della feconda forte
Et notiti che dicendp . Diuidafi zoo. in tre parti tali, o trouinfi tre numeri la fomma de' quali
fia too.tali, che il primo moltiplicato per a. il fecondo per j. & il terzo per /. & li tre prodotti
giontiinheme faccino 3 40. auuertcndo nondimeno che la prima parte* o numero che vi moltipli
caro per a. fia maggiore che fia poflibile ; Noi per quello che riabbiamo vitto, fapcndo gii che-»
egli deue effere fra j j.flt 54.Sc Doneremo che ha t* meno 1. co fa, Onero f 3-pto i.cofa; Ci refta-
rii diuidere*7 meno i.cofa,indue parti cali,chc moltiplicata l'vna per }.& lfaltrapcr y.lafcm
ma de i dui prodotti fia a j4.meno a.cofe , Ma per farlo lì trouari prima la regola. Eftrahendola
da vu fimile quefito in numeri rationali refoluto per Algebra ; Siadunqueehefidica; Diuidafi
(poniamo) tfo.in in due parti che moltiplicate l'vna peri, fc l'altra per 5. la fomma de i dui pro-
dotti fia a oo.(Et fi può auertire che detta fomma de loro dui prodotti può effere fra 1 .via «0. fa
280.Et5.via60.fa 300. Cioè fra 1S0.& joo.) Per foluerc il quefito potremo poncrel'voa parte*
effere i.cofà, Et peròl'a/tra 60. meno i.cofa,I dui prodotti faranno j.cofe.Et joo.-mcfio j*.cofe
ia fomma de' quali fari joo.meno a.cofe,ma vogliamo che fia aooperè quefto 3 oo.meno a.cofe
ieri eguale à zoo.Ondc fumeremo leo.eguale a a.cofe, Et perciò là cofa Valeri 50. pertiche jo.
lari l'vna parte che vi moltiplicata per j.Et il reftojeioe 1 o.fari l'altra parte che vi moltiplica-
ta per 5. Et fe nella pofitionc fi diecffe.la parte che vi moltiplicata per 5. effere i.cofa, Et quella
che vi moltiplicata per tre effere «o.meoo i.eofa, all'hora i dui prodotti fariano j.cofe,Et 180.
meno j.cofe,Et perciò la fomma loro faria 1 80. più a. cofe quale deue efière eguale al aoo. Onde
haueremo a.cofe eguale a a o.perilche la cofa Valeri 10. Et quefto 10. fari la parte pofto t.cofa »
che vi moltiplicata per 5. Et il redente fino a do. cioè 5 o.fari la parte che vi molticata per j. .
It fe nella pofidooc haueflimo detto l'vna parte che vi moltiplicata per 3 . effere la miti del do.
Sci. cofa di più cioè 30. pini, cofa» Etl'altraparte chcvimoltiplicataper 5. effere l'al-
tra miti del do. fltlai. cofa di manco; cioè 30. menoi. cofa; all'hora i dui prodotti farìe-
0090. più 3. cofe» Eti5o.menoj. cofe; la fomma loro faria a4o. meno a. cofe } Et que-
fto (aria eguale i aoo. però 40. faria egualei a.cofe;Onde la cote veleria a o.però le due parti pò- ,
ite 3 o.piu i.cofa,Et 3 o.mcoo /.cofa (ariano lo.piu ao. Et 3 o.meno ao.Cioe 5 o.& 1 o.f Et fi ve-
de che rotondo* la fomma de i dmprodocti delle due parti del 60. effere a*o. (cheè il dutto di
fornici del 60.via4.miti della fomma del du; dioirlpUceoci J.& S«) all'hora ciafeuna d'effe par
ti faria 3 o.miti del «o.perehe pofte pure effere 3 o.piu i.tUAyfft-f o.meno j.cofa,i dui prodotti fa
riano po.piu a.cofcEt / jo.meno 5.cofe;Et perciò la fomma loro faria a4o.aaeno a^eofc,Il che*
faria eguale al a*o.propofto, Onde accomodato il meno, & leuato quanto óeeorre da ^a/^n^^
partehauereffimo ».cofe egualei oiente>Sc però la cofa Valeria nientcpcrilche le parti pofte 3».
phi i.cofa.Et 3 e.meno t.cofa fariano 3o.piu o.Et 3 o.meoo o. Cioè 3 3 0. come s»è detto) Ma
le haueffimo nella pofitione detto la parte che vi moltiplicata per j. effere 3 0. più x. cofa, Et la_>
parte che vi moltiplicata per 3 «effere jo.meno t.cofa; Idui prodotti fariano 150. più y.cofe,Ec
•o.meoo 3 cofe;Ec la fomma loro a+o più a.cofe,l! che faria eguale i aoo.Oadc hauereffimo 40
pio a.cofe eguale inieoce. Il che é imponìbile , Et quefto ci fa accorti che la pofitione fatta ooo*
poòconueoire;cfoe che la parte da moltiplicare psr y.non può effere ao. 8t più, ne che la parto
che vi moltiplicata per 3-non può effere 30.& meno , Et fe poneffimo la parte che vi moltiplica-
ta per 5 .effere 4 più i.cofa, Et però la parte da moltiplicar fi per 3. effere 5 d.meno 1 .cofa, I dui
prodotti fariano ao.pio 5 .cofe, Et 1 68. meno 3 .cofe, la fomma loro faria 1 88. più a.eofe, & però
egualei aoo. Et coti hauereffimo a.cofe egualei za> Et fa cofa Valeria «.Perilche le parri pofte
•^.piu 1. cola, Et yé.meoo i.cofa farianoo 4.piu 6. Et ja.meno ó.Cioc 1 o. Et / o.che moltiplica»
te per 5.6* per j.producono jo.Et 1 jo.Ia fomma de' quali é aoo. come bifogna
Ma noi dertuaremo la Regola dalle prime pofirioni doue voa parte fi pone effere 1, cofa , Ec
l'altra il reftante;eioe do.meno i.t, Et fi potrà dire , Data vna quantiti A, da diuiderein duo
patti Uli,chc l'vna moltiplicata per B.flc l altraper C,la fomma de' dui prodotti fiacgualcalbL»
N quao-
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jo
quantici propofta D, Per farlo .
ALGEBRA
MokiplicbiG la quantici data A.per C,tn3ggiore de i dui B»
& C,& da! prodotto fi caui la quantici propofta P>& il f cftante fi parta per la differenza che è dai
B*i Ciche l'aucnimcnco fai à la parte dcll'A ,qualc và moltiplicata! per il B,minore de i dui mol-
tiplicanti , & il retto dell' A» Zar a l'altra parte che va moltiplicata per ild maggiore > Oucro 6
*
può dire . Moltiplichiti la quancicidata A, per B, minore de i dui moltiplicanti, & il prodotto fi
caui dalla quantici propofta fi» & il reftaoce ti parca per la differenza dei dui moltiplicanti fi» C»
che l'auenimentofarila parte dell A»che vi moltiplicata per Cmaggiore, & il reftante d etta A»
farà l'altra parte che vi moltiplicata per il fi» minoro
A.*7- meno j. cola a a y
via 8. i> jj.p,x.*. ~.tn,i-f.*. 46-\.b,-\.*. sòmaxoo.
Cauifi. 141. meno j.cofe /o*.p.a.*, i^.riW^-.*. *ja -J
.p, a sómaj40.
da D» 234. meno ». co(e
"
prodotto » 1 > i.piu a -f .cofe i dui moltiplicanti» Si il prodotto «41. meno j .cole ca-
lcitra parte meno 1 -i-.cofa uaremo da D,» 14. meno a.cofe, &ii reftante 9f. più 1.
da moltiplicare per j . cofa» partiremo per a. differenza de i dui moltiplicanti
h,8i CcV ne viene 46 -f-P' u T ,e °k» cne t 'aparte da-»
»
cora fra quefto rotto t4~ct4 * & ^-•poffono capire infiniti numerijdi qui è che ben fi può crouare
che la prima parte non può arriuarc i 5 j [ ma nó gii ftabilire il numero maggiore propioquif-
.
fimo inferiore i quefto 5ì~-. al quale ella prima parte poffa arriuarc ; Et perciò il Quefico che
domandi il maggior numero al quale deua arriuare efla prima parte viene ad'eflere imponibile »
perche il jj -f.faria il minor numero alla quale ella non può arriuarefeioe ella con può arriuar»
ne a 90. ne a Sene a tfo.&c.nc meno a j j -\ >)Sc non è il maggiore alla quale ella poffa arriuarc
cioè ella può arriuare a 1 o.a ao.a *o.a yo. &c. ma non fi elplicaria, & al più a j |. che que-
llo rotto da aggiungere al 5 t.è indicibile.ò ioefplicabile , Ec coti lo Studence auerca bene ad'ef-
ier cauto,a faefi efpcrtOi& ì faper parlare,& fcriuere a propofico>coiìofcendo la forza de i queliti,
& de i numeri ; Che tutti quelli lunghi difeorfi , & fatiche fo volentieri i fine di Tuo benifìcio» Se
ornamenccad gloriam DEI eterni omnipocentis au&or,& largicor omniu m honorum
Hora 6 può notare,cbe nel principio, quando mediante la poiitiooc della quanciri(olcre la pò
licione delia cofa, ) & valore d'effa trottando che della prima force fi pigliaua oncic r. cola della-.
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APPLICATA.
feconda 80. meno ueofa. Ec della cerza ao più -J-.cofa, Ec calcolando poi fi dirie chedi qui non S
jr
poceua venire in cognizione del valore della cola ; Et che perciò qucKa forte dippfitioncappar
reua effere inutile; ri può notare dico,che fe bene ella appare, o vog iamodire ha apparer za di
inucile,nondimcnoconfiderandola vedremoche cfla fola batta ri a foluere il querico.& ci raoftra-
ri quanto occore,perfhe primamente douendo la feconda parte del ioo.efietc8o meno -l-.co- 1
fa(quando la prima parte tìa 1. cola) vediamo che il valore d' -j-.cofa couuicrc rhc tia mane ì di
1
Bo.8t perciò che i.eofa ria manco di /j £ .(che le furie y } -J-.opiui l'So.meno / 4- co;a»{axia 80.
meno 8o.cioc niente, Oucro So.menopiudi So. che non può Harc)Onde la prima parte, o k)rcc_#
che hi da edere 1 cofa,cono/cumo non potere atriuare a y j -~- ma douere ch'ere manco di y j-f
a benebJacito ; Di più riabilito quanto ria il valore conuerucotc della cofa,& però q»àto vog ia.
nvo, che ria la prim a parte del 1 oo.prcfa per 1 .cofa,fubico fapremo fenz'altra nuoua poritione, o
Regola quanto deua edere ciafcuna dell'altre due parti ; perche fapeodo, che quando la prima-,
parte è i.cofa.la feconda deue effere 3 0. meno 1 -j-.cola,Ec la terza ic.piu 1. colaci riene a lape-
reche la feconda è femprc jo.manco volte 1 -L.I3 prima, Et che la terza è Tempre 10. più tanto,
quan'oé la miti della prima.Onde fe poneremoche Ja prima ha /o.lalccoLdalarà «o.rrcro 1/.
cioè ój. Et la terza lari ao.piu y.cioc ay.Ma fe vorremo che la prima ria y 1. la feconda fata 80.
meno 78. Cioè a. Ec la terza 20. più zó.cioe 46. Ec fe vorremo che la prima ria i.ia feconda la-
ri 8o.mcno r cioè 78 '-. Ec la terza ao. più
."
ciocao-*-. E: cori dei /alt re, llchetuccoc
da auertire con diliger za
Ec notare quanto ria mirabile la Dottrina Algebratica,o Cofilca,poichc cria mediante riamo
venuti in cognicione di quanto incorno acciò ri polla fapcre
ET per dare rn'efempio circa all'edificare , o rimile . Sia vn rito quadrangolo di lati equidi'
ftanci lungo mirine j yc.& largo mifure joo.;I quale fi vog'i compartire in vna Sala &alcu
• neftanze in quello modo . Che la Sala habbi vn'angoio.o cantone de L'ai golo A, del quadrango-
lo^ che il fianco d'ella verfoB,(&fia l'AC,) ria per di fuori jcioe comprcloui la grefirzza dello
fuc muraglie lungo volte a -^.quauto fari la fua fronte verfo D, (Se ria l'A G,J & che dal G,fin<_,
della fronte dcila Sala, iìi ara vi a muraglia.,
A aoo. Dcquidiftante,& eguale alla A B,cioe chearnut
r rinoallaBE, nel rito poi quadrangolare fi» G
100. m.i.-r. fi faccino tre ftanze tirando le muraglie HO,
Shù.
medie appartengo io le miri delle muraglie^
uMie)tna *o$f* ^quanto la fuperficie del-
la ftanzaN, Fr gh^ém^^f^j^qjj^.i-on^n.
io C I.refii tale che la fua
dcndoui infcrce le grollezze dette muraglie al
B,& all'I ) fra tre volte tanto quanto la fua lar-
ghezza B C, (nella qua !
-I-
Z3 della muraglia CR.o vogliamo dire fuppo
o nendo per bora cheeflo compattimeuro h in-
tenda douerfi fare con (implici lince rette, for-
mando poi le muraglie in che modo ti vorrà )
1
J
1
•
8 l
jt ALGEBRA
Per venire alla folucioneeonfideraremo che il fianco,* la fronte della Sala hi d'haùer lifguar-
do folo a due cofe; cioè Che il fianco fia voice a -f quanto la . fronte, & che quella fronte poi ( che
deue effere eguale alla i lei equidiftSte B I.iun
-{-.cofa eguale a 3 /«.meno a ~cofc ghezza del quadrangolo C I> che rimane oltre
Cioè » -|-x.cofe»egaaJe a jyo. alla fola) fia tripla alla BCfcbe è larghezza di
31. 4*°° detto quadrangolo Cl,)Chequato poi al qua-
la cofa vale 13 j -{
-f. drangolo G E.che s'hi da compartite nelle ere
^-.in 1 -f.entra per 1 flanze, ne il fuo compartimento , ne la fua lun-
1
T ^-.
3 -£7 • c°fe eguale a 3/0. ghezza, o larghezza non fa effetto alcuno nella
9} 70. coofideratione della Sala, & ne meno nel qua-
19 |
i8j»o. drangoloCI,chefolamentcellefralorodeuo-
— — no hauere la conuenieuza detta; Cominciando
la cofa vale. 99 I/i» dunquedi qui, andaremoinueftigando quanto
} J.
* è r I
-
f
. deua edere la fronte A G, della Sala j 8c il fuo
18 T 5 .li -"-f . fianco AC, & poi la C B, larghezza del qua-
drangolo I, Et (enz'altra fatica ricorrendoC
alfa Regola della cofa.potrcmo ponere che la fronte A G.fia 1 .cofa; perilche il fianco A C, doue
ri edere» l .cofe, Ma tutta la AB.émifurine 3; 0.0 vohliamo dire (tra ttandorà attratto Jè 3 jo.
però il refi ante C B.verri ad effere 3 5 o.meno » ^-.eofe ; al quale deue effere tripla la B 1, quale è
i.colafper effere eguale alla à lei opposta A G,nel parallelogrammo A L,)peròfapremo che I.
cofa è tripla a 3 J o.meno 1 .r ofe, Et confequentemente che cofa é eguale a 3 jo.meno 1 A.
cofe : Et co i effendo peraenuti alla cquacione trouiremo che la cola vale 1 3 J -j-f • Oodc la A ®
pollar, cofa doueri effere 135 *--f. O
vogliamo dire doueri effere mifure 13J -fj. Etilme-
defimo fard la B [,& anco la C R,Et perche la A C,f upofta a -£-.cofe,o vogliamo dire, perche de-
'
ueftffcrevolte» J-.quantolaAG,ellafard30^ | f. perilche la CB, fard il reftante fino a 3/0.
cioè fari a J t alla quale la B 1, 1 3 j -f t- c Den tripla come fi ricerca
{ .
Efpcdica quella parte attenderemo all'altra che è il compartire il Quadrangolo di lati equidfc.
diftaoti,o parallelogrammo G E.nelle tre ftanze dette, Circa che, prima auertiremo che hauen-
do effe flanze tutte vna medefima,o vogliamo dire eguali fronti; cioè effendo le rette GD>OK,
P L,& I E.tuttc eguali fra loro,fi conofee che le fuperficle, o piani d'effe ftanze, riatteranno fra lo-
ro la conuenienza,o proportionc iftefla che i loro fianchilo vogliamo dire, che la proportione de
fianchi farà rguale a quella delle fuperficie,perilche dicendoli che lafuperficiedeliaftanza M,hi
da effere volte 1 -{-.quanto la fuperficte della ftanza S,ma volte x quanto la fuperficie della.»
ftanza H
N, fi viene a dire che il fianco L,hà da edere volte 1 \ . quanto il fianco D, ma volto* H
1 -^-.quanto il fianco L E.Conuerrd dunque diuidere il total fianco E,3 jo.in tre parti tali cht^» D
la H
L»fia volte 1 —.quanto la D,ma volte 1 H
quanep 1\L fi, (ne in quella diuiGone a noi'im-
porta faperc quanto fia la fronte D H
G, ouero O, Scc. f fe bene cauando A G, trouita 1 3 j \
da A D.totale Joo.percherc(ta<S4-f fi conofee che effa D G, & ciafeuna dell'altre rette a lei
eguali fone 64 ( (;-) poiché ella non hi, o vogliamo dire ad effa non ha rifguardo alcuno il cora-
co A C.farà mifure 304 ^.(reftando la C B,mifure 45 y-f . che è la larghezza del Tettante qua
J-
drangolo CI,; Et quanto alle tre flanze il fianco DH.dellaS, farà mifure 99 Y^** ilfiancoHL » .
delle muraglie AD,C R,& B E.che fupponendoelle importare in tutto rniiure io.cireftaria 340.
Et anco dalla fronte A D,|leuare le groffezze delle muraglie ABGI,3: D E. che fupponcudo an-
celle importare in tutte mifure io.cireftaria /90. Eccoli in vece di pigliare 350. & a 00. ado-
prarc quefti 340 & /f o.per trouareil vacuo della fronce,o l'arghczza ddlaSala(che,è anco lun-
ghezza
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ghezza di
applicata:
dentro dei quadrangolo C l,& foncé delle ereftanzeda fari! ne) quadrati
il vacuo del a
$f
goloG E> Et anco per crouarc vacuo
lunghezza di dentro della Srla.ft ti vacuo.
il oel fianco o
larghezza di deocro del reftante uro C 1, Ma quanto poi al e 're rtanze s,M,N del fianco 350.(1
douenaoolcuare le gmiiczzedrlle muraglie OG
HO.L P>& E I.quali in tacco importando po-
niamo mi Ture 1 a.nftiriaio 3 j8. & qucfto j }8. poi li compartirla nel modo fopra detto, & haue-
•relftm > vacui verfo il fianco ai cialcun* d'« He ere danze
1
Ma quiHe co(e,cV queliti lono fjciiiiiimi.ch^ anco co' giuditio naturale fifolucriaoo» Ecpof- I
iftciTo,o vogliamo dire eguali fianchi di lu<>gh.zzadi fìco,per potere vnirle tutte tre infìeme for-
mandone vua lola,o voiruc loto ouc quaj lì voglioo ; Si domandaicome doueranno edere
Per nlolucre qucfto
quelito ardiremo confe-
derando che le ordinan-
za quadre dì terreno 1»
hanno tati Fanti per Rxa
co, qua 'i per fi onte» per-
che le da Ipaila a (palla.*
da vnFante all'altro lì dà
pied } Et da petto a pcC
i .
rode" FI
93. Fanti t6o. Fanti 93. Fanti rìdel.a_»
io delh Fanti della fronte è fempre volte 1 1 qanto il numero de i Fanti del fianco, noi finto Ja^
•
ordinanza compoff a dalle c. eirftf firfi occupare il fir o quadrangolari A B, la im^inart mo diui-
ia nelle cre;^ioe nella C D,m»dii,quale habbi il numero de' Fanti dèlia fi onte ( S, quadruplo al
um;ro de' Fanti del fianco* D&t nella A T, quadrata di terreno; ctoe>che habb? il numero de i
fanti delia fonte AC, vo te» q- alito fari il numero de' Fanti del fia reo A L» Eranco nel-
laSB, anc ella quadra di terreno"; cioè che pure habbi il numero de' Fanti della fronte SR,
volte 1 -f quanto (ardii numero de' Fanti del fiaocoR B, Et bora per trouarei numeri dei
.
Fanti , ad'cfte fronti , & fianchi conueokoti , noi feruendoci della Regola della cola , pone-
mmo che il numero dei Fanti del fianco comune ad'eife ere ordinanze ha i.cofa , che perciò
O eia-
J4 A L G E B R A
eiafcuna delle quattro retteAL, CT, SD, fcV R Et perche la fronte
B, fari x.eofa
; C
S»
dcuc effere quadrupla al Banco C T,clla (ara 4 cole, Le perche del mederò fianco 1 cofa, deu«*
edere dupla fefquicerza;eioe voice » { .tanto eiafcuna delle due fronti A C.& S R, perciò eiafcu-
na d'ed: farà * l .cole, O.ide tutta la lunghezza A R, del quadrangolo A B,farà 8 ^ .cote, eden-
dò la larghezza A L, 1 .coiài cioè il numero de' Fanti della tota fronte A R, farà 8 eofc» Ec il
numero de' Fanti de, fuoco A L, farà ì.cola Ma per trouare il numero de' Fanti contenuti in-
erì» totale ordinanza eonuien mo'tiplicare il numero della fronte via il numero del fianco ; cioè
8 -|-.eofc,via /.co(a,& il p r odotto;cioe hora 8 -^.eenfi verrà ad effere il numero de' Fanti conte-
nuto in efla totale ordinanza A B.ma noi vogliamo che egli ha 1 *ooo. però riabbiamo 8 -J . centi
egualca queHo 14000. Onde partendo il 14300. per 8-^-. numero delti ccnli.che ne viene tatf
T -f .quefto farà il valore del cenlojcioe d'r.cenfo lolo; però la
cofa,o i.cofa, che è la radice qua-
quadrad'i.cenfo (che i.cofa.via i.eofafa r.ceiio; va cri , ofaràlaradicedidettoióif-^-^-.
cioè 40 T alquanto più, pertiche il numero dei Fanti del fianco A L, odi qual fi voglide^
gl'altri C r,S DM B.poito èffèrc 1. cola, fari 40 -j —. & più : Ma perche 1 Fanti fono quantità di-
fcreta,Tioe tuono la vnità iadiui!ibiie,& che pereto non fi può dire l
—
. o altro rotto di Fante» ;
andare il rotto -|-.nella fronte, qual rotto importa I' \ .di j.piediiaoc importa 1. piede : Ancora
perche il fianco realmente dou uà edere 40 — più, & non *o. come eonuien poncrlo, fi vede
che il (ito occupato dalla tota'e ordinanza formata c he hauerà Fanti lo. per fianco» & Fanti 99 -
160.Sc 9}. cioè Fanti 3 46.perfroote,non farà inferamente grande, come il rito che occupavano
li 14000. Fanti proporli, &> perciò in efla ordinanza formata non faranno tutti li /4000. Fanti,
pcrilche a fapere quanti vi Ce ne contengono realmente , & perciò quanti ne auaqzartano fuori
della ordinanza, noi,o moltiplicammo il fianco 40. con la total fronte 3*6. che fa 13840. Ouero
ad'ordinanzaper ordina«za,mo!tiplicaremo 40. fianco per 160. fronte nella media che fa ($400.
Fanti ; Ft*o.fhnco con 03. Fanti in eiafcuna dell'altre due che fj 37*0. & pe/ò diremo che nella
media fono Fanti 6400. & in eia/cuna dc'la'tre due fono Fanti 3 720. Et però io tutto Fanti
J3840. Onde fino al 1400. vi auanzano Fanti 1 60. quali auanzi icgiono " poi accomodarci Ser-
genti douc occorra . >
DI più fia che occorra fare vna Piazza , o Cortile Quadrangolo rettangolo di piedi 1 tfo.di
grandezza tale che da vn'aìigoio allo a lui contraperfìeo fiaoo piedi j8.9i domanda quanto
douerà efiercla lunghezza » & quanto Jajarghezza i cioè i dui lati che formano vno de gl'angoli
retti deffoQutdrangoIo
Ponafi vno. d'elfi dui lati effere i.cofa , & perche a moltiplicare l'vn Iato delli dui per l'altro fe
ne produce
• -
i.ceafo i6fo.e6mo d'i. cofa ) gràdez-
.• > 1 .cenfo più a 8aa*oo.cfirno d'i. cenfo eguale 9364. za del re c-
a i
un m» -j r Cioe/.cenfoccniop, a8aa<foo eguale à 33*4 centi tagolo che
» « deue effere
lóSx 1tf80.fi vc-
f 68% de che a-»
partire que
a8>9 1 -^ fta gride*
*8a»*oo za per l'ali»
tro lato,
«7»4 la
todeoe ef-
fere l'altro
partendo.
U eco/o» vale* I7*4.peròla t. vale 42. i*8o.perit
Ouero. itfoo Ouero 40. lato pofid
i.f.l'aucni
mento
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APPLICATA.
mento 1C80. efìmo d'i. cofa fari l'altro lato, Ec perche i quadraci de i dui lati d'vn Triangolo
ss
rcttangolofqualc lari r a e» mici del quadrangolo da farti) gioiti inficine compogooo il qua-
I
drato del lato oppoftoli, quale (ara n c r, diametro de! quadrangolo da farli porto doucre effere^
jfl.conuieoeche al quadrato di quello j8. r hcè j jé^.ha eguale la lomma de dui quadrati de' la.
li detti.quaii quadrati fono 1. cento, Et 1819114 rlimod'i. cento; però effatomma è eguale à
11*4. Onde moltiplicando eiafcuna quantità per /. cento depommatore del rotto^ccioil leui
il rotto, ae le quantiri,o prodotti fiano pure eguali fra loro haueremo /.cento cento più 18*2400
eguale i 3 J64. centi, Ondeinqueftacguationedi 1. cerilo cento. & numero eguale i crohf che>
e" limile al! 'cquationc di i.ccn(o,& numero eguale i cofe ) dal quadrato di ì6%». miti del nume-
ro de' cenficauato 2813^0. numero della cquatione che è eoo l'i. ccnlo cento» & delrefiante*
67i4.prefa la radice che é 8».qucfta fi g<onga,cV caui a 1 c»8i. miti detta del numero de' ceon.chc
ciafeuno de i dui réfultanti 1 76* Ec 1 &00. lara il va oredel ceofo; però il valore della cola, che è
•
radice del cenfo,fari la radice di 176*. Ec anco potrà effere la radice di / éoo.cioe fari 41. Et an-
co potrà* clfere 40.0ode volato pofto i.colafarà+i. Ouero farà 40. Cioè deìli dui lacivno lati
4a.& l'altro *0.
Sia ancoraché fi dica . Il Cartaro vuol fare vna fòrte di carta » tale che cìafcun foglio fìa lungo
quanto i il decuplo della linea a CiO vogliamo dire fia /o. mifure della lunghezza della midi
ra a c,& canto largo che andando o piegando in mezo foglioso quarto, in ottauo.in feftocfccimo
a 11
c & in trentadue elìmo,*eioe di mano in mano'quanco li vog'i, elle pie
guru re ritenghino fempre preci le la medefima formalo fìmilicudinc fra loro>& eoo il foglio tota-
lCjSi dominda quanto donerà edere largo il foglio ,
Per trouarlo» ricorrendo al folico all'Algebra , poneremo ch'egli fia largo autore i.cofa effen-
do lungo le iomifure detre,onde piegandolo in mezo foglio, la lunghezza del mezo foglio verri
ed effere 1 .cofa ( cioè la larghezza illefla del foglio intiero, ) & la larghezza verri ad cfTere J.
( cioè la miridcl'a lunghezza del foglio intiero, ) Onde tal conoeoienza nel mezo fòglio doueri
hauerc i.cola lunghezza a j. larghezza, quale nel foglio intiero hi lo.Junghezzaad i.cofal-r-
ghezza j Cioè Se 1 o.lunghezza del foglio da r.cola tua larghezza.conuerri che i.cola lunghez-
za del mezo foglio dia j.lua larghezza ; Ma fc lo.da /.cofa erta 1 . cofa da -^.cenfi (che i.cofijt
feconda via 1 .cofa terza delle ere quantici nella regola del Tre. fa t & qucfto prodotto parti-
rò per xo.prima d afte tre quantici dette ne viene T
^-,cenfi) pertiche quello -J 7
.cenfi doueria_»
effere la larghezza del mezo foglio, maelladinccctuciè j. miti della larghezza del foglio tota-
le;però conuiene che -j-y.eenfìjfia eguale y.Et coti in quella Equatione 1 .cento fari canale a jov
cioè partendo y.per— -J- .numero de' cenfi.ne viene /o. valore del cenfo,perilehe la cola, che i ra*
dice del cenfo,valeri la radice di jo.chc in numeri importa quali 7 -f 7>cioenonarriuaÌ7-fT*
fe ben palla 7 T~7- (ehc il quadrato di 7 -7- 7- ir* • & quadrato dì 7 t t- e jrM
*****
poffono crouare molti numeri ratioaajj, anzi quanti fi vogli, che di continuo fi ipproflimaranno
più al vero incognito,o ìnefpJìcabi le che non fanno li detti 7 -} 7 -f^-.nel modo ma film e mo
'
«rato nel mio partieolar trattato delia Kadìce qdato4oi*c£rcuiflìmami nte fi mollra il croua-
re la rad dcllì nume. & le approffimacionì d'effe ) diremo dunqueeheda larghezza del fòglio do-
ueri edere alquanto più di mifure 7 -f T . ma non arriuare a 7 7- 0 vogiiOTiewdire moi co pro-
pinquamente,doueri efiere mifure 7 7-5-3 & alquanto piu,chc il quadrato di 7 ;-2~S* e fi**1» 49
•
il Iti #cne è m
' n ° re di 5°» n
o o ma pin proflìmo faria 7 , 0 %
tòc - percheil fuo qua-
daato 49 ri l'I ì % l * é minm"e di jo, loto in 7-0-^0 o o o cnc n0n utl,UL **'ts^ &
•
dotto pigliare la radice , e quanto fra effe duequantiti trouare la media propqrtionalc , però fi
può dire che la larghezza del foglio e fempre media proportiona e fra h lunghezza , & la miri
deffa lunghezza , Onde quando la lunghezza fia r.la larghezza fari radice che è media prò-
portionale fra i. lunghezza , & -[ . fua mità oual radice ±. fi puòìlire cfTcrc propinquamente»
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j6
Ec in linea Data li a
ALGEBRA
ctunghenza del foglioso decima parte» o altra parte data della lurgb'a-
707/0S za)ha t fila a Ci& la (ua miri a n,oacro n c.rt no
70710» ui la media propo rionale r c,(cioe (opra la a c
fi formi vn (emicirco.o,& dalla fommird r.d'eC
ILBinehieroin Bologna adVn Genti huomo che g'i porta Ongari 43. & Cerchiai 14. ha dato
L1r.159.di moneta, Ec poi al medefmo prezzo di Ongari 41. Se Cecchini 38. gli diede Li rc-r
505. di moneta ; Si domanda per quaoto gli cambiò l'Ongaro, & per quanto il Cecchino.
Po: gali cliccamo j l'ongaro per Lir. i.cofa.cofi nel primo cambio li ongari importar anno
Lir 4?-cofc,& peiò li cecchini i*.importarannoil refto fino alle L1r.3j9.cioe importeranno Li-
re j J9. mero 43.c{;lr;quale partito per 14. numero defli cecchini, ne viene Lire 14 T meno |
J T .cofe,ilchc lari il valore del cecchino. & coli Tappi amo che quando l'ongaro vag i Lir. '..cola
al h >ra il cecchino viieid ^ir. a/ ^ meno 3 -f 4 cofe . A quefto prezzo mò vedremo quanto
T . .
importano li ongari 4 1.& cecchioi 38.de! fecondo c:n. bio;che li ongari */.a Lir. i.cofa.per on-
garo importalo L1r.41.coia , Et li cecchini 3 8.a Lir.a J -, £ .meno 3 co(c P er cecchino im- fv
porta ro Lir. 974 n>» i' e*.
Ongari 4J.& Cecchini i*.vaglionoLi>.5 J9. tcofe, che giunti infieme^*
Ongari 41, ck Cecchini 38vagtior.o Lir.joj. ino Lir. 974 )-. meno 7 e
-i-.cofe, & quetto deue efière
Vaglia l'OrgaroLìr. i.cofa, li 4 j. Ongari Lir. 43. cofe il valore di ongari 4 1 .& ere-
I4.chcnr viene Lir.6 .q icjlofariil valore del ceerhino. Che feci vorremo ieruire del Iccoo-
do cambio.diremo hmilmcnte,!i ongari */.a Lir.6 ' . 1 Vno importano Lir.a 5 4 -f. che cauat<_>
da Lir.j05.rcftanoLir.ajo .per li 38.cecchioi, Onde partendo Lir.a To -|.pcr fJ.ehe ne vie-
ne Lir.6 ^-.quefto fari il valore del cecchino,co<oeancofi tnrnò mediante il primo cambio,dire.
modu que eh: i'ongaro (1 cambio per Lir.6 Sold.4. Et il cecchino per Lir. 6. Sold.r a.
Voglio dora mottrare vn modo giudiciale da rifoluerc fimi li quefiti , quale fc bene qui fard di
Ju nga opcratione , farò volontiet 1 la fstica.poiche il mio principale iati oro è che io Studente fi
facci cucito. Dico durqac,chc fi può conùderare,chc few
Lire jJ9.fih5oo ongari 4 J &cec«
chini
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chini i*-ne IYgae che con
applicata:^™
le (egucti Lir./o5.fi haucrnno ongirì 60 cecchini 19 { * *
j?
•
u . ..
— —
"«"I cecchiniicioc
quàeitddi —
Lv.$19. 1
OngarÌ4jEtCecehioii4(Lir.joj. oog 4t .& cecchini 19
da vna ban-
da rcKarannoonga
Ongariéo-H^i' EcCeochioi. *9 4 1 « ri/9fr-L&da1 '
•1 l'altra cecchini 18
Oogari 41. Et Ce celi ini 38 pertiche fa-
pr «noe he tato im-
Però Oogari 19 quanto Cecchini 18 j-}-f portano ongari 19
7 f quanto cec-
Cioè Oflgari 6996, quanto Cecchini 6571.
Cioè Oogari i749.quajatocccchini,i<i43 (ehtfarannooogarÌ4J« chini 1 8
I o
^
°.& ©
I
a cecchini, come-*
pin ci piacerà ; Et
ha che ci piaccia,»
ridurre li ongari 4 j.& cecchini 14 tutti aceechini.cioe vedere oogari 4 j.& cecchini 14- qnanti
cecchini Gaoo.che quanto alli cecchini i^.non occorre olere, che gii fono cccchini.ma folo nc'li
oogari 4J.ridorlianc'eflì a eecchini.perilche diremo, Se ongari 1749. fono cecchini /64J. li on-
gari 4 ì .quanti cecchini faranno?^ vedremo che faranno cecchini 40 ,
f-a-^quali con li cecehi
dì /4-fanno cecchini 54 H-H-fc quelli importano quanto ongari 4J. & cecchini 1*.
pr*
portano Lir.j J9 Onde partendo Lir.559 pereiTo numero di cecchini l'auenimenco Lir.tf
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58 ALGEBRA
Ongari 4 1 .& Cecchini 1 j <^-{ importano Lir. 3 4* 7^* ^t co ^ f*PP> 2ni& Ér*e oagari 4 ».
Ongari 41.& Cecchini j8. importano Lir.; o;. bc cecchim 1 j importano
Itr. ì fi ±4- Ma lappiamo ai*
Però Cecchini m
« -f . importano Ut. iói tO'achc li ougm 41. con cec-
lièo / 6996 chini ;8. importano Lire jo$.
O'ide cecchini 14^-^. oro dif-
p Cecchino imporca. Lir. 6 ferenza importaci Ltr 161
difrcrenza delle loto valute, pe-
6,6 rò partendo Lir. 16*-+% ' P* r
1* -^-|-.l*auenimeoco Lire 6
farà va ore éd cecchino
Ongari 45. & Cecchini 14. Vagliono Lir. 159. £c dall'operarioncAlgcbra-
Ongari 41, & Cecchini 18. Vagliono Lir. jof. tica Toperiorc in quello quelito
ertrahendone 1» Regola nume-
?» ri- E Lir.i ì x -g . rale fi potrà dire-
fu 14. via 14. Per caouarc il valore deHV>o-
garo, o prima moneta nomina-
G,/J T7« Lir. ta,* lìa A, Prefa, o la <jumtici
43- L.r. del primo cambio , 0 quella del
fecondo a beneplacito » ponia-
1, a7ii. H, Lir. 17* \ 5. mo quella del lecondodoue on-
} *86 gari 41 •& cecchini j8.vagliono*
Lir.joj. Partali con il numero
della feconda moneta Bjcioe co
»8» numero delti cecchini d'ella
lofi feconda qultità il numero del-
l'Alt. & »e venga D, 1 -|- Se
T .
ehi il numero della feconda moneta dell'altra quantità;"'©* i4«oumero detto delta cecchini,* il
prodotto G, 1 5 .fi caoi dal numero della prima moneta di ella altra
quantità cioè da.«.no-
-J- T
merò delti ongari, & con il reftaotc
I. » arca «*• * '««enHnento 0,Lir. 6
fi 7 tv- P
il valore dellongaro, o prima moaeca
-l-.fari A,fopradctra ; mediante il quale facilmente li tto-
uariiWalore dell'altra moncf a,© eèechino. <••> c
Etallimedcfimiprem
Et dicendoli, feudi lo.ducaconi 16. * cecchini 10. vagliono Lir. t*a.
feudi « ducatoni 1 8. & cecchini 14. vagliano Lir. 104.
Si-domanda quanto faleeiafeuna di dette*
dallo feudo (le eofi ci ptaccia^peoere che
tre forti di monete da f« ; Noi potremo cominciando
Jo feudo vagli Lir. 1. cofa, Et perche ancora vi fono due altre forti di
monete fi potrà ponerc che
frvnadi loro,& fiali ducatoné, vagli i.cofa di cofa.o vogliamo dite i.quantirà (per conformarci
con l»vfo) onde adoprando vna delle due quantità , o fomme propolle , & fia la prima di
(codi ioì
vagliono 1 o.cofe, Et li d»
ducatonl 16.U cecchini a o. vedremo che li feudi 10. a / eofa.per feudo
io.colc{piu ló.q.penlche 11
catoni té.t t.q.perdoeatooe vagliono lé.q.cheeonle io.eo(e fanno
reftanti cecchini ao.valerannoil reRo fino a Lir.»4»*ilchc è Lir.»*». meno 0.
1 cole meno 16 q.
però i.ceechioo (olo valerà Lir.i a -£. meno .cof» meno .q. Hora a quehlprcwi
vedremo
T T T
i4.€he ù
quanto valeriano le monete della feconda fommascioe feodi Sbucatosi i8.&cccehioi
feudi 8. valeriano 8.cofe,li dncatoni i8.valeriano 1 8.q.Et li cecchini a Lir. / » J • n*" 1
0 • —
cofa,meno \q.pa cecchino valeriano Lit.169 ^menoy.cofcmeno 1 1 -f.q. che gioote inficme
fanno Lir. 1 6 • -f-.pro ?»ccfa pio .q.cV qoetodeue effere Lir.204.pero fiamo pervenuti all'equa
T
rione, ma in effe principalmente conuiea trouare il valore della quantiti.o co fa di cofa*, perihh:
1 banda fi cauarà Lir. 1 69 ^-.piu 1 .cofa;accioche le 6 T .q.reftino da fc, & cofi hauere?
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.
• *
.
007 Ty-cofe fari il valore delltaa.cecchioi.pcrò cecchino Valeri Lir.8 -£- meno
il
T cole.
Ma a quelli prezzi , valutando le monete della feconda forcina che fono (cudi 8. duca toni 1 8. Se
cecchini incile valeranno 8 cofe Lir.9 1
-f
° .meno a
J -f.
cofe, Et Lir.t ta 5 . meno/
T -, co
fe , che gionteindcm-efle valute fanno Lue ao|. valore noto loro ; pertiche non tipcruiepcad
Equatione alcuna della quale lì polla venire in cognitionc del valore della cofa ; Si vede bene*
v che vagli lo feudo, o lacofa quanto fi vogli.il ducatone deue valere Lir. j T * .meno T £.cofo ;
cioè /-ir. j -2- -manco -£.Jdi feudo (che perciò fe bene hó detto vagli lo feudo quanto fi vogli fi
T
dcoeinrcnac/ccheli fooi -^-.non arriuinoa Lir. j -—.aeciochcLir.j -j-^-.meno^-
do fia qualche cofa,) Et il cecchino deue valere Lir.8 v mcno -2-.cofc, cioè Z.ir.8 ^.maoco
v
* cu
"
-f -f T
1 «f-5-.di fcudofche perciò conoiene che li ^-.di feudo fiano manco di Z.ir.8 -—acciocne il cec-
-f
chino poffa valere qualche cofa ) Et coli hconofee che liquefilo può hauerc quante ri fpofte fi
voole.fc che a trouare veramente il va 'ore determinato di ciafeuna d'effe tre /orti drmooete no
balta la cognitionc data delle Lir 2*2 valuta delle prime. Et Lir. 204. valuta delle iccotdejChe
porremmo fìngere , o dire che lo feudo valeffe poniamo Lir. j. & però il ducatone che iappiarro
douer valere manco -£-. manco Lir. -f > .cicc*
di neeeffiti Lir./
J T vT
.di feudo, Valeria Lir.
.
T Valeria Li-
-f^. manco -f . di feudo
Lir.4 -f J-.Etil cecchino che lappiamo douer valere Lir.8
re 8 T —
-y.manco Lir.^- 1 .cioè 6 -J * .Onde li primi feudi 1 o.dueatoni 6. Si cecchini jo.valeria-
1
«>Lir.jo Lir.<54 & Lir./ io 2_2-f .cioè Li.io.Lir 74 -Et Lir. 1 37 -J-,f .che fiwno bene
t\
in tutto Lir. 2 4 2. come bi fogna.
Et ti fecondi feudi 8. ducatonii8. & cecchini nvalerianoLtr.al. Lir. 7* * Lir.84
*-j-y.cio* Lir.24. Lir.8 j -\\-.6t Lir.9**7 7 - cnc '>cn fanno in tutto Lir. «04. come biiogn^Ec fe
haueifimo finto lo feudo valere Lir. 5. il ducatone doueria valere Lir. 5 .manco Lir.^- ^-.eioc
lir.4 tt ,& il eecchino Lir.8 j-.manco Lir. £ -^-.cioe Lir.o'
T Onde 11 primi feudi /o.duea-
toni 16 Se cecchini ao.valeriano Lir.50.Lir.64 ~- & Lir. tao -* -f-.Cio; Lir. 50. Lir.69 ,ac
TT
Lir. 1 2a
-y-f .che fanno in tutto Lir.242. come bilogna; Et li fecondi feudi S.dueatoni 1 8. & cec-
chini 14.vaerianoLir40Lir.72 L
??. &Lirc84-; *. cioeLir.<foLir.78 TT
.atLir.8y-f |.
che fanno in tutto Lir. 104. come fi ricerca »
Del che fi auertifee Io Studente; acciò fia accorto nelle occorrenze . Bene è vero che dato il
valore d'vna delle fopradette dne quantiti.o fomme, poniamo della prima che i feudi 1 educato
ni / 6 8t cecchini 2o.che fia Lir.242.Se poi al medefmo prezzo fapremo.il valore non di tre altr.e
forti di monete limili, ma di due fole d'effe quali fi voglino.poniamo di feudi 7.&-ducatoni 1 i.d -
1
cendo che vaglino Lir.8 1. a gliftefli prezzi de i primi, noi bora potremo trouare il valore di eia- \
feuna delle tre forti di monete nel modo fopradetto, pcrch: potremo peruenire alla Equatione >
& trouare il valore della cofa, Che con li feudi lo.ducatoni té. & cecchini 2o.haucndotrouato
che quando lo feudo vap'i i.cola.all'hora il ducatone vale Lire ) — \ .meno T -£.cofe, Et il ce«-
ch no Lir.8 ^^-.mcno -J- ^ .corìe ; bora ad cflo prezzo valutaremo li lecondi feudi 7. educatomi
u.che valeranno 7.cofe,hf Lir.«o T ^-.meoo $ f.cofcchc fanno in tutto Lir.éi -f-f"* P' u 5 7T
co(e,& questo é eguale alle Lir.8 a.chc vagiiono rcalmeqrc detti feudi y.Bc ducatoni / a. perilche
fiamo pei uenuti ali equatione. & cauatoLtr. 6\ dà eia tona banda hauertmo y r ~.co(c*
eguale a Lir. 20 -j * Onde la cofa, Valeri Lir.4. & quello fai à il valore dello feudo che fi pofe cf-
.
fcre i.cofa.ll doratone che deue valere Lir.; 7 |-. meno f --.cofe; cioè Lir. j 5- 4 .manco
di fr udo valeri Lir.5 7 y.manco Lir.-f S-.cioc Lir. 4 -i lìt 11 cecchino che deue valere Lir.8 -y
.
meno ^ -i .cofe; cioè Lir.8 4 7 -manco Lir.-{ ^ .valera Lir. 6 f. Et coli habbiamo trouato il ve-
ro valore di ciaicuna delle tre lorti dette di monete
O I hi vna Tazza d'oro che pefa oncie j 1 .& fi dubita che non vi fia interpola qualche quan-
«3 tiri d'argento, Se perciò fi cerca modo da chiaritene; Noi potremo in ciò feruirci dell'Al-
gebra, hauendo prima cognitionc della connenienza che fia fra l'oro, & l'argento circa allagra-
u>ri & quanto è la grandezza della Tazza ; H or fia che vn quadretto d'oro peli oncie 8. Et cho
Vn quidretto dell'ili tfia grandezza d'argento peli oncie 7. he che la Tazza fia grande 4.di quefti
quadretti r Ma perche c difficiliflìmo trouare la grande? za d'vna Tazza,o corpi limili eoo modi
Gccm-tnci ordinarij.ci feiuiremodei g udicio.come fece Archimede ncll'occafi'one di conofec-
re fe la ( o onadi N. rone era d'oro fino.o fe vi era mifta parte alcuna d'argento; Onde hauen»
do vti Vaio q ladro, o quadrangolo rcgolare.acciò fi fappia facilmente la fupci ficie della bafe(dì
tal grandezza che polla chiudere in fe la Tazza, (o altro corpo di che forma fi vegli,) & fi potri
fare diligetemele di lqghezza,& larghezza di quate mifure fi voghno.p< m'amo 4i ro mif.^> lato»
o 1 o.milu. per vn lato,& 9-0 8.0 altro num. per l'altro) che effendo 1 o.per lato la fnpet ficie della
»i(c,o fondo fari 1 00. mif o quadretti (uperficiali d'vna mifura per tace ;E t aocoi a ne ll«a luzza,
.
comin-
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co ALGEB RA
cominciando d .1 fjnco fi va Ja.to con diligenza fr gnaudo i numeri delle mi iure d clTa altezza ptf
ordinepui poftuui de:itro .icquifo altra cofa liquidammo ad voa detet minata altezza di nume-
lodiiiìifurctalcchcq «andò vi (in pofta la Tazza (o altro corpo ) ella lia de! tutto coperta dag-
l'acqua, & che anco per maggior Acutezza di diligente operatione, la fuperi^ fia che l'acqua fola
arriui all'altezza di mimre i x. & pottout po: la Tazza ( o altro corpo,) occorrache alzandoti
l'acquaellaarr.uiali'.i tezzidi milure 15 -che coli alzandoli l'acqua milure j.la Tazza verri ad
effe re tanto grande quanto importa il corpo quadrangolo che Ha alto effe mifurc j. & habbi di
fuperficie le mifurc ioj. dette che perciò importati j. volte loc. cioè 300. milure citbiche.Q
corporee.cioe j 00. da detti cubi, lunghi.larghi, cValti vnamifura, o voghamo dire che iia 1 .per
ciafeun lato, onde fi cor.ofcci à a l'azza potta nel l'acqua elfere grande milure j 00. Ancora pre-
1
fo vn pezzo d'oro fi.10, Sx pofto nell'acqua vedremo nel mede fmo modo quanto lia grande & lo ,
pefarcmo,& fia che egli iìtroui edere grande mifure 100. & pelioncie la. Et poftoui vn pezzo
d argento rho fia che cremandoli grande milure ano. eg i peli onde ai che fc iuilc oro_pcfaria-»
oncie a >t. perche è doppio di grandezza al pezzo d'oro detto, onde coli conosciamo che la pro-
porzione della grauità deli'oro alla granita dell'argento Uria come da 14. a a I. cioè come da 8.a
7. f fecondo però quello finto foppofito, che qui balta a inoltrare il modo d'operare,) Et quando lì
haueffe vna Srarua.o a Irra cofa che non li volclTe bagnare, all'hor a in vece d'acqua,in vo VafdO
Cada g ande a propolito ipocrra adopraregrano, miglio.o altra fimil cofa (pianandola bene- »
& q i.i ade vi fia metta laSrarua.fc quado ella non v* fia. per conofeere con diligenza quanto s'al-
zi 1! grano.o !n i^ io in elio Vafojo Calla per caufa cella Scatua.cV di lideriuatne la fua grandez-
za corporea .1 modo detto. E: perche fjrfi più facilmente fipuòclleruare con diligenza il
pciode lecoic che ia mim;a»o grandezza loro, noi potremmo circa alla Tazza porla in vn Va-
iane imporrarla di che forma, o pulitezza eg'i fi futte.chcnon fi hi da cercare lagrandtzza del
fui» vacuo Geometricamente, )& impirlod'aequa finche ella difapra, oda vn buco piccolo fora-
to in q laiche parte d eflb(in ta! luogo però che la Jczzx Aia tuita futtol'acqua; verfando difo-
prarerti pieno precifc.o tuttofo (ino ad cùo buco,-& capatone poi la Tazz>.& a co l'acqua da fe
del Vafo pefax; effa acqua diligentemente con (ladiera,Q bilancici ria v ouaa libre ».& oncie*
8. (fì potria anco hauer prima pelato il Vafo vuoto , & fia libre o-& oncie 7. Ht poi pelarlo con»,
l'acqua detta,& fia libre a. & oncie j eh? la. differenza; cioè libre a. & oncie 8. verri ad efiero
.1 .
il pelo dell 'acqui,) £ c haueqdo di g a factp efperimento di quanto pefo fia l'acqua della iftefia-*
forte contenuta iti vn vacuo di mifuiura nota.poniamo che li troni l'acqua di grandezza di milti
re icoo. cubxl.c ettcre libre »o. che perciò di mifurc 50. imporrarla libre i.di qui mò potremo
fapcre la grandezza del vacuo del Vafo doue fi pole la 1 azza , o di tutto , o fino al buco detto
eh? riempito d'acqua.o tutto , o fino al buco detto al modo precife che ftaua quando vi era la-.
Tazza,& pelacela al modo deuo,(& fi può ferra: c il buco pelandola tó il Vafo, acciò nel pclarlj
ella non efca;lc ella pefaràì.bre }
f-.
fapremocbe il vacuo «he; hi tenuto, òoccupatolacqjai
mifurc jo per libTadoucriclicrc milure cubiche 17 j. ddfcdetre, & perche l'acqua che era nel
Vafo coprendola lazza fu libr.
milure, pelano le milure v ».& oncie 8. Si vede che la Taz-
33 T ? .d'Oro
t I
oncie 18. \ 19 \ \ .che pefaranoo, za occupò il redo finoa libre j
-[-.che tono oncie to.&r però im-
portano milure cubiche 41 J.
S Et coli habbiamo trouato laTaa
za e (fere di grandezza mifurc cu
biche + 1 l . Ancora prefo vn pei
20(0 più pezzi) d'oro fino di pe-
Cioè inviai, via 5. che fa Ho, lo poniamo c'oneie 18. & pofto-
da partire per 7. via i.via l che lo nel Va lo detto , trouaremo la
fa7.&nevicncaa tua gradezzacome s'è fatto nel-
pefarànoonc. »» la Tazza •& fia mi fure cubiche»
aj —
Ec di più prefo dell'ao
cento fino di pefo.poniamo d'oncic >o.& poftolo nel Vafo iftelfo per tronarne fimilmente la gra.
dcztafiach'el'a fi conefea calere mifure cubiche 29 [
b
-Et perche altro tanto oro jcioc mi (uro
t
cubiche 19 ' ^.d/oro pelarla oncie 1» $ (poiché le milure aj-j™. d'oro pelano oncie i8.)vc~
.
fcr t oucie j » ia grande zza milure cubiche * 1 Ma per hora ftando nel primo fuppo«
lito
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APPLICA T A:
Gto (bpraderto; Ctoe che vn quadretto d'oro peli onci e 8. & vn quadretto a lui eguale d'argento
6.
peu»oncie7 & chela Tazza che idi grandezza 4. quadretti pefi onde Ji<|-. vediamo che acciò
el la ruffe d'oro fino omerria che pelarle 4- voice oncie 8.cioeoocie }a. mi pela lolooncic j 1
cioè manco di oncie 3 a.però é chiaro che non è oro fino,ma vi è mefeotaco metallo che pefa man
co dell'oro qu ti imtallo fi diee cllere argento,( Et fc la Tazza fatte tutta d'argento fi.-o^lla effen
dognndei.qatdrcccipefaria foto oncie »8.che è manco di oncie ji J-.)Per trooar mo diftiota-
mentc quanto oro,& quanto argento vi Ga.poncremo che delli ^.quadretti che ella evi nano qua
dretei i.cofa d'oro,però il reftanee 4.meno r.eofa faria argento,che l'oro a oncie 8.per quadrec-
to.fc l'argento a oncie 7>per quadretto pefariano oncie 4-coie, Et oncie aS.meno 7 cofe,& però
iocuttola Tazza pelaria oncie a 8. più i.cofa,ma ella pefa oncie 3 1 l ,pcò 28. più i.cota è egua-
le a 3 1 ^-.n'oe i.coCa eguale a 3 1 ^-.però la cofa vaie j —.Onde l'oro fino della Tazza che fu po-
ftoeflcre quadretti i.+.fariquadr. -^.&it retto (ino a 4-cioe quadretti
; fatài'arg. E: ben fi
vede che quadre-ri j}.d'o:oa cne.S.per quadretro pelano onc jo.Er quadretti ^.d'argento a
onc. 7.pcr qaidrettopcia oncie 1 •^•.cheeoti le oncie 30. fai punto te onci? 31 .che pefa la Taz-
J-
X»; Er cofi ficonofee che delle 16. parti della Tazza 1 y. fono d'or o,& 1. d'argento.
E. per deriuarne la Regola numera le vediamo che il *8.che fi caua da $ 1 pelo de r a T«aza
i duetti di imitare grandezza delia Tazza.via 7. p c fo dei quadretto del metallo più leggiero
i'.
J- eh: rimane lì parte per qnelli. numero di cofa. che retta acauare 7.eofetla
cV il 3 8-eo/e,rht*
i! 7-c il pefodel quadretto dell'arato più leggiero,* T8. è il pelo del quadretto dell'oro p«*i gra-
ve, & l'aueaimento 3 i il numero de' quadrerei del metallo più grauc ; cioè dell'oro* & il :
cauto oro quanto i c Hi Tazza pefaria oncie S*.Sc tanto argento oncie a 8. poca fi che in ella Ha U
cofa d'oro; però l'argento faria il retto cioè i.meoo r.ccfa.che quello moltiplicato per 3 a.& que.
ilo per aS.fe ne produce 3 1 .cole, & ag.meno 8. cole, che in iomma fanno 4. cole più 38. che ver-
:
ria id effere ilprfo della Tazza.ma rglia 3 ? \ .perÒ4 cole più a8 000 eguali a ji^-.cioe4.co-
1
fe eguali a 3 \ .p*rò la cola vale \ £.onde la parte dev'oro che fu pofta ch'ere 1. cola farà J \ .flc
i- (4eit« grandezza perdjfardlaquannti dell'argento; Che quanto al pt(o. "»e a
Il retto cioc
T
T zzi tortaio Je .1 \ \. fufle or o gii lappiamo che pefaria onci e j a.però. -i- iqqOpricie jo.
,
1
r
.
Chevird'oro, Et il retto cioc oncie 1 -i-.é l'argenro ; fit ben lì vede che 1*-] -£--4i«0bic i8chc*
felina la Tizzafe tutte tnrto argento é oncie i| come fi dice.
p r R gola dunque in limili cali
. porri dire
fi
D A ro vn m Ito d dui metalii.l a propoi rione delle grauezze loro, èV 7a grandezza,!* pefo del
i r
i-colatra^gento i.quantiti,fld il mifto il reftoicioe9.mcno 1. cola meno i.q che perciò lip. fi lo-
ro faranno S cofe,7.q. Et 17.menoi.cofc meno |.q. chegionti intìerae fanno 5.colepiu4.q.pw
a7.Er quefla deoc eflere il pefo del Vaio, noe oncie $6. perilchc e eguale à 5 0. cioè 5. cole più*,
q.fonocg usi a J9.Et lattando le q.da fc haueremo4^j.egualia a «.meno jcofc,-pcrò la quantici
Valeri 7-^-. m?no 1 ^ .cofa.Onde di nuouo pollo che l'oro del vaio fia /. cofa l'argento fari 7 .
meno 1 i-.cola,Et il mirto il retto fino à 9-cioe 1 -J .più i-.cofa, quali tre metalli moltiplicati.per
8 7-& 3.p'oduconopcrloropcfi8.cofe,5o^.meno8-J.cofei Et5 $-.piu-i.cole,ehe giorni in-
ficmt fanno a pun:o 5 *.per il pefo del Vafo, come veramente è » ma perciò non fi peruenendo ad
eqtntione alcuna non potiamo trouarc quanto fia l'oro, l'argento, & il mifto del Vaio feparuta-
mence; l' Algebra nondimeno ci fa emofeere che l'argènto è 7^ imeno /
~ .cofa, quando l'oro
ila 1 eofa;cioechel«argcrocmifurc7 £-maco volte 1 ^ .le minare dell'orojctoefe le mifure del-
l'oro fullei quelle dell'argento lariano 7 .meno j.cioe a -i .Et quelle del mifto fariano t .
particolari^ ciafctinode gl'altri dui metaihill che letua per auenimeotoag'i Studenti
VN MercinTe pone invn Irafico Cecchini > a/. & 10 tine di ì.anoi fi trom haucre in tutta
Cecchini 324. ti ìoitì inda a quanto per 100. l'anno a capo danno viene ad hauerc guada-
gnato.
Noi ptr faciliti riduremo il capitale a ic-o.chcfe a>/.toraa 3»4< il 100. tornati i*4-& però
diremo, & fari l'iftenV
Vn Mercante trafficando too.fitrouainfioediduiannihauere accumulato 144.fi domanda^
a quanto per. zoo. fanno a capo d«anno viene ad hauer guadagnato.
Pooocheihnericoiìaa x.coiaper ioo.l»anno,però lo^.infined'vn'annotornarà loo.pju 1.*
Etfc 100. pedagna i.colal'anno,qusftoioo.piu 1. cola guadagnai i.cofa pio y~ys . eenfi, che
COìfi! capitale 1 co. pia 1. colata ioo.piu a.cofe più -j-^-.cenfi, Ouerofe joo.couenta /oo.piu
i.cofa*il 100. più r.
loo.douenta ico.piu i.eofa cofa,do*ecarà 100.
cioè i.douenta cifcchedoutntarà 100. più x.eofa
i.piU ì~f- p>a.*.piu-r-£-£.z.
egli douentarà roo.pru a.cole più r 0 ~ .cenfi, Et e eguale à 144.
'
Et tato tomaia/ 09
però a.cofe più -,-ò-0 cen i c.^a cà4f. infioedi a.aimj;Ma
Cioè aoo. co/c più i.ccnfo «guaie a 4*00. torna 144 però dia
m — • quantità éegmio
1 joo à T44-. eroe ». cO)e_»
-100 .»•? •
i
•*• piu--*L-ò .cé;..{che
- è il guadagno lolo)
10000 farà eguale à 44»
gìbnto 4400 fche è i: guadagno
- »•. folo) & mo eiplica -
fa 1*400. la radice è 1 jo. . .
• raciafeuna quantt-
cau.ito 100. miti del numero delle «ofe tiperioo. per Ti-
rerà ao.diccilvaloredcllacofa durre J'equarione^
% ad i.ccnfo;ò voglia
mo dire partirà eiafotna quantità per -.numero de' cenfi,per ridurre hcquatione ad i.cco-
fo.hauercmo aoo.cofe pia t .ccnio eguale à 4foc.chc la cola vale 10.& però il guadagno fu à 1 a.
per 1 00. l'annoa capo d'anno.
Hora confiderando che quando |<eQuatioiieiri*ieta ad l eenfo , il : oo.num. delle cofe i fem-
prcìldoppiodi ioo.capitalc,eVperoÌ! ioo.mità d'eflb aoo.e il 100. capitale che fi quadrai al
fuo quadrato! oooo.fi giunge^4oo.quaie4^oo.e il dutto di 44 guadagno delti 2. anni moltipli-
cato via il ioo.capitaie,& della fomroa i**oo.fi pigli» la radice the e 1 io. & dello fi crua il ìco
(miti del numero delle cofe; eh? riabbiamo detto effere il capitale, & il iettante ice il nume/o
del guadagno per ido.l'amio cercato (8r però il / »o. radice del i**oo. viene ad eflcte quello che
fra capitale » & guadagno fi haueria nel fine del primo anno) Vediamo che volendo formare la-»
Regola numerale in quelli cafi fi potria dire. >
ella farà quello che torna il 1 oo.in fine del primo aono.onde d'elfo csuàtoil 100. rettaià il guada
primo anno,& però farà quato fi quadagna per 00. l'anno a capo d'anno.
gno di detto ìoo.per il
1
cioè da 1 oc* via /00.& dal duttodi 4*.che rimane dal i44«f che torna il 100. in fine del li dui an-
ni) cauatoneeflb 1 oo.eapitale, moltiplicato via il medefmo loo.vedrcmo, che tanto è moltipli-
care queRo totale 144-via il 1 oo.capitalcquanto moltiplicare le due parti deifot cioe 100.&44,
r co.eV poi giongere infieme i dui prodotti» Onde
fi potrà dire .
via il ,
Moltiplichili erto loo.eon il numero che egli douenta nelfioedelii a.anni ( cioè hora per 114.
che fa 1 4400O& del prodotto fi pigli la radice(quale hora fati 3 io.) ch'ella farà quello che tor-
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«iòne meno il ? : 4- r
applicata:
iducertdalo a 1 44- ma.l aliatili coli baueilìmo pofto che il gua da gno. fu Ile i .*
6*
per / ou. ranno, dicendo pd Sr ioo guadagi a i.coia, che guadagnati »a J.& guadagnarla a ^»
cola , che con i! i : 5. rata; piui che (aria il ritorno delli ai/, in fii,c del primo anno.
Poi per il fecondo h u ice ile, Se 100. guadagna i.co!a,chc ^uadagnard aaj. più j—.cole? Che»*
quanto al 2» j.già lappiamo ch-r guadagna a -f coicjpcrò attendendolo oal 1 l .cofe di piu,Sc_»
/oo.gaadagna 1. colai, 2 --.cola guadagna a ^-—-ó -«oli i pcroc< nlea coieiaa-^ofepiu ~
7 ."-..ccìii.chfL'ii^uij g oael.ota.c aa/.pm a J .cole ondegiouti); inlic mt fanno tij pu
4 '-.cu e mi) ^ £ Q cenili Et qucftolaria il ritorno dc< 2 a;, nei hoc de. fecondo asnp^maegli
;
f
.
ritorna 3 34-1 tto ella quantità è eguale à j 14-or.de il lolo guadagno 4 * .cole pili -^nr^ ccnlì /*
rà eguale ai folo guadagno 99. & parti ojc 9-numeratorc de/ B .minerò ce ceni., eia feuna
quantità balleremo --.cola pfc «7-y-o •centi eguale à 1/. Ethoramolt plicatoper 400. deno-
minatore dell' £ o . cecfo hauet t mo aoo.t. —
iu 1 cento eguale à 4400. Come fi hebbe difopra , .
adoprando folo il ico.Capitale.6V 144. fu< ritorno in fine diaui anni; però la cola valrt àmedef-
iname.ite ao.cheèil guadagnoper ico.diciaJcun'cnno.
Ma Te pure lenza moucre ii a a /.Capuale»& j 24. tuo ritorno fra dui anni, haucilìmo pofto che
il go; d-gi.c d'vn'ant.odcl tulle 1. cola
i
-
aa5 - la cola Valeria 45. & querto lana 1 guada-
li* gnodiaaj. in v, 'acro, onde a: j. in fine-»
- — »
'
Da ile cofe dette può conofeere !o Studentcìchc quando egli non fi accorgefle! C he trafficando
ioo. Hi in fine di a. anni hauendo/44. per la pere quanto li a il guadagno per 100. l'anno a capo
d'aono,cioc quanto fi Verna ad hauerc fra guad^gio,& capita e in fine del primo anno, che caua
tone poi il capitale rcHaria il foìo guadagno del 1 00. per eflo aono;quando non fi aceorgefle dico
che quello è quanto il dire; Di tic quantità continue proportioa ali la prima e 100. & la terza
e 144.fi domanda ,a feconda; Ouero quando anco accortolene (chetai conuenìenza hà il ico.
a quello che egli toroa il primo anno.qua e hà quefto tornato a quel inette egli rie.ee il fecon-
do anno ; non iàpeflc poi trouarc detta ìcconda delle tre quantità continue pi oportionali fqual
feconda è quello che Corna il 100. iu fine del primo annoJ non hauer.do.c^'i pratica nella Dottri-
na Gsometrica.o delle proportioni-.pur vedeche mediante l'Algebra potrà trouare quello che fi
cerca; & di pio dedurne la fimplicc Regola numerale, & anco la pineale occorrendo , Che quan-
to alla regora lineale io quefti cafi> Douendo poniamo trouarc quanto torrarà :2j.infincd'vn-
anno.tornando egli 3 a4- in fine di dui anni ; Perche tal cor.ucnicnza hi il 22 j. a B,roto,sl B C,
jgnoto.toriiaca del primo anno,che fi cerca,quale hi eflo B C, ignoto à B D,3 24.roi vediamo che
tjucdo trouare fi Cfignifica fra a R,priraa,& B DjCtraa, trouarc la B Cfcconda, media propòr-
•<• rionale
£f
tibbalc fraine primd,& terza ;
'Algebra,
& che per farlo l'Algebra cf fctfegoa ohe fi moltiplichinoa B,ptU
ma,& B D,ferza infime,* del prodotto fi pigli la radice quadr*che ella fard la B Cmedia cerca
ca } Et il moltiplicare due linee fra loro conosciuta la vnitigii fappiamo,comc fi fa; ma 001 faci!
mente potremo pigliare per voirà.o la a B, ai ;.o la B D. jm. che coMe la a B.a» 5» douenta.o fi
pig ia per v.iiri,la B D.douentari {-> Otide fe la vmti(A B,)prima da B D,-- -\ feconda la
A li, 1 .teraa.dari rifletto -ì-> cioè la iftefla B D, per la prima quantiti»chc lata il prodotto di
BD.ki AB Ouero fepigliaremoB D,3>4.pfr vniti.ali'hora 3»4.douctando t.)aaB,a2;.douen.
tari * [
•
y
Et però moltiplicando a B .via B D. 1. diremo Se i.(B D.) da a B. f-' --.cho
da'i B L), i.Ec dati l'ifteflo a B, . Onde fi vede che prefa per miti qual fi vog 1 de ie a. ree-
te,il prodotto loro fa i fempre l'altra medefima,& però rettati d'eòo prodotto it pigiarne a ra-
: i
dice qnadra,il che fappiamo che fi fa,o mediante vn mezo cerchio (ormato fopra dnmetro che*
fi» compofto da abedue le a B, B D,& faria la i loro perpendicolare B COutro mediante vn me-
zo cerchio fatto fopra diametro eguale alla maggiore B D, & farà la B C, come in margino
fi vedo.
Et cosf in fomma 'o Studente cooofee che non foto-1' Algebra non deriua dalla Geometrìa » re
occor re dimottrarla mediante ciTa;ma che ella è Dottrina de numeri,& fti da (e & denu? .lai.a-» t
cogìitione natii ale dc'nomeri,& con efla fola tegeitionc naturale fi d,rnoHra,corne li rei? ^el-
la nuftra Algebra . Et ehe arrida erta Algebra impariamo il modo d'efrqijrc moiri poo ani
Geometrici, quali fenza l'Algeba, & rcgoU- quali h.bbiamo moftrato deriuarc cu e£fa.& in im-
mersele in lince-anco a gl clquinti intelletti Geometrici fariano difiuiufimu.
4 t 1
BC.rj.cioeroftei - qui B C,vo!t~c ^-.quanto B BD,~-f t* Ba, 1. Bi,|f{.TID,T.
toa B,ondefea B» douenta D,vniti,onde doucnia BC. volte 1 la B B C, vo te \ . la B
a a j. questa BC.donentari do BD, 3 acquetta BC a, onde eflenooB a, D, onde eiìe»doB
a aY.&4f.cioe 170.00010 douentarà >. volte 54. aat.BGfa.ia/o. D.jsf. BC, fari
^onuicno . cioè »7* come cóuicne a 70.
ramente ella leruea tutte l'Arci,* Dottrine, Et fecondo Je occafìoni fe ne può dare etempio
VNo p<!t
haoendo
i
1
00. l'anno a
* j. fi rroua in fine di j. anni hauere accumulato 2 té,
Noi 'iducmdt qaefto capt*a!edi uj.a 100. per comoditi, v*àrem+tbe Se rat. Houen^c-»
ioo.il i6.cum* odouenrarìa 171
z perdhora potremo ponerc che
/. ci,;a_, il ioo. giuJagni
l'anno j capo d'arjno.cioe Che too.dooenti jqo. più .eofi
100.il primo aooodonenf a 1 copiti 1. cola, Et il fecondo anno douenn ìcio.piu x.^.pfu r -
ceufij Et perii terzo anno diremo 1. douenta 1. piu T -5-ir. cole, Chedoucutaià/j^. pju
I
4
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A P P L I C A T A: ór
ria xoo.flc ifprodotto via |. le però quefla eperacione in quefii Cacche fi fa nell'cquttione A W
gebratiea»ricne nella opcrationc numerale ad annui larfi.Rcfta Colo l'altra che e di cubare il i oo.
terza parte di joo.numcro de' ceuG.qual x oo. Tappiamo efière Tempre il capitale dato, & al prò-
dottoro cubato i oooooo. giungere il numero del la equationc 7» 8000 qual numero Tediamo ef-
fere quello che nafee a moltiplicare guadagnò firrplice ria 10000. quadrato di 100. capi-
tale; Mai moltiplicare 7* *.»ia 10000.& anco i cubare /oo.cioe moltiplicare ioo.rìa 10000
quadr. di 1 00. e quanto moltiplicare il connoto di 1 00. 8c di 7 * ^.eioe il cotale 17 » -^.ritorno
del loo.capitale in fine di a.anni.ria /oooo quadrato di 100, capita e»bnde fi può dire, Reft a folo
4 moltiplicare il 17» -^- ritorno del terzo anno, per 1 0000 quadrato del capitale , Et pòi di que«
fto fi piglia la radice cuba enee 1 jo & le ne caua il j oo.cbc il capitale, & il refrante «O.e il gua-
dagno in rn anno d'elio capitale , onde il totale tao. Caria il ritorno del capitale /oo. in fine del
primo anno. Et cofi hauendone eftratta la fimplicc Regola numerale potremo dire
Dato il capitale,»: il ritorno d'elio in fine di j.aonì; per fapcre quanto (aria il guadagno d'effo
l'anno i capo d«anno;cioe quanto ritornarla nei fine del primo anno (che quel più che ritornaffe,
o quello che feemaffe quando il ritorno in fine di j. anni ruffe minore del capitale» faria il guada»
gno.o perdita d'effo capitale in rn'anno.dal quale poi fi può far conto quanto faria il guadagno.
0 perdita del 1 oo.Se il capitale dato ruffe piu,o manco di 1 00 ; Moltiplichiti il ritorno detto del
il quadrato del capitale, & del prodotto ti pigli la radice cubarne ella fari il
fine di tre anni, per
ritorno del capitale dato nel fine del primo anno
Etperehe.il capitale dato, Il ritorno d'effo il primo anno.II ritorno del fecondo anno, Et il ri-
torno del terzo anno.fi re de (mediante l'andarli trouando con la Regola del Trejche fono 4. qua
tiri continue proportionali.delic quali fi di nota la prima.ehc e il capitale , Et la quarta.o vin-
tilache e il fno ritimo ritorno, & però cercando noi il ritorno del primo anno reniamo a cerca*
re la feconda d'effe 4- quantiti.Si conofee che per trouarla.Cioe che di 4quanriti continue pro-
portionali data la prima 1»/ Et la quarta a i« per trouarc la feconda, Si Moltiplichi il quadra-
to di 12 J. prima ria a 1 «.quarta , & del p o dotto 6 pig'i la radice cuba che ella ( 1 jo.; fari la fe-
conda . Et rolendo trouare la terza ella fi haucri con la prima , c> feconda mediante la Re-
gola del Tre.Chcfe 1 a r. prima di 1 50. feconda, <-ffa 150. fcconda(chc mentre fi opera conia Re*
gola del Tre fi piglia in ella Regola anco per tetta) dari Bo.ehe Tari la terza quantiti cercata»
•
effendo la quarta il n«.Ouero p;r trouare quella terzi 180 noi adoprando la fecóda,cV quarta»
che la tSgono in mezo,& però effa terza e media $-ortionaie fra la fec8da,cVquarta,tronaremo
effa media.come s'e moftratojcoc moltiplicai! irò le due eh" reme 1/0 & » 1 « fra loro,& del prò
dotto 12400. pigliaremo la radice cu idra chee 180. St quefto fari a media tra la feconda, &
quartajcioe fari la terza cercata , Òuero per trouare effa terza, feoza aiuto della feconda . Noi
fìngendoci la quarta a 1 «.effere prima, Et la prima 1 » y. effere quarta trouàremo la feeon« jeioe
te ricina al a 1 «. ( che verri poi ad effere la terz i , ) Et ù fari Moltiplicando la quarta 1 a J.ria il
quadrato di a imprima** del prodotto ; 83 aooo. pigliando la radice cuba»chc e 180. Et quefka
fari la cercata^, ^^frl^^ ^ ^
anco notare to Studènte che fi porriano dare i -n iljuelitr, quali fc btpàpareffe che non
PVò '
haueffero fentimento fari ano nondimeno folubtli confìderandoti con gìodffiaytysaic fempre
fi deue accompagnare all'Arte o tìoctrina , Et per efempio ha che fi dica .
. Diuidafi Vn boc-
cale in due parti tali che il prodotto loro fia Vna mezzetta,
j
Pontremo! l'ma parte effere /.cola, Et l'altra /.boccale menò icofa : Ouero che l'rna parte
fia -i- boccale più i.cofa;& l'a'tra -^.boccale meno i cofa ; Il prodotto e *
.cento boccale me-
no i.cenfo.cV quefto e eguale ad'rnamezzetta.però accomodato il meno i.cenTo,fthaìxeri-£-.a*
DOccale.eguate ad i.cenfopiu 1. mezzetta. & leuato 1. mezzetta da eiafcunabindaiaceiol'i.cen
fo refti da fe.hauereme * .cenfo boc«1e.m :no i.mezzerta eguale: ad 1 .eenfo.pcrò /.èòfa(radicc
quadra d'i .cenfo)raleri radice L, l .cenfo boccale meno 1. mezzetta L.Et quefto g u to, & cana-
to ad -i-.boccalc moftrari ne 1 refusanti le parti cercate,peròcllc faranno * boccale più radice .
li .quadrato boccale meno /.mezzetta L E' -^-.boccale meno radice L J .quadrato boccale*
meno i.mczzetta L, Che il prodotro'oroé l .quadra, bocca le menof-i- quadrato boccale meno
J.mexzetta)Cioe / mezzetta come firuolc.Aoertédoche quido i.mcrtetta nòli poteffe caua-
re.comebifogna da j .quadra, boccale; cioè ehe il ralore della mezzetta ruffe maggiore dell'
del quadrato del ralore del boeesle.o vogliamo dire del quadrato della miti del rarore del boc-
cale all' hora il quefito é iropoff bile Et per efempio effendo il ralore del boccale quattrini »o.
,
& della mezzetta quattrini j«.aU'hora -[.boccale più rad.L, -J-.eenfo boccale meno 1 .mezzetta
1 T
,ioo.mei»|6.I,ciocio.piuradiceL,«4.L,doejo.piuradicC#^.cipeio
.R pi»
s
66 ALGEBRA
pio 8.cio« iS.per la patte maggiore , Et la minore faria ».che moltiplicate iofieme fanrvo beptv
*
può eauarcjò. valore della mezzetta il quefito e infolubile» Che fe valendo t boccale io. !a_»
mezzetta vaJeflc a j .Perche a cauarc quelto a 5. mezzetta da a5«che è ì\f.de quadrato del bocca
J
le reta oja radice di che é niente.che gionta,* cauata i J, miticel. valore de boccale, ne rcful-
tano/,* >. querìc fariai o le parti del imboccale, che ptodurriano a; .valore della mezzetta-,
ET dicendoli Diuidafi S.boccali in due parti tali che il prodotto loro fìa poniamo j . mezzet-
te, fo che a partire la maggiore per la minore ne vengano J. mezzette) pure con l'Algebra
nel modo detto faremo la folu rione
CV diuidafi Vn Vitello in due parti tali che à partire l'vna per l'altra,* ancora l'altra per lVna
la differenza de gl'auenimenti flavo' Agnello.
Ma dicendoli Diuidafi Vn Vitello in due parti tali che la differenza loro Ha Vn'Oca, noi fen-
z'altra pofitione potiamo dire che l'vna parte fia ^.Vitello più -f.Oca,Et l'altra -i-.Virel!ome-
no^-.Oca» Onero anco fi può dire «alcuna d'effe parti eflerc ^-Vitello, * più l'vna, & meno
l'altra due parti d Oca tali ,J che gionte infìeme faccino vn'Oca perche nel Souraremenoda più
il numero del meno fi giunge al numero del più, & il.rcfultantec piu.Onde fi poma dirceli* la^
parte maggiore fia -J- Vitello più J .d'Oca,* la minore i.Vicello meno d'Oca, che cauata-*
dalla maggiore refta -jj-.d Oca, Se ^ .d Oca;cioe 1. Oea intiera , O la parte maggiore -^-.Vitello
più -\ .d'Oca, & la mioore -j. Vireilo meno -\. d'Oca, ò, Amili ; Auertendo però che il meno \ .
Oca.o altro che fi poneflc ha minore dell'-!-. Vitello , acciò che quefta parte fia qualche cofa,Ec
che ancori più -J .d'Oca.o altroché fi ponefle, fia minore dell'-jr. Vitello, che refta del Vitello in-
tiero inteione cauato \'\ .Vitello da dare alla parte maggiore,aeciocbe ' .Vitello pìu^-.Oca fia!
parte di vn ViteIlo;cioc non arriui all'intiero Vitello, poiché ogni tutto e di neccuìta maggiore
di qual fi togli Aia parte,circa che,* fimili domande baftari hauerc auertito lo Studente, quale*»
col gynàìùo potrà difecrnere le pofiibili dalle impoflibili, *c. Et facendo le opcrationi in effe*
deriuarne le Regole numerali a luo piacere, & anco poi le lineali occorrenti
Et dicendoli Diuidafi la linea retta a c,in due parti tali che il prodotto loro fia egua'e al Ret-
tilineo R, Qjefto figoifica Diuidere la retta a e, in due parti tali, che prefa l'vna per lunghezza •
& l'altra per larghezza di vn Quadrangolo rettangolo* egli fia grande quanto i il Rettilineo R.
Et per farlo fari bene prima da vna operatione fimile in numeri,eftraherne la Regola numerale.
& di li la lineale ; Pertiche accomodando i numeri a beneplacito alla lunghezza della linea a e,&
alla grandezza del Rettilineo R, fìngeremo vn quelito , che
dica . Diuidafi 16. in due parti tali che il prodotto loro fia
5/. Che porlo vna parte «fiere j.cofa,& l'«lrra té. meno 1.
cofa , Onero più comodamente Voa parte eflere la miti di
16.ÌL i.cofadipiujcioe8.piu/.cofa,Eti'altra8.rneno r.co- >.
fa il loro prodotto fa ri eH.meno i.ccnfo, ilchedeue effert-»
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I
Io 2. j -Afuppofta la retta j >4>cfler bafe,& dell'angolo a.tiratali la perpendicolare, fra elTa,& Ja_#
miti della ba (c( li dutto del le quali perDendicol are, & mira della bafe è eguale alla grandezza.»
dd Tciaogoiojfx è trouata la med ia proportionale, Ucbe fc bene fi può efequirc nei modo tenuto
in trou3rc la p, noi riabbiamo facto* formando fopra la perpendicolare* oalceaza del Trizngo'.o
I
vn mezo cerchio, & dai fuo di a m e tro(o altezza del riango o cominciando dal termine fuo su
1 ,
fa bafe fegita vna parte eguale alla miti della bafe>8t da doue lì pt imene tirata» o fognata vna_,
petpendicolare ad eflo diametro tinche arnui alla circonferenza del mezo cerchio, & di 11 al ter-
mine detto del diametro tirata la retta F, che ella è media proportionale fra l'altezza del Trian -
golo,& la miti della fuabafc»6c perciò e il lato del quadrato eguale ad elio Triangolo 2.3.4. An-
cora prefo >vltioTO Triangolo 3 4 5 .& fupp olio la retta 4. 5 elier baie, fra efTa, & la miti dell'ai-
I
. .
.
tezza del Triangolo fi è trouata la media proportionale l.haucndo sii la bafe formato vn femicir
co] o, & dall'eftrcmo ; sù la bafe fegnata la miti dell'altezza,* da doue termina eretta la perpen
.
dicolare alla bafe fino alla circonferenza dei femicireoIo,& di lì,ail<eftremo j .detto tirata la ree.
tal, che è il lato del quadrato eguale ad eflo Triangolo.
Poi per crouare il laro r n, del quadraro eguale alla fomma della tre quadrati che habbino per
lati P.F.L.prefi dui d'eflì lati.flc fiano P»& F,fi fono accompagnati.o gionti infieme ad angolo ree
to.al quale lì c arata la fubtenfa.il quadrato della quale e eguale alla fomma de' quadrati de' la-
ti P,fcV F,& ad efla fubtenia da vno de fuoi eft remi (i e accompagnata ad'angofo retto il lato,o ree
ta I,& tiratali la fubtenia r n.che c il lato del quadrato eguale alli quadrati di I.F.P.Jpoi fopra_,"
fa miti dia c>& la a /11, formare vn mezo cerchio, & in elio da vn'cftrcmo del diametro,& ha a,
accomodare 1 lato r n,del quadrato Q,& Ma la r n,f o vogliamo dire a n,)& dal punto n .delia cir-
1
conferenza all'altro cRrcmom, del diametro tirare la retta n mi che pcreflere l'angolo mn a,
fat ronel mezo cerchio rctto.iapremo che à cauare il quadrato di r n, dal quadrato di a m, refta-
rdil quadrato di m
n, cioè chea cauare il rettilineo R, dal quadrato della mira, della dataac>8c
del rettane* preia ia radice,ella farà la retta m &
n ( quaic giunta, cauata alla miti di efla a c, i re-
fu! tanti formaranno rettangolo eguale ai rettilineo R,;perilche da c, fegata t, eguale alla m m m
iMlreflautee t,farà ia parte minore,* la t a, fari la parte maggiore della retta a c, & il loro ret-
tangolo t s, fa ri eguale ai rettilineo R» Onde io Pratica volendo fare vn Giardino, che fri la lun-
g hcz za,& larghezza fu fi e quanto la linea a c, ma gradc quanto il Terreno R, ia fua lunghezza fa*
ria la a c, & la larghezza late.
Finalmente rtrmtnaremo queft'Opera con il Tegnente quelito fatto da vn«Eccel. Mufico , &
Phi ofo lo, q u ale fe beue a chi
1 hi cfpericnza d e numeri c facile nòdi m eoo appcrcria difltcul-
tuofoad altre, &e
• Diuidafi jo.in cinque parti continue proportionali. Qui non ci aftringendoa forte, od qui-
riti alcuna particolare di proportione. potremo a beneplacito (upponere che liane poniamo có-
tinue proportionali nella proportione dupla, & perciò porta la prjma.o minore 1 .cola a feconda ,
fari ». cofe, la terza 4. cofe» la quarta S.cofe.eV ia quinta/ 6. cole , che cofì ia fomma loro farà j 1.
Cofc»nu noi vogliamo che ella fia jo.però fi hauerà 3 1 .cofe eguale i 30. onde la cofa valcri 4- ° .
(che nafee a partire 30. per 3 1. numero delle cofe) perilche la prima parte del jo. farà -f "T ,,a
—
eonda |-°~.laterza ft-f^ .la quarta -!-f-f .& la quinta f-°. cioè elle faranno ±-°r . x-f-f .3
"H- 7 ri- U-K-
.
- * Onde vcdiamo,che prefe vn numero di quantità poniamo io. quantità continue proportiona-
li in che forre di proportione fi vogli,& trouata la loro fomma A, le concilo A. partiremo vn nu-
mero da to,& con i'ancnimcnto molti plicaremo ciafcunas delle io. quantità porle, li 1 o. prodotti
faranno altre 10. quantità continue proportionali nella iftcfla forte di proportione , la iomma_.
delle quali f.ira il numero dato ; Perilche per Regola vniner la le fi potrà dire.
Data la quantità da diuidcre invn detcrminato numero D. diparti che fìano contino
proportionali in vna forte di proportione P.propofa ; Per farlo Piglili vn numero,u quantità ;
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<S8 ÀLGEBRA i * . »
»
>
tonerò hor4 vriefempio inumo al mifnrare altezze , & distanzi aedo à*cù ini fi vedo,
ti mirabile 'valore dell'Algebra*
Sia cbe in Campagna vedendo la ama A.del Monacello poto di li dal Fiume F,fi vogli (ape-
re quaoco eg i s alzi fopra a! piano d'effa Campagna;cioe quanto fia ala la cima d'cflo Mon
tieello,qua!e altezza e compre fa da maretta che imaginata parti rfi dalla cima del Monacello
perpendicolarmente al piano venga ad arriuare ad e fio piano , invaginato prò Jungarfi per il Fitt-
ine dentro al Monttcello quanto bifogna ; acciò pofla riceuere tua perpendicolare, quale fia la_*
A B, effendo il piano per la diriteura della retta P I, Et anco fi vogli fapere quanto fia lontana
dal puoto P.del piano ella cima A.& anco quanto fia la reta invaginaci P B,(ll cbe potrà feruire
ad vn Bombardiere per accomodare i fuoi tiri.o in occafione di condurre acque>& conofeere Ia_»
decaduta loro,èVc. )& fia che iui all'improuifo non fi habbi ftrumento alcuna,anxi di più fia, che
quando haueflimo alcuno , o alcuni delli molti In finimenti cbe fi fogliooofabricare per quello ,
noi nondimeno non hauefiìmo pratica in effi,o non ci rieordaffimo poi le Regole da valerci delie
Operatigli che fi faceflero in eflì . Se md la Dottrina Algtbratica ci manifcftarà tutte quelle-»
corbella merita bene d'e fiere conofeiuta per gioueuole , & tenuta in molta ftima ; Ma veniamo
a quello che il giudicio accompagnato da tua Algebra ( cbe conuicn fcuipre fnixìij ci viene-»
inlegnando
Conofccndofichrìn quelli ca fi occorre di formare de Triangoli rettangoli limili a quello, ò
*
quelli che vengono formati dalla retta AfiUmaginata altezza del Monte,* dalla retta del piano
P Rallungato in B, lopra alla qoalcdetta altezza A B, è perpendicolare; noi prefo Vn Baione,©
Canooaccio.o Atta.oCanna. o altra cofa fimile che fi troni in Campagna» & fe bene non è dritta
noo'importa, accodandoci verlo ti Monticetlo quanto più ci venga comodo la fermaremo in Ter
ra con vn capo , & con l'altro» che arriu ja tanta altezza quanto e la mi'i, o poco più, o manco
dell'altezza d!vnJiaomo,per poteri comodamente pò nere l'occhi 0,0 veduta io e fia dma,fefia il
punto n,(cuendo 1' Afta,o Baione n riguardammo da cria ladina A, del MonticelJo,& fra meza
aquefta linea viluale n A,the la polla legare, poneremo Vn'Atta.o Battone» o altro fimile lungo »
fe bene non dritto fitto in terra lontano dalla dirittura n p,dclla prima n r,(qual dirittura 6 può
trouare con vn filo,& piombino.o faflo.ofimil cofa diligeatcmente,cbe da n,arriui in Terra per-
pcndicolarmcntc»&: fi nota con qualche forte di mifnra a beneplacito la fua altezza, & fia ponia-
mo mifure 1 alquanto più ci venga comodo , hor fia che eflà lontananza fia tanta che il filos q*
quale fia attaccato ad elfo Battone (s u.;in s.doue pafli la veduta n s A. & arriuando perpendico-
larmente inTerra.fia poniamo 1 é.mifure,che eoli imaginadofi vna retta quale daU'occhio,equi-
diftt&tamente al piano vada a fe gare l'altezza A B.in L & però fia alta fopra al punto B.ia.mi.u-
re*come è il punto n. dall'occhio (ino in Ter ra,ancora dall*«.dooc quefta linea equidiftaruc al pia
do fegaria il filo s q.fioo ad elio pianoin Tetra fard la medelìim altezza di 1 a. mifure(che la e q,
conuieneeflcre eguale a ciafeuna delle due rette np. L B.) fupportendo come s e detto efferepia^
*no il fito,o lunghezza p q.perilche la e s.reftarà.o fard 4,mifure,& mtfurata la diftanza p q. con—
.quàl mirara fi vogliane non imporca febene non lì miluri con la minora iftcfikcon la quale ft mi
furano l'altczzcfili.o Afte dritte perpendicolari al piano)fia che fi croui eflere piedi 37-Utto qu«
tiOtSc notato, o abbozzato in carta quella operatione con le mifure trouate , noi ci allontanare-
mp dal Monttcello per la dirittura deltarcttz q p.o vogliamo dire B q p. alquanto a beneplacito*
& fia poniamo 1 o.piedi,& iui fi torni a fare vn'altra operatione limile alla gi^ fatta; cioè iiucret
ta vn' Afta,o filo perpcndicolarmctealpiano,ck d'altezza comoda.o maggiore »o minore.o egua-
le all'alteznas q. 1 6. mifure adoprata, che a noi Ad a farlo, hor fia poniamo di /5« mtfuref dalo
iftefle mifure nondimeno che foco le 16. della s q. ) & chiamiamo quefto filo t x; ci difcoilaremo
poi aoco per il diruto pure di B q.p t. quadro ci piaceri , o tantof de fia in g.) che cretto iui per-,
pcndicolarmente il filo d g.altof le ci jnteetà) 1 a'.mifure conte primato piu,o m" neo che è in no,
Itroat bitriojcV nella fommiràd. pofto l'occhio la linea vifuale che palli per la cima del filotx,ar
riui anco predicai la fomicd.o punto A;del MonticeUo,che cofi imaginato poi la retta d c. equi-
dittante al piano che feghi l'altezza t x.in eia parte c x. verri ad eficrc anc'etla 1 ». miiure corno
la d g.perilche la c cfari 3. mifure . Et mifurata la diftanza gx.de! pianof cquidiftante,8c eguale
alla d c ;con la iftefia mifura.o piede con il quale fi fono mifurare le q p.& p x.fia cbe ella fi troui
eflere piedi 27 li che ratro.ver remo alia inuentione della diftanza P BAaJtczaaB A. nel mo ?
dofeguenre^r.
Perche riabbiamo nota la diftanza q p.cbe è piedi j 7 >a p x. to.la x g.»7 > potiamo mifura-
re la gP.che tetta fino in P.& fia 7 -f. d
rimane a fapcrc la qB.c he ooo fi può mifurare, chepoi
median-
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i
APPLICA T; A:
mediante la p B. Se alrczza c s. Ouero mediante poi la g B.&c altezza cefi verria n eogmcioi cj
69
dell 'j tczza L A,& conlt qnciit ciuci' te oda h A, Ondc<oi per ti cuare efla dtftanza q B.pone-
1
» enjo che ella ha piedi i »cola»of ci a ttanau in alirauo)che ella ha i * ./& p« retò la e Lttmagtnata
.
ad efla cquididante, & pei ò ej. uaic (aia meùrfin amenre j .coiai peri che ella con c n, (eguale a ci
p. )ì 7. lai a / .cola più 3 7. t c contee; aro 1. Triangolo icitar^olc grande n L A> die lai a hm cj
(cioè equiargo'o)ai Triangolo rettangolo piccolo n e s iche nano l'angolo n,acuto communi)
A perciò h: urnmi oi lati loco pioportionali mediante i dui lati roti che formano l'angolarco
,
co nel pictoio.cVi» latori Lidcl graodcvcdtcu.o quanto doucria c Ilei e l'aiti o iato L A, del gran-
de quale con lo 0 L K ina li Ito ai go o icico,c» diurno Se } 7. difìarza n e, da milure 4.a;rc£-
: i
limile al Triang. rettàg. piccolo d c t, (che ha>o l'angolo d, acuto cómune)ex però bade r ano i lati
$ jortion-il ;mt d ite 1 ». lati noti che formano ang. recto oc! piccolo, ck il laro d t,dtl grideve-
I
oremo quinto doueria efferc l'altro lato L A, del graodcqua.'e con ild L, forma il fuoangokxref
to,& dircmoSe 27 ,diftarcadc,da miiurc j.a tczza e echedara 17 ^.io.& 37 piua.coia_ ;
T
Cioe74-| p;u i.cotadjftai-za d L, fct fcdicmothe daia rmiure 8 .piu { cole pfr l'arcar
TT
xa L A, Ma la lite lfa altezza L A.duopra, mediante altro I nai goletto rictango'crlu ironica
I
eguale a niente, i!c he é 11r.pt 1; b. 1: > pere he quando anco la cola non va rtieoientt, jlm mere 4
•j-* .che è qualche quantiti non può valere nieatejpenichc qneffa cquatione Algcbrattca impof
tibile ci fa conofeere riandò bene il calcoloicflcre ncceflario che ha moi e nelle minile adopratc
• calcolare ; Onde di nuouo mifurandos c,& trovandolo pure 4. come anco e qt r a cioè eguale .
adnp,cVancot;ouat doqp 3 7.& p x, 10. precide, come s'e detto, éVdi più eflendo pure t c, preci-
femeoce ).& cx,i a come la ilei eguale d g,g a dette • conucrribcnc che l'errore fha nella re-
ftantc x g»pcró mihir acdola anc'eìla di oucuo ha che iì dica ella edere »7 4"« perichertiora dirc-
cnoSe 17 -^-.diftanza dc.da milure |. altezza c Schedari 7* 4 .pio i.coia dittar za d L,iV vedn
mo che darà mifure 8 T .piu j * .cole per l'altezza L A, Ma budella L A. mediante l'auro Ina
',
T -y.cole eguale a 4 più r t .cole Ec hora eflendo peruenuci alla equatione Agguagliando li
, ;
haueri 4 * .e^uaic a niente,llcheè ni pofiìbi le, poiché vn numero che realméteéqua ititi nò
1
,
può eflcre mente. o vogliamo dire eguale a nicotejpenlchc damo pure ancoauertiri che è errore
in alcuna cola , O.ide hauendo riueduci i calcoli, & le prime linee dette tutte & crollandole ci- ,
fere come fi fono pofte.conuerri pur eoncluudcr e che in qucft'vlcima x g.fìa errore, Se perciò la-
ri ncceflariomifurar la con baftcùolediJigenza,diuidendoiJ piede» o mifuraadoprata in molto«
particelle (come lana in 100.particcllc.01n 6o.&c.)accio minuramente fi poiTaconolcere il roc-
co che va corrai » 7 intiero del'a x g.hor tu eh fitta detta diligenza efla x g,6 troui veramente
.
«fTrrea7-|- 2 che è più del «7 -f .* del *7 « • gii dctticcomc realmente più d'eflo a 7 i« anzipm
del »7 -i-.h puòancoeonil grodicio conolccre chcdincccffira deue edere efla j g, confederando
che eflendo dalla diftanza n dall'altezza L A, come dalla didanza n e.alJ'j/rezaa es,£c hmiimcQ
ce dalla diftanza d L.all'altezza L A. come dalla diftaaza d ch'altezza e t.Cofi come ia diitai za
d L.piu lunga epiu !u ga ri/petto all'altezza LA.dicJadrftanzan L,piu corta riiperto all'i'ltfla
altezza L A, fi vede che Se » y n e contiene 4-c &>volre 9 -f .conucrra poi che la d CtCÓtenga ia e t,
più delle mede Ime volte 9 | ft però cor uen à che efla d c, ha più di j. via 9
• eroe più di 17 \.
come ci fa accorgere la poheione A'gebiatica,;Ondehor:. diremo Se *7 diftanzadeda mi
•
/ore $ altezza c t.che dari 74 [ l P»" 1 .ce fa diftanza d L;& vedremo che dati 8 p,
cofe per l'altezza L A, Ma ia ilu fia alte zza L A, mediante l'altro Triargoletto renai go.o n e s li
«trouataeffere mtfur^-pin ,-^-.eofc,perilche haueremo 8 ^| | .pio .cofe rgu. le a 4 p,
TT.cofe,che agguagliàdo 6 ridurrà a 7-nro « •etfergualea4 t*4~7- tr la eofa falera ]04i*<
r
-j-.(tt notili che le fi ruffe detto b gz, o vogliamo di: e la d c, edere picn 7 S. che è al quanto 1
manco del 17 (eccedendo però il aj l n.pofi.bih) all'hora oper: odo o tflo a7 ~. fitro- >
caria il valore della cofa efiere n^i -f .numero molto maggiorcdel /0460 ^-.valore del a cela
trouato con il vero numero 27 -7- o -della detta x g,ò ed, pcrilc he vediamo che coli poco di man-
co quanto i da 4 .a -i-^-.cioe fóto 4-5-. fa crelccre il valore della cofa io 1095 « C10c & P iut 1
\
-
più del veroniche fi auu crei Iccacciò lo Studente conofea che in quefte operationi la lomma ni - 1
portanza confìfte in cflere diligenti Aimo, perche ancora ogni piccolo errorerto nelle mifure im-
portarla grandemente ; che per farlo canto piò: noto alla principiasti hò di/opra fuppofto la x g,
oucre c di ctTert Tua volta » 7 l'alo a »7 1 < mifure imponibili che gli conuenghiao fe beocj»
-
<V»JE
fa
70 ÀT L G E B R À
iono ai poco minori delia vera a7-[-|-. Onde
vieneanco adauoertire che dicendoti tSt I d,
fi
derr di neceflird) ranco più grande poi fi inoltrar ia eiicrc il valore della cola che /e ella c d, fi di-
(
cerie effe re maggiore del vero a7 -f J-.pcmiarfin dicendoti effere>7 -, l all'hora cocuer fa mente
tanto più picco, u poi fi moftraria efferc ir valore della cofa,cnc con il *7 — $ .la colà- Valeria foto
6 9 7ì -^Sappiali per fuggirlo fchiuare gl'errori che poffono occorrere nelle minare, che qnaa->
copiti la rari. 10 lunghe o faremo lunghe le Unse che fi mi furano coli quel le del piano, come le*-
,
perpendico'ari ad eli j pia io,o linea del pianojcioe le CX,& s q,o vogliamo dire t c,& s e,quali,8c
la p x.ù z n, rti a noi il farle lunghe quanto vogliamo che poi dalle t a, Se s q deriuar.o le x g Se
q
p,o vogliala* dire, che poi dalle t c>& s e deri ua no e c d,& e n, da mifuràr fi con diligenza, Ouero
, 1
ftia oe.-oJar lunghe quanto vogliamo le g x,& pq, che da effe denuariano le t x 6c s q. o voglia-
mo dire ri i a 001 a far lunghe quanto vogliamo le d e,& n e, nel piano aereo, che da efle dcriua-
liano le e cA * e, a d dio piano perpendicolari da mifurare con diligenza, ma perche quando io
diftaozcfg A ,ou ero g B, foco molte lunghe rifpctto all'altezza A B, (come ordinai ia me te anuàc
ne /c dette ex, Si 1 q,faraooo molto corte rilpetto alle g x, & p q, o vogliamo dire le dette t e,
& a e, faranno mo! co corte ricerco a! te d c, Si n e>& più facil cofa è il poter mifurare diligente»
mente ma dirla- -a,o linea piana longa.ehevoa corta a lei eretta perpendicolarmente, fard bene
ao quefic pera ioni ponereJc c r,a e s, di lunghezza nota in numeri intieri» facendole eguali, o
1 t
ra, o ìia pie di ,0 braceicso altro; 1 t le c t, e s, con v n'altra ifteffa anc'ella , o fiano palmi » 0 altra
forte di mifure piccolco come fixog'iVquali poi nondimeno fi potranno ridurre alia qualità del-
la mifur a delie d c , c n, n e, Q cofi qucflecorpe quelle ridurre poi ad'altra forte di mifura data-,
1
mediante le.«onucnicnre loro;& fcmpre la dHlanza q Rivogliamo dite e L, fi fata nota con nu-
mero delle mifure d el le d ce n, n e. Et l'altezza L A, fi fari nota con numero delle mifure di c r,
e s, Jperilth- la djftanza q B.pofta 1. cofa fari 1 0466 -\ perciò Ja à lei cgna'c e L, fari medef-
mamente 10466 jf.St fono piedi come il 17.il 10.&H a7 -f I. .delle q p,p x, x g.hora mediaste la
diftanza n L,nota<che è piedi ij.Sc 10466 *-.eioe piedi teej o »>£-) fi vetri in cognit ione dell'air
CezzaLA, Ouero mediacela diftanza dL,chec piedi 17 • »37- & 10/66 * cioè piedi
.
1 05 4 1 - -
4 c u jndoci dei TYi a rivoletto rettangolo n e s, onero del dee, che con qual fi vogJi di
1 :
quefti dui ottanti fi troua detta alcezza L A.effere mifure ir?jf fc fono della qua ir à delie mi- l
iureeict, &es. Et perche l'altezza A 6, è maggiore della AL, tanto quanto importa Ja B L,
egutlea ladgtf'oqua! fi vogli dell'altre a lei eguali; ad effa L A» mifure 1 1 j/ [-.giongeremo H
numero delle mifiuedi B L,cioedi d g mifurata con la iftefla (orte di mifure che è la e t,&e s ó ri
dutta ad ella iortedi mifurc8r fia mifure r ».(eome da principio fi pofe) Se la fomma (ari mifure
11*7 T-per l'altezza A|B,qualcfe vorremo ridurre a piedi della qoaìitiicioe delied c.O voglia-
mo dire g x.&cfi vedri dei^gentemente che conuenienza è da effa mifura al piedeo vogliamo di
re quante d'eie mifure é il piede,eV ero jaeole poniamo efferc preci le S mifure partendo ti 1 747
.
valore di 4-,pi« fr- cofe» Si perciò è anco il numero, dell'altezza A L. Onero mediante l'atrau»
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politura del Triangolctto d c t.ha ucndo tr ouato la medefma altezza A
L.dewcr en-ffehr* :
7t
pia r J
° .eofe»& perciò quella qua n ti ti eilere eguale alla gii detta
4 più *
T . coler'**™' r' vé-
ramcmejnoi vedendo quanto importi quefta Quantità 8 . più yJjt-ff . cole, che
gii fappia*
mo la cola eflcre o importare io +66
> pure fapremo il numero dell'altezza A L. On
de moltiplicalo 10466 1 .via -p*-f .chela /137. MJ «Smodi 517 fcV quello prodotto è U J
t q
to imporra il -^4-° .cole)iquefto giongercmo 1>8 -^-H -che fari 1 t j .quale Tati il valor
•
-f i_*
dclJ'8 /-j-T-piu-i-f-f -«ole»* petcìòfari il numero dell'altezza A L
al quale giunto ti Dumer©
ddl'ifteu'aqualirJ.omifuraefcll altezza L Bche fi dille elTerc la. haucremo io tutto 1 147 ì. pcr
il numero delle mifure della totale altezza A B.
Et notili ehe quando l'altezza perpendicolare, o filo d g.non fi ruffe porto eguale all'altezza, o
filo o p,(a lei prela per equidiftante.fe bene realmente allungandole, elle eoncorreriano
Jnfieme
ne] centro del Mondo,& per il contrario rerfo il Cielo intefe allungate elle di continuo fariano
fra loro maggiormente difianri, onde peruenendo poniamo al concauo del fii m amen co o Cielo
fieilato la eorda dell'arco da loro intraprefo farla di molta gran lunghezza) anzi va filo più fu-
i
go,o fogliamo dire più aito dell'altro; cioè che la linea piana rimale d e. non luffe al mcdclmo
piano d'altezza che la linea rituale n e.ma che l*rna poniamo la d e, più baffi allungata fino alla
A B.la fegaffe nel punto imiginato L.8c l'alerà n e. allungata Umilmente fino alla A B. la legane
nei punto M
più alto detl'L tinto quanto vene ad effeic la n i. nella quale la lioeapiaoa rjfuale*
n c M.è più atta delta piana rifilale d e L.all'hora noi pure ftaoti quelle politure, & mifurate
rette piane d ce i.n e.con »na lfleffa mi fu ra,& lei loro perpendicolari te.n i sc.eon ma ifttfla_.
xnifura noi pure dico co ì l'Aigebra.ponendola diftanza pB.effere i.cofa; mediante 11 Triango-
letto rettangolo n e s.al quale è limile il Triangolo rettangolo grande n M
A.trouaremo l'A 're*
za A M.Ee ancora mediante il Triango etto retungolod c t. Gmileal Triangolo rettangolo g a
de d L X.trotfàrcim l'altezza A L.dala quale eauata la particella L M.egualealla o caltczza^
ttotareftarila A M. che perciò quefto reità nte lari eguale alla quantità trouata per la mede -
ma A M.mediante l'altro triangolerò 0 e s. onde eflendo peruenuti alla equatione fi trouari il
valore d^lUcd/a.Er quefto fari la diftanza piana q B.pofta i.cofa;alla quale giunta ladiftanza_
q p x g P.mifuran, spremo la totale diftanza P B. Et anco fi fari nota l'altezza A M.òla A L.8c
confequentemente ancora la cotale A B. operando come s'e inoltrato difopra
Et in ogni calo che o 'patio g q. h partieolàre.qualc s'adopra oel miforare, non fufle pìano;i
noi in vece d'effo coouerrìa valérci nel mifurarlc delie rette piane rituali d e. n e. & e n. fonerò
c i qo indora d e. a Munga 1 1 a mm :
al a a p.in i. 8t non in n.)pcrilche con vna (quadra/ qua! fqus-
dra fi può aheora fare piegando vn pezzo di carta) accorta ta i ciafcurode i ilf»C perpendicolari
d g.fc p.Qt
n vniro vn braccio,o lato d'ella (quadra con elfo di modo che l'angolo retto della fqua
dra Aia nella cima tv & anco nella cima d. con diligenza poi mediante la rettitudine dell'irto
braeeiodc'la fquadra voltato retto lVtcaza A B.legnarei punti ce. & i. fecondo che occorra.-
Noni; anco ehe non è nrctflino che l'Afta, o filo t x. 6a fuori dello (patio q p.rerfo P. ma può
anco eflere dentroad elfo fparioqp. come fi rede nella figura F. polla in margine ; Et pure nel
modo moftrato fi trouari la quantiti della diftanza q B.cV dell'altezza A B, nientedimeno quatt-
ro pili lunghe faranno le lontananze,© diftanze che fi adopraranno tanto più lieura /ari la opera
fione.nel pigliare anco diligentemente lemiforcfi: rn poco d'errore in ette mifure piti importa^
che rna lingajEt il limile auuiene nell'altezze perpendicolari e s,e
in roa diftanza corta in t,qua.
K quanto faranno maggiori tant > old tìcura pocri effere la operacione
Et non foio può l'Afta ò filo t x.cffere dentro allo fpatio q p, ma può anco pcruenire predirai
puntop, cerne fi redcnella figura G.vnendofi il ponto e» con lo, & il punto a, con ilp, reftao-
do poi la parte fuperiore c t.fper la cima t,della!qua!e paffari la veduta arriuando alla cima A,;
eguale alla s e,ò minore i ooftro beneplacito,fecondo ehe pid.ò manco ci orcorreri difcoftarci.ò
vogliamo dire allontanarci da eli a e t,nel fermare il filo d g.dalla ernia d,dc! quale pofta al piano
"fa e e,hi da cominciare la veduta.quale paffando per il punto t.arriua alla cima A.che in qua
'
zìi forte di pofitura pure fi opcrari con l'Algebra al modo moftrato pertrouara la diftanza
roodc' iTedefinùpit» n,oqero d.guardare anco 1» cima C,dcU aUezza«Vl Edcntio,& fe> gwr.
daremodaXo, contieni che l'Afta, o fiioqes, fu «luco per il luodiritto a D'in sii mio*, tanto
eh: la linea vKualc quale dai poeto n,?ada alla ciroa.o ponto C»io fcghi,£ legnare djiigcntcmco
ce il ponto dei fegameotoio effe filoso afta.fc ha poniamoli /cgooj,<> punto u, o^Aoramifur^
ta con diligenza la s u,potrtmo da cfla venire in c ogni rione deUlalcczza A C*[p wifquajc 0/ up
pieaxa hauerd la s u,alla $ e>ta!c conuenienza haueia ancora la altezza C A» alia altezza A l,Èt
conncWamcife qualcoouenier aahaterà la « s, alias u, talecoiiucniccza haueri l'altezza A L,
alla A C, Onde quando haoeremo rrouatoil numero della L A, da cito verremo in fogninone*
del numero della a C,C he fe per clcmpio.eflendo c,s^f misure la s u,6a mifui e i.perchc.il <f,X9r
il \. »olte 6 -f. ancora •a LA contenni A 0 .volte 6
J . Onde per qucfto 6
tiene -i. partendo il
do fe 4.9 a,da a 18 L A, che darà -) .s u,(o (e 4>c fedouenta ì.s u,chedoucntari ai8.A LJ& darà
(o dooencari) 1 4 -^-)quefto 3 4 -f -lari il nomerò dalla A C»Ma fe guardammo la cima Cdell'Edc
fino nella poheura p<ù lootanajcioe dal punto d,pure conucrtia che l'Afta.o filo x c t,fù,ftc alzato
per il Tuo dirirto Ouero che da Te l'Afta, o fi o ruflc tant'alto & fia poniamo x e o» che non fo!o
, ,
doue le rette vifuali frgbino i fi i,o Afte e* ette in q,& x, Se baueodo pofte c t,Sc e s,tgualiitroua-
rem a anco le t u, cV s u^gua i» Ouero quàdo le c c*& e s.rurTerp ineguali croua.rcmo anco le'c
% u.ineguali nel medefoio modo prccifciCioc che tal cóucnienzafiaprecife da c di 1 ù> quale; èxj
z,ad s u,(oueco per moratamenteJ tal conuenienza ria da c Ciad e s.quaJe da t u,ad* u,q vogliami
dire da t u,ad s u,qaalc da c c,ad c s,}qucfto cif otriefler fe gno d'haucrc operato dilfgcctcmcD-
tc in quella parte.
Ancora per trouare la lunghezza, di A CEdifitico Torre eretta perpendicolarmente sù la ci
ma A»del Montieello, fi poò(doppo eretta l'Afta, òfiioq e s,& panando pers,da]i'n, Veduto '1^
cima A,del MooticelloJ ponere l'occhio fra n,& e, di modo che parlando la veduta per s, arrmi
alla cima C,& fegnare il ponto o.doue cfla retta vifoale feghi la linea n e.dclpiano.& mifurat
tv
diligentemente la o e.che poi mediante cfla o e,& e s.Et o e Intronata chc/aii accora la driz-
za e L,)fi faprà la tocale altezza L C»(per la fimilitudine della dui Triangoli jxrcaogoU o e spe-
colo,* O LCgrandc)dalla quale L Ccauata la L 4* (crouara «hel'raucremojìf reftaote farà la
4 C» Ouero (ipotri fare quello illcflo;cioe trouarequcfta A CneU'a'tra politura del punto <T»
Se andando fra d,& c,iu luogo checon rocchio, parlando la veduta per ilpunto creila pcruerga-»
al C,fi fegaari il punto o.doue la retta vifualc feghi la retta piana d c, & fi mUuri diligente men-
te la o c.foucro n mifuri la d o, & fi caui dalla mifura della d e, che enfi reftari la o c j mediante^
la quale o Cicon l'aiuto della e t r & o c L, ( trouata che fari lac Upcr la firailitudine délli dui Jn$
goli rettango o e r,piccolo,& o L C,grande,fi troyard la totale l C,Sc poi la A C»
Si potria anco piaccndofi.con due pofiture, o due vedute sù la linea piaoaxoudurre dee li ne c
t
vifit^ri da cfla piana alla cima C.piu alta,&poi,o dalli medefimi punti della linea pianalo da vru
foloCche bafta)condurre doe.o voa linea vifualc alla cima A.pìù baffa legnando i ponti ,o il puo-
to folo doue ellc.o ella fegaranno, o fegari i dui fili.oil filo, & feruirfene come s'i detto Oderò.
nella linea piana da vo luogo folo condurre vna retta vifualc che paflando perla fommiti iftcjJa
del filo più vicino al Monticellof per la qual fcmmiri pafla anco la retta pTualè c he pèru^ené ài?
Ja cima pili alta C,;peruenghi alla cima A,più balla, & fegnato il pupto dooe la recita piana_fia^#
frgata da quella vifoale che peroicne ad A»& mifurata la diftarza che è da effopunto dei fegam$
co per la linea piana fino al filo.o Afta perpendicolare adoprata,eHadiftanza(fqn l'aiuto. dCll>jfj»
rre linee occorrenti) ci feruiri a trouare l'altezza del Montieello» o vogliamo dire della L A."
1
>
N
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APPLICATA.
Sia dunque eh e dato piano P q,& il Monne elio io elToeleuato.la cima de! quale fia A, fi
il
7$
\
gli Capere l'altezza d'eflo;eioe quanto la cinu.o punto A lia alta fopra al piano ; Per farlo.nòi in
vn lungo d'elfo pi ano J beneplacito più vicino al Montichilo che ci venga comodo, ergeremo vn
hio a piombo.o vogliamo dire all'insti per ti diritto, & fi tonnara rna linea vilualcc he vada ver
fo l'altezza del Monticcllo(qual linea feghi elio filo a d'angoli rat 1,0 vogliamo dire a fquadra_>.
acciò che ella fia cquidiftaotc al piano deil'Onzontcché perciò la chiamaremo linea piana, 8: ria
la b c,eflendo e, il termine più vicino al MunciccUo.doue anco ella fa angoli retti con il fi!o& ef-
(o filo fi chiami q r.eiTcndo il punto q,il fermine doue egli arrùia in rena, poi dal punto e, del le-
gamento verfo la fomrmci r,in cito filo,fi feghi il punto s, lontano da/J'e,vn numero determinato
di mifurco m lurctre i beneplacito, & lia cflo numero di e s poniamo 4 poi al onranandoci dal
.
,
Monticelio,^ dal lì o sii perla tinca piana detta fi peruenga in luogo doue vna retta vi fini e che
(fi per il puntos.perucoghi prceilc aila cima A. del Montieello,& fi fegni il punto cdoue que-
S vifualc (eoi-.i la piana e b. & fi miluri diligentemente epa raifura determinata quella diftanza
,
ec,6tfia il numrrod'cfla poniamo »? Ancora per il medefimo punto c fi erga 4 piombo va-,
filo che arriu con vn termine,* fi a l'x.in terra , & con l'altro fia dilopra alla retta piana tanto
i
che in efia parte fuperiore fi putta pigliare vn'altezza eguale alla e s.cioe di 4- mifurette, & fia il
termine delle il r.cioc fia t c,4.milurettc,.poi allontanandoci dal Monticelio, & da cflo filo tei,
sa la linea piana, fi peruenga in luogo doue vna retta vifuale che pafiì per il punto t, peruenga-.
precife alla cima A.de\ Mout ice; lo, & fi legai il punto d, doue quella vifua IcTeghi ta piana e b,&
fi mifon diiigentcmentcf :o a la (orec di mitura adoprata nella e c.) quella diftanza c d.& fi rroui
«fferc il numero d etta dittarla c d poniamo » 6 fratto quello ci retari con il calcolo itrouare
l'altezza cercatacene fi fa (mediante la iauennooe dclh diftaza piana ce L. che fi imagma per-
uenire ad angolo rcrco alla re rea A L quale ri parta dalla cima A i pioni bo,decerminando quan-
to fia alto il punto. o cimi A fopra ad ella retta piana) nel modo feguente . Partali l'altezza e $.
«f.oucro c t.fcbc fono egualijper la diftanza minore ce.*j-~. più vicina al Mon ti ce! lo, & anco
per ladc.maggiorea*
Ic.maggiorearf ^-.pm lontana, che oa viene dalla più vicina
~-.piu]ontana, &
& dalla pia lontana-.
7-5-^ quello -ri—i .dalla più lontana fi catti dal
• venuto dalla più vicina. che refta - , t \
,
cima A.dcl Moncicello,qualrt:ti vifuale patti perii punto s. dell'altezza, o frio r s e q. noi dico
lenza ieuare il principio della veduta datilo pmnocla alzartmi di modo che ella pemenga pre
cile aila cima C.della Torre.o ndificio A C. détto; Cioè dal medefmo punto e.conditrremo vna
retta vifualc che peruenga precife alla cima C.3c fegnaremo il punto c.doue quella retta vinVale
feghi il fi!o a piombo r s e q mifurando con diligenza q aefìa particoare alrez^a e s. & fia troua-
ta poniamo ^ .la quale t s.ci feruird a lapcre quinte delle r&ifure della ifleffa Torte Ai c s. \. fia-,
l«altc*ia AC.operando come legue. L'auenimcnto chedifopra fi chiamò G. & fu donato el-
fere per numero 176.fi moltiplichi con il numero di t s. 3 .8t il prodotto 1 05 \. fi parta per il nu
nero di e s.che è 4.* all'auenimento a 6 +,B giunga il numero di detta t s. ' .che la fomma 17.
(axi il numero della A C.della medefima forte che è il numero della ts.Cioe (e la t s. fia piedi -) .
li A Clara piede a7.ma fes^ful^c braccia \ .la AC (aria braccia 17. Et cofi dell'altre
Et fe anco da qualche punto fegoato nel piano P q.& fia il P. iftcffo,y 0 remo tirando vpa retta.*
vifuale alla cima ^.ouero alla cima C.fapere quante mifure.St fiano pafiì ella fari(per conofeere
poniamo che effetto poteflero fare i tiri d'vna Machina da ponerc in elfo piano in P. verfo la ci
ma A. onero C}noi vedremo quanti paflì;Sia la retta piana P B.che partendoli dal punto P. darò
rada a formare angolo retto con la C A B. [condotta a pipmbo dalla cima C.oucro A. sù la detta
piana Pq.aliungata quanto occorre; cioè fino in E, L'tJófapremc dalle operationi patiate, per
che l'auenimcnto dilopra nominato D.ci morirà fempre \% diftanza puoach:èdal punto q al B
ioterfettione della linea piana, ic della à piombo.ò a lui perpendicolare CAB. nella forte di mi-»
lare delle quali la ee.è Rata a J * .& la d c.a6 ^.qual forte di mifure fe fia pafiì farà a pun» del.
- iarno, Et fctiOn fia pafl5, ma altra forte di mifura, la ridurremo a patii vedendo
T che
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74 A L G E B R A
checomisnieiea hzbbieflimifuraconil parlo,* lo potremo fare fa£ftmcn?e mi furando la dirti»
zi d couero la c e,ò la cotale d e,o vogliamo dire la g q,i lei eguale Del piano con il paflo,& a-, fi
eh: q if Ita g q.fi troui eflere paffi a i -j-.cfae coti laprtmo tanto eflere paffi a i quanto le mifu-
re x6^-.8c*j -J- cioè quanto le mifure ji -J--|-.perilchc potremo mò ridurrci paffi la diftanza-,
q B. (eguale alla e L.)che con il calcolo fa trouata eflere mifure i/>j{. dicendo; Se mifure J t
"Tir 6 qidouentano.o fono paffi a r ^. le mifure I / »9 fq B. quaou paffi faranno? Et vedremo
che fataano paffi 46 j -H~^* «P^r 'a diftanza q B.detta.alla quale giongendo li paffi a 1 -i .di q g.
£cmiiuracag P.ch? rimane,* ha paffi j giunta anc'clla alle due gq,& qB.la fortuna fard paf-
fi 490 * $ * l .che e la quantici della dittanza P b. Ancora ci conviene haucr npcicia dell? quan-
tità dell'altezza A B in numero di paffi(che é la milura daca)Onde faprndo che r Ila e mifure 1 88
di quelle de'le quali la s c,é 4A la e qiè 8.0 vogliamo dire di quelle delle quali la s q,è 1 a.nojmi.
furando queta s q,con il patio dato,& trouando ella eflere paffi J porremo poi per ridurre la
•rfB.dire; Semifuie 1 i.s q.looo paffi j ^.che faranno mifure 1 f 8. AB. Et vedremo efla A B.cife
repaffi 9* T fDi piòli vedri quanti paffi ria l'altezza C A.qualc fu t< ouata effjtre mifure a7«AÌ
quelle delle quali la altezza c s. ne) fiior q.è i. perilebe cercai emo che conocnienza babbi que-
Ila lorte di mifura con il paflb. Et per farlo comodamente^ fe bene potreffimomifurarc efla par
ce t i.di filo eoo il patio diuifo io molte partieelle)poneremo in Terra ,0 douc ci piaccia,™ nume
voi beneplacico delle mifure con le quali fu mifurato t s.cflere -$-.Et fia che vi Sano porte mifu-
re 1 o.jflt quella diftanza » o lunghezza che elle eonteneranno.fi mifure poi diligenremerte con il
paflo.fc fia che fi troui eflere paffi 8 che eofl fapremo lo.diquellemifureeflcrcpaffi Ec
-J. 8-f.
perciò potremo dire . Se mf'fure lo.fono paffi 8 -f .le mifure >7.di A C. quanti paffi faranno ? 8c
vedremo, che
paffi 9 %± T .\z
quadr.diCB. ij4je , , , sòma paffi ne
1)79 quadr.diPB.a40f 14 v. in circe ^ J.farila
altezza cotale
14* qiudr.diPC >, 4 oj S -ri-Hi.ioeirea CB. Horaooi
fappiamo la_*
a 40 100 ^-.&p/4 dittanza P B.ef
J o 4 fere paffi 490
< t t
/oe
39
1
.in «rea,
rezza
re paffi 9 »4rr
Et l a 'rezza
l'al-
A 5.efle
C
B. effere paffi x 1/ ; Onde mediante quefte potremo
fapere la diftanza mitta rifilale PA. & anco la P C. Che-»
4 9 9 quanto alla P A perche ella s'oppone all'angolo retto B.del
Triangolo rectango o P J? A, imaginato ; |l quadrato del
S90 nome.d'cfla P A.laràegua'c alla fomma della quadraci del-
li di PB.&BA.che formano eflo angolo retto Boia
numeri
ilramerò di PB.é 490 ; ^
•] .però il (uo quad, è a^otfa^
ca quadrato diPB. fi io fomma aj4on Nr4-|-o-o» 10 circa » ilehee il quadrato del numero
- alla PC, la radice quadra dunque 4i quello, quale c J04rì"it io Circa, ovo*
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gitalo dire che è epuri jo 4
APPLICATA;
T 4 .(ari il num. di P C. Pertiche fidird la dHlanaa rifaale
ff-
P Ccflkff
Fig.i. quali palli 504 T -L. - Et quello bafti per hora.
de, 17 -Mct,j.)K b,74-f .p.L*. Sia q B. i cola, però p B.ouero n L. fard |7-p.i-**
.
{ P *
.
' '* "
SJ *
}
' l;,.piu *.cofe dar! mifure.** / .3 1 i-
SiriaLA. 8_i.
p T ±-.*.Maè<p4 T .*, .
„
t97.pima.cofe
F
eioemifarexijfi.perLA. 11*
, j WA\
^77^
-'
P
55
però 4 -r4-.faria eguale à oience.ilehe è impof.
libilo Ouera f
d e.a 7 ii/c ,,,.)g B, 7 * }< Pio i.cof* d
Ouero: V
|
P.i.t. di piu'djd schedari/
j
;
dift.|dae calte*
P»**7^P»^l4
|
—T
chedarid L.diB5« 18*.
,
d ar i r
1
L
__3_4..p._4_o .^.dipiudide.f,
,
:
w l««>i
fariLA.8^K~7:M,èancr
aaào. T ^-.cofe
più
a»a8
L A.mifure n;5-r-
LB.mifure t*
ir,^i^47
—
dari rnifure.1/ J5 t« Pl-A.
p<rÒ4^V;.fardeguaIein rr^- eofc -
TjTT""*
S '!'J a. J»mif. 1 1 *7 4- -« he * s.ai piede «—
*J
i
f«iAB.piedi.i4JÌT«
Cioc 8; 71». eguale ad'8.cofe
6l *7
io4««j-.raleràia*. Ec quello fari cjB,
dc,i7-i-.(ct.j.)§B,7^ipi.*.
q rsr
1*7 449. pecore
f i«.dìu 18 eofc IWPWH W» Pg.picdi7f. Oucro perche Tappiamo l'alce*:
g ,7-irJ- 2aAL.efferc4fTT-*-o«ra
iaLA.8- -M.p.
farla F T
-:-5.*-Ma^4p x ^*- «P-
I
6 6i.
l
U pq.
»°
*7
8 .7TTP' T * OCO fa ?
piamo che la cola vale, ouero è
H ^
é
D crÒ4-T-i-4..fariaeaaale4rT-i-Ì-ì«ofe i qB.io 4 66i, 10466 -J .noi mediate queftotro
^oT "«odo il valore di qua! Brogli
PB.piedi. ioj*8f. d'effe due qDintiri egli fari an-,
* 47 "- r
co il numero della AL.
.
'
Cioe.^Mj.cgualeivcore . ,
37 1^186/i, U»7
7oa
4H^_fi
però uni- fariift. , * 4)
Jb
:n?«54- .t c^s.mifurej.fat/Ar^nelTru
b l ù'
** 1
" •
• -<
goJo retcaogolo grande s r A. fi-
'
1 j
'
' ' ,.•
.
?
. — ,, >7
mileal Triaogolo rettangolo pie
^949. Uguale i a.cofe
Fig.x 697+ .vàlena la *.Et qtiefto faria q2? colo a e s») mifure -p-^-.coleionde
liS :? . ^ i ...5,
-
* M !
niifar^ft -f-^ Wcifc diu j.per MfrA&coalfòd c, piedi a 5 -{-.da e cmifore *.d L.picdi 76 f .pia
i^f^ voghamo dire dL.picdi 15 -; p, 5».piu i.a.dari mifure #.pV8.piu4jTj_.*;per L A.dall»
qtulécauato L M, (eguale ad n i,)mifu re 6. refi a mifure 6 più f cola per MA, miefla^M.c ,
a e L, bafe dei grande è piedi 18 -l. più t.cofa, fi trouari la fua altezza,
'
t dmlfure-*.
se,mifore4;
ìle, predi 45 4; «
—
A L,efiere milure *.pio -j -y.cofe
Ancora (ed epiedi jo -f.bafe nel Triangolo rettangolo piccolo d c
e eTpiedi t8-^-» t,da c c.altexza. mifure 4-Ia retta dL,picdi 45 4--PÙ» 1? t-.bafc nel Triaa
de, piedi jof-|-.
=.:
golo
—
rettangolo grande d L A, limile al piccolo dee, dari per L A,al-
terza del grande mifure « -*r-7T-P iu i-f-eora, ma effa L A, fappiamo
•
*-J- -P
iu 6 tt t -«oc 3 7 -3-
i v>alla quale giunta 1» L B*fi binerà la A £,10 tale
-1 de.» qoc» *dt^ -.
i
- * *.
;
•
«e+^H l J-Hfaf.ebia . a .
... .
>
4**8j jf jr
II4M4
j
-a /17
; '
jooj J
11878JJ
$667} 37-|7Ì-J.perAL,
'
1
-fa f
^
7^^.o><L.
v
e -*-J.
laeofavale. a^^HI'
& *
l-piu
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APPLICATA.
f.pto j -$-£.p&l T £.eo£e, Eguale à *.piu *- .cofe
T 1400. Ouero 1400 Pooo c
77
U
71 • 76 via --5. via i.. oueroqfl.ef
» -7 -eguale à ^-y f .cofe;però la co(* >. , - 1 .
fere 1 . cofa
Jd vale 140* fa ai* fa »*/ r i.. peròfezj.a
f ; ,
gioncoli. 4 giomoli 4-j cda4.es. la
retta ocL.4.
• »»8.AL» aa8.perAL, piui.cofa.»
J
darsi più
r"? ,r />feperLA. Aneorafede,r9.daet,^arettadnL,i9-piaz/.piu r.cofadarà j.p, j f-J.
P» «i
r .tofepcr l A.però quefto è eguale à *.piu f ^ .cole » £t però » f £ . è eguale ad $-4 -3
'
gran forrc.o vn'indouioare a da/c a puoco con la mi fura in cUb recco , o à diuidere il piede in 5 6.
parti come conuerrìa per hauere il denominatore d'effo roteo ; Et vede che qual fi vogli altra.»
denominatone che 6 dia al rotco(fchifaco)che hi da accompagnarti aU'ioticro a 5, non fari ciac
ta in cutto»&c che perciò ogn 'altro rocco che a detco intiero ay.s'accompagni farà»o troppo>o pò
coi Et perciò la opcracione che fi faceffe con elfo ci faria parere la diftanza e L, & conlcqucoco
mcncc l'alcezza 1 A» di diuerlo numero da quello che realmente deuono edere
Ma di pid unco maggiormente poeti a mirare i marauigliofi ingegni, 9c la molta patienza, Se
dcligenza degl'Eccellenti Aftronomi.quali non ottante le dette difficolti, anzi impoflibi liti/ol-
tre li fuppofitif foto verifimili ^imaginaci per faluare le molte apperreoze ne i Corpi Celefti» rTa-
oo arriuati a tanca dottrina che conofehino, & predichine! o antiueghino anco per molti anni à
enirc,leCongiuntioni,Oppofitioni\Quadrati, & altri afpetti,nonfolodellij. Pianeti, ma anco
dei dui Luminari), & in particolare gl'Ecelifii loro* i'i diuerfi Popoli della Terra, fenza molta^»
varutioucoc del cempo d eflj,oe delie parti loro che EcUfiano, o delle dimore in cfli,& c Onde
V eerto
7S
eerro
ÀLGEBRA
fcorge li eanta ergnitionccV accume d'intelletto efiere particolare dono Diurno da io*'-
fi
Poiìoe L.ellcre i.eofa , Orde oc L, fari i/^-.pin t.cofa;|*rilche effondo e s,4.faria. quella.»
fmtli'udineL A,4i> u 4. efimo di a$ *-.cofe , Ancora perche d ce 26 -^-.quando e t,è 4.efTendo
la L B,o vogliamo dire la e q.che è ad erta L B.eguale,flt fiacrouata posiamo mifurette 8.1a lom-,
ma 188. fari il numero delle mifure della rotaie altezza AB. : -
ct,»j |.(dae»,4-(c«L.ajf.p»nt9
dea* |.(dict,4f^ceL>i£^.p.iy ^fricofe 77 JJ* 8
lo| ioa J p,*.cofc 7 jo8 •->
410 j- p.ié.cofe 1 4*
91-T> darÌ4p»«7^P< r LA,peròLA,fari /80 ehee*IB,8.rai8* p AB.
.
g q, mifure j r -f J-.e palli » / -^cbc (ari q B.rarìure 1 1 a 9+
dari4-piuj i-f -p-^-f .cofa per
L A. 613 107 USJ»
quale L A.fappiamo enere(mediante le e ce s.)4.p4,efimo di a J
-f.*. JUJ | 1450064 .
iiap-J.ralelacofapercL» '
qB,fari patii 4<J f-J $-}.tfi|.ia**
• q.mifure ia. (è paflì j £.fA B,mifurc iM. qg»*paffi >i-$. |8y i-.i?46-^.
ij-f. gP.èpaffi 1 15*9
478/4.
«46 -I.
4J r-? in?-
AB.èpaflì pa JL-y. $.haueri a7-per A COueroes^fat,^. (LA,4p,i7*
ACèpaffi aj fmT«reio.(fonopalli8-i.rroiiure»7. » n* 44
la alceza A
B.del Monte,d«tta A Cdella Torro» —
Et della diftanzadL.ouero di dA,òdC,ò altra-» ioJaj8f. «
da quelle depcndcnti.cosl. —— * •
'
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rette pian? dette
APPLICATA.
dee e.eon le lunghezze preeife a loro eonuenienti,&
7*
ad effe erigere le perpen-
dicofari e c,iv e s t.con le larghezze loro notiate fattamente, Et poi tirate le tranfuerfali d t,8e
c s, allungarle verfo t.cV s.firicne concorrano in£ieme(feruendofi fc gli piaceri di dui fili.o fìmilii)
& nel puntodtf éonto'fb Agnato A,da erto aite d e. piana, allungata verfo e, quanto bifogoa.ti-
rare la perpendicolare A L.Er qnefta alzati verfo A, finche concorra conia tràluerlale c rallun-
gata verfo t,nd punto del eohco~fo fegnare C»il che efequito, vedri hauer formato vo difegno
piccolo flrtìii^ipunro al grande vero ; Onde io eflo piccolo con la iua fcaletta migrando la e L»
piana, Ec IcL A <& A C. perpendicolari , Et anco e d Ce C, & c A, o altre hauerà noto i numeri
delie milurine d'efle tutte noi difegno murale.Et confequentemente i numeri del le mifurc delle*
à loro corifpondcnti.cV proporcionaU linee nel vero difegoo grande a quefto fonile
lo in' vn'Opera riporrà fra molt'altre compofìnoni nella cadetta che di Cafa mia fu tolta di na
fedito l'anno 1 79*. nel tempo delle Rogationi di Maggio, moftrauo Geometricamente in vr,a_*
vniuerfaliflìma Propofìtione con facilità , come fenza Inftromenti particolari.eflendo fopra ad
vn Montc.ò Colle.ò altro luogo,& vedendo al tri Monti, Piani, Valli, &c. fi poffanofapere ledi-
flaze da noi ad effi,& fra loro.le toro alre/ze gro'Tczzc verfo noi,& tutte l'altre linee.ò diftaze da
efle dependenti.vifibili , ima ginarie ; Et anco come quefto fi potefle applicare all'Aftrooomia
&
nel trouare raltezze,diftanze.&c nellicropicc'cftì
T N Vn'efcrcito fono Soldati fra Picchieri Mofchcttieri, &Caualli leggieri nel quale*
j +000
X Efercito fpende
fi il mefe 1 81400. Scudi dandoli mefe per Soldo Scudi 4 4 •
ad °8ni Piccn,e-
re,& Se. / f.ad ogni Mofchettiere,& Scudi 9 f ad ogni Cauallo leggiero,Et effcndoui per ogni
Mofchetticre.j.Pjcehieri.fidomai da quanti dati vi fono d'ogni lor te.
da per j -i. Et la terza per o-i .la fommadclli tre prodotti fia 1814000. Onde porto la feconda-»
l.cofa che la prima fari i.eofe.Et la terza fari il reftantefinoa j+ooo.cioe 340oo.meti0 4cofe,
Et moltiplicate la primi j.cofepet-f -.che fa ij-i-cofe, Stia feconda i.cofa per 5 -i .che fa J
•i terza 3 too.mcno *.eofr{per 9 -i . che ra 3 a 3000. meno 38. cofe, tv qnefto
fommato
con le 43^ cofe, 6c j-i-. cole; cioè con»?, cofefa 3 »300o. meno 19. cofe il che è eguale a
.
eguale
i«i4oo.chc accomodato il meno, & leuato i8i«'oo:daciafcuna banda fi haueri 79. cole
aT i\6t94>erò |«-cofa vale 7 400. onde la feconda parte
pofta r.cofa fari 7*°o. 8c la prima porta 1.
**oo. però rido-
CQfe fari aaaooJa rcrzapoi lari il retta kc di quefte due fino a j 4 ooo.cioe fari
za aco.
eendo la rifpola alla qualici , ò denominaticni del quefito fi diri che nell Efcicito iouo
Picch»crÌ74oo,M0fchettieri,Er44Oo.Cau-M; leggk i
'.. . ^
importa-,
Sono 4J$oWati che vorriano comprare vn <~aua!lo.il primo ha t?nti denari quanto
la miti delti Scudi del prezzo del Cauallo &ancorahiScud 4dipiu; Ti fecondo ha Scudi la.
,
Caua I-
manco di quello che importa il Caual'o.Il ttrao ha Scodi y .manco dclli i.del prezzo dei
lo.Et il quarto ha Scudi a.mai <c,« iella f. del prezzo del Canal o,& fra tutti quattro
hanno Scudi
a I o.fi cfom oda quanto è il prcz*o del Canaio, \ m ìrro hl eiafeuno
- Ponafi che il prezzo del
;
Cauallo fia Scudi i.cofa.che perciò i' primo che hi la miti del prezzo.Jt 4- di. più haueri - .cola)
pio 4 II fccondoehe ha Scudi /a.di maeo de' prezzo del CamMo haueri 1 coli meno la. 11 terzo
quattro quanrin eionteinficme fanno 1 r -
cofe meno J Etil quarto ^.cofemeno ».Qien>
cofc meno / r.* e quello che hanno fra tutti
quattro, ma G dice che hanno a jo però 1 -cole H
meno M.èeKualea a .o.c.oe a \-\ .cnf- eft'iale *4 J-eioe JJ.eofe eguale a accede
a la eofi^
Scudi 41 pili 4.1 fecondo Sodi 84. ncno s.l! terzo Scudi 6, .meno y.Et il quarto Scudi jé.me-
1
no il primo ScudÌ4é II
2 .rior feeondoScudi 7a.Il terzoScudi )8. Etil quartoScudi y^.pero fra
curri qujrrrchiueranno Scudi no.corae fi propone. m
quantità di Cecchini, talmenrc chc>
So-odui So'diticiafnnodcq-iaiifi trouano hauere vna
fuoi.Ufeeondo hauera pò, quartto tann d 1 quel,
fei primo da al fecondo la miea.* i di più delti
I
cVlaflatala 1. quantità da
cofa, pini, che accomodata la equ t onc,
a (
lai. quantità pio
feÌh2S? cohmeno j. X egualcai. quantici pcnichc la quaocid vale, ò 1. quant.ti
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So •
A L G E B R A
Importa «uinto i eofa meno
. . i
jf. Hora che Tappiamo ii valore
1 ;,1 , '
i I
della qui o riti xifcexto a!
(^rnnrlri'r h f (i t r.ic 1 fltiantlta J
V
: meoo &
meco
loppio a -£-.eofe pio 3 -^.ebe è tettato al priroo;però (ira eguale a 1
eo- i
cofa calerà 6a.on<ie
fa piov.onde accomodata la equatiooefi hauera4-.cofa cgualea 1 1 4--* la
ilprimochefipofehaue fere i.coUbauera «a. Cecchini, Et il (eeoadp che bau» uà l i- cpfamet:.
h A V S D E 0:
•i
<
3"' .
. t
P
; ,7i.chee il luogo del
SolcairitteHoccmpodclli 10 .amczo«li&iireftanteg.9.»o.5/.cheèl«
(m.a.
ftata eguale a quello che rena a eauar
J wanza ne! la quale il Sole è più manti della Luna i
cioirm ton .
delle horc de) giorno, & peròeflo numero
delle
S Ghieio alli a 1. per annumerohorano del Sole o vogliamo dirci moto
dro bora £ nu-
viene ad eflerc ,1 moto
: , !
,
t della Lu-
fono dalla banda della Luna è nato a partire g.M-5 ^ ,m ^to diurno
mero delle cofe.che bore del gioco, cheperciò
n^^daiaa^GiugQoalUai. per ^.medctoamcntemuncrQ^Ue
ardin.Archicpifcop:
D. Homobonos de Bonis Poenitem prò
llluftrifs.
Imprimatur
Bonon:
F.Hicronym.Onuphr.Confultor S.OfBcij prò Rcucrcnd.P.Inquifuor
cola peneremo di nouo che il primo habbi pure i.god, &il fecondo (che fi pofe j, quantica.)
,
hauera i -f.cofa m.i.la miti di quefto fecòdo è ^-.cofe rh>a 4"«* &e^' manco Tara -jf-.cofe meno §
-f'Che darà il fecondo a) primo,-però li reftara -5-eofe più j -i*Ec il primo hauera 1 £ .eoie meno
8 -'-.il che deue edere doppio a ~.cofc pia 3 -£-.cbc i reftato al primoipcrò (ara eguale a 1 —.co-
fa pio 7 .onde accomodata la equazione fi hauera 4-.cofa eguale a if Ucofavalera <a.ondc
il primo che fi po(e hauere i.eofa hauera 6 », Cecchini , Et il fecondo che bautua
j j-. cola me?
noj hauera 9i.mcooy. cioè iS.CEcchioi.
.
L A V 5 t> E 0 .
Rutilo tbifigut •oa ppRo afkttiatt 3 6. dpppo tè riga 4 9. ehi figumio aOa tir tea riga dei
,
23.51 .che e il luogo del Sole all'iftetìo tempo dclli a o.a mezo 41; Se il reftante g. 9.10.5 /. che é la
diitanza nel la quale il Sole e più inanzi della Luna è fiata eguale a quello che retta a cenar (m.a.
2 1 l_.j-.che iono dalla bandadcl Sole da(m. J7.»J.^ *.che fono dalla banda della Luna,qualno
mero delle * che e dalia banda del Sole è nato a partire m./7* 1 9- moto diurno del Sole dalli a o.
•
di Giugooalli a l. per annumero delle horc de! giorno, & però ciTo numero delle *; cioè minuti
a.ij — -£.rèncadclTerciliriotohorariodelSolCi9W fie il nu-
mero delle cofe.chc fono dalla banda della Luna é naro7t>a?Breg./4-58.rnotodiurnodclla Lu-
na dalli ao. di Giugno alti r^r a 4. medefmamentc numero c^llchore del gioco > che perciò
hiuera i J-,eofa rn.i.la miti di quefto fccódo è }-.cofe m,a 4*** m *aco far» t *0 ^ me0 ° S
primo,perd reftara -£-eofe pia -J?Et il primo bauera i
£ .coic meoo
-!-.che data il fecondo al li j
8 «
.ilchedeueefieredoppioa-i-.cofcpio j i-cheèreftatoalpriraoipcrò (ara eguale a i co- T
accomodata la equatioocfi batterà 4-.cofa eguale a 1 J '* c °k ** lcra ^.oode
fa pia 7 .onde
il primochefi polc hauere i.eo<a bauera «a, Cecciuqi, Et il fecondo che haucua j ±. cola mc^
no j.haucra pj.mcno j cioè £8 .Cecchini .
£ A V S D E Q.
? > •
: un- -*.
•• • «
di da g. aft
( Ó,m.l7.a J.)cofe;habbiamo
cauato g. t 9Jri.i,che è il luogo della Luna elfi »o.a mtto
? 1luogo del Sole all'iridio tempo delti ao.amezon\l;«eilreliaoteg.e.io.5/.cheèla
che c il
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8o *
A L G E B R A
importaqaantoi cofameooy. Hora che Tappiamo il valore della quantità xi<pcttoa!
!
v
eofa , pon cremo" dì nouo che il primo babbi pure i . *ofa , & il fecondo (che fi
pofe j .quantità J
hauera i -i-.eofa m,>.la miri di quefto fccòdo è } .cofe m,a 4-.& 6.èi manco far» f.cofe
meno S
-!-.che darà il fecondo al primo,perd li reftara-^-.cofe più |
-L^Et il primo hauera i ;.eote meno
8 '
.il che deue elTere doppio a -*-.cofe pio j -L^he e reftato al prirno;pcrò farà « gualc a i co- T
fi più 7 .ondeaccomodata la equaciooefi hauera 4-.cofa egualea i J -f.* U cofa valera 6a.onde
ilprimo che fi pofe hauere i.co'a hauera 6*, Cecchini , Et «1 fecondo che bauc ua i T . cofa mc^
noj.haocra?i.meno5.cioe«8.Cecchini.
lapìdeo:
.
LanaallÌ»o.tme«odIdjig.iS
(ò m.i7.>J.)eofeihabbiamocauatog. lische e il luogodella
all'ideilo tempo dclli ao.a meiosi 8c il renante g. 9.ao.J /.
che è la
; , < , .che e il luogo del Sole
Lza ne! la qulle il Sole e più manzi dellaLuna è ftata eguale a quello che retta a cauar (m.a
d
f t I!!Vchelonodaltab^^
merodellc *• che e daHa barda del Sole è nato a
partire m./7-i 9-^
cflb numero delle»; «ocimmuti
S Giugno alli 2 |. per annumero delle bore de! giorno. Se però
t x, -I viene ad eflerc il moto borano del Sole , o vogliamo
dire il morod'rn hora Eni nu-:
Wuftrifs. Ordin-Archicpifcop:
D. Homobonus de Bonts Posnitcni. prò
Imprimatur
Bonon:
F.Hicronym.Onuphr.Con(ultor S-Oigcij prò Rcucrcnd.P.Inquifitor
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7* A L G E B K A
certo fi fcorge la canta cflgnitione>& accume d'intelletto cflere particolare dono Diuioo da in<-
pirRa i fi Tempre a gloria oj D
IO eterno Onnipotente, Ce a beneficio» e (aiutate;, oroamento &
F'g.tf del Mondo. ; . c .
fìmt'i'udineL A,4p u 4. efimo di 25 y.cofe Ancora perche dc,c 26 -^-.quando ct»è 4. effondo
,
bora dee L a<5 J .più > / * .ntu i.cofa fard Ir Acquetta fimilitudine 4.piu j pia T i -f-.co-
ie.Perilche hàueremo 4.e(imo di a j ^ .cofe eguale a 3 vy*P' u 1 ~o 's «e 0* 6 » Cioe-r-r-r-y-coft^
eguale a J * -f .onde lacofa valeri.o fari 11 Et quefto iti? é il numero delle miiurc*
*
della diftanza e L>porta i.cofa. ••>. . 1
Hora fc a j f-.dittanza e e,da 4-altezza e s,fa dtftanza e e L> a* -^.piu 1 1 a* -f .a qoefta fimilittft
dine darà *piu 176 èV quefto/80. é il numero del le mifurette dell'altezza L, alla quale giunta A
Ja L R,o vogliamo dire la e q.che è ad effa L B,egualc,& fiacrouata poniamo twfu rette 8.1a fora-,
ma 1 88. fari il numero delle mifure della tota e altezza A B. - ; -
s x v+ - -
77 I l J3&8 3
' «71*4
• q,oiiinreia.(èpaffij ^.f*AB,mifurci8*.
119 -y .vale la cofa per e L,
'
q B,fari
qg.cpaflì
paffì 4*5 f -f H •** »• »»*d»
38? i-.i946^.'
ij). '
gP,epaffi 3 f. IJ*?
CB,èpaffi»i3-H-2. UT "T P-
.Cioe»7fa-
ri AC»
Può anco auertire lo Studente, che facilmente a»-~. ma lo.di queftemifurc
fenz'altro calcolo porri venire in cog licione del- fonopaffi 8-|.
la a'teza A B.del Moote,d«Ua A GdeltaTorro, —
Et della diftanzadL.ouero di dA.òdCò altra-* io
daqueftedependenti.ccsl. —
| > $8 .
Quando fatto
rat ione,
lo fchizzo delta forma
& diligentemente mìfurate le rette ne-
dell'ope- patii aj ^ .fari AC
ceflàrie d c,e e,ptane,& le e t Ouero e s,Et s cperpendicolari al piano con vna ifleflTa forre dì mn
furalo ridottele ad vna iftefla forte di mifura.Se fuflero mifurate con diuer fe mifure ;fari poi io
luogo comodo , Egli formatali vnrlealetta di mifurineciafeuna delle quali mifurine raprelenri
vna.ò più detcrminatamente delle mifure grandi di paffi, o piedi, o alrro adoprate nelle reali li-
nee dettejm vn Matonaco , oSalegata , cerne dire fi vogli ampia a baflanzaio in vna facciata di
muro.poftofitfavn iato d'effa facciata potrà diligentcmentefcon laftcaUtfa tatcali) difegnare lc
rette
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APPLICATA;
rette piane dette d ce e.eOn fé lunghezze preeife a loro eonuenienti,& ad effe erigere le perp<
7J
dicofafi e tfit'ts t.con le larghezze loro trottare efattamente, Er poi tirate le rraofuerfali d t,8c
c s,allungirìe verfb t.cV s.fincnc concorrano infieme(fcruendofi fcgli piaceri di dui fili.o fienili,)
& nei punto del eoniò'-fbfè gAacò Aida elfo «ila d e, piana, allungata verfo e, quanto bifogoa,ti-
rarc la perpendicolare A^ LjEr qurfta alzaci verte A, finche concorra conia trifuerfale c rallun-
gata verfo r^nel punto ch:l concerto- fegnare Crii che efequito, vedri hauer formato yr» difegno
piccolo flmilc'i^ntt) alg'rande-i^r»; Onde ia<flo piccolo con la (ua fcaletra immurandola e L,
piana. Ec leL A.eV A C.pcrpendicolari , Et anco edC,cC,&c A, o altre bauerà noto i numeri
delle mifurinc d'efle tutte nel difegno muralc.Et confequentemente i numeri delle mifure dcllt*
à loro corifpondenti.eV proporciona'li noce nel vero difegno grande a quefto Umile
Io compofit ioni nella cadetta che di Cafa mia fu tolta di na
in' vn'Opera riporta fra moìt'aìtre
feofto l'anno 159*. nel tempo del le Rogationi di Maggio, moftrauo Geometricamente in vna_»
niuerfalifiìma Propofìtione con facilirà , come fenza Inft romeo ti particolari, eflendo fopra ad
vn Monee.ò Collc.ò altro luogo.cV vedendo altri Monti, Piani, Valli. &c fi poflanofapere ledi**
llaze da noi ad effi.cV fra loro,le toro atte z re. grolTczzc verfo noi,& tutte l'altre linee.ò diftaze da
erte dependenti, vifibili , &
ima gin ari e; Et anco come quefto fi poteflc applicare all'Aftrouomia
nel trouare raltezze,diftanze,&.c neili cropi cclefti
NVnefercito fono 3 4000. Soldati fra Picchieri Mofchettieri , te Caualli leggieri neonate*
J
„ Efcrcito fi fpende il mefe 18x400. Scudi dandoti mefe per Soldo Scudi 4 4
re,8c Se. / {-.ad ogni Mofchettiere.fc Scudi 9 f ad ogni Causilo leggiero,Ec effendoui per ogni
Mofchettiere, 3 .Picchieri ,fi domanda quanti Soldati vi fono d'ogni forte.
Quefloqaeficoriducendotoalla A ftrattione Mathematica lignifica diuidcre 34000.ÌI1 j.parti
tali che la prima fi 3 tripla alla feconda ( perche fi dice li Picchieri che fi intende per prima effere
«.tanti dclli Mofchettieri che fi ioteodcfccoodà,)& che la prima moltiplicata per 4 4 • & ,a ,cc&
da per $ 4 .Et la terza per 0 4 . la fomma delti tre prò iotti fia 1 8 14000. Onde pofto la feconda-»
l.eofa chè la prima fari f.coìe.Et la terza fari il reftantefinoa jiooo.eioe 34000.meno4.eofe,
Et moltiplicate la prim 1 j .cofe per * f.ehe fa 1 3 4 ' cofe » & l * feconda 1 .cofa per 5 4 -cte fa J
4 •«aKc&ìJì» ce.ua j 4oo.meno^cofe|per 9 4 • che ra 3 1 J00 °' meno }8, coJe » & *loefto formato
—
con le 43* 4-eofe, & J . cofe; cioè con 19. cofefa 3*3600. mcnoip. cofe il che è eguale a
281400. che accomodato il meno, leuato 181 400. da eiafeuna banda fi haueri /?. cofe eguale
&
#»**e§.pe«J |frflofa vale 7400.onde la feconda parte pofta 1. cofa fari 7¥<>o-8t la prima porta 3.
cofe farla »aoo,larerza poi fari ilreftante di quefte due rìnoa } 4ooò.cioe fari ^oo.però rido-
cetido I* rifpota a«la qualiti , ò denominarioni del quc6to fi diri che nelfEfctcìco fono aa aoo.
Picchieri 74oo,Mofehctcieri,Et 44oo.Cau?Mi leggic. ì
Sono «Soldati che vorriano comprare vn Cauallo.il primo ha tsnti denari quarto importa^
Ti fecondo ha Scudi 1 1.
la miti dell* Scudi del prezzo del Cauallo , & antera hi Scudi 4 di più ;
manco di quelloebeimpoctailCaual'o,Ilterzoha Sendi T.maoco dclli f. del prezzo del Caual-
prezzo del CanaHo,& fra tutti quattro hanno Scudi
lo, Ee il quarto ha Scudi a.manci» deili
f del
a tovfi domanda quanto è il j>r«*>vo del Ca«.al!o,& quanto hactafetwo ; Pooafi che ti prezzo del
Cauallo fia Scudi i.eofa.che perciò il prìmo-dtfluta miti del prezzo.* 4- dipiù haueri 4 -cola
più 4 11 fecondo che ha Scudi /i.dimaco de prezzo del Catullo bancri i.eofameno i». Il terzo
1
5-^ofe meno j Et il quarto f .cofe meno i.Quefte qua cero quanrita gionte iofieme fanno » f-l
cofe meno r r.« e quello che hanno fra tutti quattro, ma dice che
G hanno a jo perdi f«i .cole
meno if .èeaualeaa »o.cioe^ .cofe
Heg-aalea Mf.cioe ij.cofeegualea
vale 84 però il prezzo dd Oaua'to che fu po«oScud« i.cofa,fara Scudi 84.Ec
ap^o.ordela cofa^
cofi il primo hauera
terzo Scudi 6 j. meno 5. Et il quarto Scudi yé.me-
Scudi 4a!pfii fecondo Scodi 8 4.;neno 1
4.1'
a.ll
quartoScudi j*.per© fra
no a.cioe primo Scudi 4él\ fecondo Scudi 7»-H terzoScudi j8. Et il
il
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*
A P P L I C AT A» • II
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>h6 -Wb GABBIE ÌA
^ r * s j r o
VaTi^oiole^gaodejzaè 100. la bafe a o. & la fomma de' lati é 80. 6 domandano effl
J^y
Pono il Uro miggiore eflcre 40. (miti d'8o. Jptù i,cofa,& il minore 4o.meno r. eofai che ea-
uati da 5o.fem'g;»o,reftano 10. meno i.co. Et 10. più una co. quali due differenze moltipllca te
infirmeranno j 00. meno», cecfo. Ancora canato 20. baie dal jo. femigiro retta 30. che
moltiplicatola il 50* femigiro fi ijoo. quale moltiplicato con l'altro prodotto 100. meno x.
cenfo fa 1/0000. meno ijco.ccnfi . £t quctfo e il quadrato della grandezza del Triangolo pe-
rò è eguale à tcooo. quadrato di 100. grandezza data » onde accomodatoli meno & cauato
ìooco.daciafcuna banda fi hauerà iiootto. guaiti Moooo.però il cenfo vale y 3 la cola
rad'cc d'i. cenfo valerà radice 93 ~
.Et li dui lati pofti 4o.più i.eofa. Et*o. meno /,eofa faran-
no 4o.piiÌ radice 93 Y.Et4o.menò ridice »s4r ,Eflen ^° ,a ^afe 20 -Chedal femigiro 50, cauato
ciafcunodedui lati reità 1 ameno radice 9) i .tt io.piu-93 quali due differenze moltiplicate
inlieme fanno ioo.meno radice 93 { .cioè 6-^.queftomolcipl/catòvia ij«o^irodottoda 5o.fe-
migiro in 3 òdrtfcrenza della bafe 1 o ad effo femigiro fi ipooo.. la radice del che cioè zoo. e lo
grandezza del Triangolo come fi propone
Da quefta Oper atione Algebrica per derrnarre la Regola numerale Ji con idcr&chejl ijoo."
numero de' ccn6 nafee da moltiplicare 50, femigiro con 30. differenza della bafe ad elfo femigi-
ro; 11 ì^6ooo.numero eguale ad eflicenfi è quello che refta à cauare ioooo. numero del qua-
drato della grandezza datada.i joooo.duttodi 1 00. quadrato de' 10.chereftaicauarc4d.miti
di 8o.fommade'laeida jo.femigiró; moltiplicato via 1 $00. (Jutto detto di /o. femigiro via 30.
differenza d'elfi alla bafc(che è come s'$ veduto il numero de'ccnfiJOade per dare la Regola ntt
mera le fi porri dire-» ,
-
Cauifì la miti della fomma de' lati dal femtgira» te ria A fi recante quale A fi moltiplichi iju
fe tteflo*; -Ma perche la miod detla-fommade' lati con la mini deWa baie compongono 1 1 femigi-
labàTe,& dai prodotto A( 1 joooo.)fi caui il quadrato del numero della grandezza data. & il re
fiante R( i*oooo.)fi parta perii prodotto P.(i;oo.}& dell'auenimento S.(93 ripiglila ra
-f.)
dice quadra, & Ha Qjjuale 6 giunga &
eaui alla miti della fomma de 'iati, che idui relultanti fa-
ranno i dui lati cercati Et perche à moltiplicare il prod ottoJP.cen il quadrato della mici della
.
b-fe, feil rcfultanteT fipartifTe per l'ifteflo P.l'auenimeote faria il medefmo quadrato della mi-,
ti della bafema non elfo refultantc T>ma tanto di manco quanto c il quadrato della grandezza.»
* • ul^ca lì deue partire per il P; ne fegue che fe noi pc «iremo il quadrato della grandezza data per
* il P.lkrauenimentocauarcmodalquadratodcilamieideWabafeilreftanteTardil medefimoS,
'
che fi troua come di lopra , Però breuementc fi pnò dire . Con il prodotto (ifoo.) che nafte ai
rrfolt pìicarc latnitiO o,)del giro del Triango 0 via quellof 3 o.)in che egli fupera la bafe, fi par-
ta inquadrato ( 10000J della grandezza(i 00 Jdei Tria<>goo,& I'auenimenco(6 caui dal
quadrato 100 della miti Ciò.) della bafe ( ao.) & delrc^aotcf9 j 7.) fe pigli la radree & effa-»
(radice 9$ v^6giuuga,& cani alla mitico, jdella fomtru(8o.)dc' lati che i dui refultauti (40,
più rad.93--f.Et 4o.meno "dice 93 .^faranno idui lati . Et volendo operare in lienee*
Doucndofi pigliare vna lienea i beneplacito per vmti lineale».npi per commodiri potremo pi-
gliare la bafe data per vniti lineale»ehe cori il quadrato della miti della bafe cioè il numero
equiualente ad elfo quadrato della miti della bafe farà l'i deila bafe (che -£-.via ' cioè ily •
quadrato d'-f .è ± Onde la Regola lineale potri effere la iegaente . ( Auuertendo che in linee il
Moltiplicare due inee inficme è Alla vniti prefa per prima,& alle due date prefecome feeonda»
I
& terza.trouare la quarta proportionale,che effa quarta propo. rionale è il prodottodclle due
linee date ; Et in linee il Partire poliamo la B per la A* è alla A partitore come prima
linea,& B>da partire come feconda» &Tnird come tcra» trouare la quarta propor rionale che ef-
fa quarta fari t'auenimeoto cercato . Et il Quadrare vna linea data che è il moltiplicarla in fo
fteffa è Alla vniti prima , & linea data feconda trcuare la terza continua proportionale quale-,
terza è la linea Equiualente al qaadr. del numero figm ficato dalla liaeadatat Ghecomierfamen
te il Trouare ia radice quadra dVna quantiti in line* è il Trouare la Media proportionale frii»
la vnirdfììc laquantiti data» che effa media è la linea Equiualente al numero lignificante la radi-
ce quadra del nu. lignificato dalla quantità;daca.;Quando la grandezza c loco.ridotttlai quaj
dxaco^
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APPLICATA.. 87
^rttoilfuoUtfct perche la bafec ao.ridotta la ad i.eflb Iato fari i.ondeil quadrato che
.. era loo.douenta (che bene loo.è f ^-.di4oo.quadratodi
JL |
*É grandezza -f. *o.bafc;& il quadrato della grandezza j, fari T -£.
"E 3 IcmigiroaA. Regola Cauifi là bafe dal femi-
c-
bafej, lari a. pid radice giro SUI reftante fi moltiplichi via
-g. ,
ice r£. T
nr *» a. meno radice
ice -fi- 'il"f«n»igii;o. Ouero ( cherefulta_»
S ~ differenza I [ . bafe I. . l'iRef7o ))
l'ifteffo Cauifìia miri della bifo
5 fi;Jnw»rcarfo
3 ,
fi'^.meno^ v . fi*^.
'
v i/.
*
cioè -i-. -caui alla miti della lomma
< »
-iVia-L- de dui lati- &i dui restanti
moltiplichino infiemc.cioè
i-ii !-ÌTm«M)
i B J li £ÌTÌ-'a*r *^ee -;-.pc- fi
della grandez-
T
cofe più 1 [ :che moltiplicate fra loro, & con ii femigno producono iì quadrato
zadcl Triangolo, però è eguale i Squadrato di a-f.grandczza data .
fi ~ ^.ceoGpiò-^*.eo(cpiò
P 10 2 . fa t-k-écn* piò 4r.eofe meno 6
-^.cerfipò^-;. cofe piò
via
^
pili-'
7
, MI
:> .Jt.PÌd4-ì-è-5 • *meno-*-è-^.am 3 T
/77 Ti -
.f .ra i -? .però eguale i J7<-
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«8 ALGEBRA vigore, della Dottrini Afgebrfee ,' eV anco flbfi
Di qui poflbno eonofeere i Studenti ì! molto
fogno che fi hi deffa perche (eoza la Tua cognitionc qucfto Questo (come ancora «olt'aitti)
non fipotria riloluerc*
in tatto
—•—
icoo per ^.importano 443 tfoooo.
%onS990Q.
leéaoooo.*.* 10 p f.importaàolaooooo»
il nomerò. 9***0000.
intatto |07t;oooOf
DVo TrijneoTo rettangolo vn tato è li^ .mlco «.della ftibtcofa,* l'altro i la miti &j d* pi*
eVeffa fobtenfa fi domandano li lati
Pooo la jubcenfa enere i.eofa però rn lato fari ^-eofc meno a.Ee l'altro •f.cofépid j.icfna-
drati loro fono ~fc--cen6 meno j -i-.cofe più 4. Et -^.eenfi pili j.cofc pid 9» la fomma de qualiè
r7-|-|->cenfimeno4- cofcpid ij. però ella è eguale ad i.eeofo quadrato della fubceo£a 1. eof a.
Jit accomodata la Equatione (ari ^.ecnnpitì -f *«ofe eguale i ij.it ridotto ad r.eenfo fari
T
T
j.eeofopid i -i-.colc eguale a 1 U^che
la cola valera 10. però U
fubceafa peftar eela far*
m 0 .Se li lari pcraòfaraoQO é.k t.
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