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I pastori, i poveri, gli ultimi, i senza legge, sono coloro che, non frastornati dal rumore assordante
che così facilmente stordisce il cuore dell’uomo, riescono a sentire questo canto degli Angeli e
hanno la libertà di mettersi a cercare “un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoria”.
Trovato il bambino raccontano a Maria e a Giuseppe come è avvenuta la decisione di mettersi in
cammino per cercare e trovare il “Dio con noi”. Maria e Giuseppe, dal canto loro, non fanno altro
che ascoltare e rimanere stupiti per quanto viene raccontato, custodendo e meditando questi eventi
nel loro cuore.
È sorprendente e rivelativo come i pastori e il loro seguito, giunti nel luogo della mangiatoria,
trovino Maria, che porge loro il bambino, mostrandone il volto, come farebbe ogni madre che
desidera far conoscere il proprio figlio! In questo gesto di Maria, umile e semplice, sta tutto il
Mistero del suo ministero: far vedere il volto di Dio nel volto di un bambino. Questa è la grandezza
della maternità di Maria: presentare a tutti il volto di Gesù, il Verbo fatto carne per noi, concepito
nel suo grembo per opera dello Spirito Santo.
La prima lettura, riportandoci le parole del libro dei Numeri, ci manifesta il desiderio di Dio di
benedirci, mostrandoci il suo volto, affinché sia dissipata ogni paura di lui!
È questa la perenne nostalgia dell’uomo e della donna di tutti i tempi, sia dell’Antico come del
Nuovo Testamento: abbiamo bisogno per vivere di vedere e di incontrare il volto di Dio.
Chiedere questo incontro, desiderare questa rivelazione, è la vera benedizione, che cambia la nostra
vita, alimenta la nostra fede, ci riempie di speranza, accende in noi un amore forte, irresistibile, per
Dio, per i fratelli e per il mondo.
Incontrare il volto di Dio è fare esperienza che i suoi tratti sono presenti sul volto dei nostri fratelli e
sorelle di tutto il mondo, appartenenti a tutti i popoli.
La benedizione che scaturisce dal volto di Dio, manifestata a noi in Cristo, ci rende benedizione
reciproca, fino al punto di trasformare la nostra storia umana, portandoci a sentire che la “fraternità
è fondamento e via per la pace”, come oggi è richiamato dalla Chiesa attraverso il messaggio di
Papa Francesco per la 47ma giornata mondiale della pace.