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a Roma
Il potere evocativo delle immagini nell’arte cristiana
L’arte paleocristiana, per essere compresa, deve essere letta attraverso simboli e allegorie.Il
divieto di raffigurare Dio, tratto dalla religione Ebraica, applicato fino al III sec, determina la
necessità di usare simboli. La trasformazione dell'immagine realistica in simbolo è uno
degli aspetti più singolari dell'arte paleocristiana, il cui fine è rendere visibile ciò che è
invisibile
L’utilizzo di immagini evocative ed elementi allegorici per diffondere ideologie politiche e civili
era già presente nell’arte pagana del tardo Impero.
Mirando ad una massima ed immediata divulgazione, i primi Cristiani, proprio come i loro
contemporanei, si affidano all’arte per propagandare la proprie dottrina religiosa.
In un periodo compreso tra il I e il VI secolo d.C., nelle prime comunità cristiane delle regioni
occidentali dell’Impero, si sviluppa un linguaggio artistico di origine provinciale e ‘plebea’,
che pur rispecchiando le esigenze della nuova religione, non è immune dagli influssi dell’arte
pagana del tardo impero.
Attingendo all'iconografia pagana, i Cristiani si affidano ad un linguaggio già sperimentato
e largamente utilizzato dai romani, attribuendo un significato cristiano a simboli già noti
alla popolazione.
Simboli e allegorie
Simbolo: la parola deriva dal verbo greco ‘symballo’ che significa metto insieme. In origine
erano le due metà di un oggetto spezzato che ricomposte ricostituivano l'unità originaria, così
ogni metà diventava un segno di riconoscimento. Da questa antica pratica è derivata una
funzione rappresentativa.
Simbolo è ciò che sta al posto di qualcos’altro. Si tratta quindi di un elemento (segno,
gesto, oggetto, animale, persona) in grado di suscitare nella mente un’idea diversa da quella
relativa aspetto esteriore, evocandola attraverso una delle sue caratteristiche peculiari
Allegoria: anche questa parola deriva dal greco. ‘Allòs’ = altro e ‘agoreio’ = esprimo. Si tratta di
una figura retorica che sotto un’immagine ne nasconde un’altra. L’allegoria appartiene alla
sfera del ‘logos’, della ragione. L’allegoria esprime attraverso un concetto, a sua volta reso
evidente da un’immagine.
L'interpretazione del simbolo è intuitiva, mentre quella dell'allegoria comporta uno sforzo
intellettuale.
ANTICHI SIMBOLI CRISTIANI
una pittura di rapida esecuzione che, con i suoi veloci tocchi luministici, si adatta bene alla
penombra dei cunicoli. Con la fine delle persecuzioni, dal 313, la pittura religiosa si fa più
sfarzosa. Oltre alle immagini simboliche tratte dal repertorio pagano, si utilizzano temi ripresi
dalla precedente tradizione giudaica, come testimoniano gli affreschi nella sinagoga,
trasformata in ‘domus ecclesiae’ di Dura Europos in Siria dove la stilizzazione formale è legata
al valore simbolico.
Pittura nelle catacombe
Accanto alle immagini simboliche di Gesù tratte dal repertorio pagano come il sole, diventato
simbolo della luce divina, dopo essere stato attributo di Apollo, l'agnello e il buon pastore
tratti da scene pastorali o allegorie della primavera, che diventano rispettivamente simbolo del
martirio e della filantropia di Cristo, l'orante, simbolo di sapienza (il Cristo-filosofo, deriva dalla
figura del filosofo Epitteto seduto); troviamo la rappresentazione dell'ascensione tratte da
scene di apoteosi. Anche il rituale di corte suggerisce immagini: l'imperatore e
l'imperatrice sul trono diventano la Vergine e il Cristo.
A partire dal III secolo, appaiono simboli originali di ispirazione cristiana, come il pesce
(Ichtùs in greco significa pesce, ma è un acronimo di Gesù Cristo, figlio di Dio, Salvatore,
sempre in greco). Tra la fine del III - inizio IV sec. d. C. oltre agli episodi biblici, compaiono
dipinti riguardano i miracoli di Gesù, sebbene lo scarso interesse verso la descrizione di
avvenimenti reali porti alla diminuzione dell’intento narrativo. Ne conseguono:
● una certa ‘standardizzazione’ delle scene simboliche,
● l’appiattimento delle figure, (prevalgono raffigurazioni frontali) che allude al mondo
spirituale, prescindendo dall'armonia formale e dalla verosimiglianza delle forme.
Alcuni esempi: l'Agnello e il Buon Pastore
L’ Agnello è' la vittima sacrificale per eccellenza e immagine di Cristo, spesso associato all'immagine del
Buon Pastore, che porta una pecora sulle spalle, come il dio Mercurio, o l'eroe Ercole, conducevano
pietosamente le anime dei defunti nell'aldilà, caricandosele sulle spalle.I cristiani dei primi secoli trovarono,
quindi, del tutto naturale utilizzare queste stesse immagini per veicolare, attraverso di esse un contenuto
nuovo: la rivelazione, appunto, di Gesù quale Buon Pastore, secondo le parole del Vangelo.
Cristo imberbe,
dettaglio dal mosaico
della Consegna della
legge, fine del IV
secolo, Mausoleo di
Santa Costanza,
Roma.
Cristo barbuto,
immagine del IV
secolo dipinta nelle
catacombe di
Commodilla
I primi mosaici cristiani
In molti gli edifici di culto romani dei sec.IV-V
si trovano decorazioni musive tra cui
ricordiamo:
● S. Costanza, (Mausoleo, IV sec. d. C.)
● le grotte di S. Pietro in Vaticano, IV sec. d. C
● S. Pudenziana (Basilica IV sec. d. C)
● S. Sabina, (Basilica IV sec. d. C)
● il Battistero Lateranense, IV sec. d. C Mosaico della vendemmia e della raccolta del
● S. Maria Maggiore (Basilica V sec. d. C ) grano del Mausoleo di Costanza. lo sfondo chiaro
mette in risalto la vite, simbolo del sangue e del
● S. Paolo fuori le mura (Basilica IV sec. d. C ) sacrificio di Cristo.
I mosaici di Santa Costanza, i più antichi mosaici monumentali cristiani sopravvissuti a Roma,
sono uno straordinario esempio dell'eredità artistica tardo romana da cui nacque l'arte paleo-
cristiana. Essi presentano scene geometriche o motivi naturalistici, come frutti, pavoni, scene di
vendemmia che fanno pensare a Bacco e ai riti in suo onore, ma vanno visti in chiave cristiana.
I mosaici di S. Maria Maggiore
S. Maria Maggiore è la prima basilica eretta per volere diretto di un pontefice, papa Sisto III, e
non per decreto imperiale, come S. Pietro, S. Giovanni in Laterano e S. Paolo Fuori le Mura. Al
suo interno conserva mosaici originali del IV sec., collocati nella navata centrale e nell’arco
trionfale, risparmiati dalle modifiche e dai rimaneggiamenti successivi. Per la prima volta la
"decorazione" delle pareti interne della chiesa incarna oltre ad una funzione decorativa,
anche una funzione didattica:
● raccontare la storia sacra per immagini
● annunciare la "buona novella"
La scelta e la collocazione delle immagini ha lo scopo di acculturare i credenti guidandoli
verso il luogo in cui si svolgerà più santo della basilica, in cui si svolgerà il rito cristiano:
l’altare. In tal modo i fedeli si avvicinano a Dio in modo sia fisico che spirituale. La basilica
diventa così un annuncio di salvezza realizzato nella pietra, grazie alla sua struttura e,
soprattutto, al racconto figurato della rivelazione: da Abramo a Giacobbe, da Mosè, a
Giosuè, fino a Maria Madre di Dio per arrivare, tramite lei, al Cristo. La storia sacra non
consiste in una serie di episodi frammentari e slegati fra di loro, ma in un unico disegno di
salvezza che culmina nell’Incarnazione.
Collocazione dei mosaici all’interno di S. Maria Maggiore
Nella navata
centrale mosaici
del IV -V sec. d.C.
raffiguranti le storie
dei Patriarchi Nell’arco
trionfale:ai lati
episodi della
nascita e
dell’infanzia di
Nel catino absidale Cristo
mosaici del XIII al centro
secolo di celebrazione
Jacopo Torriti: di Cristo come
Incoronazione sovrano del
della Vergine popolo di Dio
I Mosaici della navata: le storie delle Bibbia
...
Melchisedech va ad incontrare Abramo La separazione di Abramo che pone la Mosè, nelle vesti di un soldato romano,
offrendogli pane e vino (Gen. 14,17-20), mano sul capo di Isacco e di Lot con le viene adottato dalla figlia del Faraone
mentre Cristo stende dall’alto il suo due figlie (Gen 13,8-12); in basso due (Es 2,9-10) e, in basso, Mosè disputa
braccio gruppi di animali con pastori simbolo, con i filosofi, episodio tratto da Filone di
della separazione fra i due (Gen 3,5-7) Alessandria.
Mosaici dell’arco trionfale: la storia di Cristo
….
Adorazione dei Magi (lato destro) Cristo vescovo del Popolo di Dio (al centro)