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Questo documentario tratta delle scoperte e implicazioni della MQ nel terreno della
coscienza, e le basi e i presupposti per l'unificazione scienza e spiritualità.
Piu concretamente, il protagonista del documentario è il ricercatore e fisico Vittorio
Marchi, persona con grande conoscenza scientifica, e grande conoscitore delle culture
spirituali di tutti i popoli.
È significativo, e può offrire delle piste, un passaggio del documentario riguardante gli
inizi e la maturità di Marchi nelle sue ricerche.
Se andiamo al minuto 2:09 fino al minuto 4:52, Marchi racconta:
"Fin dai primi anni, diciamo così, della mia vita, sono stato sempre portato a chiedermi dei perchè, no?
Sulla realtà delle cose che si vedevano, al di là di quelle che erano, di quello che è l’educazione scolastica
tradizionale, e non trovando mai risposte a questi perchè, ho continuato sempre ad indagare, a esplorare, a
cercare il contatto con persone che potessero dirmi delle cose per cui aprirmi a delle realtà che io
intuitivamente, instintivamente, andavo cercando, finchè c’è stato un incontro con quello che poi era il
miglior amico di Enrico Fermi, di cui non posso citare il nome, e questo incontro tra l’altro evidentemente
era già previsto, è che il caso non esiste nella vita, al momento giusto ci sono gli incontri giusti, purchè
uno vada cercando e bussi, come è stato detto, per cercare una conoscenza, una verità. E quest’incontro è
stato determinante, è stata la svolta propio della mia vita, e perchè? Perchè questa persona, a parte che era
dotata di poteri particolari, insomma, e quindi stando insieme a lui, ho potuto constatare delle realtà che
altrimenti io non avrei mai potuto conoscere, e che erano molto al di là di quelle che noi viviamo nella
nostra quotidianità. E niente, questo continuo contatto con questa persona, questa continua vicinanza, a
poco a poco, diciamo così mi ha portato quindi ad allontanarmi da quelle che sono le conoscenze ufficiali,
senza peraltro rinnegarle, perchè fanno parte di un camino, e quando poi ho preso visione di questa realtà,
io non lo potevo più negare, e sto parlando sia di una realtà visibile, che di una realtà invisibile. A quel
punto, io dovevo rendere testimonianza di questa realtà. E da quel momento in poi, è cominciata quella
che poi altri chiamano la “mission”, cioè una sorta di servizio, per i miei simili, per l’umanità, per portare
a loro quelle conoscenze che a me erano state date, senza peraltro far leva su fenomeni trascendenti,
miracolistici, tutti fenomeni scientificamente spiegabili."
Evidentemente, sorgono dei dubbi e delle perplessità riguardo all identità di questo
"amico" di Enrico Fermi, amico di cui Marchi non vuole dare il nome per ragioni di
riservatezza. Ma come mai non volerlo rivelare? Se si studia materiale che c'è nel web,
sembrerebbe che Marchi abbia riferito, ma questo non è sicuro, che questo amico fosse
stato un "ingegnere" e compagno di stanza di Fermi nell'università di Pisa, ma non offre
altri dettagli in merito. Sembrerebbe quasi un tentativo di nascondere apposta la vera
identità di quel "amico", offrendo piste fuorvianti per ragioni solo a lui conosciute.
D'altro canto perchè mai dovrebbe essere cosi proibito rivelarne il nome? Cosa avrebbe
un semplice ingegnere di così importante da non esserne citato?
Un elemento da considerare è la gratitudine che Marchi dimostra nei confronti di questa
" persona " per averlo aiutato a dare una svolta nella propria vita, e fargli conoscere
dimensioni e realtà molto al di là della quotidianità. Come ben ha detto nell’intervista,
grazie a questa persona è riuscito a prendere visione di realtà fuori da quello che viene
considerato come consuetudinario.
Ciò esclude quindi che questa persona sia stato un teorico, o uno scienziato dalle teorie
astratte, ma sia stata invece una persona capace di rivelare agli occhi di chi gli stava
accanto realtà molto lontante dal senso comune.
Un secondo elemento sono i “poteri” a cui fa riferimento Marchi, e di cui questa
“persona” sembrerebbe fosse stata dotata.
Quindi, in base a tutti gli indizi elencati qui di sopra, è da chiedersi se tutto ciò sia
compatibile con la figura di un semplice ingegnere. E chi sarebbe poi questo ingegnere?
Un compagno di stanza di Fermi, capace di aiutare spiritualemente chi gli venisse
incontro, e aprire la cosapevolezza delle persone su realtà molto al di là di quelle
quotidiane? E se fosse veramente così, come mai la sua identita è riuscita a rimanere
nascosta dopo tutti questi anni? Difficilemente una persona, con tutti gli attribuiti ut
supra, capace di mostrare agli altri realtà estremamente fuori dalla quotidianità, e della
consuetudine, riesce a rimanere nell’ombra, specialmente in Occidente. Basti guardare il
Dottor Rol il quale, nonostante il suo atteggiamento estremamente riservato e lontano
dai riflettori, è stato inevitabilmente il centro di dibattiti, e oggetto di una miriade di
articoli di giornale.
“ …veramente desidero che di me si parli il meno possibile.” “Rol non ama che si raccontino le cose
prodigiose che avvengono per suo tramite” oppure “ ho sempre avuto orrore della pubblicità” “ evito
costantemente qualsiasi forma di pubblicità ed esibizionismo”
Non sarebbe quindi un mistero che il maestro avesse espressamente ordinato a Marchi
di non rivelare il suo nome negli anni avvenire, chissa, forse per qualche motivo solo a
lui conosciuto.
Vi è di più, e si tratta delle grandi somiglianze nel modo di comunicare, nelle
terminologie, e anche nel pensiero, tra Rol e Marchi.
“ Noi per secoli abbiamo sempre sentito parlare di materia e di spirito, e quindi noi siamo abituati a
concepire le cose nella forma duale, e questo è il grande abbaglio, perchè so che in questo momento, avrò
tanti nemici, e dirò una cosa scandalistica, in realtà lo spirito è materia, e la materia è spirito. Noi vediamo
continuamente la materializazzione delo spirito, e la spiritualizazzione della materia, ma lo spirito in
sostanza, è una sostanza, è una sostanza vera e propia, non è qualcosa di misterioso, come ce l’hanno
illustrato per millenni come qualcosa di sacrale, che non si può vedere, e quando parliamo dell’aldilà, ne
parliamo con una certa suggestione, come se fosse qualcosa di misterioso, di inaccessibile, e invece tutto
questo è la cosa più naturale del mondo. L’ultima cosa che noi vediamo, come diceva Gesù, è il semplice,
l’UNO”
Anche se siamo consapevoli che ogni ricercatore onesto della verità, raggiungendo la
meta, coglie gli stessi principi insiti in ogni sistema spirituale autentico, sorprende la
somiglianza di termini ( esempio, la materia è spirito ) tra Marchi e il dottore,
considerando in aggiunta tutto quello che abbiamo detto precedentemente.
Vi sono poi dei commenti da parte di chi segue i corsi di Marchi, nei forum appositi,
dove viene discussa l’identità di questo presunto amico.
Citiamo per esempio il forum di Franz’s Blog, dove in prima pagina si racconta:
“ (…) Vittorio Marchi nasce nel 1938, è un insegnante di fisica che ha conosciuto ad un certo
punto della sua vita un uomo, un amico di Enrico Fermi che non vuole essere nominato.
Il Prof. Marchi non rivela ne l’identità ne la natura di quest’uomo, ma l’incontro segna la svolta
della sua vita. Da quel momento il Prof. Marchi inizia ad esporre e a parlare di verità, di
tecnologia interiore, di mondi sottili.”
Citiamo anche commenti di utenti del forum, rivelando le ambiguità di questa persona:
“(..) lo so franz che ha conosciuto un amico di un enrico fermi, ma nn un amico del fisico, in
quanto dubito che ci fossero amici di enrico fermi ancora vivi negli anni 50 ( infatti altri articoli
dicono che marchi ha fatto questo incontro negli anni 50 alla normale di pisa). quindi nn ha
senso buttare li un nome di uno sconosciuto.. lo volevo sapere così, per amor di precisione, per
quanto i contenuti non mi dispiacciano affatto.. se lo scopri fammi sapere. ”
“ (..) Da quello che ho potuto capire, si tratta di un ingegnere della normale di Pisa, autore di
un libro che ha spinto Marchi nella direzione della ricerca che mantiene tuttora. In effetti di più
non si riesce… sull’argomento lo stesso Marchi in un’intervista afferma di non voler dire di più
perchè quella persona non desiderava si sapesse il suo nome. Mi sa che ci toccca
accontentarci. Alla fine, comunque, almeno per me, il nome di questa persona non ha la minima
importanza. Quello che mi interessa è la lucidità, con cui il Prof. Marchi espone i suoi contenuti
(e che contenuti!). Una buona giornata!”
È quindi evidente che il racconto riguardante questo amico di Fermi presenta certe
ambiguità, e un certo velo di mistero. Sarà Rol? Possibile.
Attualmente il mistero continua, e visto che il prof Marchi è deceduto nel 2017 ( ha lasciato
il corpo ), sarà più difficile scoprire qualcosa al riguardo.