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Gabriele D'Annunzio, da Alcyone (1903)

La pioggia nel pineto


Introduzione

Gabriele D’Annunzio (1863-1938) nasce a Pescara, ma si trasferisce presto a


Roma, dove
conduce una vita mondana, circondato da belle donne, in dimore
lussuose. Pubblica la prima
raccolta poetica a sedici anni e unisce ben presto
alla letteratura l’attivismo politico, spesso
accompagnato da gesta clamorose.
Alla base del suo atteggiamento ribelle c’è l’idea che la
storia debba essere
guidata da personalità eccezionali, dotate di virtù superiori
(“superuomini”) e
capaci di compiere gesti straordinari. Il culto della bellezza caratterizza
l’intera
vita di D’Annunzio e si trasferisce nelle sue opere, segnate dal desiderio di fondere vita
e arte
(“estetismo”). L’opera poetica cui appartengono i componimenti più riusciti di
D’Annunzio è
Alcyone, sezione della più ampia raccolta delle Laudi. Vi è raffigurata la
stagione estiva in Versilia:
il poeta entra in contatto con la natura, cerca di ascoltarne la voce
e comprenderne i segreti.

Nella poesia che segue un uomo e una donna attraversano sotto una pioggia estiva una
pineta
in riva al mare, immersi nella suggestione del paesaggio e dei suoi molteplici suoni.

Taci1. Su le soglie2

del bosco non odo


parole che dici


umane3; ma odo

5 parole più nuove


che parlano gocciole e foglie


lontane4.

Ascolta. Piove

dalle nuvole sparse.


10 Piove su le tamerici

salmastre ed arse5,

piove su i pini

scagliosi ed irti6,

piove su i mirti
15 divini7,

su le ginestre fulgenti

di fiori accolti8,

su i ginepri folti

di coccole aulenti9,

20 piove sui nostri vólti


silvani10,

piove su le nostre mani


ignude11,

su i nostri vestimenti12

25 leggieri,

su i freschi pensieri13
che l’anima schiude
novella14,
su la favola bella
30 che ieri
t’illuse, che oggi m’illude15,
o Ermione16.

Odi? La pioggia cade


su la solitaria
35 verdura17
con un crepitìo che dura18
e varia nell’aria
secondo le fronde
più rade19, men rade.
40 Ascolta. Risponde
al pianto20 il canto
delle cicale
che il pianto australe21
non impaura22,
45 né il ciel cinerino23.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti24
50 diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre25,
55 d’arborea vita viventi26;
È evidente un’attenta selezione del
e il tuo vólto ebro27
è molle28 di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
60 auliscono29 come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

65 Ascolta, ascolta. L’accordo


delle aeree30 cicale
a poco a poco
più sordo31
si fa sotto il pianto
70 che cresce;
ma un canto vi si mesce32
più roco33
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota34.
75 Più sordo e più fioco35
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancora trema36, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
80 Non s’ode voce del mare.
Or s’ode su tutta la fronda37
crosciare
l’argentea pioggia38
che monda39,
85 il croscio40 che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell’aria41
90 è muta; ma la figlia
del limo42 lontana,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
95 E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere


sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
100 ma quasi fatta virente43,
par da scorza tu esca44.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente45,
il cuor nel petto è come pèsca
105 intatta46,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle47 tra l’erbe,
i denti negli alvèoli48
son come mandorle acerbe.
110 E andiam di fratta in fratta49,
or congiunti, or disciolti50
(e il verde vigor rude51
ci allaccia i mallèoli
c’intrica i ginocchi52)
chi sa dove, chi sa dove!
115 E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
120 su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
125 su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.

(G. D’Annunzio, Alcyone, in Versi d’amore e di gloria, Mondadori, Milano 2001)

Note

1. Taci: il poeta invita a tacere la donna, più avanti chiamata Ermione, che lo accompagna.

2. Su le soglie: all’entrata.

3. parole ... umane: parole pronunciate da esseri umani.

4. parole ... lontane: parole che non avevo ancora sentito, prodotte in lontananza dalla pioggia che cade sulle
foglie.

5. tamerici salmastre ed arse: le tamerici sono arbusti sempreverdi dalle foglie molto piccole; in questi versi sono
descritte impregnate di salsedine e bruciate dal sole.

6. scagliosi ed irti: i pini hanno la corteccia squamosa e le foglie aghiformi.

7. mirti divini: nell’antica Grecia il mirto era la pianta sacra a Venere.

8. fulgenti di fiori accolti: splendenti per i fiori gialli raccolti a grappolo.

9. coccole aulenti: bacche profumate.

10. silvani: della stessa sostanza del bosco; i volti del poeta e della donna, bagnati dalla pioggia, diventano parte
del bosco stesso.

11. ignude: nude.

12. vestimenti: vestiti.

13. i freschi pensieri: i pensieri rinnovati dalla pioggia.

14. novella: nuova, purificata.

15. la favola bella ... m’illude: la dolce favola dell’amore che sempre illude gli amanti.
16. Ermione: è il nome mitologico con cui il poeta si rivolge all’amata; Ermione era la figlia del re di Sparta Menelao
e di Elena.

17. verdura: vegetazione.

18. dura: continua.

19. varia ... rade: il rumore della pioggia cambia a seconda che le foglie siano più o meno folte.

20. pianto: la pioggia.

21. pianto australe: la pioggia portata dall’Austro, vento del Sud.

22. impaura: spaventa.

23. cinerino: grigio, color della cenere.

24. stromenti: strumenti musicali.

25. silvestre: del bosco.

26. d’arborea vita viventi: viviamo una vita vegetale; il poeta e la donna sono diventati creature dei boschi.

27. ebro: inebriato, ubriaco.

28. molle: bagnato.

29. auliscono: profumano.

30. aeree: le cicale sono definite aeree perché cantano in alto, sui rami degli alberi.

31. sordo: attenuato.

32. vi si mesce: vi si mescola.

33. roco: dal suono cupo e profondo.

34. dall’umida ombra remota: da un luogo lontano nascosto e umido; si allude agli stagni e il nuovo canto che si
sente è quello delle rane.

35. fioco: leggero.

36. trema: si sente debolmente.

37. la fronda: la vegetazione.


38. crosciare l’argentea pioggia: la pioggia è talmente fitta (il verbo crosciare indica una pioggia molto forte) che
diventa quasi color dell’argento; l’aggettivo argentea potrebbe anche indicare il suono argentino che provoca la
pioggia battendo contro le foglie.

39. monda: purifica.

40. croscio: scroscio; indica il cadere della pioggia.

41. La figlia dell’aria: la cicala.

42. limo: fango.

43. non bianca ma ... virente: non più dalla pelle bianca ma diventata quasi di colore verde.

44. par da scorza tu esca: sembra che tu esca dalla corteccia di un albero.

45. aulente: odorosa.

46. intatta: non ancora raccolta.

47. polle: sorgenti d’acqua.

48. alvèoli: sono le cavità delle gengive in cui si trovano i denti.

49. di fratta in fratta: da un cespuglio all’altro.

50. disciolti: separati.

51. il verde vigor rude: la vegetazione del sottobosco vigorosa e intricata.

52. ci allaccia ... i ginocchi: si avvolge intorno alle nostre caviglie e ci intralcia il cammino.

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