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Nell’“Età Classica”, l’“Internamento” fu realizzato anche per far lavorare “Disoccupati e

Vagabondi”. Infatti il “Disoccupato”:


1) non viene più cacciato o punito;
2) ma viene rinchiuso, perdendo la “sua Libertà Individuale”.
Questo aveva lo scopo di:
a) eliminare la “Disoccupazione”;
b) proteggere “Ordine Sociale” ed evitare “Sommosse, Mendicità ed Ozio” (che provocavano
“Disordine”);
c) far abituare “Disoccupati e Vagabondi” al “Lavoro”.
Le “Case di Internamento”:
1) durante le “Crisi” rinchiudono e fanno lavorare i “Disoccupati” (visto che aumentano);
2) dopo le “Crisi”, non rinchiudono più i “Disoccupati”, ma fanno lavorare gli “Individui” che
sono già stati rinchiusi.
In questo modo, le “Case di Internamento”:
1) nei “Periodi di piena Occupazione e alti Salari” forniscono “Manodopera a Salari bassi”;
2) nei “Periodi di Disoccupazione” rinchiudono gli “Oziosi” proteggendo l’“Ordine Sociale”.
(vedere se importante ?)

Quindi l’“Hopital General”:


1) non è solo “Rifugio per Vecchi, Infermi e Malati che non possono lavorare”;
2) non è solo “Luogo di Lavoro Forzato”;
3) ma è anche un’“Istituzione Morale” che ha lo scopo di punire e far rispettare la “Moralità”.
Infatti:
a) per il “Pensiero Classico”, il “Lavoro” elimina la “Povertà” non solo grazie al “suo Valore
Economico”, ma anche grazie al “suo Valore Morale”;
b) dopo il “Peccato Originale”, il “Lavoro” inteso come “Fatica e Punizione” ha “Valore di
Penitenza e Riscatto”.
Per questo, nelle “Case d’Internamento”:
1) gli “Oziosi” saranno costretti a lavorare senza ottenere “Utilità e Profitti”;
2) le “Mancanze” sanno punite con “Riduzioni di Cibo, Aumento del Lavoro, Prigione ed
altre Pene”;
3) i “Prigionieri/Soggetti” che possono e vogliono lavorare saranno liberati, non perché
saranno di nuovo utili alla “Società”, ma perché hanno sottoscritto il “Patto Etico
dell’Esistenza Umana”/tornano ad avere “Comportamenti moralmente giusti”.

Comunque le “Case d’Internamento” non hanno provocato i “Risultati voluti”. Infatti:


1) anche se furono limitati “Disordini Sociali e Politici” (come “Sommosse e Rivolte”);
2) la “Disoccupazione” non venne eliminata.

Le “Case di Internamento” sono create in Inghilterra intorno al 1600 (le c.d. “Workhouse”).
Successivamente si sviluppano anche in Francia (Lione 1616) ed in Germania (Amburgo 1620).

È dunque in una certa esperienza del lavoro che si è formulata l’esigenza, insieme economica e
morale, dell’internamento: uno spazio inventato da una società che decifrava nella legge del lavoro
una trascendenza etica. Fino alla Renaissance, la sensibilità verso la follia era legata alla presenza di
trascendenze immaginarie. A partire dall’età classica, e per la prima volta, la follia è sentita
attraverso una condanna etica dell’ozio e in un’immanenza sociale garantita dalla comunità di
lavoro. Questa comunità acquista un potere etico di separazione, che le permette di respingere tutte
le forme dell’inutilità sociale. In quest’ottica il folle non viene più da un altro mondo, quello
dell’insensato, ma egli oltrepassa da se stesso le frontiere dell’ordine borghese e si aliena al di fuori
dei limiti consacrati della sua etica.
L’Hôpital général ha la fisionomia di un’istituzione morale incaricata di punire, di correggere una
certa “vacanza” morale, che non merita il tribunale degli uomini, ma che non può essere corretta
con la sola severità della penitenza. L’Hôpital général ha uno statuto etico. I direttori sono investiti
di questo compito morale, e si attribuisce loro tutto l’apparato giuridico materiale di repressione.
L’obbligo del lavoro è a un tempo esercizio etico e garanzia morale. Per la prima volta si
istituiscono delle fondazioni morali, dove si compie una stupefacente sintesi tra obbligo morale e
legge civile. L’ordine degli stati non tollera più il disordine dei cuori: la colpa morale prende
l’aspetto di un attentato contro le leggi scritte o non scritte.
L’applicazione integrale della legge morale può realizzarsi a partire dal piano delle sintesi sociali.
La morale si lascia così amministrare come il commercio o l’industria.
Per la Chiesa cattolica e i paesi protestanti l’internamento rappresenta il mito d’una felicità sociale:
un ordinamento il cui ordine sia del tutto trasparente ai principi della religione. In queste istituzioni
c’è come un tentativo di dimostrare che l’ordine può essere adeguato alla virtù. In tal senso
l’internamento nasconde a un tempo una metafisica dell’ordinamento civile e una politica della
religione.
(RIVEDERE BENE E SEMPLIFICARE QUELLO IN BLU ? IMPORTANTE ?)

È nata una sensibilità che ha tracciato una linea, formato un limitare; e che sceglie, per
bandire. L’ordine non affronta più liberamente il disordine, la ragione regna allo stato puro,
in un trionfo che le viene preparato in anticipo. La follia è così strappata a quella libertà
immaginaria che la faceva ancora crescere nel cielo della Renaissance.
Quindi l’“Internamento del XVII secolo” è stato realizzato per:
a) “Scopi Economici e Sociali” (cioè per proteggere “Ordine Sociale” ed evitare “Sommosse”);
b) creare “Regioni di Neutralità” (le “Case d’Internamento” ?), dove:
1) l’“Ordine” non affronta più il “Disordine”;
2) la “Ragione” non si scontra più sulla “Sragione” e prevale su essa.
(RIVEDERE BENE ?)

Anche la “Follia” inizia ad essere un “Problema dell’Ordinamento Civile”, infatti i “Folli” saranno
considerati come “Oziosi e Poveri” e saranno costretti a lavorare.
Però nelle “Case d’Internamento”, i “Folli” hanno dimostrato di non poter lavorare e seguire i
“Ritmi della Vita Collettiva”.
Per questo nel “XVIII secolo” ci sarà la “Crisi dell’Internamento” e sarà necessario utilizzare un
“Regime Speciale per i Folli”.
(vedere se messo bene il senso pag. 150 ? IMPORTANTE ?)
(AGGIUNGERE PEZZO A PAGG. 150 – 151 ? “Folli” ?)

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