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2 La contabilità analitico - gestionale


Le scelte operative. La gestione aziendale comporta scelte operative:
 Di investimento, riguardanti la definizione della struttura produttiva dell’azienda; si tratta di scelte di
medio – lungo periodo.
 Correnti, relative all’utilizzo della struttura produttiva.
La COA e il sistema informativo: il sistema informativo aziendale si articola in alcuni sottosistemi tra loro
complementari. I principali sono la Co.Ge., la contabilità analitico – gestionale (COA) e il budget. La COA
consente di determinare, analizzare e rilevare i costi, i ricavi e i risultati economici relativi a singoli prodotti, a
particolari produzioni. Gli scopi della COA sono: 1) consentire la programmazione e il controllo della gestione; 2)
studiare il comportamento dei costi; 3) costituire il supporto informativo necessario per le decisioni aziendali nei
problemi di scelta. La COA è applicabile a tutte le imprese. Tenuta della COA: 1) sistema unico: rilevazioni
Co.Ge e COA in un’unica contabilità; 2) sistema duplice: rilevazioni separate; 3) sistema integrato: procedure
integrate che consentono all’utente di inserire i dati relativi alle diverse operazioni aziendali.
Indici di rendimento e di produttività.
L’efficacia costituisce la capacità di raggiungere determinati obiettivi di output, in precedenza stabiliti.
L’efficienza consiste nell’ottimale combinazione dei fattori produttivi, in modo che il loro utilizzo permetta di
minimizzare le diseconomie, massimizzando l’output. Il controllo dell’efficienza aziendale può essere attuato
tramite l’analisi di particolari quozienti:
 Indici di rendimento: utilizzati per controllare l’efficienza interna nello svolgimento del processo
produttivo;
 Indici di produttività: esprimono l’efficienza esterna.
Il rendimento di un fattore produttivo è il rapporto tra la quantità di prodotto ottenuta e la quantità del fattore
impiegato per ottenerla.
Classificazione dei costi aziendali:
Le principali classificazioni dei costi aziendali riguardano:1) l’oggetto al quale si riferiscono,2) le modalità di
attribuzione all’oggetto di cui si intende determinare il costo,3) la loro controllabilità,4) la loro variabilità
Classificazione secondo l’oggetto: 1) costi speciali;2) costi comuni
I costi speciali si riferiscono ad un singolo oggetto in modo diretto esclusivo e totale (es:l’amm del costo di una
macchina utilizzata nel reparto b rappresenta per quel reparto un costo speciale). Nelle aziende industriali sono
speciali i costi delle materie prime e della manodopera. Costi comuni: si riferiscono a più oggetti e per questo
vengono a essi imputati mediante una misurazione soggettiva (es: spese di riscaldamento,illuminazione)
La loro distinzione dipende in parte dall’ampiezza dell’oggetto dell’indagine; all’aumentare delle dimensioni
dell’oggetto è possibile che determinati costi comuni diventino costi speciali
Classificazione secondo le modalità di imputazione:i costi si classificano in: 1) diretti 2) indiretti
1) imputati direttamente all’oggetto di calcolo del costo in quanto è possibile e si ritiene opportuno procedere a una
misurazione oggettiva del consumo del f.produttivo impiegato x l’oggetto. 2) non sono imputati all’oggetto di
calcolo del costo in quanto riguardano f.produttivi per i quali non è possibile o non conviene precedere alla
misurazione oggettiva del consumo. La loro distinzione è molto importante poiché uno stesso f.produttivo può
generare sia costi diretti che indiretti; bisogna analizzare i singoli f.prod impiegati e stabilire se l’entità del
consumo può essere imputata direttamente o no all’oggetto del quale si intende calcolare il costo.
Relaz tra costi diretti e indiretti,speciali e comuni: i costi comuni possono essere imputati al costo di produzione
solo indirettamente e quindi sono anche costi indiretti, i costi speciali possono essere imputati al costo di prod sia
direttamente che indirettamente in base ad una scelta soggettiva. Sono quindi costi diretti.
Classificazione secondo la controllabilità:1) costi controllabili 2) non controllabili
Costi controllabili :sono almeno in parte influenzabili dalle decisioni dei responsabili delle singole aree. Costi non
controllabili non possono essere influenzati dal comportamento o dalla volontà del responsabile di area
Classificazione secondo la variabilità: 1) costi variabili,2) costi fissi,3) costi semivariabili
1) costi variabili: nel loro ammontare variano in proporzione alla quantità prodotta in quanto esiste una
correlazione diretta tra il loro ammontare e il volume di produzione cui si riferiscono
L’equazione è CV=cv*q. 2) Costi fissi: detti anche costi di struttura rimangono costanti al variare del volume di
produzione fino a quando non varia la capacità prod;essi variano infatti solo quando la struttura aziendale assume
un diverso livello dimensionale;ciò si verifica in seguito alla modifica della capacità produttiva che esprime la
quantità massima di prodotto che l’impresa può ottenere, in un determinato momento, sulla base dei vincoli
tecnici.. 3) costi semivariabili: o semifissi sono formati da una componente fissa ,esistente anche in assenza di
produzione e da una parte variabile che invece varia in misura direttamente proporzionale rispetto al volume di
produzione. Costo suppletivo è rappresentato dal costo che l’impresa sopporta per aumentare l’attuale produzione
di una certa quantità
1) Costi reali/ 2) figurativi: (1) sono interamente sostenuti e relativi a fattori produttivi acquisiti da terzi; (2) sono
costi che l’impresa non sostiene effettivamente in quanto derivano da f.prod. non acquistati presso terzi ma
apportati dal proprietario o da soci
1) Costi preventivi/ 2) consuntivi: (1) vengono determinati prima che la produzione sia effettuata;(2) sono in
riferimento a produzioni già effettuate
1) Costi effettivi/ 2) standard: (1)costi realmente sostenuti per l’attuazione del processo produttivo e sono quindi
consuntivi;(2) costi predeterminati in base a particolari condizioni di svolgimento della produzione e sono quindi
preventivi
Il metodo di imputazione dei costi. Una volta stabilito l’oggetto di calcolo a cui riferire i costi, è possibile
procedere mediante: 1) imputazione diretta; 2) imputazione indiretta. 1) riguarda i costi speciali sostenuti per il
processo o il lotto di cui si intende calcolare il costo; è effettuata moltiplicando la quantità del fattore produttivo
impiegato per il suo prezzo unitario. 2) riguarda i costi comuni e generali e i costi speciali per i quali non è stato
ritenuto economicamente conveniente procedere alla misurazione oggettiva. Questi costi vengono riferiti ai prodotti
per quote, mediante una ripartizione soggettiva, attuata moltiplicando il costo da ripartire per un coefficiente di
riparto adeguato. L’imputazione dei costi indiretti può essere effettuata: 1) su base unica; 2) su base multipla. 1)
quando il totale dei costi indiretti viene suddiviso in proporzione a una sola base di ripartizione. 2) quando i costi
indiretti sono raggruppati in classi omogenee per ciascuna delle quali si applica un’appropriata base di ripartizione.
I centri di costo: rappresentano unità organizzative aziendali alle quali vengono localizzati i costi comuni e
generali sostenuti nel processo produttivo, in attesa della loro definitiva imputazione alle produzioni che li hanno
determinati. Può essere: 1) reale, se corrisponde a un’unità organizzativa fisicamente individuabile; 2) di comodo,
se il centro è stato creato in relazione a esigenze di calcolo. È possibile classificare i centri di costo in base alla loro
funzione: 1) centri produttivi, sono le unità aziendali preposte alla trasformazione delle materie prime; 2) centri
ausiliari, forniscono servizi oggettivamente quantificabili ai diversi centri produttivi; 3) centri comuni, forniscono a
favore dei centri produttivi prestazioni di difficile misurazione; 4) centri funzionali, forniscono prestazioni
all’azienda nel suo insieme (es. centri di sorveglianza). Obiettivi dei centri di costo: 1) determinare i costi di
prodotto; 2) attuare il controllo dei costi di funzionamento dei singoli centri operativi.
Contabilità 1) full costing e 2) direct costing. 1) permette di determinare il costo pieno di prodotto attribuendo ad
esso tutti i costi sostenuti, sia variabili che fissi. L’attribuzione dei costi all’oggetto si effettua adottando il criterio
dell’imputazione diretta per i costi variabili e indiretta per i costi fissi. A seconda del metodo di imputazione
adottato le diverse configurazioni di costo assumono valori diversi presentando un elevato grado di soggettività. 2)
si imputano all’oggetto di costo solo i costi variabili che rappresentano i costi di prodotto. I costi fissi non vengono
imputati ai prodotti ma attribuiti al risultato economico del periodo considerato. Margine lordo di contribuzione:
differenza ricavi di vendita e costi variabili e indica in quale misura i ricavi delle vendite sono in grado di
partecipare alla copertura dei costi fissi e alla formazione del risultato economico d’esercizio. Una forma più
evoluta di direct costing si basa sulla distinzione dei costi fissi in: 1) costi specifici, che l’azienda sostiene per una
determinata linea di produzione alla quale possono essere imputati direttamente; 2) costi fissi comuni e generali,
che sono imputati indirettamente in quanto riferibili all’azienda nel suo complesso. Il direct costing può essere
impiegato per: 1) controllare la gestione; 2) assumere decisioni di breve periodo. Il valore attribuito alle rimanenze
con il full costing è maggiore di quello calcolato con il direct costing.
Activity based costing: metodo di ricalcalo e attribuzione delle spese generali nella determinazione dei costi di
produzione. I sostenitori ABC ritengono che il calcolo dei costi debba essere imputato secondo la logica del costo
pieno, in particolare la procedura da adottare per l’imputazione dei costi indiretti deve essere basata sull’analisi
delle attività transazionali, cioè attività di supporto alla produzione che consumano risorse, creando valore per il
cliente ma generando ulteriori costi per l’azienda.

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