8 luglio 2004
Sappiamo ormai che gli oggetti di largo consumo sono progettati perché non durino, sappiamo che la
tecnologia che produce computer, televisori, telefonini, videoregistratori, autoradio, lettori al lasar,
consolle di gioco ecc prevede certi componenti che una vota ceduto non vale la pena riparare perché il
costo della riparazione si avvicinerà al prezzo dell’oggetto nuoco. Le discariche sono dunque piene di
oggetti funzionanti al 95%, buttati via solo perché non valeva la pena di riparare. Sarebbe stato logico
produrli in modo che non si rompessero o che si potessero riparare. Ma si tratta di un sistema. Il guadagno
del produttore proviene dalla quantità di pezzi venduti.
Il consumatore è costretto a comprare una nuova batteria con una spesa che, spinge all’acquisto di uno
nuovo telefonino. I nuovi modelli di telefonino rendono difficile reperire sul mercato le loro batterie.
Poco importa se milioni di pile scariche finiscono per costituire un serio problema ecologico.
Questo dimostra che non è possibile conciliare la nuova tecnologia e i consumi con la salvaguardia
dell’ambiente. Le pile oggi non servono più ad alimentare di energia le cose, bensì ad alimentare i fatturati.
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