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LA TRADIZIONE GIURIDICA SOCIALISTA

La tradizione giuridica socialità:perdurante vitalità

L'originalità e singolarità della tradizione giuridica socialista e la necessità di una sua rigorosa
dissociazione e disgiunzione dalla famiglia giuridica di Civil Law è stata affermata dalla posizione
dottrinale che ha avuto cura di riconoscere le profonde trasformazioni che le democrazie liberali,
ispirate da preoccupazioni sociali, hanno portato alle proprie strutture durante il XX secolo,
nonché la sostanziale diversità delle loro istituzioni giuridiche dal quadro delineato da Marx ed
Engels, insieme alle differenze fondamentali fra le strutture, istituzioni, forme di vita e di pensiero
dei paesi socialisti e degli altri paesi: le parole democrazia, elezioni, parlamento, federalismo,
sindacati, contratti collettivi, acquistano un significato del tutto differente, per esempio, perché
esiste un onnipotente partito comunista; le parole proprietà, contratto, funzione pubblica, arbitrato
indicano realtà differenti, in presenza della collettivizzazione dei beni di produzione e della
pianificazione.
J. Hazard e di H.J. Berman condivisero l'idea secondo cui il diritto sovietico non era un sistema di
diritto civile al servizio degli interessi di un leader onnipotente, ma possedeva una propria singolarità in
quanto mosso e stimolato da potenti correnti ideologiche e politiche. Hazard in particolare individuò la
base del diritto sovietico nel perseguimento dei fini del marxismo- leninismo, descrivendo lo sviluppo
della teoria giuridica sovietica quale progetto politico. Egli ha condiviso l'esigenza ineluttabile di assegnare
un'autonomia concettuale alla tradizione giuridica socialista, evidenziando alcuni fattori ritenuti capaci di
marcare una distinzione di tale tradizione rispetto a quella di derivazione romanistica. I fattori sono di ordine
economico, di demarcazione politica, di distinzione sociale (la mobilitazione sociale totale si fonda su
ragioni giustificative ulteriori rispetto all'abolizione della base economica che rafforza il pluralismo), infine un
fattore concernente l'appassimento dello Stato: “it lurks in the back of the Marxist-oriented mind as an
ideal requiring that in some manner the general public be brought into the process of making
policy. Still, evolution towards mass participation must not upset the concept of strong leadership,
without which Marxists expect the public to slip back to the way of least resistance”.
Nei vent'anni successivi alla pubblicazione dell’opera di Hazard, nel modello socialista si era
consolidata la visione che lo collocava accanto alle tradizioni giuridiche di Common Law e di
Civil Law.

In conseguenza degli eventi rivoluzionari del 1917 in base all'influenza dell'unione sovietica,
richiamati i principi dell'ideologia socialista, si osserva che il risultato che ne è derivato è di una
tradizione giuridica vigorosa, giovane, che ancora denuncia una natura essenzialmente ibrida. La
concezione socialista considera in generale il diritto come uno strumento della politica
economica e sociale, in particolare le tradizioni giuridiche anglo-americana e continentale come
un riflesso della società, dell'economia e del governo di paesi capitalisti, borghesi, imperialisti e
sfruttatori.
Allo stesso tempo la Common Law appare al giurista sovietico poco sistematica e rozza rispetto
alla legislazione sovietica accuratamente elaborata. Infine, per un giurista socialista, sia la
tradizione di Civil Law che quella di Common Law sono criticabili perché includono le loro
stesse ideologie. I nostri sistemi non sarebbero che strumenti attraverso i quali gli ideali
borghesi vengono mascherati in forme giuridiche apparentemente neutrale e sostanzialmente
usate per sfruttare il proletariato.

Di fondamentale importanza risulta il saggio del 1977 di C. Osakwe, dedicato all'individuazione del
comune denominatore delle costituzioni socialiste. L'analisi condotta oltre quarant'anni fa si rivela di
sorprendente e straordinaria attualità ove applicata all'esperienza e che tuttora si richiamano alla
tradizione giuridica socialista. Il socialist commonwealth of nations è proiettato “to the construction of
a full-fledged socialist state as a step toward the attainment of a communist society - a society in
which, according to Marxist-Leninist doctrine, there will be no private property, no economic
classes, no laws, and therefore, no government per se”. Quanto al rapporto tra Costituzione e
programma del partito comunista, avuto riguardo al fatto che quest'ultimo funge in uno stato
socialista da capo architetto del programma di sviluppo socio-economico, il programma del partito
comunista rappresenta la fonte normativa suprema, sovra-ordinata rispetto alla stessa Costituzione:
tale programma rappresenta la fonte immediata da cui le disposizioni costituzionali derivano la propria
ispirazione. La costituzione statale ne rappresenta la codificazione quanto agli elementi fondamentali che lo
connotano. Nello Stato socialista, la Costituzione occupa una duplice posizione: rappresenta, da una parte,
la fonte giuridica suprema e, dall’altra, declina la codificazione suprema del programma politico e
socio- economico dello Stato: “As the supreme law of the land, the socialist constitution is binding on
all state and social organizations other that the communist party. The state constitution is only a
normative expression of the leading provisions of the program of the communist party”.

Osawke si è inoltre concentrato su 5 aspetti fondamentali del costituzionalismo socialista: le norma


programmatiche, le norme in materia di separazione dei poteri, il catalogo dei diritto della
persona, i doveri costituzionali, i principi in materia elettorale.
Le norme programmatiche sono dirette alla declamazione dei principi del marxismo-leninismo
quale ideologia di Stato, alla proclamazione della vittoria irreversibile sul capitalismo,
all'enunciazione della costruzione di una nuova società socialista sotto l'egemonia del partito
comunista e con la partecipazione delle classi degli operai e dei contadini. Tutte le costituzioni
socialiste opzione a favore dell'economia socialista quale forma di organizzazione economica
della nuova società. Le costituzioni socialiste enunciano il principio di separazione Stato- religione,
anche se in concreto viene frequentemente posto il divieto di tutte le forme di propaganda religiosa. Varie
norme programmatiche hanno cura di formulare i principi generali della politica estera:
l'internazionalismo socialista (con riferimento ai rapporti tra Stati socialisti), la coesistenza pacifica
(con riferimento ai rapporti con gli Stati imperialisti) e l’internazionalismo proletario'i (con riferimento ai
rapporti con gli Stati del terzo mondo). Tutto il potere deriva dal popolo, concepito quale classe lavoratrice che
include il proletariato, i contadini e gli intellettuali progressisti. Il costituzionalismo socialista si conforma al
principio dell'unità del potere statale, rivolte nel suo complesso al perfezionamento della società socialista e
alla costruzione del comunismo: “a socialist government is not a self-perpetuating historical
category. It is rather a transitional arrangement whose only reason to existence is to prepare
society for the full communist society”. La giustizia impartita dai tribunali socialisti è una giustizia di
tipo socialista, in quanto tale ingiustizia di classe, ciò comporta che: “the administration of communist
equity principles and the enforcement of socialist laws are the primary preoccupation of socialist
courts”. Lenin stesso aveva sottolineato la funzione educativa e pedagogica dei tribunali
richiamandoli all'esigenza di convogliare nelle loro decisioni lezioni di rispetto universale della legge, ma
anche di moralità sociale e di pratica politica: il totalitarismo invoca la mobilitazione totale di tutti gli organi
statali ai fini della costruzione della società comunista ed anche i tribunali “are being constantly called upon
to administer socialist justice which is essentially class justice, to propagate the laws through their
decisions and through other activities”. Il complesso di tali elementi induce a qualificare i sistemi
costituzionali socialisti come totalitari.

Dopo aver articolato la tradizione giuridica socialista nelle due suddivisioni del gruppo sovietico
ed est europeo, da una parte, e del gruppo cinese e del sud-est asiatico e dall'altra, Osawke
pone in evidenza quattro aspetti del diritto socialista attinenti ai connotati infrastrutturali e
metodologici del sistema giuridico, alle formule del sistema per il riassetto, il riordino e la
rifondazione della società, nonché alla natura dell’uomo. I primi due aspetti costituiscono la
forma del diritto socialista, il terzo l'ideologia del diritto socialista, il quarto la teologia del
diritto socialista.

I. Diritto socialista: Ove si abbia riguardo al carattere della sua infrastruttura e metodologia, il
diritto socialista rivela il proprio radicamento nella tradizione di Civil Law, ma l'unicità del
diritto socialista quale autonomo sistema giuridico deriva da diverse qualità intrinseche. Il
diritto socialista, in tal senso, è saldamente ancorato ai fondamenti del marxismo,
percepito quale potente sincretismo di teorie politiche e sociali con la teologia. I legislatori
socialisti possono essere paragonati ai compositori, che scrivono i testi che altri devono
interpretare; giudici e avvocati sono gli esecutori della musica del diritto socialista. I veri
progenitori del diritto socialista, tuttavia, sono i membri del gruppo ristretto, dell'Elite del
partito comunista al potere nel singolo ordinamento (la segreteria, il politburo e il comitato
centrale del partito).
II. Teologia del diritto socialista: sotto il profilo teologico, il diritto socialista viene qualificato
come la prima pseudo-religione scientifica del mondo. I legislatori socialisti sembrano
concepire il diritto socialista quale formula scientifica per l'eventuale trasformazione del
presente, imperfetto uomo e socialista nell'ideale uomo comunista.allo stesso tempo i
legislatori socialisti disconoscono la natura religiosa di tale diritto, ma agli osservatori esterni
dei sistemi giuridici socialisti, tale diritto non appare autenticamente scientifico né una vera
religione: “to the extent that it is predicated upon the theoretical principles of “scientific
communism” it may be described as as pseudo-science. The pseudo-religious character of
socialist law derives from the fact that as a system of rules it is firmly anchored in the
philosophical postulates of Marxism, and Marxism in turn can be described as a secular world
religion”.
III. Ideologia del partito socialista: sotto il profilo ideologico, risalta nel modello socialista il
ruolo guida riconosciuto al partito comunista in seno al sistema giuridico, la cui leadership
nelle società socialiste prevale rispetto a quella statale. Suggestiva l'immagine che utilizza
Osawke al fine di evocare le norme partitiche, paragonandole ad un'anatra, che talvolta
nuota visibile sulla superficie dell'acqua, talaltra si immerge, ma è sempre presente. “Party
law does not seek to displace or compete with state law”. Il rapporto tra partito e governo può
essere assimilato a quello intercorrente tra un principale (il partito) e il proprio agente generale
(lo stato): in quanto attore principale nel contesto descritto, il ruolo del partito consiste nel
comporre e arrangiare la musica; compito dello Stato socialista consiste nel suonare la
musica, assicurandosi che tutti i ballino in conformità allo spartito. La posizione del partito non si figura
solo come extra-costituzionale, ma anche come sopra-costituzionale.

Al diritto socialista è assegnata una missione radicalmente diversa da quella dei sistemi giuridici
di Civil Law e di Common Law. Il diritto socialista considera necessario riposizionare l'intero
orientamento politico, economico e sociale della società: la missione storica del diritto socialista
consiste nel perseguire il processo della società verso il socialismo e, quale meta finale, verso il
comunismo. Il diritto socialista è chiamato a liquidare tutte le forme di proprietà capitalista. Gli
elementi fondamentali dei sistemi giuridici socialisti vengono identificati da Osawke nel
riconoscimento della leadership suprema del partito comunista, nella proprietà statale della terra e
nella collettivizzazione dell'uso della terra, nella proprietà statale dei mezzi di produzione e
distribuzione, nella pianificazione economica nazionale quale unico approccio accettabile per lo
sviluppo economico, nella mobilitazione totale dell'intera popolazione per la partecipazione
sociale, infine nella riluttante tolleranza di modeste forme di proprietà privata.
Nei sistemi costituzionali socialisti la prassi generale denota la concentrazione del potere politico
nelle mani del partito comunista e a detrimento degli organi statali; la stessa indipendenza del
potere giudiziario, principio costantemente affermato dalle costituzioni socialiste, è
compromessa e inficiata nella sua effettiva e piena esplicazione da previsioni, parimenti
costituzionali, che contemplano l'elezione dei giudici e la loro responsabilità verso l'organo
legislativo che li hai letti e che può revocarli.
Sul versante della teologia del diritto socialista, come il medesimo sia una filosofia il cui compito
principale consiste nel rinnovamento e rifacimento della coscienza popolare: “The purpose of this law is
to inculcate in the people such ideals as high moral soundness, unwavering belief in the ideal of
nature of life under communism, and self sacrifice for the common good”. In quanto pseudo-
religione, il diritto socialista consiste nella riapparizione della religione rivolta verso i templi e santuari di
Mosca e Pechino.
Le riflessioni condotte da Osakwe possono considerarsi applicabili a tutte le esperienze
degli ordinamenti socialisti e conservano parimenti un’assoluta attualità quanto alla loro
riferibili ai sistemi che tuttora si riconoscono nella tradizione giuridica socialista.

La natura del diritto sovietico, secondo l’Autore, consiste nella sintesi di quattro tesi e un’antitesi.
Le quattro tesi sono rappresentate dalla filosofia politica platonica, dalla teoria del contratto
sociale di Hobbes, dalla tradizione di civil law e dalla filosofia economica marxista.
L’antitesi evoca le modiche apportate in Russia alle quattro tesi prima della loro inseminazione
nell’utero da cui è nato il diritto sovietico. Il sincretismo realizzato da Lenin e Stalin dalle tesi
platoniche, di Hobbes, di civil law e marxiste e la loro conformazione alla realtà sovietica
costituiscono il fattore di coesione dell’intero sistema intellettuale. Gli elementi riconducibili al
retaggio culturale russo e ai caratteri della Russia pre-rivoluzionaria furono la teologia leninista e
l’ideologia stalinista. Il processo di gestazione del diritto sovietico viene identificato con gli anni
tra il 1917 e il 1935, l'infanzia si estese dal 1936 al 1953, anno della morte di Stalin. Dal 1953 al
1977 il sistema sovietico visse la propria adolescenza: l'entrata in vigore della costituzione
brezneviana segno infatti il passaggio alla fase adulta.infine un'ultima fase, di rapido declino del
diritto sovietico, ma non del modello socialista (che sopravvive tuttora a Cuba e nelle esperienze
di Cina, Vietnam, Laos e Corea del Nord), che coincide con il periodo 1986-1991. Come nella
Repubblica di Platone, i cittadini dello Stato sovietico potevano essere divisi in tre classi socio
politiche: i guardiani perfetti che comandano e governano, veniva assegnata una posizione di
preminenza; ai guardiani militari veniva riconosciuta una posizione intermedia in quanto posti al
servizio dello Stato per il mantenimento dell'ordine; infine, moltitudine o gregge, era l'ultima
classe costituita dai produttori, operai e contadini, e a loro veniva attribuita una posizione
subordinata, di sotto- posizione e obbedienza nei confronti dei guardiani perfetti.
Osakwe propone un approccio al diritto sovietico in parte mutuato dai precedenti contributi in
materia, in base a quattro diverse prospettive concernenti le sue infrastrutture, la sua
metodologia, la sua ideologia e la sua teologia. Le radici dell'infrastruttura e della metodologia
vengono rintracciate nelle tradizionali nozioni giuridiche romane-germaniche; l'ideologia giuridica
è fermamente ancorata ai principi filosofici di Platone, Hobbes e Marx; la teologia giuridica,
parimenti derivante da Marx, riflette il carattere semi-religioso del sistema giuridico sovietico.
L'interazione di tali elementi con il carattere indigeno russo conferisce al diritto sovietico la propria
originalità.
In quanto sistema di pensiero filosofico, l'ideologia giuridica sovietica si configura quale il prodotto di
tre componenti: la filosofia politica platonica, la teoria del contratto sociale di Hobbes e la filosofia
economica marxista. Il suo scopo “is not merely to impose a new social, economic and political order
on society, but also to engineer the demise of the present society and to guide the advent of the
future communist society.” I principi che nel complesso connotano l’ideologia giuridica sovietica sono I
seguenti: “The notion that the Soviet state is founded on the consent of the people, from whom
the power emanates, the idea that all the members of the society are classified in three groups,
the firm recognition of the role of the Communist Party as the vanguard of society…”
Accanto ad una particolare ideologia giuridica, il sistema sovietico ha elaborato una serie di principi filosofici
relativi al benessere spirituale dei cittadini.tale teoria della salvazione, queste teologia spirituale, viene definita
da Osakwe come teologia del diritto sovietico. Mentre l'ideologia del diritto sovietico concerne gli
aspetti sociali, economici e politici della vita insieme alla società sovietica, la teologia del diritto ad oggetto
esclusivamente la rettitudine morale dell'esistenza umana, in seno alla società contemporanea in quella
futura: “Soviet law is a philosophy of life whose basic task is the fundamental remaking of the
conscience of the people. The purpose of this law is to inculcate in the people such ideals as
moral soundness, unwavering belief in the superiority of life under communism, and self-sacrifice
for the common good”. Pur non essendo qualificabile come religione nel pieno senso del termine, il
diritto sovietico reca ciò nondimeno dimensioni religiose: “a claim to ultimacy; a deep relatedness to
the normative; a requirement of faith and commitment…” - il diritto sovietico richiede cittadini
fedeltà, obbedienza e devozione incondizionata: tale lealtà si manifesta in due modi, attraverso
l'adesione intellettuale la validità della struttura ideologica e mediante l'adempimento degli obblighi derivanti
dalla struttura medesima in quanto vincolanti.
Infine, ciò che rende autenticamente sovietico il diritto è il suo carattere russo. Il sincretismo di
tale fattore e degli altri elementi tipizzanti del diritto sovietico conferisce a quest'ultimo la propria
originale personalità teologica. Tale originalità di accento russo si manifesta in tre dualismi: nella
simbiosi tra diritto del partito e diritto dello Stato; nell'esistenza concentrica di due morali del
sistema giuridico, la morale dell'ambizione e la morale del dovere; infine nell'esistenza parallela di
due concetti della giustizia nel diritto processuale penale. Quanto al primo dualismo si osserva
come il partito unico, struttura di comando, assume funzioni tradizionalmente associate al
concetto di Stato: il partito detiene il reale potere politico e opera dietro le quinte manipolando gli
organi statali. Nel modello socialista operano due sistemi autoritativi paralleli: il sistema giuridico
strettamente inteso e il sistema delle regole del partito. Le decisioni e le direttive del PCUS non
venivano formalmente incorporate all'interno dell'ordinamento delle fonti del diritto sovietico e
non ne facevano formalmente parte sotto il profilo organico: le statuizioni del partito, tuttavia,
riflettevano la volontà del partito e, nella misura in cui esso operava quale soggetto
fondamentale del sistema di governo sovietico, il corpus normativo partitico esercitava un'autorità
determinante sul diritto statale ed era destinata a prevalere sul diritto statale in caso di
antinomia tra le due sfere normative. Quanto al secondo dualismo, il diritto sovietico
comprende due nozioni concentriche di morale, la morale dell'ambizione e la morale del
dovere. La prima morale è superiore alla seconda: la morale dell'ambizione sopravviverà alla
morale del dovere, il destino di quest'ultima è storicamente connesso alla nozione di diritto,
destinato a scomparire nella fase ultima del comunismo e, con il medesimo, verrà assorbita la
nozione di moralità del dovere; al contrario, la morale dell’ambizione - in quanto regola della vita
comunitaria socialista - sopravvivrà lungo dopo la scomparsa dello Stato e del diritto: “according
to Marx’s theory, law will wither away under communism, but morality will not. In fact, communism
is seen as a celebration of morality”.

Il conferimento di uno spazio concettuale e classificatorio autonomo alla tradizione giuridica


socialista insieme alla tassonomia prescelta trova conferma nella delineazione della tipologia dei
grandi sistemi giuridici invalsi insieme a varie posizioni dottrinali nella fase temporale successiva
agli eventi connessi alla caduta del muro di Berlino, al crollo dell'Unione Sovietica e allo
smantellamento dei regimi socialisti nell'Europa centro-orientale e nell'area dell'Asia centrale ex-
sovietica, che depongono nel loro complesso in senso positivo ai fini di tale convalida.
J.H. Merryman ha registrato il declino del diritto socialista dopo la fine dell'unione sovietica, il
ritorno alla tradizione di Civil Law degli ordinamenti dell'Europa centrale ed orientale qui era stato
imposto quali sovrastrutture di concetti socialisti in Stati sulla base della tradizione giuridica
occidentale, ma ha opportunamente sottolineato la sopravvivenza di un sistema politico
socialista a Cuba, in Cina, Corea del Nord e Vietnam. Dei tre sottogruppi che formavano la
tradizione giuridica socialista, uno (quello dell'Europa centrale e orientale) ha abbandonato il
diritto socialista e ha fatto ritorno alle proprie radici di Civil Law; gli altri due (quello cinese e
dell'Asia sud- orientale, nonché quello delle emergenti culture del terzo mondo) sono rimasti fedeli
ai principi e ai fondamenti del modello socialista. Pertanto, la cronaca della riunificazione del
ramo europeo della tradizione giuridica socialista con la tradizione giuridica occidentale non
equivale a una dichiarazione di morte del modello socialista, non rappresenta un requiem del
diritto socialista. Il centro di gravitò del ridotto universo del diritto socialista si è spostato da
Mosca a Pechino.

La tradizione giuridica socialista non assume autonomo rilievo, se non in una prospettiva
diacronica, nell'ambito di una pluralità di opere, in cui si rinvengono analisi dedicate al modello
post-socialista, al modello della transizione, ai sistemi giuridici dell'Europa centrale ed orientale
eccetera, ma non la famiglia giuridica socialista in un contesto sincronico. Nei casi dei sistemi
giuridici dell'Europa centro-orientale e dell'area ex-sovietica, Russia compresa, si è assistito,
dopo il 1989, ad un riposizionamento dei medesimi, dopo l'esperienza socialista, all'interno del
modello offerto dalla tradizione giuridica occidentale. Avuto riguardo al profilo giuridico formale,
quindi, tali ordinamenti vanno classificati insieme al modello di Civil Law. Avuto riguardo il profilo
sostanziale, sul versante del funzionamento materiale dei sistemi medesimi, possono
riscontrarsi prassi che appaiono quale chiaro retaggio dell'esperienza socialista e attengono
all'attuazione politica dell'ordinamento costituzionale, che ne suggeriscono la classificazione,
secondo i diversi casi, insieme alla categoria dello Stato autoritario, delle democrazie elettorali,
delle democrazie incompiute eccetera.

È imprescindibile interrogarsi sull'effettiva funzionalità delle categorie dello Stato di derivazione


liberale in sede di verifica dello stato di avanzamento del consolidamento democratico in una
pluralità di ordinamenti e di esperienze costituzionali che sembrano tuttora trovarsi agli albori
ovvero alla metà del guado della propria transazione e recano indice di incertezza e
incompiutezza quanto alla piena realizzazione dell'opera di convergenza fra dato costituzionale
formale e garanzia dell'effettività dei principi e degli strumenti codificati insieme al medesimo. In
tal senso, l'opera del comparista è resa particolarmente ardua dalla necessità di individuare in
via preliminare quale tertium comparationis una nozione minimale di democrazia funzionale in
via propedeutica alla non facile comparabilità tra sistemi giuridici spesso profondamente
diversi, nonché dal dovere di rendere oggetto di indagine una pluralità di fattori emergenti da
ambiti diversi da quello strettamente giuridico e capace di incidere ampiamente sulla
caratterizzazione descrittiva e contenutistica delle due fasi delle transizioni costituzionali e del
consolidamento democratico. La democrazia liberale richiede che le dimensioni dense - come
la libertà individuale sostanziale di credo, pensiero, opinioni, l'elettorato attivo e passivo di tutti
cittadini, un potere giudiziario indipendente che applichi la legge in modo neutrale e protegga i
diritti dei singoli e dei gruppi, il giusto processo e la libertà dei singoli da una tortura, dal
terrore e dalla detenzione arbitraria, un autentico pluralismo delle fonti di informazione e delle
forme di organizzazioni indipendenti dallo Stato - sussistano in misura sostanziale.
Diversamente, diviene inevitabile rilevare l'esistenza di pseudo democrazie, in cui le istituzioni
democratiche possono operare effettivamente, ma il sistema elettorale produce risultati alterati,
ovvero di democrazie illiberali. Il percorso compiuto dalla tradizione occidentale quanto alla propria
penetrazione negli ordinamenti considerati nel periodo successivo al controllo dello Stato
socialista sembra giunto ad un punto di irreversibile non-ritorno. Tale conclusione non può
essere smentita dall'individuazione di episodiche tracce del modello antecedente, che ha
definitivamente ceduto il passo - nei casi sloveno, croato, ungherese, polacco…- al modello
occidentale. Appare parimenti non revocabile in dubbio la permanenza di un'ampia forcella, in
altre esperienze, tra il dato formale e quello sostanziale che declina, tra gli altri, fenomeni
quali il mono-partitismo, la verticalizzazione del potere a favore dell'organo presidenziale, il
personalismo politico, l'appiattimento del potere giudiziario e su quello esclusivo
esecutivo, la mancata realizzazione della pluralizzazione dei circuiti di indirizzo politico
attraverso politiche di decentramento, la scarsa incidenza degli organi di giustizia
costituzionale, l'incerta tutela dei diritti fondamentali eccetera: è la situazione che si
manifesta, secondo un diverso grado di intensità, in Russia e nei paesi dell'area caucasica ed ex
sovietica, ove gli isotopi socialisti mostrano un decadimento più accentuato. Si tratta di
ordinamenti in cui la rule of law nonché il principio dell'eguaglianza di tutti cittadini davanti alla
legge, ideologicamente asettico ed
impermeabile rispetto ad un inquinamento traviamento politico, tende a stemperarsi e sfumare
nella rule by law, locuzione che evoca modalità di esercizio del potere da parte di un'elite di
governo o di un autocrate che si traducono nella produzione ed applicazione del diritto secondo
canoni di opportunità e convenienza.
L'adozione da parte di Cina, Vietnam, Corea del Nord e Cuba di riforme giuridiche ed
economiche nella direzione del modello del libero mercato e di timide liberalizzazioni sotto il
profilo politico, non ha simultaneamente provocato la scissione e avulsione dei sistemi medesimi
dalla tradizione giuridica e socialista, cui restano saldamente agganciati. Non sembra
condivisibile la completa obliterazione della tradizione giuridica socialista dal novero delle
tradizioni giuridiche contemporanee da parte di una pluralità di autori. Tale opzione appare quale
frutto di un inaccettabile appiattimento alla teoria della simultanea estinzione dell'Unione
Sovietica e del crollo dei sistemi socialisti nell'Europa centro-orientale e della tradizione
giuridica socialista, dall’altro. Tale tradizione è pienamente sopravvissuta agli eventi occorsi tra la
fine degli anni 80 e gli inizi degli anni 90 ed è completamente vitale nell'esperienza dei socialismi
dell’Asia orientale e di Cuba. Un quarto della popolazione mondiale continua essere eletto da
sistemi giuridici incontrovertibili mente operanti secondo le coordinate essenziali della
tradizione socialista. La resilienza dei sistemi socialisti dopo il crollo delle economie socialiste si
è manifestata nella capacità di recepire e assorbire categorie, concetti e istituti del liberalismo
giuridico senza tuttavia rinunciare all'adesione normativa alle fondamenta statalistiche della
concezione
marxista-leninista del diritto socialista: da una parte i sistemi socialisti hanno assimilato
categorie concettuali compatibili con l'economia capitalista, ma dall'altra hanno denotato un
approccio tradottosi nel rigetto dei principi fondamentali della tradizione giuridica
occidentale, tra cui la neutralità politica degli organi statali, l'indipendenza del potere giudiziario,
l'autonomia della società civile. Il diritto socialista, pur riformato e reso parzialmente permeabile
alla penetrazione di alcune categorie della tradizione giuridica occidentale, rimane uno strumento
saldamente nelle mani del partito unico comunista, la cui posizione di preminenza e priorità
insieme all'assetto politico-istituzionale, economico e sociale rimane indiscussa in attaccabile.

Nella dottrina italiana, Vergottini ha sempre assegnato un'autonoma collocazione alla forma di
Stato socialista in seno alla tipologia delle forme di stato accolta. La categoria della forma di
Stato socialista è stata, peraltro, oggetto di analitica trattazione da parte dell'autore in seno a
edizioni ampiamente successive sotto il profilo cronologico rispetto all'avvio dei processi di
superamento del modello socialista nell'area dell'Europa centro-orientale ed extra-sovietica.
L’autore ha confermato il riferimento allo stato socialista quale categoria concettuale autonoma
insedi di classificazione dei regimi politici. Secondo Losano, la trattazione del diritto sovietico
accanto - e non all’interno - a quelli dell'Europa continentale viene giustificata sulla base di tre
criteri:
- È un diritto codificato cui viene affidato il compito di contribuire a realizzare la società
comunista, antitetica alla società borghese di cui i codici tradizionali perseguono il
buon funzionamento
- È un diritto che, nato dal ceppo europeo continentale, ruppe con questa sua origine sul piano
politico, ma non su quello formale
- E un diritto imperiale, poiché impose i suoi modelli astratti di cultura diversa
Il dibattito dottrinale ha peraltro conosciuto, in un'ottica di confronto dialettico pluralistico,
l'apporto di voci dissonanti che hanno ritenuto di non poter individuare nel diritto sovietico nuovi
concetti o rapporti giuridici di natura innovativa, di non poterlo scorporare dalla famiglia di Civil
Law ovvero di doverla ascrivere sotto molteplici importanti profili al gruppo dei sistemi di civil Law.
Le tesi negazioniste non sembrano peraltro in grado di prevalere, né sotto il profilo quantitativo
né sotto il profilo qualitativo, sulle tesi scissionistiche che invece propugnano
l'autonomizzazione concettuale della tradizione giuridica socialista rispetto a quello
occidentale.

I lineamenti del diritto socialista

I tentativi di enucleare i tratti distintivi del diritto socialista si sono polarizzati attorno a cinque
paradigmi fondamentali:
I. Il destino del diritto socialista, la cui sorte sarebbe segnata dalla sua scomparsa in
coincidenza con il superamento della proprietà privata e dei conflitti tra le classi sociali e la
transizione ad un ordine sociale di tipo comunista. David ha individuato un segnale
dell'originalità del diritto socialista nell'ambizione dei giuristi socialisti di creare le condizioni di
un nuovo ordine sociale caratterizzato dalla scomparsa dei concetti di Stato e di diritto. Il
passaggio, preconizzato dal marxismo, ad una nuova società caratterizzata dall'estinzione
dell'antagonismo tra classi sociali, dal divieto di appropriazione privata dei mezzi di
produzione e dal loro conferimento a disposizione della collettività, dall'instaurazione di una
società fraterna, società comunista in cui cesserà lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo,
renderà superflua ogni coercizione: Stato e diritto diventeranno inutili e scompariranno.
L'uomo sarà di nuovo libero, disporrà di sé e sarà se stesso, perché non dovrà più vendere la
sua forza di lavoro ad uno sfruttatore appartenente alla classe dominante. Le regole di
condotta che si incontreranno in seno alla futura società avranno lo stesso carattere di quelle
della società primitiva: saranno le regole morali, consuetudini, precetti tecnici. Ogni
cittadino parteciperà a turno in proporzione delle sue capacità, alla gestione dei servizi
pubblici; una produzione ben organizzata permetterà di soddisfare i legittimi bisogni di tutti;
ciascuno sarà retribuito non in funzione delle sue capacità, ma dei suoi bisogni. Il diritto
socialista è un mezzo per trasformare la società, per instradarla verso l'ideale comunista. Il
diritto è concepito come uno strumento al servizio dei governanti. Nella fase di passaggio dal
socialismo al comunismo, i compiti dello Stato e del diritto nei sistemi socialisti possono
compendiarsi in tre ordini: il primo è un compito di sicurezza nazionale (affermare e
accrescere la potenza dello Stato per scoraggiare i nemici esterni dall'attaccare il regime
sovietico), il secondo è di ordine economico (sviluppare la produzione in modo da creare
l'abbondanza, che sola permetterà di provvedere a ciascuno secondo i suoi bisogni), il terzo è
un compito di educazione (per distruggere nell'uomo le tendenza comportamenti antisociali,
eredità di secoli di cattiva organizzazione economica).
II. Il dominio esercitato dal partito unico, con riferimento a questo profilo, le tesi scissionisti
autonomiste concepiscono il ruolo dominante del partito unico quale caratteristica distintiva
del diritto socialista. David ha identificato la fonte prioritaria delle regole giuridiche socialiste
con la legge che esprime la volontà popolare, sotto la stretta guida del partito comunista.
Hazard ha rimarcato quale tratto distintivo dei sistemi socialisti la struttura della società
proiettata a garantire una leadership forte, insindacabile e inderogabile. La combinazione del
ruolo dominante del partito unico e la proprietà statale dei mezzi di produzione impedisce
la competizione tra potenziali attori politici.
III. La funzionalizzazione del diritto all'instaurazione di un nuovo ordine economico,
processo all'ambito del quale il diritto privato è assorbito nel diritto pubblico. Si è osservato
come il ruolo dello Stato nell'economia abbia contribuito all’assorbimento del diritto
privato all'interno del diritto pubblico, e si è sottolineato come tale fenomeno sia valso a
rimuovere il diritto socialista dalla famiglia di Civil Law. In conseguenza della
collettivizzazione dei mezzi di produzione, il campo di applicazione del diritto privato si è
straordinariamente ristretto in comparazione al periodo pre-marxista, il diritto privato ha
perduto la propria preminenza a favore del diritto pubblico. Il diritto è, essenzialmente, un
riflesso dell'organizzazione economica della società. Dire che tutto il diritto è diritto
pubblico, come ha detto Lenin, significa esprimere in un altro modo l'idea che tutti rapporti
giuridici sono comandati da un'idea politica e che le regole giuridiche non sono affatto
l'espressione dei principi di una giustizia immanente. E’ nota la posizione di Hazard che
considera il controllo statale dell'economia quale principale elemento di differenziazione tra
diritto socialista e civil law.
IV. Il carattere religioso del diritto socialista, Osakwe ha rilevato, come noto, un carattere
pseudo-religioso e pedagogico del diritto socialista. Egli ha desunto il carattere religioso di
tre profili del diritto sovietico in materia di responsabilità civile: esclude i danni punitivi,
prevede un risarcimento solo per danni materiali, a parte il caso della diffamazione, in
quest'ultima ipotesi dispone come rimedio unicamente la ritrattazione o le scuse. La
caratterizzazione che viene offerta di tali norme tende a rimarcare la loro attitudine a
riflettere una filosofia secondo cui il denaro non dovrebbe essere utilizzato come
antidolorifico. Egli rilevava come molti dei caratteri principali del diritto sovietico non sono
né unicamente socialisti né unicamente russi, ma sono piuttosto il prodotto di una filosofia
sociale la quale è rinvenibile anche in altri paesi non socialisti. Per capire la peculiare
visione della teoria marxista e della storia russa in un nuovo tipo di diritto è essenziale la
distinzione tra diritto ufficiale proclamato dallo Stato e diritto non ufficiale quale
esistente nella mente degli uomini e nei vari gruppi i cui medesimi appartengono. In
Russia, ove la concezione del diritto e il diritto erano rimasti a uno stadio rudimentale per
secoli, la visione marxista trovò un fertile drenaggio nel cuore nella mente del popolo: essi
fecero la propria promessa marxista che, con l'eliminazione della borghesia e l'abolizione di
tutte le sopravvivenze di capitalismo, la comunità sarebbe giunta
essere disciplinata come una famiglia; come una società di congiunti, da criteri
consuetudinari, da un diritto non ufficiale, piuttosto che dal diritto positivo. Nel modello
socialista, la legge mantiene le proprie funzioni tradizionali, in particolare di delimitazione degli
interessi e di risoluzione delle controversie, ma il centro di gravità si è spostato. Il ruolo
educativo del diritto socialista presuppone una nuova concezione dell'uomo, in cammino
verso la meta di una più alta fase di sviluppo: il soggetto di diritto è trattato assai meno
come possessore indipendente di diritti e doveri che come un membro non autonomo del
gruppo collettivo che la legge deve non solo proteggere contro le conseguenze della sua
ignoranza, ma anche guidare, preparare e disciplinare. Il diritto sovietico mira così non
soltanto a delimitare, segregare e definire, ma anche ad unire, organizzare ed educare. Il
risultato è la creazione di valori legali interamente nuovi entro la cornice di un linguaggio e
di una dottrina che appaiono altamente convenzionali e ortodossi. Al diritto viene dunque
assegnata nel modello socialista una fondamentale funzione pedagogica ed educativa
V. La funzione non normativa del diritto, si è osservato come l'ordinamento giudiziario dei
paesi socialisti sia influenzato dal principio dell'unità del potere statale, per cui la ripartizione
di poteri fra organi statali avviene secondo il principio di competenza, mentre il partito adotta
scelte di indirizzo che vincolano tutti gli organi del potere tra cui quelli incaricati dell'esercizio
della funzione giudiziaria. Allo stretto compito di interpretazione della legge da parte dei
giudici tipico dei regimi socialisti, si accompagna peraltro la fondamentale funzione di
colmare lacune e carenze nella legislazione vigente, affidando alle corti supreme la funzione
di emanare direttive nei casi di problematica soluzione, vincolanti per gli organi giudiziari di
grado inferiore. La subordinazione degli organi giudiziari all'orientamento indirizzo del partito
unico e dalle direttive provenienti dal vertice del sistema giudiziario è il fattore che spiega la
riluttanza degli organi giudiziari medesimi a emanare decisioni elaborate in autonomia e a
rimettersi quanto al criterio decisionale da seguire alle linee guida concepite dalle corti
supreme. Il principale elemento di differenziazione del diritto socialista dalla tradizione
giuridica occidentale è “the Marxist principle that law is politically and socially functional. In
particular, Marxism opposes that the law may set limits to political action by guaranteeing to
the individual citizen certain spheres of freedom immune from the control by the state”.
Osawke ha definito il diritto socialista quale riflesso di prerogativism, termine con cui
l'autore vuole evocare il fenomeno della violazione delle norme ai fini di adeguamento alle
esigenze del partito per rafforzare i bisogni dello Stato. L'autore adduce quattro esempi di
tale "illegalità legalizzata": il diritto del KGB di avocare le indagini su qualsiasi tipo di reato; il
mancato riconoscimento a soggetti sottoposti ad indagini del KGB del diritto di consultare un
avvocato nella fase pre-dibattimentale del processo; la garanzia di consultazione di un
avvocato, nei processi relativi a reati minori, solo nella fase post-istruttoria; infine, la possibilità
per i tribunali di perseguire un membro del partito comunista solo in seguito alla sua
espulsione dal partito stesso.

Nei sistemi socialisti, il principio di legalità socialista differisce dall'idea di supremazia del diritto
e dalla concezione dello Stato di diritto, che costituiscono il fondamento del diritto e delle
istituzioni dei sistemi giuridici occidentali. Il principio di legalità socialista ha senso soltanto in
un'economia socialista. Il diritto è importante, indispensabile, ma è tuttavia una semplice
sovrastruttura; la sua autorità può fondarsi solo su una infrastruttura sana, quella di un'economia
nella quale i mezzi di produzione siano collettivizzate e sfruttati nell'interesse di tutti. La legalità
rivoluzionaria o socialista costituisce manifestazione del più generale principio di subordinazione
del diritto e dello Stato alle esigenze della rivoluzione e poi del regime comunista, secondo un
canone costante della dottrina dello Stato marxista-leninista. Da un lato, essa richiede che gli
organi dello Stato si attengano a precise disposizioni di legge; dall'altro, non presentando la
legge valore assoluto ma solo strumentale rispetto al fine rivoluzionario, sono concepibili sue
deroghe o comunque sue determinate interpretazioni in nome del fine rivoluzionario stesso.

Tra le migliori ricostruzioni che hanno il merito di aver attinto al più elevato grado di sistematicità,
dobbiamo identificare quelle tratteggiate da Vergottini e da Butler. Quest'ultimo, autorevolmente
compendiato i connotati tipici dei sistemi socialisti in diversi punti:
I. forme sociali e pubbliche di proprietà, accompagnati dalla nazionalizzazione della proprietà
privata e ruolo predominante dello Stato nell'economia;
II. pianificazione economica statale di tipo centralizzato;
III. Isolamento o eliminazione degli elementi delle classi antagonistiche mediante i vari mezzi di
discriminazione legale;
IV. riferimento del concetto di popolo alle masse lavoratrici ed esclusione dal concetto
medesimo dei soggetti che sfruttano il lavoro altrui a fini di arricchimento personale;
V. la classe lavoratrice è considerata la forza-guida del mutamento storico e nemici di
classe assumono la forma degli sfruttatori con i mici del popolo;
VI. in linea di principio, nell'ambito del proletariato agli operai sono riconosciuti vantaggi rispetto
ai contadini o all’intellighenzia
VII. Il partito comunista a ruolo di avanguardia e detiene il monopolio del potere politico;
VIII. le organizzazioni sociali non statali sono poste sotto la direzione del partito;
IX. le organizzazioni religiose sono tollerate, ma non incoraggiate, e sperimentano vari gradi
di persecuzione;
X. il marxismo-leninismo rappresenta l'ideologia ufficiale dello Stato e del partito;
XI. la base del sistema statale è costituita dai soviet o consigli, che operano quali enti del
potere statale;
XII. è riconosciuta l'articolazione dei poteri dello Stato, ma non il meccanismo dei check
and balances
XIII. Il centralismo democratico e la doppia dipendenza gerarchica rappresentano le
coordinate essenziali dell'architettura ordinamentale;
XIV. elettivi ta dei giuridici e rimovibili ta dei medesimi;
XV.l'esercizio dei diritti delle libertà è subordinato al perseguimento del socialismo o
comunismo e a ruolo dominante del partito;
XVI. non è riconosciuta la distinzione tra diritto pubblico e privato;
XVII. riconoscimento di forme diverse di proprietà, scoraggiamento dell'arricchimento
personale, implementazione del commercio cooperativo dei beni, preferenza accordata al
matrimonio civile, definizione di reati contro lo Stato e di reati di natura ideologica,
scoraggiamento o divieto di sciopero.

Viene in rilievo la natura transeunte del diritto e dello Stato, destinati a scomparire- secondo la
teoria di Marx ed Engels - una volta conseguita l'eliminazione della differenziazione della società
in classi e della conflittualità che ne deriva. Il diritto e lo Stato, espressi dei rapporti di produzione
che vedono la classe dominante imporre i propri interessi sulle classi più deboli, sono destinati
a essere superati nella loro versione capitalistica mediante l'instaurazione dello Stato
socialista, in cui il controllo dei mezzi di produzione si trasferisce alla classe dei lavoratori
attraverso la dittatura del proletariato, che conserva un proprio diritto e un proprio Stato in
vista del raggiungimento dello stadio del comunismo che non deve più avvalersi della
funzione del diritto e dello Stato, destinati a scomparire in quanto divenuti inutili. Il diritto
non costituisce l'assetto sociale ed economico ma ne è una sua conseguenza e funge da
strumento ausiliario della volontà politica nell'opera di modificazione ed eliminazione dei
precedenti rapporti economici e politici. Il diritto mantiene nelle società socialiste un ruolo
insostituibile sul versante dell'organizzazione economica e politica, conserva una funzione
pedagogica finalizzata all'educazione delle masse, funge da strumento di tutela dei diritti
individuali e collettivi, e finalizzato alla repressione della devianza dei principi ortodossi
marxisti-leninisti.

La nozione di Costituzione si incentra sulla funzione di consolidamento del potere socialista e di


strumento informativo ed educativo assegnatole. Prevale una concezione della costituzione di
natura politica piuttosto che normativa, abbondano le disposizioni di natura direttiva e
programmatica, non sono presenti forme di controllo di legittimità costituzionale delle leggi da
parte di organi di giustizia costituzionale esterni all'assemblea legislativa, in omaggio al principio
della supremazia delle assemblee rappresentative. Essa è concepita quale rivelazione e
catalogazione ottenuti sulla via del progressivo conseguimento della società comunista: la
dottrina della costituzione-bilancio, evocata da Stalin nella fase preparatoria della costituzione del
1936, ha successivamente improntato le costituzioni degli ordinamenti dell'Europa centrale ed
orientale e continua a connotare le costituzioni degli Stati socialisti asiatici.
Le Costituzioni socialiste implicano la elezione di un sistema normativo che funga da
architettura legale di riferimento per lo Stato e i singoli.

Il ruolo pervasivo del partito unico o dominante impronta di sé l'intera tradizione giuridica
socialista: la stessa costituzione discende direttamente dei principi fissati nello statuto del partito
e gli organi di partito danno le loro direttive agli organi statali. Sia gli organi rappresentativi che
quelli dell'amministrazione sono formati tramite il ruolo di intervento diretto e prevalente del
partito. Lo stesso sistema delle fonti normative è comprensibile soltanto ove si consideri lo
statuto di partito come premessa della costituzione e delle fonti adesso subordinate e la
decisione politica degli organi di partito come condizionante le decisioni formalmente assunte
dagli organi del potere statale. Forme di opposizione politica sono escluse dall'omogeneità
politica della società, pervasa da un'unica ideologia e da direttive programmatiche fissate dal
partito unico. Si privilegia il principio della unità del potere statale il luogo del principio della
separazione dei poteri: gli organi del potere statale vengono contemplati quali mere ripartizioni
interne di tale contesto unitario, adottate a meri fini organizzativi per consentire lo svolgimento
fisiologico delle pubbliche funzioni.

Dal principio del partito unico e della sua organizzazione centralistica deriva il principio del
centralismo democratico, che comporta: la elettivi ta di tutti gli organi dirigenti, il rendiconto
degli organi elettivi, la disciplina di partito e la sua subordinazione totale della minoranza alla
maggioranza, la natura tassativamente vincolante delle decisioni degli organi superiori per quelle
inferiori.

Strettamente connesso al principio del centralismo democratico è quello della doppia


dipendenza gerarchica, secondo il quale ogni organo del potere statale dipende
orizzontalmente dei suoi elettori e verticalmente dall'organo del potere statale di rango
superiore, ogni organo dell'amministrazione statale dipende orizzontalmente dall'organo elettivo
del proprio livello e verticalmente dall'organo dell'amministrazione di rango superiore.

Le componenti della tradizione giuridica socialista in precedenza menzionate si trovano


ampiamente condivise da una pluralità di posizioni dottrinali. Non sono mancati i contributi
dottrinali finalizzati ad enfatizzare la rilevanza di uno o più dei tratti fondamentali richiamati ovvero
ad arricchirne il novero mediante analisi originali. Altri studiosi hanno sottolineato come gli
elementi del diritto socialista fossero un riflesso dell'ideologia politica leninista e della natura
Stato-centrica e dei concetti del diritto pubblico riconducibile alla tradizione giuridica russa: gli
approcci e le istituzioni "russo-leninista" furono esportati dall'unione sovietica dopo la seconda
guerra mondiale verso i nuovi Stati socialisti in Europa e in Asia. La base ideologica per
l'inclusione del diritto socialista di istituzioni dal pronunciato carattere statalista e dall'approccio
giuspubblicistico fu fornita da Lenin, da cui vennero rigettate le argomentazioni marxiste che
preconizzavano lo smantellamento dello Stato sostenendosi, al contrario, che l'ideologia
marxista implicava il rafforzamento dello Stato quale strumento di realizzazione del proletariato.
Per il leninismo costituiva dunque un imperativo la rivitalizzazione da parte dell'unione sovietica
della maggioranza degli elementi statalisti della tradizione giuridica. Tale visione sarebbe stata poi
confermata da Stalin elaborando la dottrina del socialismo in un solo paese e identificando la
formula marxista con il massimo sviluppo possibile del potere statale (nonostante queste due
affermazioni siano contraddittorie, Stalin afferma che la contraddizione è una cosa vivente).
Due principi acquisivano una rilevanza centrale nel costrutto leninista: l'avanguardia e il
centralismo democratico. Sulla base del primo principio, il diritto e le istituzioni dovevano
esercitare una funzione strumentale ai fini dell'edificazione di uno Stato dittatoriale forte in cui al
partito comunista era assegnato un ruolo guida di avanguardia per la costruzione di una società
nuova. Con riferimento al secondo principio, Lenin descrisse il centralismo democratico quale
libertà di discussione ma unità di azione: i giudici e tribunali fungevano da cinghie di
trasmissione delle politiche concepite dal partito ed erano chiamati a garantire unità e controllo
sul larga scala, risultandone di esautorato il sistema di check and balances tipico della
tradizione giuridica occidentale.

Tradizione giuridica socialista e tipologie classificatorie

Attualmente si identificano espressamente a livello costituzionale con la forma di Stato


socialista sistemi giuridici la cui popolazione, nel suo complesso, ammonta ad un terzo della
popolazione mondiale: Repubblica popolare Cinese, Vietnam, Laos, Corea del Nord, Cuba.
Non può mancarsi di rilevare, inoltre, come altri ordinamenti si auto-qualifichino, parimenti insieme
alle proprie costituzioni, come Stati socialisti, pur adottando una forma di governo non
riconducibile al prototipo socialista, ovvero facciano riferimento al socialismo quale principio od
obiettivo
fondamentale della forma di Stato: Bangladesh, Guayana, Nepal, Nicaragua, Sri Lanka,
Tanzania. Si tratta di sistemi giuridici che dichiarano in sede costituzionale la propria adesione
ai principi classici del costituzionalismo di derivazione liberale e tipici della tradizione giuridica
occidentale ma contestualmente non rinunciano a professare, accanto a tali valori, la propria
fedeltà agli ideali socialisti.tali dichiarazioni testimoniano la vitalità degli ideali e del modello che è
risultato improntato.

Pur avendo intrapreso gli ordinamenti socialisti significativi percorsi di riforma costituzionale
ed economica nella direzione del modello di derivazione liberale, restano impregiudicati quanto
alla loro operatività principi, procedure, istituti, organi e strumenti classicamente riconducibili al
modello socialista.
- Cina: l’influenza russo-leninista sulla Cina si manifestò già durante il periodo post-fondativo
della Repubblica popolare cinese. In tale periodo, il trasferimento massiccio di idee e
l'assistenza culturale fornita dai giuristi russi a favore dei compagni cinesi culminò nella
Costituzione Cinese del 1954. Il modello giuridico socialista-sovietico conobbe poi un netto
declino durante il periodo della rivoluzione culturale, in cui il modello medesimo divenne anzi
nei vent'anni successivi un esempio negativo e venne ripudiata la legalità formale e
sistematizzata. Alla morte di Mao, il successore Xiaoping e altri leader optarono nuovamente a
favore del diritto formale quale strumento di restaurazione della stabilità, dell'unità e dello
sviluppo economico: ne derivò una rivitalizzazione del diritto russo-leninista. La svolta della
Cina verso l'economia di mercato, intrapresa a partire dall'epoca di Deng, avrebbe implicato il
rigetto del modello socialista sovietico e l'accettazione del diritto occidentale. Il
costituzionalismo cinese attuale sembra emulare riecheggiare, sotto molteplici profili, principi
e categorie tipiche del sistema costituzionale sovietico: la concezione leninista del ruolo di
avanguardia attribuita al partito unico, il conferimento a quest'ultimo del potere reale, il rigetto
del principio della separazione dei poteri, il centralismo democratico… Le radici del fenomeno
possono ricondursi agli inizi del XX secolo, quando Sun Yat-Sen, il più influente
costituzionalista cinese dell'epoca, favorevole al patrimonio di idee russo, promosse la scuola
di pensiero russa quale base di approccio del Kuomintang (partito politico cinese) e del partito
comunista al diritto posto-imperiale. Negli anni 50, una moltitudine di studenti cinesi venne
inviata in Unione Sovietica per formarsi; tale processo di osmosi culturale culminò nella
costituzione cinese del 1954. Il modello costituzionale sovietico divenne nuovamente
paradigma di riferimento quando, alla fine degli anni 70 e in seguito all’avvento al potere di
Deng Xiaoping, vennero intraprese le riforme dell’epoca post-maoista. La costituzione del
1982, tuttora in vigore, denota chiaramente concetti e contenuti russo-leninisti del modello
sovietico, tra cui possiamo individuare i seguenti: il riferimento allo Stato socialista e alla
dittatura del proletariato, alla sovranità popolare, alla supremazia del sistema giuridico
socialista, al centralismo democratico e alla doppia dipendenza, alla priorità accordata agli
interessi dello Stato rispetto agli interessi individuali, al principio di legalità socialista e all'unità
e sta certa del sistema giuridico socialista, all'unità del potere statale, ove si afferma la
responsabilità della corte suprema popolare di fronte all'assemblea nazionale popolare. Le
riforme costituzionali intraprese nel 1988, 1993, 1999, 2004 e 2018 non appaiono
preannunciare un regresso della tradizione giuridica socialista e sembrano anzi confermarne la
piena floridezza. Il secondo paradigma di riferimento che sconsiglia la soppressione della
tradizione giuridica socialista quale categoria classificatoria in seno alla tipologia delle tradizioni
giuridiche contemporanee e che al contrario ne evidenzia la vitalità è identificabile con il
frequente ricorso da parte dei sistemi socialisti attuali, in particolare da quello cinese, al diritto
penale amministrativo e con la disinvolta duttilità adottata in sede di applicazione del principio
di legalità in materia penale. I sistemi giuridici socialisti, in linea con il retaggio russo che si era
declinato nella prassi dello Stato di punire i singoli in base a procedure penali amministrative,
sostenuti dalla necessità dell'avanguardia del partito unico di educare il popolo, denotavano
un marcato approccio alla flessibile procedura amministrativa. Se la Russia imperiale alla fine
del XIX secolo aveva intrapreso i primi passi verso la codificazione del diritto penale, sia
metteva d'altra parte il ricorso all'analogia in materia penale è una pluralità di leggi rinviava
alla procedura amministrativa a fini punitivi di reati di natura anti-statale. Il primo codice penale
sovietico si richiamò ampiamente al codice penale zarista. Analogamente, il diritto penale
socialista sottopose a procedure amministrative sommarie la cognizione e sanzioni di condotte
antirivoluzionarie, ad esempio il tradimento. Il diritto penale cinese ha subito profondamente il
retaggio del modello russo-leninista: i primi codici penali e di procedura penale cinesi del
1979
erano strettamente conformati sulla base di quelli sovietici. Anche nel contesto cinese, si
dichiarava la funzionalizzazione del diritto penale al perseguimento dell'obiettivo primario della
difesa della sicurezza nazionale, del potere politico della dittatura democratica popolare. Il
diritto penale socialista era concepito quale mero compimento delle politiche del partito unico.
Ciò spiega in larga misura la proliferazione di centri di rieducazione o correzione in cui
vengono internati migliaia di persone senza le minimali garanzie offerte dalla procedura penale
e, su diverso ma connesso versante, lo sviluppo di un sistema punitivo parallelo rispetto a
quello ufficiale, riservato ai membri del partito comunista cinese: anche recentemente, la
campagna anticorruzione condotta dal presidente Xi Jinping ha implicato l'applicazione di tale
regime sanzionatorio complementare ad oltre 1 milione di funzionari pubblici negli ultimi 10
anni. Il terzo paradigma risiede nella configurazione del sistema dei controlli e dea struttura
dell’ordinamento giudiziario. Nell’esperienza russa, la prokuratura, in particolare, organo di
controllo centralizzato di derivazione zarista, abolita dopo la rivoluzione d'Ottobre, fu ripristinata
nel 1922 quale strumento di garanzia del centralismo democratico sotto la tutela del partito
unico, in un contesto di progressiva burocratizzazione del sistema sovietico. I procuratori
erano responsabili in via orizzontale di fronte all'organo assembleare che li aveva istituiti e in
via gerarchica verticale verso il procuratore di livello superiore. La prokuratura svolgeva due
ruoli di fondamentale importanza: esercitava le funzioni tipiche del pubblico ministero della
tradizione giuridica occidentale nei processi civili e penali e una funzione di controllo
sull'intero sistema amministrativo. Originariamente introdotta dalla Repubblica popolare
cinese nel 1949, venne abolita negli anni 70, ma fu ripristinata nel 1978 nell'ambito delle
riforme promosse da Deng Xiaoping ed è stata recepita nella costituzione attualmente vigente
del 1982. Ai fini della lotta contro la corruzione, il sistema dei controlli è stato ulteriormente
potenziato mediante l'istituzione, ad opera della revisione costituzionale del 2018, della
Commissione Nazionale di Controllo e delle Commissioni Locali di Controllo. In linea con il
parallelismo tra sistema repressivo generale e sistema repressivo riservato ai membri del
partito comunista cinese, la commissione nazionale di controllo è affiancata dalla
Commissione Centrale per l'ispezione disciplinare del Partito Comunista ove oggetto di
indagine accertamento siano condotte illegittime tenute da membri del partito. L'ordinamento
cinese ha parimenti seguito fedelmente le tracce del modello socialista sovietico ai fini della
strutturazione dell'ordinamento giudiziario: l'articolo 133 della costituzione ribadisce il
principio della responsabilità della Corte Suprema popolare verso l'assemblea popolare
nazionale o il suo comitato permanente, nonché il principio della responsabilità delle corti di
livello inferiore verso gli organi assembleari che le hanno istituite e del potere di controllo,
supervisione e riforma attribuito alle corti superiori nei confronti delle pronunce emanate dalle
corti inferiori. Le corti sono chiamate a svolgere dalla norma una funzione pedagogica ed
educativa nei confronti dei cittadini quanto alla loro lealtà verso la madre patria socialista e
alla volontaria osservanza della costituzione. Alla Corte Suprema popolare viene riconosciuto il
potere di fornire interpretazioni su questioni concernenti la problematica applicazione di leggi
o decreti nei singoli processi.

In sintesi: il profondo radicamento dell'ideologia marxista-leninista e la fedele adesione al modello


socialista rinvenibili nell'esperienza cinese non lasciano presagire un regresso della tradizione
giuridica socialista quale il rinunciabile categoria di riferimento ai fini dell'inquadramento all'interno
dei suoi confini del sistema giuridico cinese e di sistemi che si ispirano ai medesimi principi,
valori, istituti e procedure, come nei casi vietnamita, nordcoreano, laotiano e cubano. L'immagine
deformante che è derivata agli studiosi che hanno ritenuto di poter individuare nei processi di
liberalizzazione economica un segnale inequivocabile della transizione di tali sistemi dal modello
socialista a quello occidentale, è stata prodotta dall'utilizzazione di lenti occidentali ai fini
dell'analisi dei fenomeni asiatici: la rappresentazione che ne hai derivata si rivela fuorviante in
quanto trascura di considerare i processi descritti non ponderando adeguatamente l'adesione ad
alcune coordinate essenziali del liberalismo quale fenomeno a cui ha coinciso il mantenimento
del sostrato normativo e ideologico del diritto socialista formato dal marxismo-leninismo.

- Vietnam: disposizioni analoghe a quelle rinvenibili nella vigente costituzione cinese possono
rintracciarsi nella costituzione del Vietnam del 2013. Il Vietnam è definito Repubblica
socialista, che si conforma al principio di legalità socialista. Si riconosce il ruolo di
avanguardia del partito comunista, fedele rappresentante degli interessi della classe lavoratrice
e dell'intera nazione. Il modello di costituzione economica adottato è quello di un'economia di
mercato
orientata al socialismo. Si riafferma il principio della doppia dipendenza sia sul versante
dell'organizzazione del potere giudiziario sia sul versante della struttura del governo locale.
- Corea del Nord: nella Costituzione nord coreana, la Corea del Nord è definita quale stato
socialista e rivoluzionario. Il funzionamento di tutti gli organi dello Stato si conforma al
principio del centralismo democratico. È dovere dello Stato rafforzare la dittatura del
proletariato e proteggere il potere popolare e il sistema socialista contro gli atti sovversivi gli
elementi ostili in patria e all’estero. I rapporti di produzione socialista e la proprietà pubblica dei
mezzi di produzione costituiscono le coordinate essenziali del sistema economico socialista.
La funzione pedagogica dello Stato nei confronti dei cittadini traspare chiaramente dall'articolo
41, ove si afferma che, ai fini della costruzione di una cultura nazionale socialista, lo Stato
deve opporsi alle infiltrazioni culturali imperialiste.
- Laos: la costituzione laotiana definisce il Laos una Repubblica democratica popolare, i cui
organi e soggetti operano in conformità al principio del centralismo democratico. Il
modello economico prescelto appare ibrido, in quanto il principio di gestione
dell'economia da parte dello Stato secondo i meccanismi dell'economia di mercato regolati
dallo Stato e accompagnato dalla configurazione di una combinazione tra gestione
centralizzata e delega alle autorità locali dei poteri in materia.
- Cuba: la costituzione cubana del 2019 ha confermato nel proprio preambolo il riferimento alle
idee di Marx, Engels, Lenin e alla costruzione del socialismo, ha espresso la convinzione
che l'uomo consegue alla sua piena dignità solo nel socialismo e nel comunismo e che la
leadership del partito comunista costituisca un pilastro fondamentale e una garanzia
dell'ordinamento politico, economico e sociale. Cuba è uno Stato socialista di diritto,
dotato di un sistema socialista irrevocabile. L'edificazione del socialismo è altresì perseguita
dall'Unione dei Giovani Comunisti, organizzazioni di avanguardia della gioventù cubana.
Quanto al modello economico prescelto, si conferma l'adozione di un'economia socialista
caratterizzata dalla proprietà pubblica dei mezzi di produzione quale forma principale di
proprietà, e dalla direzione pianificata dell'economia, la cui componente centrale è costituita
dalla pianificazione socialista.

In sintesi, le riforme economiche e normative intraprese da alcuni dei sistemi socialisti


rappresentano segnali meritevoli di apprezzamento nella direzione della parziale e settoriale
liberalizzazione delle economie socialiste, ma non sono in grado di scalfire le fondamenta
essenziali dell'impianto strutturale socialista. Nei sistemi socialisti attuali, la presunta
competizione tra socialismo scientifico - gli irretrattabili dogmi socialisti - ed economia di
mercato, accompagnata dall’ipotesi, in una proiezione futura, della possibile prevalenza della
seconda sul primo, e immagine deformante che si riverbera sul quadro di una prognosi errata. I
pilastri politico istituzionali della tradizione giuridica socialista appaiono tuttora intatti e in
suscettibili di discussione o negoziazione.
Il monopartitismo e il ruolo guida del partito unico e dominante, il centralismo democratico,
la doppia dipendenza gerarchica, la recessività del potere giudiziario rispetto agli altri poteri,
la permanente funzionalità del principio di legalità socialista, che opera quale clausola di
salvaguardia del regime e della sua conservazione e perpetuazione nel tempo, la capillare propagazione
a tutti livelli della società dell'ideologia unica, che non ammette deroghe o apostasia e di cui il
partito unico e rigoroso custode, il permanente ruolo dirigistico dello Stato nell'economia: tali
elementi, nel loro complesso, continuano a delineare i tratti fondamentali della tradizione giuridica socialista.
Non puoi disconoscersi che tale modello abbia conosciuto degenerazioni, alterazioni e
snaturamenti, che in varia misura si sono concretati in un tradimento dei principi e dei contenuti
autentici e genuini della tradizione socialista: si pensi alla verticalizzazione del potere,
all'instaurazione di personalismi politici e al consolidarsi di socialismo eponimi (in Cina o a Cuba)
o alla perpetuazione di regimi socialisti-sultani stitici o familiaristi (Corea del Nord). In seno a tali
esperienze, ferma restando la forma del diritto socialista, si assiste ad un riposizionamento della
finalizzazione del medesimo, che diviene mero strumento di affermazione, consolidamento e
rafforzamento del potere. Ne costituiscono esempi paradigmatici i fenomeni del capitalismo di
Stato e la preferenza accordata al modello di gestione del potere della rule by law a detrimento
della rule of law: la rule by law appare come la versione aggiornata e concettualmente più
raffinata del principio di legalità socialista.
Cinque modelli sono stati individuati al fine di delineare una tipologia delle resilienze socialiste
alla transizione democratica: universale (Vietnam - i fattori riconducibili alla globalizzazione e le
norme universali contribuiscono alla conformazione e legittimazione delle riforme
istituzionali e costituzionali), integrativo (Laos - l'unità etnica è il fattore di preminente
rilevanza che determina la foggia dell'assetto costituzionale riformato), rivendicativo
(Cuba - il richiamo alle conquiste storiche e la loro vocazione nella classe politica
dirigente determinano in ampia misura la rimodulazione dell'ordinamento), eccezionale
(Cina - l’aspirazione e l'attitudine verso un peculiare modello di sviluppo guidano le
riforme istituzionali), personale (Corea del Nord - le modifiche intraprese in seno
all'ordinamento sono indotte dal potere personale e dall'ideologia di un singolo leader).

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