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Il ruolo di Cromwell
tentativo non riuscito al Parlamento di chiudere verni tra il 1649 e il 1651, funestati dalle avversità
la partita con l’esercito, inviandolo alla conquista meteorologiche, beneficiarono di elargizioni gra-
delle terre irlandesi e pagando fino a dieci ster- tuite di grano e di carbone. Ma crebbero coloro
line per la testa di un prete cattolico. Garantita che si domandavano se la lunga guerra civile non
la stabilità interna attraverso la dittatura, il lord fosse stata soltanto lo scontro tra due fazioni di
protettore della repubblica si preoccupò anche di una stessa classe dominante per decidere quale
porre fine all’ascesa sui mari dei pur correligio- delle due avrebbe assunto l’egemonia.
nari olandesi.
Dinanzi alla spregiudicatezza di un avversario
che sapeva alternare la repressione alle offerte I veri livellatori o zappatori
di pacificazione «con la forza della persuasione
e all’occorrenza utilizzando le lacrime» – secon- Le aspettative andate deluse dei ceti popolari so-
do quanto scriveva un diplomatico veneziano –, i pravvissero dopo il 1650 in cenacoli ristretti, do-
livellatori rimasero confusi. Accusati di sostenere ve venivano riproposte le istanze della solidarietà
l’abolizione della proprietà privata (nonostante sociale e della libertà dall’oppressione. Alla scon-
ne ribadissero la legittimità naturale, ma riven- fitta del movimento politico democratico corri-
dicandola come diritto di tutti), essi assunsero la spose pertanto la proliferazione di piccole con-
causa della libertà dell’Irlanda come ultima bar- fessioni per lo più ispirate all’anabattismo, come
ricata. Affermando con Walwin che la lotta degli i quaccheri (che ebbero i maggiori promotori in
Irlandesi «alla ricerca dei loro diritti» coincide- George Fox e in James Nayles), sostenitori del pa-
va con quella del popolo inglese che tentava di cifismo, della libertà di coscienza, dell’eguaglian-
scrollarsi di dosso «i propri oppressori», si ado- za sociale e persino sessuale.
perarono senza successo per provocare l’ammu- Questo vasto arcipelago di comunità autonome
tinamento delle truppe. Sconfitti, intrapresero noto col nome di veri livellatori portò alle estre-
cospirazioni fallimentari e furono anche accusa- me conseguenze la tensione ideale per la libertà,
ti di collusione con gli ambienti realisti, mentre l’opposizione al conformismo puritano, la critica
rimasta a mezzo delle diseguaglianze sociali o la
legittimità della proprietà privata, giungendo tal-
volta a suggerire l’identificazione di Dio con la
natura e con la ragione.
Ma l’iniziativa più radicale fu promossa da un grup-
po di braccianti, gli zappatori (Diggers), che nel
1649 misero a coltura le terre comuni della collina
di St. George (proprio ai bordi della riserva reale
di caccia di Windsor), da cui prese spunto Gerrard
Winstanley per sostenere proposte ancor più ri-
voluzionarie di quelle dei livellatori. Razionalista,
ateo dichiarato e teorico dell’abolizione della pro-
prietà privata della terra, egli cercò di indagare i
meccanismi psicologici che a suo giudizio determi-
navano i comportamenti religiosi, affermando che
«finché gli uomini guardano al cielo, i loro occhi
Bibliografia
V. Gabrieli, Puritanesimo e libertà, Torino, Einaudi, 1952.
C. Hill, Il mondo alla rovescia. Idee e movimenti rivoluzionari nell’Inghilterra del Seicento, Torino, Einaudi, 1981.
H. N. Brailsford, I livellatori e la Rivoluzione inglese, Milano, Il Saggiatore, 1962.
Tra i maggiori poeti inglesi di tutti i tempi, come autore del poema Paradiso perduto (1667), John Milton
(1608-1674) si batté contro l’assolutismo monarchico e quando si aprì la crisi politica interruppe brusca-
mente un viaggio in Italia per fare rientro in Inghilterra. Fautore del divorzio, del diritto al tirannicidio,
irriducibile difensore della piena libertà di coscienza e di opinione, Milton pose i temi della libertà di cultura
al centro dell’Areopagitica (l’Areopago era nell’antica Atene il tribunale in cui si affrontavano i problemi po-
litici della città), un pamphlet (da cui è ripreso il brano che segue) composto nel 1644, in piena guerra civile,
e indirizzato ai membri del Lungo Parlamento per sostenerli nello smantellamento della Camera stellata e
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dell’Alta commissione, i due tribunali incaricati della censura sulla stampa e della persecuzione antipuritana.
Emarginato col ripristino della monarchia e il passaggio al potere di Carlo II (1660), Milton morirà quasi
cieco e dimenticato, ma nel 1696 verrà almeno in parte introdotta in Inghilterra la libertà di stampa, per la
quale egli si era battuto con tanta passione.
I libri non sono cose assolutamente morte, ma sono tro in quel loro nuovo Purgatorio dell’Indice. Ed
invece animati d’uno spirito vitale, che li rende così a colmar la misura di queste usurpazioni, la loro
attivi come quello stesso spirito che li partorì. Anzi ultima invenzione fu quella di ordinare che nessun
essi custodiscono, come in una fiala, la più pura libro, opuscolo o foglio dovesse essere stampato –
essenza e virtù di quella mente che trasfuse in loro come se san Pietro avesse lasciato loro le chiavi del-
la vita […] ed uccidere un buon libro è quasi lo stes- la Stampa anche fuori del Paradiso! –, a meno che
so che uccidere un uomo. Anzi in un certo senso è non fosse approvato e sottoscritto da due o tre frati
ancor peggio: perché chi uccide un uomo, uccide ghiottoni […].
una creatura dotata di ragione, fatta ad immagine Permettetemi che io vi racconti ciò che ho visto e
di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la sentito in altri paesi oppressi da questa specie di
ragione stessa, distrugge – direi quasi – la pupilla tirannica inquisizione. Nei quali paesi, trovatomi
di quella Immagine Divina. Sono molti gli uomini io a sedere fra i loro dotti […] fui da loro reputa-
che vivono, inutil peso della terra, ma un buon libro to fortunato per aver avuto i natali in una terra di
è il prezioso fluido vitale d’uno spirito superiore, filosofica libertà – come stimavano che fosse l’In-
imbalsamato e gelosamente custodito per una vita ghilterra –, mentre essi invece non facevano altro
al di là della vita. che lamentarsi della servitù in cui erano caduti i
Questa politica [ostile alla libertà di stampa] fu per- loro studi, affermando che era questa servitù che
seguita da Leone X e dai suoi successori, finché la aveva offuscato la gloria del genio italiano, in modo
lega suggellata fra il Concilio di Trento (1545-1563) che niente si scriveva laggiù da molti anni, se non
e l’Inquisizione spagnola produsse e perfezionò adulazioni e tronfia rettorica. Fu lì ch’io trovai e vi-
quegli Elenchi ed Indici espurgatori che, frugando sitai il famoso Galileo, ormai vecchio, divenuto pri-
dentro le viscere di molti antichi ed ottimi autori, gioniero dell’Inquisizione perché aveva pensato in
perpetrano una violazione peggiore di qualunque astronomia diversamente da come pensano i suoi
altra mai possa commettersi della loro sepoltura. censori francescani e domenicani.
Né si limitavano alle questioni d’eresia, ma qualsia-
si oggetto non andasse loro a genio essi o lo colpi- J. Milton, Areopagitica. Discorso per la libertà della stampa,
vano con una proibizione o lo mandavano senz’al- Roma-Bari, Laterza, 1987.
Dopo la sua definitiva cattura (1648), il sovrano Carlo I fu tradotto dal parlamento dinanzi all’Alta corte di
giustizia (1649) per essere processato come colpevole di aver violato le leggi e i diritti dei cittadini inglesi. Il re
si rifiutò di rispondere ai giudici, di cui disconosceva l’autorità in quanto la sua persona non poteva essere
sottoposta al controllo dei sudditi. Invece il tribunale sostenne che ogni potere doveva essere considerato in
ultima analisi funzionale al benessere del popolo e in tal modo contestò l’ordinamento politico piramidale di
tipo feudale, con al vertice la figura del monarca legittimato nel suo ruolo soltanto da Dio. Si trattava di uno
scontro – per altro già deciso sul terreno delle armi – tra due opposte concezioni della società e della politica.
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Un tempo furono instaurati buoni re per rendere te ben meritata. Essa denota una persona che ha
giustizia; da ciò apprendiamo che il fine che ci si tradito la fede e la fiducia riposte in lei, e si deve
era proposto facendo i re o qualsiasi altro gover- supporre che questo venga fatto verso un superio-
nante è stato quello di godere della giustizia. Tale re. Epperò, signore, come il popolo d’Inghilterra
è l’unico fine; pertanto, signore, se un re vuol ten- avrebbe commesso la medesima offesa contro di
dere a un fine diverso, che sia del tutto contrario a voi se se ne fosse reso colpevole secondo la defi-
quello, o se un qualsiasi altro governante tende a un nizione della legge, così da parte vostra quando
fine contrario a quello per il quale il suo governo avete abusato della pubblica fede e ingannato la fi-
è stato instaurato, bisogna che sappia ch’egli altro ducia che egli ha riposto in voi, voi avete tradito la
non è se non un ufficiale al quale hanno affidato fede ai vostri superiori, poiché appunto per il bene
un incarico e ch’egli è obbligato a impiegarlo per il del regno v’era stato affidato quel potere. Perciò,
bene del popolo che gli è stato affidato. Se non lo fa signore, quando vi si chiama a render conto per
spetta a questo popolo dare ordine che si punisca e aver tradito la vostra fede al pubblico e abusato del
castighi questo governante per aver commesso una potere che era stato depositato nelle vostre mani,
tale offesa. lo si fa per l’autorità dei vostri superiori. Quando
Questa, signore, non è una nuova legge fatta da il popolo chiama un re in giudizio, questo diventa
ieri o da quando v’è dissidio e dibattito tra voi e il minore e colui al quale deve render conto è più
i vostri popoli, ma è una legge antichissima. […] grande di lui.
Noi non possiamo più, signore, dispensarvi dalla
qualifica di traditore, e faremo vedere che l’ave- G. Walter, La rivoluzione inglese, Novara, De Agostini, 1972.
Il rigore moralistico dei puritani, che si allargò ai loro insediamenti coloniali in America, che anticipò e
accompagnò la rivoluzione inglese, che lasciò tracce profonde nel costume anglosassone al di qua e al di là
dell’Atlantico, appare rimarcato dai due documenti che seguono.
Nel primo (del 1647) il parlamento decreta la chiusura dei teatri, considerati luoghi di distrazione e di poten-
ziale perdizione per i credenti, assoggettando gli attori alle pene detentive previste per i vagabondi. Nel secondo
(del 1649) il governatore della Nuova Inghilterra condanna la moda dei capelli fluenti per i maschi, segno – a
suo avviso – di tendenze trasgressive e pericoloso indizio di corruzione.
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Gerrard Winstanley (1609-1660), il maggiore esponente degli Zappatori, denuncia nell’opuscolo “La legge
della libertà” l’inganno operato delle religioni che pongono in primo piano l’aldilà e impediscono in tal modo
di valutare realisticamente le condizioni sociali terrene, difendendo i privilegi e le ingiustizie esistenti.
Molte volte […] quando un cuore saggio è aggredito con quello che ti do come pagamento per il tuo lavo-
con questa dottrina d’un Dio e d’un demonio, d’un ro. Giacché se farai diversamente, Dio non ti amerà
cielo e d’un inferno, d’una salvezza e d’una danna- e quando muori non andrai in cielo, ma sarai preda
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zione dopo la morte, se il suo spirito non è salda- del demonio e sarai condannato all’inferno. […] Devi
mente fondato nella conoscenza della creazione o credere quel che è scritto e ti è detto, e se non credi,
nella tempra del suo cuore, costui si sforza e tende la tua dannazione sarà tanto maggiore».
l’intelletto onde scoprire il fondo di quella dottrina Orbene, il fratello minore essendo debole di spirito
e non può raggiungerlo; poiché non di conoscenza e non avendo una conoscenza fondata della crea-
si tratta ma di immaginazione; e così col meditare zione, né di se stesso, si spaventa e rinunzia alla sua
e almanaccare finisce col perdere la sapienza che parte della terra, e si assoggetta a far da schiavo a
possedeva e perde il lume della ragione; e se predo- suo fratello, per paura dell’inferno dopo la morte,
mina la passione della gioia, è lieto e canta e ride ed e nella speranza di guadagnarsi con ciò il paradi-
è esuberante nelle sue espressioni, e dice cose stra- so; così si lascia cavar gli occhi e la sua ragione è
ne, ma tutte fantastiche. Ma se predomina la pas- accecata.
sione del dolore, allora è depresso e triste, e grida Pertanto questa dottrina spirituale teologica è una
che «è dannato, che Dio l’ha abbandonato e quando truffa; poiché mentre gli uomini levano lo sguardo
muore egli dovrà andar all’inferno, che non può as- al cielo, sognando la felicità o temendo l’inferno do-
sicurarsi d’esser chiamato fra gli eletti». […] po morti, son loro cavati gli occhi, sì che essi non
E ancora, questa dottrina serve come un mantello vedono quel che è il loro diritto innato e quel che
di doppiezza all’astuto primogenito, per defrauda- devono fare qui sulla terra finché vivono: questo è
re l’ingenuo fratello minore della libertà della terra. l’immondo sognatore, la nuvola senza pioggia.
Egli dice infatti: «La terra è mia e non tua, fratello; tu
non devi lavorarla se non la prendi in affitto da me, H. N. Brailsford, I Livellatori e la rivoluzione inglese, a cura
e non devi coglierne i frutti se non li compri da me, di B. Maffi, Milano, Il Saggiatore, 1962.