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ANALISI DI BILANCIO: LA RICLASSIFICAZIONE

MATERIALE DIDATTICO PER IL CORSO DI


ECONOMIA AZIENDALE
PROF. G.MODUGNO
LA
RICLASSIFICAZIONE
La riclassificazione è utile in quanto:
! corregge alcune scelte fatte dal legislatore, non coerenti con le finalità
dell’analisi
! consente di ridurre il numero di poste; disporre di una situazione
“sintetica” permette analisi rapide della situazione generale
! permette di calcolare alcuni margini lordi utili per l’analisi di redditività

Lo stato patrimoniale riclassificato consente di indagare il livello di


equilibrio finanziario (di breve e lungo periodo) e la solidità
patrimoniale dell’impresa.
Il conto economico riclassificato consente di interpretare le condizioni che
hanno determinato il risultato dell’esercizio.

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MODELLI DI RICLASSIFICAZIONE
DELLO STATO PATRIMONIALE
Lo Stato Patrimoniale viene riclassificato utilizzando due chiavi di lettura
alternative:

1.Secondo un CRITERIO FINANZIARIO: l’obiettivo è quello di


distinguere, sia per le attività che per i debiti, le poste di breve termine da
quelle a lungo termine e far emergere le condizioni di equilibrio finanziario
dell’azienda;

2.Secondo un CRITERIO FUNZIONALE: l’obiettivo è quello di indicare


come il capitale è stato investito e come esso sia stato finanziato.
L’accezione di “capitale” utilizzata non coincide con il totale attivo, ma
porta alla stima del c.d. Capitale Investito Netto.

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1. LO STATO
PATRIMONIALE
RICLASSIFICATO
SECONDO IL
CRITERIO
FINANZIARIO

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ALCUNE PREMESSE
Non esiste un unico schema di S.P. riclassificato
applicabile a tutte le aziende: esso va adattato in
relazione al tipo di settore o alle caratteristiche
della singola impresa.

Le classi da indicare nell’attivo, nel passivo e nel netto


dovranno essere:
a) Poco numerose
b) Tali da permettere, successivamente, il calcolo di alcuni
indici di bilancio, significativi per l’analisi dell’equilibrio
finanziario

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L’ATTIVO
La distinzione tra Immobilizzazioni e Attivo Corrente necessita di
alcune operazioni di riclassificazione:

1. tra le immobilizzazioni finanziarie potrebbero essere iscritti


crediti a breve (B III); nell’attivo circolante potrebbero essere
iscritti crediti a lungo termine (C II): vanno riclassificati a
seconda della loro durata

2. in presenza di azioni proprie, è opportuno sottrarne il valore dal


Patrimonio Netto

3. ratei e risconti: i primi rappresentano veri e propri crediti


monetari, mentre i risconti attivi sono crediti in natura e non
influenzano l’equilibrio finanziario. Vanno quindi indicati in una
classe a sé

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IL PATRIMONIO NETTO
LE POSTE DEL PATRIMONIO NETTO POSSONO AVERE DUPLICE
NATURA:
1. CAPITALE APPORTATO DAI SOCI
2. AUTOFINANZIAMENTO (UTILI NON DISTRIBUITI)

RAPPRESENTANO QUOTE DI CAPITALE D’APPORTO:


• IL CAPITALE SOCIALE (CHE PERO’ PUO’ INCLUDERE QUOTE DI UTILI)
• LA RISERVA DA SOVRAPREZZO (A 2)

RAPPRESENTANO QUOTE DI AUTOFINANZIAMENTO:


• LE RISERVE di UTILI: LEGALE, STATUTARIA…
• GLI UTILI PORTATI A NUOVO
• IL REDDITO D’ESERCIZIO

Questo criterio di classificazione è quello più rilevante sul piano economico-


aziendale. Tuttavia, normalmente non è possibile ricondurre le voci di
bilancio a queste due classi, quindi si rinuncia a questo tipo di analisi.

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UNA POSSIBILE RICLASSIFICAZIONE
DEL PATRIMONIO NETTO

PATRIMONIO NETTO:

CAPITALE APPORTATO +
AUTOFINANZIAMENTO
(utili accantonati)

ATTIVITÀ

Spesso, tuttavia, risulta difficile PASSIVITÀ


distinguere in modo preciso le due
classi individuate: basti pensare che nel
capitale sociale potrebbero essere state
incorporate riserve di utili.

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UNA POSSIBILE RICLASSIFICAZIONE
DEL PATRIMONIO NETTO

PATRIMONIO NETTO:
CAPITALE SOCIALE
Piuttosto, conviene distinguere SOVRAPPREZZO
AUTOFINANZIAMENTO:
all’interno del PN le riserve di utili 1. UTILI/PREDITE REALIZZATI
realizzati da quelle composte da utili 2. UTILI NON REALIZZATI
3. REDDITO D’ESERCIZIO
(perdite) non realizzati (ad esempio, la - AZIONI PROPRIE
riserva da rivalutazione).
ATTIVITÀ Gli utili
realizzati derivano da scambi di
mercato, non da mere plus o
minusvalenze stimate su attività o
PASSIVITÀ
passività

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LA RICLASSIFICAZIONE
DEI DEBITI
È fondamentale, anzitutto, che emerga dallo S.P.
riclassificato secondo il metodo finanziario, il totale dei:

a)DEBITI A LUNGO TERMINE


b)DEBITI A BREVE TERMINE (PASSIVO CORRENTE)

Ciò consentirà di confrontare, ad esempio, le attività


correnti con il passivo corrente per valutare l’equilibrio
finanziario a breve termine.

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LE CLASSI DI DEBITO NELLO
S.P. RICLASSIFICATO
Tra i DEBITI A LUNGO TERMINE potrebbe risultare utile distinguere 4
categorie
• DEBITI A LUNGO TERMINE VS. BANCHE E ALTRI FINANZIATORI
• TFR e altri fondi di quiescenza
• “ALTRI DEBITI A LUNGO TERMINE”

Tra i DEBITI A BREVE TERMINE è utile distinguere almeno 3 categorie:


• DEBITI VERSO FORNITORI
• DEBITI DI FINANZIAMENTO ESIGIBILI NEL BREVE TERMINE
• ALTRI DEBITI A BREVE

Qualora i debiti non monetari (esempio: acconti, risconti) fossero


significativi, sarebbe opportuno segnalarne il valore distintamente.

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RICLASSIFICAZIONE DEI DEBITI

PATRIMONIO NETTO

DEBITI:
1.DEB. A LUNGO TERMINE:
a) TFR + altri fondi quiesc.

b) DEBITI VS. BANCHE E ALTRI


FINANZIATORI IST.

ATTIVITÀ c) ALTRI A LUNGO

2. DEB. A BREVE TERMINE:


a) VERSO FORNITORI
b) DI FINANZIAM. A B.T.
c) ALTRI A BREVE
d) DEBITI NON MONET.

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LO STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO
SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO: UNA
SINTESI

ATTIVO PASSIVO(E(NETTO
IMMOBILIZZAZIONI PATRIMONIO(NETTO
Immateriali Capitale+apportato
Materiali Autofinanziamento:
Finanziarie+(part.,titoli,+crediti+non+comm.) riserve+proprie
crediti+commerciali+a+lungo+termine riserve+da+rivalutazione
reddito+d'esercizio
ATTIVO(CORRENTE +?+azioni+proprie
Scorte DEBITI(A(LUNGO(TERMINE
materie T.F.R.++altri+fondi+simili
semilavorati V.so+banche+e+altri+finanziatori
prodotti+finiti+e+merci Altri

Crediti
verso+clienti
altri DEBITI(A(BREVE(TERMINE
risconti+attivi+e+anticipi+a+fornitori verso+fornitori
verso+banche+e+altri+finanziatori
Liquidità altri
titoli acconti+e+risconti+pass.+(debiti+non+mon.)
cassa,+banche+e+simili
TOTALE(ATTIVO TOTALE(PASSIVO(E(NETTO

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CCN E MARGINE DI STRUTTURA

ATTIVITÀ PATRIMONIO NETTO


IMMOBILIZZATE
PASSIVO
MARGINE DI STRUTTURA CONSOLIDATO
C.C.N. (capitale circolante
netto); WC (working capital)

ATTIVITÀ CORRENTI
PASSIVO CORRENTE

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LO S.P. RICLASSIFICATO NEL
DOCUMENTO C.N.D.C.

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2. LO STATO
PATRIMONIALE
RICLASSIFICATO
SECONDO IL
CRITERIO
“FUNZIONALE”

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RICLASSIFICAZIONE “FUNZIONALE”
DELLO S.P.
IMMOBILIZZAZIONI OPERATIVE (materiali e immateriali)
+ CAPITALE CIRCOLANTE NETTO OPERATIVO
- FONDI RISCHI E ONERI DELLA GEST. OPERATIVA
CAPITALE INVESTITO NELLA GESTIONE OPERATIVA
- T.F.R.
a) CAPITALE INVESTITO OPERATIVO NETTO Spesso questa
+ IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE voce viene
portata in
+ LIQUIDITÀ E ATTIVITÀ FINANZIARIE DISPONIBILI detrazione ai
debiti di
- FONDI RISCHI SU ATTIVITÀ FINANZIARIE
finanziamento a
b) CAPITALE INVESTITO IN ATTIVITÀ FINANZIARIE breve termine
TOTALE CAPITALE INVESTITO NETTO: a) + b)
PATRIMONIO NETTO ANTE DISTRIBUZIONE
DEBITI DI FINANZIAMENTO A M.L.TERMINE
DEBITI DI FINANZIAMENTO A BREVE TERMINE

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CAPITALE RACCOLTO
GRUPPO CEFLA 2010: SP
RICLASSIFICATO

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CALEFFI
SPA
PFN 2010

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IN SINTESI
Questo schema di S.P. evidenzia:

1.Il valore del CAPITALE INVESTITO NETTO (C.I.N.), che può essere
interpretato come:
• attivo al netto dei debiti di funzionamento
• Capitale investito dai soci e dai terzi finanziatori istituzionali (banche,
obbligazionisti …)

2.La composizione del CAPITALE RACCOLTO.

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3. IL CONTO
ECONOMICO
RICLASSIFICATO

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LA RICLASSIFICAZIONE
DEL CONTO ECONOMICO
La riclassificazione del conto economico consente di evidenziare
alcuni margini lordi, che agevolano l’interpretazione della
formazione del reddito:
1.Valore aggiunto

2.Margine di contribuzione

3.Margine operativo lordo MOL ≅ EBITDA


4.Reddito operativo

5.EBIT (reddito operativo complessivo)

6.Reddito operativo dopo le imposte NOPAT= EBIT x (1-t)

7.Reddito ordinario

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IL C/EC RICLASSIFICATO
Ricavi di vendita +/- Variazione prodotti e semilavorati
+ Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni + Altri ricavi
VALORE DELLA PRODUZ. AL NETTO DEI CONTRIBUTI
Contributi
VALORE DELLA PRODUZIONE
- Consumo di materie
- Costi per servizi
VALORE AGGIUNTO
- Costo del personale
- Imposte e tasse
MOL (Margine Operativo Lordo)
- Ammortamenti & Accantonamenti
Reddito operativo
± Componenti reddituali da gestioni non operative (dividendi da partecipazioni, interessi attivi da
prestiti, rivalutazioni e svalutazioni di attività finanziarie non straordinari)
EBIT
- Oneri finanziari
REDDITO ORDINARIO
± Saldo dei componenti straordinari
REDDITO ANTE IMPOSTE
- Imposte sul reddito
REDDITO NETTO

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EBIT & EBITDA
① EBIT: reddito complessivo dell’azienda, al lordo di imposte e oneri
finanziari: include anche i proventi dalle gestioni finanziarie e,
perciò, non corrisponde al Margine Operativo Netto.

② EBITDA: viene calcolato in VIA INDIRETTA

EBITDA = EBIT + DEPRECIATION + AMORTIZATION

Spesso viene assimilato al MOL, da cui tuttavia può differire perché


l’EBITDA non viene calcolato al lordo degli accantonamenti.

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I RISULTATI LORDI
VALORE AGGIUNTO: rappresenta la ricchezza creata dall’impresa misurata
come differenza tra valore della produzione ottenuta e valore dei fattori produttivi
esterni impiegati

MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL): ha principalmente la finalità di


rappresentare un risultato che non risulti influenzato da poste “discrezionali”
(ammortamento, accantonamenti); il MOL risulta utile, inoltre, nell’analisi dei flussi
finanziari

REDDITO OPERATIVO (MON): al lordo degli oneri finanziari, fornisce


un’informazione essenziale: esprime la capacità dell’impresa di produrre reddito
nel proprio business indipendentemente da come essa si stia finanziando

REDDITO ORDINARIO: è il risultato lordo più ampio, in quanto esclude solo i


componenti straordinari; risulta comparabile nel tempo grazie a tale caratteristica.

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IL C/EC.
RICLASSIFICATO
PROPOSTO DAL
CNDC

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GRUPPO CEFLA: CONTO
ECONOMICO
RICLASSIFICATO

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MAPEI: C/EC
RICLASSIFICATO

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(*)
CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO CONSOLIDATO

Variazione
AUTOSTRADE Milioni di euro 2017 2016 Assoluta %

PER L’ITALIA Ricavi da pedaggio 3.590 3.483 107 3

(GRUPPO): C/EC Altri ricavi operativi 355 316 39 12

RICLASSIFICATO Totale ricavi operativi 3.945 3.799 146 4

Costi esterni gestionali -527 -461 -66 14

Oneri concessori -465 -454 -11 2

Costo del lavoro netto -500 -500 - -

Totale costi operativi netti -1.492 -1.415 -77 5

Margine operativo lordo (EBITDA) 2.453 2.384 69 3

Ammortamenti, svalutazioni e ripristini di valore -527 -579 52 -9

Variazione operativa dei fondi e altri stanziamenti rettificativi -13 -88 75 -85

Margine operativo (EBIT) 1.913 1.717 196 11

Oneri finanziari da attualizzazione di fondi


-25 -47 22 -47
per accantonamenti e per impegni da convenzioni

Altri oneri finanziari, al netto degli altri proventi finanziari -456 -821 365 -44

Oneri finanziari capitalizzati su diritti concessori


3 6 -3 -50
immateriali

Quota dell'utile (perdita) di partecipazioni contabilizzate


3 -8 11 n.s.
in base al metodo del patrimonio netto

Risultato prima delle imposte


1.438 847 591 70
delle attività operative in funzionamento

Oneri fiscali -420 -319 -101 32

Risultato delle attività operative in funzionamento 1.018 528 490 93

Proventi (Oneri) netti di attività operative cessate 24 402 -378 -94

Utile dell'esercizio 1.042 930 112 12

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Utile dell'esercizio di pertinenza di Terzi 70 113 -43 -38
Utile dell'esercizio di pertinenza del Gruppo 972 817 155 19

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