Ascoltare a scuola le musiche di tradizione orale per rispondere alla
sfida della complessità.
La società contemporanea globalizzata è caratterizzata da continui
cambiamenti in ambito economico e politico ai quali si aggiungono quelli culturali legati soprattutto alle costanti migrazioni. Il compito affidato alla scuola è quello di rispondere alla sfida imposta da questa realtà sociale in continuo divenire operando una scelta appropriata di contenuti educativi e formativi finalizzati all’accoglienza e all’integrazione degli alunni stranieri e di quelli italiani svantaggiati dal punto di vista socioculturale.per questo appare evidente che la didattica interculturale deve essere un obiettivo prioritario e il filo rosso che collega tutte le discipline. Nel corso della sua ricerca Gabriella santini ha selezionato un repertorio Etnomusicale da proporre agli studenti. Questo repertorio comprende 46 brani delle musiche di tradizione orale europee ed extra europee raggruppati in 6 aree tematiche: musica e infanzia, musica e lavoro,musica il racconto, musica e festa, musica e danza, musica e sfera del sacro. Dalla sperimentazione e anche emerso che l’ascolto a scuola di brani musicali composti con i procedimenti legati ai processi dell’oralità può fornire agli allievi modelli validi di improvvisazione musicale da manipolare creativamente per sollecitare le loro capacità cognitive e affettivo relazionali. In particolare la santini ci fa due esempi di brani da proporre all’ascolto delle classi di scuola primaria. Il primo brano “Simme glie povere povere” Che fa parte della tematica musica e festa mentre il secondo brano “cublak-cublak suweng” che rientra nella tematica musica e infanzia. Ovviamente entrando in contatto con i diversi vissuti degli allievi il repertorio Etnomusicale si amplia. Il primo brano è un canto eseguito nel periodo immediatamente precedente durante il capodanno di Gaeta (sud Lazio) e fa parte di un repertorio musicale che è tutt’oggi un rituale ancora praticato vivo e molto sentito: “glie sciusce.” Questo termine al singolare indica sia il rituale della festa del capodanno che il solo canto di questua mentre al plurale designa il gruppo di Questuanti-suonatori o i doni a cui si fa riferimento in alcuni versi del canto augurale come i fichi secchi. Vengono utilizzati gli strumenti musicali tradizionali L’urzo (un
tamburo a frizione) il martello (un idiofono a concussione) e il
rattacasa chiamato anche “scetavajasse”(idiofono a raschiamento). Il ritmo binario composto di sei ottavi allegro consente di riconoscere facilmente un brano connesso a un’occasione festiva . Tonalità mi minore con giro armonico primo quarto primo quinto primo mentre nelle strofe primo e quinto grado. Questo repertorio siccome è di tradizione orale non è un repertorio cristallizzato e cambia per ogni esecuzione. È stata studiata la differenza tra declamato dell’introduzione e il cantato delle strofe. Per fare Cio è stato utile guidarli a cantare curando la musicalità delle parole, L’accentazione e le pause. Prima di intonare le parole delle strofe è stato molto utile l’ascolto degli esecutori di gaeta.in particolare è stato necessario per loro capire che l’ultima vocale non andava pronunciata o che il fonema S va sibilato quando seguito da vocale mentre Fricativo quando seguito da consonante. È stato utile l’aiuto degli strumenti per memorizzare il brano e per sollecitare le capacità ritmiche degli alunni. Prima tutti insieme hanno scandito gli accenti forti del canto in un secondo momento divisi alcuni scandivano gli accenti forti mentre gli altri marcavano tutte le pulsazioni del canto. Lo spunto può essere per allievi già più grandi introdurre anche un’annotazione ritmica con i bambini piccoli invece no. Inoltre per favorire le loro capacità improvvisati l’introduzione declamata di questo canto è stata anche variata con parole diverse dagli alunni. Il secondo brano che la santini propone per una didattica dell’ascolto interculturale fa parte del repertorio dei campi di gioco dei bambini giavanesi, In origine era un canto per accompagnare il gioco della conta ma attualmente è stato ampliato con parti strumentali Eseguite da un’orchestra gamelan . Quest’orchestra è Costituita da una serie di metallofoni di bronzo intonati tra loro su una delle due scale utilizzate nella musica indonesiana ovvero lo Slendro scala di cinque suoni e il pelog una scala di sette suoni. Spesso gli strumenti sono costruiti in coppia E ogni orchestra ha un’intonazione propria diversa dalle altre non esiste un direttore d’orchestra ma tutti gli strumentisti seguono i segnali del suonatore dei tamburi.la melodia del brano e sostanzialmente pentatonica gli indonesiani fanno uso di un sistema di notazione numerico da uno a sette perché a ciascuno di essi è associato ogni grado della scala. Ogni rigo corrisponde a un ciclo ritmico. Le parentesi tonde che racchiudono l’ultimo suono di ciascun rigo indicano il colpo del gong con il quale si marca la conclusione di ogni ciclo ritmico e i puntini neri corrispondono alle pause. È molto interessante per gli alunni scoprire una notazione diversa da quella occidentale. L’introduzione strumentale indicata con la dicitura BK Bonang dove BK sta per buka cioè introduzione. Struttura: parte strumentale A seconda parte strumentale B con melodia sulla base della quale vengono intonate le parole del canto e coda strumentale C. Durante l’ascolto gli alunni comprendono che il brano è caratterizzato da una struttura ritmica binaria: Gong chiude ciascun ciclo ritmico ovvero ogni otto pulsazioni il kenong suddivide la melodia in due segmenti di quattro pulsazioni e i saron Eseguono la melodia per intero e il gambang improvvisa fioriture sulla base della melodia. Altra differenza rispetto alla musica occidentale e che I brani di questa cultura sono accentuati alla fine. Conclusione: urgenza di una revisione critica dei repertori da proporre, necessità di organizzare attività didattiche che consentano agli alunni l’incontro lo scambio con la musica del mondo confrontando i vissuti musicali di ciascuno, necessità di offrire la possibilità di manipolare direttamente i suoni e fare musica improvvisando sulla base di modelli validi, opportunità di promuovere laboratori per sviluppare la creatività musicale favorendo la partecipazione affettiva dei bambini, la necessità di attivare corsi di aggiornamento per i docenti per aggiornare le metodologie tecniche educative per i bisogni formativi dei cittadini del mondo e l’importanza di attivare una fattiva collaborazione con enti locali e l’università per trovare i fondi e la disponibilità di competenze specifiche nel campo della ricerca.