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6.2
Dietoterapia
implicazioni dietoterapiche.
escrivere i rischi che
D
l’aumento di peso comporta onoscere gli aspetti
C
per la salute. caratteristici dei disturbi del
comportamento alimentare.
onoscere i princìpi
C
fondamentali di dietoterapia lencare alcune regole
E
nell’obesità. dietetiche utili per prevenire
i tumori.
istinguere tra diabete di
D
mp3 tipo 1 e diabete di tipo 2.
Interrogazioni simulate
Trascrizioni in fondo al libro
Introduzione
Per ottenere un esito positivo nel trattamento di molte malattie è indispen- fenilchetonuria malattia
ereditaria caratterizzata
sabile modificare le abitudini alimentari dei soggetti ed è proprio della tera- dall’assenza dell’enzima
pia basata sull’alimentazione che si occupa la dietoterapia. fenilalanina-idrossilasi, con
Le modificazioni dietetiche sono in generale prescritte nei seguenti casi: conseguente accumulo
dell’amminoacido fenilalanina
necessità di variare l’apporto energetico, in pratica nelle diete ipocalo- nel sangue del malato.
riche o ipercaloriche; Si manifesta con sintomi
neurologici e ritardo mentale.
disfunzioni metaboliche, come in caso di diabete, fenilchetonuria, iper- Una dieta povera di fenilalanina
colesterolemia, intolleranza al glutine (celiachia), ecc.; fin dalle prime settimane di vita
previene gravi danni al sistema
problemi digestivi come ulcera, gastrite, stitichezza, diarrea, ecc.; nervoso.
malnutrizioni, ad esempio in caso di avitaminosi. cardiopatici dal greco kardìa
“cuore” e pàthos “sofferenza”,
ossia malati di cuore.
Secondo il tempo di prescrizione le diete modificate possono essere:
temporanee, ad esempio diete liquide somministrate dopo un intervento
chirurgico, diete astringenti in caso di colite, ecc.;
durature, indicate per i cardiopatici, per i diabetici, per i soggetti con
allergie o intolleranze alimentari, ecc.
Dietoterapia
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MODULO 6
principi di dietologia
Le malnutrizioni
Le malnutrizioni sono stati patologici determinati da apporti di energia
e/o di nutrienti inadeguati rispetto al reale fabbisogno dell’organismo.
Possono essere classificate in:
malnutrizioni per eccesso (ipernutrizioni), morte di oltre 10 milioni di bambini sotto i cin-
determinate da eccessivo apporto energetico, que anni. Nei Paesi industrializzati i tipi di mal-
di proteine e di grassi di origine animale, zuc- nutrizioni carenziali sono spesso lievi o margi-
chero, ecc. Sono alla base delle “malattie del nali. Alcune situazioni che possono comportare
benessere”, quali obesità, malattie cardiovasco- squilibrio e/o impoverimento specialmente di
lari, diabete, alcune forme di cancro, ecc. micronutrienti sono le diete dimagranti severe
malnutrizioni per difetto (iponutrizioni). A e prolungate nel tempo, le diete vegetariane
seconda delle possibili carenze specifiche, si pos- strette (ossia con esclusione di uova, latte e
sono distinguere la malnutrizione proteica, calo- derivati), le diete monotone, lo stato di isola-
rica, lipidica, vitaminica o salina. Le patologie da mento o di abbandono in cui versano alcuni
carenze nutrizionali sono comuni nei Paesi in via anziani, le terapie croniche con particolari far-
di sviluppo e provocano ogni anno nel mondo la maci, certe patologie croniche, ecc.
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Dietoterapia UNITà
6.2
La malnutrizione proteico-calorica
La malnutrizione proteico-calorica è una grave alterazione dello stato
nutrizionale dovuta al ridotto apporto di macronutrienti e, conseguen-
temente, anche alla carenza di molti micronutrienti. Questo tipo di mal-
nutrizione è drammaticamente comune in neonati e bambini di molti
Paesi in via di sviluppo, ma le situazioni più gravi si riscontrano in alcune
regioni dell’Africa e dell’Asia meridionale.
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MODULO 6
principi di dietologia
Obesità
cresta iliaca margine superiore L’obesità è uno stato patologico caratterizzato da un eccessivo accumulo
spesso e rotondeggiante
dell’osso iliaco, una delle tre
di grasso corporeo.
ossa che formano l’anca. La valutazione dello stato nutrizionale (o la misurazione del grasso cor-
poreo) di un soggetto si può basare su diversi criteri. I più comuni sono:
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Dietoterapia UNITà
6.2
Tipi di obesità
L’obesità può insorgere in periodi diversi del ciclo vitale di una persona; adipociti tipiche cellule del
tessuto adiposo. Sono
in base a questo si distinguono: costituite da un nucleo e da
obesità infantile o giovanile, che consiste nell’eccessivo aumento del un citoplasma che vengono
schiacciati verso la periferia
numero degli adipociti (obesità iperplastica). A causare il sovrappeso e per la presenza di una grossa
l’obesità è, in genere, l’ipernutrizione nei primi anni di vita: in questa goccia lipidica.
età, l’eccesso di nutrienti
viene impiegato dall’orga- Correlazione tra obesità e malattie nell’età adulta.
nismo per la moltiplicazio-
ne degli adipociti. Il loro
PROBLEMI
numero rimarrà poi costan- PSICOLOGICI
IPERCOLESTEROLEMIA
te per tutta la vita, perciò
questo tipo di obesità è
difficile da correggere. Per PROBLEMI
CARDIOPATIE RESPIRATORI
prevenire l’obesità è fon-
damentale che l’alimenta-
zione del lattante e del DIABETE IPERTENSIONE
bambino sia equilibrata: MELLITO ARTERIOSA
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MODULO 6
principi di dietologia
Ogni dieta deve essere individualizzata, ossia deve tenere conto delle
abitudini del soggetto ed evitare prescrizioni che richiedano cambiamenti
troppo radicali, che spesso sfociano in veri insuccessi. Una dieta corretta
deve mirare a un regolare e duraturo dimagrimento. Se necessario, si
può affiancare la dieta a un aiuto psicologico per rimuovere le cause
profonde dell’ipernutrizione del soggetto.
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Dietoterapia UNITà
6.2
Diabete
Il diabete mellito è una delle malattie in aumento nelle popolazioni insulina ormone proteico isolato
per la prima volta nel 1921.
industrializzate. Ciò è relazionato a uno stile di vita che è sempre più La sua somministrazione
sedentario e caratterizzato da un’alimentazione eccessiva rispetto al ha permesso il trattamento
fabbisogno energetico. Oltre a questi fattori di tipo ambientale, anche del diabete di tipo 1 e
la prevenzione delle sue
la predisposizione familiare e alcune malattie infettive possono favorire complicazioni, trasformandolo
l’insorgenza del diabete. in una malattia gestibile anche
Il diabete mellito è una malattia cronica complessa causata da una a lungo termine. L’insulina
non può essere somministrata
mancata o insufficiente produzione dell’insulina, oppure da una scarsa oralmente e deve quindi
capacità di utilizzarla da parte dei tessuti dell’organismo. Il diabete viene essere iniettata. In passato
classificato come una malattia metabolica, perché dovuta a un’alterazione veniva estratta dal pancreas di
animali, ma oggi viene prodotta
del metabolismo glucidico. da batteri, opportunamente
modificati, che contengono il
gene umano per la produzione
Il metabolismo glucidico è regolato fondamentalmente da due ormoni
di questo ormone.
secreti dal pancreas endocrino:
l’insulina, prodotta dalle cellule β delle isole di Langerhans del pancreas,
che regola il trasferimento del glucosio dal sangue alle cellule dei tessuti,
consentendone l’utilizzazione a scopo energetico o per costituire riserve di
glicogeno. L’insulina, quindi, determina l’abbassamento della glicemia
(tasso di glucosio nel sangue) quindi ha un’azione ipoglicemizzante;
il glucagone, ormone secreto dalle cellule α delle isole di Langerhans,
che favorisce la demolizione del glicogeno accumulato nei muscoli e
nel fegato, cui fa seguito la liberazione di
molecole di glucosio che passano poi nel
insulina
sangue. L’azione del glucagone è, perciò,
iperglicemizzante.
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MODULO 6
principi di dietologia
Tipi di diabete
Il diabete si può presentare in due forme:
diabete mellito di tipo 1, che consiste nella forte diminuzione o nella
completa mancanza di produzione di insulina, dovuta alla distruzione
delle cellule b del pancreas. Quindi è necessaria la somministrazione di
insulina esogena, di qui la denominazione di diabete insulino-dipendente.
Questa forma colpisce soprattutto bambini e adolescenti e si manifesta
all’improvviso con i seguenti sintomi:
• eccessiva produzione di urina (o poliuria);
• sete persistente e intensa (o polidipsia);
• fame costante (polifagia);
• perdita di peso;
• stanchezza e debolezza costanti;
diabete mellito di tipo 2, determinato dalla ridotta capacità dell’orga-
nismo di rispondere all’azione dell’insulina prodotta dal pancreas.
Questo tipo di diabete è molto più frequente e rappresenta circa il 90%
dei casi in tutto il mondo. Normalmente si manifesta negli adulti, ed è
possibile il trattamento mediante farmaci orali (per questo è anche chia-
mato diabete non insulino-dipendente).
Nel diabete di tipo 2 i sintomi sono generalmente meno marcati o
completamente assenti e la malattia è spesso diagnosticata solo dopo
molti anni dalla sua insorgenza, quando sono già presenti alcune com-
plicazioni.
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Dietoterapia UNITà
6.2
LA DIETA EQUILIBRATA
AIUTA A
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MODULO 6
principi di dietologia
Malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari (ossia del cuore e dei vasi sanguigni) rap-
presentano una delle principali cause di morte nei Paesi industrializzati,
fra cui anche l’Italia.
I fattori di rischio che predispongono a malattie cardiovascolari (MCV)
sono numerosi:
fattori non modificabili: età (con l’avanzare dell’età il rischio aumenta),
sesso (il rischio è maggiore per l’uomo rispetto alla donna, nella fascia
Principali malattie di età fertile; dopo la menopausa il rischio tra i due sessi diventa molto
cardiovascolari simile), familiarità;
Aterosclerosi fattori modificabili o controllabili: abitudine al fumo di sigaretta, scarsa
Angina pectoris attività fisica, alimentazione poco corretta, obesità, diabete, valori elevati
Ipertensione arteriosa della colesterolemia, ipertensione arteriosa. Infine, anche se in maniera
Iperlipidemie indiretta, lo stress può influire negativamente sul sistema cardiovascola-
Infarto cardiaco re, soprattutto se già coesistono altri fattori di rischio.
Insufficienza cardiaca
Ictus cerebrale
La presenza contemporanea di due o più fattori moltiplica, inoltre, il
Disturbi del ritmo cardiaco rischio di andare incontro a eventi cardiovascolari. Perciò l’obiettivo
Malattie coronariche fondamentale del trattamento di queste malattie è di correggere i fattori
Malattie delle valvole di rischio, modificando lo stile di vita, controllando il peso corporeo,
cardiache
seguendo una giusta alimentazione e controllando i valori ematici (cole-
Varici e trombosi
sterolo, trigliceridi, ecc.), in modo da ridurre il rischio di ammalarsi.
batte da
60 a 90 volte al minuto
I l cuore è il motore del nostro corpo. Giorno dopo giorno svolge un enorme lavoro per rifornire di sangue,
indispensabile per la vita, le cellule e gli organi dell’organismo.
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Dietoterapia UNITà
6.2
Aterosclerosi
Il termine aterosclerosi indica la malattia degenerativa delle arterie aterosclerosi dal greco atéra
“poltiglia” e sklerós “dura”.
caratterizzata da ispessimento e perdita di elasticità della parete arteriosa.
L’aterosclerosi è preceduta dalla formazione di ateromi, ossia placche angina pectoris spasmo delle
dure di grasso costituite soprattutto da colesterolo e trigliceridi, che por- arterie coronarie. Si manifesta
con l’improvvisa insorgenza di
tano alla sostituzione del tessuto proprio della parete arteriosa con tessuto un violento dolore sulla linea
fibroso che deforma e restringe l’arteria stessa. mediana e anteriore del torace
Se il sangue non può più scorrere liberamente nei vasi sanguigni, certe che si irradia alla spalla sinistra
e al braccio sinistro.
parti del corpo vengono irrorate in modo insufficiente o addirittura non
lo sono affatto, con gravi conseguenze per l’organismo. infarto cardiaco (o del
La formazione di ateromi generalmente si protrae per anni o decenni miocardio) morte, per
mancanza di ossigeno, del
senza che un qualsiasi sintomo indichi che i vasi sanguigni sono ristretti miocardio (il tessuto muscolare
dalla presenza di tali depositi. L’aterosclerosi di solito si manifesta soltanto che costituisce la maggior
in stadio avanzato, quando subentrano altre MCV quali angina pectoris, parte del cuore stesso).
L’infarto del miocardio è
infarto cardiaco, ictus cerebrale, ecc. causato dall’occlusione parziale
o totale di una o più arterie
Indicazioni dietetiche nell’aterosclerosi coronarie (vasi che irrorano il
cuore).
Elevati livelli di colesterolo nel sangue (al di sopra di 200 mg/100 ml) sono
associati a un elevato rischio di aterosclerosi; fondamentale dunque, nel ictus cerebrale danno
cerebrale dovuto a un blocco
trattamento dell’aterosclerosi, è la dieta, che si basa sui seguenti punti:
o a un’emorragia dei vasi
riduzione dell’assunzione di grassi (meno del 30% delle calorie totali); sanguigni cerebrali. L’ictus si
manifesta con incapacità di
riduzione dell’assunzione di acidi grassi saturi (meno del 10% delle calo- parlare, difficoltà di respirazione
rie totali); e deglutizione, paralisi o
indebolimento, in genere, di un
riduzione del colesterolo introdotto con gli alimenti a meno di 300 mg solo lato del corpo.
al giorno;
consumo di acidi grassi insaturi (mono- e polinsaturi).
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principi di dietologia
Ipertensione
ventricoli (cardiaci) cavità che si Il sangue, circolando all’interno dei vasi sanguigni, esercita una pres-
trovano al di sotto degli atri,
sione contro le pareti dei vasi detta pressione sanguigna. Ogni battito
con cui comunicano attraverso
gli orifizi atrio-ventricolari. cardiaco provoca un’onda di pressione che viene trasmessa alle arterie.
Precisamente quando i ventricoli del cuore si contraggono (sistole), la
pressione del sangue raggiunge il valore massimo (pressione sistolica),
mentre quando i ventricoli si rilasciano (diastole) la pressione scende al
valore minimo (pressione diastolica).
Il valore della pressione arteriosa si esprime in unità di millimetri di mercurio
(mm Hg) e si determina facilmente con lo sfigmomanometro.
I valori normali della pressione arteriosa in un individuo adulto sano sono
compresi tra 80 e 90 mm Hg per la minima e tra 120 e 140 mm Hg per la
massima.
I valori della pressione arteriosa non sono costanti, ma oscillano seguendo
un ritmo giorno-notte (risultano più alti al mattino e scendono notevolmente
durante la notte) e aumentando in caso di sollecitazioni fisiche ed emotive.
Per questo motivo, si raccomanda di misurare la pressione sempre
alla stessa ora e in condizioni di riposo.
Se in più misurazioni effettuate a riposo si determinano valori
superiori a 90/140 mm Hg si parla di ipertensione arteriosa.
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principi di dietologia
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Anoressia
L’anoressia nervosa si manifesta con il rifiuto del cibo per la paura
ossessiva di ingrassare (anche quando si è sottopeso), e quindi, per la
necessità di controllare l’alimentazione. Sovente, per eliminare gli effetti
del cibo ingerito sull’aumento del peso, si induce spontaneamente il
vomito anche dopo aver mangiato piccole quantità di cibo.
I sintomi più caratteristici dell’anoressia sono un’evidente progressiva
magrezza e nelle donne la scomparsa delle mestruazioni (amenorrea)
per almeno tre cicli consecutivi. Con il tempo gli effetti dell’anoressia
sull’organismo sono deleteri, recano danni all’apparato digerente, al
cuore, alle ossa, disidratazione, danni dentali irreversibili, perdita dei
capelli, ecc.
Bulimia
La bulimia nervosa è caratterizzata da ricorrenti abbuffate, le quali si
riconoscono:
nel mangiare in un periodo relativamente breve di tempo (ad es. 2 ore)
una quantità di cibo che è significativamente maggiore di quello che la
maggior parte delle persone consumerebbe nello stesso tempo, in cir-
costanze simili. Di solito le abbuffate si consumano di nascosto e in
solitudine;
per la sensazione di mancanza di controllo durante questi episodi (ad
es. sensazione di non poter smettere di mangiare).
Spesso nella persona affetta da bulimia, con l’intento di non acquistare
peso corporeo, si instaurano meccanismi compensatori, quali il vomito
autoindotto e l’uso improprio di lassativi e diuretici. Le abbuffate e le con-
dotte compensatorie si verificano mediamente due volte alla settimana.
Gli effetti sull’organismo sono meno evidenti che nel caso dell’anoressia,
in quanto il soggetto generalmente mantiene un peso normale e, solo a
volte, è o diventa in sovrappeso o sottopeso. Le complicazioni più fre-
quenti sono la permanente perdita dello smalto dei denti (a causa del
vomito ripetuto), danni all’apparato digerente (talvolta con ulcere ed
emorragie interne), problemi cardiaci, ecc.
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principi di dietologia
Alimentazione e tumori
L’accrescimento progressivo delle cellule di un tessuto senza scopo ripa-
rativo costituisce una forma tumorale. I tumori benigni sono quelli in
cui la crescita cellulare è limitata all’area del tumore stesso. Le cellule
dei tumori maligni, invece, tendono a staccarsi dalla massa originaria
provocando la formazione di metàstasi, in pratica diffondendosi in tutto
il corpo.
L’incidenza dei tumori nei Paesi industrializzati è in costante aumento. In
gran parte ciò è dovuto all’invecchiamento della popolazione e al prolun-
gamento della vita media, ma anche all’esposizione a radiazioni ioniz-
zanti (ad es. raggi X), sostanze cancerogene (pesticidi, amianto, solventi
industriali, ecc.), e alla diffusione di sostanze inquinanti nell’ambiente
(polveri sottili, metalli pesanti, ecc.).
Nelle manifestazioni tumorali, però, un peso molto importante riveste lo
stile di vita, in particolare la sedentarietà, l’abitudine al fumo, l’abuso
delle bevande alcoliche e le diete sbilanciate (povere di micronutrienti,
ricche di grassi e proteine di origine animale, ipercaloriche, ecc.).
I l consumo quotidiano
di alimenti freschi
di origine vegetale è
fondamentale per la
prevenzione dei tumori.
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Dietoterapia UNITà
6.2
dano:
l’aflatossina, prodotta da una muffa, l’Aspergillus flavus, che cresce negli
alimenti mal conservati ed è favorita da un clima caldo-umido. Spesso
contamina cibi quali cereali, pistacchi, pere, vino, patate, ecc. L’aflatossina
è associata all’insorgenza del cancro del fegato;
le nitrosammine, che possono trovarsi nei cibi o formarsi nello stoma-
co in seguito alla combinazione di nitrati o nitriti con le ammine di
varia origine. I nitrati e i nitriti sono aggiunti ad esempio agli insaccati,
allo scopo di prevenire l’intossicazione botulinica e per conferire il
È bene non eccedere
colore rosso vivo alle carni. Le nitrosammine sono fortemente indizia- nel consumo di carne e
te di favorire il cancro gastrico; pesce cotti alla brace,
gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), tra cui il benzopirene, sostanze in quanto contengono
altamente cancerogene presenti nella carne e nel pesce cotti alla brace sostanze altamente
(specialmente nelle parti bruciacchiate) o affumicati. cancerogene.
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principi di dietologia
Antiossidanti contro
le patologie degenerative
fitocomposti (o composti Nell’organismo, come conseguenza dei processi metabolici cellulari, si
fitochimici) insieme
producono una serie di molecole molto reattive, dette radicali liberi,
estremamente eterogeneo di
sostanze organiche di origine capaci di causare gravi danni alle strutture molecolari del DNA, dei lipidi
vegetale, aventi le seguenti e delle proteine. Tali danni sono alla base dell’invecchiamento e di una
caratteristiche: sono molecole
relativamente piccole, non sono
grande varietà di patologie cronico-degenerative, tra le quali l’ateroscle-
sintetizzabili dall’organismo, rosi e il cancro.
non sono indispensabili,
ma esercitano numerose
funzioni biologiche, come ad
L’importanza di diete ricche di frutta e verdura è legata all’elevata pre-
esempio l’attività antiossidante senza in questi alimenti di sostanze con attività antiossidante (ossia in
e la stimolazione del sistema grado di bloccare l’azione dei radicali liberi).
immunitario.
I numerosi antiossidanti esistenti possono essere raggruppati in:
antiossidanti ad azione vitaminica, come la vitamina C, che ostacola
la formazione delle nitrosammine e interviene nei processi di difesa
cellulare, e la vitamina E, che è il principale antiossidante dell’organi-
smo e interviene nella riparazione delle membrane cellulari;
antiossidanti minerali, come il selenio e lo zinco;
fitocomposti, tra cui i carotenoidi (ad es. caroteni, licopene, luteina) presen-
ti in vegetali di intenso colore giallo-arancione, i polifenoli (ad es. antocia-
nine, presenti soprattutto nei mirtilli, quercitina, presente in cipolle, mele,
tè), i glucosinolati (presenti in cavoli, broccoli, cavolini di Bruxelles).
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