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Arte romana - impero

Arte augustea
Il momento di massima tensione è con il principato. Augusto è princeps
senatus non imperatore e ha tante cariche con l’ultima quella di pontefice
massimo. Ottaviano si presenta come colui che ripristina i valori originali
della tradizione, mos maiorum. Celebrazione della terra con Virgilio, le
terre erano fondamento della propaganda di Augusto.
VIII libro Eneide. Enea negli inferi riceve uno scudo con le gesta dei sui
discendenti (Roma). Bassorilievi cesellati in uno scudo. Riscuote grande
importanza la battaglia di Azio (Ottaviano vs Marco antonio e cleopatra).
Descrive che la flotta di ott è protetta dagli dei tradizionali, marco dei egizi
e orientali. Scontro tra civiltà, rappresentazione falsa dal punto di vista
storico ma è funzionale alla propaganda. Il linguaggio dell’arte augustea
parla con gli accenti greci. Lui sposta l’equilibrio dell’art romana verso il
mondo greco perché si rende conto che terminata le guerre civili la
posizione di Roma è cambiata è punto di equilibrio di una cultura e civiltà
molto vasta. Quindi lui vuole che sia una civiltà culturale pari a quella delle
grandi capitali della civiltà ellenistica. Riconosce che il linguaggio itlico
non può essere usato per celebrare nelle capitali ellenistiche abituati a una
raffinatezza artistica plurisecolare.

Nuovo museo ara packs. Di fronte c’è il mausoleo di Augusto riaperto


dopo 15 anni. È un’opera molto contestata perché sovradimensionata
rispetto all’unica opera che contiene e cioè l’ara packs augustae. È
problematico quando si decide di realizzare un intervento architettonico
contemporaneo in un centro storico come quello di Roma. La struttura
contemporanea si dovrebbe relazionare ad un contesto con caratteri
particolari. Cercò di mediare l’impatto tra le due architetture, a ovviare a
ciò adoperando il marmo travertino tipico dell’architettura romana.
Mura vetrate, grande luminosità. Attraverso la luce che inonda lo spazio. Si
stabilisce un rapporto di continuità tra interno ed esterno.

L’ara pacis, costruito nel I secolo a.c. Per celebrare la (pax) pace augustea
che è una pace quanto verso i confini esterni che interna, si chiude il
periodo di guerre civili. Il motivo della pace lo troviamo nelle bucoliche di
Virgilio. Uno dei motivi propagandistici dell’età di augusto. L’altro è la terra
che era l’elemento su cui l’’aristocrazia senatoriale fondava il suo potere
perché Augusto si presentava non come riformatore ma restauratore.

Fregio ara pacis, due registi. Nella parte inferiore è raffigurata una
decorazione fitomorfa o a vegetali (filosofia è pianta). Nella parte
superiore ci sono dei personaggi che si recano alla processione per la
consacrazione dell’ara pacis e si individuano i membri della famiglia
augustea. Scultura neoattica, parla questo linguaggio, sceglie come
riferimento l’arte augustea questo. Per presentare Ottaviano come colui
che riporta Roma alla purezza dei costumi (mos maiorum, i costumi degli
antenati) quindi ci saremmo aspettati che parli un linguaggio italico perché
la Roma di augusto ambisce a diventare una capitale al pari di quella
orientali e usare un linguaggio come quello italico sarebbe diventato
utilizzare un linguaggio inferiore. Linguaggio greco-ellenistico-romano.
Rilievo storico, il soggetto è formato da episodi della storia con una finaità
celebrativa.

Fregio fitomorfo. Sono tate identificate tutte le specie di piante raffigurate.


La rinascita di Roma. Componente celebrativa
Saturnia Tellus. Saturno spodestato da Giove si rifugia nel Lazio sicurando
gli secoli e secoli di abbondanza e splendore. Il motivo del saturnia tellus è
il motivo dell’età dell’oro. Età dell’oro che si trova prima ma poi torna.
Tempo ciclico, Roma sta ritornando all’età dell’oro. I tre animali di
enobarbo, linguaggio figurativo naturalistico greco, abbiamo il panneggio
bagnato nella figura centrale.
Enea Sacrifica ai Penati. Il consigliere culturale di Augusto è Mecenate che
individua le linee fondamentali della propaganda. Con l’arte augustea roma
diventa una delle più importanti capitali culturali dell’antichità.
Augusto di Prima Porta. È un manifesto dell’eclettismo romano. Abbiamo
tante raffigurazioni del princeps. Ottaviano si fa effigiare con addosso una
corazza, la lorica. Si tratta di un Augusto loricato, in veste militare, guida e
si rivolge ai soldati. Individuiamo voci dell’eclettismo, c’è la disposizione
del corpo a chiasmo perfetto, tipicamente policleteo, per tanto corrente
neoattica. Il busto ricorda lo scudo di Enea. La frangetta identifica la stirpe
Giulio-claudica (Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone). Tutti i ritratti ufficiali
di questa stirpe hanno questa frangettin corta. Un piccolo amorino, un
cupido o eros, è un motivo emblematico perché Enea era figlio di Anchise
e Venere e loro pretendevano di discendere da lui e da Iulio o Ascanio.
Ottaviano come pontefice massimo, avvolto nel (????)
La figura che fa parzialmente differenza è Nerone per la sua fine, si dice
che si sia fatto uccidere da un suo schiavo. La leggenda nera di crudeltà è
legata al fatto che la vita d Nerone è raccontata da una storiografia
intrinseca di atteggiamenti filosenatoriali. La megalomania è accertata ma
sicuramente esagerata. Seneca era il precettore. Porta la barba, una moda
che era greca, ellenizzante. Dimensione culturale che guarda alla Grecia.
La domus aurea che sorge accanto al Colosseo e verrà nascosta con la
dannatio memoriae e sopra traiano a sorgere i mercati traianei, ma poi una
parte è stata liberata. Grande sala circolare che si pensava potesse
ruotare su se stessa imitando il moto del sole. Divinizzazione
dell’imperatore elemento che campare e scompare fra gli imperatori,
tratto orientale.
Gemma augustea, pietra preziosa intagliata. Rappresenta un apoteosi di
Augusto, un’assunzione verso gli dei. Quando si fa raffigurare così
possiamo già intuire il processo di divinizzazione.
Arte flavia
I flavi (Colosseo, doppio ritratto di vespasiano). Il primo arco di trionfo
(Tito figlio di Vespasiano), eretto tra il 79 e l’81. A un solo formice e cioè
una sola apertura. La sommità è chiamata attico. Celebra il trionfo dei
soldati (originariamente in legno) e poi in marmo. Dalle fonti sappiamo che
ce n’erano 34 oggi solo 3. Oggi si trova all’ingresso del percorso
archeologico dei fori imperiali. Viene eletto a celebrazione della guerra
giudaica, la provincia della Guinea si ribella e si conclude con una
repressione e la distruzione del tempio di salomone già distrutto nel VI
secolo, inizia la diaspora, la dispersione. Queste cose le conosciamo da
uno storico Giuseppe Flavio, soldato che dopo la sconfitta viene adottato
dall’imperatore. Giuseppe è nome ebraico. Paradossalmente chi racconta
la guerra è uno sconfitto protetto dai vincitori, narrazione ambigua.
I bassorilievi si trovano all’interno. ci sono lunghe trombe e il menorah il
candelabro sacro degli ebrei preso dal tempio di cui rimane solo il muro
del pianto, parte della recinzione esterna del tempio.
L’arte Flavia adopera un linguaggio che non è neoattico c’è un dinamismo,
una resa tridimensionale dello spazio che non abbiamo nell’arte Giulio-
claudica, abbiamo il rilievo storico (oggetto storico, la vittoria) con finalità
celebrativa. Come se la quadriga replicasse la quadriglia che è passata di
lì.

l’apoteosi di Tito, apoteosi era una cerimonia durante la quale si liberava


un’aquila che avrebbe portato le ceneri verso gli dei. per osservarlo meglio
dobbiamo guardarla dal basso
Gli imperatori adottivi
Si decide che è l’imperatore ad adottare il suo successore. ricordiamo
Traiano e Adriano, entrambi della penisola iberica come Seneca.

Traiano, incarna la virtus, (98-117) e l’impero con lui è alla massima


espansione. Conquista la Dacia e l’opera che lo celebra è la

Colonna di Traiano, collocata nei fori di Traiano, oggi alla fine di via
nazionale. L’interno è cavo e custodiva le ceneri dell’imperatore ed è una
colonna istoriata, cioè decorata con delle storie con un tema unico (rilievo
storico). C’è una sorta di nastro che si arrampica metaforicamente per 23
spiralo (????) lungo il fusto della colonna, simili ai nastri di papiro avvolti
lungo un asse centrale. Se srotolata sarebbe lunga circa 200m (????). La
statua che c’è in alto raffigura oggi San Pietro ma prima c’èera traiano
originariamente.
I bassorilievi originariamente potevano essere osservati dai balconi degli
edifici che la circondavano. L’architetto era Apollodoro di Damasco, di
formazione greco-ellenistica (Damasco è nella provincia di Siria) e infatti
propone una grande piazza porticata. È forse proprio lui a inventare
questa tipologia.

vi sono più autori (???), ma forte unitarietà di concezione: il maestro è uno


solo e probabilmente dà i contorni a vari bottegai (come fece Fidia con i
marmi del Partenone), e questo viene chiamato maestro delle imprese di
Traiano (forse ha fatto pure quello dopo?????). Il racconto è ininterrotto,
l’unica interruzione è quella di Nike alata che scrive su uno scudo il nome
di Traiano e separa la prima campagna dacica dalla seconda. Inizia dal
basso e culmina in alto con la deposizione delle armi da parte dei daci,
perfettamente razionale, episodio per episodio. si possono riconoscere le
singole scene e il linguaggio è grecizzante, fortemente naturalistico e
ricco di dettagli. Fonde la narrativa e il naturalismo ellenistico con la
semolicità italica. Il paesaggio è pieno di notazioni (????) a differenza
dell’arte Giulio-claudica.
Arco di Traiano di Benevento, stesso maestro delle imprese di traiano nella
colonna istoriata, è un’attribuzione su base stilistica, uno dei procedimenti
più comuni nella storia romana.
Adriano è imperatore spesso impegnato in campagne di difesa. Ha la
barba nel suo ritratto, è innamorato della cultura greca (filo-greco).
Castel Sant’Angelo è il mausoleo di Adriano, la parte inferiore è la parte
originare, poi il mausoleo è stato usato come palazzo e fortificazione. È
una struttura imponente ispirata al mausoleo di Alicarnasso, sopra c’era
una grande quadriga.
Villa Adriana a Tivoli, gusto greco. Grande vasca chiamata canobo
(italico), ma statue greche. Le ville erano solite dentro la città, ma in
questo caso fuori Roma. Non ha una funzione celebrativa, è delegato
all’otium. Non era contrapposto all’attività pubblica (negozi un), ma il fatto
che lui diede grande importanza all’otium letterario ci mette di fronte
all’idea di un mutamento della mentalità romana. Una soggettività in
Adriano molto vicina a quella moderna.

Teatro marittimo, sempre nella villa, un isolotto artificiale dove l’imperatore


andava per non essere disturbato toglieva pure le passerelle.
Gli furono attribuiti alcuni versi. Si riferifva allanimo con vezzeggiativi.
Una dimensione personale, interiore. La componente pubblica, politica e
militare inizia a distaccarsi da una coscienza dell’interiorità maggiore.
In Marco Aurelio questa indagine della dimensione introspettiva è più
netta.

Ci fa capire che prima o poi l’espansione si interrompe. Il vallo di Adriano,


sistema di fortificazioni. Separava la Britannia dalla Scozia. Storicamente
questo confine esiste ancora. Questi confini possono viaggiare nel tempo
e arrivare all’attualità. Mutamento epocale, non si pensa più ad annettere
nuovi territori ma di proteggerli.
Antonio, l’amato. Muore in circostanze misteriose (forse sacrificato) e a lui
dedica una città (anti no poli). Per lui fa numerose statue grecizzanti.

Pantheon, edificato con Augusto ad opera di Agrippa genero suo, e poi


riedificato sotto Adriano perché danneggiato. Si trova nel cuore di Roma,
portico ottastilo. La struttura era prima ricoperto di marmi poi rimossi.
L’interno è rimasto inalterato, con il pavimento marmoreo originale, la
cupola è la più importante di tutte le storia. Il fatto che è giunto intatto ha
fatto sì che la cupola (decorata a motivo lacunare) diventasse modello
architettonico nel medioevo e dopo. Struttura imponente,
leggerissima(per gli impasti cementizi romani) con una finestra circolare
chiamata oculum, come se fosse un occhio. Ha esercitato una
suggestione continua, la cupola sarà continuamente emulato.
Dinastia antonina
Dal 138 (morte di Adriano) abbiamo Antonino Pio, Marco Aurelio, Lucio
Vero e Commodo (?).

Seconda colonna istoriata dopo quella Traiana. Colonna antonina/


Aureliana. Dove c’è palazzo Chigi (sede governo) e il nucleo originario di
Montecitorio (camera). È ispirata alla colonna di traiano, le imprese contro
i marcomanni. Statua originariamente dell’imperatore ora San Paolo, 21
spirali ma siccome l’altezza è identica ogni girata è più alta. Distanza
temporale di pochi decenni ma grande distanza culturale.
Nel basamento originario non c’è prospettiva. Cultura tardoantica/
tardoromana (sfumatura di significato) fase finale di tutta la civiltà
classica/romana. Percezione che stiamo per cambiare epoca e civiltà. La
narrazione non è continua, alcuni episodi vengono ripetuti senza alcuna
giustificazione, frammentaria. Non abbiamo più la correlazione agli
annales, si perde la considerazione della (????) della storiografia. Si
allentano il valore narrativo dell’opera, la resa dello spazio tridimensionale,
la resa del movimento. Stiamo sfuggendo al naturalismo iniziato nell’arte
classica greca.

Scena particolare: l’esercito romano viene soccorso da una divinità


pluviale strana (nella mitologia romana fa piovere Giove) ma non lo
potremmo mai riconoscere in questa forma. L’intervento provvidenziale, in
quella traiana era lui a determinare il successo, qui la salvezza è affidata
ad un elemento sovrannaturale.
Le scene sono tra di loro sovrapposte. Il racconto viene affidato montando
due registri uno sopra l’altro, non tridimensionali. Potevano essere scultori
provenienti dalle province occidentali non ellenizzate. Provincializzazione,
il preso crescente che questi hanno in tutti gli ambiti della vita romana.
Tutto l’impero presenta questo nuovo volto provinciale. Siamo all’origine di
un cambiamento epocale, mai lineari.
Questo linguaggio coesiste con l’unica statua equestre che ci è giunta,
quella di marco Aurelio. Di bronzo, che risente dell’inquinamento
atmosferico, cavo. La si muselizza e se ne mette una copia.
Ai musei capitolini. Coperta dalla sporcizia si era conservata parte
dell’antica doratura. L’unico grande bronzo che ci dice che i bronzi antichi
erano dorati. Il gesto è di clemenza, molto più grande dell’altezza naturale.
Il monumento si salva per un equivoco, perché si riteneva fosse
Costantino. Linguaggio naturalistico che però coinviv con l’inizio della crisi
della colonna.

Lucio vero, ritratto. La capigliatura è trattata con uno strumento


particolare, con il trapano a manovella, che affonda nella pietra e crea forti
contrasti di luce e ombra. La pupilla p leggermente incisa, conferisce ai
ritratti antonini uno sguardo un po’ fisso.
I severi
Arco di Settimio Severo, ai fori imperiali A tre formici (aperture), celebra la
vittoria contro i parti.

Le scene sono esclusivamente organizzate le un sopra le altre come nella


colonna antonina (???). La tridimenionalità naturalistica cede a una
bidimensionalità dello spazio.

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