MASACCIO
Masaccio viene messo nella prima generazione degli umanisti fiorentini. 1401, s. Giovanni val
d’arno - 1428, roma. presto diventa maestro autonomo. punta subito su giotto e si ispira a lui.
punta sulla resa prospettica e la resa volumetrica e espressionistica. collabora con Masolino da
Panicale, artista più anziano.
SANT’ANNA METTERZA:
1423-1425, chiesa di Sant’Ambrogio a Firenze (oggi si trova agli Uffizi), artista: Masaccio e
Masolino da Panicale, committente ignoto. Realizzata in collaborazione con Masolino, maestro
anziano tardo-gotico che cerca di modernizzarsi con un abbozzo di prospettiva. La
composizione vede: Sant’Anna, madre di Maria, la Madonna, e Gesù. Masaccio, ispirandosi a
Giotto, fa corpi schiacciati e un po’ tozzi, Masolino più linearo e lunghi. Masaccio nell’angelo in
alto china il viso e mostra la fronte. Masolino dipinge sant’Anna: non riesce a rendere il braccio
steso in prospettiva e quindi piega l’avambraccio. La Vergine appare maestosa e si staglia sul
fondo. Appare ferma e solenne, con sguardo già rattristato come se prevedesse le pene future.
Il bambino Gesù è appena disallineato rispetto alle altre due figure, è investito dalla luce.
Masaccio usa colori decisi, costruisce i volumi aiutandosi con le ombre. Masolino usa colori
tenui, tinta del rosa e oro.
POLITTICO DI PISA
Chiesa del Carmine a Pisa; 1426; artista: Masaccio; committente: notaio Giuliano degli Scarsi. è
sempre una sacra conversazione. Ai lati della tavola centrale c’erano 2 coppie di santi, e sotto
nelle predelle sono narrate le loro storie.
Il polittico è formato da: 1) Madonna in trono con bambino e 4 angeli 2) predella centrale con
Adorazione dei Magi
3) Crocifissione in alto.
1. Madonna in trono con bambino e angeli: La scena è studiata tenendo conto del punto di
vista dell’osservatore, dal basso, che aveva la sensazione che la sua vista andasse oltre
la parete. La capacità prospettica è maggiore rispetto al trittico di San Giovenale e
Sant’Anna Metterza. Ricorre il fondo oro e le tavole sono ogivali, il trono non è più gotico
ma è di ordine nicchiato antico: braccioli, colonne e semicolonne nel marmo. Le figure
sono volumetriche, il bambino è muscoloso e mangia gli acidi d’uva istituendo un’aria di
quotidianità. il mantello della Vergine è chiaroscurato, non copre le forme ma si capisce
cmq la sua posizione.
2. Adorazione dei re magi: è nella predella centrale (tavoletta rettangolare alla base del
polittico). lo svolgimento è per il lungo, l’orizzonte è a malapena visibile e il campo visivo
è saturato dai personaggi. La sacra famiglia
con vestiti ricchi, lussuosi e ricamati, risulta più regale dei re magi stessi che non
indossano le corone. Tutto è meno bello e ricco rispetto a quella di Fabriano, le figure
sono piene e non delle figurine piatte (escluso il gruppo del cavallo) come in quella di
Fabriano, la sacra famiglia è in entrambe laterale sulla sinistra. qui Masaccio dimostra di
aver studiato bene Giotto, sfrutta profondità e usa lo spazio. Rappresenta l’evento sacro
ma lo interpreta in un modo nuovo: sensibilità dello sguardo di Giuseppe, che è stupito
del re che è prostrato senza corona ai piedi di Gesù. gli altri personaggi non sono ricchi
ma borghesi come quelli fiorentini: persone più reali, che proiettano anche ombre.
3. Crocifissione: si trova al centro del polittico, in alto. rappresenta il destino del bambino.
Ci sono Maria, Maddalena e Giovanni evangelista. la scena è estremamente
drammatica. la madonna è statuaria, la disperazione di Maddalena, vestita di rosso con
capelli biondi, è al massimo.
CICLO DI SAN PIETRO: chiesa di Santa Maria del Carmine a Firenze nella cappella
Brancacci, 1424-1428; artista: Masaccio in collaborazione con Masolino, committente: Felice
Brancacci. All’inizio lavora con Masolino, che poi smette perché si trasferisce in Ungheria. Dopo
anche Masaccio si trasferisce a Roma, dove muore. nel 1480 l’opera viene ripresa da Filippino
Lippi.
1. Peccato originale: Masolino, 1424. bellezza ideale dei due giovani, magri e sottili. fondo
scuro della radura dell’Eden su cui risaltano i loro corpi, che quasi sembrano fluttuare.
2. Cacciata di Adamo ed Eva: Masaccio, 1424. corpi più brutti, sgraziati dalla vergogna.
camminano su un piano vero e hanno un’ombra. Eva si copre e riprende il modello
classico della venere pudica.
3. Tributo di S.Pietro: Masaccio, 1427. Pietro e Gesù devono pagare per entrare a
Cafarnao. Gesù compie miracolo della pesca miracolosa: da un pesce pescano il denaro
per pagare il gabelliere. la scena va letta in ordine: scena centrale, scena a sinistra con
la pesca miracolosa, scena a destra con il pagamento del tributo. lo spazio è racchiuso
tra la casa del gabelliere e il lago Tiberìade. impianto prospettico: linee che convergono
in un unico punto di fuga che è il volto di cristo.
DONATELLO
nasce a Firenze nel 1386. si forma nella bottega di Ghiberti. poi si trasferisce a roma con
Brunelleschi. infine viene immatricolato all’albo: può quindi stringere contratti. soggiorna a
padova per 10 anni (1453-1463)
SAN GIOVANNI EVANGELISTA: 1408-1415. artista: Donatello. marmo. museo opera del
duomo. realizzata per la nicchia a lato del portale centrale sulla facciata di Santa Maria del fiore.
il busto e il volto sono ancora goticheggianti. la barba è gotica con ciocche simmetriche, però la
capigliatura stride con la barba. mentre il resto della figura è una rielaborazione della statuaria
antica. panneggio fluido. aderenza al vero. piedi e mani più grandi per mettere in risalto gli
strumenti dell’azione. energia vitale: contrasto chiaro-scuro. espressione corrucciata, che verrà
poi ripresa nel Mosè di Michelangelo.
ABACUC: 1427-1436. artista: Donatello. marmo. museo dell’opera del duomo. realizzata per
essere messa sul campanile di Giotto. molto alta. tensione nel corpo. labbra tirate, viso
emaciato.
SAN GIORGIO
Statua e predella. 1416-1417. Per la nicchia esterna della chiesa di Orsanmichele. Artista:
Donatello. Committente: Arte dei Corazzai e degli Spadai. Oggi si trova nel palazzo del Bargello
(che comprende orsanmichele). La chiesa era lussuosissima e occupava il primo piano. era la
sede di tutte le arti fiorentine. ai piani sopra è tipo magazzino per le arti.
1. Statua: San Giorgio è il protettore degli spadai e corazzai. l’eroe è padrone della figura.
Postura salda, tripode: tre appoggi (2 piedi e scudo), impressione di stabilità. ha uno
sguardo lievemente corrucciato, molto concentrato sull’azione che sta per compiere. lo
sguardo è lungimirante; ricorda quello di s. Giovanni evangelista e poi Mosè di
Michelangelo. Gambe forti, da una parte braccio lungo a riposo in corrispondenza della
gamba scarica (come david michelangelo). eleganza e compostezza ma non stenco.
forza e coraggio.
2. Predella: bassorilievo stiacciato: molto basso fino a perdita d’occhio, quasi scompare e
non si vede. prima volta che si adotta la prospettiva lineare di brunelleschi in scultura,
applicata al portico di lato. la statua rappresenta il momento prima dello scontro, mentre
il bassorilievo lo scontro vero e proprio. scena dinamica e scomposta. al centro s.
Giorgio e il drago, a lato la principessa. compostezza della statua contrapposta alla
concitazione di questa rappresentazione.
1. DAVID MARMOREO: 1408. Santa Maria del Fiore. marmo. Museo del Bargello. l’opera
era stata realizzata per la cattedrale di firenze ma poi viene trasferita a palazzo della
signoria come simbolo dell'anti tirannia. giovane elegante, dita affusolate. fiocco
vezzoso. bocca a cuore, un po’ altezzoso. impostata alla maniera gotica: visione
composta e aggraziata.
ALTARE DEL SANTO: altare maggiore. 1446-1448, Basilica di Sant’Antonio a Padova. (Il
miracolo dell’asina di Rimini, Deposizione nel sepolcro, Crocifisso). Compiuto durante il periodo
a Padova. (Davanti alla chiesa realizza anche il monumento equestre al Gattamelata) L’altare
bronzeo ha una base quadrata o rettangolare con colonnine, è aperto sui 4 lati, all’interno
c’erano ben 7 statue: Maria con bambino, 2 santi francescani laterali e 4 altri santi più esterni.
Fa parte ormai della fase matura di Donatello in cui lo stile diventa drammaticissimo. I rilievi
dell’altare hanno uno stile drammatico e presentano il disfacimento delle forme, la proporzione
armonica classica viene meno per la tragicità della situazione. Scolpisce anche il crocifisso
sopra l’altare.
RICONOSCIMENTI:
MIRACOLO DELL’ASINA DI RIMINI: donatello. 1447. bronzo. fa parte dell’altare del santo della
basilica di sant’antonio a padova.
LA MADDALENA: 1453-1455, destinata al battistero di Firenze, in legno di pioppo. Maddalena
da donna bellissima ha rinunciato totalmente alla mondanità e si è dedicata alla penitenza. abiti
composti dai suoi capelli non tagliati e lunghi.
Donatello sa scolpire legno, pietra e bronzo e utilizza tutti e 3 nelle sue opere, a volte anche in
una stessa opera, caratteristica di Donatello è quindi la polimatericità, ad esempio nella
sepoltura nell’altare del santo decora il sarcofago con pietre dure ma utilizza per il resto una
pietra che sembra bronzo ma non lo è, utilizza invece il bronzo nel miracolo dell’asina