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L’ESERCITO PRUSSIANO: VALORI

E DISCIPLINA DI UNA POTENZA MILITARE

Nello scenario europeo del XVIII secolo si affermò una nuova potenza, il
Regno di Prussia. Alla base dell’ascesa prussiana vi era il suo forte esercito, che
ancora oggi rappresenta un mito a livello di efficienza e disciplina. Già nel
Settecento la fama della potenza militare prussiana e del severissimo codice di
disciplina che vigeva nei suoi ranghi era diffusa in tutta Europa. L’esercito
ricopriva un ruolo cardine in Prussia, tanto che il politico e scrittore francese
Conte di Mirabeau arrivò a dire che “la Prussia non è uno Stato con un
esercito, bensì un esercito con uno Stato”.
Militarmente la Prussia ebbe l’occasione di affermarsi durante la Guerra dei
sette anni, che vide coinvolte le maggiori potenze d’Europa su uno scenario non
più esclusivamente europeo. Proprio per la portata mondiale che ebbe tale
conflitto, Winston Churchill arrivò a definirlo nella sua opera A history of the
English speaking people “la vera prima guerra mondiale”. L’esercito prussiano
di Federico il Grande diede la più grande dimostrazione di forza e valore nella
battaglia di Leuthen nella quale, contando su appena 29.000 effettivi, riuscì a
sbaragliare l’esercito imperiale austriaco, forte di 66.000 uomini guidati
dall’abile comandante Carlo Alessandro di Lorena. Il successo di questa
impresa fu dettato in particolar modo dall’invenzione della tattica dell’ordine
obliquo, una strategia di combattimento che Federico riprese e rivisitò dalla
tattica adottata del generale tebano Epaminonda nella battaglia di Leuttra.
I due sovrani protagonisti della creazione dell’efficiente apparato bellico
prussiano furono Federico Guglielmo I (1713-1740) e suo figlio, Federico II,
detto der Große (il Grande), che regnò come monarca assoluto dal 1740 al
1786. Durante il regno di Federico Guglielmo I venne regolata, nel 1733, la leva
obbligatoria sotto il sistema del Kantonsystem. Il monarca promosse una
politica volta al rafforzamento dell’esercito, riuscendo a far arrivare le sua
schiere, che sotto il suo predecessore contavano 40.000 effettivi, ad oltre
80.000.
Federico II di Hohenzollern portò al culmine il progetto di costruzione di una
monarchia assoluta, basando il potere della nazione sulla sua potenza militare.
Durante il regno di Federico il Grande, l’esercito arrivò a contare oltre 190.000
uomini. Federico comprese anche la necessità di un’alleanza con la classe
dominante degli Junker. Nel XVIII secolo l’esclusivismo nobiliare nei ranghi
più alti dell’esercito era un aspetto comune nella maggioranza degli Stati
europei, ma in Prussia tale fenomeno era particolarmente accentuato, e dietro ad
esso vi era un più ampio disegno di potere. In cambio di un aumento del
prestigio politico, agevolazioni e privilegi rispetto alla borghesia emergente, la
monarchia si assicurava una rigorosa fedeltà alla Corona da parte della classe
degli Junker. In Prussia iniziò così un processo che vedeva la trasformazione
degli Junker da aristocrazia terriera ad un’aristocrazia militare.
Nel rafforzare la rigida disciplina, il sentimento di nazionalismo e l’assoluta
fedeltà al sovrano ebbero un ruolo fondamentale le accademie militari. Le
scuole di guerra, in particolare quella di Berlino, addestravano i cadetti non solo
verso gli aspetti più tecnici legati alla strategia in battaglia, ma davano largo
spazio ad un'educazione etica e morale, che aveva il compito di forgiare il
carattere di fedeltà e obbedienza dell’uomo prussiano. Tutto l’esercito venne
sottoposto ad un indottrinamento etico-religioso, finalizzato all’acquisizione di
valori di rispetto del sovrano e del proprio superiore, di fedeltà verso l’esercito e
la Patria e di accettazione degli ordini impartiti in quanto rispondenti alla
volontà del re e di Dio. Ad un sistema di valori etici e morali nell’esercito di
Federico II era unita una ferrea disciplina. Le punizioni corporali erano
draconiche e venivano inflitte per ogni genere di mancanza. I soldati prussiani
vivevano nell’indigenza, a causa della paga misera che percepivano. A tal
proposito il Conte di Guibert, nella sua opera Journal d'un Voyage en
Allemagne fait en 1773, riporta di essere rimasto colpito quando vide, per le
strade di Berlino, soldati fuori servizio, senza uniforme e trasandati, che
praticavano qualsiasi tipo di lavoro pur di guadagnare da vivere. La durezza
delle punizioni e la rigidità della disciplina imposta nelle fila dell’esercito era
motivo di un altissimo tasso di diserzioni. Le pene per i disertori erano
pesantissime, tese a terrorizzare e scoraggiare possibili emulatori. Ai fuggiaschi
venivano amputati naso e orecchie e venivano inviati ai lavori forzati.
Nell’opera di Carlo Denina Storia della vita e del regno di Federico II Re di
Prussia è riportato che, durante le campagne militari, gli accampamenti
prussiani non venissero mai posizionati nelle vicinanze di boschi o selve, in
quanto avrebbero agevolato le fughe dei disertori. Inoltre apprendiamo che le
sentinelle a guardia del campo non solo si assicuravano che nessun nemico vi si
avvicinasse, ma erano anche incaricate di fermare qualsiasi tentativo di fuga, ed
erano autorizzate ad aprire il fuoco qualora il disertore non si fosse volto
indietro. Come notiamo, la condizione servile in cui versava il soldato prussiano
era già argomento di discussione nel ‘700, e si inseriva nel contesto del dibattito
sui diritti e le libertà dell’uomo di fine secolo. La cieca obbedienza e la rigorosa
disciplina relegavano il milite prusso ad una forma di servilismo e
sottomissione. A seguito della Rivoluzione francese e dei cambiamenti che essa
portò con sé, il sistema federiciano venne abbandonato definitivamente.
L’apparato bellico iniziò a mostrare lacune e molti intellettuali e scrittori del
tempo, un esempio è Goethe, esprimevano il loro pensiero contro la durezza del
codice di condotta prussiano. Il sistema su cui era fondato l’esercito della
Prussia, che nel Settecento aveva costituito la base della sua potenza, mostrò
definitivamente di non poter più competere nello scenario europeo dopo le due
sconfitte subite a Jena e Auerstӓdt nel 1806. Tuttavia l’ombra di
quell’impostazione fondata su fedeltà, nazionalismo e obbedienza fece da base
dapprima all’ascesa e alla politica del Cancelliere Otto Von Bismark, e
successivamente segnerà il regime nazista nel ‘900.

BIBLIOGRAFIA
● Storia e Storiografia, volume 2A, A. Desideri e G. Codovini
● Storia e Storiografia, volume 2B, A. Desideri e G. Codovini
● Individuo, esercito, nazione PDF, M.P. Paternò
● Prussia, Wikipedia
● Esercito Prussiano, Wikipedia
● Esercito Prussiano, Storiaesoldati.wordpress
● Il Mito dell’Esercito Prussiano, oltrelalinea.news
● Prussia, Treccani
● Storia della vita di Federico II Re di Prussia PDF, C. Denina
● Battaglia di Leuthen, Wikipedia
● Condizioni di vita dei soldati nel settecento, historiaregni.it
● Federico II di Prussia, Treccani
● Kantonsystem, en.Wikipedia
● Dalle virtù militari alle virtù civili, Università degli Studi di Napoli
Federico II
● Il lavoro militare fra XVI e XVII sec, journals.openedition.org

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