- diagnosi infermieristiche: modello di respirazione inefficace: o dominio 4: attività/riposo o classe 4: risposte cardiovascolari/polmonari o inspirazione e/o espirazione che non garantiscono una ventilazione adeguata o c’è alterazione in una delle fasi di respirazione o caratteristiche definenti, come si manifesta: alterazione dell’escursione toracica – modello di respirazione anomalo – bradipnea – diminuzione della capcità vitale – diminuzione della pressione espiratoria – diminuzione della pressione inspiratoria – dispnea – ortopnea – tachipnea – uso di muscoli accessori o fattori correlati: dolore – affaticamento della muscolatura respiratoria – compromissione neurologica – disfunzione neuromuscolare – ansia – fatigue – obesità – iperventilazione – lesione del midollo spinale – posizione del corpo che inibisce l’espansione polmonare – sindrome da ipoventilazione o obiettivo generale: entro 48 ore funzionalità respiratoria / modello di respirazione nella norma stabilita, considerando i valori di base norma stabilita: sono i valori di base di quella persona o pz presenterà: frequenza respiratoria nella norma – moderata inspirazione profonda – simmetria della gabbia toracica all’espansione o esempio di risultato NOC: soluzione della diagnosi stato respiratorio: ventilazione indicatori di ventilazione: frequenza respiratoria – ritmo respiratorio – profondità delle inspirazioni – dispnea a riposo – dispnea sotto sforzo – accumulo di espettorato gli indicatori di ventilazione hanno poi valori da 1 a 5, e in questo modo posso tener conto del miglioramento – e gli obiettivi devono comunque essere raggiungibili o esempio di interventi NIC: vie aeree: gestione – posizionamento – gestione del dolore – fisioterapia respiratoria esempi di gestione vie aeree: posizionare pz in modo da facilitare la ventilazione – provvedere alla fisioterapia respiratoria – rimuovere secrezioni incoraggiando la persona a tossire o mediante l’aspirazione – incoraggiare il pz a respirare in modo lento e profondo, a cambiare posizione, a tossire – aiutare pz ad utilizzare lo spirometro incentivante, se appropriato – somministrare aria umidificata e/o ossigeno, se prescritto – monitorare le condizioni respiratorie e dell’ossigenazione, se appropriato o valutazione: riesame dei risultati attesi con i relativi indicatori – confrontare le condizioni con la persona con i risultati attesi liberazione delle vie aeree inefficace dolore acuto: o dominio 12: o classe 1: o esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole che deriva da un danno tissutale reale o potenziale o viene descritta nei termini di tale danno o insorgenza improvvisa o lenta di qualunque intensità da lieve a grave, con un termine previsto o prevedibile o dolore non come problema ma come sintomo riferito ad un altro problema o tale sintomo è da riferire al medico e da far gestire a questo professionista o può essere un problema collaborativo o la gestione avviene con antidolorifici che richiedono prescrizione o caratteristiche definenti: evidenzia del dolore rilevata con scale di valutazione (necessarie per chi non può comunicare verbalmente) – espressione di dolore sul viso (smorfie, sguardo sofferente, movimento fisso) – comportamento espressivo (pz con dolore è irrequieto, irritabile, piange) – modificazione parametri (aumento frequenza cardiaca, aumento frequenza respiratoria, aumento pressione) o fattori correlati: agenti biologici lesivi (infezioni, ischemia) – agenti chimici lesivi (ustionanti) – agenti fisici lesivi (intervento chirurgico, ascesso, amputazione, trauma) o criteri per l’accertamento mirato: fonti di dolore (sito chirurgico – sede del drenaggio – disagio generalizzato – flatus) – segni fisici del dolore (pressione aumenta, frequenza respiratoria aumenta, frequenza cardiaca aumenta) – intensità del dolore in base a scale di riferimento o sistemi di valutazione: VRS scala di valutazione verbale – NRS scala numerica – VAS scala analogica visiva – scale con faccine o obiettivo: nelle prime 2 ore ci sarà progressiva riduzione del dolore o pz riconosce l’inizio del dolore – adotta misura di sollievo non farmacologico o risultati NOC: controllo del dolore – livello del dolore – mobilità – recupero dopo intervento chirurgico immediato post operatorio o controllo del dolore: descrive i fattori causali – riconosce l’inizio del dolore – adotta misura di sollievo non analgesiche – usa correttamente gli analgesici – riconosce i sintomi associati al dolore – riferisce che il dolore è sottocontrollo – riferisce cambiamenti relativi ai sintomi o alle zone di dolore al professionista della salute o Interventi NIC: gestione del dolore (come diangosi infermeiristica) con somministrazione di analgesici (come problema collaborativo /se fosse stato prescrizione dei naglesici, era compito del medico, ma la somministrazione è un problema collaborativo/) – posizionamento – ascolto attivo – terapia di rilassamento o gestione del dolore: accertamento completo del dolore – osservazione della persona per rilevare eventuali segni non verbali di dolore – esaminare insieme al pz i fattori che alleviano a ggravano il dolore – ridurre o eliminare i fattori che possono scatenare o accentuare esperienza dolorosa – scegliere e mettere in atto una varietà di misure per facilitare il sollievo dal dolore (farmacologiche e non) tenendo conto del tipo di dolore e la sua eziologia o valutazione: riesame dei risultati attesi con i relativi indicatori – confrontare le condizioni della persona con i risultati attesi deficit della cura di sé rischio di infezione: o dominio 11: sicurezza e protezione o classe 1: infezioni o suscettibilità all’invasione e alla moltiplicazione nell’organismo di microrganismi patogeni, che può compromettere la salute o fattori di rischio: alterazione integrità cutanea (incisione, trattamento, intervento chirurgico) – fumo (aumento secrezioni) – malnutrizione o condizioni associate: poca emoglobina – immunodepressione – rischio di infezione del sito chirurgico: o dominio 11 o classe 1 o suscettibilità all’invasione del sito chirurgico da parte di microorganismi patogeni che può compromettere la salute o fattori di rischio: fumo – obesità – alcoolismo o popolazione a rischio: elementi specifici dell’atto chirurgico – ferita chirurgica contaminata – temperatura fredda in sala operatoria – eccessivo numero di persone durante la procedura chirurgica – aumento dell’esposizione ambientale a patogeni – condizioni di salute con basso punteggio ASA o condizioni associate: procedure invasive – tipo di intervento – durata intervento – profilassi antibiotica inadeguata o inefficace – tipo di anestesia (con intubazione ad esempio) – comorbilità – diabete o obiettivo: pz non sviluppa infezione fino alla dimissione dall’unità assistenziale o pz presenterà: assenza di segni e sintomi di infezione – margini della ferita pulita ed allineanti – assenza di margini edematosi o risultato NOC: gravità dell’infezione – stato nutrizionale – integrità tissutale di cute e mucose – guarigione delle ferite indicatori gravità dell’infezione: suppurazione maleodorante – espettorato purulento – drenaggio purulento – febbre – linfoadenopatia – malessere – brividi – dolore e sensibilità gli indicatori hanno poi un punteggio da 1 a 5 per monitorare il pz o interventi NIC: cura della ferita – identificazione dei rischi – controllo delle infezioni – assistenza in caso di drenaggio – cura della ferita con difficoltà di guarigione – insegnamento del processo patologico o cura della ferita: garantire tecnica di medicazione sterile nella cura della ferita – cambiare medicazioni in base alla quantità di essudato e di drenaggio – ispezionare la ferita ad ogni cambio di medicazione – monitorare le caratteristiche della ferita e del drenaggio (colore, odore) o medicazione: ispezione – detersione con fisiologica dal centro all’esterno – disinfezione con antisettico – confrontare caratteristiche e registrare ogni cambio di medicazione – insegnare al pz e ai familiari le procedure per la cura della ferita – insegnare al pz ed ai familiari i segni e i sintomi di infezione o drenaggio: mantenere pervietà del drenaggio – mantenere il ssitema di raccolta del drenaggio al livello appropriato – fissare il drenaggio in modo da prevenire la pressione e la rimozione accidentale – monitorare quantità, colore, consistenza del liquido drenato – assicurare il funzionamento del drenaggio e di tutto il sistema – ispezione dell’area circostante al sito di drenaggio o valutazione: riesame dei risultati attesi con relativi indicatori – confrontare le condizione della persona con i risultati attesi intolleranza all’attività rischio di intolleranza all’attività nutrizione squilibrata: inferiore al fabbisogno metabolico rischio di sanguinamento rischio di shock rischio di guarigione chirurgica ritardata: o dominio o classe o suscettibilità ad un aumento del numero di giorni postoperatori necessari affinchè la persona possa iniziare a svolgere da sola le attività che mantengono la vita, la salute, il benessere, che può compromettere la salute o non è molto sviluppata come diagnosi, da poterla usare in clinica o spesso siamo di fronte ad infezioni che rendono difficile dimissione e gestione infezione e degenza post operatoria o fattori di rischio: dolore – malnutrizione - obesità o popolazione a rischio: età estreme – storia di ritardata guarigione delle ferite o condizioni associati: classificazione ASA con punteggio >3 (presenza di malattie croniche, patologie cliniche) – diabete – mobilità compromessa – edema del sito chirurgico (primo aspetto di infezione) – procedura chirurgica prolungata ed estesa nei tempi – infezione perioperatoria del sito chirurgico - problemi collaborativi: complicanze che potenzialmente si potrebbero manifestare non esiste una tassonomia, organizzazione di questi problemi obiettivo: infermiere che limita/gestisce la complicanza post-operatoria emorragia: o perdita ematica o diminuzione del volume ematico o pz a rischio di perdere/ridurre quantità di volume ematico ricolante o situazioni ad alto rischio: periodo intraoperatorio – periodo post-operatorio – traumi – uso di anticoagulanti – aneurismi dissecanti – coagulazione intravascolare disseminata - anemia ipovolemia: o riduzione componenti ematici o inadeguata ossigenazione cellulare o situazione ad alto rischio: emorragia – vomito – diarrea – periodo intraoperatorio – periodo postoperatorio – trauma – peritonite – ustione grave che fa perdere tanto siero – ascite – CID o indicatori: pz calmo, vigile, orientato – saturazione ossigeno >95% - cute calda ed asciutta – FC e PA nella norma – FR nella norma – diuresi >5 o interventi: monitorare bilancio idrico – monitorare sede dell’incisione chirurgica per rilevare la presenza di sanguinamento – monitorare perdite dal drenaggio – monitorare segni e sintomi di shock o shock ipolovemico assoluto: fase 1: shock iniziale con ipossia tissutale, per cui organismo mette in atto meccanismi per perfusione reni, fegato, pancreas, cuore, cervello, facendo vaso costrizione periferica – la riduzione di volemia attiva barocettori che aumentano la secrezione di noradrenalina e catecolamine – catecolamine fanno vasocostrizione periferica per permettere maggior afflusso agli organi nobili – riduzione della massa circolante fa aumentare FC perché diminuisce pressione arteriosa (ipotensione) – cute fredda, pallida perché c’è ipossia a livello periferico – funzionalità organi abbastanza efficace, ma se perdita ematica continua, passo alla fase 2 – fase 2: riduzione irrorazione di alcuni organi e ipossia stagnante – riduzione diuresi per minor afflusso – riduzione di ossigeno – aumento frequenza respiratoria fino a dispena – stato di agitazione del pz che è irrequieto – riduzione massa circolante porta anche ipossia stagnante a livello periferico, dove c’è vasodilatazione periferica che determina stasi della ridotta quantità di sangue presente – la stasi comporta coagulazione intravasale – inizia ad essere irreversibile la situa e passiamo in fase 3 – fase 3: coagulazione intravasale e termina dello shock – lo shock ipovolemico si classifica poi in leggero, moderato e grave shock: o cosa fare: pz in posizione di trendelemburg (riduzione afflusso ematico in periferia, a vantaggio degli organi nobili) – predisporre linea venosa (quando già passiamo da fase 1 a fase 2, ho costrizione periferica, e dopo ho difficoltà a prendere la vena) – collaborare con il medico nel reintegro delle perdite di liquidi(anche solo soluzione fisiologica, lì sul momento) – monitorare parametri vitali – somministrare ossigeno terapia secondo prescrizione – limitare o interventi generali: monitorare bilancio idrico – monitorare sede dell’incisione chirurgica per rilevare sanguinamento – monitorare perdite dal drenaggio – monitorare segni e sintomi di shock eviscerazione: o protrusione all’esterno degli organi addominali o copro i visceri con teli sterili ed umidi di fisiologica calda, inattesa di trasferire il pz in sala o complicanza che comporta intervento immediato deiscenza: o infezione localizzata a livello dell’anastomosi, della sutura, che comporta mancata tenuta della satura per cui si distaccano i punti e un primo stadio di infezione generalizzata o se a livello addominale ho eviscerazione o risultati attesi: FR ottimale – no TVP – si esercita e deambula come prescritto – ferita guarisce - infezione e sepsi: o pz soggetto a risposta sistemica dovuta alla presenza nel sangue di batteri, virus, miceti patogeni o tossine o situazioni ad alto rischio: infezione – ustione – immonosoppressione – linne invasive o obettivo: o indicatori: o intervento: monitoraggio temperatura, FC, globuli bianchi, malessere ritenzione urinaria acuta: o accumulo di urina nella vescica e incapacità di svuotarla a causa di una situazione temporanea o di una condizione reversibile mediante intervento chirurgico o terapia farmacologica o situazioni ad alto rischio: periodo post-operatorio – fase post partum – ansia – ipertrofia prostatica – effetti collaterali dei farmaci – ostruzione vescicale o obiettivo: limitare e gestire gli episodi di ritenzione urinaria acuta o indicatori: diuresi >5 – senso di pienezza vescicale – no sensazione di pressione nella regione sovrapubica o interventi: monitorare segni di ritenzione urinaria – istruire la persona a riferire un eventuale senso di fastidio alla vescica o l’incapacità di urinare – incoraggiare o eseguire cateterismo se non espelle dopo 4-6 ore dall’intervento tromboflebite – trombosi venosa profonda TVP: o trombo in seguito a stasi in periferia, in seguito a lesione dell’intima del vaso o situazioni ad alto rischio: immobilità >4 gg – frattura – interventi con anestesia generale e immobilità prolungata – intervento chirurgico ginecologico, urologico, ortopedico – obesità – alterazione coagulazione – età >60 anni – malattie cerebrovascolari o obiettivo: limitare e gestire le complicanze della TVP o interventi: assenza dolore ed edemi arti inferiori – assenza dolore alla dorsiflessione del piede – nessuna variazione della temperatura o del colore della cute o interventi generali: stimolare mobilizzazione e deambulazione precoce – monitorare diminuzione o assenza polsi periferici, stato di calore e rossore, dolore arto che tende ad accentuarsi, segno di Homans postivo – incoraggiare pz ad effettuare esercizi degli arti inferiori – somministrare terapia anticoagulante come prescrizione ed utilizzo di calze elastiche o complicanze: ileo paralitico ileo paralitico: o persona soggetta o ad alto rischio di essere soggetta, a ostruzione intestinale di natura funzionale o neurogena o situazioni ad alto rischio: fase post operatoria – squilibri elettrolitici – ipovolemia – ernia strozzata – tromboembolia dei vasi mesenterici o interventi generali: monitorare funzione intestinale cercando borborigmi, emissione di gas, e no somministrazione liquidi – monitorare dolore localizzato, acuto, singhiozzo, nausea, vomito, stipsi, distensione addominale - dimissione: insegnare autocura garantire continuità dell’assistenza mediante la pianificazione delle dimissioni