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Le prime testimonianze poetiche.

(capitolo 1)

 Si ritrovano incorporate in contesti latini, all’interno di altre opere o copiate


assieme a documenti pratici si tratta per la maggior parte di testi che
venivano cantati e recitati da giullari e che sono stati trascritti per esigenze di
memorizzazione e conservazionesi parla di TRACCE, poiché si ipotizza che
siano il residuo di un fenomeno piu ampio.
Riprendono modelli galloromanzi, senza alcuna originalità.

 Indovinello veronese: considerato come primo documento scritto non in


latino ma una prima prova di volgare italiano, tuttavia non vi sono certezze
 Ritmi: prime tracce certe del volgare (fine XII-inizio XIII) testi di argomento
religioso con finalità didattiche
 Ritmo su sant’Alessio
 Ritmo Cassinese
 Ritmo Laurenziano
 Due ritmi di carattere storico-politico: Ritmo bellunese e ritmo lucchese
 Alfredo Stussi: Quando eu stava: la canzone è la traccia più eloquente
dell’esistenza di una tradizione poetica precedente la costituzione della Scuola
Siciliana; vi è l’imitazione dell’occitano, in quanto riprende evidenti punti di
contatto:
1. La rappresentazione della donna come un superiore nella scala
gerarchica; esattamente come nella poesia feudale dei trovatori, la
donna è il signore, il padrone del poeta.
2. Nel verso 20 utilizza il termine ‘’curtisia’’, una parola chiave dei
trovatori che sta ad indicare il complesso delle virtù cortesi

È possibile individuare anche altri elementi che si ritroveranno, poi, nella poesia dai
siciliani ai toscani:

3. L’immagine del poeta incatenato ad Amore


4. I motivi del soffrire le pene
5. L’amore che arricchisce l’amante e della felicità che spinge l’amante a
sperare
Dalla Sicilia alla Toscana, codici. (capitolo 2)

 Banco Rari 217: conservato nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze:


vanta 180 componimenti
 Vaticano Latino 3793: conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana
 Redi 9: conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze
 Chigiano L VIII 305: conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana
 Barberiniano Latino 3953

Il Vaticano Latino 3793 ha un ordinamento cronologico sulla base del quale


possiamo costruire un quadro storico complessivo della poesia Duecentesca: dai
poeti attivi alla corte di Federico II sino ai toscani della generazione precedente a
quella di Dante.

Il Redi 9 è un canzoniere dedicato per la maggior parte a Guittone D’Arezzo.

Il Chigiano L VII 305 è un manoscritto realizzato a Firenze tra gli anni Trenta e gli
anni Cinquanta del XIV secolo e sembra riflettere un mutamento di gusto: è il
canzoniere di Dante e del Dolce Stilnovo.

Dunque, mediante questi codici è possibile individuare 3 fasi distinte dei primi secoli
della poesia italiana:

1. Il Vaticano rappresenta l’evoluzione della poesia duecentesca dalle Origini agli


autori immediatamente precedenti alla generazione di Dante
2. Il Laurenziano Redi 9è la principale testimonianza su Guittone D’Arezzo
3. Il Chigiano celebra il radicale rinnovo della poesia italiana.

La lingua utilizzata nei 3 canzonieri è la lingua toscana, o meglio è stata la lingua


utilizzata dai copisti che ricopiavano nella propria lingua d’origine e non quella
sicilianaha tradotto i testi siciliani con il toscano volgareequivoci

In tal caso possiamo parlare di <<adattamento>>.

I documenti ci trasmettono una massima parte dei testi la cui veste linguistica non
corrisponde all’originale.
Tuttavia vi sono deboli tracce di poesia siciliana slegata dai canzonieri, localizzabili in
area settentrionale. Le più importanti sono:

1. Il Libro sicilianoun manoscritto perduto da cui il modenese Giovanni Maria


Barbieri ricavò alcune versioni in siciliano delle poesie della Scuola Siciliana
2. Un frammento di una canzone di Giacomino Pugliese ritrovato a Zurigo
3. I 6 componimenti presenti nei Memoriali bolognesiatti pubblici nei quali i
notai bolognesi hanno occasionalmente trascritto componimenti poetici
4. 4 poesie siciliane rinvenute a Bergamo nel 2013, trascritte tra il 1250-1270

Esempio importante è la canzone S’eo trovasse Pietanza, attribuita a Re Enzo


(figlio di Federico II)il testo è trascritto sia dai codici toscani che dal Libro
Siciliano.

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