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COMPRESSORI VOLUMETRICI
1. COMPREX 43
1.1. Principio di funzionamento. .....................
..... 43
1.2. Applicazioni 45
BIBLIOGRAFIA 45
- 11
1. COMPRESSORI ALTERNATIVI A STANTUFFO
1), sia V
0 = - V la cilindrata e il grado di spazio morto
. In coordinate
1
P
D c.
2
P 2
p -
A
o o—
I’
vo v
-j)Vo
Fig. 2 Fig. 3
d= -pSds= -pdV
Il lavoro che lo stantuffo compie sul gas in un ciclo è quindi:
= -fciclo
pdV—
fciclo
Vdp
m—i
fCvd - fDvd
PBVB -i m
p -i
- m’’-l
= ,e (
1
p
) (1+)Vo(i_1)
1_6
-
0
(
p
)
2 l±8
V 1-
111 —1 ,fl —1 m —1
[1]
Dato che è compiuto dallo stantuffo ad ogni coppia di corse e quindi ad ogni giro
dell’albero a gomiti, la potenza assorbita dal compressore, indicando con n il numero di giri
all’unità di tempo, sarà:
[2]
Ti
2
Anche se la velocità media dello stantuffo fosse relativamente molto elevata, ad es. 15 ± 20 mIs, ad essa
corrisponderebbe una energia cinetica del fluido trascurabile rispetto alla variazione di energia interna.
-.3 -
V nelle condizioni dell’ambiente da cui il gas è aspirato:
cilindrata 0
M
[3]
0
V
1
p
dove 1
p è la massa volumica dcl gas dell’ambiente da cui è aspirato, M è la massa
mandata in un ciclo.
Applichiamo il primo principio della termodinamica fra l’inizio e la fine della fase di
aspirata, indicando con un coefficiente di perdita per fughe di gas verso l’esterno, è
espressa dalla differenza fra la massa finale di carica e la massa che si aveva nei cilindro
all’inizio dell’aspirazione, ovvero:
)Vp
O 1
= VBpB—VAPA
p
1
V
O
dove =
1
V
‘
è il volume di questa nelle condizioni esterne.
Nell’ipotesi che tutta l’energia cinetica acquistata dal gas nell’attraversamento delle luci di
[41
è dato da:
= -f pdV_plVj—pB(VB- V
aspirazione
)
4 [51
Q Vpi- VA PAiA— V
i
p
1
Nell’ipotesi di gas perfetto e tenendo conto con un fattore r (<1) del calore che il gas
VBpBTBi= VApATA+ T
p
1
V [7]
da cui risulta che la temperatura finale della carica è la media ponderale, corretta per l’effetto
delle pareti, della temperatura TA e T .
1
Per l’equazione di stato la [7] diventa:
=
VBPBfl - VApA PI [8]
•‘14,
da cui:
VA
[8’]
diventa:
PD
m
(1+ L)P
T
11 IJPA
—
+ 1
_
PA
—5-
p(l+ò)’
2 2 rn +
?.
(1+ )(1 6)i= (1- 8)
da cui:
I I
Se consideriamo solo le perdite di riempimento dovute allo spazio morto, trascurando quindi
=
( -
- 1)
[101
- VA
8
V
[10’j
Vo
= 28,7.
In pratica, quando /3 supera il valore 6 ÷ 8 si
Fig. 4
ricorre, per motivi tecnici cd economici, ad una
__
,h= Mnz
—
Mn )VVOPI1Z
11+ 11
L.= [Il)
M
rn1 m-1
‘ PV (_) m—1
“ PAVA - 1 [12)
L=
1
p
0
ÀV
Essendo: M= - cd , è anche
=
=
1
L [13]
in in
Altro modo di procedere per il calcolo di L 1 nel caso in cui le fughe siano trascurabili è
applicare il primo principio della termodinamica per i moli perm
anenti fra le stazioni a monte
(1) e a valle (2) dcl comprcssore dove si hanno, in gene
re, condizioni stazionarie.
—7--
Trascurando la variazione di energia cinetica fra Pambiente dì aspirazione e di mandata
si scrive:
RT
(
1 m [141
L= 2
f
v dp_
Per rapporti di compressione non molto elevati (/3 < 4) e compressore a pareti non
Espressioni del lavoro massico L. formalmente identiche alla [14] si ottengono in alcuni casi
limite cui si fa spesso riferimento per un calcolo di prima approssimazione:
c m’
Vo(m_
1
p ) ed,esscndo À= i
M= —-‘--V e quindi:
°
1
RT
/21
1/
in
L.= — RT 3 - i
M in— i
Fig. 5
Q0,L=0
Fig. 6
nella fase di espansione per cui: zn = in e quindi dalle [2] e [10’] si ha:
= 8
(
1
p
- V VA)(P-1)= (
1
_
110 )
—= m RT(fM_1
L
M in—i
= )
L.= RT(-1) [15J
k—1
-9-
L.
T,C,rIL
L. =
k-1
Il rendimento della macchina è dato dal prodotto dcl rendimento isocntropico e dei
ho
a) Macchina adiabatica
—1
Il gas è compresso fino alla temperatura: T= TB 3. Se sono nulli gli scambi termici
con le pareti , in
TB = T
1 = k (L O), T = T
1
Seinparticolare = =
O: = T
2
T k
1
- lo -
b)difihe
Il lavoro per unità di massa mandata è dato da:
L. [16]
1
_
2 T )
+MQ
Mc(T
) T [17]
1
—
2+(
Mc(T
—= —
2 Ti)+e
hCp(T [18]
termica sottratta.
Le [16], [17] e [18] possono essere usate per il calcolo delle T 2 quando il compressore è
refrigerato, noto il calore sottratto e trascurando le fughe di gas.
1.2.8. Distribuzionc.
Nella maggioranza dci casi è realizzata mediante valvole automatiche che si aprono per
effetto della differenza di pressione fra l’interno del cilindro e l’ambiente con cui esse lo
pongono in comunicazione. Si ha in tal modo il vantaggio di un automatico adeguamento
della durata della fase di compressione (e di quella di espansione) alle variazioni della
pressione negli ambienti di aspirazione e di mandata.
Le luci di aspirazione devono aprirsi quando la pressione nel cilindro è la minima del ciclo,
mentre quelle di mandata devono stare aperte quando la pressione nel cilindro raggiunge o
sorpassa la pressione dell’ambiente di mandata, che è la massima del ciclo.
Le valvole automatiche hanno evidenti pregi di semplicità, non richiedendo organi di
comando. Inoltre hanno il vantaggio dell’adeguamento automatico alle diverse condizioni
degli ambienti di aspirazione e di mandata, cosa difficile da realizzare con una distribuzione
comandata.
Questi pregi sono in parte compensati dalle limitazioni della velocità media dello stantuffo,
che si rendono necessarie per evitare eccessive perdite di carico.
Nei compressori per bassissime prevalenze (per i quali del resto sono in generale da preferire
- 11 -
ione
i turbocompressori) per ridurre ai minimo le laminazioni si usano valvole di aspiraz
comandate, e talvolta anche valvole di mandata comandate.
Le valvole automatiche devono essere estremamente
leggere. Affinchè resistano alle pressioni differenziali,
talora notevoli, che si manifestano durante la
compressione, gli otturatori devono essere appoggiati a
strette fessure. Si hanno quindi valvole a lamelle di i ÷
2 mm di spessore a forma di corona circolare o di
rcttangolo.Corrispondcntemcnte, le sedi sono a corone
circolari concentriche (Fig. 7), o a tagli paralleli (Fig.
8): si presentano cioè come la griglia di un focolare.
A richiamare la valvola in sede provvede in certi casi il
solo peso proprio; nella maggior parte dei casi invece
sono applicate delle molle, che possono essere le piccole
Fig. 7 molle ad elica m della Fig. 7 inserite nel coperchio p
tipo della
della valvola, o lamelle ondulate sovrapposte alle lamelle di chiusura, come nel
Fig. 8.
E’ necessario limitare la corsa della valvola, che del
resto, oltre un certo valore, non sarebbe nemmeno utile
aumentare. Quindi a piccola distanza dalle sede si trova
un piatto (p nella Fig. 7), contro cui vanno ad
appoggiarsi le lamelle quando sono staccate dalla sede;
il piatto è munito di fessure (sfalsate rispetto a quelle
della sede) per lasciare libero sfogo al gas.
Ammettendo che l’otturatore della valvola si apra con un
5 moto di accelerazione costante e trascurando eventuali
forze antagoniste all’apertura (peso proprio, molle) si
ottiene il coefficiente di laminazione:
Fig. 8
12
2
i’ 3
13
G
ò i’l 1— [19]
c) is)
——
indicando con:
D il diametro dello stantuffo,
c la corsa dello stantuffo,
G il peso dell’otturatore,
I il contorno dcl foro di passaggio del gas,
Dalla [19] si rileva l’importanza della pesantezza specifica G/IS dell’otturatore e quindi
la necessità di avere otturatori di piccolo spessore.
Per una data macchina la [19] si scrive:
[19’]
3 3
Ponendo, in prima approssimazione p p /Tjji 3
’
2
p la [19’] si semplifica nella:
[19”]
p
2 13
la quale permette di concludere che le perdite per trafilamenti crescono col quadrato della
velocità media dello stantuffo e sono rilevanti per piccoli rapporti di compressione.
- 13 -
Generalmente all’inizio il gas è più freddo delle pareti e quindi riceve una piccola quantità
di calore (ramo BB’ della linea di compressione rappresentata nelle Figg. 9 e 10); presto
però l’aumento di temperatura causato dalla compressione porta il gas ad una temperatura
superiore a quella delle pareti e si ha sottrazione di calore (ramo B’-C della linea di
compressione) in sempre maggior quantità a mano a mano che ci si avvicina alla pressione
massima (incurvamcnto in prossimità dcl punto C in Fig. 10).
c
T
T
fl / /
A
I)
PI
5 .5
Fig. 9 Fig. 10
Più attivi sono gli scambi termici durante l’espansione del gas rimasto racchiuso nel volume
morto, per il maggior rapporto superficie/massa. L’inizio dell’espansione avviene sempre ad
una temperatura T , < T, pcrchè durante la fase di mandata CD la sottrazione di calore dal
1
gas ancora contenuto nel cilindro è continuata. Per la stessa ragione è a sottrazione di calore,
cioè pendente verso sinistra, il primo ramo D-D’ della linea di espansione.
Frattanto però il gas si è raffreddato, riceve calore dalle pareti e si ha una più o meno
accentuata e progressivamente crescente introduzione di calore. Nel caso della Fig. 9 la
temperatura dcl punto A è alquanto inferiore a quella del punto 13: ciò significa che il gas
aspirato si trova ad una temperatura piuttosto alta, e grazie anche al calore che riceve
dalle
pareti durante l’aspirazione, la sua miscela con il gas residuo aumenta, sia pur di poco, la
temperatura.
> TB, perchè la temperatura di aspirazione era bassa, in
Nel caso della Fig. 10 invece T
4
confronto con quella dcl mezzo refrigerante disponibile.
Dai ragionamenti che precedono consegue che la rappresentazione analitica della linea di
compressione con una politropica, ai fini dcl calcolo dcl lavoro, va fatta assegnando
ad essa
- 14 -
all’adiabatico o leggermente superiore, per rapporti di compressione piccoli
o pareti poco
refrigerate. Agli effetti dei calcolo della temperatura di mandata invece
, bisognerebbe
adottare esponenti più bassi.
Ancor più lontano dall’andamento politropico è la linea di espansione. La
sua conoscenza ha
importanza per valutare la perdita di rendimento causata dallo spazio morto,
quando la massa
che partecipa alla riespansione è relativamente grande.
in ii
P n
- 15 -
___vo 7
__ i’
o Vo v
1.2.10.2. Laminazione all’aspirazione. Fig. 12
Laminando il gas nel condotto di aspirazione (Fig
. 13)
con una valvola che abbassi la pressione dal valo
re p
1
al valore p’ necessario per mantenere costante
la P2’
la portata si riduce nel rapporto: —
i
tu’
ih
La potenza assorbita dalla macchina varia (ipotizzan
do
(Fig. 14):
P’ B’C’DA’
P BCDA p
e
In un ciclo si spende in più il lavoro equivalen
te i \\
all’area B’EAA’ cd in meno quello equivalente all’a l \\
rea
\\
BCC’E. \ \
\ \
Esiste un valore discriminante di 3 (che nel I e Il caso \\
limite del par. 1.2.5. si calcola essere
g’
Fig. 14
- 16 -
,n”’ 3 ) tale che, se in condizioni normali di funzionamento è [3> Pd ai
L pf p’ ? p
1
L P,h’ P’’
flì L
Nel 11 caso limite del paragrafo 1.2.5. risulta un aumento di L. nel rapporto:
L (p
/
2 p)m1
L.
m
1
1
2
(P
) P
/
1p)m
(p
e un aumento della temperatura di mandata nel rapporto: T/T =
2
Consideriamo trascurabile l’influenza dello spazio morto. Il lavoro al ciclo è dato da:
[
8
PV ‘_i]=
m’—l PB) Pc
- in’ PB ,•PB
-
v
PCB —
Pc Pc
ed effettuando la derivata di rispetto al rapporto PB/PC e ponendola uguale a zero, con facili passaggi
PC m
si trova che il rapporto delle pressioni che rende massimo il lavoro del ciclo è pari a — = m 3
17
L2iO3. jsso di arte della mandata,
Si fa rifluire parte della mandata all’esterno o, previa refrigerazione, al condotto di
aspirazione (Fig. 15).
Fig. 15
Il ciclo di lavoro rimane invariato e quindi la potenza resta costante.
Il lavoro per unità di massa mandata al serbatoio di valle aumenta nel rapporto fra la
L
L.
rapporto 1
T/T
18 -
‘i
c DI c’
Pi
°
-
v o vo
Fig. 16 Fig. 17
0
VR-VA-AV
nello stesso rapporto:
VR- VA
- 19 -
_
____
òi ‘,
-----J
AA’
V
.
Fig. 19 Fig. 20
iù/_ À:
P in
-V
8
V = i+ -
VBVA
V
dove: ii. =
=
v 0
v
morto (m in’):
e trascurando le perdite di rendimento dovute allo spazio
=
v ( V
1+
t\ vo
1/rn
- 20 -
La regolazione può essere resa continua
mantenendo lo spazio morto del compressore in
comunicazione con un cilindro ausiliario munito
di stantuffo, la cui posizione viene variata a iR\
seconda della portata richiesta: tanto maggiore è
lo spazio morto, tanto minore è il coefficiente di
riempimento e quindi la portata mandata.
Un altro metodo è quello schematizzato in Fig.21.
In esso il cilindro viene mantenuto in
comunicazione con la camera di spazio nocivo, di
volume fisso Vr per intervalli diversi della fase di
compressione, a seconda della costante elastica
della molla della valvola “aerodinamica” v. Fig. 21
j,z
P=
Tm
n’ i?V
n
1
p
0
Fig. 22
In Fig. 23 è rappresentato un compressore “non lubrificato” a due cilindri verticali a doppio
effetto, con tenuta a labirinto tra stantuffo e cilindro. In questo caso è evidentemente
necessario l’uso di testa a croce.
21 -
A, albero a gomiti; 3, biella; C, leata a eroce; D, zein; , etaiiln5o; F, eilhiitri; G, vaholn H, c ùicia li co-colazione IlcIlacquo rdrigcraiile;
I, premisteppe; L, liarticolaro dei labirinLi ; M, coppa dellobo per lo lubriScacione del oli noi elliuno,
Fig. 23
Per rendere minimo il lavoro di compressione, se la rifregerazione riportasse sempre la temperatura al valore
T, iniziale dei primo stadio e se la compressione avvenisse in tutti i cilindri con la stessa legge, bisognerebbe
realizzare in ogni stadio lo stesso 3.
22 -
‘4 1
Fig. 24 Fig. 25
Fig. 26
( p/p= p
1
/
2 p ), si ha = ; se inoltre il refrigeratore intermedio riporta la
temperatura 2T ’ al valore T
1
T 1 dell’ambiente di aspirazione e i compressori funzionano
con lo stesso numero di giri (n ti’) si ha:
v__ p
1
V0 /
Pi Pi
e
P= —---±
c=
1.3.1. Regolazione.
Le cose non cambiano rispetto al monostadio se si regola il compressore polistadio per
variazione dcl numero di giri, o per riflusso di parte della mandata dall’ultimo stadio. Se si
regola per laminazione all’aspirazione, per limitazione della cilindrata utile o addizione di
spazi morti valgono per ciascuno stadio le considerazioni fatte per il monostadio; teniamo
- 24
presente che se si applica uno di questi metodi solo al primo stadio si corre il rischio di avere
negli ultimi stadi eccessivi rapporti di compressione, per cui la regolazione viene praticata,
in genere, in tutti gli stadi,
1.3.2. Refrigerazione.
Oltre che negli interrefrigeratori, la refrigerazione è di regola
praticata sulla superficie esterna del cilindro, sia per
mantenere la temperatura delle sue pareti interne a valori
compatibili con la lubrificazione, sia per sottrarre calore al
gas durante la compressione. Può essere ad acqua, con
camicia di pezzo o riportata (Fig. 23), ovvero ad aria con
alette investite dalla corrente d’aria provocata da un apposito
ventilatore (Fig. 28).
1.3.3. Lubrificazione.
La lubrificazione dell’accoppiamento tra stantuffo e cilindro
può essere fatta con olio con metodi del tutto analoghi a
mandata; 5, stantuiTh
T a
quelli usati per i motori alternativi a combustione interna. In
Fig 28
alcuni casi però, data la natura del gas compresso o le elevate
temperature raggiunte, non è ammissibile la presenza di olio entro il cilindro. Si adottano
allora compressori non lubrfIcati (detti anche a secco), in cui la tenuta tra stantuffo e
cilindro è realizzata, se il compressore è a stantuffo con testa a croce:
- mediante labirinti ricavati nel mantello dello stantuffo e sulla superficie interna dcl
cilindro (Fig. 23);
- rivestendo internamente il cilindro con un manicotto in grafite sul quale strisciano le fasce
elastiche montate sullo stantuffo;
- con anelli di tenuta in grafite, metallo-grafite o nylon nello stantuffo, scorrenti sul
cilindro metallico.
Naturalmente in tutti questi casi le restanti coppie cinematiche del compressore (testa a croce,
bottone di manovella, perni di banco, ccc.) sono lubrificate normalmente a circoJazione
d’olio.
- 25 -
i .4. Compressore volumetrico a membrana.
Fig. 29
1.5. Applicazioni
I compressori a stantuffo trovano larga applicazione per la compressione di aria o altri gas
o vapori dalle portate più piccole (compressori frigoriferi) fino a portate dell’ordine di 50
/s. Sono praticamente gli unici utilizzati per elevati rapporti di compressione (oltre 20 e
3
m
sino a 2500), naturalmente sotto forma di compressori polistadio.
26 -
2, COMPRESSORI VOLUMETRICI ROTATIVI
2,1. Generalità
Rotativi vengono denominati tutti quei compressori volumetrici in cui la variazione periodica
del volume della capacità occupata dal gas viene ottenuta sfruttando un capsulisnio del tipo
a camere rotanti o del tipo a camere fisse.
27 -
rimane tra il rotore stesso e la cassa. Le camere rotanti sono delimitate quindi: dalla
superficie interna dello statore, da quella esterna del nucleo rotante eccentricamente
all’interno di esso, dalle palette scorrevoli entro guide praticate nel rotore, radiali o inclinate
rispetto al raggio, e appoggiantisi sulla superficie interna dello statore contro cui sono
premute dalla loro stessa forza centrifuga o da molle, Le palette funzionano da stantuffi, in
quanto sono le pressioni differenziali ad esse applicate che lavorano.
Anche qui gli organi del compressore sono dotati di moti rotatori: uniforme quello del rotore,
più complesso quello delle palette, date le loro traslazioni nelle scanalature del rotore.
e da quella di due ro
controrotanti (detti anche “stantuffi
S*:
I
-
/ \ /‘
/
/.‘ ‘
I
—
I
--
/
,
‘
—
4
4- - -
/ /, -
/.
—
- 28 -
occupato dal gas.
Appartiene a questa categoria il compressore Roots, schematizzato nella Fig, 33 in tre diverse
posizioni. Esso è composto di due rotori uguali che mediante i loro lobi (denti) ingrananti
fra loro dividono la cassa in cui girano, in due ambienti principali, oltre ai vani tra i denti,
che costituiscono le camere propriamente dette dcl compressore. Manca qualunque moto che
non sia puramente rotatorio cd uniforme.
2.1.3. Autodistribuzione.
Nei compressori rotativi che utilizzano capsulismi a camere rotanti il volume di questo
- 29 -
assume sempre il medesimo valore quando la camera si trova a passare per una determinata
zona dello spazio. La distribuzione può allora essere ottenuta aprendo nello statore della
macchina due luci scoperte al momento opportuno dal rotore stesso (autodistribuzione): una
1 nella zona in cui il volume
di aspirazione in comunicazione con l’ambiente a pressione p
cresce fino al massimo, l’altra di mandata in comunicazione con l’ambiente a pressione P2
nella zona in cui il volume diminuisce fino al minimo.
Con l’autodistribuzione è possibile, grazie all’eliminazione delle valvole, una notevole
semplificazione della macchina. Per contro, l’apertura delle luci di mandata in un istante fisso
della fase di compressione fa sì che in tale istante la pressione all’interno della capacità
occupata dal gas può avere un valore diverso da quello di mandata, dipendentemente dal
rapporto di compressione volumetrico interno della macchina. L’ampiezza delle luci di
mandata risulta inoltre essere più o meno strettamente obbligata e in taluni casi può risultare
insufficiente a smaltire senza eccessivi trafilamenti la portata richiesta.
dell’apertura della luce di mandata, V,,. il volume massimo assunto dalla capacità attiva.
Come nel caso dei compressori alternativi la cilindrata l”0 è la differenza fra V,, e il volume
minimo della camera (spazio morto); quest’ultimo è sovente molto piccolo e può essere
trascurato, se non è addirittura nullo.
Cilindrata complessiva del compressore è ovviamente il prodotto della cilindrata I’ della
singola camera per il numero i delle camere che compiono un ciclo di funzionamento ad ogni
giro dell’albero
2.2.1. Funzionamento.
Di solito anche il profilo interno della cassa è circolare. Allora il vano tra due palette
raggiunge il volume massimo V,,. quando le palette stesse si trovano in posizione simmetrica
rispetto all’asse dei centri. L’orlo di chiusura sarà perciò sistemato nel punto A (Fig. 37).
Data la pratica assenza di spazi morti (se il rotore è tangente inferiormente alla cassa) la
cilindrata è rappresentata dal cilindro di base ABDC.
A mano a mano che è trascinato verso sinistra, il gas si incunea tra le pareti convergenti del
rotore e dello statore, finchè la paletta di sinistra scopre l’orlo B’ della luce di mandata, ed
- 30 -
il gas viene riversato nell’ambiente a valle.
Il rapporto volumetrico di compressione è uguale
al rapporto delle aree ABDC cd A’B’D’C’. Esso
cresce con l’aumentare del numero i delle palette
perchè tende al rapporto dei segmenti AC/B’D’;
cresce pure, e rapidamente, al diminuire
dell’angolo 6 che definisce la posizione del punto
iniziale della mandata (Fig. 37).
Questi mezzi per aumentare p non possono però
essere usati se non limitatamente: di fatto Fig. 37
. I
aumento di pressione del gas con la legge pVm = cost. possono darsi tre casi (Fig. 38):
a) p
= p
2 1
p
2c
I,,.
b) p
< p
2 m
1
V ..cosl.
‘2b
e) 2
p 1
> p
31 -
Con riferimento al ciclo rappresentato in Pig. 39
P si ha la compressione graduale dai volume VA
c (V,,) al volume VB (V,,.) nel rapporto fisso
)
dovuta al rigurgito dcl gas dall’ambiente di
- 4fl mandata nella camera.
La portata mandata è data
FI
dall’espressione: m= VAin
1
XYP
uiL iui
___L=
TL hlm
L=
V
1
P
in’ 1
(pm-1_1)+(p
4
V
p
_
2
p m)=p
in—i P
“i’
(pm1_1)+!(_pm)
= PIVÀ
p
V\m p
essendo: p— p = pm
1
p ,equindiillavoroall’unitàdimassamandata
1 ; = —
VB) Pi
ha l’espressione:
VA
1
P m (pm-I_i)+l(_pm)
L= =
VA
1
P in’—l p
= 1
RT (prn-I_1)+(p_pm)
M’—l P
32 -
222J Perdite.
Fra le perdite di natura non fluidodinamica predominano quelle puramente meccaniche
dovute allo sfregamento delle palettc spinte dalla forza centrifuga contro la parete della
cassa. Per ridurre le perdite per attrito nei piccoli compressori, le palette possono essere
costruite in materiale autolubrificante (compressori a secco). In altri casi esse scorrono,
ad es. per mezzo di rullini,su guide concentriche al profilo della cassa, oppure si
circondano le palette con anelli trascinati in rotazione dalla girante, ma liberi di seguire
il profilo della cassa, di cui hanno esattamente il diametro. In questi ultimi casi è
necessaria la lubrificazione; l’olio trascinato dal gas viene poi separato mediante filtri
disposti sulla mandata.
I’,
Fig. 40 Fig. 41
Ancora una variante del compressore a palette e rotore eccentrico può essere in certo modo
considerata quella ad anello liquido della Fig. 33: invece della sporgenza delle palette varia
qui la loro immersione nell’anello liquido.
Inoltre le luci di aspirazione A e di mandata M, anzichè sulla cassa sono scolpite sul nucleo
interno fisso, attorno a cui gira il rotore palettato.
- 33 -
Per bassi rapporti di compressione sono
anche stati costruiti compressori con valvole
di settore (Fig. 42) aprentisi automaticamente
quando la pressione nell’interno della camera
supera il valore della pressione P2’ in modo da
evitare cicli di lavoro di tipo b) di Fig. 38.
Fig. 42
2.2.4. Regolazione.
La regolazione della portata può essere fatta variando l’eccentricità del rotore rispetto alla
carcassa; più comunemente è ottenuta però mediante laminazione all’aspirazione o riflusso
di parte della mandata.
=
PiV[,,’
np’ PZVA
17Z
2
m-1P
1
) +py
fi(pm- i_ ___p?fll
P 2
P
- 34 -
2.25. Applicazioni
I compressori a palette trovano abbastanza largo impiego per rapporti di compressione :3 fino
a 6, talvolta fino a 8 con due stadi interrefrigerati, per portate fino a 3 m
/s, in quei
3
casi in cui la presenza dell’olio lubrificante a contatto con il gas compresso non ha
importanza.
Trovano altresì impiego come pompe a vuoto per “vuoti” non troppo spinti: dell’ordine di
10 mm.
2.3.1. Funzionamcnto.
Nella Fig. 44 è rappresentato il tipo originario Roots composto
di due rotori uguali, a due lobi, che girano a velocità uguali e
contrarie, mantenendosi a contatto, salvo un piccolo gioco, con
le pareti laterali di una cassa foggiata con due semicilindri
raccordati da elementi piani. In questi elementi sono aperte le
bocche di aspirazione e di mandata. Per ridurre le fughe di gas
attraverso i giochi, all’estremità di ciascun lobo sono ricavati dei
labirinti di tenuta.
I profili dei rotori debbono essere coniugati afflnchè rimangano
j/’4 .ks:Il/irr’; /
sempre a contatto nella zona di ingranamento, e sia assicurata la (Liì tA.
({ (li lI;IIBI.LI:v I?, r(,L(;ri; ‘, ululi—
Fig. 44
tracciamento può avvenire con criteri diversi: nella Fig. 45 la
parte del dente che sporge dalla primitiva è un cerchio di centro C: nella Fig. 46 invece i
profili sono ipocicloidali, con diametro del cerchio rotolante uguale ad 1/4 del diametro
primitivo e quindi senza punti angolosi.
Fig. 45 Fig. 46
- 35 -
Il funzionamento del compressore Roots è illustrato dal confronto fra le tre posizioni della
Fig. 33, in cui sono ombreggiate da puntini iC aree equivalenti ai volume dal lato della
mandata. In a, avendo il punto A del rotore superiore appena oltrepassato il punto i\1 della
luce di aspirazione, il volume V rimasto incluso fra A e B è isolato dal condotto aspirante
e trasportato verso destra dai moto dei rotore. Subito dopo, il punto B oltrepassa il punto N
della linea di scarico e quindi il volume V viene improvvisamente aggregato all’ambiente di
mandata.
Nella posizione b dopo una rotazione di 45°, il
volume punteggiato si è ridotto di V12 con legge
quasi lineare (Fig. 47)5 e nella posizione c, dopo
un’ulteriore rotazione di 45°, il. volume si è
ulteriormente ridotto di V/2, raggiungendo il suo
minimo valore: Subito dopo però, vi si aggiunge il
p
volume V proveniente dall’altro rotore, ed il ciclo Fig. 47
ricomincia.
Il volume V ha dunque il significato di cilindrata ed ad ogni giro dei motore esso viene
trasferito quattro volte.
All’atto in cui l’ambiente di mandata entra in comunicazione col vano V compreso tra i due
lobi, vano che è occupato da gas ancora alla pressione d’aspirazione, si produce il riflusso
in esso di una parte del gas compresso, che viene ad aumentare la pressione fino ad un valore
P2’ tanto più vicino a P2 quanto minore è il rapporto tra V cd il volume dell’ambiente di
mandata. L’ulteriore compressione dap
’ ap
2 2 è poi provocata dal moto dei rotori.
In genere il volume V è praticamente nullo rispetto al volume della tubazione e quindi la
compressione rimane affidata del tutto alla variazione discontinua, cioè al riflusso dalla
tubazione a valle.
Ciò non toglie che si abbiano nella pressione di mandata pulsazioni, per attenuar le quali
giova aumentare il numero dei lobi, riducendo in tal modo il periodo delle pulsazioni stesse.
L’origine delle ordinate nella Fig. 47 si trova al disotto della retta r di un segmento equivalente al volume
a valle dei rotori nella posizione della Fig. 45, comprese quindi tubazioni, ecc,
36 -
Per concretare le idee consideriamo un ciclo di lavoro senza laminazioni e ad aumento di
pressione a volume costante (Fig. 48).
La potenza assorbita è data da:
uiL. in
P=—
1fl
uii= 1
?p
V in
e quindi:
PI
v
Fig. 48
4= V(
—
2
)
1
V (f3—1
=p p
p )
pV RT
=
1
L
- L
L k-1 -1
- 37 -
rapidamente al crescere di i3,
rn
p Vizi
Esprimendo la portata mandata in funzione della portata aspirata ( zh,, ) e delle fughe
/ I I
1
P ‘1 p
ò
1 p
=1— =l—Kn 2
Pi Pl 1
P
si ottiene, in definitiva:
;oc (1_E)(1_Kn2)
- 38 -
La Fig. 49 mostra l’andamento
numero di giri:
- per valori di j3 ridotti si ha una
piccola influenza delle fughe cd il
coefficiente di riempimento è molto
sensibile all’effetto dei trafilamenti
all’aumentare del numero di giri;
per f3 elevati la maggiore influenza
la esercitano le fughe, la cui
importanza rei ativ a diminuisce
2500 3000 3500 4000
fl
all’aumentare di n; i trafilamenti
Fig. 49
smorzano l’effetto positivo.
Va quindi considerata attentamente l’influenza del proporzionamento della macchina, perchè
mentre le fughe lungo le gencratrici di contatto dei rotori fra loro e con le pareti laterali della
cassa, sono proporzionali alla portata, le perdite lungo le facce frontali dci rotori dipendono
sì dalla lunghezza di questi, in quanto rotori più lunghi esigono naturalmente giochi in testa
maggiori, ma non le sono proporzionali.
RT
= iii— )
1
L 1
—
2
c(T
=
T —i(3—1)
e quindi:
cpTi(._1)= -(f3--1)
da cui si ottiene:
- 39 -
T i k1
= 1÷——(-1)
1
T k
Fig. 50
2.3.6. Applicazioni.
Il compressore Roots ha i pregi della semplicità, di non richiedere lubrificante a contatto con
il gas compresso e di poter comprimere anche gas contenenti polveri in sospensione.
Ha trovato applicazioni come compressore per la sovralimentazione di motori alternativi a
combustione interna, per il trasporto di gas, trasporto pneumatico, ecc. con portate sino a
/s; è largamente usato come pompa a vuoto per “vuoti” sino a circa 70 mmwg e quindi
3 m
3
come stadio preliminare di pompe per vuoti più spinti.
- 40 -
237. Compressori ad ingranaggi elicoidaiL
I rotori del Root hanno generatrici rettilinee parallele all’asse di rotazione. Sono stati però
anche adottati compressori a rotori elicoidali congegnati in modo da assicurare una
compressione graduale del gas che resta compreso in un vano, prima che esso venga ìn
contatto con l’ambiente di mandata.
Il tipo Lysìzolm, detto
anche “a viti”, è munito
(Fig. 51) di due rotori a
denti elicoidali aventi -
A
profili diversi convesso
l’uno, concavo l’altro Il —
3 —
un rotore e la carcassa A, hce dl n9drairne; C, nlbero di cornndo; I, i,rgi di acer ,i. mento
1 dci
M, luce (li mandata; R, R’, rotori.
nsulta diviso in due
Fag. 51
camere dal contatto con il
lobo dell’altro rotore. Tale contatto durante la rotazione dei rotori si sposta assialmente da
un estremo della cassa, ove è praticata la luce di aspirazione, all’altro, ove è praticata la luce
di mandata, mentre il volume delle camere si riduce gradualmente.
A parte la maggior difficoltà costruttiva dei rotori, il compressore Lysholm ha quindi i pregi
del compressore Root ma con p > i e quindi miglior rendimento, dà inoltre una mandata
meno pulsante, specialmente se il numero di lobi (non necessariamente uguale per i due
rotori se questi non hanno ugual velocità angolare) è elevato.
Il rapporto volumetrico di compressione
risulta tanto maggior quanto più sono
decentrate rispetto alla mezzeria le luci di
aspirazione e di mandata. Un mezzo per
aumentano consiste pure nel dare una certa
conicità ai due rotoni (Fig. 52).
Ha trovato abbastanza larga applicazione
come compressore per la sovralimentazione
di motori e per la produzione di aria
compressa con rapporti di compressione i3
Fig. 52
fino a 5 e portate fino a 6 m
/s; è usato
3
anche come macchina a due stadi e come pompa a vuoto.
41 -
2.3.8. Altri tipi di compressori ad ingranaggi.
Compressore Wade. E’simile al
compressore Roots salvo che (Fig. 53) la
forma dei lobi dei rotori è tale da consentire
una parziale compressione interna (p > 1); cc
A. i urli u,il;uzi,uiur, Ivi. iii.
li una n.i;it ;u; R, A’, ruguri;
5, iPct,rc.
il rapporto volumetrico di compressione p
può essere variato agendo sull’ampiezza
della luce di mandata M.
Ha trovato applicazione come compressore
per la sovralimentazione di motori Fig. 53
alternativi a combustione interna per rapporti di compressione 3 sino a 3.
- Compressore BICERA. Studiato dalla
British Internal Combustion Engine
Research Association funziona con p > i
secondo lo schema di Fig. 54; il rapporto
volumetrico di compressione può essere
variato durante il funzionamento ruotando il
canotto M e quindi spostando la posizione
della luce di mandata.
Ha avuto applicazioni solo sperimentali.
A, c,cidoi,l.o di irraiouuc; l’vi, cuuuuluuli o ti colata; R, A’, rotun
S, ,91.uuLoro.
Fig. 54
- Compressore trocoidale. Lo
statore ha la superficie interna
con generatrici a forma di archi
di trocoide, il rotore ha profilo
tale da mantenersi sempre a
contatto “puntiforme” (in realtà
mediante tenute a strisciamento)
R
con lo statore delimitando così A, acplra lione; C, i,il,ero di comando; E. ercent ricci fl;n; I, incrana g,,jdi mcc Im, ‘mc r. a, ma
porto cii trnsiciinsic’na 2 3; 44. mancini a; A, rotore a tre tubi; A’, rotore a due ir,),j (1,0 u’u LO
Fig. 55
variabile.
L’unico tipo ad avere avuto modernamente realizzazioni costruttive è il compressore tipo
WANKEL (Fig. 55), per rapporti di compressione f3 fino a 3 (monostadio) ± 8 (bistadio) e
portate dell’ordine di 0,3 m
/s.
3
- 42 -
COMPRESSORI NON CONVENZIONALI
1. COMPREX
Il Comprex è uno scambiatore di pressione realizzato, con tal nome appunto, dalla Brown
Boveri. Esso utilizza, come meccanismo di scambio di pressione, onde di compressione e dì
espansione.
Nella sua forma più semplice il Cornprex si presenta costituito come lo schema di Fig. 1. Un
rotore cilindrico porta delle palette disposte in piani meridiani oppure avvolte ad elica, che
individuano tante celle o canali. Una cassa avvolge tutto il rotore e porta le luci di
ammissione e scarico del gas comprimente e di di quello da comprimere (brevemente, con
riferimento al caso più consueto: del gas caldo e dell’aria). Lo sviluppo in piano di una
sezione cilindrica coassiale della macchina può presentarsi come in Fig. 2. Nella figura sono
anche indicati i possibili triangoli di velocita dell’aria e del gas: nel caso, non viene
sviluppato nessun momento motore o resistente dal gas e dall’aria. In effetti, un momento
resistente sul rotore ci sarà, generato dall’attrito sui cuscinetti, e sarà pertanto necessario
trascinare il rotore o provvedere a che il gas possa sviluppare momento motore sulle pareti
del canale.
Fig. i Fig. 2
- 43 -
e delle interfacce, come viste da un osservatore solidale con la cassa.
Nella Fig. 4 è rappresentato il relativo diagramma d’onda. In entrambe le figure s’è
semplificata la descrizione del fenomeno, ignorando le riflessioni delle onde alle pareti e
condensando in un’onda l’effettivo ventaglio d’onde di espansione.
EIHUE2
Fig. 3 Fig. 4
La colonna d’aria a bassa pressione che percorre e riempie un canale dcl rotore nella
posizione i dello stesso, viene subito arrestata ad un estremo e risalita dall’onda d’urto che
vi si genera (urlo AA di Fig. 4). La compressione conseguente ha termine in 2. In 3 la stessa
colonna d’aria viene messa a contatto con il gas ad alta pressione: l’onda d’urto che vi si
genera (urto BB di Fig. 4) la percorre comprimendola e portandola in equilibrio di pressione
statica con il gas che la rincorre (interfaccia BC di Fig. 4). In 4 la colonna d’aria
completamente compressa trova sfogo e in 6 già tutta si è scaricata nel collettore d’aria ad
alta pressione. Il gas ad alta pressione, che in 3 ha iniziato a sostituirsi all’aria nel canale
considerato, in 5 viene isolato dal collettore d’ammissione dello stesso e, percorso da un’onda
di espansione (onda CC di Fig. 4), si dilata. In 7, messo in comunicazione col collettore di
scarico gas bassa pressione, si espande ulteriormente, percorso dall’onda DD di Fig. 4, e in
8, ormai in equilibrio di pressione con l’aria bassa pressione, viene a contatto con questa,
che lo rincorre e sostituisce nel canale (interfaccia DA di Fig. 4).
Come si vede, nei vari collettori regnano condizioni di flusso permanente, perchè ad essi
l’aria e il gas si presentano sempre nelle stesse condizioni.
La portata d’aria compressa è, in volume, la stessa del gas compresso, perchè entrambi
transitano nei canali alla stessa velocità (velocità dell’interfaccia): ma all’aria, più fredda, può
competere maggior portata in massa, e maggior pressione totale nel collettore, nei quale ha
la stessa pressione statica e la stessa velocità del gas, ma temperatura minore.
- 44 -
i 2. Applicazioni.
BIBLIOGRAFIA
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