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Impianti elettrici nelle strutture alberghiere (prima parte)

Impianti elettrici nelle strutture alberghiere


Caratteristiche generali dell’impianto elettrico
(prima parte)

Pubblicato il 21/01/2008
Aggiornato al: 21/01/2008 di Gianluigi Saveri

1 Generalità

Le strutture alberghiere oggetto della presente guida comprendono tutte quelle attività ricettive
turistico-alberghiere elencate nel D.M. 9 aprile 1994 , "Approvazione della regola tecnica di
prevenzione incendi per la costruzione e l'esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere":
• alberghi,
• motel,
• villaggi albergo,
• villaggi turistici,
• esercizi di affittacamere,
• case e appartamenti per vacanze,
• alloggi agrituristici,
• ostelli per la gioventù,
• residenze turistico alberghiere,
• rifugi alpini.

Quando i posti letto superano le 25 unità, l’attività rientra fra quelle previste dal D.M. 16 febbraio 1982
(attività n. 84) e si rende necessario, ai fini della progettazione, un esame e un parere preventivo da
parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Si tratta infatti di strutture nelle quali, per l'elevata
densità di affollamento e l'elevato tempo di sfollamento, è maggiore il rischio in caso di incendio (fig.
1).

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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia
s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti.

Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e
omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
Impianti elettrici nelle strutture alberghiere (prima parte)

Fig. 1 – Le strutture alberghiere con più di 25 posti letto


compaiono al numero 84 del D.M. 16 febbraio 1982

Una tale classificazione impone, per questo particolare tipo di ambienti, di adottare provvedimenti
specifici per gli impianti elettrici (fig. 2). Il D.M. 9 aprile 1994 si applica a tutte le strutture alberghiere,
sia alle nuove costruzioni sia a quelle esistenti, indipendentemente dalla capacità ricettiva. Se la
struttura però ha meno di 25 posti letto le prescrizioni saranno ovviamente meno severe (titolo III del
D.M. 9 aprile 1994, per i rifugi alpini titolo IV) e ai fini dell’impianto elettrico gli ambienti generalmente
possono essere classificati come ordinari. Nelle strutture alberghiere potrebbero essere presenti
anche ambienti di ritrovo e spettacolo con capienza superiore a 100 posti, ma si ricade in questo caso
nei locali di pubblico spettacolo e trattenimento, attività n. 83 del D.M. 16 febbraio 1982, soggetti alle
prescrizioni del D.M. 19-8-96, riguardanti le regole tecniche di prevenzione incendi, dei quali si occupa
anche la Sezione 752 Norma CEI 64-8/7. Un altro ambiente particolare che si può incontrare nei
complessi alberghieri è costituito dalle autorimesse per le quali esistono regole antincendio specifiche
dettate dal DM 1-2-86. Gli impianti elettrici nelle autorimesse sono trattati dalla guida CEI 31-35.

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a) È vietato l’uso dei conduttori PEN (schema TN-C) ad esclusione delle condutture che transitano soltanto.

b) Gli apparecchi d’illuminazione devono essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi
ultimi sono combustibili. Attenersi alle indicazioni del costruttore oppure, salvo diversamente indicato, per i faretti
e i piccoli proiettori tale distanza deve essere almeno:
• 0,5 m: fino a 100 W;
• 0,8 m: da 100 a 300 W;
• 1 m: da 300 a 500 W.
c) Deve essere evitato il pericolo di proiezione di materiale incandescente, esempio rottura di lampade ad
alogeni e ad alogenuri, proteggendo la lampada mediante schermo di sicurezza r e seguendo scrupolosamente le
istruzioni fornite dal costruttore.

d) I dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione,
devono essere posti in luoghi inaccessibili al pubblico,o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo, ad
esclusiva disposizione del personale addetto.
e) L’illuminazione di sicurezza deve garantire un’autonomia minima di un ora.
f) Disporre i conduttori dei circuiti in c.a. in modo da evitare riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per
effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari.
g) Deve essere previsto un comando per l’interruzione di emergenza.
h) Per il montaggio diretto su superfici normalmente infiammabili devono essere utilizzati apparecchi di
illuminazione specificatamente previsti per lo scopo e dichiarati tali dal costruttore

i) Quando si utilizzano cavi “non propaganti la fiamma” (CEI 20-35) i cavi possono essere e

installati individualmente oppure distanziati tra loro almeno 250 mm nei tratti di percorso parallelo.

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l) I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere collocati all’origine dei

circuiti, sia che attraversino sia che abbiano si origine nei luoghi stessi.

m) I componenti dell’impianto montati su o all’interno di strutture combustibili che nel normale funzionamento
possono emettere archi o scintille tali da far uscire dal microambiente interno agli apparecchi medesimi particelle
incandescenti che possono innescare un incendio devono essere racchiusi in custodie aventi grado di protezione
IP4X almeno verso le strutture combustibili.

n) Quando si utilizzano cavi “non propaganti l’incendio il fascio di cavi non deve essere in

quantità tale da superare il volume unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma
CEI 20-22 .

Fig. 2 – Alcuni fra i principali provvedimenti da adottare quando la struttura è classificata a maggior rischio in caso di incendio
(CEI 64-8/7)

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2 Caratteristiche della struttura

Un albergo presenta normalmente una struttura molto complessa con vari locali a diversa
destinazione d’uso. La guida CEI 64-55 relativa alle strutture alberghiere individua alcuni esempi tipici
di locali e li suddivide in tre gruppi:

1) locali destinati ai clienti:

o atrio;

o camere da letto o appartamenti;

o percorsi interni (scale, corridoi, ecc.);

o attività commerciali;

o bar, ristoranti e sale breakfast;

o autorimesse;

o sale riunioni;

o parchi;

o altre utenze (piano bar, piscine, saune, banche, ecc.).

2) locali destinati ai servizi alberghieri:

o uffici;

o cucine;

o lavanderie;

o stirerie;

o depositi;

o altre utenze (sottotetti, corridoi, ecc.).

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3) locali destinati ai servizi tecnici:

o gruppi elettrogeni;

o centrali termiche;

o centrali frigorifere;

o impianti di condizionamento;

o locali ascensori;

o cabine elettriche;

o centrali idriche;

o centrale telefonica;

o altre eventuali utenze

La complessità della struttura comporta, come ben si può capire, l’installazione di una varietà di
impianti, elettrici, elettronici ed elettronici di segnale, che in relazione alla loro destinazione e al loro
utilizzo indicativamente si possono così sintetizzare:

Impianti elettrici:

o cabina e quadri elettrici;

o gruppo elettrogeno;

o gruppi di continuità;

o centrale termica;

o illuminazione ordinaria;

o illuminazione esterna;

o illuminazione di sicurezza;

o luce scale, corridoi, atri, ecc;

o circuiti prese;

o circuiti per l’alimentazione di sicurezza;

o lavanderia e stireria;

o impianto di terra;

o automazione di porte e cancelli;


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o ascensori, montacarichi e montavivande;

o centrali frigorifere;

o centrali idriche;

o di condizionamento.

Impianti di segnale:

o impianti telefonici e di comunicazione interna;

o impianti TV;

o diffusione sonora;

o segnalazione incendi;

o chiamata e segnalazione di emergenza dai bagni;

o antintrusione;

o impianti di trasmissione dati;

o controllo accessi;

o videosorveglianza;

o impianti di gestione e automazione.

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3 Prevenzione incendi

Come detto, quando i posti letto superano le 25 unità prima della messa in servizio ed in seguito ad
intervalli regolari, devono essere sottoposte a controllo da parte dei Vigili del Fuoco per il rilascio e il
rinnovo periodico del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI), attestante il rispetto delle disposizioni
vigenti e delle prescrizioni dettate dall'autorità competente. Per le strutture alberghiere resta
valido sei anni e tale di norma è anche l’intervallo di tempo che intercorre fra una visita e
l’altra da parte dei VV.F. Se però nell'attività alberghiera sono presenti altre attività particolari che
compaiono nel D.M. 16/2/82, come ad esempio l’attività n. 91 relativa alle centrali termiche alimentate
con combustibili solidi, liquidi o gassosi con potenzialità superiore a 1 1 6 kW, il CPI che viene
rilasciato si riferisce a tutta la struttura nel suo insieme ed il periodo di validità, e l’intervallo fra le visite,
da 6 anni si riduce a 3. Per il rilascio del CPI, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco richiede per
gli impianti elettrici la dichiarazione di conformità. (Legge 46/90 art. 9). Per quelli che non ricadono nel
campo di applicazione della legge 46/90 viene invece richiesta una dichiarazione di corretta
installazione (D.M. 4/5/98, Allegato II, punto 3.2) e funzionamento da parte dell'installatore. La
Circ. MI del 31/01/01, Prot. n° P 130/4101 sott. 72/E riporta un modello di dichiarazione di corretta
installazione degli impianti non ricadenti nel campo di applicazione della legge 46/90 relativamente
agli impianti di protezione antincendio e di protezione contro le scariche atmosferiche. Questi
impianti devono essere accompagnati, come indicato nello stesso modello, “da progetto, a firma di
un professionista, riferito alle eventuali norme di prodotto e/o ad eventuali requisiti prestazionali
previsti da disposizioni vigenti o da prescrizioni dello stesso Comando dei VV.F”. In alternativa, in
assenza di un progetto, deve essere fornita una certificazione firmata da un professionista (iscritto
negli elenchi del Ministero dell'Interno di cui alla legge 7/12/84 n. 818) “riferita alle eventuali norme di
prodotto e/o eventuali requisiti prestazionali previsti da disposizioni vigenti, o da prescrizioni del
Comando dei VV.F. , completa di documentazione tecnica illustrativa”.

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