Sei sulla pagina 1di 3

NEOCLASSICISMO

JOAN JOAQUIME WINCKELMANN


A lui dobbiamo lo stile che contraddistingue l ’arte neoclassica, alle sue teorie. Lui è uno studioso della storia dell ’arte antica,
originario della Germania, nasce nel 1817. Muore a Trieste nel 1868, assassinato. Fu il primo a impostare una storia dell ’arte
antica e moderna dal punto di vista cronologico, quindi vista dal punto di vista degli eventi. Fin da allora era vista come
comparata. Non solo è il primo storico dell’arte ma anche il primo critico dell ’arte. Non solo inserisce un ’opera in un contesto
storico ma anche ne dà una critica.
Per lui la top opera d’arte è quella che rappresenta il bello canonico, ovvero si rifà all ’arte classe. Per lui è il periodo dell ’arte
in cui si è raggiunta quella bellezza estetica, bellezza pura. Neanche l ’arte rinascimentale è riuscita a raggiungere questa
bellezza ideale. Quindi questa arte va riproposta e purificata da ogni difetto, si osserva sia l ’uomo che la natura. Solo così si
raggiunge la bellezza ideale. Secondo Winckelmann l ’arte da privilegiare, come lo è stato per l ’arte classica, è la scultura.
Lui studia e cataloga copie romane delle sculture greche. Quindi copie in marmo di sculture in bronzo o copie in marmo
bianco di sculture colorate greche. Quindi analizza le opere scultoree romane prendendole come originali e quindi ne deduce
che la scultura neoclassica deve essere così quindi bianca e luminosa. Questo concetto influenza anche l ’architettura. Gli studi
sulle superfici per esempio del Partenone sono successivi.

ARCHITETTURA NEOCLASSICA
Votata alla realizzazione di edifici pubblici. Esalto delle strutture che si impongono per la loro grandezza, nobiltà e
magnificenza. A Parigi, tempio-chiesa, Chiesa della Madeleine che è stato realizzato simulando una situazione antica, di
grecità. Infatti è una chiesa che si erge su un alto basamento con una scalinata, è circondata dal peristilio (colonnato), abbiamo
delle colonne corinzie, sorregge un architrave con un fregio e un frontone scolpito. Tutto sembra fuorché una chiesa. Non ci
sono ornamenti, colori e decorazioni. Nell’idea dell ’architetto neoclassico c ’è la funzionalità, la semplicità e la razionalità.
Londra cambia molto all’inizio dell’Ottocento, dove il Classicismo viene definito Neopalladianesimo. Il British Museum
riflette anche esso gli ideali neoclassici.
Il Campidoglio a Washington riflette l’epoca neoclassica.
Il Teatro alla Scala è opera di un architetto, Giuseppe Piermarini, che ha conosciuto Vanvitelli. Lui rispetta i principi
neoclassici e anche di funzionalità. Possiamo notare il colore bianco, il timpano, il fregio, le semi colonne vinate che sono
portate a riprodurre la facciata di un tempio. Nella parte inferiore c ’è l ’aspetto della funzionalità, viene creato un loggiato per
accogliere le carrozze.
Caffè Pedrocchi a Padova è l’esempio di come viene riproposto l’ideale neoclassico nell ’architettura. Abbiamo la pianta che
riprende la sagoma di un tempio. Il corpo centrale si erge su due loggiati con ordine corinzio, dorico e fregi. Si ha una
prevalenza di bianco e anche una scalinata che porta al corpo centrale. Siamo tra il 1816-1817 e l ’architetto è Giuseppe Japelli.
Luogo importante perché nel 1848 è stato il fondale scenico dei primi moti per il Risorgimento italiano.
A Trieste nel Canal Grande, si ha la Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo (che cura i mali), chiesa a tempio. Opera di un
architetto di origini viennesi, Pietro Nobile. Si ha il classico pronao, i capitelli ionici, frontone. Si ha inoltre la cupola che
riprede il Pantheon.

ANTONIO CANOVA
1757-1822. Nasce a Treviso, a Possagno (borgo). Dove c ’è la casa-museo dedicato allo scultore dove si possono trovare tutti i
calchi in gesso dai quali poi ha realizzato le statue in marmo, gipsoteca. La sua formazione iniziale è veneziana, quindi il suo
apprendistato lo inseriamo nel contesto veneziano, dove lui aprirà uno studio nel 1775. Nel 1779 si sposterà a Roma, non solo
per motivi di formazione, poiché i viaggi a Roma erano una tappa obbligatoria per la propria formazione al modello classico,
ma anche perché diventerà ambasciatore della Repubblica di Venezia e diventerà aiutante di un aristocratico veneziano.
Soggiorna per periodi in Austria, in particolare nel 1805 dove lascia un ’opera, il Monumento funebre a Maria Cristina
d’Austria. Compirà anche tre viaggi a Parigi, più importante l ’ultimo nel 1815, come ambasciatore papale. Nel frattempo a
Roma era entrato nelle grazie del papato e il suo compito era quello di sovrintendere alle belle arti. Inviato a Parigi per
recuperare le opere che Napoleone aveva appena trafugato. Andrà anche a Londra dove si occuperà di studiare i marmi del
Partenone appena pervenuti al British Museum. Siamo a Venezia dove lui apprende le teorie neoclassiche di Winckelmann,
che influenzeranno il proprio modo di interpretare l ’arte e di esprimersi graficamente e di come interpretare la scultura.
Sceglierà per le sue sculture esclusivamente il materiale del marmo, poiché è bianco e luminoso e permette di rendere meglio
la flessuosità, le linee e la morbidezza delle forme. Rende anche meglio l ’idea della bellezza. Rivestiva le sue sculture una
volta finite di una sottile patina di ambra che simulava una sorta di incarnato. Questa tecnica era il suo marchio di fabbrica.
Inizialmente lui disegnava, poi delegava altri aspetti ai suoi colleghi e arrivava alla fine per delegare.
Amore e Psiche – opera più famosa. La scultura è presente in Europa in due versioni originali dallo stesso calco. Una è la
versione dell’Ermitage, a San Pietroburgo e l’altra quella del Louvre. Il soggetto è tipicamente classico, poiché si tratta della
celebra favola di Apuleio. Apollo rianima Psiche, dopo uno svenimento in quanto contro gli ordini di Venere ha aperto un
vaso ricevuto dell’Ade da Proserpina. Non ha ascoltato questo suggerimento ed è condannata al sonno eterno che viene
interrotto dal bacio di Apollo. Canova scolpisce il momento che immediatamente precede il bacio e quindi il risveglio. I due
corpi si toccano ma non nel bacio. Si amano solo con uno sguardo. Questa è un ’icona del neoclassicismo perché si ha una
superficie levigatissima, un equilibrio della posizione. Le braccia creano questo movimento circolare, discorso della
circonferenza come forma geometrica perfetta. Le linee compositive diagonali che creano una chi di chiasmo, un incrocio
degli opposti che in arte crea bilanciamento. È un ’opera che si osserva girandoci attorno. Riscoperta del nudo che ci riporta ai
modelli classici. I capelli sono lavorati traforati.
Adone e Venere – la maggior parte delle opere di Canova non è frutto di una commissione precisa, a parte i ritratti di
Napoleone. Altro tema tipicamente classico. Opera che si trova a Ginevra. 1794. Si tratta di un ultimo saluto tra Adone e
Venere prima che il primo se ne vada e venga ucciso e aggredito da un cinghiale. Si trova anche qui una sorta di sospensione
fiabesca tra i due corpi.
Ebe – quest’opera è conosciuta sotto diversi esemplari, c’è ne sono quattro versioni. È sempre una divinità femminile, dalla
mitologia greca. È sostenuta da una nuvoletta. C’è sempre un basamento. Classica acconciatura all ’antica. Troviamo due
attributi, una coppa e un altro contenitore realizzati con una rifinitura dorata. Il volto è leggermente ovale, che rientrava nei
canoni di bellezza ideale. È rappresentato anche il movimento, perché lei è leggermente protesa in avanti.
Canova appunto è stato chiamato da Napoleone per ritrarre sia lui sia sua sorella Camilla Borghese.
Scultura di Napoleone – (pag.18), si riassumono tutti i principi dell’arte classica, il canone di Policleto. Napoleone come Marte
pacificatore.
Scultura della sorella di Napoleone - posa recumvente, disteso ma appoggiato su un gomito. Rappresentazione della dea nel
momento del riposto. Rappresentata come Venere nel momento del riposo. Distesa su un triclinio. Lei sorregge il pomo, la
mela che rappresenta la vittoria della dea Venere. Il suo busto è sollevato dai cuscini, che sono trattati in maniera quasi
maniacale. La scultura è completamente marmorea. La struttura che produce questo triclinio è in legno dorato. Il panneggio
lascia scoperto metà corpo. L’acconciatura è quella che contraddistingue anche la dea Ebe. Volto leggermente ovale, ritratta di
profilo. Quest’icona femminile sarà alla base di tutta una cultura della rappresentazione femminile di lì in avanti. La Venere
dormiente di Giorgione, La Venere di Tiziano. Poi anche Manet ci farà una rappresentazione della Venere, anche Goya,
pittore preromantico, realizzerà le sue Maya.
Le tre Grazie – rappresentazione delle tre virtù: la castità, la bellezza e l ’amore. Anche quest ’opera è conosciuta in due
versioni. Primi quindici anni dell’Ottocento. Una delle grazie è rappresentata frontale, una quasi di spalle e una di profilo. Tre
punti di vista che si rinchiudono in loro stesse. Abbiamo il movimento delle braccia, rotatorio che ci induce a girare attorno
all’opera. Abbiamo le chiome, acconciature.
Monumento funerario per Maria Cristina d’Austria – monumento che lascia a Vienna. Maria Cristina viene ritratta nel
medaglione, di profilo, all’antica. È il monumento funerario che il marito le dedica ed è ricco di allegorie. Il fondale è una
piramide con al centro un ingresso. Il discorso della piramide si lega alla cultura archeologica che va a scoprire l ’Egitto agli
inizi dell’Ottocento. Per Canova il simbolo della piramide è quello che rappresenta in miglior modo la morte e la sepoltura. La
porta allegoricamente fa il collegamento tra la vita e la morte. È una sorta di corteo e processione verso l ’interno della tomba.
Il leone è simbolo della fortezza. A fianco del leone abbiamo un genio alato, figura giovanile che rappresenta la giovinezza.
Abbiamo il corteo che procede lentamente. L’ingresso è sottolineato da un drappo. Processione molto triste e mesta, tutti i
personaggi sono ritratti con il volto abbassato. C’è l ’allegoria dell ’età avanzata con l ’uomo che sorregge il bastone. Le figure
femminili che rappresentano al beneficenza, con il contenitore. Il ritratto di Maria Cristina d ’Austria è incorniciato dalla figura
animale del serpente che divora la propria coda, simbolo della ciclicità della vita. È una sorta di sintesi dell ’idea laica della
morte e di quella cristiana, contrasto fra fede e ragione che sta alla base della disputa illuminista.

JAQUES LOUIS DAVID


Più importante pittore neoclassico che è Jaques Louis David. Parigi metà del Settecendo e muore nel 1825. Viaggio che si
protrarrà per 5 anni compiuto a Roma nel 1774. Va a Roma come vincitore di una borsa di studio per recarsi nella capitale e
studiare i modelli classici a cui l’arte del suo tempo si ispirava. Un viaggio conoscitivo, di formazione.
Il Giuramento degli Orazi → Opera del 1784-1785, pochissimi anni dalla Rivoluzione Francese. Si trova al Louvre. David sarà
il più importante esponente del principio del bello etico che sta alla base del neoclassicismo. Del bello estetico, quindi la
bellezza, è il più grande esponente Canova. Del bello etico è il più grande esponente David, quindi porta l ’esempio delle virtù,
dei comportamenti ideali. Si parla della leggenda delle origini di Roma, della battaglia che ci fu tra gli Orazi e i Curiazi per la
conquista di Alba Longa. Viene rappresentato il momento che precede la partenza per la battaglia. Al centro è collocato il
pater familias che riceve le spade e il giuramento dei propri tre figli che si stanno prestando a partire per la battaglia e giurano
al padre di tornare vincitori o morti. A sinistra sono i figli. A destra le figure femminili, le sorelle e la madre che si struggono
per la partenza e per il destino che non conoscono. Il tema è realizzato con una composizione pensata razionalmente,
bilanciata. Si recuperano la chiarezza delle forme, il bilanciamento. Il perno della composizione è il padre, poi ci sono ai lati
gli altri due gruppi. La tripartizione dello spazio è sottolineata anche dal loggiato che troviamo nel fondale, serve a
incorniciare i tre gruppi. Nel loggiato troviamo alcuni elementi architettonici tipici dell ’arte classica. I colori sono stesi con
una linea di contorno netta, c’è un contrasto netto anche tra i colori primari. C ’è una trasposizione pittorica di quello che
Canova avrebbe fatto in scultura. Si nota la compostezza del gruppo di sinistra e poi la dinamica del gruppo di destra che
strugge. Nell’aspetto a destra si è vista una precursione dell ’arte romantica che dà spazio alla rappresentazione dei sentimenti,
più umana e meno razionale. La luce proviene dalla sinistra ed è posta per illuminare i volti, lasciando in ombra lo sfondo.
La morte di Marat → conservata a Bruxelles. Durante la Rivoluzione Francese David si schiera dalla parte dei Giacobini.
Quindi soprattutto dopo la Rivoluzione la sua sarà un ’arte impegnata anche a livello politico a sostegno della Repubblica.
Questo è un quadro simbolo della rivoluzione. Dipinto durante il regime del terrore. Ritrae l ’assassinio di Marat, uomo che era
stato protagonista della Rivoluzione. L’uomo è rappresentato seduto in una vasca. Era stato costretto a passare i suoi giorni a
causa di una malattia in una vasca medicamentosa. Questa vasca viene rappresentata. Marat sta reggendo in mano una lettera
che la sua assassina Charlotte Cordè che inviò, con su scritto una richiesta per farsi invitare. L ’assassina quindi si fa invitare
con l’inganno. Sullo sgabello, dove c’è la dedica di David a Marat, c ’è ancora il calamaio con cui Marat scriveva, c ’è una
banconota che rappresenta la generosità del personaggio. Vi sono alcuni scritti dello stesso Marat e ha ancora in mano la
penna con cui stava scrivendo. Ha anche in mano il pugnale con cui è stato ucciso. La luce è quasi caravaggesca perché la
luce colpisce il volto, lasciando in ombra tutto lo sfondo. La scena è rappresentata sotto la linea dell ’orizzonte. Non è narrato
tanto l’atto omicida quanto la sua conseguenza, il momento successivo. Il volto di Marat non ci evoca la sofferenza quanto una
sorta di eroismo, il fatto di saper sopportare l’ennesimo inganno. I dettagli come il sangue sono limitati ad alcuni punti e
aspetti. Il tutto è confinato nel mondo della simbologia e dell ’allegoria. David si forma in Italia dove sicuramente si avvicina
all’arte di Raffaello e Michelangelo. In questa posa dell ’uomo defunto si è vista una fonte ispirativa che può essere La pietà di
Michelangelo, La deposizione vaticana di Caravaggio, il Trasporto del Cristo Morto di Raffaello . Anche David non potrà
esimersi dal rappresentare Napoleone, come Canova.
Ritratto di Napoleone → situato al castello di Versailles. Napoleone glorificato in questa posa da eroe che lo paragona ad
Annibale. David accompagnava i dipinti da delle descrizioni nei dipinti. Posa che vede Napoleone nel momento dell ’azione.
Per David non è una consuetudine perché David rappresenta ciò che immediatamente precede o succede l ’azione. In questo
dipinto siamo al momento esatto.

Potrebbero piacerti anche