COSA CI INSEGNA
PANDEMIE
LA STORIA
PRESENTAZIONEDI ANDREA DE ANGELIS 3C
EPIDEMIE E PANDEMIE
Premessa Epidemia o pandemia?
Le epidemie e le pandemie (qualunque esse siano) sono importanti Un’epidemia è definita come “la presenza di più casi rispetto
minacce per la vita e la salute e richiedo - no grandi sforzi per essere all’atteso di una particolare malattia in una determinate area, o in
contenute e rese meno gravi. Le difficoltà nella loro gestione dipendono uno specifico gruppo di persone in un determinato periodo di
da molteplici fattori, a partire dalla imprevedibilità e mutabilità che le tempo”e può essere dovuta all’emergenza di un nuovo agente
caratterizza, per arrivare all’indispensabilità di coordinamenti patogeno o a mutazioni genetiche di un agente già esistente, che lo
internazionali e nazionali, specie nell’attuale situazione di rendono più virulento oppure anche alla recente introduzione di un
globalizzazione e di interconnessio- ne rapida di persone e merci. Una agente in un ambiente dove non era presente prima, talvolta
ulteriore difficoltà consiste nel fornire informazioni tempestive, insieme anche a una diversa suscettibilità della risposta dell’ospite
compren - sibili e il più possibile accurate sia agli operatori sanitari sia o a nuove modalità di contagio.
alla popolazione generale, mantenendo sufficien- temente alto il livello Si parla invece di pandemia quando “un’epidemia si diffonde a più
di consapevolezza per poter individuare precocemente casi sospetti o continenti o in tutto il mondo”. Prima dell’influenza da H1N1 del
accertati, senza tuttavia suscitare allarmismi. 2009 la definizione teneva conto anche della gravità della malattia
Anche la confutazione di notizie false e non suffragate da fonti che doveva causare “numeri molto alti di morti e malati”.
attendibili è molto importante per evitare ulteriori danni personali, Attualmente la differenza tra pandemia ed epidemia segue solo un
sociali ed economici: l’ansia e in alcuni casi la psicosi, frutto di notizie criterio di diffusione geografica, anche se psicologicamente una
incontrollate e allarmistiche, possono provocare discriminazioni pandemia è percepita dall’opinione pubblica come più grave di
totalmente ingiustificate di interi gruppi di popolazione, anche soltanto un’epidemia.
per l’appartenenza etnica e danneggiare settori economici importanti
(come il turismo, il com- mercio e la ristorazione).
Inoltre, l’eccesso di “prevenzione inutile” può sovraccaricare e intasare
i servizi sanitari, indurre costi sanitari inutili (per esempio mascherine
protettive, esami diagnostici non indicati, visite non necessarie),
sottraendo importanti risorse.
Sono invece da favorire tutti quei comportamenti individuali e sociali
non medicalizzanti e a costo minimo o nullo, utili anche per prevenire e
mitigare altre patologie e per rafforzare la coesione e il supporto
sociale e psicologico, anch’essi fondamentali in un momento di crisi,
specie in società individualistiche come quelle occidentali.
LA PESTE
La peste è una malattia infettiva batterica con un alto tasso di
mortalità senza trattamento. Si è verificata in tre grandi
pandemie dal VI secolo con milioni di morti e numerose piccole
epidemie e casi sporadici. Facendo riferimento ai sintomi clinici
specifici della peste polmonare, la malattia divenne nota come la
Morte Nera. Questa pandemia ebbe probabilmente origine
nell'Asia centrale e iniziò a diffondersi verso ovest lungo le
principali rotte commerciali. All'arrivo nel Mediterraneo orientale
la malattia si diffuse rapidamente soprattutto via mare in Italia,
Grecia e Francia e successivamente in tutta Europa via terra. Fino
al XVIII secolo molte città europee furono frequentemente colpite
da altre grandi epidemie di peste. La diffusione mondiale della
terza pandemia iniziò quando la peste raggiunse Hong Kong e
Canton nell'anno 1894. Il coccobacillo gram-negativo ora
designato come Yersinia pestis è stato scoperto come l'agente
causale della peste in questa epidemia di Hong Kong. Negli anni
seguenti è stato scoperto e verificato sperimentalmente il ruolo
dei ratti e delle pulci e il loro ruolo dettagliato nella trasmissione
della peste. Oggi la peste è ancora endemica in molti paesi del
mondo.
GLI EFFETTI DELLA PESTE
La peste ebbe sulla società un effetto disastroso. Il terrore per la
malattia era tale da portare alla rotture dei legami più saldi, come
quelli familiari, tra madre e figlio, tra fratelli... Si assiste a infiniti
episodi di corruzione, di chi, con il denaro, cerca di evitare la
quarantena, di uscire dalla città isolata... chi è povero, invece, si
appropria dei beni di morti e malati senza ritegno. Alcuni
individuano nella peste una punizione divina e si diffondono nelle
strade bande di penitenti che girano le città in processione
flagellandosi (dal punto di vista sanitario è disastroso, poiché
aumenta infinitamente le possibilità di contagio). Altri, vista
l'imprevedibilità della peste e l'assoluta impossibilità di
combatterla, cercano di vivere al meglio il tempo che resta loro,
dandosi agli sfoghi e agli eccessi. Il capro espiatorio che la
società ha bisogno di cercare in ogni momento critico della storia
viene individuato, come al solito, negli Ebrei, accusati di aver
sparso il morbo per appropriarsi delle ricchezze. A nulla valgono
le proteste del papa e di pochi "illuminati", che affermano che gli
Ebrei si ammalano come tutti gli altri; negli anni della peste
questi vengono perseguitati come nessun altro, se non, forse, i
lebbrosi.
IL VAIOLO
Il vaiolo è un virus estremamente contagioso e mortale per il quale
non esiste una cura conosciuta. L'ultimo caso conosciuto si è
verificato negli Stati Uniti nel 1949 e grazie ai programmi di
vaccinazione in tutto il mondo, questa malattia è stata
completamente eradicata. Il vaiolo è anche conosciuto come
variola.
Fin dai tempi dell'antico Egitto, il vaiolo ha dimostrato di essere
una delle malattie più devastanti per l'umanità. Epidemie diffuse di
vaiolo ed enormi morti riempiono le pagine dei nostri libri di storia.
Il primo vaccino contro il vaiolo fu creato nel 1758. Tuttavia, la
malattia ha continuato a infettare e uccidere le persone su base
diffusa per altri 200 anni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) ha implementato una rigorosa norma di vaccinazione al fine
di rallentare il tasso di infezione. L'ultimo caso naturale conosciuto
si è verificato nel 1977Trusted Source in Somalia.
Nel 1980, l'OMS dichiarò che il vaiolo era stato completamente
eradicato, anche se il governo e le agenzie sanitarie hanno ancora
scorte di virus del vaiolo per scopi di ricerca.
Le persone non ricevono più vaccinazioni di routine contro il
vaiolo. Il vaccino contro il vaiolo può avere effetti collaterali
potenzialmente fatali, quindi solo le persone che sono ad alto
rischio di esposizione ricevono il vaccino.
IL VAIOLO BOVINO
La malattia del vaiolo bovino, che è evidente dalle
ulcere sui capezzoli delle mucche, era conosciuta
come una malattia delle mucche per centinaia di anni;
il vaiolo bovino umano si verificava come un'ulcera
localizzata autonoma sulle mani o in altri siti dove
graffi o abrasioni permettevano l'ingresso del virus.
L'effetto preventivo della vaccinazione, o
inoculazione intenzionale con il virus vaccinia, fu
dimostrato da Edward Jenner nel 1796, in seguito
all'osservazione che le mungitrici che erano state
infettate dal vaiolo bovino durante la mungitura
erano successivamente immuni al vaiolo. Durante gli
anni '80, i ricercatori scoprirono che i roditori erano
anche un serbatoio naturale per il virus, e che i
roditori, non i bovini, erano responsabili della
maggior parte delle infezioni da vaiolo nell'uomo.
L’INFLUENZA SPAGNOLA
Nella primavera del 1918, durante la Prima guerra mondiale, un ceppo eccezionalmente
infettivo di virus dell’influenza si diffuse in tutto il mondo. Le conseguenze furono
catastrofiche: si stima che un terzo della popolazione mondiale di allora si infettò e che
siano morte almeno 50 milioni di persone, cioè più di quante vittime abbiano fatto la
Prima e la Seconda guerra mondiale combinate. Curiosamente, questo virus mieté molte
vittime tra le persone giovani, di età compresa tra i 20 ed i 40 anni. Il virus riuscì a
raggiungere virtualmente ogni parte del mondo, comprese aree remote del Mar Glaciale
Artico e isole dell’Oceano Pacifico.
La mortalità del virus rimane ancora oggi incontrastata, sia nel passato che negli anni
successivi fino ad oggi, attribuendo quindi all’influenza spagnola l’infelice primato della
pandemia più letale della storia, persino più letale della peste nera.
Il faticoso recupero del virus che causò l’influenza spagnola
Alla comparsa della malattia non si conosceva la sua causa; per anni, infatti, la colpa
della pandemia fu attribuita ad un batterio, Haemophilus influenzae, e solamente nel
1930, quindi ben 12 anni dopo, fu identificato l’agente eziologico dell’influenza spagnola
con un virus.
Ancora oggi i ricercatori studiano con attenzione questo virus che non ha avuto eguali
nella storia, per capire quali aspetti furono determinanti per provocarne l’eccezionale
letalità. Oggi conosciamo molti dettagli del virus dell’influenza spagnola, ma questo non
fu caratterizzato subito. Infatti, all’epoca della pandemia non esistevano ancora molti
degli strumenti preziosi che ci permettono di comprendere e caratterizzare i patogeni.
Per recuperare il virus originale del 1918, nel 1951, un giovane scienziato di nome Johan
Hultin partì insieme alla sua squadra per un villaggio remoto dell’Alaska. Hultin pensò
con ragione che dato che le vittime furono seppellite nel ghiaccio del permafrost, il
patogeno si sarebbe conservato. Nonostante avesse recuperato i tessuti polmonari
infetti, Hultin non riuscì a coltivare il virus in laboratorio. Solamente nel 1997 Hultin e
Taubenberger tornarono in Alaska a recuperare dei campioni da cui riuscirono a
sequenziare il genoma del virus, che fu poi ricreato nel 2005 in ambienti di laboratorio.
COME STUDIARE L’INFLUENZA CI AIUTA OGGI
Come sappiamo il virus dell’influenza è un virus “trasformista”, poiché riesce a mutare ogni
anno determinando l’influenza stagionale. Ogni 10 anni in media però, compare un ceppo più
pericoloso, di solito incubato in suini o uccelli, che mostra potenzialità pandemiche.
Studiare il virus dell’influenza spagnola, cioè il virus influenzale più potente che conosciamo, ci
fornisce preziose informazioni su come riconoscere ceppi pericolosi in futuro. Come si
caratterizza il virus dell’influenza?
Il virus dell’influenza spagnola, come ogni virus dell’influenza, presenta sulla sua superficie due
proteine molto importanti che controllano la sua infettività:
L’emagglutinina (hemagglutinin in inglese) è la proteina che permette al virus di entrare
nelle cellule dell’apparato respiratorio, quindi viene studiata con attenzione. Dagli studi
dell’influenza spagnola, come di altri virus influenzali che hanno causato una pandemia, si è
compreso che l’emagglutinina debba subire alcune mutazioni caratteristiche per rendere il
virus più efficiente nell’infettare l’uomo.
La neuraminidasi (neuraminidase in inglese) è un’altra proteina importante poiché media
l’uscita della progenie virale dalle cellule infettate.
Ecco perché spesso i virus influenzali sono identificati con le lettere H-N- seguite da un
numero, e.g. l’influenza spagnola H1N1. Grazie alle informazioni che conosciamo riguardo a
queste due proteine, gli esperti riescono a valutare con anticipo il potenziale pandemico dei
virus oggi in circolazione, come l’influenza suina del 2009, o l’influenza aviaria. Inoltre, grazie a
queste proteine viene preparato annualmente il vaccino stagionale per l’influenza.
L’influenza spagnola è ancora considerata la pandemia peggiore dell’umanità, ma
probabilmente non sarà l’ultima. La popolazione mondiale è in costante crescita e la
globalizzazione ci porta a viaggiare per il mondo molto più agevolmente che in passato.
Nonostante oggi abbiamo la possibilità di fabbricare vaccini, e nonostante la presenza di
infrastrutture sanitarie più preparate per le emergenze, dobbiamo imparare la lezione che la
consapevolezza pubblica, l’educazione e la politica, oggi più che mai, svolgono un ruolo
fondamentale per arginare eventuali eventi pandemici.
L’INFLUENZA AVIARIA
L'influenza aviaria è una malattia degli uccelli provocata da virus dell'influenza di tipo
A. Esistono diversi sottotipi di virus influenzali che possono infettare gli uccelli, in
particolare quelli acquatici (anatidi), e sono distinti in base alle diverse combinazioni
degli antigeni (molecole in grado di essere riconosciute e attivare il sistema
immunitario) superficiali principali (emagglutinina H e neuraminidasi N).
I virus dell'influenza aviaria, di solito, non infettano gli esseri umani, tuttavia, sono
stati segnalati rari casi di infezione nell'uomo. La fonte di contagio per gli esseri
umani è costituita da volatili infetti che possono trasmettere il virus attraverso la
saliva, il muco e le feci. Il virus, infatti, può infettare le persone attraverso gocce
disperse nell'aria, mediante polveri inalate (respirate), oppure contaminando oggetti o
superfici che possono venire a contatto con le mani e causare il contagio qualora
fossero portate alla bocca, agli occhi o al naso. Le infezioni nell'uomo si sono
verificate a causa del contatto, senza opportune protezioni (guanti, mascherina…), con
volatili infetti o superfici contaminate.
Il rischio che il virus si trasmetta all'uomo è molto basso, e riguarda persone in stretto
contatto con uccelli ammalati o morti di influenza aviaria. I paesi maggiormente colpiti
sono Cina, Indonesia, Egitto e Vietnam. La vendita di pollame vivo nei mercati
rappresenta un fattore importante nella diffusione del virus.
L'influenza aviaria colpisce anche molte specie di uccelli domestici, tra cui polli,
anatre, tacchini e oche.
In Italia, dal 1999 ad oggi, si sono verificate diverse epidemie di influenza aviaria in
polli e tacchini, ma nessun caso grave tra il personale presente negli allevamenti
infetti. Il Ministero della Salute ed il Centro di referenza nazionale per l'influenza
aviaria hanno predisposto misure per mitigare e contenere i focolai negli allevamenti
in cui sono comparsi e per controllare le persone esposte (principalmente personale
addetto alla manutenzione degli allevamenti) ai virus dell’influenza aviaria.
IL COVID-19
A causa del nuovo coronavirus, in Cina e nel resto del mondo sono morte
migliaia di persone, con decine di migliaia di casi confermati di persone che
si sono ammalate a causa del virus. Si pensa che il virus sia partito da
Wuhan, la città della Cina centrale dove alla fine del 2019 iniziarono le
prime segnalazioni di pazienti con gravi polmoniti, che hanno poi portato
alla scoperta del coronavirus.
Il Coronavirus (chiamato anche Covid 19) è malattia respiratoria altamente
contagiosa causata dal virus SARS-CoV-2. Si pensa che il Coronavirus si
diffonda da persona a persona attraverso le goccioline rilasciate quando
una persona infetta tossisce, starnutisce o parla. Può anche essere diffusa
toccando una superficie con il virus e poi toccandosi la bocca, il naso o gli
occhi, ma questo è meno comune. I segni e i sintomi più comuni del COVID-
19 sono febbre, tosse e problemi di respirazione. Possono anche verificarsi
affaticamento, dolore muscolare, brividi, mal di testa, mal di gola, naso che
cola, nausea o vomito, diarrea e perdita del gusto o dell'olfatto. I segni e i
sintomi possono essere lievi o gravi e di solito compaiono da 2 a 14 giorni
dopo l'esposizione al virus SARS-CoV-2. Alcune persone possono non
avere alcun sintomo ma sono ancora in grado di diffondere il virus. La
maggior parte delle persone con COVID-19 guarisce senza bisogno di un
trattamento speciale ma altre persone sono a più alto rischio di malattie
gravi(Quelli a più alto rischio includono adulti anziani e persone con gravi
problemi medici).
Per prevenire il contagio del coronavirus l’intero mondo è stato messo in
quarantena così da diminuire l’avanzata del virus ma questo non è bastato e
ancora al giorno d’oggi, dopo molte avvertenze (mascherine,
distanziamento e igeanizzazione) e decreti per prevenire dall’infezione,
questo virus non è stato ancora sconfitto ma pian piano grazie all’aiuto dei
vaccini si avrà in immunità di massa e riusciremo a tornare alla normalità.
PARAGONE TRA IL CORONAVIRUS E LE ALTRE
PANDEMIE
Ci sono stati molti confronti fatti fra le pandemie precedenti al COVID-19, dalla SARS fino ad Aviaria e alla
peste bubbonica .
Può essere difficile da raffrontare diretti le pandemie mentre tutte si sviluppano all'interno delle circostanze
specifiche, dalla natura differente della malattia stessa al sociale ed ai contesti politici variabili in cui la
pandemia si sviluppa.
Per esempio, la pandemia di influenza 1918 H1N1 (comunemente chiamata Influenza Spagnola ) si è
presentata durante la guerra mondiale 1, significante che i soldati erano viaggianti e spargenti il virus intorno
al mondo. Con SARS-CoV-2, le misure rigorose del lockdown sono state stabilite presto nella pandemia, che
ha limitato la diffusione della malattia anche all'interno delle città.
Ulteriormente, gli avanzamenti scientifici e medici e la conoscenza delle pandemie precedenti ora
contribuiscono a capire, gestire e fermare le pandemie. Per esempio, gli scienziati ora possono identificare più
facilmente le malattie novelle e contenere gli scoppi può essere raggiunto più rapidamente di conseguenza.
Le pratiche dell'igiene sono molto meglio egualmente negli impianti medici contemporanei poichè c'è una
maggior comprensione di come diffusione di malattie. Tuttavia, secondo quanto contagioso la malattia è e
quanto severo i sintomi sono, non è garantito che le epidemie, le pandemie, o le morti possono essere evitate
interamente.
Il tempo che richiede per un sicuro e l'efficace vaccino può anche estendere la durata di una pandemia.
La cronologia ha veduto molte pandemie emergere e concludere, con conoscenza medica e scientifica, le
condizioni di vita ed i contesti sociopolitici interamente che fanno una parte in come la pandemia è
identificata, gestita ed è interrotta.
Le malattie stesse egualmente differenziano le pandemie l'uno dall'altro, poichè alcuni virus o infezioni
batteriche causano i sintomi più severi e pregiudicano le popolazioni differenti, che possono essere più
vulnerabili di altre. Per esempio, COVID-19 pricipalmente causa i sintomi severi nella gente oltre 65 ed in
quelle con gli stati di salute di fondo, mentre l'influenza 1918 ha causato i sintomi severi in giovani e
popolazioni in buona salute.
La segnalazione dei casi confermati esattamente e fornire la prova accessibile sono specialmente metodi utili
nella comprensione della pandemia evolventesi come COVID-19, come questa permette che le organizzazioni
ed i governi di salubrità gestiscano la diffusione del virus all'interno dei loro ambienti ed offrano l'efficace
consiglio per aiutare la gente a fermare la diffusione ed a proteggersi dall'infezione.
LE FAKE NEWS: LA DISINFORMAZIONE AI TEMPI DEL COVID
Nell’ultimo anno, con l’avvento della pandemia di Covid-19 ci si è Accendete il lume della ragione e spegnete la paura, non possiamo
avvalsi di un valido affidato: la mascherina. Ormai quest’oggetto è ubbidire a ogni ordine assurdo di task force di gente in conflitto di
considerato alla stregua di un accessorio di alta moda; molti brand interessi. Quando voi respirate emettete del vapore...bagnate la
famosi, ma anche marche internazionali hanno fatto design nuovi e mascherina...e quando la mascherina è bagnata prende i virus, i batteri,
innovativi per le mascherine, disegnando loghi, firme e disegni su di i funghi, i parassiti e li concentra lì, e voi vi portate per delle ore funghi,
esse. batteri, virus, parassiti ad un millimetro dal naso e ve li tenete lì. Quindi
Gli anni passati l’uso delle mascherine era rilegato solamente ai medici vi ammalate o rischiate di ammalarvi a causa di QUEI patogeni...perché
e al personale sanitario, e a volte era anche omessa, ma durante adesso la gente è convinta che esiste solo il coronavirus, ma il
quest’ultimo si sono fatti i conti con le mascherine e le difficoltà ad coronavirus è uno dei molti miliardi di virus che esistono...ma poi ci
esse annesse; nonostante la sua natura creata per aiutare la sono anche i batteri, che sono una quantità enorme, i funghi, i parassiti,
respirazione d’aria “pulita” (per quanto possibile), la mascherina da le rickettsie...tutta roba che si appiccica lì e voi ve la tenete appiccicata
molti problemi: primo fra tutte la difficoltà della respirazione. al naso, quindi è follia pura...Quando porti la mascherina ed espiri, cioè
Respirare in ambienti come metro o pullman che pullulano di persone è butti fuori quello che i tuoi polmoni hanno deciso essere lo scarto del
difficile già di suo, ma con l’uso delle mascherine dovuto allo scatenarsi metabolismo dei tuoi tessuti, delle tue cellule, cioè l’anidride
del Covid-19, farlo è ancora più complicato, come se avessimo un muro carbonica...hai un impedimento a buttarlo fuori, quindi inevitabilmente
di plexiglass con tanti piccoli buchini da cui far passare l’aria. ributti dentro al tuo organismo l’anidride carbonica... Il tuo sangue va
Nonostante il grande aiuto che questo semplice oggetto dà nella vita di in ipercapnia, vuol dire che hai un eccesso di anidride carbonica, porti
tutti i giorni, non è esente dalle critiche del web che, per contrastare alle tue cellule il loro scarto... Quando sei in ipercapnia, vai anche in
l’uso dei DPI si inventano molte notizie false. Una tra le più popolari è acidosi, il tuo organismo diventa più acido del dovuto, il ph si
quella che riguarda il cancro ai polmoni annesso all’uso prolungato abbassa...più è acido l’organismo, più hai facilità ad ospitare malattie...
delle mascherine. La malattia più vistosa che si instaura con acidosi è il cancro!...”
Il Dott. Montanari, non dottore in medicina, afferma che: “Io non ho È stato comprovato che queste argomentazioni sono del tutto
nessun problema a mettere una mascherina mezz’ora se devo andare a infondate, fatti dei test su operatori socio-sanitari che indossano le
far la spesa. Anche se non serve a niente (o meglio serve tanto quanto mascherine anche 12 ore senza sosta si è comprovato che tutto è
starnutire nella manica o nel fazzoletto, che preferirei usare) perché i altamente infondato e sinonimo di disinformazione.
virus sono più piccoli della trama, se siete più felici la metto. Male per
mezz’ora non mi fa. Ma se mi venite a dire che i miei figli devono
tenerla per tutte le ore che andranno a SCUOLA, quando qualunque
cardiologo vi dirà che rischiano L’INFARTO, qualunque dermatologo
che rischiano micosi e dermatiti, qualunque immunologo che sotto la
mascherina i germi si moltiplicheranno e che senza contatti sociali il
sistema immunitario si indebolirà, allora NO, non ci sto più.
Come le mascherine anche un altro mezzo di aiuto giunto in questi
giorni, i vaccini, sono stati fortemente criticati.
Si parla non solo di come vengano, bene o male obbligati nel paese, ma
anche di cosa contengano; si parla di feti morti nei vaccini e questo è
spiegabile dalla scienza. Le cellule staminali, che sono molto utili per la
cura di malattie, possono trovarsi in molte parti del corpo, tra cui la
placenta, il cordone ombelicale e i feti.
Quello dei feti è un tema controverso, si parla di feti abortiti
naturalmente (cosa che scatena comunque un dibattito all’interno dei
Pro-vita antiabortisti che sostengono che, naturale o indotto è sempre
immorale sfruttare una piccola vita non ancora formata). Si parla quindi
di cellule staminali prese da feti, e non di feti veri e propri buttati
all’interno dei vaccini, ed ecco che anche questa teoria è stata smentita.
Per confutarla basta leggere un libro di scienze dove si parla di cellule
staminali e vaccini, questo a sottolineare come la disinformazione
possa essere arginata facilmente, anche se a volte perseverare
nell’ignoranza ingigantisce l’ego delle persone che quindi continuano
dritti per la loro strada (un po’ come i terrapiattisti, gli omofobi e i
razzisti che, anche se si tratta di argomenti più complessi, vanno avanti
sempre di ignoranza e di ego)