Sei sulla pagina 1di 21

ANATOMIA 2.

0
APPARATO URINARIO
L’apparato urinario contribuisce a mantenere una corretta omeostasi corporea e si occupa di rimuovere
gran parte dei rifiuti metabolici prodotti dalle cellule, trasformandole in urina. Svolge inoltre altre funzioni
essenziali tra cui:

- Regolazione del volume e della pressione del sangue mediante: (1) modulazione del volume di
acqua persa con le urine, (2) rilascio di renina;
- Stabilizzazione del pH ematico;
- Eliminazione di rifiuti organica, soprattutto azotati, come urea e acido urico, di sostanze tossiche e
farmaci;
- Conservazione delle sostanza nutritive utili, prevenendone l’escrezione urinaria;
- Sintesi di calcitriolo, ormone derivato dalla vitamina D3 che stimola l’assorbimento degli ioni calcio
da parte dell’epitelio intestinale;
- Produzione di ormoni come renina, eritropoietina, vitamina D3; FUNZIONE ENDOCRINA
- Cooperazione con il fegato per la detossificazione dei veleni.

L’apparato urinario comprende:

- I RENI
- LE VIE URINARIE, che convogliano all’esterno l’urina e comprendono: calici maggiori e minori, pelvi,
uretere, vescica e uretra. Si dividono in intrarenali ed extrarenali.

La funzione escretoria viene svolta dai reni, organi pari che producono l’urina, prodotto di rifiuto
liquido contenente acqua, ioni e piccoli composti solubili. L’urina che esce dai reni viaggia lungo le vie
urinarie, costituite dai due ureteri, fino a giungere alla vescica urinaria, dove viene temporaneamente
accumulata. Durante la minzione, la contrazione della tonaca muscolare della vescica spinge l’urina
all’esterno del corpo tramite l’uretra.
RENI

Sono organi pari localizzati nella cavità addominale in degli spazi definiti LOGGE RENALI; si trovano proprio
sotto il diaframma, ai lati della colonna vertebrale e si estendono da T12 a L3. Tuttavia il rene destro, per i
rapporti che contrae con il fegato, è leggermente più basso rispetto al sinistro. Sono organi
retroperitoneali. Hanno forma di fagiolo, con una superficie anteriore che guarda ai visceri addominali, una
superficie posteriore in rapporto con i muscoli addominali posteriori, un margine laterale convesso e uno
mediale concavo, un polo superiore su cui si adagia la ghiandola surrenale e un polo inferiore.

La posizione dei reni all’interno della cavità addominale viene mantenuta da: rivestimento perintoneale
(sulla faccia anteriore), rapporto con gli organi vicini e tessuto connettivo di sostegno. Ciascun rene è infatti
protetto e stabilizzato da 3 strati di tessuto connettivo:

1. Uno strato di fibre collagene che riveste la superficie esterna dell’intero organi detto capsula
fibrosa (renale). Si adatta al contorno renale e fornisce protezione meccanica;
2. Uno strato di tessuto adiposo, il grasso perirenale (capsula adiposa), che circonda la capsula renale;
3. Le fibre collagene si estendono esternamente dalla capsula renale attraverso il grasso perirenale,
fino allo strato esterno di connettivo denso definito fascia renale, che àncora il rene alle strutture
circostanti e posteriormente.

Questa organizzazione protegge i reni dai traumi quotidiani.

Ogni rene ha un colorito rosso-bruno e ha la forma di un fagiolo. Misurano circa 10 cm x 5,5 cm e sul
margine mediale di ciascun rene è presente una depressione che viene chiamata ILO renale, che
rappresenta il punto di ingesso per l’arteria renale e di uscita per la vena renale e l’uretere.

La capsula renale è costituita da due strati, interno ed esterno. Osservato in sezione lo strato interno si
invagina a livello dell’ilo e riveste il seno renale, una cavità situata all’interno del rene in cui si ramificano
vasi sanguigni e linfatici, i nervi e l’uretere che passano attraverso l’ilo.

Per studiare il parenchima renale si osserva una sezione FRONTALE, in cui si distinguono una zona corticale,
una zona midollare e il seno renale. La corticale renale, che ha un aspetto granulare, corrisponde alla
porzione più esterna del rene, a contatto con la capsula. La midollare renale si trova internamente alla
corticale ed è di colore più scuro ed aspetto striato. Consiste di 6-18 formazioni triangolari chiamate
piramidi renali o del Malpighi. La base di ogni piramide è rivolta verso l'esterno, mentre la punta (papilla
renale) verso l'interno ed è definita cribrosa. Le piramidi adiacenti tra di loro sono separate da bande di
tessuto corticale dette colonne renali. Un lobo renale comprende una piramide renale, l'area corticale
sovrastante e la porzione adiacente di colonne renali. La produzione di urina avviene all'interno dei lobi
renali e i dotti presenti all'interno di ogni papilla, provvedono poi a scaricare l'urina in un'area a forma di
Coppa definita calice minore. Quattro o cinque calici minori convergono a formare un calice maggiore e, a
loro volta, i calici maggiori convergono a formare un'ampia camera a forma di imbuto, la pelvi renale.
Quest'ultima si continua con l'uretere, che drena il rene.

La produzione di urina inizia livello di microscopiche strutture tubulari, i nefroni. Nel rene sono presenti due
tipi di nefroni: nefroni corticali (nella corticale renale) e nefroni iuxtamidolari (più vicini alla midollare
renale). Ogni rene contiene circa 1,5 milioni di nefroni per una lunghezza complessiva di circa 145 km.

I reni sono organi emuntori, perché promuovono l’escrezione di prodotti di rifiuto. Il colore giallastro
dell’urina è dato dalla presenza di bilirubina.

PTOSI: spostamento del rene verso il basso. Il surrene non scivola perché non è legato al rene, ma è diviso
da una lamina di connettivo.

ECTOPIA: un'anomalia congenita in cui il rene non è collocato nella sua normale posizione lombare.
NEFRONE

È l'unità funzionale e strutturale del rene ed è


responsabile della (1) produzione del filtrato, (2)
del riassorbimento di nutrienti organici e (3) del
riassorbimento di acqua e ioni. I segmenti tubulari
del nefrone sono denominati in base alla posizione
(distale o prossimale), allo spessore (sottile o
spesso) e alla forma (contorto o retto).

È composto essenzialmente da due parti principali:

1. il corpuscolo renale o di Malpighi, che


assolve alla formazione di preurina a
partire dalla filtrazione di plasma
sanguigno proveniente dalle arterie renali.
Il processo di ultrafiltrazione avviene per
diffusione passiva, cioè senza dispendio di
energia;
2. il tubulo renale, che raccoglie la preurina e
la trasforma in urina, destinata alla
vescica. Il processo di trasformazione
coinvolge una serie di trasportatori
molecolari che consumano energia.

Il corpuscolo renale è una struttura sferica


costituita da due elementi: la Capsula di Bowman
e il Glomerulo renale.

La Capsula di Bowman è una formazione


sferoidale invaginata a forma di calice per
accogliere i capillari glomerulari del glomerulo
renale. Le capsule di Bowman del rene si trovano nella sua zona corticale. Essa presenta:

- il polo vascolare, dove l'arteriola afferente (proveniente dalle arterie interlobulari) entra
nell'invaginazione determinata dallo strato parietale della capsula di Bowman e l'arteriola efferente
esce da quest'ultima.
- il polo urinario o polo
tubulare, da cui parte il tubulo
renale.

Il foglietto esterno è un epitelio


pavimentoso semplice detto
EPITELIO CAPSULARE. Il foglietto
interno, l’EPITELIO VISCERALE,
invece aderisce alla parete dei
capillari ed è formato da cellule
dette PODOCITI dotate di tante
estroflessioni citoplasmatiche
che prendono contatto con i
capillari e intrecciandosi tra di
loro definiscono piccole aperture
dette FESSURE DI FILTRAZIONE. Tra i due foglietti si definisce uno spazio capsulare che è in diretta
continuità con il lume del tubulo.

Il glomerulo renale alloggia nella capsula di Bowman; esso ha come origine un’arteriola afferente la quale
penetra, attraverso il polo vascolare nella capsula e capillarizza. Dalla riunione di questi capillari si forma
un’arteriola efferente, il cui diametro è leggermente ridotto. Il glomerulo quindi è un es. di RETE MIRABILE
ARTERIOSA. I capillari glomerulari sono capillari fenestrati e sono collegati da anastomosi; questi dispositivi
di collegamento riducono notevolmente la velocità del sangue che acquisisce così un flusso laminare; di
conseguenza gli elementi figurati si raccolgono nella parte centrale, favorendo la filtrazione.

La preurina è una soluzione acquosa dalla composizione ben precisa, essa viene prelevata dal plasma
sanguigno per effetto di un filtro composto principalmente da tre elementi: (1) Endotelio fenestrato dei
capillari glomerulari (2) Lamina densa, cioè l’insieme delle lamine basali dell’endotelio e del foglietto
viscerale della capsula (3) Fessure di filtrazione. Tale filtro impedisce il passaggio di molecole con diametro
superiore a 7 nm, quindi gli elementi figurati e le proteine plasmatiche non passano. Il filtro renale viene
continuamente pulito e rinnovato nella sua componente lamina densa e questa azione è svolta dalle
CELLULE DEL MESANGIO INTRAGLOMERULARE ad azione fagocitaria.

Il tubulo renale, un lungo condotto tubolare, inizia a livello del corpuscolo renale, più precisamente nel polo
rinario. Ciascun tubulo renale si svuota nel sistema del dotto collettore, un sistema che trasporta il fluido
tubulare via dal nefrone.

I tratti principali del tubulo renale sono:

1. tubulo contorto prossimale (TCP)


2. ansa di Henle
3. tubulo contorto distale (TCD)

Ogni nefrone si apre in un sistema di dotti collettori. Un tubulo reuniente in continuità con il tubulo
contorto distale convoglia il filtrato (l’urina) nel più vicino dotto collettore, che scende dalla corticale per
passare nella midollare, portando il fluido verso un dotto papillare che riversa il filtrato nella pelvi renale.
Da qui iniziano le vie urinarie.

La papilla renale definisce la fine del parenchima renale, fino a li si può definire parenchima renale, poi si
parla di vie urinarie con i calici minori.

In particolare, le vie urinarie iniziano con i CALICI MINORI E MAGGIORI che si aprono a livello della PELVI, il
1° centro di raccolta dell’urina. Fino a questo punto ci si trova ancora all’interno del rene, esattamente nel
seno renale.

URETERE

Sono condotti pari muscolare retroperitoneali che connettono i reni alla vescica e che trasportano l’urina
dei reni alla vescica. La parete dell’uretere è formata da tre strati:

1. una tonaca mucosa interna rivestita da epitelio di transizione ovvero impermeabile,


plastico e con cellule ad ombrello
2. una tonaca muscolare intermedia costituita da fibre muscolari longitudinali (interne) e circolari
(esterne)
3. una tonaca avventizia esterna di tessuto connettivo in continuità con la capsula fibrosa renale

Essendo un tratto molto lungo viene diviso in:

- tratto addominale
- tratto ileo-pelvico
- tratto intramurale (compreso nel tratto della vescica

il tratto in cui l’uretere da addominale diventa tratto ileo-pelvico, subisce una sorta di inginocchiamento
(curvatura), chiamata flessura marginale, punto di importanza clinica che il medico riconosce anche
attraverso i punti di reprere.

VESCICA

È un organo impari e mediano muscolare cavo dall’aspetto conico che funge da deposito temporaneo di
urina (può contenere massimo circa 1 L di urina). La faccia superiore della vescica vuota è rivestita da
peritoneo (quindi sottoperitoneale), quando la vescica si riempie si sposta superiormente ed entrambe le
facce della vescica si rivestono di peritoneo, sia la faccia superiore che quella inferiore, diventando
intraperitoneale. La sua struttura è tipica degli organi cavi, l’epitelio di rivestimento però è caratteristico,
come in TUTTI gli organi dell’apparato urinario, ed è un EPITELIO DI TRANSIZIONE (o urotelio). Questo
particolare tipo di epitelio presenta due caratteristiche principali:

1. è IMPERMEABILE, perché sulla superficie presenta delle cellule dette ad ombrello. Perché deve
essere impermeabile? Perché il lavoro di filtrazione del nefrone e degli organi precedenti per la
formazione di urina, sarebbe inutile se fosse permeabile perché verrebbe riassorbita.
2. È PLASTICO, perché cambia la sua forma in base allo stato di riempimento dell’organo.

Inoltre l’intera tonaca mucosa si solleva in pliche che, man mano che va riempiendosi si obliterano. La
tonaca muscolare è molto spessa e formata da tre strati: circolare, longitudinale e in mezzo ad essi si trova
uno strato di fibrocellule a decorso obliquo. Lungo la superficie superiore scorre il peritoneo.

La superficie della vescica risulta andrattuosa (rugosa), perché nella sua struttura è presente un muscolo, il
muscolo defrsttore della vescica, che dona l’anfrattuosità alla parete vescicare. C’è solo una parte che non
è anfrattuosa, che corrisponde alla zona del trigono vescicale.

In sezione la mucosa che riveste la vescica si solleva in pieghe, o rughe, che scompaiono a vescica distesa e
piena di urina. Gli sbocchi degli ureteri e l’orifizio uretrale vanno a formare un triangolo (immaginario),
definito come trigono vescicale, il quale funge da imbuto che incanala l’urina nell’uretra durante la
contrazione della vescica. Nella zona del trigono, la mucosa e liscia e spariscono le rughe. Tra i due sbocchi
degli ureteri, è presente una piega, detta piega intra-ureterica.

Prende rapporti diversi nel maschio e nella femmina:

- nel maschio contrare rapporto con: sinfisi pubica anteriormente; prostata inferiormente;
vescichette seminali, dotto deferente e retto posteriormente
- nella femmina contrae rapporto con: sinfisi pubica anteriormente; utero postero-superiormente

URETRA

Rappresenta l’ultimo tratto delle vie urinarie e serve a convogliare all’esterno l’urina. Si estende dal collo
della vescica all’esterno del corpo. Esistono notevoli differenze tra uretra maschile e femminile. Nella
femmina l’uretra è molto corta circa (4 cm) e si estende dalla vescica al vestibolo; l’orifizio uretrale esterno
si trova vicino alla parete anteriore della vagina.

Nel maschio invece l’uretra si estende dal collo della vescica all’apice del pene, ed è lunga circa 15-20 cm.
Può essere divisa in tre sezioni:

1. prostatica attraversa la prostata


2. membranosa comprende il breve segmento che penetra nel diaframma urogenitale
3. cavernosa (o peniena) si estende dal margine distale del diaframma urogenitale all’orifizio
uretrale esterno che si trova nell’apice del pene
Nel maschio è incaricata anche di convogliare lo sperma all’esterno. L’uretra prostatica presenta
un’elemento caratteristico, lungo la superficie posteriore, detto COLLICULUS SEMINALIS in cui si aprono le
ghiandole prostatiche e i condotti eiaculatori.

In entrambi i sessi, è presente una porzione di muscolatura che forma i due sfinteri uretrali esterni, uno
interno involontario e uno esterno volontario.

APPARATO GENITALE
L’apparato genitale, in generale, comprende:

- Organi riproduttivi o gonadi (testicoli e ovaie), che producono i gameti (spermatozoi e ovociti) e gli
ormoni sessuali;
- Le vie genitali, sistema di dotti che ricevono, accumulano e trasportano i gameti;
- Ghiandole annesse che riversano il proprio secreto nelle vie genitali o in altri dotti escretori;
- Strutture perineali associate all’apparato genitale, collettivamente note come genitali esterni.

APPARATO GENITALE MASCHILE

È formato da strutture che producono lo sperma e lo espellono dal corpo. È deputato inoltre alla
formazione di ormoni sessuali che agiscono anche su altri organi. Le cellule germinali maschili, spermatozoi,
lasciano i testicoli per attraversare una serie di dotti che comprendono epididimo, dotto deferente, dotto
eiaculatore e uretra. Gli organi annessi, principalmente le vescichette seminali, la prostata e le ghiandole
bulbo-uretrali, riversano i loro secreti nei dotti eiaculatori e nell’uretra. I genitali esterni comprendono
scroto, al cui interno si trovano i testicoli, e il pene, organo erettile attraversato dalla porzione terminale
dell’uretra.

È costituito quindi da:

- GONADI: testicoli
- VIE SPERMATICHE: convogliano lo sperma all’esterno
- GHIANDOLE ANNESSE: vescichette seminali, prostata, ghiandole bulbo-uretrali (producono liquido
seminale)
- ORGANI GENITALI ESTERNI: scroto e pene

GONADI MASCHILI

Sono organi pari altrimenti detti TESTICOLI o DIDIMI. Producono i gameti maschili.

Essi sono localizzati esternamente al corpo, in una sacca muscolo-cutanea detta BORSA SCROTALE. Si
trovano qui perché all’interno dello scroto il testicolo riesce a mantenere una temperatura inferiore di due
gradi rispetto a quella corporea, il che gli permette di fare avvenire correttamente la spermatogenesi.

Si sviluppano all’interno dell’addome fetale e discendono, durante lo sviluppo, per andarsi ad alloggiare
nello scroto, al di fuori della cavità addominopelvica (circa al settimo mese di gravidanza già hanno
raggiunto lo scroto), attraversando un condotto chiamato canale inguinale. Il contatto con l’addome viene
perso, cioè il collegamento peritoneale viene reciso e la sierosa si trasforma in TONACA VAGINALE
PROPRIA, che permane nel testicolo. Come tutte le sierose, il peritoneo (e quindi la tonaca vaginale
propria), risulta costituito da due foglietti, uno viscerale e uno parietale, i quali rimangono anche nel
testicolo. Durante la discesa i testicoli sono accompagnati dai dotti deferenti, dai vasi sanguigni e linfatici e
dai nervi e dal muscolo cremastere. Tali formazioni formeranno in FUNICOLO SPERMATICO.

I testicoli sono organi pieni.


Il testicolo ha forma ovoidale, con una superficie laterale e una mediale, un margine anteriore e uno
posteriore in cui si apre l’ilo dell’organo, un polo superiore, proiettato in avanti, su cui si adagia la testa
dell’EPIDIDIMO, un tratto di vie spermatiche di circa 7 metri e mezzo (quindi un tubo contorto), il cui corpo
scende lungo il margine posteriore e infine un polo inferiore, proiettato indietro, attraverso cui l’organo si
fissa al fondo della sacca tramite il LEGAMENTO SCROTALE.

Per comprendere la struttura del testicolo bisogna analizzare una sezione sagittale: essendo un organo
pieno è rivestito da una capsula fibrosa, sottostante alla tonaca vaginale propria, detta TONACA
ALBUGINEA, da cui si staccano dei setti fibrosi che si proiettano verso l’ilo dell’organo dove, riunendosi,
originano una formazione fibrosa detta Mediastino. Il parenchima testicolare viene diviso dallo stroma (=
tonaca albuginea + setti) in 200-300 LOGGE TESTICOLARI dall’aspetto piramidale, con l’apice in direzione
dell’ilo. All’interno di ogni loggia si trova del connettivo lasso con funzione di supporto meccanico e trofico,
quindi dei canali molto lunghi, i TUBULI SEMINIFERI CONTORTI, in numero di 1-3 e CELLS INTERSTIZIALI DEL
LEYDIG che formano la GHIANDOLA INTERSTIZIALE TESTICOLARE, la quale produce androgeni (il più
importante è il testosterone, che viene prodotto anche dal surrene).

Il tubulo seminifero contorto è un canale cavo ed estremamente convoluto, al cui interno vengono prodotti
i gameti (spermatozoi). Esso origina a fondo cieco in prossimità della base; la sua parete è formata dalla
LAMINA BASALE e da un particolarissimo epitelio pluristratificato, l’EPITELIO GERMINATIVO,
fondamentalmente costituito da gameti a diversi stadi di maturazione, dalle cellule pluripotenti poste alla
base, che prendono il nome di spermatogoni (di tipo A, che si riproducono continuamente per mitosi e B,
che vanno incontro a divisione meiotica), agli spermatozoi che affacciano nel lume del tubulo, gli
spermatidi. Ma si distingue anche un 2° tipo cellulare, le CELLULE DEL SERTOLI (o di sostegno), sono grandi
cellule che dalla lamina basale giungono fino al limite superiore della parete del tubulo. Le cellule del Sertoli
forniscono un supporto meccanico e trofico e hanno la funzione di guidare le cellule germinali attraverso i
passaggi della spermatogenesi. Sono inoltre responsabili del mantenimento di un certo numero di
spermatogoni che, essendo cellule staminali, assicurano sia la propria omeostasi (il mantenimento di un
numero fisso di spermatogoni) sia il differenziamento in cellule mature, fino al rilascio degli spermatozoi.
Hanno inoltre la funzione di produrre ormoni.

I diversi stadi di maturazione di una cellula germinale sono:

1. SPERMATOGONIO: cellula pluripotente in continua proliferazione mitotica; è a contatto con la lamina


basale per cui pesca direttamente dai vasi il suo nutrimento. Si distinguono due categorie di spermatogoni:
quelli di tipo A, in continua proliferazione, e quelli di tipo B che hanno intrapreso la via del
differenziamento.

2. SPERMATOCITA I: cellula che subisce la 1 a divisione meiotica; anche gli spermatociti primari si nutrono
direttamente dai vasi sanguigni.

3. SPERMATOCITA II: è il prodotto della 1 a divisione meiotica e si accinge a subire la seconda; si nutre
tramite 1 cellula del Sertoli.

4. SPERMATIDIO: è la cellula più piccola, esso subirà il processo di “spermioistogenesi” che lo porterà a
diventare uno spermatozoo. Si nutre tramite 1 cellula del Sertoli.

5. SPERMATOZOO.

Una volta che gli spermatozoi lasciano le cellule del Sertoli che fino a quel momento li aveva nutritti, essi
traggono nutrimento dal liquido seminale, il quale contiene fruttosio che dà il nutrimento allo spermatozoo
e dall’acido citrico che dà la motilità. Il liquido seminale è prodotto dalle ghiandole annesse (vescichette
seminali, prostata e ghiandole bulbo-uretrali) o la mucosa delle vie spermatiche.
I margini laterali delle cellule del Sertoli possono essere divisi in 2 compartimenti:

1. ABLUMINALE (o basale)

2. LUMINALE

il primo è posto più profondamente e prende contatto con spermatogoni e spermatociti primari che non
hanno ancora iniziato la meiosi con i quali si collega attraverso delle giunzioni serrate che formano la
BARRIERA EMATOTESTICOLARE. Questa non consente la diffusione del liquido interstiziale per via
paracellulare. Gli altri tipi cellulari ricevono il nutrimento attraverso le cellule del Sertoli. Inoltre queste
ultime sono bersaglio dell’ormone ipofisario FSH che le induce a produrre la proteina ABP (=Androgen
Binding Protein), che serve loro per captare e accumulare testosterone che poi passano alle cellule
germinali perché fondamentale per il loro processo di differenziamento. Quando gli spermatozoi maturi si
staccano dal loro supporto vengono nutriti dal liquido seminale (che contiene fruttosio, acido citrico,
ialuronidasi ecc.) che viene prodotto dalla mucosa delle vie spermatiche, tale soluzione ha anche il compito
di attivare i gameti inducendo in loro la motilità.

La GHIANDOLA INTERSTIZIALE TESTICOLARE è formata dalle cellule interstiziali di Leydig, riunite in gruppetti
tra le anse dei tubuli e il connettivo lasso. Essa produce ormoni androgeni (dei quali il più importante è il
testosterone) sotto stimolazione da LH ipofisario. Tali ormoni servono sia alla spermatogenesi che allo
stabilirsi dei caratteri sessuali secondari.

Le vie spermatiche sono rappresentate da una serie di formazioni cave che fanno seguito ai tubuli
seminiferi contorti del testicolo e mettono capo all’uretra: provvedono alla maturazione funzionale, al
nutrimento, all’accumulo ed al trasporto degli spermatozoi. Sono costituite da:

1. TUBULI SEMINIFERI RETTI;

2. RETE TESTIS;

3. EPIDIDIMO;

4. CONDOTTO DEFERENTE;

5. URETRA.

I tubuli retti sono la continuazione, in prossimità del mediastino, dei tubuli seminiferi contorti, il loro
numero è uguale a quello delle logge. La rete testis è formata da lacune anastomizzate a rete che si trova
nel mediastino. L’epididimo è suddiviso in Testa, Corpo e Coda, che si continua con il dotto deferente. Il
dotto deferente ha una lunghezza di 40-45 cm., risale attraverso il canale inguinale, come parte del funicolo
spermatico, per entrare nella cavità addominopelvica e terminare in corrispondenza della prostata, dopo
aver subito una dilatazione, l’AMPOLLA DEFERENZIALE.

Le ghiandole annesse (vescichette seminali, prostata e ghiandole bulbo-ureteriche) svolgono 3 funzioni


principali:

- Attivano gli spermatozoi


- Forniscono loro le sostanze utili per la motilità
- Producono tamponi che neutralizzano l’acidità del lume dell’uretra

Le VESCICHETTE SEMINALI sono organi pari e cavi, si trovano tra la parete posteriore della vescica e la
parete anteriore del retto; da ogni lato, l’ampolla deferenziale si unisce alla vescichetta seminale per
formare il dotto eiaculatore, che si apre nel tratto prostatico dell’uretra.
La PROSTATA è un organo impari e mediano a forma di castagna, abbraccia il tratto iniziale dell’uretra
maschile, è situata al di sotto della vescica ed il suo secreto costituisce circa 1/4 del volume complessivo
dello sperma eiaculato.

Le GHIANDOLE BULBO URETRALI sono due ghiandole situate nello spessore del diaframma urogenitale. Il
loro secreto viene immesso nell’uretra nella fase immediatamente precedente all’eiaculazione.

Infine troviamo gli organi genitali esterni, che nel maschio sono il pene e lo scroto.

Il pene è percorso per tutta la sua lunghezza dall’uretra. Allo stato di flaccidità misura circa 10 cm, mentre
può raggiungere anche i 15 cm in stato di erezione. E’ costituito da una RADICE ed un CORPO e termina con
un rigonfiamento conoide, il glande, dotato di una base slargata (corona del glande) e l’apice perforato
dall’orifizio uretrale esterno; il glande è più o meno ricoperto da una piega formata dalla cute del corpo del
glande che prende il nome di prepuzio. Gli organi erettili del pene sono rappresentati dai 2 corpi cavernosi
del pene e dal corpo spongioso: i corpi cavernosi sono costituiti da TESSUTO ERETTILE.

APPARATO GENITALE FEMMINILE

Ha il compito di produrre ovociti, favorire le condizioni necessarie allo sviluppo e al nutrimento


dell’embrione, del feto e del neonato.

Le principali strutture dell’apparato genitale femminile, sono le gonadi, le vie genitali e gli organi genitali
esterni:

- GONADI: producono i gameti e gli ormoni sessuali (ovaie)


- TUBE UTERINE (di Falloppio): possono essere considerate analoghe alle vie spermatiche maschili,
veicolano infatti l’oocita. Al loro interno avviene la fecondazione.
- UTERO: l’organo della gestazione
- VAGINA: l’organo della copula

GONADI

L’ovaio è un organo pari localizzato nella piccola pelvi all’interno di una depressione del peritoneo detta
FOSSETTA OVARICA. Ha una forma a mandorla ed è mantenuto in posizione da 4 legamenti, tutti originari
del legamento largo, che non è altro che il peritoneo:

1. LEGAMENTO SOSPENSORE DELL’OVAIO

2. LEGAMENTO UTERO-OVARICO

3. LEGAMENTO MESOVARICO

4. LEGAMENTO TUBO-OVARICO

Si trova nella borsa ovarica, che è costituita da peritoneo. All’interno della borsa l’ovaionon è rivestito da
peritoneo, ma è rivestito da uno strato di epitelio germinativo cubico semplice (diverso da quello
dell’uomo), sotto al quale c’è una tonaca fibrosa detta TONACA ALBUGINEA FALSA da cui si staccano i setti
dello stroma.

Una particolarità dell’ovaio è che si trova all’interno della cavità peritoneale, ovvero la sezione compresa
tra il foglietto viscerale e il foglietto parietale del peritoneo. Nella donna infatti la cavità peritoneale
comunica con l’esterno attraverso la vagina, a differenza di quella del maschio che non ha organi e non
comunica con l’esterno. Questa comunicazione, è data dallo spazio tra tuba di Falloppio e ovaio.

In sezione frontale si distinguono una zona corticale e una zona midollare. Nella zona corticale si trovano
FOLLICOLI OOFORI con dentro oociti a diversi stadi di maturazione, insieme a cellule connettivali che oltre a
supportali, regolano la maturazione degli oociti attraverso la produzione di specifiche sostanze e ormoni. La
zona midollare è formata da connettivo lasso e rappresenta il punto d’ingresso dei vasi sanguigni, linfatici e
nervi, tutti provenienti dall’ilo dell’organo, unico punto in cui la midollare raggiunge l’esterno.

Le cellule follicolari appartengono alla categoria delle cellule accessorie le quali analogamente alle cellule
del Sertoli nel maschio, accompagnano i gameti durante la loro maturazione, subendo a loro volta delle
profonde modifiche. L’insieme dell’oocita e delle cellule follicolari disposte attorno ad esso prende il nome
di FOLLICOLO OOFORO; i diversi stadi di maturazione descrivono il CICLO OVARICO:

- FASE FOLLICOLARE, l’ipotalamo rilascia gonadotropine e induce l’ipofisi a produrre e liberare FSH, LH e
LTH. L’FSH agisce sul follicolo inducendolo a maturare e produrre estrogeni (il più importante è
l’ESTRADIOLO); l’LH viene liberato insieme all’FSH e provoca l’ovulazione.

- FASE LUTEINICA, la prolattina (LTH) agisce sul corpo luteo stimolandolo a produrre progesterone che fa
ispessire l’endometrio e preparare l’utero a un’eventuale gravidanza.

In particolare le tappe di maturazione sono:

1. Follicolo primordiale: oocita + epitelio follicolare pavimentoso semplice, l’oocita è fermo alla Profase I
della meiosi. Alla nascita tutti i follicoli si trovano in questa fase.

2. Follicolo primario: raggiunta la maturità sessuale, ogni mese, l’aumento di FSH ipofisario induce 5-12
follicoli primordiali a riprendere lo sviluppo; l’epitelio follicolare diventa cubico, l’oocita si accresce
(riprende la meiosi) e i 2 iniziano a produrre e secernere nello spazio che li separa glicoproteine e GAG che
formeranno la ZONA PELLUCIDA.

3. Follicolo secondario: il numero di follicoli primari che giunge a questo stadio è ancora + ridotto. A seguito
della stimolazione da FSH, l’epitelio follicolare prolifera e forma + strati = Cellule della granulosa. La zona
pellucida si completa e le cellule connettivali all’esterno del follicolo formano 2 strati, detti TECHE, che lo
rivestono.

4. Follicolo secondario Antrale: Tutte le cavità si sono fuse in una che si indica con il termine di ANTRO (o
cavità follicolare); inevitabilmente l’oocita si sposta in posizione eccentrica.

5. Follicolo terziario: un solo follicolo giunge a questo stadio, l’antro si dilata, l’oocita è spinto con una tale
forza da essere visibile dall’esterno. Il contatto con le cellule della granulosa viene perso, il follicolo scoppia
e viene rilasciato all’interno della tuba di Falloppio = OVULAZIONE. Ciò che resta del follicolo è detto CORPO
LUTEO che produrrà estrogeni e progesterone. Quest’ultimo inibisce l’ovaio nel portare a termine un altro
processo di maturazione follicolare e induce l’endometrio a proliferare in modo da prepararsi ad accogliere
lo zigote. Se l’oocita non viene fecondato si parla di CORPO LUTEO MESTRUALE che ha una vita di circa 10
giorni, dopodiché degenera; a questo punto la carenza di progesterone elimina il blocco dell’ovaio e
provoca la desquamazione dell’endometrio = CICLO MESTRUALE. Se invece avviene la fecondazione, dopo 5
giorni, lo zigote si impianta e la formazione della placenta porta alla produzione di ormoni che informano il
CORPO LUTEO GRAVIDICO che deve continuare a produrre progesterone, per circa 3-4 mesi.

Nell’uomo, la spermatogenesi è un processo dinamico, poiché gli spermatogoni di tipo A si riproducono


continuamente per mitosi. L’effetto dell’età sulla fertilità maschile non è incisivo quanto nella donna.

Nella donna, infatti, il numero di ovociti è di circa 100-200 mila e circa ogni mese, ne verranno persi alcuni.
Di conseguenza, quando gli ovociti diminuirà di molto, la donna non sarà più in grado di ovulare, entrerà
nello stato di menopausa.

I giorni più fertili del ciclo di una donna sono


CINTURA PELVICA

La CINTURA PELVICA o BACINO non è solo una struttura di connessione dell’arto inferiore al tronco ma
svolge anche una importante funzione di sostegno e protezione per i visceri contenuti nella pelvi. E’
costituita dalle due ossa dell’anca, unite tra loro anteriormente mediante la sinfisi pubica e posteriormente
all’osso sacro. Nell’insieme le due ossa dell’anca ed il sacro formano il bacino che racchiude la cavità
pelvica, la quale rappresenta la parte più bassa della cavità addominale e contiene la vescica, l’intestino
retto e, nella donna, l’utero.

La cavità pelvica viene suddivisa in due parti:

1.GRANDE PELVI

2.PICCOLA PELVI

La grande pelvi è la porzione superiore espansa della cavità pelvica; posteriormente tra l’ileo e la colonna
lombare si trova un’ampia soluzione di continuo dello scheletro che è colmata dai legamenti ileo-lombari e
sacro-iliaci; lateralmente è delimitata dalle ali iliache e anteriormente, dove la parete ossea manca, il suo
limite è dato dalla parete addominale anteriore. La piccola pelvi presenta un’apertura superiore, lo
STRETTO SUPERIORE, un’apertura inferiore, lo STRETTO INFERIORE che delimitano una cavità.

• Lo stretto superiore è delimitato lateralmente dalle linee arcuata e pettinea, in avanti dalla continuazione
di quest’ultima fino al tubercolo pubico, e indietro dalle ali dell’osso sacro e da una sporgenza mediana, il
promontorio.

• Lo stretto inferiore ha un contorno irregolare e passa, da dietro in avanti, per l’apice del coccige e per le
tuberosità ischiatiche giungendo al margine inferiore della sinfisi pubica.

BACINO MASCHILE

- L’angolo fra le branche ischio-pubiche è di 70° ;


- Il promontorio è più sporgente di quello femminile, per cui l’apertura superiore della pelvi è a
forma di cuore;
- Il foro otturatorio è rotondeggiante
- Ossa iliache e sacrali si presentano più spesse e più pesanti di quelle femminili

BACINO FEMMINILE

- In quanto canale del parto è sensibilmente più largo di quello maschile;


- L’angolo fra le branche ischio-pubiche è di 90° ;
- Il promontorio è meno sporgente di quello dell’uomo, per cui l’apertura superiore della pelvi ha
forma ovoidale;
- Il foro otturatorio è ovale.

Esistono dei diametri dello stretto superiore femminile che dal punto di vista clinico servono a capire se la
donna è in grado di partorire secondo parto naturale (se i valori non si discostano molto da questi indicati
sotto) e sono:

- Coniugata anatomica misura circa 11 cm, è la distanza che si presenta tra il promontorio dell’osso
sacro e la sinfisi pubica. Comprende anche lo spessore delle ossa, quindi non rappresenta lo spazio
effettivo utile per il passaggio del feto. Sottraendo lo spessore delle ossa si ottiene la coniugata
ostetrica;
- Coniugata ostetrica misura circa 10,5 cm e rappresenta lo spazio reale disponibile per il passaggio
del feto. Questa però non si può misurare direttamente, ma si può misurare attraverso la
misurazione di una terza coniugata, la coniugata diagonale.
- Coniugata diagonale misura circa 12 cm e ha il vantaggio di poter essere misurata facilmente. Il
ginecologo introduce le dita all’interno della vagina andando a toccare il promontorio del sacro,
stabilendone così le dimensioni.

Altri diametri studiati sono i diametri obliqui (circa 12,5 cm), il diametro trasverso (circa 13,5 cm), il
diametro antero-posteriore (circa 9,5).

TUBE UTERINE

La TUBA UTERINA DI FALLOPPIO collega l’ovaio all’utero, è un condotto pari. È lunga circa 12 cm e in essa si
distinguono 4 porzioni:

1. INFUNDIBOLO: l'estremità più vicina all' ovaio formano un imbuto espanso. L'epitelio che riveste la
superficie interno dell'infudibolo, presenta cellule ciliate nelle quali il movimento delle ciglia è rivolto verso
il segmento intermedio della tuba.

2. AMPOLLA: è la porzione intermedia della tuba. Lo spessore degli strati di muscolatura liscia della parete
dell'ampolla va progressivamente aumentando nel tratto di tuba che si avvicina all'utero.

3. ISTMO: è un breve segmento che collega l'ampolla all'adiacente parete uterina.

4. PARTE INTRAMURALE: è una continuazione dell'istmo, che si apre nella cavità uterina.

La parte finale della tuba uterina prende il nome di FIMBRIA.

L’elemento caratteristico della sua struttura è l’assenza di tonaca sottomucosa. La tonaca mucosa è
formata da epitelio cilindrico semplice con ciglia vibratili, che crea una pressione negativa che attira
l’oocita, da cellule secernenti che producono glicogeno che serve per nutrire l’oocita prima e lo zigote poi e,
infine, dalla lamina propria. La tuba, è dotata di un meso, quindi di un peduncolo di peritoneo, il che
conferisce mobilità all’organo. Nella tuba il meso prende il nome di MESOSALPINGE.

UTERO

L’utero fornisce protezione meccanica, nutrimento e possibilità di rimozione dei rifiuti dell'embrione in via
di sviluppo nelle settimane dalla prima all'ottava, e al feto dalla nona settimana alla nascita. Le contrazioni
della sua parete muscolare sono fondamentali per l'espulsione del feto al momento del parto.

Si trova in posizione di ANTIVERSO-FLESSIONE, cioè inclinato in avanti rispetto all’asse della vagina con un
angolo di circa 90-100° e l’asse del corpo è flesso su quello del collo con un angolo aperto anteriormente di
120-170°. In condizioni non del tutto fisiologiche, l’utero può presentare spostamenti anteriori o posteriori.

Molte donne presentano l’utero retroverso, ovvero inclinato indietro, che prende rapporti con l’osso sacro.
Non risulta nella maggior parte dei casi un problema, ma in alcuni casi può portare dolori durante rapporti
sessuali o addirittura si parla anche di infertilità.

E’ un organo cavo impari e mediano posto nella piccola pelvi, posteriormente alla vescica e anteriormente
al retto. Presenta una cavità virtuale. Ha un aspetto piriforme in cui si distingue un FONDO, che rappresenta
il tetto dell’utero (qui si aprono le tube di Falloppio). Poi abbiamo un CORPO e un COLLO (detto anche
cervice), separati da una strettoia detta ISTMO UTERINO (fine del corpo). Il collo è la porzione che va
dall’istmo alla VAGINA, la quale però non si impianta proprio sull’orifizio esterno dell’utero, ma un po’ più
in alto, la porzione intravaginale del collo dell’utero è detta MUSO DI TINCA, mentre gli spazi tra il collo e la
parete interna della vagina si dicono FORNICI VAGINALI (posteriore, anteriore e laterale; quello posteriore è
quello più importante perché da una sua ispezione si capisce se una donna presenta problemi nella cavità
addominale).
La forma del muso di tinca è circolare nelle nullipare, mentre assume forma di fessura trasversale dopo la
1a gravidanza.

Lungo i margini laterali dell’utero, in corrispondenza degli angoli superiori giungono le tube di Falloppio, la
porzione di utero che si trova al di sopra è detta FONDO. L’utero è un organo cavo, la cavità del corpo
dell’utero è quasi virtuale, inferiormente si continua con il CANALE CERVICALE che attraversa il collo e si
apre nella vagina.

La parete dell’utero, come quella delle tube, manca della tonaca sottomucosa, per cui si susseguono una
tonaca mucosa = ENDOMETRIO, una tonaca muscolare = MIOMETRIO e una tonaca sierosa = PERIMETRIO.

L’utero è rivestito quasi del tutto dal peritoneo, le uniche porzioni a non essere rivestite dal peritoneo ma
da una tonaca avventizia sono le superfici anteriori e laterali del collo. Il peritoneo riveste prima la cupola e
la faccia posteriore della vescica, poi si riflette sulla faccia anteriore dell’utero delimitando tra i due organi
uno spazio detto CAVO VESCICO-UTERINO. Raggiunto l’intestino retto e la parete posteriore della pelvi,
forma una profonda tasca o CAVO RETTO-UTERINO DI DOUGLAS. Questo rappresenta la parte più declive
della cavità peritoneale. Nell’uomo il canale di Douglas rappresenta il cavo retto-vescicale.

Esso è fissato da:

1. Legamenti:
- Uterosacrali: si estendono dalle pareti laterali dell'utero alla faccia anteriore del sacro, limitando il
movimento del corpo uterino in basso in avanti.
- Rotondi: Hanno inizio sui margini laterali dell'utero, subito al di sotto dell'attacco delle tube, si
porta in avanti, attraversano il canale inguinale e terminano nel tessuto connettivo dei genitali
esterni.
- Cardinali: si estendono dalla base dell'utero e della vagina alle pareti laterali della pelvi e limitano i
movimenti verso il basso
2. Muscoli scheletrici che fermano Il Perineo

L’utero viene vascolarizzato dalle arterie uterine e ovariche, ovvero rami dell’iliaca interna. All’interno del
miometrio le arterie uterine daranno origine a:

1. ARTERIE RADIATE

2. ARTERIE ARCUATE

3. ARTERIE RETTE

4. ARTERIE SPIRALI

ISTEROSALPINGOGRAFIA: esame che consente un'analisi morfologica dell'utero e delle tube. Consiste
nell’iniezione di un mezzo di contrasto radiologico all'interno della cavità uterina e nella successiva
esecuzione di alcune radiografie.

ENDOMETRIOSI: malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala di endometrio in altri
organi.

ISTERECTOMIA: rimozione chirurgica dell’utero.

L’ovaio e l’endometrio dell’utero subiscono delle modificazioni in tempi del tutto coincidenti. Tutto questo
si può spiegare con una regolazione ormonale a capo della quale si trova l’IPOFISI.
Il Ciclo Uterino consta di 4 fasi:

1. RIGENERATIVA, l’endometrio è formato dalla sola lamina propria che contiene le ghiandole uterine.
Grazie alla stimolazione ormonale da parte degli estrogeni le cellule epiteliali dell’endometrio iniziano a
dividersi, questa fase dura 2 giorni.

2. PROLIFERATIVA, l’endometrio continua ad ispessirsi sotto l’effetto degli estrogeni, questa fase dura circa
7 giorni, fino all’ovulazione.

3. SECRETIVA, il progesterone induce le ghiandole uterine a rilasciare il loro secreto fatto di glicogeno e
glicoproteine, per preparare l’utero ad un eventuale annidamento. Si protrae fino al 28° giorno.

4. DESQUAMATIVA: se non è avvenuta la fecondazione, quando il corpo luteo scompare, la carenza di


progesterone provoca necrosi della mucosa che desquama. Questa fase dura 5 giorni.

VAGINA

La vagina, è un canale fibromuscolare (costituito da tessuto fibroso e muscolare) che collega l'esterno del
corpo alla cervice dell'utero. Nell'ambito della gravidanza viene anche definito canale del parto. Si estende
dal collo dell’utero al vestibolo, uno spazio delimitato dai genitali esterni.

EPISIOTOMIA: è un'operazione chirurgica che consiste nell'incisione chirurgica del perineo e della parete
posteriore della vagina per allargare l'orifizio vaginale. Può essere eseguita: per la sua capacità di ridurre le
lacerazioni perineali durante il parto; per la sua capacità di facilitare il parto.

SISTEMA ENDOCRINO
Il sistema endocrino comprende tutte le cellule e i tessuti del corpo che producono ormoni. Le cellule
endocrine sono cellule secernenti ormoni che riversano il loro prodotto nel liquido interstiziale, nella linfa o
nel sangue. Gli ormoni sono messaggeri chimici che esercitano determinati effetti sulle cellule o su tessuti
specifici, solitamente localizzati a distanza dalla loro sede di produzione. Essi vengono riconosciuti da cellule
bersaglio che hanno dei recettori specifici. I principali ormoni che regolano le attività metaboliche possono
essere:

- Derivati amminoacidici (noradrenalina, adrenalina, dopamina..)


- Ormoni peptidici (FSH)
- Ormoni steroidei (progesterone)
- Derivati dell’acido arachidonico (prostaglandine)

Esistono due sistemi di secrezione: autocrino, in cui gli ormoni prodotti agiscono direttamente sulle cellule
o sui tessuti che li ha prodotti; paracrino in cui gli ormoni prodotti agiscono in distretti diversi.

Le ghiandole endocrine sono:

- Tiroide
- Paratiroidi (4)
- Timo
- Surrenali (2)
- Ipofisi
- Epifisi
- Isole di Langerhans del pancreas
- Ghiandole interstiziali dei testicoli
- Formazioni endocrine delle ovaie (teca interna, ghiandola interstiziale corpo luteo)

A capo di tutto il sistema endocrino si ha una piccolissima ghiandola, l’ipofisi.


IPOTALAMO E IPOFISI

L’ipotalamo è il principale centro di regolazione del sistema endocrino. Esso integra le attività dei sistemi
nervoso ed endocrino ed è in stretto rapporto con entrambi i lobi dell’ipofisi.

L’ipofisi o ghiandola pituitaria, è un piccolo corpuscolo di forma ellissoidale che ha le dimensioni di un


piccolo acino d’uva. Si trova inferiormente all’ipotalamo, contenuta in una depressione chiamata fossetta
ipofisaria della sella turcica dell’osso sfenoide del cranio. Svolge una funzione di controllo del sistema
endocrino: secerne sia ormoni che agiscono su organi bersaglio, sia ormoni che regolano la secrezione delle
altre ghiandole endocrine. È controllata dall’ipotalamo e, tramite esso, dal sistema nervoso.

Si possono distinguere due parti dell’ipofisi, sia per origine embrionale che per il tipo di produzione
ormonale:

- Adenoipofisi, nella parte anteriore (lobo anteriore)


- Neuroipofisi, nella parte posteriore (lobo posteriore)

L’adenoipofisi, contiene una varietà di cellule endocrine e deriva un’estroflessione dell'ectoderma del tetto
della primitiva cavità buccale verso il cervello. Esso è suddiviso in tre regioni: pars distalis, pars intermedia e
pars tuberalis. Un’estesa rete capillare si irradia attraverso tali regioni, assicurando a ogni vellula endocrina
l’accesso diretto al torrente circolatorio. L’adenoipofisi sintetizza diversi ormoni, detti tropine, che regolano
l’attività di altre ghiandole endocrine:

1. Ormone tireotropo - TSH - stimola la tiroide

2. Ormone corticotropo - ACTH –stimola la corticale del surrene

3. Ormone somatotropo - GH- ha azione generalizzata sulla crescita (ormone della crescita)

4. Ormone gonadotropo , follicolostimolante – FSH

5. Ormoni gonadotropo luteinizzante – LH

6. Ormone prolattina – PRL - ha azione sulla ghiandola mammaria

7. Ormone melanotropo – MSH – stimola la produzione di melanina

La neuroipofisi, contiene gli assoni di neuroni con corpo localizzato in alcuni nuclei secernenti
dell’ipotalamo. Si forma per una estroflessione dell’ipotalamo, dal pavimento del diencefalo, a partire da
un’evaginazione chiamata infundibolo, a cui rimane unito attraverso il peduncolo ipofisario. I neuroni della
neuroipofisi sono definiti neurosecretori perché producono ormoni che viaggiano attraverso gli assoni e
vengono poi immessi in circolo. I neurosecretori producono due tipi di ormoni:

1. I primi servono per regolare la produzione degli ormoni dell’adenoipofisi, attraverso:


- FATTORI DI RILASCIO (RH) che promuovono il rilascio di ormoni da parte dell’adenoipofisi
- FATTORI INIBENTI (IH) che inibiscono il rilascio di ormoni da parte dell’adenoipofisi
Essi viaggiano attraverso la rete mirabile ipotalamo-ipofisi così da poter controllare l’attività
dell’adenoipofisi senza bisogno di inviare assoni.
2. I secondi vengono rilasciati direttamente nel sangue:
- Vasopressina o ormone antidiuretico (ADH), che agisce sulle cellule dei tubuli renali aumentando il
riassorbimento di acqua e sui vasi aumentando la pressione sanguigna
- Ossitocina, che provoca contrazioni delle fibrocellule muscolari lisce dell’utero e della ghiandola
Mammaria
TIROIDE

È una ghiandola impari e mediana fondamentale per lo sviluppo ed è la più grande del sistema endocrino.
Tuttavia non è un organo indispensabile per la vita, in quanto, in seguito a tiroidectomia, è possibile
rimpiazzarne le funzioni assumendo ormoni sintetici.

Ha una forma a farfalla ed è situata nella parte anteriore del collo. È composta da due lobi, sinistro e destro,
collegati da un stretto istmo. Nel margine superiore dell'istmo, nel 50% circa dei casi, può rimanere traccia
della discesa della ghiandola durante lo sviluppo nel cosiddetto lobo piramidale o piramide di Morgagni.

La tiroide presenta in superficie dei solchi che sia approfondano a dividerla in lobuli. Esse infatti è rivestita
da una sottilissima capsula connettivale, che emana dei setti che si addentrano in profondità nel
parenchima. Ha un colore rosso-giallastro e pesa circa 20-30 grammi.

I rapporti con le parotidi e il nervo laringeo inferiore rendono delicata la chirurgia della tiroide. I caso di
errori chirurgici infatti se si trancia il ricorrente si avrà la denervazione delle corde vocali di un lato, oppure
se si tolgono le parotidi si avrà come conseguenza un danno grave poiché sono indispensabili per la vita.

La tiroide è avvolta nella fascia peritiroidea esternamente e da una sottile capsula di connettivo
internamente. Questo spazio tra la capsula e la fascia è detto spazio pericoloso virgola in quanto il chirurgo
non deve compiere a questo livello la dissezione (nel caso di tiroidectomia), anche se lo spazio
sembrerebbe consentirlo, perché qui sono presenti le arterie tiroidee superiori (rami della carotide esterna;
per i poli superiori dei lobi laterali) e inferiori (rami della succlavia; per i poli inferiori dei lobi laterali). La
tiroide, quindi, riceve una vascolarizzazione imponente.

La tiroide produce due ormoni:

- ormone tiroideo, costituito dalla tri-iodiotironina (T3) e dalla tetra-iodiotironina (T4) che contiene
iodio. Agisce in tutto l'organismo, aumentando in tutti i tessuti il metabolismo: in questo modo,
mantiene il metabolismo basale e permette l'accrescimento migliorando il consumo di ossigeno. Un
deficit di ormone tiroideo, ad esempio, ostacola la mielinizzazione. La tiroide agisce con un
meccanismo a feedback: dopo che la tiroide ha prodotto una certa quantità di ormone tiroideo,
l'ipofisi percepisce la concentrazione di questo nel sangue e, se è troppo elevata, non manda più lo
stimolo alla secrezione. In caso contrario, quindi di concentrazione troppo bassa, ne stimola la
produzione.
- Calcitonina o tireo-calcitonina, le cellule che la producono sono meno evidenti di quelle che
producono l'ormone tiroideo. La calcitonina interviene nel controllo della calcemia, quindi degli
anni calcio nel sangue: se la concentrazione è alta la fa diminuire fissando il calcio sulle ossa, infatti
stimola gli osteoblasti a usare il calcio per sintetizzare tessuto osseo.

PARATIROIDI

Sono quattro piccole ghiandole (due per lato). Si dividono in:

1. PARATIROIDI SUPERIORI (2)

2. PARATIROIDI INFERIORI (2) S

ono adese alla superficie posteriore dei lobi laterali della Tiroide, comprese nella fascia peritiroidea.
Secernono il PARATORMONE, antagonista della calcitonina, che aumenta la calcemia, stimolando gli
osteoclasti. E’ indispensabile per la vita, perché in sua assenza l’eccitabilità delle membrane cellulari viene
alterata.

Forma: Ovale
Colore: un po’ più chiaro di quello della Tiroide

Peso: 0,5 g

Diametro: 3- 4 mm

GHIANDOLE SURRENALI

Sono posizionate sopra il polo superiore dei reni, all’altezza di T12 a sinistra e L1 a destra. Sono riccamente
vascolarizzate dalle seguenti arterie:

- SURRENALE SUPERIORE ramo dell'arteria frenica


- SURRENALE MEDIA ramo dell’aorta
- SURRENALE INFERIORE ramo dell'arteria renale

Il sangue refluo è drenato dalla VENA SURRENALE che sbocca a sinistra nella vena renale e a destra nella
vena cava inferiore. Nel parenchima di distinguono:

1. ZONA CORTICALE, indispensabile per la vita, suddivisa in tre zone che producono diversi ormoni,
tutti derivanti dal colesterolo (che conferisce il colore giallo intenso alla corticale):
• Glomerulare, produce mineral-corticoidi, soprattutto aldosterone.
• Fascicolata, produce ormoni glicoattivi, cortisolo e corticosterone.
• Reticolare, produce gli ormoni androgeni.
2. ZONA MIDOLLARE, secerne l'adrenalina e la noradrenalina, importanti neurotrasmettitori implicati
nella risposta dell'organismo allo stress.

SISTEMA NERVOSO
Il Sistema Nervoso può essere suddiviso in 2 categorie principali:

1. SISTEMA NERVOSO CEREBRO- SPINALE

2. SISTEMA NERVOSO AUTONOMO

- il sistema nervoso parasimpatico

- il sistema nervoso simpatico

- il sistema nervoso enterico

Il Sistema nervoso cerebro-spinale è quella parte del SN che si occupa della vita di relazione e si divide in:

1. SISTEMA NERVOSO CENTRALE (o NEVRASSE)


- Encefalo, contenuto nella cavità cranica.
- Midollo spinale, che corre nel canale vertebrale

2. SISTEMA NERVOSO PERIFERICO

- Nervi cranici (12 paia)

- Nervi spinali (33 paia)

Le vie del SNP si distinguono in:

- SENSITIVE, trasportano stimoli al SNC


- MOTRICI, conducono risposte effettrici dal SNC alla periferia; ci sono anche dei nervi che hanno una
doppia circolazione, NERVI MISTI.
Il tessuto nervoso è formato da cellule altamente differenziate , i NEURONI, la cui morfologia è piuttosto
equivalente; ogni neurone possiede un SOMA o CORPO detto anche PIRENOFORO da cui si staccano dei
prolungamenti di 2 tipi:

- Dendriti: possono anche mancare


- Assone: non manca mai

I neuroni sono supportati e avvolti da diversi tipi cellulari e dai loro prolungamenti che svolgono una
funzione di sostegno meccanico e trofico, intervengono nelle situazioni patologiche e regolano la
trasmissione nervosa; nell’insieme essi costituiscono la NEVROGLIA o GLIA o CELLULE GLIALI. Si riconoscono
6 tipi cellulari:

1. Cellule satelliti
2. Ependimociti
3. Astrociti
4. Oligodendrociti
5. Cellule di Schwann
6. Microgliociti

Il SNC è formato da neuroni e nevroglia, il tutto rivestito da 3 lamine connettivali dette MENINGI;
dall’esterno verso l’interno DURA MADRE, ARACNOIDE e PIA MADRE. I pirenofori e i dendriti si organizzano
a formare delle lamine oppure degli accumuli detti NUCLEI, mentre gli assoni si riuniscono a formare grossi
fasci che si portani fuori, I NERVI, o che corrono all’interno del SNC, TRATTI. Per le diversità citologiche,
esattamente per l’assenza o la presenza di guaina mielinica, si riconoscono, a occhio nudo, 2 parti:

1. SOSTANZA GRIGIA
2. AOATANZA BIANCA

LA COMUNICAZIONE SINAPTICA

Può essere chimica o elettrica:

Le più numerose sono le sinapsi chimiche, dove un neurotrasmettitore rilasciato a livello della membrana
pre-sinaptica di un bottone sinaptico lega un recettore sulla membrana post-sinaptica e innesca un
cambiamento di potenziale di membrana della cellula recettiva. La comunicazione può avere solo una
direzione. Le sinapsi elettriche invece si trovano tra i neuroni del SNC-SNP ma sono piuttosto rare. Le due
membrane pre e post sinaptiche sono così a stretto contatto da funzionare come se fossero una membrana
unica e il messaggio quindi continuerà nella sua corsa senza interruzioni.

MIDOLLO SPINALE

Il MS è un organo allungato contenuto nel canale vertebrale; ha forma cilindrica un pò schiacciata antero-
posteriormente e si estende fino a L2. Alla nascita però la sua estensione è uguale a quella della colonna
vertebrale. Accade che lo sviluppo del tratto cervicale è equivalente per colonna e midollo, mentre i tratti
toracico e lombare si sviluppano di più nella colonna rispetto al midollo, per cui si verifica l’ASCENSIONE
MIDOLLARE. Il diametro del MS non è regolare, infatti presenta 2 rigonfiamenti in corrispondenza degli arti:

1. RIGONFIAMENTO CERVICALE
2. RIGONFIAMENTO LOMBARE

Il MS è esternamente rivestito dalle MENINGI intervallate tutte da degli spazi: tra Pia madre e Aracnoide c’è
lo SPAZIO SUBARACNOIDEO in cui circola il liquido cefalorachidiano. Tra Aracnoide e Dura Madre c’è lo
SPAZIO SUBDURALE e infine la Dura madre è separata dal periostio vertebrale dallo spazio PERIDURALE o
EPIDURALE in cui sono presenti vasi e tessuto adiposo. Nella regione più caudale il MS si assottiglia e forma
il cono midollare in apice al quale le 3 meningi si fondono e continuano a scendere per fissarsi alla
superficie posteriore del coccige formando il FILO TERMINALE (o legamento coccigeo). Questo insieme con
il tronco encefalico superiormente e i nervi spinali lateralmente fissano il MS nello speco vertebrale. Infine,
in superficie il MS presenta dei solchi, 2 mediani, FESSURA MEDIANA ANTERIORE, molto profonda, e il
SOLCO MEDIANO POSTERIORE, meno profondo e 2 laterali (per ogni lato), SOLCO LATERALE ANTERIORE E
POSTERIORE.

Il MS, nonostante l’ascensione midollare, viene diviso in 5 porzioni:

1. CERVICALE
2. TORACICA
3. LOMBARE
4. SACRALE
5. COCCIGEA

Ognuna di queste porzioni è collegata ai muscoli del tratto corrispondente attraverso i NERVI SPINALI. I
nervi spinali sono 33 paia e originano dal MS con 2 radici che subito si fondono per dare il nervo, il quale
emerge esternamente alla colonna vertebrale transitando per il foro intervertebrale corrispondente.
Mentre per i nervi cervicali e toracici il tragitto verso il foro è breve ed orizzontale, per tutti gli altri il
tragitto diventa sempre più lungo e obliquo, fino a che i nervi lombari, sacrali e coccigei scendono
verticalmente ed insieme al filo terminale formano la CAUDA EQUINA. I nervi spinali sono tutti nervi misti.

Per comprendere la struttura del MS bisogna analizzare una sezione trasversale: la sostanza grigia è
disposta al centro e la sostanza bianca tutta intorno. Esattamente al centro c’è un piccolo foro identificativo
della presenza di un canale che attraversa l’intero midollo, il CANALE EPENDIMALE. La sostanza grigia è
organizzata in modo tale da disegnare un H: la parte trasversale è detta COMMESSURA GRIGIA e da essa si
staccano 2 CORNA ANTERIORI e 2 CORNA POSTERIORI.

ENCEFALO

E’ l’organo molle contenuto nella cavità cranica, avvolto dalle 3 meningi; a differenza del MS qui la Dura
madre è attaccata al periostio endocranico. Esso si suddivide in:

- TRONCO ENCEFALICO: formato da Bulbo, Ponte e Mesencefalo, dorsalmente ai quali si struttura il


Cervelletto.
- CERVELLO: formato da Diencefalo e Telencefalo.

TRONCO ENCEFALICO

E’ la porzione più caudale dell’encefalo ed è diretta continuazione del MS dal quale non esiste un confine
netto che lo separi ma, idealmente, si sceglie come confine la linea individuata da un piano trasversale
equidistante dall’ultimo nervo cranico e dal primo nervo spinale. Si distinguono una parte ventrale detta
PIEDE e una parte dorsale detta CALLOTTA. Bulbo E’ la parte più caudale del TE, è separato dal ponte da
una profonda incisura trasversale, il SOLCO BULBO-PONTINO e in posizione mediana scorre la FESSURA
MEDIANA ANTERIORE. Lateralmente a questa 2 grosse formazioni coniche le PIRAMIDI, esternamente a
queste 2 protuberanze, le OLIVE BULBARI. Ponte E’ compreso tra il solco bulbo-pontino e il solco pontino
superiore che lo separa dal Mesencefalo; la superficie ventrale presenta in posizione mediana il SOLCO
BASILARE lungo cui scorre il TRONCO BASILARE. Lateramente al solco sporgono 2 rilievi longitudinali; i TORI
PIRAMIDALI. Il ponte è così definito perché collega Bulbo e Mesencefalo. Mesencefalo E’ la parte più
rostrale del TE e si continua con il Diencefalo, mentre è separato dal ponte dal solco pontino superiore. La
sua superficie ventrale è caratterizzata da 2 formazioni che divergono rostralmente ma sono uniti alla base,
i PEDUNCOLI CEREBRALI. Dorsalmente è visibile la LAMINA QUADRIGEMINA formata da 2 tubercoli
quadrigemini superiori e 2 inferiori.
NERVI CRANICI

Fatta eccezione per i primi 2, che sono annessi al Telencefalo e al Diencefalo, i restanti 10 hanno origine
apparente dal Tronco encefalico, tutti dalla superficie ventrale tranne i 4° che origina dorsalmente. I nervi
cranici sono diversi dai nervi spinali perché non sono tutti misti ma ne esistono alcuni solo sensitivi (1° , 2° e
8°), alcuni solo motori (3° , 4° , 6° , 11° e 12°) e altri misti (5° , 7° , 9° , 10°). Sono12 paia e vengono numerati
in senso antero – posteriore:

1. OLFATTIVO
2. OTTICO
3. OCULOMOTORE
4. TROCLEARE
5. TRIGEMINO
6. ABDUCENTE
7. FACCIALE
8. STATO-ACUSTICO
9. GLOSSOFARINGEO
10. VAGO
11. ACCESSORIO
12. IPOGLOSSO

CERVELLETTO

E’ posto dorsalmente al Tronco encefalico cui è collegato attraverso i PEDUNCOLI CEREBELLARI (3 paia)
perché fisicamente separato per l’interposizione del 4° ventricolo. Ha una forma irregolarmente ovale, in
cui si distinguono una superficie superiore, una inferiore e una anteriore. La superficie superiore prende
contatto con i lobi occipitali degli emisferi telencefalici dai quali è separata per interposizione di una lamina
detta TENTORIO DEL CERVELLETTO che è un espansione della dura madre encefalica. Essa presenta un
rilievo mediano detto VERME, lateralmente al quale si sollevano i due emisferi cerebellari. La superficie
inferiore è convessa per via dei 2 emisferi cerebellari. Questi, raffrontandosi in posizione mediana
definiscono una fessura detta VALLECOLA, in fondo alla quale si trova la superficie inferiore del verme. La
superficie anteriore rappresenta l’ilo dell’organo infatti ad essa giungono i PEDUNCOLI CEREBELLARI,
inferiormente ai quali si notano 2 rilievi, pari e simmetrici, i FLOCCULI.

Struttura del cervelletto:

Nel cervelletto la sostanza grigia si trova all’esterno a formare la CORTECCIA CEREBELLARE e la sostanza
bianca si trova internamente e prende il nome di CORPO MIDOLLARE. La corteccia cerebellare è uniforme
sia in dimensione che in struttura (diversamente da quella cerebrale). In essa si distinguono 3 strati:

1. STRATO MOLECOLARE (o superiore)


2. STRATO DELLE CELLULE DI PURKINJE (o intermedio)
3. STRATO DEI GRANULI (o inferiore)

DIENCEFALO

Il Diencefalo insieme al Telencefalo costituisce il Cervello. E’ quasi interamente coperto dal Telencefalo. E’
separato dal mesencefalo da un piano longitudinale ideale passante per la COMMESSURA POSTERIORE
(sostanza bianca), mentre un piano passante per i FORAMI DI MONRÒ lo separa dal Telencefalo. Ha forma
di piramide tronca cava, infatti al suo interno è scavato il 3° VENTRICOLO. Le componenti più importanti del
Diencefalo sono le masse laterali perché formate da 5 diversi raggruppamenti nucleari: EPITALAMO,
TALAMO, METATALAMO, SUBTALAMO e IPOTALAMO. Tuttavia ad una analisi macroscopica si distinguono
solo 2 formazioni separate dal un SOLCO TALAMICO: Il TALAMO, dorsalmente e l’IPOTALAMO,
ventralmente. Infine sono annessi al diencefalo 2 formazioni endocrine, L’EPIFISI e l’IPOFISI e poi il
CHIASMA OTTICO e i TRATTI OTTICI.

TELENCEFALO

Le formazioni più evidenti del telencefalo sono gli EMISFERI CEREBRALI, nonostante esso comprenda anche
delle strutture interemisferiche (CORPO CALLOSO, FORNICE, COMMESSURA ANTERIORE e SETTO
PELLUCIDO) che corrono da un emisfero all’altro.

Emisferi In visione dorsale essi identificano una superficie dall’aspetto ellittico divisa in 2 metà
da una profonda SCISSURA INTEREMISFERICA mediana. La superficie di ogni emisfero è irregolare per la
presenza di SOLCHI e SCISSURE: i solchi sono incisioni non molto profonde ed individuano zone dette
CIRCONVOLUZIONI; invece le scissure sono invaginazioni molto profonde che delimitano aree più ampie
dette LOBI. Le scissure primarie sono:

- La scissura centrale di Rolando


- La scissura laterale di Silvio
- La scissura parietoccipitale
- La scissura calcarina
- La scissura limbica

Struttura del telencefalo:


Come nel cervelletto, nel Telencefalo la sostanza grigia si trova all’esterno a formare la CORTECCIA
CEREBRALE e la sostanza bianca si trova internamente e prende il nome di CORPO SEMIOVALE. Le fibre del
corpo semiovale incontrano dei nuclei di sostanza grigia detti NUCLEI DELLA BASE. Filogenicamente la
corteccia cerebrale (come quella cerebellare) può essere divisa in 3 parti dalla diversa funzionalità:

1. ARCHIPALLIO (la più antica)


2. PALEOPALLIO
3. NEOPALLIO (la più evoluta)

A differenza però della corteccia cerebellare queste 3 zone hanno una struttura differente, sia per ciò che
concerne il numero degli strati neuronali sia per il tipo di neuroni. In via del tutto generale è possibile
descrivere un modello di riferimento di corteccia che viene indicato come ISOCORTEX OMOTIPICA perché
formata da 6 strati, dall’esterno:

1. STRATO MOLECOLARE
2. STRATO DELLE CELLULE PIRAMIDALI PICCOLE
3. STRATO DELLE CELLULE PIRAMIDALI MIEDIE E GRANDI
4. STRATO DEI GRANULI
5. STRATO DELLE CELLULE PIRAMIDALI GRANDI E GIGANTI
6. STRATO DELLE CELLULE POLIMORFE

Potrebbero piacerti anche