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Raffineria di Livorno
Via Aurelia 7
57017 Stagno - Collesalvetti (LI)
www.eni.com
Allegato E4
Appendice E-4-3
OPERATING INSTRUCTION
PROFESSIONALE - ISPEZIONE DEI
SERBATOI DI STOCCAGGIO PRODOTTI
PETROLIFERI
eni spa
Capitale sociale Euro 4.005.358.876,00
Registro Imprese di Roma, Codice Fiscale 00484960588
Partita IVA 00905811006, R.E.A. Roma n. 756453
Sede legale:
Piazzale Enrico Mattei, 1 – 00144 Roma
Sedi Secondarie:
Via Emilia, 1 – Piazza Ezio Vanoni, 1
20097 San Donato Milanese (MI)
PRPOCEDURA TITOLO PROCEDURA
TITOLO PROCEDURA TITOLO
Operating Instruction Professionale
Ispezione dei serbatoi di
stoccaggio prodotti petroliferi
MSG DI RIFERIMENTO:
Manutenzione
opir&m
opi man 002 manr02
002 r&m r02
1
PETROLIFERI
4.5.5.6 Frequenza delle ispezioni interne .......................................................... 34
4.6 Rateo di corrosione e vita residua..................................................................... 36
4.6.1 Considerazioni generali ............................................................................. 36
4.6.2 Rateo di corrosione e vita residua dei fondi .................................................. 37
4.7 Idoneità all’esercizio dei serbatoi ...................................................................... 39
4.7.1 Considerazioni generali ............................................................................. 39
4.7.2 Valutazione dei fondi dei serbatoi ............................................................... 39
4.7.2.1 Determinazione dello spessore dei fondi ................................................. 40
4.7.2.2 Limiti di accettabilità dei fondi .............................................................. 40
4.7.3 Valutazione dei mantelli dei serbatoi ........................................................... 43
4.7.3.1 Determinazione degli spessori e delle condizioni dei mantelli .................... 43
4.7.3.2 Limiti di accettabilità dei mantelli (serbatoi costruiti secondo API Std 650) . 44
4.7.3.3 Limiti di accettabilità dei mantelli (per serbatoi costruiti secondo BS 2654) 46
4.8 Tecniche di riparazione ................................................................................... 47
4.9 Registrazione e archiviazione dei dati di esercizio dei serbatoi .............................. 48
4.9.1 Considerazioni generali ............................................................................. 48
4.9.2 Dati di progetto ........................................................................................ 48
4.9.3 Storia ispettiva ......................................................................................... 48
4.9.4 Storia delle riparazioni e modifiche ............................................................. 49
5. Responsabilità di aggiornamento .......................................................................... 50
6. Archiviazione, conservazione della documentazione e tracciabilità ............................. 51
Indice Allegati ........................................................................................................ 52
PETROLIFERI
1. Obiettivi
PETROLIFERI
2. Ambito di applicazione
PETROLIFERI
3. Riferimenti
PETROLIFERI
4. Attività e modalità operative
La strategia ispettiva dei serbatoi si basa su una serie di attività tese a mettere in
atto un piano articolato di controlli che consenta di verificare l’integrità strutturale
dei singoli serbatoi e di controllare lo stato di avanzamento del degrado dei loro
principali componenti in modo da rendere minimo il rischio di fuoriuscite del
prodotto contenuto che potrebbero provocare danni all’uomo e all’ambiente.
Tali attività consistono in un accurato esame della storia di esercizio del serbatoio
e delle registrazioni delle ispezioni, in modo da avere conoscenza dei meccanismi
di degrado e della velocità con cui si evolvono.
A seguito dell’esame è possibile elaborare una pianificazione delle attività ispettive
selezionando tecniche diagnostiche adeguate.
Infine un’accurata analisi degli esiti ispettivi permette di esprimere una corretta
valutazione della idoneità del serbatoio all’esercizio, dell’accettabilità o meno dei
difetti rilevati, fornendo elementi utili alla decisione su eventuali riparazioni o
sostituzione dei componenti danneggiati e sulla durata del successivo periodo di
esercizio del serbatoio.
La determinazione della frequenza delle ispezioni è basata su un approccio di
calcolo della vita residua del componente in funzione delle tipologie di
deterioramento (usualmente corrosione) e della loro velocità di propagazione,
comunque vincolata da limiti temporali.
La programmazione delle attività ispettive dei serbatoi e la stesura del piano dei
controlli deve tener conto di vari parametri connessi sia con la progettazione (tipo
di serbatoio, materiali, spessori, ecc…), sia con le condizioni operative (tipo di
prodotto, temperatura di esercizio, ecc..) che mediante la storia di esercizio (dati
di precedenti ispezioni, riparazioni, modifiche, ecc..) e deve essere tale da rendere
minimi i rischi relativi all’ambiente e alla sicurezza.
PETROLIFERI
A seguito di questo esame, possono essere scelte le opportune tecniche ispettive
in grado di individuare il danno prevedibile.
Fissate le tecniche ispettive, occorre determinare l’estensione quantitativa dei
controlli non distruttivi (CND), individuando i componenti maggiormente
interessati dai danni.
Il piano dei controlli di base cosi’ predisposto può essere esteso durante
l’esecuzione dell’ispezione, qualora vengano rilevati difetti gravi in relazione alla
loro natura e dimensione.
E’ necessario valutare l’affidabilità complessiva del sistema ispettivo predisposto e
Sulla base degli esiti ispettivi, deve essere stimata l’evoluzione temporale dei
meccanismi di danno mediante confronto con gli esiti delle precedenti ispezioni;
devono essere fornite indicazioni sulla idoneità all’esercizio in sicurezza del
serbatoio e/o dei componenti e devono essere pianificate, anche in termini di
tempo, le successive ispezioni.
Il piano delle attività ispettive deve essere predisposto dalle unità preposte alla
ispezione dei serbatoi con la collaborazione delle unità operative, sentito anche il
parere della funzione SPP di sito e deve essere formalmente approvato dalla
direzione di sito.
Il piano deve essere mantenuto costantemente aggiornato e revisionato ad ogni
variazione delle condizioni operative del serbatoio. A tal fine ogni variazione delle
condizioni di utilizzo del serbatoio deve essere formalmente comunicata alle unità
tecniche per i necessari adempimenti.
Il piano deve essere disponibile presso le Unità Tecniche di sito anche per mezzo
dei Sistemi Informativi Tecnici ed Ispettivi.
La storia operativa (prodotto stoccato, condizioni di utilizzo, ecc..) deve essere
conservata a cura delle unità operative. Le variazioni devono essere comunicate ai
Servizi Tecnici per l’esame congiunto dell’idoneità del serbatoio alle nuove
condizioni e per registrazione nei dati storici.
In questo paragrafo si fa cenno ad alcuni dati progettuali dei serbatoi e dei loro
componenti principali al fine di permettere una migliore comprensione dei requisiti
necessari alle ispezioni.
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4.2.1 Norme e standard di progetto
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A) Serbatoi a tetto fisso
I serbatoi a diametro maggiore sono normalmente progettati con il tetto a forma
conica supportato da una struttura a travi e/o capriate, con o senza colonne di
sostegno.
I serbatoi a diametro minore possono essere con tetti autoportanti, a forma conica
o di duomo.
Un altro tipo di tetto fisso autoportante alcune volte utilizzato è il tetto geodesico.
Alcuni serbatoi a tetto fisso sono dotati di tetti galleggianti interni.
I serbatoi a tetto fisso sono dotati di adeguati organi di ventilazione e valvole di
sicurezza (per ulteriori informazioni si rimanda ad API Std 2000: Venting
Atmospheric and Low Pressure Storage Tanks) per evitare sovrapressioni o
depressioni interne dovute a normali condizioni operative quali movimentazione
del liquido in ingresso o uscita dal serbatoio, variazioni ambientali (temperatura e
pressione) ad eventuali situazioni di emergenza (ad esempio, incendio o altre
circostanze dovute a errori operativi o guasti di apparecchiature).
B) Serbatoi a tetto galleggiante
Sono generalmente adottati per stoccare grezzo e/o prodotti leggeri volatili.
L’uso di tetti galleggianti riduce le perdite per evaporazione e l’inquinamento
ambientale in quanto il tetto galleggia sul prodotto stoccato nel serbatoio e non vi
è spazio riempito da vapori di prodotto come nel caso dei serbatoi a tetto fisso.
Lo spazio tra il tetto ed il mantello del serbatoio è occupato da tenute (primarie e,
se presenti, secondarie) con elementi flessibili aderenti al mantello al fine di
limitare l’emissione di vapori nell’atmosfera, guidare i movimenti del tetto ed
evitare l’ingresso di acque meteoriche e/o di sporcizia all’interno del serbatoio.
Esistono due tipi principali di tetti galleggianti:
1 Tetti galleggianti a singolo pontone (Single-deck pontoon type floating roofs)
Questo tipo di tetto è costituito da un telo centrale contornato da cassoni di
galleggiamento che occupano circa il 20-25% della superficie totale del tetto.
Il tetto è di norma progettato per supportare, senza problemi, con i dreni primari
non operativi, circa 250 mm di pioggia sull’intera superficie del tetto; il
galleggiamento deve essere garantito anche qualora due cassoni adiacenti siano
forati.
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2 Tetti galleggianti a doppio pontone (Double-deck floating roofs)
In questo tipo di tetto tutta la superficie collabora al galleggiamento, essendo
costituito d un unico cassone.
L’intero cassone è suddiviso in settori circolari di compartimenti stagni ed il
galleggiamento è in genere assicurato anche quando due compartimenti adiacenti
ed il compartimento centrale sono forati.
Questo tipo di tetto viene adottato di norma per serbatoi di grande diametro, in
quanto più robusti e maggiormente resistenti ad eventuali problemi provocati dal
vento nel centro del tetto rispetto al tipo a pontone a singolo pontone.
I serbatoi a tetto galleggiante sono dotati di alcuni importanti accessori:
Tenute (primarie e secondarie): hanno la funzione di limitare le perdite per
evaporazione, di evitare l’infiltrazione di acqua piovana e di impurità all’interno del
serbatoio.
Dreni (primari e/o di emergenza) e pozzetti di raccolta acqua: hanno la funzione di
evitare l’accumulo di acqua piovana sul tetto.
Scale basculanti: hanno la funzione di permettere l’accesso al tetto in ogni
posizione.
Organi di ventilazione e valvole di sicurezza: hanno la funzione di evitare
sovrappressioni o depressioni interne al serbatoio.
Puntoni di sostegno del tetto: hanno la funzione di permettere l’appoggio del tetto
sul fondo in occasione della messa fuori esercizio dei serbatoi.
Tubo guida: ha la funzione di evitare la rotazione del tetto attorno al suo asse
verticale.
Sistema antincendio e relativi accessori: per informazioni dettagliate su questo
sistema si rimanda a: API RP 2003 “Protection Against Ignitions Arising Out of
Static, Lightning, and Stray Currents”
PETROLIFERI
Quanto indicato in questo paragrafo non deve intendersi né esaustivo né
sostitutivo di valutazioni che devono essere fatte per ogni singola situazione.
Per ulteriori informazioni si rimanda alle norme:
API Std 653: Tank Inspection, Repair, Alteration, and Reconstruction
EEMUA – Publication nr 159: Users’ Guide to the Inspection, Maintenance and
Repair of Aboveground Vertical Cylindrical Steel Storage Tanks
API RP 575: Guidelines and Methods for Inspection of Existing Atmospheric and
Low-Pressure Storage Tanks
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4.3.2.1.1 Corrosione interna dei fondi
La corrosione generalizzata delle lamiere del fondo avviene di solito nelle aree ove
si raccoglie l’acqua; la zona del fondo più critica è quella adiacente al mantello, per
i serbatoi con fondo a pendenza verso l’esterno (cone-up), e quella centrale, per i
serbatoi con fondo a pendenza verso l’interno (cone-down).
Tuttavia, si possono verificare casi di corrosione localizzata in corrispondenza di
zone di ristagno, quali, ad esempio, piedini di appoggio del dreno articolato o del
serpentino di riscaldamento, piastre antiusura sottostanti i puntoni di sostegno del
tetto, etc., oppure in presenza di avvallamenti del fondo
Un’altra forma di corrosione presente è la corrosione crateriforme tipo “ pitting”,
usualmente provocata da sali acidi, idrogeno solforato, acqua, batteri
(microrganismi), ecc…
Alti ratei di corrosione possono essere determinati da concentrazioni localizzate di
ossigeno nei fondami o dalla presenza di idrogeno solforato che riduce localmente
il pH del prodotto e che può essere dovuta all’azione di batteri che riducono i
solfati.
Altri fenomeni di corrosione presenti sui fondi dei serbatoi possono interessare le
saldature delle lamiere (zona fusa e/o zona termicamente alterata).
Quando il rateo di corrosione è particolarmente elevato, possono essere applicati
lining o verniciature del fondo. (rif: API RP 652: Lining of Aboveground Petroleum
Storage Tank Bottoms).
La corrosione interna dei mantelli dei serbatoi può avvenire sia al di sopra che al di
sotto del livello liquido dei serbatoi contenenti benzine ed altri prodotti leggeri
(nafte, solventi, ecc..) con densità normalmente inferiore a 50° API a causa della
presenza di vapore acqueo (umidità) ed ossigeno.
Trascinamenti caustici, zolfo e sali acidi nel prodotto in ingresso possono
incrementare notevolmente il fenomeno.
Con prodotti petroliferi più pesanti di 50° API la corrosione dei mantelli in fase
liquida non costituisce un particolare problema data la bassa solubilità
dell’ossigeno.
PETROLIFERI
Nei serbatoi a tetto galleggiante, in particolare quelli contenenti grezzo, la zona
più critica è la parte bassa del mantello, adiacente il fondo, a causa della presenza
di acqua salmastra e di melme.
La corrosione nella zona occupata dai vapori dipende dalle condizioni climatiche,
dalla variazioni del livello del liquido dentro il serbatoio, etc.
La corrosione può assumere forma generalizzata o localizzata; può verificarsi
anche corrosione sulle saldature o sulla zona termicamente alterata nelle
adiacenze delle saldature.
Dal punto di vista della resistenza del mantello i difetti sulle saldature verticali
sono più critici di quelli sulle saldature orizzontali, in quanto più sollecitate dal
carico idrostatico.
La corrosione interna dei tetti, del tipo generalizzato o localizzato, avviene nella
zona occupata dai vapori nei serbatoi a tetto fisso ed è dovuta all’azione
combinata di acqua condensata sulle superfici, di aria proveniente dagli organi di
ventilazione e di H2S libero.
Il fenomeno è accentuato nei climi umidi mentre è estremamente limitato nei
serbatoi inertizzati (gas-blanketed).
Nei serbatoi a tetto galleggiante, la parte interna del tetto è normalmente a
contatto con il liquido e, pertanto, il fenomeno della corrosione sulle lamiere è
generalmente trascurabile
La corrosione esterna dei fondi dipende dal tipo e dallo stato di conservazione delle
fondazioni del serbatoio e dal tipo e condizioni del sottosuolo e si presenta
normalmente sotto forma di corrosione crateriforme.
I principali fattori che influenzano questo tipo di corrosione sono:
tipologia dei terreni (omogeneità,resistività e permeabilità);
PETROLIFERI
tipologia e stato delle fondazioni;
presenza di falde sotterranee non profonde;
contaminanti presenti negli strati di appoggio dei fondi: la presenza di materiali
quali pietre, argille, ecc. può provocare celle ad alta concentrazione di ossigeno
nei punti di contatto con il metallo del fondo. Tali punti diventano anodi
rispetto al catodo costituito dal resto del fondo e pertanto sono sottoposti ad
un severo attacco di corrosione crateriforme;
ingresso di acqua piovana tra il fondo e la fondazione dovuto ad irregolarità
nello strato superiore delle fondazioni o a loro cedimenti laterali per
assestamento dei serbatoi;
cattivo drenaggio del basamento anche dovuto ad eccessivi assestamenti dei
serbatoi;
accumuli di acqua lungo la periferia del serbatoio, nelle adiacenze del mantello;
temperatura dei prodotti stoccati che determina una differenza di potenziale
tra suolo e fondi;
correnti vaganti, ad esempio causate dalla vicinanza di sottostazioni elettriche,
linee ferroviarie, etc;
Per determinare il potenziale effetto corrosivo del suolo viene solitamente
utilizzato il parametro della resistività.
Tale parametro è legato al tenore di acqua (umidità) presente nel materiale
costituente la fondazione ed agli elettroliti disciolti nell’acqua. La tabella che segue
può essere utilizzata per una prima valutazione dei suoli.
PETROLIFERI
4.3.2.2.2 Corrosione esterna dei mantelli
La corrosione esterna dei tetti è influenzata dalle condizioni ambientali, dallo stato
della vernice protettiva o della coibentazione.
La corrosione esterna dei tetti può assumere forme di rilievo con la presenza di
accumuli di acqua piovana e sporcizia negli avvallamenti delle superfici o in
prossimità dei vents e delle tenute dei tetti galleggianti a causa dei vapori di
prodotto emessi.
I serbatoi hanno una struttura molto flessibile tale che il mantello ed il fondo
seguono gli assestamenti del terreno sottostante.
Il peso proprio della struttura del serbatoio è relativamente modesto se
paragonato a quello del prodotto contenuto.
La flessibilità della struttura permette al serbatoio di tollerare gli assestamenti
delle fondazioni se sono contenuti entro limiti accettabili.
Le fondazioni possono essere di tipo differente:
basamento tradizionale su terreno o roccia, con o senza interposizione di
tappeto bituminoso (o sabbia o altro materiale);
basamento tradizionale con interposto uno strato di materiale drenante;
basamento con anello di cemento di appoggio (ring wall);
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basamento di cemento continuo;
basamento di cemento su pali.
In suoli dove sono presenti strati di materiale comprimibile (argilla, ecc..) possono
avvenire assestamenti significativi.
Gli assestamenti dei serbatoi possono provocare danni di vario tipo e conseguenze:
sovrasollecitazioni sui collegamenti delle tubazioni al serbatoio;
cedimento uniforme del mantello nella fondazione: questo fenomeno provoca
uno sprofondamento del mantello nel terreno con conseguente corrosione della
parte bassa del mantello e dell’anello esterno del fondo;
assestamenti differenziali tra centro e periferia del serbatoio: questo fenomeno
può provocare danneggiamenti sul tappeto di appoggio del basamento e
favorire il contatto puntuale con materiali diversi dando luogo a fenomeni di
corrosione localizzata ed accentuata. Un altro fenomeno di cedimento
differenziale è quello provocato da sovraccarichi localizzati, con rischi di
possibili rotture delle saldature. Gli assestamenti periferici delle fondazioni
sono più pericolosi di quelli distanti dal mantello: al centro la flessibilità delle
lamiere permette di seguire le deformazioni della fondazione più facilmente; in
periferia, se avviene il distacco tra le lamiere del fondo e le fondazioni, si
provoca una situazione estremamente critica per la saldatura di giunzione tra
fondo e mantello che può provocare la sua rottura anche per ampi tratti.
Tutti i serbatoi hanno numerosi accessori quali tenute sui serbatoi a tetto
galleggiante, agitatori, sistemi di drenaggio dei tetti e dei fondi, sistemi
antincendio, sistemi di strumentazione, sistemi di messa a terra, serpentini di
riscaldamento, scale e passerelle, ecc..
Il documento non tratta questi particolari; per ognuno di essi deve essere
assicurata l’integrità e funzionalità e, pertanto, nel corso delle ispezioni anche
questi componenti devono essere esaminati.
Per maggiori dettagli, si rimanda ai disegni/specifiche di costruzione, alle
raccomandazioni dei fornitori ed alle norme citate nei riferimenti per notizie
approfondite.
PETROLIFERI
4.4 Tecnologie ispettive
PETROLIFERI
Se esistono difetti passanti, essi sono evidenziati mediante formazione di bolle
formate sul liquido superficiale e visibili guardando attraverso la cassetta.
E Ultrasuoni
Mediante l’applicazione di tecniche ultrasonore, è possibile effettuare sia il
controllo spessimetrico, puntuale o in continuo su aree, sia l’esame difettoscopico
delle saldature del tipo a piena penetrazione.
A differenza dei precedenti controlli con liquidi penetranti o magnetoscopici, il
controllo ultrasonoro delle saldature consente di valutare il loro intero volume e
leventuale presenza di difetti affioranti sulla superficie opposta a quella di
scansione.
Al fine di aumentare l’affidabilità della tecnologia possono essere utilizzate
tecniche automatizzate che, tramite sofisticati metodi di acquisizione dei dati,
forniscono un’accurata registrazione dei segnali che può essere conservata e
tramite comparazione tra successive immagini/mappature può fornire indicazioni
sulla velocità di avanzamento del degrado.
Volendo esaminare anche zone del serbatoio non direttamente accessibili, al fine
di limitare l’impiego di ponteggiature o di altre predisposizioni impiantistiche, sono
disponibili sistemi robotizzati sia per il controllo spessimetrico che per il controllo
difettoscopico delle saldature
F Controlli sulle verniciature
Per verificare lo stato di conservazione dei lining e delle superfici verniciate
possono essere eseguiti i seguenti controlli:
- misure di spessore;
- prove di strappo
- spark test (rileva eventuali rotture puntiformi)
Per ulteriori dettagli si rimanda ad API RP 652.
G Ultrasuoni a lungo raggio
Esistono alcune tecniche che consentono di esaminare la porzione anulare interna
del fondo, con il serbatoio in esercizio accedendo dall’anello esterno del fondo
stesso.
Tali sistemi richiedono una adeguata larghezza dell’anello stesso e sue condizioni
di conservazione adeguate all’accoppiamento della sonda e al passaggio del fascio
ultrasonoro.
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H Emissione Acustica
Questa tecnica consiste nella rilevazione di segnali acustici (rumore) derivanti da
rilasci di energia dovuti alla presenza di corrosioni attive e/o perdite, anch’esse
attive al momento di esecuzione del controllo, dal fondo.
Le onde acustiche sono rilevate da trasduttori piezoelettrici posizionati
opportunamente sul mantello del serbatoio; attraverso l’uso di metodi di
triangolazione, si può individuare, con una certa approssimazione, la posizione
delle emissioni acustiche.
La tecnica è di tipo qualitativo e comparativo e non quantitativo; tuttavia, è la sola
attualmente disponibile in grado di individuare (con buona attendibilità), in modo
preventivo, prima che la perdita si manifesti, le zone del fondo di un serbatoio
dove è presente attività corrosiva e, in base ad una valutazione del grado di
attività, dove un problema potrebbe presentarsi.
Il principale vantaggio della tecnologia risiede nella possibilità di controllare lo
stato di conservazione del fondo mentre il serbatoio è in esercizio.
I Flusso magnetico disperso
Questa tecnologia è utillizata per la ricerca della corrosione sui fondi dei serbatoi,
essendo in grado di rilevare anche assottigliamenti delel lamiere lato fondazione,
altrimenti non visibili.
Il fondo del serbatoio è ispezionato su tutta la sua superficie mediante
l’applicazione di un campo magnetico disperso; l’attrezzatura può anche essere
interfacciata ad un sistema informatico in grado di fornire una rappresentazione
della severità e della posizione dei singoli difetti su ogni lamiera.
L ACFM: Alternating Current Field Measurements
Questa tecnica viene utilizzata quale alternativa al controllo mediante liquidi
penetranti o magnetoscopia per ricercare difetti superficiali senza rimuovere lo
strato di protezione superficiale.
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EEMUA – Publication nr. 159: Users’ Guide to the Inspection, Maintenance and
Repair of Aboveground Vertical Cylindrical Steel Storage Tanks
API RP 575: Guidelines and Methods for Inspection of Existing Atmospheric and
Low-Pressure Storage Tanks
PETROLIFERI
- Ispezioni Esterne (Surveys): a cura dei servizi tecnici preposti alle
ispezioni
Controlli dei fondi dei serbatoi
Ispezioni con serbatoio fuori esercizio.
L’intervallo tra le ispezioni dei serbatoi, sia interne che esterne, deve essere
determinato in base a numerosi fattori.
Tali fattori includono, ma non sono limitati a, i seguenti:
Caratteristiche costruttive del serbatoio
Tecniche e materiali di riparazione
Natura del prodotto stoccato.
Condizioni rilevate alla precedente ispezione.
Ratei di corrosione.
Presenza di sistemi di prevenzione della corrosione quali rivestimenti interni o
sistemi di protezione catodica (riferimento API RP 651 e API RP 652).
Rischi potenziali di inquinamento di suolo, acqua, aria.
Presenza di doppi fondi o altro sistema di contenimento di perdite dai fondi.
Esistenza o meno di sistemi di rilevamento perdite con serbatoio in esercizio.
Localizzazione del serbatoio e qualità dei terreni.
Cambi di esercizio e/o modalità operative.
PETROLIFERI
Poiché fenomeni che si evolvono lentamente nel tempo sono più difficili da
rilevare, una ispezione dettagliata, formalizzata ed i cui esiti devono essere
monitorati deve aver luogo con frequenza non superiore a tre mesi.
L’ispezione deve riguardare tutte le superfici esterne visibili dei serbatoi e devono
essere registrate e segnalate ai Servizi Tecnici incaricati delle ispezioni ogni
evidenza di perdite, deformazioni dei mantelli e dei tetti, segni di cedimenti,
corrosioni, condizioni delle fondazioni, stato dei terreni e/o presenza di accumuli di
acqua alla periferia dei serbatoi, condizioni delle verniciature, delle coibentazioni,
degli accessori (quali ad es. scale, mixers, ecc…)
L’ispezione va eseguita secondo una check-list (all. A) che deve essere trasmessa
all’unità ispezioni di sito per eventuali azioni e/o per registrazione nel data base di
ogni singolo serbatoio.
PETROLIFERI
In presenza di simili situazioni occorre prendere opportuni provvedimenti per
evitare il ripetersi di tali condizioni.
Se vengono riscontrate zone corrose, devono essere effettuati rilievi spessimetrici
per determinare lo spessore residuo.
Oltre all’ispezione finalizzata alla ricerca di corrosione, il mantello deve essere
esaminato per l’individuazione di trasudamenti, deformazioni, rigonfiamenti, difetti
sulle saldature, ecc…
Se sono presenti deformazioni o rigonfiamenti, è importante determinarne le
cause che potrebbero essere dovute all’azione del vento, a sollecitazioni sismiche,
a sovrappressioni o depressioni interne dovuti a malfunzionamenti delle valvole di
respirazione o di sicurezza, severe corrosioni del mantello, assestamenti del
serbatoio o altre cause meccaniche.
Le deformazioni, se estese, possono sovraccaricare le giunzioni saldate delle
lamiere, provocando anche rotture.
Qualora si sospetti la presenza di gravi difetti sulle saldature, esse devono essere
esaminate con adeguate tecniche strumentali (ad esempio, controlli
magnetoscopici e ultrasonori).
L’ispezione esterna del tetto è mirata al controllo delle condizioni del tetto, in
particolare alla evidenziazione di corrosione, e al controllo della funzionalità degli
organi di sfiato e sicurezza.
Come per i mantelli devono essere ispezionate le condizioni della verniciatura
protettiva e della coibentazione per i tetti coibentati.
Se sono evidenziate zone corrose, se ne deve determinare opportunamente lo
spessore residuo.
La corrosione può essere localizzata preferenzialmente in zone con deformazioni
ed avvallamenti, dove l’acqua può stazionare a lungo fino alla sua evaporazione.
Zone di severa corrosione esterna possono essere presenti anche in vicinanza di
aperture o delle tenute dei tetti galleggianti.
Per i tetti galleggianti devono essere accuratamente ispezionati anche tutti gli
accessori esterni del tetto quali scale basculanti, scale e parapetti, valvole di sfiato,
organi di tenuta,ecc...
PETROLIFERI
Se i dreni sono bloccati, l’accumulo di acqua sul tetto può provocare
l’affondamento del tetto o un danneggiamento.
Particolare attenzione deve essere posta durante l’ispezione esterna alle condizioni
del trincarino (proiezione esterna delle lamiere periferiche del fondo del serbatoio).
In presenza di corrosione, deve essere valutato lo spessore residuo nella parte
immediatamente adiacente alla saldatura di attacco al mantello in quanto tale
zona risulta sottoposta a forti sollecitazioni e potrebbero verificarsi rotture
importanti.
Parimenti, anche la parte interna periferica del fondo, ugualmente molto
sollecitata, può essere esaminata dall’esterno o a mezzo di scavi parziali o
mediante tecniche di controllo ultrasonoro a distanza.
Devono essere sottoposti ad accurata ispezione tutti gli accessori (scale, parapetti,
strumentazione, ecc.) e tutti i sistemi ausiliari dei serbatoi (antincendio, messa a
terra, ecc.) incluse le tubazioni di collegamento e le condizioni del bacino di
contenimento (mura, pavimentazioni, dreni)
PETROLIFERI
In funzione dei risultati dell’ispezione visiva, e della storia ispettiva, le ispezioni
esterne visive devono essere integrate da una misura ad ultrasuoni degli spessori
dei mantelli e dei tetti.
L’estensione delle misure deve essere tale da stabilire lo stato del componente in
esame e fornire i dati per valutare l’accettabilità del degrado in corso (per linee
guida si rimanda a API Std 653).
I fondi dei serbatoi possono essere controllati per mezzo della tecnica di Emissione
Acustica per verificare il grado di attività di eventuali processi di corrosione in
corso. Se si conosce il tasso di corrosione e quindi si può estrapolare una stima
della vita residua del fondo stesso, il suddetto controllo può essere previsto a metà
dell’intervallo tra due ispezioni interne.
Viceversa, se non si conosce il tasso di corrosione del fondo del serbatoio, il primo
controllo deve essere effettuato dopo 5 anni dall’ultima ispezione interna o a metà
del periodo di esercizio previsto fino alla successiva ispezione interna, a seconda
della scadenza che interviene per prima.
L’eventuale ripetizione del controllo è determinata dal grado di attività corrosiva
rilevata e dalle condizioni di conservazione del fondo alla data dell’ultima ispezione
interna, qualora lo stesso non sia stato sostituito.
PETROLIFERI
Gli esiti del controllo, uniti ad un’attenta valutazione di tutti gli elementi disponibili
sull’intero serbatoio, servono a confermare o a modificare il periodo di utilizzo del
serbatoio fino alla successiva ispezione interna.
Per i serbatoi dotati di singolo fondo, tale ispezione è obbligatoria se il tasso di
corrosione non è noto o è stato misurato ≥ 0,2 mm/anno.
Il controllo intermedio in esercizio con Emissione Acustica non viene ritenuto
necessario per i serbatoi contenenti:
a) Prodotti con tasso di corrosione ≤ 0,2 mm/anno
b) Olii lubrificanti finiti o basi intermedie degli stessi
c) Paraffine, bitumi, residui, o prodotti che solidificano a temperature < 43°C.
In particolare per i serbatoi contenenti prodotti ad elevata viscosità, tale tecnica
sarebbe poco efficace a causa della forte attenuazione del segnale ed inoltre di
difficile applicazione se si hanno dei serpentini interni che non possono essere
messi fuori servizio (pena la solidificazione del prodotto che rende a sua volta
inefficace la tecnica stessa).
Per i serbatoi dotati di doppi fondi e sistemi di monitoraggio delle eventuali perdite,
considerazioni devono essere fatte sull’opportunità di utilizzo della tecnica e sulla
frequenza del controllo, da valutare caso per caso; in particolare può essere
effettuato un controllo dopo 10 anni dall’installazione del doppio fondo nel caso in
cui non sia possibile stimare il tasso di corrosione
Nei casi in cui la tecnica dell’Emissione Acustica non sia applicabile può essere
valutato l’impiego di tecniche di monitoraggio delle perdite dai fondi tra quelle
elencate in API 575 (ad esempio, mediante sistemi di misurazione volumetrici o di
massa).
Se l'ispezione interna è necessaria al solo scopo di determinare la condizione e
l'integrità del fondo, tale controllo può essere realizzato con il serbatoio in servizio
utilizzando varie misure di spessore ad ultrasuoni con l’utilizzo di robot introdotti
sul fondo, in combinazione con le altre tecniche descritte in grado di valutare
l'integrità del fondo. Tecniche elettromagnetiche possono essere utilizzate per
integrare il controllo ad ultrasuoni. I dati e le informazioni raccolte devono essere
sufficienti a valutare lo spessore, la velocità di corrosione e l'integrità del fondo in
modo da stabilire l'intervallo di ispezione interna.
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4.5.5 Ispezioni con serbatoio fuori esercizio
Avvallamenti del fondo e zone vicino ai supporti del tetto e dei serpentini; dreni e
pozzetti di raccolta delle acque, devono essere ispezionati attentamente in quanto
zone di possibile accumulo di acqua e di corrosione accelerata.
Verifiche mediante martellatura (hammer-test) possono essere eseguite per una
preliminare individuazione delle condizioni del fondo e delle zone in cui sia
presente corrosione.
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Il fondo deve essere ispezionato attentamente per danni causati da cedimenti
differenziali; in tal caso devono essere rilevate misure di assestamento (vedi API
Std 653).
In caso di fondi verniciati o con lining interni, particolare attenzione deve essere
posta a difetti meccanici dei rivestimenti quali rotture, rigonfiamenti e
asportazione di tratti che sono facilmente individuabili; possono essere eseguiti
controlli strumentali, quali misure di spessore, prove di strappo e spark test per
ricerca microdifetti non visibili.
I serbatoi con lining sono particolarmente suscettibili ad una corrosione accelerata
in presenza di danneggiamenti dei rivestimenti.
PETROLIFERI
fine, possono essere utilizzati anche apparecchi robotizzati, per evitare la
predisposizione di ponteggi.
Gli spessori rilevati devono essere comparati ai valori limite accettabili per la
stabilità del serbatoio.
Nel contesto delle ispezioni per la rilevazione delle corrosioni, devono essere
ispezionate per difetti anche le saldature delle connessioni maggiormente
sollecitate come i bocchelli per agitatori o jet mixers.
PETROLIFERI
Per l’ispezione delle tenute dei tetti galleggianti è bene far riferimento ai disegni
costruttivi in modo da comprendere i meccanismi di funzionamento ed i particolari
critici da ispezionare.
In genere comunque tutti i particolari delle tenute devono essere ispezionati
visivamente per corrosione, usura meccanica, rottura o deformazioni.
La maggior parte dei tetti galleggianti è dotata di tubi guida o stabilizzatori per
prevenire la rotazione; questi particolari devono essere ispezionati per corrosione,
usura o deformazioni.
Se le guide sono distorte, il tetto ha ruotato eccessivamente o ha subito
impuntamenti; in tal caso anche il mantello del serbatoio deve essere ispezionato
per eventuali deformazioni.
Devono essere ispezionati attentamente anche i dreni dei tetti e le linee di
drenaggio; le giunzioni mobili per danni meccanici o usura.
Le colonne di sostegno dei tetti devono essere ispezionate per deformazioni e
verticalità.
Devono essere accuratamente ispezionati tutti gli accessori interni dei serbatoi e
tutti quelli che non possono essere ispezionati con serbatoio in esercizio (valvole di
sicurezza e di sfiato,ecc..).
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4.Attività e modalità operative
In occasione delle ispezioni con serbatoio fuori esercizio, devono essere ripetute
anche le ispezioni previste al paragrafo 4.5.4.1.6
L'intervallo di ispezione iniziale dalla prima messa in servizio alla prima ispezione
interna non dovrà superare i 10 anni, a meno che il serbatoio sia dotato di uno o
più dei sistemi di prevenzione/rilevazione/contenimento perdite o di mitigazione
della corrosione elencati in Tabella 1.
In questi casi, l’intervallo di ispezione iniziale potrà essere incrementato rispetto ai
10 anni, sommando i contributi in anni di cui alla stessa tabella, che sono
cumulabili.
Tabella 1- Intervallo di ispezione iniziale
Incremento intervallo
Caratteristiche di prevenzione perdite del serbatoio iniziale (anni)
4) Doppio fondo3 10
1
Un’efficace protezione catodica lato terreno del fondo principale è data da un sistema installato e manutenzionato in accordo
alla norma API 351.
2
Il rivestimento del fondo lato prodotto deve essere installato, manutenzionato e ispezionato in accordo alla norma API 652.
3
Il doppio fondo con sistema di rilevamento delle perdite è dato da un sistema progettato in conformità con la norma API 650,
appendice I o in accordo alla normativa tecnica aziendale NT1002_ST_MEC ultima revisione.
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spessori reali, ad es: spessore attuale 8mm – spessore minimo ammissibile
1.3mm) avrà un intervallo di:
10anni(iniziale)+2anni(rivestimento)+10anni(doppio fondo)+(6.7mm-
3,81mm)/0,381mm/anno = 29.6 anni
Ad ogni modo, l’intervallo di ispezione iniziale non potrà essere superiore a 20 anni
per i serbatoi con fondo singolo ed a 30 anni per i serbatoi con doppio fondo.
In alternativa, l’intervallo iniziale potrà essere definito da una analisi di tipo RBI, in
accordo ad API RP 580, ma, anche applicando tale metodologia, l’intervallo di
ispezione iniziale non potrà essere superiore a 20 anni per i serbatoi con fondo
singolo ed a 30 anni per i serbatoi con doppio fondo.
Se viene condotta una analisi RBI, tali limiti potranno tuttavia essere superati nel
caso di serbatoi contenenti:
1) Prodotti altamente viscosi che solidificano a temperature inferiori a 43°C come
bitume, paraffina, residuo, fondo vacuum, oppure
2) Prodotti o miscele che:
a. non sono identificati o regolamentati dalle norme di legge come prodotti
chimici o sostanze pericolose, ed inoltre
b. sono definiti come prodotti che non hanno un impatto negativo in
superficie o nel sottosuolo al di fuori dell’impianto o verso la salute
dell’uomo e l’ambiente.
Il periodo di utilizzo del serbatoio fra due ispezioni successive potrà essere
determinato mediante l’utilizzo del rateo di corrosione misurato sul fondo del
serbatoio, considerato il fatto che lo spessore del fondo dovrà essere, alla data
della successiva ispezione, superiore o uguale allo spessore minimo accettabile
indicato in paragrafo 4.7.2.2. limite di accettabilità.
Ad ogni modo, l’intervallo di ispezione massimo determinato mediante rateo di
corrosione non potrà essere superiore ai limiti riportati nella Tabella 2 che segue.
Tabella 2 – Intervallo di ispezione successivo
Max. intervallo
Caratteristiche di prevenzione perdite del serbatoio (anni)
1) Fondo singolo 20
2) Doppio fondo 30
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L’impiego di analisi di tipo RBI secondo API RP 580 potrà consentire di superare i
limiti riportati in Tabella 2, purchè l’analisi venga sottoposta a revisione almeno
ogni 10 anni.
L’ispezione dei serbatoi è tanto più affidabile quanto più sono conosciuti i
meccanismi di degrado ed i limiti di accettabilità, in sicurezza, dei difetti.
Due sono gli aspetti da considerare quando si ispeziona un serbatoio:
la velocità con cui un difetto evolve
i limiti di sicurezza (accettabilità) del difetto.
Per la più comune forma di degrado dei serbatoi, la corrosione, la velocità di
degrado (rateo di corrosione) e la vita residua del componente in esame, possono
essere calcolati in base alla seguente equazione:
Sp (attuale) – Sp (res)
(4.6.1.a) VR (vita residua) = ----------------------------
RC (rateo di corrosione)
Ove:
VR (vita residua) = vita residua del componente (in anni)
Sp (attuale) = lo spessore misurato alla data di ispezione, per un componente o
una determinata posizione, usato per valutare lo spessore minimo ammissibile (in
millimetri)
Sp (res) = lo spessore resistente minimo ammissibile per un componente o una
determinata posizione (in millimetri)
Sp (precedente) – (Sp attuale)
RC (rateo di corrosione) = ---------------------------------- (in millimetri/anno)
Delta T
Sp (precedente) = Spessore misurato su stesso componente e posizione durante
una precedente ispezione (in millimetri, se nel corso della precedente ispezione è
stato sostituito il fondo e non sono disponibili dati documentati sullo spessore delle
lamiere utilizzate, va utilizzato lo spessore nominale minimo ammesso dalle norme,
uguale a 6 mm)
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Delta T = intervallo di tempo (in anni) tra l’attuale e la precedente ispezione
La maggior parte delle altre forme di degrado, quali danneggiamenti meccanici e/o
deformazioni provocate da condizioni ambientali (vento, variazioni dello stato dei
suoli, ecc..) o avarie funzionali degli accessori, non si propagano con velocità
predefinite o costanti e sono pertanto di difficile prevedibilità.
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Tabella 4 – Linea guida per l’assegnazione del grado di affidabilità delle ispezioni
mirate alla misura degli spessori dei fondi
Grado di Tecnologie ispettive lato terreno Tecnologie ispettive lato
affidabilità prodotto
ispettiva
B Tecnologia MFL sul 50% della superficie del Spazzolatura meccanica del
fondo seguita da misure con ultrasuoni fondo
incluso l’anello periferico del fondo o il Ispezione visiva al 100% del
trincarino (annular ring) fondo
Misure di spessore della
corrosione a pitting
S Tecnologia MFL sul 10% della superficie del Spazzolatura meccanica del
fondo seguita da misure con ultrasuoni fondo
incluso l’anello periferico del fondo o il Ispezione visiva al 100% del
trincarino (annular ring) fondo
Misure di spessore della
corrosione a pitting
L Misure a spot con ultrasuoni sulle lamiere del Spazzolatura meccanica del
fondo, incluso l’anello periferico del fondo o fondo
il trincarino (annular ring) Ispezione visiva al 100% del
fondo
Misure di spessore della
corrosione a pitting
N Misure a spot con ultrasuoni su una Spazzolatura meccanica
superficie parziale del fondo parziale del fondo
Ispezione visiva parziale del
(inferiore al 50%)
fondo
Assenza di misure dell’anello periferico del
fondo o del trincarino (annular ring)
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Qualora nel corso dell’ispezione interna vengano rilevati fori dovuti a corrosione,
non è possibile determinare quando l’evento si è verificato; in tal caso il rateo di
corrosione RC deve essere moltiplicato per un fattore correttivo pari a 1,5.
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4.7.2.1 Determinazione dello spessore dei fondi
I fondi dei serbatoi sono soggetti sia a corrosione interna (lato prodotto)che
esterna (lato terreno). La corrosione interna può essere valutata con misure
meccaniche o ad ultrasuoni, quella esterna con misure ad ultrasuoni.
Con la disponibilità delle misure, un metodo per il calcolo del minimo spessore
rimanente dell’intero fondo o di una parte è dato dalla formula seguente:
(NB: La corrosione include sia la corrosione uniforme che la corrosione a pitting)
(4.7.2.1.a) Sp(min) = [valore minimo tra Sp(mt) o Sp(mp)] – DT {RC(p) + RC(t)}
Ove:
Sp(min) = Spessore minimo rimanente alla fine del periodo DT. Questo valore
deve essere superiore ai valori limite accettabili indicati in al paragrafo 4.7.2.2.
DT = Intervallo di esercizio (anni fino alla successiva ispezione interna).
L’intervallo non può essere superiore a quanto previsto al paragrafo 4.5.5.6.
Sp(mt) = minimo spessore rimasto dalla corrosione lato terreno dopo riparazione.
Sp(mp) = minimo spessore rimasto dalla corrosione lato prodotto dopo riparazione.
RC(p) = massima velocità di corrosione lato prodotto (determinata dallo spessore
minimo rimasto dopo riparazione).
RC(t) = massima velocità di corrosione lato terreno (determinata dallo spessore
minimo rimasto dopo riparazione).
Al di fuori dell’area critica periferica, il fondo non è soggetto a sforzi a meno che
non vi siano significativi cedimenti differenziali delle fondazioni.
Con fondazioni in buone condizioni, il fondo agisce come una membrana flessibile
di contenimento ed i valori limite degli spessori vengono fissati per una
diminuzione del rischio di perdita.
In relazione alla probabilità di perdita, gli spessori accettabili per le lamiere del
fondo sono:
Fondi singoli: 2,5 mm
Doppi fondi: 1,3 mm
L’area periferica del fondo (zona interna del trincarino = zona del fondo compresa
tra il mantello ed una distanza di 600 mm, misurata radialmente) può essere
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soggetta a forze significative e pertanto deve essere verificata per ulteriori limiti,
oltre a quelli per perdita. Zone isolate di pitting non influenzano la resistenza.
Tali limiti sono determinati dalle norme di progettazione del serbatoio.
Se il serbatoio è progettato in accordo ad API Std 650, a meno che non venga
condotta una stress analysis, lo spessore del trincarino, alla fine del successivo
periodo di esercizio non deve essere inferiore ai valori limite dedotti dalle tabelle
seguenti (non valide per progettazione con carichi sismici):
Tabella 5 – spessori del trincarino (in mm) – peso specifico del prodotto <1
Spessore di
costruzione delle Sollecitazioni nella prima virola del mantello
lamiere della prima (MPa)
virola del mantello
(mm) <167 <186 <205 <223
s < 19 5,0 6,0 6,0 8,0
19 < s < 25 5,0 6,0 8,0 10,0
25 < s < 32 5,0 7,0 10,0 13,0
32 < s < 38 6,0 9,0 12,0 15,0
38 < s 7,0 11,0 14,0 18,0
Tabella 6 - spessori del trincarino (in mm) – peso specifico del prodotto >1
Spessore di costruzione
delle lamiere della Sollecitazioni nella prima virola del mantello
prima virola del (MPa)
mantello
(mm) <190 <210 <230 <250
s < 19 6,0 6,0 7,0 9,0
19 < s < 25 6,0 7,0 10,0 11,0
25 < s < 32 6,0 9,0 12,0 14,0
32 < s < 38 8,0 11,0 14,0 17,0
38 < s < 45 9,0 13,0 16,0 19,0
Fonte: (API Std 653, API Std 650)
Le sollecitazioni sono basate su un uniforme supporto delle fondazioni sotto l’intero
trincarino. A meno che la fondazione sia compattata, particolarmente all’interno di
un anello di appoggio in cemento (ring wall), un cedimento periferico delle
fondazioni può provocare sollecitazioni addizionali sull’anello periferico del fondo
con rischi di rotture istantanee e disastrose.
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Le sollecitazioni sul mantello sono calcolate da:
(4.7.2.2.2 a) S (in MPa)= [4,9 D (H – 0,3)] G / s (rif. TAB: 5)
(S = sollecitazione ammissibile da prodotto)
(4.7.2.2.2 b) S(t) (in MPa)= [4,9 D (H – 0,3)] / s (rif. TAB: 6)
(S(t) = sollecitazione ammissibile da prova idraulica)
Ove:
D = Diametro nominale del serbatoio (in metri)
H = Altezza di progetto del livello liquido al di sopra del fondo (in metri)
G = Peso specifico del liquido di progetto
s = Spessore di costruzione delle lamiere del mantello (in mm)
La proiezione del trincarino all’esterno, misurata dal piede del cordone esterno
della saldatura di giunzione al mantello, non deve essere inferiore a 9,5 mm.
(lunghezza originale > 50 mm)
Lo spessore minimo della proiezione esterna del trincarino, dal piede del cordone
esterno della saldatura di giunzione al mantello, non deve essere inferiore a 2,5
mm.
Lo spessore minimo ammissibile della zona critica del fondo, definita come la parte
di anello periferico o del trincarino inclusa in una distanza di 80 mm dal mantello,
misurata radialmente, è il valore inferiore tra il 50% dello spessore originale ed il
50% dello spessore minimo ammissibile calcolato, in accordo a 4.7.3.2.a, per la
virola inferiore del mantello.
Isolate forme di pitting non influenzano la resistenza della zona critica.
Per serbatoi progettati in accordo a BS2654, il minimo spessore ammissibile per il
trincarino (annular ring), alla fine del successivo periodo di esercizio, si deduce
dalla tabella seguente (escluso ogni sovraspessore per corrosione):
Tabella 7 – Spessori minimi del trincarino (per BS 2654)
Spessore di costruzione Spessore minimo
Spessore originale
delle lamiere della prima ammissibile del
del trincarino (mm)
virola del mantello (mm) trincarino (mm)
s < 19 8,0 4,0
19 < s < 32 10,0 5,0
s > 32 12,5 6,3
Fonte: EEMUA Publ 159
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Lo spessore della zona esterna del trincarino e la sua proiezione verso l’esterno
hanno gli stessi limiti posti da API Std 653 .
L’esterno dei mantelli dei serbatoi non è di solito soggetto a importanti fenomeni
di corrosione esterna se la verniciatura è ben mantenuta.
Fenomeni importanti di corrosione possono avvenire sui mantelli dei serbatoi
coibentati se la coibentazione non è in buone condizioni.
I serbatoi a tetto fisso possono avere zone di corrosione interna al di sopra del
livello liquido (zona occupata dai vapori)
I mantelli dei serbatoi a tetto galleggiante possono avere zone di corrosione
interna causato dal movimento delle tenute, specialmente se le tenute sono
danneggiate.
Le misure degli spessori ad ultrasuoni forniscono i dati necessari alla valutazione
dell’idoneità dei mantelli all’esercizio.
A seguito delle misure prese, deve essere calcolato uno spessore minimo
rappresentativo della zona corrosa o dell’intera fila di lamiere del mantello.
In tal modo è possibile calcolare la velocità di corrosione e la vita utile residua, se
le condizioni di esercizio rimangono invariate.
La determinazione dello spessore di riferimento di ogni fila di lamiere dove sono
localizzate aree corrose di notevoli dimensioni deve avvenire in base alla seguente
procedura (rif: API Std 653):
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a per ogni area corrosa deve essere determinato lo spessore minimo s”.
b deve essere calcolata la lunghezza critica L.
L = 3,7 √ Ds” [ ma non superiore a 40 inches (= 1 metro)]
(n.b. = in questa formula i dati sono in inches e D (diametro del serbatoio) in feet.)
c deve essere suddivisa l’area corrosa in piani verticali di ispezione.
d per ogni piano di ispezione, devono essere misurati almeno 5 spessori
equidistanti su una lunghezza L e calcolare il valore medio.
e deve essere determinato il valore medio minimo s’ (min) tra quelli calcolati.
f i valori minimi trovati, s” e s’, devono essere confrontati con lo spessore
resistente minimo accettabile Sp (res) per le lamiere del mantello.
Nell’applicazione della procedura possono essere ignorati punti isolati di pitting
nelle zone non prese in considerazione per i calcoli purchè siano verificate le
seguenti condizioni:
nessun cratere deve essere inferiore alla metà dello spessore minimo del
mantello
la somma delle dimensioni lungo ogni linea verticale non deve superare i 50
mm (2 in) in una lunghezza di 200 mm (8 in).
4.7.3.2 Limiti di accettabilità dei mantelli (serbatoi costruiti secondo API Std
650)
Per un più dettagliato esame dei contenuti di questo paragrafo si rimanda ad API
Std 653.
In genere, lo spessore resistente minimo accettabile Sp (res) è calcolato con
riferimento ad una intera virola (fila di lamiere del mantello)ed il risultato è preso
in considerazione per giudicare l’idoneità al servizio del serbatoio. Se si esaminano
singole aree corrose, l’indagine può essere completata con un esame specifico per
la singola zona. La sollecitazione ammissibile è più bassa per le due virole inferiori
del mantello.
Lo spessore minimo resistente per una intera fila di lamiere è dato da (valido per
diametri < 60 metri):
4,9 D (H – 0,3) G
(4.7.3.2.a) Sp (res) = --------------------------
SE
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Ove:
Sp (res) = Spessore resistente minimo ammissibile (in mm, in ogni caso non può
mai essere inferiore a 2,5 mm su tutte le virole).
D = Diametro del serbatoio (in metri)
H = altezza dal fondo della fila di lamiere in considerazione fino al massimo livello
di riempimento (in metri)
G = massimo peso specifico del liquido
S = sollecitazione (da prodotto) massima ammissibile in MPa. (Dedotta da API Std
653 conversione in unità metriche SI e valida per lamiere saldate).
E = Efficienza delle giunzioni secondo la norma di progetto del serbatoio (valida
per lamiere saldate).
Se si fa riferimento ad una zona corrosa e non ad una intera fila di lamiere, la
formula da utilizzare è:
4,9 D H G
(4.7.3.2.b) Sp (res) = -----------------------
SE
In tal caso:
H = altezza dal fondo della lunghezza critica L o della zona corrosa interessata fino
al massimo livello di riempimento
Per serbatoi con diametri maggiori di 60 metri e per le lamiere chiodate, si
rimanda direttamente ad API Std 653.
I criteri per l’accettabilità dei difetti sul mantello e la continuità di esercizio del
serbatoio sono:
Il valore s’ calcolato al punto e) del paragrafo 4.7.3.1 deve essere maggiore o
uguale allo spessore resistente minimo Sp (res) calcolato in (4.7.3.2.a) o
(4.7.3.2.b) e verificato per i carichi aggiuntivi.
Il valore s” misurato di cui al punto a) del paragrafo 4.7.3.1 deve essere maggiore
o uguale al 60% dello spessore resistente minimo Sp (res) calcolato in (4.7.3.2.a)
o (4.7.3.2.b) e verificato per i carichi aggiuntivi.
Ai valori di Sp (res) e del 60% di Sp (res) deve essere sommata la perdita di
spessore prevista alla data della successiva ispezione.
Lo spessore resistente minimo determinato con (4.7.3.2.a) o (4.7.3.2.b) tiene
conto solamente del carico idraulico; in accordo alle norme costruttive, si deve
tener conto anche dei carichi dovuti a:
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vento, carichi sismici, alte temperature, depressioni indotte, carichi esterni,
assestamenti.
N.B. Per i dati da utilizzare nelle formule si rimanda ad API Std 653 table 4-1
(all.D)
Se il serbatoio deve essere sottoposto a prova idraulica, l’altezza di prova H(t),
deve essere limitata al valore più piccolo tra:
S(t) E Sp(res)
(4.7.3.2.c) H(t) = ----------------- + 0,3 (se si fa riferimento ad una intera virola)
4,9 D
S(t) E Sp(res)
(4.7.3.2.d) H(t) = ------------------ (se si fa riferimento ad una zona corrosa)
4,9 D
ove:
H(t) = altezza dal fondo della virola, o della lunghezza critica L o del punto più
basso della zona considerata (in metri).
S(t) = massima sollecitazione ammissibile da prova idraulica (in MPa, dedotta da
API Std 653 table 4-1 e convertita in unità metriche SI)
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S = massima sollecitazione ammissibile (N/mm quadro)
E = efficienza di progetto dei giunti.
Come nel caso di API Std 653, è considerato il solo carico idraulico: si deve tener
conto anche dei carichi dovuti a: vento, carichi sismici, alte temperature,
depressioni indotte, carichi esterni, assestamenti.
Valutazione dei tetti dei serbatoi
I tetti non devono avere fori e le lamiere corrose,fino ad uno spessore medio di 2
mm in una area di 500mm per 500mm, devono essere riparate o sostituite.
Nei tetti fissi deve essere verificata l’integrità strutturale delle strutture di supporto.
Nei tetti galleggianti deve essere verificata l’integrità dei pontoni di galleggiamento,
dei sistemi di supporto del tetto, delle tenute e di tutti gli accessori.
PETROLIFERI
4.9 Registrazione e archiviazione dei dati di esercizio dei serbatoi
PETROLIFERI
I rapporti ispettivi devono descrivere ogni condizione anomala rilevata e la
posizione ed estensione delle anomalie, giudizi sull’accettabilità dei difetti rilevati,
ragioni e raccomandazioni per le correzioni delle cause che hanno provocato le
anomalie.
Il giudizio sullo stato di conservazione dei componenti deve essere basato su dati
oggettivi tratti dalle verifiche, evitando di utilizzare, per quanto possibile, termini
qualitativi generici.
E’ consigliabile utilizzare, per la registrazione delle condizioni rilevate, anche files
audio-visivi.
Il file deve contenere le misure degli spessori ed i calcoli del rateo di corrosione.
Infine devono anche essere registrati la data delle successive ispezioni e le
considerazioni/calcoli per la determinazione degli intervalli di ispezione.
Il file deve contenere tutti i dati relativi ad un serbatoio a partire dalla data di
costruzione e riguardanti: riparazioni, modifiche, sostituzioni di componenti e/o
accessori, cambi di servizio (prodotto contenuto e condizioni operative
/temperature).
E’ necessario registrare le riparazioni effettivamente eseguite, con tutti i dati di
supporto (disegni, specifiche, rapporti di fine lavori, ecc..), a fronte di quelle
suggerite e le motivazioni per le eventuali difformità.
In particolare deve essere conservata la documentazione relativa agli interventi di
verniciatura ed ai risultati del controllo periodico.
PETROLIFERI
5. Responsabilità di aggiornamento
STOCCAGGIO PRODOTTI
documentazione e tracciabilità
PETROLIFERI
6. Archiviazione, conservazione della documentazione e
tracciabilità
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Indice Allegati
Firma:______________________________
1.1 Passerelle/Sistemi
di accesso
1.3 Terrapieni
1.5 Pulizia/Vegetazione
2.0 FONDAZIONE
2.2 Trasudamenti
e/o perdite
2.3 Sistema di
drenaggio
2.4 Pulizia/vegetazione
3.2 Pulizia
3.5 Trasudamenti
e/o perdite
4.0 MANTELLO
4.2 Verniciatura
4.3 Coibentazione
4.4 Trasudamenti
e/o perdite
5.0 CONNESSIONI ED
ACCESSORI DEL
MANTELLO
5.1 Passi d’uomo e
bocchelli
5.3 Sistema di
campionamento
5.6 Agitatori/sistemi di
riscaldamento
5.7 Anelli di
irrigidimento
(TG)
5.8 Strutture di accesso
(scale elicoidali e
alla marinara)
5.9 Messe a terra
6.3 Coibentazione
Note:
N.B. La presente check-list è da considerare come promemoria generale da seguire durante l’ispezione.
Eventuali voci non previste potranno essere inserite nel campo note riportato sopra.
Firma:______________________________
1.1 Passerelle/Sistemi
di accesso
1.3 Terrapieni
1.5 Pulizia/Vegetazione
2.0 FONDAZIONE
2.3 Asfalto
2.4 Tappetino
bituminoso
2.6 Sistema di
drenaggio
2.7 Pulizia/Tracce di
idrocarburi
3.1 Corrosione
superficie interna ed
esterna
3.2 Pulizia
4.0 MANTELLO
4.3 Verniciatura
4.4 Coibentazione
4.5 Trasudamenti
4.6 Rivetti
5.0 CONNESSIONI ED
ACCESSORI DEL
MANTELLO
5.1 Passi d’uomo e
bocchelli
5.3 Sistema di
campionamento
5.7 Anelli di
irrigidimento
(TG)
5.8 Strutture di accesso
(scale elicoidali e
alla marinara)
5.9 Messe a terra
5.10 Passerella
circonferenziale e
piano di accesso
scala mobile (TG)
6.0 TETTO
6.4 Coibentazione
6.5 Sistema di
drenaggio
6.7 Orizzontalità e
centralità del tetto
(TG)
6.8 Cassoni di
galleggiamento
(TG)
6.9 Sistemi anti-
rotazione /tubi guida
(TG)
7.0 CONNESSIONI ED
ACCESSORI DEL
TETTO
7.1 Passi d’uomo e
bocchelli
7.12 Corrimani,
parapetti,
Allegato B - Check-list – opi man 002 r&m r01
questo documento è di proprietà di eni spa che se ne riserva tutti i diritti 3/4
Eni S.p.A.
Divisione Refining & Marketing
fermapiedi
7.13 Passerelle
7.14 Passerella
Circonferenziale
Note:
N.B. La presente check-list è da considerare come promemoria generale da seguire durante l’ispezione.
Eventuali voci non previste potranno essere inserite nel campo note riportato sopra.
Firma:______________________________
1.1 Permesso di
ingresso
1.2 Puntoni
supplementari
(TG)
1.3 Pulizia interna
2.0 FONDO
2.2 Lamiere
deformazione e
cedimenti
2.3 Lamiere rotture e
crateri
2.4 Verniciatura o
lining
2.6 Saldatura
fondo/mantello
3.0 CONNESSIONI ED
ACCESSORI DEL
FONDO
3.1 Sistemi di drenaggio
(tubazioni,
valvole,pozzetti)
3.2 Piastre di appoggio
puntoni
(TG)
3.3 Serpentino
4.2 Lamiere
deformazione
4.5 Verniciatura
4.6 Saldatura
fondo/mantello
5.3 Colonne di
sostegno
6.0 TETTO
GALLEGGIANTE
¨
7.0 CONNESSIONI ED
ACCESSORI DEL
TETTO
7.1 Passi d’uomo e
bocchelli tubazioni
7.6 Miscelatori
8.1 Passerelle
8.2 Corrimani,
parapetti,
fermapiedi
8.3 Passerella
Circonferenziale
Note:
N.B. La presente check-list è da considerare come promemoria generale da seguire durante l’ispezione.
Eventuali voci non previste potranno essere inserite nel campo note riportato sopra.